This article focuses on OothodoxyO and political engagement in Neoplatonism from Plotinus to The Emperor Julian. This religious and OideologicalO attitude was closely connected to the political engagement of some Neoplatonic philosophers. The debates during the 4th century disprove the hypothesis that the charismatic figure of Iamblichus succeeded in transforming Neoplatonism into a scriptural community.
Original Description:
Original Title
Chiaradonna,Tolleranza Religiosa e Neoplatonismo Politico Tra III e IV Secolo
This article focuses on OothodoxyO and political engagement in Neoplatonism from Plotinus to The Emperor Julian. This religious and OideologicalO attitude was closely connected to the political engagement of some Neoplatonic philosophers. The debates during the 4th century disprove the hypothesis that the charismatic figure of Iamblichus succeeded in transforming Neoplatonism into a scriptural community.
This article focuses on OothodoxyO and political engagement in Neoplatonism from Plotinus to The Emperor Julian. This religious and OideologicalO attitude was closely connected to the political engagement of some Neoplatonic philosophers. The debates during the 4th century disprove the hypothesis that the charismatic figure of Iamblichus succeeded in transforming Neoplatonism into a scriptural community.
IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 1 Tolleranza religiosa e neoplatonismo politico tra III e IV secolo
Riccardo Chiaradonna
The present article focuses on othodoxy and political engagement in Neoplatonism from Plotinus to the Emperor Julian. Recent studies (in particular those by E. DePalma Digeser and P. Athanassiadi) convey the idea that Neoplatonic schools were something like scriptural circles completely centred on the question of orthodoxy. Debates and philosophical argumentation were secondary. Furthermore, this religious and ideological attitude was closely connected to the political engagement of some Neoplatonic philosophers. Yet such conclusions are unwarranted. The first section of this paper focuses on the school of Ammonius Saccas and seeks to refute DePalma Digesers hypothesis that a schism in the community of the Ammonians determined Porphyrys engagement in the Great Persecution. The second section is devoted to Iamblichus immediate posterity. The debates during the 4th century disprove the hypothesis that the charismatic figure of Iamblichus succeeded in transforming Neoplatonism into a scriptural community based on exegetical practices (contra Athanassiadi). Moreover, the antithesis between intolerance and freedom of conscience is an inappropriate way of understanding the debates of that time. The last section focuses on the issue of political Neoplatonism. Whereas some Neoplatonic philosophers were interested in politics (this holds in particular for Iamblichus and his followers), this is not enough to vindicate the existence of a specific Neoplatonist current of political thought. The Emperor Julian certainly developed a highly interesting political theology, which incorporates Neoplatonic issues, but it is controversial whether this depends on his Neoplatonic background or should rather be seen as Julians original achievement.
1. Status quaestionis
Il titolo di questo contributo contiene formule al centro di vivace discussione. Per quanto riguarda il concetto di tolleranza religiosa, si dibatte sulla possibilit di applicarlo alla situazione tra III e IV secolo individuando in alcuni provvedimenti (in particolare il cosiddetto Editto di Milano) o in alcuni autori (ad esempio Simmaco) una consapevole espressione di questa categoria, paragonabile alle sue formulazioni di epoca moderna 1 . Il dibattito si esteso a categorie opposte e, in un certo senso, complementari come quella di intolleranza o pensiero unico. Alcuni specialisti, segnatamente P. Athanassiadi, hanno identificato nellascesa dellintolleranza un fenomeno caratteristico dellImpero tra III e IV secolo, fenomeno che costituirebbe un vero punto di rottura rispetto alla precedente tradizione classica e sarebbe associato a una svolta ideologica e culturale in senso teocratico 2 . Le scuole neoplatoniche sarebbero pienamente implicate in questo sviluppo, attraverso luso di pratiche
1 A questo riguardo, si veda ZECCHINI 2011, che contesta con validi argomenti lapplicazione della categoria moderna di tolleranza al mondo romano. Per unaggiornata discussione sintetica, cf. MARCONE 2013. 2 Si veda ATHANASSIADI 2006 e ATHANASSIADI 2010 (con la recensione critica di MORLET 2010). In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 2 identitarie come ladesione a una rivelazione espressa in libri sacri e la conseguente rigida applicazione delle categorie di ortodossia ed esclusione (eresia). In un simile contesto, leresia denota un conflitto interno alla comunit (un conflitto tra platonici oppure tra cristiani) e oppone i detentori dellinsegnamento ortodosso rispetto agli eterodossi che vengono esclusi dal gruppo. Daltra parte, anche la categoria di platonismo politico (o, per meglio dire, neoplatonismo politico) sta attualmente godendo di una certa fortuna, a seguito dei pionieristici studi di D. OMeara, il quale ha rivendicato la portata politica del pensiero neoplatonico, fornendo unaccurata lettura di passi e opere finora trascurati oppure non letti secondo questa prospettiva. Linteresse per la politica non sarebbe secondario, ma rientrerebbe a pieno titolo tra i temi portanti del neoplatonismo. Anche se, come si vedr in seguito, alcuni aspetti della sua ricostruzione possono essere discussi, lanalisi di OMeara rimane imprescindibile ed riuscita a mettere con forza in questione la tradizionale immagine dei neoplatonici come filosofi disinteressati alla prassi, isolati dal contesto politico e rivolti esclusivamente a speculazioni metafisiche e teologiche. Infine, alcuni specialisti hanno cercato sintetizzare, in qualche modo, queste acquisizioni identificando nelle scuole neoplatoniche, e nei loro dibattiti interni focalizzati sulla questione dellortodossia, un elemento chiave per comprendere i fatti politici tra III e IV secolo, particolarmente la Grande Persecuzione di Diocleziano 3 . Rispetto a queste analisi il presente contributo ha uno scopo molto pi circoscritto e intende soffermarsi su alcuni aspetti del dibattito nelle scuole neoplatoniche tra Plotino e Giuliano imperatore. Si cercher di mostrare che il neoplatonismo un movimento pi sfaccettato di quanto talora non si ammetta ed piuttosto difficile usare etichette generali in rapporto ad autori spesso profondamente diversi. Inoltre, unanalisi dei dibattiti filosofici tra Plotino e Giuliano non giustifica lapplicazione univoca delle categorie appena ricordate e, soprattutto, non induce a concepire le scuole neoplatoniche come circoli di tipo fondamentalmente ideologico e identitario che si auto-definivano a partire da principi enunciati in libri sacri. Questo non esclude, naturalmente, che simili aspetti fossero presenti e che i neoplatonici avessero parte attiva nelle vicende politiche dellepoca: ad esempio, certamente possibile, anche se non pu essere provato con certezza, che il Contra christianos di Porfirio abbia fornito la giustificazione teorica alla Grande Persecuzione di Diocleziano 4 .
3 Si veda DE PALMA DIGESER 2012. 4 Cos T.D. BARNES 1994, p. 53. Il dibattito sul ruolo di Porfirio nella Grande Persecuzione particolarmente ricco e tuttora in evoluzione. Un bilancio delle ricerche si pu trovare in ZAMBON 2012 e, sul Contra In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 3 Aver messo in luce questi aspetti senza dubbio un importante contributo delle ricerche recenti. Ci che non pu essere provato, ed anzi smentito dai dati in nostro possesso, che le scuole neoplatoniche fossero dei circoli di tipo esclusivamente ideologico-religioso, chiusi e con rigidi requisiti di affiliazione identitaria.
2. Insegnamento filosofico e comunit scritturale: gli ammoniani
Nel descrivere la figura del filosofo in epoca tardoantica, si osserva spesso che non si trattava di un semplice intellettuale, ma di una figura carismatica che aveva per i suoi allievi la funzione di una vera e propria guida spirituale. Il filosofo incarnava un modo di vivere. Ad esempio A. Grafton e M. Williams osservano, a proposito della figura del filosofo allepoca di Origene: In et imperiale il filosofo era una creatura composita, una commistione complessa e singolare tra un sofista itinerante e un guru illuminato 5 . Questa terminologia ricorre in altre analisi recenti. Ad esempio, Athanassiadi vede nei neoplatonici veri e propri adepti di una religione del libro, membri di una comunit scritturale volta a formare una regola di fede:
Pleinement intgrs dans leur socit, les gourous du platonisme se livrent un combat quotidien pour la formation dune rgle de foi fonde sur la lecture et linterprtation guide dun ensemble de textes lusage de la communaut scripturaire qui se rclame de Platon 6 .
Probabilmente la formula pi efficace per sintetizzare questo tipo di personalit carismatica e guida spirituale quella, introdotta da G. Fowden e divenuta di uso piuttosto diffuso, di pagan holy man 7 . Nel delineare il ruolo dei circoli neoplatonici nella politica, si assume questa immagine del filosofo per trarne le conseguenze sul modo in cui era strutturata la vita
christianos, si veda leccellente raccolta di studi in MORLET 2011. Tra i contributi pi recenti, cf. SPERANDIO 2013, che rivendica, con argomenti interessanti e ricca documentazione, il ruolo dei circoli neoplatonici nella politica anti-manichea e anti-cristiana di Diocleziano. Scettico sul ruolo di Porfirio nella Grande Persecuzione , invece, JOHNSON 2013, p. 21-24. Per quanto riguarda il presente studio, la questione pu restare aperta. Qui non si intende affatto negare la presenza di elementi di polemica ideologico-religiosa nei circoli neoplatonici, n si vuole escludere la possibilit di un intervento diretto dei neoplatonici nelle vicende politiche dellepoca. Si intende contestare, invece, che questi aspetti esauriscano il dibattito interno alle scuole neoplatoniche e che vi sia una connessione diretta tra le discussioni interne alle scuole e lintervento nelle vicende politiche. Infine, si cercher di mostrare che la polarit tra intolleranza e libert di coscienza si presta male a caratterizzare le posizioni degli autori considerati e rischia di introdurre semplificazione fuorvianti. 5 GRAFTON WILLIAMS 2011, p. 32. Sullo statuto sociale del filosofo in epoca tardoantica, cf. DILLON 2004; GOULET in stampa1. 6 ATHANASSIADI 2006, p. 22. 7 Cf. FOWDEN 1982. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 4 allinterno delle scuole. Lesempio forse pi vistoso di questa linea storiografica, che sar qui sottoposto a discussione, costituito dalle ricerche di E. DePalma Digeser, secondo la quale lintervento di Porfirio nella genesi della Grande Persecuzione sarebbe dipeso dalla frattura (scisma) che si era stabilita allinterno della comunit degli ammoniani (ossia di filosofi a vario titolo collegati allinsegnamento di Ammonio Sacca). Questa frattura si cre da un lato a causa della controversia tra Porfirio e Giamblico sui riti teurgici e, dallaltro, a causa della controversia tra Porfirio e gli origenisti sul valore del cristianesimo come via di salvezza 8 . Cos argomenta la studiosa:
The controversy between Porphyry and Iamblichus, on the one hand, and Porphyry and the Origenists, on the other, might also have remained within the ivory tower had it not been for the significant role that the members of this community attributed to its leadership. For this reason, the controversy over whether there was a universal path to salvation was also a quarrel over which subgroup could rightly assert that it retained the legacy of the truest philosophy 9 .
Da questa situazione sarebbe derivata una decisa spinta verso lortodossia che avrebbe indotto Porfirio a intervenire pubblicamente contro i due tipi di universalismo che minacciavano lunit della comunit ammoniana: da una parte la via universale verso il divino attraverso i rituali teurgici sostenuta da Giambico, dallaltra il cristianesimo. Una prima precisazione riguarda luso del materiale biografico relativo ai neoplatonici. Possediamo, in effetti, molte notizie sui maestri neoplatonici, che provengono da alcuni ben noti scritti biografici: la Vita di Plotino scritta da Porfirio, le Vite dei filosofi e dei sofisti di Eunapio (allievo di Crisanzio di Sardi, lui stesso allievo di Edesio che era stato tra i principali allievi di Giamblico), lelogio funebre di Proclo scritto da Marino di Neapoli (Proclo o sulla felicit) e i frammenti della Vita di Isidoro di Damascio 10 . Ciascuno di questi scritti risponde a precise convenzioni letterarie e deve essere considerato con una certa cautela. Ad esempio, si osservato che le descrizioni biografiche in Marino e Damascio sono profondamente influenzate dalla dottrina neoplatonica dei gradi di virt, che gli autori cercano di ritrovare nelle vite dei filosofi 11 . Quanto alla Vita di Plotino, i problemi che essa pone sono
8 Una presentazione del dibattito tra Porfirio e Giamblico sulla teurgia si trova in KNIPE 2012. 9 DEPALMA DIGESER 2012, p. 9. 10 Le edizioni di riferimento sono Plotini opera, I, Porphyrii Vita Plotini. Enneades I-III, ed. P. HENRY H.-R. SCHWYZER, Oxford 1964 (nei riferimenti si segue questa edizione); BRISSON et al. 1982; BRISSON et al. 1992; Eunapii Vitae Sophistarum, ed. G. Giangrande, Roma 1956 (una nuova edizione commentata in preparazione: cf. GOULET in stampa2); SAFFREY SEGONDS 2001; Damascii Vitae Isidori Reliquiae, ed. C. Zintzen, Hildesheim 1967; ATHANASSIADI 1999. 11 Cf. SAFFREY SEGONDS 2001, pp. XCVIII-C; OMEARA 2006. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 5 ancora pi forti. Certamente Porfirio mirava a presentare Plotino come una figura di filosofo ideale e, allo stesso tempo, intendeva accreditare il proprio ruolo di allievo prediletto e detentore dellautentico insegnamento plotiniano fondato sullascesi filosofica. A queste considerazioni generali si associano altri aspetti problematici che riguardano quasi ogni dettaglio biografico riportato da Porfirio 12 . Infine, i ritratti di sapienti pagani forniti da Eunapio, tanto ricchi di episodi straordinari e prodigiosi quanto poveri (o privi) di dettagli sulle loro opere filosofiche e sulle loro dottrine, rispecchiano bene la personalit dellautore e lintento agiografico delle Vite 13 . Nei pochi casi in cui i dettagli forniti da Eunapio possono essere messi a confronto con le opere delle personalit che egli descrive (soprattutto nel caso di Porfirio e di Giamblico), i limiti delle sue biografie emergono chiaramente 14 . Ci non significa affatto, com evidente, che le biografie dei neoplatonici siano prive di valore: tuttaltro. Bisogna per essere ben consapevoli dei molteplici problemi che esse pongono, vagliarle con senso critico e leggerle insieme alle opere dei filosofi le cui vite sono narrate, almeno quando siamo nella fortunata condizione di poterlo fare. Il caso, prima richiamato, di Ammonio e della sua scuola particolarmente significativo. Rispetto a tentativi tanto ingegnosi quanto piuttosto fantasiosi di ricostruirne linsegnamento, bene ricordare che i dettagli in nostro possesso sulla scuola di Ammonio Sacca sono scarsissimi. Essi provengono dalla Vita di Plotino (v. Plot. 3, 10-35; 14, 14-16; 20, 36-38) 15 e da alcuni passi dello scritto del neoplatonico Ierocle di Alessandria Sulla
12 Per un esame approfondito cf. BRISSON et al. 1982; BRISSON et al. 1992. Utile anche EDWARDS 2000. 13 Come osserva GOULET in stampa2: Eunape se prsente moins comme un historien se tournant vers un pass lointain que comme un tmoin soucieux de lguer la postrit un idal menac et de susciter de ladmiration pour les anctres qui ont jusqu prsent incarn cet idal. Si vedano anche le osservazioni in CIVILETTI 2007, pp. 24-25. 14 Sulla vita di Giamblico, cf. Eunap. v. soph. 5, 1-4, p. 10, 17-17, 7 Giangrande con la discussione in SAFFREY SEGONDS () 2013, pp. XXXIII-XL. Sulle Vite di Eunapio vi unabbondante letteratura. Si vedano, almeno, PENELLA 1990; DI BRANCO 2006, pp. 29-48; GOULET 2001, pp. 303-386; GOULET 2012b. Una traduzione italiana con ampio commento fornita da CIVILETTI 2007. 15 Lultimo passo compreso nella prefazione dello scritto di Longino !"#$ %&'()*, riportata da Porfirio in v. Plot. 20. Longino fa menzione di Ammonio e Origene classificandoli come platonici e specificando di aver studiato presso di loro per lungo tempo. Poco sotto, Longino fa menzione di un Ammonio peripatetico (v. Plot. 20, 49-51), Le due personalit sono distinte da EDWARDS 1993, secondo il quale sarebbe stato questultimo, non Ammonio Sacca, lAmmonio maestro di Origene cristiano menzionato da Porfirio apud Eus. hist. eccl. 6, 19, 2-9 (= Porph., C. christ., fr. 39 von Harnack). La testimonianza di Eusebio dibattutissima e uno status quaestionis delle numerose interpretazioni sostenute si pu trovare in ZAMBON 2011. Indipendentemente da questo problema, del tutto falso affermare, come fa DEPALMA DIGESER 2012, p. 30, che Longinus does discuss Ammonius first as a Platonist and then as an Aristotelian, yet no one but Edwards has ever disinguished Ammonius on that account. In realt, la distinzione tra i due filosofi di nome Ammonio nominati da Longino corrente: cf. BRISSON 1982, pp. 70-71 e BRISSON 1989. Un peripatetico di nome Ammonio, forse lo stesso nominato da Longino, daltronde menzionato da Filostrato nella vita di Ippodromo (v. soph. 2, 27). Come in altri casi, DePalma Digeser tende a semplificare molto i dati della tradizione in funzione delle proprie ipotesi, senza tenere gran conto del dibattito critico. Ci evidente in rapporto alla questione dei due Origene, piuttosto sbrigativamente risolta a favore dellesistenza di un solo autore di questo nome, ossia il Padre cristiano che sarebbe stato allievo di Ammonio Sacca insieme a Plotino (si veda ad esempio DEPALMA DIGESER 2012, p. 28). In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 6 provvidenza riportati nella Biblioteca di Fozio (bibl., cod. 214, col. 172 a 2-9 = T. 12 Schwyzer; ivi, col. 173 a 18-21 = T. 13 Schwyzer; ivi, col. 173 a 32-40 = T. 14 Schwyzer; ivi, cod. 251, col. 461 a 24-39 = T. 15 Schwyzer) 16 . In v. Plot. 3, 28 Porfirio fa riferimento alle dottrine di Ammonio (%+ ,-#+ %(. /00123() 4560-%-), i cui allievi (Erennio, Origene e Plotino) avevano stabilito con un accordo di non divulgare. Purtroppo nulla, nella Vita di Plotino, viene detto su questo insegnamento 17 . Inoltre, Porfirio specifica che nelle lezioni Plotino non si limitava a interpretare la lettera dei testi commentati (7'&6"%( 48 79 %(:%12 (;482 9-<=,->), ma infondeva nelle ricerche un carattere profondo e originale, che Porfirio il 2(.* di Ammonio (v. Plot. 14, 14-16) 18 . La formula sembra alludere a un metodo di insegnamento ed molto difficile leggervi il riferimento a precisi contenuti dottrinali. inoltre significativo che, nel resoconto offerto da Porfirio, Plotino si opponesse su questo punto a un altro allievo di Ammonio, ossia Longino, il quale agli occhi di Plotino era un filologo, non un filosofo (v. Plot. 14, 19-20) 19 . Un aspetto importante nella ricostruzione di DePalma Digeser riguarda la posizione di Ammonio rispetto ad Aristotele. Ierocle riferisce che Ammonio pose fine al conflitto tra le scuole filosofiche, purific la filosofia di Platone e ne mostr larmonia con Aristotele riguardo alle dottrine essenziali e pi necessarie. un dettaglio cruciale perch mostrerebbe i caratteri salienti dellinsegnamento trasmesso da Ammonio alla sua comunit. Si tratterebbe di un cammino verso la purificazione riservato a pochi e fondato sullesegesi dei testi fondativi della tradizione, dei quali Ammonio intendeva mostrare la reciproca armonia. Sulla base di Ierocle, DePalma Digeser parla a questo riguardo di philosophy without conflicts 20 .
A tal proposito cf. le giuste osservazioni critiche di T.D. BARNES 2013. Sulla questione dei due Origene, cf. la recente messa a punto in ZAMBON 2011. 16 Discussione in SCHWYZER 1983, pp. 39-45; SCHROEDER 1987; SCHIBLI 2002, pp. 3-5, 21-31; KARAMANOLIS 2006, pp. 192-195. 17 Sul voto del silenzio degli allievi di Ammonio, le discussioni di riferimento sono OBRIEN 1992, GOULET 1992, OBRIEN 1994. Status quaestionis in DANCONA 2012, pp. 978-982. 18 Su questa formula, cf. Cf. PPIN 1992, pp. 498-501; KARAMANOLIS 2006, p. 200; GOULET-CAZ 1982, pp. 262-270. Per ulteriori riferimenti, cf. CHIARADONNA 2010. 19 Nella prefazione del suo scritto !"#$ %&'()* Longino dichiara di essere stato allievo di Ammonio e Origene (cf. supra n. 15). Si supposto che la testimonianza indichi lesistenza di due circoli nella scuola di Ammonio: uno vicino al maestro e uno pi ampio ed esterno, al quale apparteneva Longino, a cui sarebbe stato impartito un insegnamento meno approfondito. Ci sarebbe suggerito anche dal verbo ,#(?"@(A%B?-0"2, usato da Longino in v. Plot. 20, 37, verbo che indicherebbe una frequentazione informale. Cos Watts 2006, pp. 156-157. La questione comunque destinata a rimanere aperta, anche tenendo conto dellincertezza sussistente sullinsegnamento di Ammonio. I legami tra Ammonio e il pitagorismo, pi volti inferiti dagli specialisti soprattutto in base al patto del silenzio dei suoi allievi, non sono attestati dalle fonti: si veda SCHWYZER 1983, pp. 90-93. 20 Cf. DEPALMA DIGESER 2012, p. 17. Il luogo di riferimento apud Phot. bibl., cod. 251, col. 461 a 32-38: CD%(* 6+# ,#E%(* 72<()?A=?-* ,#F* %F %G* @A'(?(@3-* H'I<A252, 9-$ %+* %E2 ,(''E2 45>-* J,"#A4K2 %+* L2"A4(* @A'(?(@3M ,#(?%#AN(0&2-*, "O4" 9-'E* %+ P9-%&#() 9-$ ?)2B6-6"2 "Q* R2- 9-$ %F2 -;%F2 2(.2, 9-$ H?%-?3-?%(2 %S2 @A'(?(@3-2 ,-#-4&419" ,T?A %(U* -;%(. 621#30(A* 9%'.
In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 7 Tutti i discepoli di Ammonio avrebbero condiviso il suo insegnamento fino allo scisma causato dalla controversia tra Porfirio e Giamblico sui rituali teurgici. Vi sono in queste conclusioni alcuni aspetti poco persuasivi. In effetti, DePalma Digeser attribuisce ad Ammonio lintero contenuto delle sezioni desunte da Ierocle e ritiene, di conseguenza, che linsegnamento di Ammonio avesse un carattere rivoluzionario, fondato sullattenta interpretazione dei testi con un intento concordistico, che esercit un impatto profondo sui suoi successori. Cos facendo, Ammonio instaur una filosofia fondata sullarmonia di Platone e di Aristotele, purificando le tradizioni precedenti delle due scuole dagli elementi di conflitto. Inoltre, egli avrebbe adottato innovativi metodi esegetici:
Hierocles testimony is unambiguous: Ammonius was the first, since the successors of Plato and Aristotle, to believe not just that the doctrines of the two classical philosophers agreed in their essential points, but also that their writings ought to be edited (and so freed of corruption) in such a way as to harmonize their apparent conflicts 21 .
Anche ammesso che la testimonianza di Ierocle su Ammonio, conservata da Fozio, sia fededegna, vi un punto in cui questa ricostruzione appare criticabile 22 . Nel resoconto di Fozio, bisogna riferire a Ierocle, non ad Ammonio, le considerazioni contenute in cod. 251, col. 461 a 24-30 e cod. 214, col. 173 a 21-31, dove si lamenta la corruzione degli scritti di Platone e di Aristotele per opera dei discepoli che volevano sottolinearne il reciproco disaccordo. Ad Ammonio Ierocle non attribuisce nessun lavoro di tipo testuale, ma solo la tesi per cui le dottrine dei due filosofi classici si accordano nelle loro dottrine essenziali 23 . Daltra parte, nella stirpe divina (cod. 214, col. 173 a 36-37: V?(A %G* W"#T* [] 6"2"T* X%)Y(2 @:2%"*) iniziata da Ammonio, Ierocle non include solo Plotino, Origene, Porfirio e Giamblico (i portagonisti nella ricostruzione di DePalma Digeser sulle vicende della comunit ammoniana), ma anche il suo maestro Plutarco di Atene, vissuto un secolo dopo Giamblico e fondatore della Scuola platonica di Atene. Dalla lista invece escluso Longino, ossia un platonico membro della cerchia di Ammonio Sacca. In realt, pi che una testimonianza sulla storia della comunit di tipo scritturale fondata da Ammonio, Ierocle illustra con una genealogia quella che ai suoi occhi lautentica tradizione filosofica. Si tratta
21 DEPALMA DIGESER 2012, p. 36. 22 Sul carattere della testimonianza di Ierocle e le sue fonti, le discussioni recenti di riferimento sono SCHIBLI 2002, p. 28 e DRRIE () BALTES 1993, pp. 248-250. Come ipotizzato da DRRIE 1955, probabile fonte di Ierocle sarebbe lo scritto di Porfirio !"#$ %(. 03-2 "O2-A %S2 !'=%12(* 9-$ /#A?%(%&'()* -Z#"?A2 in 7 libri (cf. Suda, s.v. Porphyrius, p. 178, 21 Adler). Ulteriori indicazioni in KARAMANOLIS 2006, p. 195 n. 9. 23 Cf. SCHWYZER 1983, pp. 44-45. Commento in SCHIBLI 2002, pp. 27-30. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 8 di una pratica molto diffusa tra gli autori di epoca ellenistica e tardoantica, il cui esempio neoplatonico pi famoso la lista di maestri divinamente ispirati che si trova in apertura della Teologia platonica di Proclo e include Plotino, Amelio, Porfirio, Giamblico e Teodoro (theol. plat. 1, 1, p. 6, 19-23 Saffrey Westerink) 24 . La genealogia di Ierocle, insomma, fornisce informazioni interessanti sulla sua affiliazione filosofica e sulle autorit a cui pretendeva di ispirarsi, ma non pu essere usata per provare lesistenza di una comunit ammoniana che sarebbe durata per pi generazioni di filosofi, fino allo scisma tra Porfirio e Giamblico. Pu apparire ridondante distinguere tra la tesi concordistica sulle dottrine di Platone e di Aristotele e il lavoro esegetico sui loro testi, giacch i due aspetti sembrano implicarsi reciprocamente. In realt, le cose non stanno cos. Nel platonismo del II secolo d.C. era certamente stato vivace il dibattito sullarmonia di Platone e di Aristotele, che aveva opposto platonici favorevoli ad assimilare dottrine aristoteliche ad altri (come Attico) che criticavano in modo acceso quella posizione conciliatoria 25 . Inoltre, si pu plausibilmente datare al I secolo d.C. il perduto Sulla filosofia in 10 libri dellaristotelico Aristocle di Messene, unopera legata al dibattito tra le scuole ellenistiche nella quale certamente Platone era presentato in modo favorevole e si sottolineava il suo accordo con Aristotele 26 . Verisimilmente, Ammonio Sacca prese posizione rispetto a questa controversia, difendendo larmonia tra le dottrine di Platone e di Aristotele. Per quanto possiamo ricostruire, per, tutto questo dibattito non era legato allo studio e allesegesi dei trattati aristotelici. Fatte salve alcune eccezioni, sembra invece che i platonici prima di Plotino, anche quando si riferivano ad Aristotele, avessero una conoscenza dei trattati modesta e non fossero impegnati nel lavoro di esegesi e commento, lavoro che era invece per lo pi riservato ai commentatori peripatetici i quali, tuttavia, a loro volta non sembra nutrissero grande interesse per la controversia sullarmonia tra le dottrine di Platone e di Aristotele. Laristotelico Aristocle di Messene non fa eccezione: egli non era un commentatore, ma il rappresentante di un aristotelismo piuttosto divulgativo fondato, probabilmente, sugli scritti essoterici e nel quale lo studio dei trattati non aveva una posizione rilevante 27 . In breve, a leggere bene la testimonianza di Fozio non sembra che Ammonio avesse stabilito una comunit scritturale basata sullo studio di testi normativi e volta ad armonizzare le tradizioni filosofiche elleniche. Tutto quel che possiamo affermare che Ammonio prese posizione sulla controversia relativa allarmonia tra le dottrine di Platone
24 Si veda a tal proposito quanto osserva GOULET in stampa1: les philosophes de la fin de lantiquit aimaient employer le langage de la succession qui lgitimait leur statut de philosophe et authentifiait lorthodoxie de leur enseignement. Sul passo di Ierocle cf. SCHIBLI 2002, p. 31. 25 La ricostruzione pi dettagliata si trova in KARAMANOLIS 2006. 26 Per ulteriori dettagli, rinvio ancora a KARAMANOLIS 2006, pp. 37-42. 27 Sintetizzo qui ci che cerco di dimostrare nel dettaglio in CHIARADONNA 2011. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 9 e di Aristotele, mostrando il loro accordo reciproco. In effetti, tra i componenti del circolo di Ammonio lunico che certamente ebbe una dettagliata conoscenza dei trattati di Aristotele fu Plotino; tuttavia, Plotino non fu affatto lesponente di una filosofia senza conflitti come quella che Ierocle ascrive ad Ammonio. In Plotino la conoscenza approfondita di Aristotele si associa infatti a una posizione critica, che emerge soprattutto nei trattati 6, 1-3[42-44] Sui generi dellessere e nel trattato 3, 7[45] Sulleternit e il tempo 28 . Purtroppo, non abbiamo elementi a sufficienza per stabilire se proprio latteggiamento verso Aristotele fu un elemento di rottura tra Plotino e gli altri allievi di Ammonio 29 . In effetti, malgrado tutti gli ingegnosi tentativi proposti dagli specialisti, le notizie sono cos scarse da impedire ogni conclusione sicura: noi semplicemente non conosciamo in che cosa consistesse linsegnamento di Ammonio Sacca (se, ad esempio, avesse gi formulato la teoria dellUno superiore allessere, oppure la dottrina per cui la materia generata da principi intelligibili). Per quel poco che sappiamo, impossibile ritrovare una comune matrice ammoniana nelle dottrine dei suoi discepoli 30 . Le scarne allusioni contenute nella Vita di Plotino bastano comunque a suggerire lesistenza di tensioni sia tra Plotino e Longino (v. Plot. 14, 19-20; 20, 71-76), sia tra Plotino e Origene platonico (cf. v. Plot. 14, 20-25) 31 . In breve: la comunit degli ammoniani, se mai esistette, ebbe una vita assai complicata ben prima della disputa tra Porfirio e Giamblico. Ci si soffermati brevemente sulle vicende della scuola di Ammonio perch il loro esame mostra bene tutte le forzature e le inesattezze delle interpretazioni che presentano le scuole neoplatoniche come circoli fondati sullesegesi scritturale. Certamente simili aspetti erano presenti e giustamente gli interpreti sottolineano il carattere esegetico del pensiero tardoantico. per infondato ritenere che questo ne sia stato lunico punto caratterizzante ed poco corretto ritenere che laffiliazione esegetica mettesse in secondo piano, o addirittura rimuovesse, il dibattito di scuola, il confronto delle posizioni dottrinali e largomentazione filosofica 32 . Se, ad esempio, consideriamo Plotino, possiamo notare che lesegesi non si sostituisce mai allargomentazione e, se mai, piuttosto largomentazione che stabilisce le
28 A loro volta, Porfirio e Giamblico svilupparono letture di Aristotele diverse da quella di Plotino. Per una discussione sintetica, cf. CHIARADONNA 2012. 29 Un flebile indizio a favore di questa ipotesi potrebbe venire dalla testimonianza su Origene platonico di Procl. theol. plat. 2, 4, p. 31, 21 Saffrey Westerink, dove si suggerisce che Origene avrebbe ceduto alle innovazioni peripatetiche identificando lIntelletto con il primo principio. 30 Si vedano le giuste considerazioni in DANCONA 2012, p. 977. 31 Su questi passi particolarmente controversi mi limito a inviare a BONAZZI 1999, MENN 2001 (su Plotino e Longino); OBRIEN 1994 (su Plotino e Origene). 32 opportuno confrontare, a questo proposito, linteressante analisi di VAN NUFFELEN 2014, il quale dimostra come sia errato il pregiudizio che individua nella vita religiosa della tarda antichit un irreversibile declino della disputa argomentativa, sostituita da ununiformit di pensiero imposta per via autoritaria. Il presente contributo si propone di ricostruire, sul versante filosofico pagano, un quadro comparabile a quello che Van Nuffelen traccia sul versante cristiano. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 10 linee entro cui si sviluppa lesegesi dei testi normativi. Il carattere proprio dellesegesi plotiniana emerge bene in un celebre passo programmatico posto allinizio del trattato 3, 7[45] Sulleternit e il tempo:
Certo, da credere che qualcuno degli antichi e beati filosofi abbia trovato il vero; ma chi tra loro vi sia riuscito nel modo pi completo, e come potremmo acquisire per noi stessi una comprensione (?:2"?A*) di queste cose, merita di essere investigato 33
Certamente Plotino dichiara che le sue dottrine gi si ritrovano nei filosofi antichi e, soprattutto, in Platone (cf. 4, 8[6], 1, 23-26; 2, 1-3; 5, 1[10], 8, 10-14). Lesegesi, per, impone una selezione sulle dottrine degli antichi. In primo luogo, se vero che gli antichi hanno trovato la verit, per altrettanto vero che spetta al filosofo comprendere quali tra di loro lhanno attinta al massimo grado. In secondo luogo, la ricerca del filosofo non la mera ripetizione di una verit gi trovata da altri: Plotino dichiara esplicitamente che, attraverso lesame delle dottrine degli antichi, si deve pervenire a una comprensione propria dei problemi investigati. Qui non possibile soffermarsi sullintricato dossier relativo al rapporto tra Plotino e gli gnostici (cf. v. Plot. 16; enn. 2, 9[33]) 34 . per importante osservare che agli gnostici che frequentavano le sue lezioni Plotino non rimprovera tanto un fanatismo e un proselitismo missionario che minaccia la libert di coscienza e di pensiero 35 . Per Plotino, gli gnostici vanno condannati perch rinunciano ai caratteri propri della vera filosofia fondata sul ragionamento (0"%+ '56(): 2, 9[33], 14, 41; cf. 6, 47-48). dunque poco corretto etichettare la sua presa di posizione come una professione di fede platonica 36 . Per Plotino, daltronde, il fine dellesegesi platonica non tanto ledificazione morale, quanto la comprensione di ci che investigato (3, 7[45], 1, 15; 4, 8[6], 1, 25-26). O, per meglio dire, il fine lascesi filosofica conseguita in modo intellettuale, attraverso la comprensione teoretica dei problemi discussi. Daltra parte, anche quel poco che possiamo ricostruire della polemica di Porfirio contro i cristiani induce a ritenere che egli rimproverasse loro unaffiliazione fondata solo sulla fede in una rivelazione trasmessa da scritture sacre e refrattaria alla spiegazione razionale. Da qui potrebbe derivare linsistenza di Porfirio sulla critica della Scrittura: Porfirio denuncia sia lassurdit sia le menzogne delle narrazioni bibliche; oppure denuncia limpostura dei cristiani che pretendono di scoprirvi un senso profondo. Come ha osservato A.
33 Enn. 3, 7 [45], 1, 13-16, trad. LINGUITI 1997, p. 472. Per maggiori dettagli, cf. CHIARADONNA 2010. 34 Un ottimo status quaestionis si trova in DANCONA 2012, p. 982-993. 35 Cf. ATHANASSIADI 2006, p. 128-132. 36 Cos ATHANASSIADI 2006, p. 128. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 11 Smith, plausibile concludere che per Porfirio il cristianesimo fosse basato sulla rivelazione in un modo alieno alla religione pagana, e questo malgrado il ruolo accordato dallo stesso Porfirio agli oracoli e malgrado la sua reverenza per la tradizione, in particolare per Platone. Per i cristiani il punto di partenza dato dalla rivelazione e dalla figura storica di Cristo; per i neoplatonici il punto di partenza ci che pu essere stabilito mediante la ragione 37 . Ci vale non solo per la corrente intellettualistica del neoplatonismo rappresentata da Plotino e Porfirio, ma anche per il platonismo teurgico di Giamblico e dei suoi discepoli. Largomentazione razionale, fondata su dottrine logiche e metafisiche, costituisce, in effetti, lossatura su cui Giamblico costruisce la sua versione della teurgia 38 . Solo come esempio, si pu ricordare che la sua Risposta a Porfirio (nota da Ficino in poi con il titolo di De mysteriis Aegyptiorum) si apre con una complessa discussione sulla gerarchia divina, nella quale Giamblico fa un uso raffinato, contro Porfirio, di dottrine logiche desunte dallesegesi delle Categorie di Aristotele (cf. myst. 1, 4, pp. 10, 9-14, 9 Parthey = pp. 7, 18-11, 4 Saffrey Segonds). Nel De mysteriis Giamblico non esclude affatto luso della ragione e dellargomentazione, filosofica, ma se mai ne condanna un uso errato, non cosciente dei propri limiti Con queste osservazioni non si intende minimamente sottovalutare il ruolo di guide spirituali assunto dai maestri di filosofia neoplatonica. Alcune notazioni prima riportate sono incontestabili: per gli autori della tarda antichit, cos come per molti altri filosofi antichi, la filosofia era anche un modo di vita e aderire a un insegnamento aveva conseguenze profonde sulla vita pratica. invece fuorviante la peculiare versione di questa tesi sviluppata da alcuni studi recenti, secondo cui il modo di vita dei filosofi antichi era conseguenza di esercizi spirituali, rispetto ai quali largomentazione razionale e lelaborazione filosofica avevano una posizione secondaria 39 . Anche se bisogna evitare conclusioni troppo generali, le cose sembrano stare in modo diametralmente opposto: la trasformazione interiore del filosofo avveniva per gli autori antichi proprio grazie al progresso intellettuale. Largomentazione razionale aveva una posizione decisiva in questo processo. Per quanto concerne la ricerca dellortodossia (la ricerca, cio, della corretta interpretazione delle dottrine del caposcuola), si deve notare che non fu certo patrimonio esclusivo del neoplatonismo. Probabilmente nellantichit lesempio pi notevole di scuola ortodossa e fedele allinsegnamento del
37 Cf. SMITH 2009, p. 38. 38 Purtroppo, questo aspetto non sempre riconosciuto dagli specialisti. Tra le eccezioni, sono notevoli gli studi di SMITH 1993 e TAORMINA 1999. 39 Questa lettura particolarmente presente nelle ricerche di scuola francese, a seguito degli studi di Pierre Hadot. Cf. HADOT 1995, pp. 276-286; CHASE 2007. Per una critica, cf. CAMBIANO 2013, pp. 7-11. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 12 maestro fu lepicureismo, comunit priva di rivolta (H?%-?A-?%(%=%I), secondo la celebtre descrizione di Numenio di Apamea (fr. 24, 33-36 des Places). Da questo punto di vista, la ricerca dellortodossia e la fedelt al caposcuola non sembrano rispecchiare un clima particolarmente favorevole allintolleranza tipico del mondo tardoantico. I dissidi dentro il neoplatonismo, daltronde, ci furono, e furono di grande portata, ma non ha molto senso descriverli attraverso nozioni come eresia, scisma e apostasia, con tutte le connotazioni tipicamente religiose che attribuiamo a questi termini. Nel neoplatonismo si ritrova invece una situazione consueta nelle scuole antiche, nelle quali le dottrine dei maestri sono discusse, interpretate, recepite ma anche criticate secondo le convenzioni retoriche dellepoca. Tutto ci, esattamente come la presenza di discussioni tecniche, rinvia al contesto scolastico della tarda antichit, nel quale il dibattito filosofico fondato sullargomentazione ebbe sempre una posizione centrale, insieme allesegesi dei testi normativi.
3. I dibattiti intorno a Giamblico
Nelle ricostruzioni discusse qui, la figura di Giamblico svolge un ruolo centrale. Spetterebbe a Giamblico, infatti, aver sancito in modo definitivo e irreversibile la svolta in senso religioso e scritturale del neoplatonismo, offrendo ai successori un modello a cui si sarebbero scrupolosamente attenuti. opportuno, ancora una volta, riportare le affermazioni di P. Athanassiadi:
[] sa [scil. di Giamblico] mthode denseignement, ses rgles et son interprtation furent religieusement observes pendant plusieurs sicles: le carcan de Jamblique dispensait de lobligation de penser par soi-mme. [] sans la moindre protestation, les intellectuels des gnrations futures portrent les entraves faonnes par Jamblique et lui en surent gr 40 .
Si pu notare un certo compiacimento dellinterprete nellusare parole che richiamano la fedelt religiosa e laffiliazione identitaria. La conclusione a dir poco perentoria: Giamblico avrebbe definitivamente trasformato le scuole neoplatoniche in qualcosa di simile a circoli fondamentalisti nei quali il principio di autorit, il richiamo a testi normativi e la ripetizione di formule tradizionali avrebbero soppiantato ogni forma di pensiero autonomo. E questo sarebbe avvenuto sans la moindre protestation.
40 Cf. ATHANASSIADI 2006, pp. 172-173. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 13 Certamente Giamblico oper una svolta cruciale nel neoplatonismo, fondata sul ruolo accordato ai riti teurgici e sulla posizione degli Oracoli caldaici. K. Praechter lo defin efficacemente il secondo fondatore del neoplatonismo, attribuendogli un ruolo simile a quello di Crisippo nello stoicismo 41 . Tuttavia, le sue tesi non furono affatto accolte senza correzioni, anche molto profonde. Investigare la posizione di Giamblico nella Scuola platonica di Atene tra V e VI secolo un argomento che eccede i limiti del presente contributo, ed sufficiente rinviare ad alcuni studi che illustrano sia il debito degli ultimi neoplatonici verso Giamblico, sia i punti nei quali il suo insegnamento fu corretto 42 . Per la presente ricerca, pi interessante soffermarsi sulla prima, e pi oscura, ricezione di Giamblico nel IV secolo. Come si gi osservato, le Vite dei filosofi e dei sofisti di Eunapio sono una fonte insostituibile per ricostruire il quadro di quei decenni, ma vanno vagliate con cautela, perch Eunapio passa sotto silenzio le dottrine dei filosofi di cui tratta, offrendone unimmagine parziale. In realt, le poche notizie in nostro possesso confermano che gli stessi santoni pagani, adepti del platonismo teurgico, descritti da Eunapio non rinnegarono affatto gli aspetti tipici della formazione scolastica (ad esempio lo studio della logica di Aristotele). Inoltre, la svolta teurgica di Giamblico non si impose senza ostacoli. Un documento interessante lepistola 12 indirizzata da Giuliano a Prisco, filosofo di affiliazione giamblichea (era stato discepolo di Edesio, il fondatore della cosiddetta Scuola di Pergamo, a sua volta discepolo di Giamblico), maestro di Giuliano ad Atene e influente membro della sua cerchia 43 . La datazione dibattuta, ma R. Goulet ha proposto con buoni argomenti di collocarla dopo la proclamazione di Parigi nel 360. Giuliano invita Prisco a raggiungerlo e, nel farlo, lo prega di cercargli una copia di tutte le opere di Giamblico sul mio omonimo (ep. 12, 3-4), ossia, con ogni probabilit, il grande commento di Giamblico agli Oracoli caldaici, del quale il genero della sorella di Prisco possedeva una copia corretta 44 . Gli specialisti si sono soffermati su queste linee, ponendo in luce il legame di Giuliano rispetto a Giamblico e la sua dipendenza dal platonismo teurgico. Poco dopo, infatti, Giuliano
41 Cf. PRAECHTER 1910, 143. 42 Si veda, ad esempio, HELMIG 2012, p. 205-206 sulla diversa posizione rispetto ad Aristotele. Circa i dibattiti relativi al primo principio, si veda la discussione sintetica in LINGUITI 2012. 43 Allepistola 12 di Giuliano e alla figura di Prisco ha recentemente dedicato due importanti contributi R. Goulet: cf. GOULET 2012a e 2012b. Dellepistola si cita, con alcune lievi modifiche, la traduzione di CALTABIANO 1991, pp. 147 e 235-236. 44 Lidentificazione di questo oscuro personaggio molto difficile. Con argomenti interessanti, GOULET 2012b suggerisce che si tratti di Giamblico II di Apamea (da non confondere con il pi famoso Giamblico di Calcide), nipote di Sopatro di Apamea e, a sua volta, filosofo neoplatonico. A Giamblico II si deve probabilmente lintroduzione ad Atene del platonismo di Giamblico di Calcide. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 14 afferma di essere un ammiratore fanatico di Giamblico in filosofia e del mio omonimo [ossia Giuliano il teurgo] in teosofia (ep. 12, 13-14). Lepistola, per, non fornisce solo queste indicazioni. Giuliano offre importanti informazioni sul dibattito interno alle scuole neoplatoniche. Egli invita Prisco a non seguire i seguaci di Teodoro ((W ["(4\#"A(A), i quali affermavano che Giamblico era un ambizioso (ep. 12, 8-10). Sappiamo, in effetti, che Teodoro di Asine, pur essendo stato probabilmente allievo di Giamblico, si distacc nettamente dalle posizioni del maestro tornando al platonismo intellettualistico di matrice plotiniana e porfiriana 45 . Evidentemente, Teodoro non era rimasto affatto isolato nel suo atteggiamento, se Giuliano si preoccupa cos tanto della possibile influenza dei suoi discepoli (probabilimente attivi ad Atene) su Prisco. A questa importante informazione sulla prima posterit di Giamblico, sulla quale torneremo tra poco, se ne aggiunge unaltra. Lepistola si chiude con un elogio delle sillogi (?)2-616-3) di Aristotele apprestate da Prisco (ep. 12, 16). Ancora una volta, Giuliano associa lelogio di un platonico (Prisco, come prima aveva celebrato Giamblico) alla presa di distanza rispetto a un altro: se prima era Teodoro di Asine, ora Porfirio, sui cui lavori aristotelici Giuliano si eprime in modo apertamente critico:
Lo scrittore di Tiro ha saputo inserire solo pochi elementi di logica in numerosi libri, tu, invece, con un solo libro, hai fatto forse di me un baccante nella filosofia aristotelica, e non un semplice nartecoforo (ep. 12, 18-21).
Giamblico e Prisco sono dunque entrambi esponenti di una filosofia ispirata e veramente divina rispetto a cui Giuliano proclama il suo entusiasmo. Dallaltra parte stanno Teodoro di Asine e Porfirio, esponenti di un platonismo al quale egli guarda con diffidenza. Gli studiosi dibattono sulleffettiva conoscenza delle opere aristoteliche posseduta da Giuliano 46 . Certamente non si pu provare che Giuliano le avesse lette estesamente (ma neppure che non le conoscesse affatto) ed possibile che egli si fondasse in gran parte su sintesi o compendi come quelli di Prisco. per importante ricordare che Giamblico e la sua scuola non rinnegarono minimamente gli aspetti tecnici e scolastici della formazione filosofica: essi si proposero invece di integrarli in un contesto pi ampio, pitagorico in filosofia e coronato dalla rivelazione degli Oracoli caldaici 47 .
45 Unottima presentazione sintetica di questo intricato dossier si trova in GOULET 2012b, pp. 42-43. 46 Scetticismo (forse eccessivo) in proposito espresso da BOUFFARTIGUE 1992, pp. 197-214. 47 Ad esempio, sappiamo da Simplicio che Massimo di Efeso, il filosofo e teurgo giamblicheo che fu influente consigliere di Giuliano, scrisse un commento alle Categorie di Aristotele: cf. Simpl., in Cat., p. 1, 15 Kalbfleisch. Su Giuliano e il suo interesse per la logica, si veda la n. seguente In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 15 Per quanto riguarda Giuliano, sono significative le testimonianze che suggeriscono il suo interesse per aspetti piuttosto tecnici della logica di Aristotele. ben nota la controversia che oppose Temistio a un certo Massimo, probabilmente Massimo di Efeso, sullinterpretazione della sillogistica aristotelica, e nella quale Giuliano fece da arbitro 48 . Sono indizi di un punto cruciale per intendere il clima culturale in cui operarono i neoplatonici: questioni per noi tecniche e astratte avevano in realt unimportanza molto forte ed esercitavano un impatto reale sul dibattito culturale e ideologico. Gli studi qui considerati concentrano tutta lattenzione sulle dispute riguardanti le pratiche rituali, lasciando da parte, o considerando marginali, altri elementi tipici dei dibattiti neoplatonici (ad esempio la ricezione della logica di Aristotele, le discussioni sullo statuto e i limiti della conoscenza umana, la filosofia naturale, etc.). Questi elementi sono liquidati come meri tecnicismi 49 . Una simile posizione , per, anacronistica e proietta sugli autori antichi la scarsa familiarit con le questioni dottrinali propria di alcuni interpreti moderni. Comprendere levoluzione del neoplatonismo e il suo impatto sul cristianesimo prescindendo dagli elementi tecnici e dottrinali, oppure considerandoli di secondaria importanza, semplicemente impossibile 50 . Come si accennato prima, le resistenze a Giamblico non mancarono tra i suoi stessi discepoli: ci vale per Teodoro di Asine, che ritorn a posizioni plotiniane sullanima, e per Dessippo, la cui opera sulle Categorie di Aristotele parzialmente conservata, il quale pass quasi del tutto sotto silenzio linterpretazione pitagorica di Aristotele tipica del suo maestro 51 . Per valutare limmediata posterit di Giamblico per Temistio a fornire gli elementi pi interessanti. Il celebre retore e filosofo (significativamente assente nelle biografie di Eunapio, che sembra mettere in atto verso di lui una vera damnatio memoriae) reag con scarso entusiasmo alla svolta del platonismo teurgico e pitagorizzante di Giamblico. notevole la testimonianza di Boezio, secondo cui Temistio riteneva inautentico il trattato di Archita sulle categorie (cf. Boeth. in cat., PL 64, p. 162 a), a cui Giamblico aveva invece accordato una posizione centrale nellinterpretazione di Aristotele rivendicando lorigine pitagorica della dottrina (cf. Simpl. in cat., p. 2, 15-25 Kalbfleisch). Pi che un improbabile scrupolo
48 Si veda lo scritto di Temistio In risposta a Massimo sulla riduzione dei sillogismi di seconda e terza figura a quelli di prima, conservato in arabo ed edito (ancorch in modo insoddisfacente) in Badawi 1987 2 . La disputa ugualmente attestata in Ammon. in A, Pr. 31, 15-25 Wallies. Per unanalisi del contenuto, cf. J. BARNES 2007, pp. 377-382. 49 Cf. ATHANASSIADI 2006, pp. 122 (bavardage technique), 126, 207, etc. 50 Cf. infra, n. 92. 51 Su Dessippo, si veda ora J. BARNES 2009. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 16 filologico 52 , la tesi di Temistio appare come una vera e propria critica dellesegesi pitagorizzante di Giamblico, che era probabilmente sviluppata dai filosofi vicini a Giuliano 53 . Il distacco di Temistio rispetto al platonismo teurgico emerge, daltronde, in alcuni passi delle Orazioni e, in particolare, nellorazione 5 Per il consolato dellimperatore Gioviano, pronunciata ad Ancyra il I gennaio del 364, nella quale traspaiono allusioni critiche a Giuliano e al suo governo. Su questo dossier, mi limito a rinviare allanalisi di L. Cracco Ruggini 54 . Spetta alla studiosa aver chiarito in modo persuasivo la trama di allusioni presenti nellorazione e, soprattutto, aver dimostrato, attraverso una fitta serie di riferimenti al significato e alla fortuna di Empedocle tra gli intellettuali del IV secolo, che il richiamo polemico di Temistio al nuovo Empedocle (or. 5, 70b; cfr, anche or. 13, 178 a) 55 , si riferisce non a Cristo, come ipotizzato da Dagron 56 , ma a Giuliano imperatore e al suo entourage di filosofi e teurghi 57 . dunque contrapponendosi allusivamente a queste figure che Temistio celebra la nuova politica religiosa tollerante di Gioviano. Come osserva la studiosa
Temistio saluta [] con entusiasmo la nuova linea religiosa di Gioviano, che pur essendo cristiano non soltanto aveva garantito la 7'")<"#3- ai pagani, ma sapeva anche con equilibrio interpretare le leggi tradizionali della religione ellenica, consentendo che fossero aperti i templi e praticati i sacrifici legali, reprimendo per nel contempo le pratiche magiche e divinatorie illegali: cio proprio quelle manifestazioni esasperate di misticismo teurgico che caratterizzarono il tardo neoplatonismo, e alle quali del resto gli imperatori (non solo cristiani) avevano quasi sempre guardato con sospetto per ovvii motivi di precauzione politica, come a possibili occasioni di crimina maiestatis 58 .
Queste valutazioni sono particolarmente interessanti. In effetti, lorazione 5 di Temistio letta talora in modo decontestualizzato, come se si trattasse di un manifesto della tolleranza religiosa e della libert di coscienza, tanto pi notevole perch composto in
52 Simile a quello che conduce un philologos (ossia un letterato) a giudicare come inautentica unopera falsamente attribuita a Galeno e messa in vendita in una libreria nel lario, in base allo stile e allintestazione: laneddoto riportato in Galeno, lib. prop., XIX, pp. 8-9 Khn. 53 Nelle sue parafrasi di Aristotele, parzialmente conservate, Temistio si attiene a un metodo esegetico sobrio, attento allesegesi del testo e fondato principalmente sui commenti peripatetici (in particolare Alessandro di Afrodisia). Si veda CODA 2012. 54 Cf. CRACCO RUGGINI 1972. 55 Dellorazione non esiste purtroppo ancora unedizione critica attendibile. Tale non pu essere considerata quella teubneriana apprestata da G. Downey sulla base dellopera lasciata incompiuta da H. Schenkl: Themistii Orationes quae supersunt, rec. H. Schenkl, opus consummavit Gl. Downey, I, Leipzig 1965. Un lavoro preparatorio per una nuova e auspicabile edizione si trova in PASCALE 2010 e PASCALE 2011 56 Cf. DAGRON 1968. 57 Cf. CRACCO RUGGINI 1972, p. 234-239. Particolarmente notevole il richiamo ad Empedocle in Greg. Naz. or. 4, 59 (cf. LUGARESI 1993, pp. 121, 305). 58 CRACCO RUGGINI 1972, p. 232. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 17 unepoca di oscurantismo e intolleranza, mouvant tmoignage dune mentalit dsesprment minoritaire 59 . Simili conclusioni sono poco plausibili. In primo luogo, non tengono conto del contesto in cui lorazione fu composta e della polemica contro lambiente di Giuliano imperatore. In secondo luogo, oscurano che la tolleranza auspicata da Temistio non affatto completa. Secondo Temistio, infatti, il divino principe,
mentre apre i templi, chiude i luoghi ove si praticano incantesimi e, pur avendo permesso i sacrifici legittimi, non tollera lattivit dei maghi, enunciando cos gli stessi principi di Platone figlio di Aristone (cf. Plato leg. 10, 908 d) 60 .
La repressione delle pratiche magiche , in effetti, un aspetto ben noto e duraturo nella legislazione romana 61 . Certamente, il semplice fatto che Temistio lauspichi cos caldamente getta pi di unombra sul suo presunto elogio della tolleranza. In questo caso non necessario supporre che vi sia una polemica specificamente diretta contro il circolo di Giuliano, ma comunque significativo ricordare che laccusa di esercitare pratiche magiche fu effettivamente rivolta contro filosofi di affiliazione giamblichea, conducendoli alla morte 62 . Lorazione 5 di Temistio , in breve, un prezioso documento per ricostruire i dibattiti sulla politica religiosa di Giuliano e le reazioni che seguirono alla sua morte. un testo abilmente costruito e ricco di allusioni. Certamente, la difesa della tolleranza che vi contenuta non n completa n priva di limiti, specialmente se valutata secondo i nostri criteri. In ogni caso, di emozionante e disperato qui, come ovunque in Temistio, c ben poco. Lassimilazione del platonismo teurgico di Giamblico non fu dunque n immediata n priva di contrasti 63 . Ancora una volta, si pu constatare come questioni allapparenza astratte e tecniche (ad esempio la ricezione della logica di Aristotele) avessero in realt un impatto decisivo sul clima culturale e ideologico dellepoca. Inoltre, lantitesi tolleranza vs intolleranza si rivela una volta di pi come inadeguata per comprendere le diverse posizioni e il loro confronto reciproco.
59 Cos ATHANASSIADI 2010, p. 97. 60 Or. 5, 79 b-c, trad. MAISANO 1995, p. 285. 61 Si vedano i dettagliati riferimenti in CRACCO RUGGINI 1972, p. 232 n. 115. 62 Costantino condann a morte Sopatro, amico e discepolo di Giamblico, in seguito a presunte pratiche magiche: cf. Eunap., v. soph., 6, 2, pp. 19, 21-20, 27 Giangrande; ulteriori dettagli in CRACCO RUGGINI 1972, p. 206 n. 60 e SCHLANGE-SCHNINGEN 1995, pp. 667-669. Sulle vicende di Massimo di Efeso e Giamblico II di Apamea sotto Valente, cf. CRACCO RUGGINI 1972, p. 232 n. 115 e 252-253, GOULET 2012b, pp. 60-61. 63 La discussione qui presentata daltronde solo parziale: GOULET in stampab d ampio conto delle tensione tra i filosofi giamblichei appartenenti alla cosiddetta Scuola di Pergamo (Prisco, Crisanzio, Massimo, Eusebio). In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 18 4. Il problema del neoplatonismo politico
Lintricata questione del neoplatonismo politico tra Plotino e Giuliano imperatore non pu certo essere affrontata nello spazio di poche pagine. Mi limiter a richiamare alcuni punti salienti per inquadrare il dibattito 64 . Certamente i filosofi neoplatonici non furono affatto intellettuali isolati dal contesto politico in cui operarono. La scuola di Plotino era frequentata da senatori, letterati e altre personalit di rango sociale elevato. Inoltre, egli intrattenne rapporti stretti con limperatore Gallieno e la moglie Salonina tanto che, come riferisce Porfirio, sarebbe stato suo intento fondare in Campania Platonopoli, una citt governata secondo le leggi di Platone. Il progetto per fall per lopposizione di altre persone vicine allimperatore (cf. Porph. v. Plot. 9; 12 ). Porfirio riferisce inoltre che Plotino fu impegnato nelle occupazioni pratiche, facendo ufficio di esecutore testamentario per gli orfani (v. Plot. 9, 5-10). Di Porfirio sappiamo ben poco, ma certamente plausibile che la composizione del Contra christianos fosse collegata alle vicende politiche del tempo, anche se i dettagli restano incerti 65 . Dal canto suo, Giamblico proveniva dalla potente dinastia siriaca dei Sampsigeramidi e fu in stretto contatto con llite politica dellimpero 66 . Le sue Epistole, conservate nellAntologia di Giovanni Stobeo, ne attestano i rapporti con allievi destinatari provvisti di una significativa posizione politica: il caso di Discolio (che potrebbe identificarsi con un prefetto del pretorio dOriente), al quale destinata unepistola sulla virt del saggio governante (Stob. 4, 5, 74-75) e soprattutto di Sopatro di Apamea, linterlocutore pi ricorrente, che di Giamblico fu forse mecenate e protettore (Stob. 1, 5, 18; 2, 2, 6-7; 2, 31, 122; 2, 46, 16; 3, 1, 17; 3, 1, 49; 3, 11, 35; 3, 31, 9; 3, 37, 32; 4, 39, 23) 67 . Infine, vanno menzionati gli influenti filosofi neoplatonici esponenti della Scuola di Pergamo, principalmente Massimo di Efeso e Prisco di Tesprozia, che furono maestri e consiglieri di Giuliano imperatore, oltre allo stesso Giuliano, che ovviamente il caso pi eclatante di intellettuale vicino al neoplatonismo e impegnato nella politica. Questa serie di informazioni necessita per di alcune precisazioni ed bilanciata da elementi che vanno in direzione opposta. Per quanto riguara Plotino, sono numerosi gli
64 In questa sezione si riprende, con svariati cambiamenti, quanto esposto in CHIARADONNA 2013. 65 Si vedano gli studi menzionati supra n. 4. Prudente sulle implicazioni politiche del Contra christianos JOHNSON 2012. 66 Sulla biografia di Giamblico, cf. ATHANASSIADI 2006, pp. 153-155; SAFFREY SEGONDS () 2013, pp. XXXIII-LIX. 67 Su Sopatro cf. supra, n. 62. Egli fu consigliere di Costantino, partecipando alla fondazione di Costantinopoli nel 330, prima di cadere in disgrazia ed essere messo a morte. Sul rapporto tra Giamblico e Sopatro, cf. SAFFREY SEGONDS () 2013, pp. XLI-XLII. Delle Epistole di Giamblico si veda ledizione con traduzione e commento apprestata da TAORMINA PICCIONE 2010. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 19 elementi biografici che suggeriscono il suo distacco dagli affari politici. Egli si adoper per distogliere il discepolo Zeto dagli incarichi politici (v. Plot. 7, 20-21), mentre un altro discepolo, il senatore Rogaziano, arriv a dimettersi dal suo incarico dismettendo la propriet e licenziando i servi (v. Plot. 7, 31-34) 68 . Daltronde, la frequentazione di personalit politicamente influenti non indica necessariamente la presenza di un impegno politico in prima persona. Si tratta, in realt, di un fenomeno comune nel mondo romano, nel quale i filosofi erano spesso legati a mecenati e patroni che ne proteggevano lattivit e ne garantivano il sostentamento. Gli esempi sono numerosi, a cominciare da quelli pi antichi e celebri, come laccademico Antioco di Ascalona, legato a Lucullo, oppure lepicureo Filodemo, legato a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino 69 . Nel caso di Plotino, nulla suggerisce la presenza di un simile impegno e gli appigli per trovare una riflessione politica nei suoi scritti sono ben pochi 70 . Se vero che Plotino attraversa la crisi del III secolo, nulla o quasi ne traspare nelle sue opere. Si sono voluti trovare riferimenti al contesto dellepoca nella descrizione delle tragiche vicissitudini umane in enn. 3, 2[47], 6-8, oppure nellallusione alle istituzioni politiche che gli gnostici hanno il torto di rifiutare (2, 9[33], 9). Ci , beninteso, del tutto possibile, ma difficile trarre conclusioni precise da passi cos generici 71 . In realt, gli scritti che compongono le Enneadi sono, quanti altri mai nella filosofia antica (e non), privi di riferimenti allambiente storico e sociale in cui furono composti. Per quanto concerne Porfirio, le notizie biografiche sono, come si detto, molto scarse. Possiamo supporre un suo coinvolgimento attivo nelle vicende politiche, ma va comunque osservato che poco o nulla nelle opere superstiti sembra andare in questa direzione. Al contrario, nello scritto Sullastinenza il mondo della polis sembra rappresentare un insieme di valori e di obblighi limitati al mondo materiale; limpegno politico svalutato rispetto allascesi filosofica riservata a pochi (cf. abst. 2, 43, 5-10) 72 . Come per Plotino, il richiamo di Porfirio allesistenza di virt politiche (cf. sent. 32) non va forse valutato pi del dovuto 73 . Molto diverso il caso di Giamblico. Si sono gi richiamati alcuni dettagli della sua biografia che ne attestano i contatti con llite politica dellimpero. Oltre alle vicende biografiche, per il contenuto delle sue epistole a dimostrare un vero interesse per la politica. Giamblico si sofferma sulle qualit del buon re presentando il suo governo come unimmagine che
68 Il significato di questo episodio giustamente enfatizzato da JOHNSON 2012, p. 291. 69 Su questo fenomeno, cf. GRAFTON WILLIAMS 2012, pp. 57, 61. 70 Ci vale anche in rapporto alla discussione delle virt politiche o civili nel trattato 1, 2[19], la cui portata non va sopravvalutata. Cf. CHIARADONNA 2013, pp. 744-745. 71 Cf. MAZZARINO 1966, pp. 455-456; DEPALMA DIGESER 2012, pp. 84-85. 72 Si vedano su questo le condivisibili osservazioni di JOHNSON 2012, pp. 292-293. 73 Cf., ancora, JOHNSON 2012, p. 294. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 20 riproduce in ambito politico il governo divino nel cosmo ed fondata sullesercizio delle virt, soprattutto la sapienza (@#52I?A*) (cf. Stob. 3, 3, 26). In tal modo, lazione del buon governante pu essere considerata simile a quella del filosofo nella Repubblica, che dopo aver contemplato il Bene rientra dentro la caverna per riprodurre il modello dellordine che egli ha conosciuto 74 . Da qui lidea che sia massimamente propria del buon re la filantropia, attraverso cui rende beneficio ai governati (Stob. 4, 5, 75; 4, 5, 76). La responsabilit politica in tal modo concepita essenzialmente nei termini di uneducazione morale, promossa dal governante al fine di sviluppare nello stato una vita virtuosa. Lascendenza platonica di simili dottrine innegabile, ma abbastanza difficile ritrovarvi uno specifico riflesso politico della teologia neoplatonica (le cui tesi caratteristiche non compaiono nelle epistole politiche di Giamblico). In effetti, la tesi secondo cui il governante immagine del governo cosmico di Dio, caratterizzato da ordine e bont, corrisponde allideologia ellenistica e romana sulla regalit e trova numerosi paralleli ben anteriori a Giamblico (non solo nel platonismo: sono tesi rappresentate nello stoicismo, negli scritti pseudo-pitagorici, in Dione Cristostomo) 75 . Giamblico attribu agli scritti della tradizione pitagorica un ruolo fondatore, concependo il suo platonismo religioso e matematizzante come una vera e propria forma di pitagorismo (anche questa una novit rispetto a Plotino e a Porfirio) 76 . Non sorprende dunque che egli si ispirasse alle concezioni formulate negli scritti pitagorici apocrifi (da lui considerati autentici), in cui si trovano espresse dottrine di ascendenza platonica, combinate con elementi stoici e peripatetici 77 . Tutto questo appartiene a un patrimonio di riflessione politica ben consolidato allepoca di Giamblico, del quale piuttosto difficile individuare il tratto specificamente neoplatonico. Un altro aspetto, sul quale stata portata lattenzione, riguarda linteresse per il tema della legge 78 . Mentre la dottrina del buon re che riproduce lordine cosmico ha come suo modello ultimo il re filosofo della Repubblica, la priorit accordata alle leggi riporta per lappunto alle Leggi, dove Platone delinea il governo non della citt ideale, ma della sua migliore approssimazione possibile in un mondo imperfetto. Qualche allusione al tema della legge si pu trovare anche in Plotino (6, 9[9], 7, 20-28), ma impossibile trarne reali conclusioni di portata filosofico-politica 79 . Nellepistola indirizzata a un certo Agrippa (Stob.
74 Cf. OMEARA 2003, p. 91. 75 Cf. OMEARA 2003, pp. 97, 148, con ampia lista di paralleli. Come osserva OMeara, la medesima dottrina teocratica si trova trasposta in ambito cristiano nellElogio di Costantino di Eusebio. 76 Cf. OMEARA 1989 e TAORMINA 2012. 77 Una trattazione dinsieme si trova in CENTRONE 2000. 78 Cf. OMEARA 2003, pp. 87-105. 79 Cf. CHIARADONNA 2013, p. 754 n. 22. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 21 4, 5, 77), Giamblico pone invece grande enfasi sulla legge, che sembra configurarsi come un criterio indipendente dal governante e a cui egli stesso deve conformarsi per assolvere il suo compito. Ne emerge una collocazione diversa, pi modesta, del monarca, che concepito come guardiano delle leggi, non come colui che esemplifica in s il buon governo del tutto. Si tratta, ancora una volta, di tesi niente affatto originali e ben presenti nella tradizione precedente 80 . Tuttavia, una simile posizione senza dubbio congeniale ai peculiari presupposti filosofici di Giamblico: egli, infatti, riteneva che agli uomini fosse precluso laccesso completo al divino, finch la loro anima si trovasse in un corpo. La figura del re filosofo in apparente contrasto con una simile concezione piuttosto pessimistica delle capacit delluomo, mentre lidea che il monarca sia guardiano delle leggi appare pi consona a essa. Tuttavia, il legame tra il primato della legge e la concezione filosofica delluomo non esplicitamente discusso da Giamblico e possiamo dunque solo supporre che esistesse una simile connessione. indubbio che a partire da Giamblico il tema della legge acquis un notevole rilievo. Possediamo, ancora attraverso Stobeo, gli estratti di unepistola indirizzata da Sopatro a suo fratello su Come praticare il posto di governo che gli stato assegnato (Stob 4, 5, 51-60) 81 . Sarebbe allettante supporre che lepistola sia stata scritta dallamico di Giamblico e consigliere di Costantino, ma pi probabile che lautore sia suo figlio (Sopatro 2) e il destinatario sia il fratello Imerio 82 . Anche questo scritto caratterizzato da una concezione piuttosto modesta del governante, almeno se paragonata con quella del re filosofo. Il bene a cui deve tendere Imerio non , infatti, tanto il bene assoluto, ma quello relativo alla situazione in cui si trova ed consono ai rapporti di potere in cui collocato. Lobiettivo la vita eccellente, che nel quadro del neoplatonismo pu essere identificata con divinizzazione delluomo nei limiti del possibile attraverso la pratica delle virt 83 . Anche in Sopatro, la legge assume una notevole importanza, e la filantropia propria del governante comporta lamministrazione della giustizia come strumento di educazione dei governati. Infine, il ruolo della legge prominente nellEpistola a Temistio di Giuliano imperatore dove, sulla base delle Leggi di Platone, si difende, contro Temistio, il primato delle leggi rispetto al monarca, che ne guardiano restando sottoposto a esse (ad Them. 257 d-259 b, cf. anche 261 ad). Anche in questo caso, rimane per da definire se si tratti di una teoria specificamente
80 Una ricca lista di paralleli relativi a questa epistola (lo stoicismo e Cicerone, i trattati pseudo-pitagorici, oltre a Platone e Aristotele) si trova nelle note D.P. Taormina in TAORMINA PICCIONE, 2010, pp. 506-508. 81 Traduzione annotata in OMEARA SCHAMP (2006), pp. 45-69. 82 Cf. OMEARA 2003, pp. 112-115. 83 Si veda lintroduzione di D.J. OMeara in OMEARA SCHAMP (2006), p. 47. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 22 neoplatonica, collegata alla concezione delluomo e dellanima, oppure del riflesso di dottrine tradizionali 84 . Se ci si fermasse a questi dati, il risultato sarebbe francamente piuttosto modesto e, malgrado gli importanti tentativi degli interpreti recenti, resterebbe difficile postulare lesistenza di una filosofia politica specificamente neoplatonica tra Plotino e Giuliano. In realt, proprio lopera di Giuliano imperatore offre notevoli spunti in questa direzione, soprattutto nelle orazioni composte dopo la sua nomina ad Augusto. Qui Giuliano appare sempre pi cosciente di essere un filosofo e monarca scelto dagli di (si veda il celebre mito autobiografico in ad Heraclium cynicum 227 c-234c), immagine su terra del demiurgo platonico. Egli continua a distinguere la sua condizione da quella del vero filosofo (ad Heraclium cynicum 235 ab; Misopogon 359 a), ma la distinzione appare meno marcata che nellEpistola a Temistio 85 . La connessione tra teologia e ideologia politica viene in primissimo piano nellInno alla Madre degli di. Qui, nellinvocazione alla Madre degli di e nellesegesi del mito di Cibele e Attis, si intrecciano tre temi portanti del progetto filosofico ed ideologico di Giuliano: le concezione della Romanitas come sintesi perfetta della sapienza dei greci e dei romani, universale ed ispirata dagli di; la fondazione cosmologica (basata sullesegesi allegorica del mito) della Romanitas, che si configura in tal modo come universale ed eterna; infine, la spiegazione dei segni e simboli divini contenuti nel mito e delle norme etiche derivate da essi 86 . Letti propriamente, i crudeli paradossi del mito di Cibele e Attis (lamore di Cibele per il giovane, il tradimento di Attis con una ninfa e la conseguente lauto-evirazione di Attis) sono segni e simboli che rivelano la dimensione cosmica del potere romano. In un simile contesto trovano senso le sezioni filosofiche dellopera, nelle quali Giuliano, fondandosi su Giamblico, espone una versione della cosmologia neoplatonica basata sulla gerarchia dei principi divini e sulla figura del mediatore (Attis) tra il mondo divino e il sensibile 87 . La vicenda di Attis diventa cos il simbolo del processo di trasformazione della materia bruta in un cosmo, grazie alla mescolanza con le forme (Ad Matrem deorum 162 a-165a). Se la cosmologia dellinno non un corpo isolato, ma collegata organicamente al progetto ideologico-politico dellimperatore, questopera pu essere un autentico documento di neoplatonismo politico. Un discorso del tutto analogo si pu fare, daltronde, per la teologia solare dellInno a Helios re, alla quale Giuliano connette
84 Il carattere tradizionale delle tesi sulla legge e la regalit difese nellepistola sottolineato da MARCONE 1987, p. 263 85 Per unapprofondita discussione, cf. PAGLIARA 2012, pp. 28-33. 86 Sul neoplatonismo politico dellInno alla madre degli di, si veda limportante discussione in ELM 2012, pp. 118-136. 87 Maggiori dettagli sul retroterra giamblicheo dellinno si troveranno in LECERF 2012. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 23 saldamente la fondazione di Roma (cf. ad Helium regem 153 d) e, infine, per la polemica anticristiana del perduto Contra galileos. Come ha molto bene osservato S. Elm, in ciascuno di questi scritti Giuliano mette in luce aspetti diversi di ununica idea fondamentale, che egli elabora con piena coscienza della riflessione teologica e filosofica vicina a lui: l(Q9()0&2I romana stata creata nella sua universalit dalla provvidenza divina e non una semplice invenzione umana. 88
Tuttavia, ci si pu chiedere se punti cos notevoli, che permettono davvero di attribuire a Giuliano lelaborazione di una teologia politica neoplatonica, rivelino solo la presenza dellinsegnamento giamblicheo, oppure qualcosaltro. Alcuni studi recenti hanno approfondito queste analisi, sottolineando ad esempio il condizionamento implicito del modello cristiano, percepibile nel modo in cui Giuliano articola la sua visione teologica. Questo potrebbe spiegare perch, sia nellInno alla Madre degli di sia nellInno a Helios re, Giuliano si allontani in parte da Giamblico lasciando cadere alcuni punti della sua teologia (ad esempio la concezione del primo principio al di l dellessere e completamente ineffabile), semplificandoli, cercando di dotare il paganesimo di un sistema dogmatico quanto pi possibile coerente e competitivo rispetto a quello dei suoi avversari 89 . Pertanto, probabilmente affrettato ritenere che la restaurazione pagana di Giuliano sia una diretta applicazione del platonismo teurgico di Giamblico. La realt molto pi sfaccettata e, se mai, si deve proprio a Giuliano ( il tratto principale della sua originalit filosofica) laver costruito una versione specificamente politica della teologia neoplatonica di affiliazione giamblichea 90 .
5. Conclusioni
Negli ultimi anni, si sostituita allopinione tradizionale, certamente unilaterale e per alcuni versi poco fondata, secondo cui i neoplatonici erano intellettuali del tutto disinteressati alla vita politica e presi solo da astratte speculazioni metafisiche, unaltra opinione, che sta ottenendo consensi crescenti. Nelle sue formulazioni pi nette (come quelle di Athanassiadi e DePalma Digeser), la nuova interpretazione (potremmo chiamarla una nuova ortodossia, per usare un termine particolarmente caro a questa corrente di studi) vede nei neoplatonici dei maestri o guide spirituali a capo di circoli di tipo fondamentalmente religioso, pienamente
88 Cf. ELM 2012, pp. 286-321. 89 Cos DE VITA 2011, pp. 247-252; si veda, nel medesimo senso, TANASEANU DBLER 2013, pp. 136-148. La questione dei paralleli tra la teologia giulianea e il modello cristiano comunque molto intricata e difficile da risolvere. Si vedano, da ultime, le interessanti analisi di GREENWOOD sui paralleli trinitari. 90 Giustamente LECERF 2012, p. 184 n. 36 vede nella teologia politica dellInno a Helios re un elemento originale di Giuliano rispetto al suo retroterra giamblicheo. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 24 integrati nel clima ideologico e politico dellepoca fondato sul dibattito relativo allortodossia e allaffiliazione identitaria. Come si cercato di mostrare in questo contributo, simili conclusioni si basano su tesi non sempre false, ma unilaterali, costruendo a partire da affermazioni unilaterali un quadro abbastanza fantasioso, per quanto letterariamente attraente. Lopposizione rigida tra libert di coscienza e intolleranza si rivela per altro poco utile per comprendere gli sviluppi del tempo, mentre sarebbe molto pi interessante investigare come si costru un comune retroterra intellettuale, fondato sullargomentazione e la cultura delle scuole, e come si svolse nel dettaglio il complesso fenomeno di assimilazione anche attraverso il conflitto che ebbe luogo tra pagani, cristiani e tra le diverse correnti che dividevano ciascuno dei due fronti 91 . Non si tratta di costruire unimmagine falsamente irenica dellepoca: i conflitti ci furono ed ebbero spesso aspetti tragici. Linteresse specifico dellet tardoantica, per, sta proprio nel fatto che, anche attraverso il conflitto, si costru un terreno comune di confronto. Fu questo comune retroterra culturale che permise al cristianesimo di incorporare, trasformandola, leredit della cultura antica. La storia del pensiero filosofico e teologico offre una prospettiva privilegiata per comprendere questo processo ed abbastanza velleitario pretendere di ricostruire la storia delle scuole filosofiche neoplatoniche lasciando da parte (o svalutando, o non comprendendo) proprio i dibattiti dottrinali a cui esse diedero vita 92 . possibile che alcune interpretazioni qui criticate risentano, nella piccola provincia degli studi sul neoplatonismo, di una certa retorica identitaria piuttosto in voga di questi tempi. Considerazioni identitarie o spirituali sembrano avere la meglio sullargomentazione filosofica conducendo a svalutarne la portata. Che questo non avesse luogo nel mondo tardoantico precisamente una delle ragioni che ne rendono lo studio cos fecondo e ricco di interesse.
Bibliografia
91 Sullintreccio tra conflitto ed emulazione/assimilazione, si veda lilluminante ricerca su Giuliano e Gregorio di Nazianzo in ELM 2012. 92 Giustamente MORLET 2010, p. 413 osserva, a proposito di Athanassiadi 2010, che lAutrice ne fait gure de cas du dveloppement dogmatique de lglise. Elle n y voit quun labyrinthe (p. 106), elle ironise sur le feu dartifice dogmatique de Nestorius (p. 102); elle ne reconnat dans les thologiens que des gourous thologiques (p. 105). appena il caso di ricordare come lelaborazione teologica e dogmatica fu lmbito privilegiato per la costruzione di un retroterra intellettuale comune ai Padri cristiani e ai loro avversari neoplatonici. Baster menzionare limportanza della logica di Porfirio nellelaborazione della teologia trinitaria dal IV secolo in poi: si veda ZACHHUBER 2013. In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 25 ATHANASSIADI 1993 = P. ATHANASSIADI, Damascius. The Philosophical History, Text with Translation and Notes, Athens 1999 ATHANASSIADI 2006 = P. ATHANASSIADI, La lutte pour lorthodoxie dans le platonisme tardif de Numnius Damascius, Paris 2006 ATHANASSIADI 2010, Vers la pense unique. La monte de lintolrance dans lAntiquit tardive, Paris 2010 BADAWI 1987 = !A. BADAWI, La transmission de la philosophie grecque au monde arabe, Paris 1987 2 J. BARNES 1997 = J. BARNES, Truth, etc., Oxford 2007 J. BARNES 2009 = J. BARNES, Felicianos Translation of Dexippus, IJCT, 16 2009, pp. 523- 531 T.D. BARNES 1994 = T.D. BARNES, Scholarship or Propaganda ? Porphyry Against the Christians and its Historical Setting, BICS, 39 (1994), pp. 53-65 T.D. BARNES 2013 = T.D. BARNES, recensione di E. DEPALMA DIGESER, A Threat to Public Piety: Christians, Platonists, and the Great Persecution, CHR, 99 (2013), pp. 105- 107 BONAZZI 1999 = M. BONAZZI, Plotino e la tradizione pitagorica, Acme, 53 (2000), pp. 39- 73 BOUFFARTIGUE 1992 = J. BOUFFARTIGUE, LEmpereur Julien et la culture de son temps, Paris 1992 BRISSON 1982 = L. BRISSON, Notices sur les noms propres, in L. BRISSON et al., Porphyre. La vie de Plotin, I, Travaux prliminaires et index grec complet, Paris 1982, pp. 49-142 BRISSON et al. 1982 = L. BRISSON et al., Porphyre. La vie de Plotin, I, Travaux prliminaires et index grec complet, Paris 1982 Brisson 1989 = L. BRISSON, s.v. Ammonios, in R. GOULET (d.), Dictionnaire des philosophes antiques, I, Paris 1989, p. 165 BRISSON et al. 1992 = L. BRISSON et al., Porphyre. La vie de Plotin, II, tudes dintroduction, texte grec et traduction franaise, commentaire, notes complmentaires, bibliographie, Paris 1992 CALTABIANO 1991 = M. CALTABIANO, Lepistolario di Giuliano Imperatore, Saggio storico, traduzione, note e testo in appendice, Napoli 1991 CAMBIANO 2013 = G. CAMBIANO, I filosofi in Grecia e a Roma. Quando pensare era un modo di vivere, Bologna 2013 In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 26 CENTRONE 2000 = B. CENTRONE, Platonism and Pythagoreanism in the Early Empire, in M. Schofield C. Rowe (eds.), The Cambridge History of Greek and Roman Political Thought, Cambridge 2000, pp. 559-584 CHASE 2007 = M. CHASE, Observations on Pierre Hadots Conception of Philosophy as a Way of Life, Practical Philosophy: Journal of the Society for Philosophy in Practice, 8 (2007), pp. 5-17 CHIARADONNA 2010 = R. CHIARADONNA, Esegesi e sistema in Plotino, in A. NESCHKE- HENTSCHKE (Hrsg.), Argumenta in dialogos Platonis, I, Beitrge Zur Geschichte der Interpretation Platons und ihrer Hermeneutik von der Antike bis zum Beginn des 19. Jahrhunderts, Basel 2010, pp. 101-117 CHIARADONNA 2011 = R. CHIARADONNA, Interpretazione filosofica e ricezione del corpus: Il caso di Aristotele (100 a.C.-200 d.C.), Quaestio, 11 (2011), pp. 83-114 CHIARADONNA 2012 = R. CHIARADONNA, Platonismo e aristotelismo, in R. CHIARADONNA (a cura di), Filosofia tardoantica: Storia e problemi, Roma 2012, pp. 85-102 CHIARADONNA 2013 = R. CHIARADONNA, Filosofie e teologie politiche Neoplatonismo e politica da Plotino a Proclo, in Costantino I. Enciclopedia Costantiniana sulla figura e l'immagine dell'imperatore del cosiddetto Editto di Milano (313-2013), I, Roma 2013, pp. 743-755 CIVILETTI 2007 = Eunapio. Vite di filosofi e sofisti, Introduzione, traduzione, note e apparati di M. CIVILETTI, Milano 2007 CODA 2012 = E. CODA, Alexander of Aphrodisias in Themistius Paraphrase of the De Caelo, Studia Greco-Arabica, 2 (2012), pp. 355-371 CRACCO RUGGINI 1972 = L. CRACCO RUGGINI, Simboli di battaglia ideologica nel tardo ellenismo (Roma, Atene, Costantinopoli; Numa, Empedocle, Cristo), in Studi storici in onore di O. Bertolini, I, Pisa 1972, p. 177-300 DANCONA 2012 = C. DANCONA, s.v. Plotin, in R. GOULET (d.), Dictionnaire des philosophes antiques, Va, Paris 2012, pp. 885-1070 DAGRON 1968 = G. DAGRON, Lempire romain dOrient au IV e sicle et les traditions politiques de lhellnisme: le tmoignage de Thmistios, Paris 1968 DE VITA 2011 = M.C. DE VITA, Giuliano imperatore filosofo neoplatonico, Milano 2011 DEPALMA DIGESER 2012 = E. DEPALMA DIGESER, A Threat to Public Piety: Christians, Platonists, and the Great Persecution, Ithaca NY London 2012 DI BRANCO 2006 = M. DI BRANCO, La citt dei filosofi. Storia di Atene da Marco Aurelio a Giustiniano, Firenze 2006 In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 27 DILLON 2004 = J. DILLON, Philosophy as a Profession in Late Antiquity, in S. SWAIN M. EDWARDS (eds.), Approaching Late Antiquity. The Transformation from Early to Late Empire, Oxford 2004, pp. 401-418 DRRIE 1955 = H. Drrie, Ammonius der Lehrer Plotins, Hermes, 83 (1955), pp. 439-477 DRRIE () BALTES (1983) = H. DRRIE () M. BALTES (Hrsgg.), Der Platonismus in der Antike, III, Der Platonismus im 2. und 3. Jahrhundert nach Christus, Bausteine 73100, Stuttgart Bad Cannstat 1993 EDWARDS = M. EDWARDS, Neoplatonic Saints. The Lives of Plotinus and Proclus by their Students, Liverpool 2000 EDWARDS 1993 = M. EDWARDS, Ammonius, Teacher of Origen, JEH, 44 (1993), pp. 169- 181 ELM 2012 = S. ELM, Sons of Hellenism, Fathers of the Church. Emperor Julian, Gregory of Nazianzus, and the Vision of Rome, Berkeley 2012 FOWDEN 1982 = G. FOWDEN, The Pagan Holy Man in Late Antique Society, JHS, 102 (1982), pp. 33-59 GOULET 1992 = R. GOULET, Sur la datation dOrigne le platonicien, in L. BRISSON et al., Porphyre. La vie de Plotin, II, tudes dintroduction, texte grec et traduction franaise, commentaire, notes complmentaires, bibliographie, Paris 1992, pp. 461-463 GOULET 2001 = R. GOULET, tudes sur les Vies de philosophes de lAntiquit tardive, Paris 2001 GOULET 2012a = R. GOULET, s.v. Priscus de Thesprotie, in R. GOULET (d.), Dictionnaire des philosophes antiques, Vb, Paris 2012, pp. 1528-1539 GOULET 2012b = R. GOULET, Mais qui tait donc le gendre de la sur de Priscus? Enqute sur les philosophes dAthnes au IV e sicle aprs J.-Chr., Studia Greco-Arabica, 2 (2012) pp. 33-77 GOULET in stampa1 = R. GOULET, Les philosophes et leurs coles au Bas-Empire, in P. VESPERINI (d.), Philosophari. Usages romains des savoirs grecs sous la Rpublique et sous lEmpire, Actes des colloques organiss par lcole franaise de Rome (8-9 octobre 2010 et 17-18 novembre 2011), Roma, in stampa GOULET in stampa2 = Eunape de Sardes. Vies de philosophes et de sophistes, Introduction gnrale, dition critique, traduction franaise, prosopographie et notes par R. GOULET, Paris, in stampa In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 28 GOULET-CAZE 1982 = M.-O. GOULET-CAZE, Larrire-plan scolaire de la Vie de Plotin, in L. BRISSON et al., Porphyre. La vie de Plotin, I, Travaux prliminaires et index grec complet, Paris 1982, pp. 231327 GRAFTON WILLIAMS 2011 = A. GRAFTON M. WILLIAMS, Come il cristianesimo ha trasformato il libro, Ed. italiana a cura di L. Del Corso e L. Lulli, Roma 2011 (ed. or. Christianity and the Transformation of the Book, Cambridge MA 2006) GREENWOOD 2013 = D.N. GREENWOOD, A Cautionary Note on Julians Pagan Trinity, AncPhil, 33 (2013), pp. 391-402 HADOT 1995 = P. HADOT, Philosophy as a Way of Life. Spiritual Exercises from Socrates to Foucault, Edited with an introduction by A.I. DAVIDSON, Trans. by M. CHASE, Oxford 1995 HELMIG 2012 = Ch. HELMIG, Forms and Concepts: Concept Formation in the Platonic Tradition, Berlin 2012 JOHNSON 2013 = A.P. JOHNSON, Religion and Identity in Porphyry of Tyre. The Limits of Hellenism in Late Antiquity, Cambridge 2013 KARAMANOLIS 2006 = G. KARAMANOLIS, Plato and Aristotle in Agreement? Platonists on Aristotle from Antiochus to Porphyry, Oxford 2006 KNIPE 2012 = S. KNIPE, Filosofia, religione, teurgia, in R. CHIARADONNA (a cura di), Filosofia tardoantica: Storia e problemi, Roma 2012, pp. 253-272 LECERF 2012 = A. LECERF, Iamblichus and Julians Third Demiurge: A Proposition, in E. AFONASIN J. DILLON J. FINAMORE, Iamblichus and the Foundations of Late Platonism, Leiden Boston 2012 LINGUITI 1997 = Enneadi di Plotino, Introduzione, traduzione e note a cura di A. LINGUITI et al., 2 voll, Torino 1997 LINGUITI 2012 = A. LINGUITI, Il primo principio, in R. CHIARADONNA (a cura di), Filosofia tardoantica: Storia e problemi, Roma 2012, pp. 193-212 LUGARESI 1993 = Gregorio di Nazianzo. Contro Giuliano lApostata. Orazione IV, a cura di L. LUGARESI, Bologna 1993 MAISANO 1995 = Discorsi di Temistio, a cura di R. MAISANO, Torino 1995 MARCONE 1987= Giuliano Imperatore. Alla madre degli di e altri discorsi, a cura di J. FONTAINE C. PRATO A. MARCONE, Milano 1987 MARCONE 2013 = A. MARCONE, Persecuzioni e tolleranza cristiana e pagana, in Costantino I. Enciclopedia Costantiniana sulla figura e l'immagine dell'imperatore del cosiddetto Editto di Milano (313-2013), I, Roma 2013, pp. 731-742 In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 29 MAZZARINO 1966 = S. MAZZARINO, Il pensiero storico classico, III, Bari 1966 MENN 2001 = S. MENN, Longinus on Plotinus, Dionysius, 19 (2001), pp. 113-123 MORLET 2010 = S. MORLET, LAntiquit tardive fut-elle une priode dobscurantisme ? A propos dun ouvrage rcent, Adamantius 16 (2010), pp. 413-421 MORLET 2011 = S. MORLET (d.), Le trait de Porphyre contre les chrtiens. Un sicle de recherches, nouvelles questions, Paris 2011 OBRIEN 1992 = D. OBRIEN, Plotin et le vu du silence, in L. BRISSON et al., Porphyre. La vie de Plotin, II, tudes dintroduction, texte grec et traduction franaise, commentaire, notes complmentaires, bibliographie, Paris 1992, pp. 419-460 OBRIEN 1994 = D. OBRIEN, Plotinus and the Secrets of Ammonius, Hermathena, 157 (1994), pp. 117-153 OMEARA 1989 = D.J. OMEARA, Pythagoras Revived: Mathematics and Philosophy in Late Antiquity, Oxford 1989 OMEARA 2003 = D.J. OMEARA, Platonopolis. Platonic Political Philosophy in Late Antiquity, Oxford 2003 OMEARA 2006 = D.J. OMEARA, Patterns of Perfection in Damascius Life of Isidore, Phronesis, 51 (2006), pp. 74-90 OMEARA SCHAMP 2006 = D.J. OMEARA J. SCHAMP (ds.), Miroirs du prince de lEmpire romain au IV e sicle, Fribourg 2006 PAGLIARA 2012 = A. PAGLIARA, Retorica, filosofia e politica in Giuliano Cesare, Alessandria 2012 PASCALE 2010 = G. PASCALE, Ricerche sulla tradizione manoscritta delle orazioni di Temistio, Aevum, 84 (2010), pp. 361-402 PASCALE 2011 = G. PASCALE, Per la tradizione di Temistio nei secoli XV-XVII. I codici recentiores delle Orationes Augustale, Aevum, 85 (2011), pp. 143-189 PENELLA 1990 = R.J. PENELLA, Greek Philosophers and Sophists in the Fourth. Century A.D. Studies in Eunapius of Sardis, Leeds 1990 PPIN 1982 = J. Ppin, Phillogos / Philsophos, in L. BRISSON et al., Porphyre. La vie de Plotin, I, Travaux prliminaires et index grec complet, Paris 1982, pp. 477501 PRAECHTER 1910 = K. PRAECHTER, Richtungen und Schulen im Neuplatonismus, in Genethliakon fr Carl Robert, Berlin 2010, pp. 105-156 (rist. in K. PRAECHTER, Kleine Schriften, Hildesheim New York 1973, pp. 165-216) In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 30 SAFFREY SEGONDS 2001 = Marinus Proclus ou sur le bonheur, Texte tabli, traduit et annot par H.D. SAFFREY et A.-Ph. SEGONDS, avec la collaboration de C. LUNA, Paris 2001 SAFFREY 2013 A.-Ph. SEGONDS () = Jamblique. Rponse Porphyre (De Mysteriis), Texte tabli traduit et annot par H.D. SAFFREY et A.-Ph. SEGONDS (), avec la collaboration de A. LECERF, Paris 2013. SCHIBLI 2002 = H. SCHIBLI, Hierocles of Alexandria, Oxford 2002 SCHLANGE-SCHNINGEN 1995 = H. SCHLANGE-SCHNINGEN, Kaisertum und Bildungswesen im sptantiken Konstantinopel, Stuttgart 1995 SCHROEDER 1987 = F.M. SCHROEDER, Ammonius Saccas, in W. HAASE H. TEMPORINI (Hrsgg.), Aufstieg und Niedergang der rmischen Welt, II, 36.2, Berlin New York 1987, pp. 493-526 SCHWYZER 1983 = H.-R. SCHWYZER, Ammonios Sakkas, der Lehrer Plotins, Opladen 1983 SMITH 1993 = A. SMITH, Iamblichus Views on the Relationship of Philosophy to Religion in De Mysteriis, in H.J. BLUMENTHAL E. B. CLARK (eds.), The Divine Iamblichus, London 1993, pp. 74-86 (rist. in A. SMITH, Plotinus, Porphyry and Iamblichus. Philosophy and Religion in Neoplatonism, Burlington 2011) SMITH 2009 = A. SMITH, Philosophical Objections to Christianity on the Eve of the Great Persecution. in D.V. TWOMEY M. HUMPHRIES (eds.), The Great Persecution, Dublin 2009, pp. 33-48 (rist. in A. SMITH, Plotinus, Porphyry and Iamblichus. Philosophy and Religion in Neoplatonism, Burlington 2011) SPERANDIO 2013 = M.U. SPERANDIO, Una cum abominandis scripturis. Le religioni del libro e la teologia politica di Diocleziano, Atti dellAccademia Romanistica Costantiniana, 19 (2013), pp. 505-540 TANASEANU-DBLER 2013 = I. TANASEANU-DBLER, Theurgy in Late Antiquity. The Invention of a Ritual Tradition, Gttingen 2013 TAORMINA 1999 = D.P. TAORMINA, Jamblique critique de Plotin et de Porphyre. Quatre tudes, Paris 1999 TAORMINA 2012 = D.P. TAORMINA, Platonismo e pitagorismo, in R. CHIARADONNA (a cura di), Filosofia tardoantica: Storia e problemi, Roma 2012, pp. 103-127 TAORMINA PICCIONE 2010 = D.P. TAORMINA R.M. PICCIONE, Giamblico. I frammenti delle Epistole, Introduzione, testo, traduzione e commento, Napoli 2010 In A. MARCONE U. ROBERTO I. TANTILLO (eds.), Tolleranza religiosa in et tardoantica: IV-V secolo, Cassino, in preparazione -- versione preliminare del testo / penultimate draft 31 VAN NUFFELEN 2014 = P. VAN NUFFELEN, The End of Open Competition? Religious Disputations in Late Antiquity, in D. ENGELS P. VAN NUFFELEN (eds.), Religion and Competition in Antiquity, Bruxelles 2014, pp. 148-171 WATTS 2006 = E. WATTS, City and School in Late Antique Athens and Alexandria, Berkeley Los Angeles London 2006 ZACHHUBER 2013 = J. ZACHHUBER, Universals in the Greek Church Fathers, in R. CHIARADONNA G. GALLUZZO (eds.), Universals in Ancient Philosophy, Pisa 2013, pp. 425-470 ZAMBON 2011 = M. ZAMBON, Porfirio e Origene: Uno status quaestionis, in S. MORLET (d.), Le trait de Porphyre contre les chrtiens. Un sicle de recherches, nouvelles questions, Paris 2011, pp. 107-164 ZAMBON 2012 = M. Zambon, s.v. Porphyre de Tyr: Contra christianos, in R. GOULET (d.), Dictionnaire des philosophes antiques, Vb, Paris 2012, pp. 1419-1447 ZECCHINI 2001 = G. ZECCHINI, Religione pubblica e libert religiosa nellimpero romano, in G.A. CECCONI C. GABRIELLI (a cura di), Politiche religiose nel mondo antico e tardoantico, Atti del Convegno internazionale di studi, Firenze, 24-26 settembre 2009, Bari 2011, pp. 187-198