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Novello Malatesti, Scolaro A Corte
Novello Malatesti, Scolaro A Corte
2009
La prima delle quali viene nel 1430 dallo stesso Martino V che
dichiara devoluti alla Chiesa i territori di Carlo, offrendo però il
diritto di rivalsa. Il papa vuole alzare il prezzo della
concessione, vedere saldati i debiti e ridurre l’estensione del
vicariato.
L’11 marzo 1430 la controversia è chiusa con accordi
preliminari raggiunti anche grazie ad Elisabetta. L’investitura
dell’8 settembre riguarda soltanto Cesena, Fano e Rimini. La
somma da pagare alla Camera apostolica è prestata ai Malatesti
da Niccolò d’Este, suocero di Galeotto Roberto, e da banchieri
ebraici. Ai quali nel 1432 Galeotto Roberto non ricambierà il
favore ricevuto. Da Eugenio IV ottiene il permesso di introdurre
per gli israeliti il «segno» di distinzione, già obbligatorio dal
1215…
Antonio Montanari
I. Cronologia.
1430.
Il progetto di costituire una biblioteca aperta al pubblico e utile
soprattutto agli studenti poveri, è testimoniato nel 1430 per
iniziativa di Galeotto Roberto Malatesti, che segue una
intenzione dello zio Carlo (morto l'anno prima).
1432.
Breve di Eugenio IV del 15 febbraio, relativo alla fabbrica del
convento di San Francesco (Turchini, Tempio, p. 82). Forse si
riferisce anche ai lavori necessari per realizzare la biblioteca
voluta da Galeotto Roberto Malatesti.
1455.
Entro questo anno Roberto Valturio completa il suo De re
militari, dove leggiamo dei «moltissimi volumi di libri sacri e
profani, e di tutte le migliori discipline» donati alla biblioteca del
convento di San Francesco. «Sono testi latini, greci, ebraici,
1475.
Testamento di Roberto Valturio che lascia la propria biblioteca
alla «liberaria» (libreria) del convento dei frati di San Francesco
di Rimini «ad usum studentium et aliorum fratrum et hominum
civitatis Arimini», con la clausola che i frati facciano edificare
«unan aliam liberariam in solario desuper actam ad dictum
usum liberarie».
1490.
L’iscrizione del 1490 (e non 1420 come in un primo tempo era
stata letta), ricorda il trasferimento della biblioteca
1560.
La biblioteca era costituita da due file di plutei di venti elementi
ciascuna. “Circa” centocinquanta opere sono nella prima fila,
“circa” centoventitre nella seconda. Ovvero “circa” 273 opere in
tutto.
1511.
Ricordandoci attentamente di questo inventario del 1560,
prendiamo in considerazione una notizia relativa al 1511, e
contenuta in un testo ms. di padre Francesco Antonio Righini
(SC-MS 372, "Miscellanea Scriptorum...", c. 284r, Biblioteca
Gambalunga di Rimini).
Righini scrive: dai libri conventuali di San Francesco risulta
che la biblioteca era stata trasferita a Roma «sic jubente
Pontefice».
Righini precisa l'anno (appunto il 1511), citando un testo di
Paride Grassi relativo al soggiorno riminese presso i
francescani del papa stesso, Giulio II.
(Il testo di Grassi, cerimoniere pontificio, è stato pubblicato nel
1886, Le due spedizioni militari di Giulio II, in «Documenti e
Studi» della Deputazione di Storia Patria per le province di
Romagna, I).
Il passo di Righini forse allude ad un trasferimento parziale
della biblioteca francescana, dato appunto che nel 1560 la essa
era costituita da due file di plutei di venti elementi ciascuna per
un totale di “circa” 273 opere.
XVII secolo.
Nel Sito riminese di Raffaele Adimari, che esce a Brescia nel
1616, si legge (I, p. 72) che presso il convento francescano dei
Conventuali esisteva una «sontuosa, et buona libreria».
All’inizio del secolo XVII, precisa Antonio Bianchi (Storia di
Rimino dalle origini al 1832, Rimini 1997, a cura di Antonio
Montanari, p. 146), «della preziosa libreria, che i Malatesti, per
conservarla ad utile pubblico, avevano dato in custodia ai frati
di San Francesco», restano soltanto quattrocento volumi per la
maggior parte manoscritti.
XVIII secolo.
Il convento di San Francesco è ristrutturato ampiamente, come
documenta il ms. AB 51, relativo alle spese fatte «per la Fabrica
del Convento (1762-1764)», conservato in Archivio di Stato di
Rimini, Fondo Congregazioni soppresse.
Antonio Montanari
Rimini, 13.04.2009
© by Antonio Montanari, 2009