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N 5 -2012

PERCH COS DIFFICILE CAPIRE LA MONETA? Silvano Borruso


ACCADEMIA DELLA LIBERTA'

N 5 -2012

PERCHE' E' COSI DIFFICILE CAPIRE LA MONETA


Ecco i sintomi pi evidenti della difficolt ventilata nel titolo: Manca una definizione univoca di moneta. Si trovano fino a quattro descrizioni, ma non una sola definizione. Ogni cosiddetta scuola monetaria tira lacqua al suo mulino; I termini usati confondono, invece di chiarire, le idee: moneta, denaro, valore, usura, interesse, credito, liquidit, moneta-debito, mezzo di scambio, inflazione, finanza, industria bancaria, ricchezza, e chi pi ne ha pi ne metta; Quello che appare sui libri e quello che avviene in realt non fanno che contraddirsi eclatantemente; Eccetera. possibile venirne a capo? Cominciamo con laffermare che il problema squisitamente filosofico. Se la filosofia amore della sapienza, e se sapiente chi capace di ordinare, ci vuol dire che le realt di cui sopra non occupano nella mente lo stesso posto che occupano fuori di essa. La svistarella iniziale Disse Aristotele che un piccolo errore iniziale conduce a grandi errori in fine; ci vero anche quando si tratta di sviste. Una svista non un errore filosofico, ma uno di mancata percezione. Soffermiamoci su di esso. Chi scrive di cose monetarie comincia sempre facendo notare che a) la moneta esiste per alleviare le difficolt del baratto; e che b) La funzione fondamentale della moneta di essere mezzo di scambio,o intermediario degli scambi1. Tutta la discussione che segue viene imperniata sul mezzo e sulla funzione intermediaria, ma non una parola viene spesa sulla natura dello scambio. Ecco la svista. Vedremo che non cosa da poco, e cominciamo quindi a tentare di capire cos uno scambio.

Pietro Vernaglione, La Moneta. Sottolineato di Vernaglione.

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Il baratto lo capiscono tutti: A desidera qualcosa che B ha e B desidera qualcosa in possesso di A. A scambio avvenuto il baratto completo. Quella completezza, che nel baratto pu darsi per scontata, viene invece completamente trascurata da chi si occupa di moneta. Vediamolo. A desidera qualcosa in possesso di B, ma B non desidera niente in possesso di A. comunque disposto a cedere ad A ci che costui desidera, in cambio di una ricevuta che gli permetta di ottenere da C quello che lui, B, desidera. La moneta non altro che codesta ricevuta. Qui il discorso di chi tratta di moneta finisce, e il/la monetarista comincia ad occuparsi del mezzo di scambio: come deve essere, di che cosa va fatto, come funziona, che ripercussioni ha nelleconomia, nella finanza, ecc. Ne nasce una pletora di considerazioni che portano sempre pi lontano dal capire il fenomeno, e che non sono affatto innocue: le soffre la gente sulla propria pelle dai tempi del dbcle del 2008. Dbcle che colse di sorpresa gli sprovveduti; cera chi laveva predetta con quasi 20 anni di anticipo. Ritorniamo quindi al baratto, prendendo atto del fatto che le due parti contraenti sono soddisfatte quando entrano in reciproco possesso dei beni (o servizi)2 scambiati. Quando entra in gioco la moneta, per, un errore considerare lo scambio come completo quando chi riceve il pagamento trattiene la somma senza farla circolare oltre. Lo scambio non ha ancora duplicato il baratto, e pertanto la moneta sta espletando una funzione diversa da quella di uno scambio. Questo completo solo quando B si disfa della moneta ricevuta per ottenere quello che desidera da C.

Diciamo quindi, per coerenza, che se la moneta deve fare da mezzo di scambio, pu chiamarsi moneta a scambio avvenuto, non prima.
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Il medico disposto a curare la famiglia dellidraulico a cambio del servizio di manutenzione delle sue tuberie non calcola prezzi: il servizio ricevuto vale il dato e una stretta di mano li sigilla.

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Filosoficamente, successo che a scambio avvenuto, la moneta rimasta relazione, facendo da certificato di transazione attuata, e sparendo sia dalle mani di A che da quelle di B, entrambi ora in possesso dei beni o servizi desiderati. A scambio a venire, invece, B in possesso di moneta, ma senza obbligo alcuno di farla circolare oltre. Ecco lorigine del disordine economico che attanaglia il mondo. Le conseguenze sono state esiziali, e continuano ad esserlo. Scrutiamole quindi. Un termine ambiguo Coerenza richiede che alle due realt - mezzo-di-scambio e portavalori venga dato un nome diverso; ma perversamente le si continua a chiamare entrambe moneta. Codesta ambiguit ci occuper fino alla fine di questo articolo. Ma lambiguit non riguarda solo le due funzioni della moneta: riguarda anche, e non in tono minore, la struttura di una societ con economia monetaria, la quale diviene indispensabile in presenza di una certa divisione del lavoro. Il discorso condotto fino ad ora idealizza una societ in cui tutti producono qualcosa che vogliono scambiare con altre cose da loro non prodotte. Ma dov oggi una societ cos? Dal tempo della Rivoluzione Industriale, 200 e pi anni fa, il numero di non-produttori cresciuto a dismisura, e il problema ancora da risolvere come giustificare i loro stipendi. Se ci impelagassimo in quel problema ne uscirebbe un trattato e non un semplice articolo. Accontentiamoci quindi di capire la natura della moneta, e vedremo dove ci porteranno le conclusioni raggiunte. Domanda e offerta: legge? Se tutti coloro che ricevono moneta in cambio di beni/servizi da loro prodotti la spendessero immediatamente per ottenere i beni/servizi da loro desiderati, non sussisterebbe alcun problema. La moneta e i beni/servizi si comporterebbero come si comporta una cremagliera rettilinea sotto la spinta di un pignone ruotante ingranatovi su. Il pignone rappresenta la moneta, che ritorna sul mercato ad ogni transazione, e la cremagliera rappresenta il totale di beni/servizi spinti incessantemente e unilateralmente dalla produzione al consumo. Se la moneta fosse puro mezzo di scambio, il pignone ruoterebbe senza posa, espletando la sua funzione naturale di facilitatore di produzione/consumo. Domanda e offerta sarebbero in perenne equilibrio, determinando, come dice la legge omonima, i prezzi. Purtroppo, la moneta non fa da puro mezzo di scambio, ma anche, come vedremo, da portavalori; il che induce i suoi possessori a sottrarla dalla sua

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funzione naturale relazionale per specularvi su come sostanza: diventa un bene di per s. La domanda, sostenuta da moneta duratura, adesso in condizioni di imporre un tributo allofferta, sostenuta da i capricci del tempo, della moda, delle tarme, funghi, ratti, ladri e via discorrendo.

Domanda e offerta in perenne sbilancio non determinano i prezzi. Generano invece lUSURA, identificata da Gesell 100 anni fa proprio con codesto tributo, e che nasce, lo si noti bene, agli scambi e non ai prestiti. Lo si verifichi presentandosi a un mercato ortofrutticolo verso mezzogiorno: le ortaglie invendute verranno offerte a prezzi stracciati, anche sottocosto, pur di non vederle appassire prima di sera. Usura contra naturam Quando chi possiede moneta la presta invece di spenderla, il tributo imposto al prestatario, mirabile dictu!, perde il nome obbrobrioso- di usura per acquistare quello rispettabile - di interesse.

E la moneta, meraviglia delle meraviglie, si trasforma in essere vivente che si riproduce con leggi sue proprie, completamente avulse dalleconomia e in posizione tale da farla padrona della produzione e della distribuzione invece che da serva come dovrebbe. Questa padronanza continua a costare cara. Ha fatto correre fiumi di sangue, per secoli. E continuer a farlo fino a quando non si smascherer la frode, liberandoci cos delle superstizioni che ha generato e che irretiscono milioni quando non miliardi di persone ancora oggi. Continuiamo a capire. Dalla svista moneta-merce alla frode riserva frazionaria Perch un certificato di transazione avvenuta (moneta) circoli, bisogna pure registrarle la transazione su qualcosa. La svista iniziale ha fatto s che si scegliesse 5

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di tutto: metalli preziosi o semipreziosi, conchiglie, carta, terracotta, vetro, cuoio, e un lungo eccetera di materiali-moneta. Ma quanto pi valore intrinseco uno di questi materiali ha, tanto meno volentieri lo si spende, generando cos la prima superstizione di Creso, che confonde la possessione di moneta con la ricchezza. E si favorisce il risparmio, che in realt laccaparramento ingiusto di moneta che paralizza leconomia danneggiando gli scambi. La cartamoneta cominci a muovere guerra ai metalli preziosi dalla sua invenzione, per non lha ancora vinta, e ci solo perch consente di mantenere la funzione di portavalori. Lenorme congerie di interessi creati dai vantaggi parassitari di codesta funzione fa s che chi ne gode non veda di buon occhio una riforma monetaria che li faccia sparire. Qui ci interessa capire il meccanismo che ha portato il mondo a una crisi del tutto innecessaria, e risolvibile in questione di giorni, solo se si riuscisse a privare la moneta del potere indebito di cui gode e costringerla a fare da serva delleconomia come suo ruolo naturale.

Quando nel XVI-XVII secolo i cambiavaluta divenuti banchieri si avvidero che le ricevute di deposito circolavano benissimo al posto delloro che rimaneva nei loro forzieri, venne loro la tentazione (e a chi non sarebbe venuta?) di lucrare interesse senza prestare alcunch, ma di nascosto: un falso in atto pubblico. E gi, perch ai tempi in cui si prestava sul serio, cio privandosi delloggetto -o moneta- prestati, si era sviluppata tutta una serie di teorie dirette a giustificare linteresse. Eccole: 1. Teorie di fecondit; 2. Teorie di produttivit; 3. Teorie di usufrutto; 4. Teorie di astinenza; 5. Teorie di lavoro; 6. Teorie di sfruttamento. Chi vuole divertirsi pu leggere come Gesell distrugga tali teorie luna dopo laltra nel capitolo 6 della parte V di Ordine Economico Naturale.3 Chi invece vuole capire, rifletta sul perch del plurisecolare fallimento di tutte le proibizioni di
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Arianna Editrice. Gruppo Macro, e-Book.

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interesse, tanto civili quanto ecclesiastiche. Non ci si accorgeva della piccola svista iniziale che concedeva a chi riceve moneta di diventarne il possessore senza costringerlo a spenderla. Lultimo benintenzionato tentativo in quella direzione fu lEnciclica Vix Pervenit4 di Benedetto XIV (1740-1758), nella quale si faceva una distinzione, vera ma non troppo utile, tra interesse, definito come onorario per il servizio del prestatore, e usura, definita come prezzo della moneta trattata come merce. La ragione per cui quellenciclica rimase lettera morta, per, fu unaltra: nel 1745 era gi da un pezzo che non si prestava pi denaro contante. Nel 1609, con la fondazione della Banca di Amsterdam, era entrata in lizza la pi durevole frode monetaria di tutti i tempi: la riserva frazionaria.

Credito: da fiducia reciproca a frode bancaria La parola credito trasuda fiducia, comprensione, lealt. Ecco perch si parla di fonti di informazione accreditate, resoconti credibili credenziali diplomatiche ed espressioni del genere. Giudichi ora il lettore se possibile fare uso di questo termine per il credito bancario, descritto a continuazione. A ha bisogno di moneta e fa domanda di prestito a una banca. Il direttore lo concede. Cosa riceve il prestatario A? Un libretto di assegni in bianco, mentre un impiegato batte la somma prestata nel disco rigido di un computer, consentendo ad A di firmare assegni fino al totale della somma creata l per l. In nessun caso, contrariamente a come la gente stata indotta a credere, una banca presta denaro esistente, meno ancora somme depositate da altri clienti. Questa semplice operazione ha conseguenze strabilianti, ma che passano inosservate per una combinazione letale di mancanza di osservazione, di riflessione e di raziocinio. Vediamole. Chi crede di avere denaro in banca solo perch a suo tempo vi ha depositato del contante, in realt non ha che una cifra in un libro contabile con cui la banca si dichiara debitrice di quella somma. Il contante con cui la banca fa credere di essere solvente una frazione del movimento di moneta, da un minimo di 2,5% a un massimo dell8-10%.

1 novembre 1745.

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Il prestatario non ha ricevuto un prestito, giacch la banca non si privata di alcunch nelloperazione. Linteresse richiesto dalla banca, in altre parole, unestorsione ingiustificata ottenuta fraudolentemente. La banca permette di firmare assegni, cos creando potere dacquisto fino a coprire il capitale, ma non linteresse. Questo deve essere estratto a) o da un incremento di attivit lavorativa, o b) da un altro prestatario o c) da un nuovo prestito per pagare gli interessi di uno vecchio. Risultato: se dieci prestatari hanno emesso una somma totale di 10mila unit, e prima o poi devono restituire 11mila, la bancarotta di uno o pi di costoro matematicamente certa. Ecco lorigine della perenne crescita obbligatoria delleconomia. Nel prestare, la banca domanda come garanzia il cosiddetto collaterale, cio ricchezza fisica prodotta dal lavoro umano (se dal prestatario o no non interessa ai nostri fini). I termini delloperazione subiscono cambi stravolgenti: quello che un permesso di emissione viene chiamato prestito; la somma creata dal nulla diventa moneta bancaria; E la confusione tra credito e moneta plurifunzione aumenta senza fermarsi. Come stato possibile arrivare a tanto? Un po di storia Fu vera gloria? Ai posteri lardua sentenza, scriveva Manzoni commemorando la morte di Napoleone. Oggi siamo in grado di rispondere affermativamente. Fu vera gloria, consumata a Waterloo.

A sconfiggere Napoleone furono le forze dellUsura, che da Waterloo in poi hanno sempre pi rivendicato, e con successo bisogna ammettere, il diritto di esercitare poteri che prima di allora erano del Sovrano. Tali forze pretesero di cambiare a discrezione il potere di acquisto della moneta del Re misurato in beni e servizi. Neanche i re si erano permessi misure simili senza lunghe e gravi riflessioni. La moneta doveva ora esser libera di cercarsi profitto dove e quando potesse e volesse; bisognava ancorarla alloro, e se questo veniva esportato, la quantit di moneta nel mercato interno doveva essere ridotta di una quantit equivalente. La deflazione, e con essa la minaccia di carestia, veniva cos istituzionalizzata. Ogni produttore locale da allora stretto in una morsa che si stringe sempre di pi. Deve produrre a costi bassi per potere essere competitivo sui mercati 8

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esteri. Se non vuole chiudere i battenti deve ridurre i salari, (costi di produzione nel gergo finanziario). Ma con salari bassi non pu vendere i suoi prodotti allinterno. Deve quindi esportare.5 Al Congresso di Vienna, nel 1814-15, Metternich e Stadion sembravano governare lAustria perch ne avevano i titoli; in realt, come Cobbett non si stancava mai di indicare, non fu restaurato che il personale del vecchio regime, ma oberato ora da un carico di debito che dava ai creditori il controllo effettivo del potere.6 Da allora a nessun paese viene permesso di vivere del suo. Ogni paese va permanentemente sbilanciato contro ogni altro, cos da ottenere i pi alti profitti per le banche, anche se ci vuole una guerra per ottenere i risultati desiderati. Per di pi, ogni paese deve indebitarsi cedendo la sovranit monetaria al sistema bancario e chiedendo in prestito una moneta che potrebbe, e dovrebbe, emettere il governo senza interesse.7 A mantenere questo sistema, e a poco altro, sono servite le due guerre mondiali del secolo XX. Quali ne sono le conseguenze odierne? Si studi il grafico che segue.8

Classificare leconomia di un paese per mezzo dellesportazione si d oggi per scontato. Si consulti il Calendario Atlante De Agostini per verificare. 6 Christopher Hollis, The Two Nations, Routledge 1937, p. 134. 7 Dico governo e non Stato perch lemissione monetaria funzione governativa, usurpata dal sistema bancario a partire dal 1819. 8 Dal libro di Margrit Kennedy Interest and Inflation Free Money, New Society Publishers, p. 19. Date aggiunte.

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B A
1860-70 18901930

Secolo XX: Guerra

La curva A rappresenta la crescita naturale, cio degli esseri viventi. Codesta crescita dipende dai grandi cicli della natura: acqua, ossigeno, carbonio ecc. Agricoltura e industrie derivate seguono, o dovrebbero seguire, quella curva: crescita rapida seguita da equilibrio statico. La linea retta B rappresenta la crescita industriale. Nel decennio 1860-70 questa super per la prima volta quella agricola negli Stati Uniti e nel Regno Unito, seguiti dai paesi oggi chiamati industrializzati. La curva C quella esponenziale dellinteresse composto (leggi: usura), dettata dalla forma di moneta in uso da 4000 anni, e dovuta alla confusione di mezzo di scambio e di risparmio. I quattro decenni 1890-1930 segnarono lintersecarsi dellinteresse composto con lagricoltura. Gli effetti sono stati profondi per non dire tragici. Segnalo: Lagricoltura di rapina, praticata a cominciare dalle grandi praterie americane. Milioni di tonnellate di granaglie a prezzi stracciati si rovesciarono sui mercati europei, rovinando i piccoli agricoltori e constringendo milioni di costoro ad emigrare. Negli anni Trenta la natura si vendic sullAmerica settentrionale con i famosi dust bowls: 400 milioni di acri di terra esausta vennero letteralmente portati via dal vento.9 La fine, dovuta alla Grande Guerra, delluso di nitrato del Cile come materia prima per esplosivi, nonch come fertilizzante artificiale. Lindustria dei
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(Grapes of Wrath di John Steinbeck).

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fertilizzanti, spinta dallinteresse composto C, deve crescere o perire come ogni altra. Il buon agricoltore sa che la sola pratica razionale nutrire la microflora del suolo con concimi naturali. Questa in turno provvede a nutrire le radici, nei tempi e modi previsti dalla natura. Ma da un secolo a questa parte si forza lalimentazione artificiale dei raccolti, producendo cos quantit enormi di derrate di qualit scadente, e pertanto insufficiente a sostenere la salute. E lindustria si mantiene producendo esplosivi in tempo di guerra e fertilizzanti in tempo di pace. I concimi naturali o non si producono o si distruggono, dando cos lavoro a qualche disoccupato. Linvenzione del mulino a dischi piani, che separa nettamente amido, crusca ed embrione dal chicco di grano, permettendo cos a speculatori di vendere questultimo a prezzi esorbitanti per farne cereali di lusso, e deprimendo la qualit del pane della gente. La sparizione dellazienda agricola familiare per indebitamento, sostituita dalla monocultura, pratica che deprime sempre pi la fertilit del suolo. Quando lesponenziale C interseca la linea retta B, leconomia di guerra. Si produce per distruggere, cos dando impiego e pagando linteresse sul debito.

Quando Raoul Follereau (1903-77) chiese invano al Presidente Roosevelt lelemosina del costo di un bombardiere per i suoi lebbrosi, non si rendeva conto che uno di questi velivoli abbattuto nel cielo della Germania in fiamme, sacrificando i ragazzi dellequipaggio e migliaia di vite di civili, significava migliaia di posti di lavoro nellindustria di quella guerra10 che salv lAmerica dalla Gran Depressione. La pratica continua. Le industrie di guerra producono, i mercanti di morte ne vendono i prodotti ai governi di paesi sottosviluppati, costoro ne fanno ottimo uso (economicamente parlando, cio distruzione e morte) e i paesi sviluppati alleviano il problema della disoccupazione industriale.

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Gli Alleati sacrificarono ben 158.906 (sic) vite di giovani aviatori nei cieli della Germania per estinguere quelle di circa 2 milioni e mezzo di civili periti sotto i bombardamenti. Si rivelava cos linutilit assoluta di questo mezzo di terrore per vincere una guerra. Ma lindustria aeronautica si mantiene in piedi non dando troppa pubblicit alle cifre (Quigley, Tragedy and Hope p.804)

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evidente che la pace tra i belligeranti non solo non risolve il problema, ma va contro gli interessi risiedenti nella logica inesorabile dellusura, moltiplicata a dismisura con la confusione credito-moneta. Nel Regno Unito, per esempio, 50 miliardi di contante circolano insieme a 2000 miliardi di credito. Solo l8% di questo va alla produzione; il resto va alla speculazione fondiaria e monetaria. Il bubbone esploso nel 2008, ma chi sapeva osservare la situazione lo aveva predetto per lo meno dal 2003. Una parola sul signoraggio, di cui tanti straparlano senza capire. Questo fenomeno la differenza tra il valore facciale e quello intrinseco non di una moneta per se, ma del contante. Evidentemente questo massimo con la cartamoneta e minimo con la moneta di metallo prezioso. Ma i dati del paragrafo precedente ci dovrebbero far capire che si tratta di un fenomeno marginale, e pertanto trascurabile. Sul credito bancario non vi signoraggio. Ma tale credito si estende fino a 97,5% della moneta in circolazione, esercitando una crescente pressione che non permetter mai ai debitori, privati o pubblici, di ripagare le somme ottenute in prestito. Ecco gli effetti devastanti dellusura contra naturam, come la stigmatizzava Pound. Fino a quando non si affronter lusura faccia a faccia, non vi saranno politiche, per quanto dettate da buona volont e messe in pratica da gente onesta, in grado di far cambiare la situazione. Che fare? Strategia e tattiche. Golia e il suo tallone di Achille Chi vuole vincere una guerra, consigliava Sun Tzu, deve cominciare conoscendo il nemico. E chi sia costui ce lo disse Lord Acton (1834-1902) nel 1875, quando era Presidente della Corte Suprema del Regno Unito:

La questione che si trascina da secoli e che dovr essere combattuta prima o poi quella del Popolo contro le Banche. Questa s che profezia. Quali sono i termini della contesa? Tutto quello che precede ci ha fatto capire che lo Stato moderno ha abdicato con la sovranit monetaria anche quella politica. Non protegge pi il Popolo. A farlo, chi sta al potere sa benissimo che rischierebbe la fine di un Abramo Lincoln, un Chester Garfield, un William McKinley, un John Kennedy, Umberto I e per buona misura 12

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mettiamoci un Moro e un Leone con quel servitore fedele dello Stato che si chiam Federico Caff, sparito senza lasciar traccia nel 1987.11

Il Popolo, per niente sovrano come balbetta la Costituzione, si trova, atomizzato e indifeso, ad affrontare un Golia finanziario che detta legge al mondo. Conoscere il nemico, per, non basta. Bisogna conoscere anche s stessi, cos da decidere come affrontare il gigante armato di moneta e di credito-riserva frazionaria con una fionda caricabile con i ciottoli levigati di autosufficienza, lavoro, abilit personali, inventiva e sobriet. Il Popolo, succube di una economia monetaria basata sulla divisione del lavoro, da decenni ipnotizzato da una educazione progettata e messa in atto con lo scopo specifico di mantenere quella divisione. Ci impedisce alla gente di pensare, specializzata com in una infinit di occupazioni ognuna con il suo bravo certificato diploma e pezzo di carta variopinto. La specializzazione, per, appartiene al mondo degli insetti, non allumano: c da strabiliarsi con quel che erano le abilit dei nostri antenati 200 e pi anni fa. Quelle abilit non sono sparite. Sono in letargo artificiale, e la crisi sembra fatta apposta per farle svegliare. Diceva Ezra Pound che meglio vivere con poco denaro e molto tempo libero piuttosto che con molto denaro e poco tempo.

Prima di prestare attenzione al tallone dAchille di Golia prestiamola alla sua forza: laver catturato la quarta funzione di governo, impedendogli di emettere

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I particolari sono reperibili in Rete. Qui occuperebbero troppo spazio.

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moneta sovrana e imponendogli di chiederla a prestito dalle banche. Nessun governo oggi in condizioni di riappropriarsi di questa prerogativa. E anche supponendo che lo fosse, potrebbe emettere moneta-puro-mezzo-discambio come vuole Natura e non Usura?12 Una tale moneta fu emessa una sola volta, ma da un governo locale, non nazionale. Fu il borgomastro di Wrgl Michael Unterguggenberger (1884-1936) ad emetterla nel 1932-33, seguendo la teoria di Gesell. Il successo fu spettacolare: circolando 450 volte in 14 mesi, 5300 scellini-certificati di lavoro mossero ben 2 milioni e mezzo di beni e servizi, incluse opere pubbliche che ancora stanno in piedi. A farlo un governo nazionale, per, creerebbe un grosso problema, cio come giustificare i salari dei numerosissimi parassiti che guadagnano senza produrre, come gi visto. La riforma pu invece, e deve, venire dal Popolo, come vedremo.

Quello che la forza di Golia anche il suo tallone di Achille: la Riserva Frazionaria, che fa emettere quantit di credito smisurate sulla base di una quantit esigua di contante usato come specchietto per le allodole. Ma una mal riposta fiducia del Popolo verso le banche sostiene la baracca invece di farla crollare come dovrebbe. Codesta fiducia verso le banche va ritirata tout court. Come? Primo: negando loro il contante, che appartiene al Popolo, non alle banche. Per cui va sempre prelevato, mai depositato. Depositare s strumenti di credito accettati dalle banche, ma non denaro contante, sul quale, e solo sul quale, esse erigono le mostruosit chiamate Riserva Frazionaria e conseguente Credito Bancario. E se intervenisse la BCE (o qualunque altra autorit) per salvare le banche, non ci si impaurisca: si continui a depositare strumenti di credito e a prelevare contante. Secondo: coltivando lautosufficienza, in primis quella dei bisogni essenziali: cibo, vestiario e tetto. Non entro in particolari perch il discorso si farebbe lungo, ma semplicemente incredibile quello che pu dare un metro quadrato di suolo organico ad ortaggi invece che a fiori, quello che pu produrre una macchina da cucire in mani moderatamente esperte, o una cassetta di attrezzi nelle mani di chi apprende, o ricupera, certe abilit manuali. Contrastare quindi gli
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effetti deleteri dellobsolescenza programmata rimettendo in sesto tutto quel che si pu. Barattare i prodotti/servizi del proprio lavoro con quelli altrui, comprare il meno possibile. Terzo: praticando la sobriet. Entrare in un supermercato, guardarsi attorno, ed esclamare: Ma guarda quante cose di cui non ho bisogno!, terapeutico. Quando si desidera qualcosa, si rifletta: ne ho veramente bisogno? Se s, posso farmela da me? Se no, posso imparare a farla? Se no, quanto costa? Se troppo, posso continuare a farne a meno? Non indebitarsi per nessuna ragione. Quarto: favorendo leconomia locale. Una economia locale che ha sviluppato una certa divisione del lavoro ha bisogno di moneta. Ma questa manca, date le politiche perverse gi esaminate. Cosa impedisce che una tale economia emetta una propria moneta con la quale lubrificare gli scambi? dal 1982 che il fenomeno delle monete sociali propriet del Popolo si estende in tutto il mondo. Il loro numero oscilla tra 5 e 10mila. Esporr solo quella che mi sembra pi geniale, decollata a Creta e nel vicino Dodecanneso. Dallestate del 2009, gli esercizi commerciali locali hanno cominciato ad accettare biglietti usati di trasporto pubblico in pagamento di beni e servizi prodotti localmente, in proporzione diretta agli acquisti locali. Se il 30% delle spese di un esercizio avviene localmente, questo accetter il 30% dei pagamenti in biglietti usati che portano impresso un valore facciale e una data. La data importante, perch permette agli operatori economici di controllare la quantit di circolante. Basta mettersi daccordo e di tanto in tanto dichiarare fuori corso i biglietti emessi prima di una certa data. Laccordo di accettazione sarebbe lunica condizione per far funzionare il sistema. A Roma, per esempio, ogni esercizio facente parte dellunione incollerebbe in vetrina un biglietto ATAC e una cifra percentuale, p.es. 30%, cos segnalando ai clienti che il prezzo di un articolo da 10 pu pagarsi con 7 pi due biglietti usati da 1,5 ciascuno. Eccetera. Il costo di emissione sarebbe zero, e i biglietti non sono n falsificabili n accaparrabili. Ci guadagnerebbero tutti, inclusa lATAC. Non perdendo il potere di acquisto dopo luso (non per trasporto ovviamente) nessuno avrebbe pi interesse a viaggiare a sbafo. E i controllori diverrebbero ridondanti. Quello che vale per Roma varrebbe anche per le grandi citt. In provincia, il Popolo di ogni comune o consorzio di comuni circonvicini costringerebbe le autorit ad emettere moneta locale, in barba alle proibizioni legiferate per conto delle banche.

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Finisco con un aggiornamento, spero realistico e non irriverente, dellinno di Mameli. Fratelli dItalia, Mammona ci appesta. Dellelmo di Scipio Si cinse la testa, e poi la vittoria gli porse la chioma, e schiava, con Roma di lui si cre. Stringiamoci forte, chiudiamo le porte, in che triste sorte lItalia infang! Stringiamoci forte, neghiamo le sporte a Mammona di morte che Italia ruin, s! Da lui da due secoli Calpesti, derisi, perch non siam popolo, ch ci ha ben divisi. Raccolgaci ununica Idea, una speme: combatterlo insieme gi lora suon. Uniamoci, uniamoci; lunione e lamore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero Il suolo nato: se uniti, per Dio, Mammona, che pu?

Silvano Borruso silbor@strathmore.ac.ke 4 giugno 2012

ACCADEMIA DELLA LIBERTA'


PER LA TUA SOVRANITA' http://www.youtube.com/ALBAMED http://accademiadellaliberta.blogspot.it/ http://accademiadellaliberta.blogspot.it/2012/03/chi-ha-scrittosulla-moneta-debito-e.html accademiadellaliberta@gmail.com
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