SPE:VENEZIA
2010-09-02 16:44
VENEZIA:IL SANGUE VERDE,PARLANO PROTAGONISTI RIVOLTA ROSARNO
(ANSA) VENEZIA, 2 AGO - Un film verita, 'll sangue verde’ del regista padovano Andrea Segre,
ha portato alla Mostra del Cinema di Venezia la voce dei protagonisti della ‘rivolta' di Rosarno, ¢,
insieme, uno spaccato della realta calabrese, di storia dei braccianti del sud. Mentre Abraham, John,
Amadou, Zongo, Jamadou, Kalifa, Salis raccontano i giomni degli scontri e le condizioni di vita det
bracciunti neti, Giuseppe Lavoratore, ex sindaco di Rosarno, piccolo paese della Calabria feudo
della ‘Ndrangheta, ricorda i tempi in cui gli agricoltori autoctoni lavoravano 15 ore al giorno, scelti
la mattina nelle piazze dai ‘caporali del lavoro nero. "Nel dopoguerra te famiglie di Rosarno
avevano sete, otto figli, i braccianti andavano in Piazza del Popolo, venivano scelti i pid forti -
spiega Lavorato - ma con la trasformazione degli anni 70, con gli interventi pubblic, il raddoppio
ferroviario ¢ l'autostrada, i guardianti dei campi diventano guardiani dei cantieri, ottengono i
trasporto e l'impiego della manodopera, il subappalto, l'appalto". Finché "la piana di Rosarno
diviene uno dei maggiori centvi di potere della N’drangheta". Negti anni 80, il potere della
‘Ndrangheta sul mercato, I'utilizzo illecito dei finanziamenti e la globalizzazione stravolgona
lesistenza dei piccoli agricaltori di Rosarno, la manodopera nera diventa ‘necessaria’. Le condizioni
di vita dei nuovi bracciantissono peggiori di quelle di coloro che li hanno preceduti: non hanno casa,
documenti, il lavoro & duro e loro soffrono molto di pit il freddo dell inverno, quando si raccolgono
le arance, perché vengono dal Burkina Faso, dal Mali, dal Marocco. "Sono scappato dal mio paese
per i problemi che avevo e per trovare la pace, ma vivere qui & terribile”, racconta uno di loro. "
un lavoro che conviene non fare a lungo - dice un ultro - perché rischia di costarti la vita’. I
docufilm si svolge su due piani paralleli, i racconti degli immigrati e quello del sindaco, con inserti
di filmati depoca. Ne risaltano, senza retorica, le condizioni di degrado e ingiustizia di migliaia di
braccianti afticani impiegati nella raccolta delle arance. Liesplosione della ‘rivolta' scatema la ‘caccia
al nero’ e il Governo decide lo sgombero di tutti gli immigrati da Rosarno. Nei giomi suecessivi
calla il silenzio sulla vicenda, ma quasi tutti i braccianti espulsi vengono abbandonati a se stes
giro per Italia, Pochi giorni dopo le manifestazioni, Andrea Segre rintraccia alcuni di loro,
ascolta, li fa parlare davanti alla telecamera, "Sono partito da una mia curiosita - racconta Segre -
volevo capite cosa vive nel suo cuore, nella sua anima, nella sua intelligenza ana persona che si
rende conto dellingiustizia della propria esistenza, ma non pud far altro che cercare di
sopravvivere", Il titolo del film viene dalla frase di un immigrato, “abbiamo tuttiil sangue dello
stesso colore, noi non abbiamo il sangue verde”. Domani, alla Mostra del Cinema, arriveranno e
saranno disponibili per la stampa gli immigrati che parlano nel film, con loro anche !'ex sindaco di
Rosarno. (ANSA).
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