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Ecce Homo-Arturo Graf
Ecce Homo-Arturo Graf
NO
91-80214-8
MICROFILMED
1991
Funded by
the
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>
COPYRIGHT STATEMENT
The copyright law of the United States - Title 17, United States Code - concems the making of photocopies or other
reproductions of copyrighted material...
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,
AUTHOR:
GRAF, ARTURO
riTLE:
PLACr
MILANO
DA TE
:
1908
Master Negative #
mtcroform target
-
fATERMO LIBRARY
DS53G7n
'i
Graf, Arturo, 1848-1913. di Arturo Grat Ecce homo; aforismi e parabole 1908. Treves, Milano, Fratelli ^^^^.^^ ^
savr-4itK
t p.
I-.
ixii-xxiv, 270
p.,
1.^14i"".
I.
Title.
14-20715
Library of Congrcss
PQ470S.G3E3
1908
Restrictions
on Use:
REDUCTION RATIO:
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HA Pi ACEMENT: lA ,*,e ^ ^ I^'^'^^'^^^ ^LjlB.L lAiF FILMED: ^-J^---RFfiRARCH PURI .CATION S TNC WOODBRIDGE, CT II! Mf n H^
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iriiWiHlliBI
ECCE HOMO
AFORISMI K PAIWBOLE
DI
ARTURO GRAT
La
vilt,
troppo, invent
destino.
(iella vita,
temi
jili
scogli nascosti.
LAN
X: o:-^A-^
^^^^^^^^^^^^^^jg^g^g^jg^^^^gg^^^gH
i.i:l
\iEii>iMt Al
rii:i:
Al
(t'dhloiii Trerfs).
L. il tramonto, versi (1S93) Morqai, nuove poesie (19<tl) mano, a carta in Iii-S, FncniPiii (Irammatici. sfaiiiputo in rosso e in nero, illuatrafo da comTiosizioni a intoro formato e frejiriato di tostate e linali squisitamente stilizzati (lyO;'). Lo!:ato in per^-amona Le Hi HIV lcll'i Seti a, eanzonioie minimo. senii(UUti). trarioo e quasi postumo. Ediz. bijou 7/ lUavolo, :V edizione
Dopo
....
OroTBENTATBA...r>'lNSKO.AMK.TO
A8FETTAM">
H,
UH'OSO
'
CHE
DI
Il
Eiseatto, romanzo.
Nuova
edizione
sul
.
Santo
MENO
15;
Ter
PBOPKl ET L ETTEBAKIA
I
diritti di
i
tutti
rii.rwfimmp e d fraduzinve sonn .serrnii jcr ''" \'"-rrfiia p t'oiauda. paesi, e&mprehi la Srf-.i".
,
L>...>Mi-r.-iii>it..r.^,aiaaaw.
.il
PREFAZIONE.
Graf,
Krcfi
Homo.
Ad
Voi
ALCUiNl (ilOVAUISblMI,
siete trsti e
non
gioconda
La
cui vostra giovinezza suolo. Voi il e dima il siano contrarii di questa nostra trsti della trstezza
siete
civilt
cupa
e feroce,
il
con tumulto della sua foga incalzante, l'opprescon congegni, suoi de' l'asprezza
mozza
della
scerpa il fior giovani ruba la giovinezza, morire alla giovita. Voi sentite di
vinezza
prma ancora d'averla assapoima vostra si oscura e si sfredda. L'an rata. di soNon avde pi ne tempo, ne voglia,
H\
^^ ~
'^St.^
^.jpfAM^^ JFm
PKEFAZI(>>'E
XII
XllI
PKEFAZIOKE
mare
'sevo
e (l'aiiare.
Prima
con gli alche nulla essa ha da spartire che interessi umani. Se volete, senza
tii
altri vi soccorra,
misurare
stessi,
le
vostre forze,
il
guadagno^ di
via
le il-
penetrare
in
voi
conoscervi,
assievrarsi
!,,<:.,..:
^
tvn
i^ostOj di htttar
iri;>i'Hi>
casa
>
f"
scuola. Chiedete
tempo vi tnancaj o V inquietezza vi turba, o il frastuono v'assorda. Vi affacciate a questa scena del mondo,
quale spettacolo vi si offre? Uno speto tacolo voi non sapete se pi doloroso, laido, o pi grottesco. Cercate di
e
una iiarola di vita^ e non Vndite da neS' sima jwte- Le rcligionij con voci di ora-
non
ci
potete
i''''
hitendere.
La
Chiedete a
jilosojia discute
alla vusira
presenza
mi
vi
nnmem
giovano
strae
vilt ahl/ia
non
a conoscere
perch dovete vivere^ quale sia il senso il rrdnr della vita. Za scienza vi am-
popolo bero cittadino, l'atroce miseria del sovrano. Vi sentite avvinghiati, premuti,
le votravolti; e in quella che date tutte
monisce che mondo fdco e mondo morale soggiacciono a una stessa necessit,
eterna e imluttahile, che tutto si riduce
stre
a meceamsmo, che voi medesimi non siete se nmi automi, e che non vi sono
forze alla comune opera interminatutta Ule, che, pure essendo comune, itti; e mendi confi e rivcdit di tramata
tre vi logorate nella
mmdo, ma soltanto foMi e leggi. L'iirfe, da uUimo, vi dichiara che essa ha da^ attendere a s e non a voi;
rrdori nel
dell'opera
PREFAZIONE
XIV
pmBfAZIONlS
se cose Piovesse escludere,
XV
non
altro,
la
possibile vostra e delValtmi e di ogni immane macchina opera. Sentite che la stritola; che le costruita ^'f'^ani chp
fiivolezza, e
la esclude,
ma
cose profotte
a giommento
delle
persone
atano
dtnte-
nella d in cid affofjano le persone: e la vita, molti lieta parer vili dovrehhe
essere nati, di voi desiderano di 7ion
mereooli
tuit,
e
forme
Kr
pu non
es-
facilmente
lo
darne esempio frequentissimo per i primi, che per coloro stessi, coloro d'officio pi austerU e grado dignit di
dovrebbero esserne (dieni. crede che lezza, per chi non
Ma
il
la frivo-
minaccia,
si
fa
ingiusto, e
male possa
il male.
pi avere rimedio,
pure un modo di
ordigni;
se
Vesercizio
delh
quante
Jidii strie si
esercitano nel
mondo,
Onde pu
'I'
il male, ed e dissimulare e di sfuggire e del_ cosdenzcr, della come un sedativo sia intero quasi non che uomo redo, impossibile che non sia frivolo. ^ civilt quasi pi Ora, questa nostra crescano innon consente che gli uomini di regola, Voi, si serbino interi.
_
teri e
parere che moltissima parie di questa cinon da intesa ad altro che a provvilf
non
incontrerete se
mini. Cos
poHano
disonesti
Uvoro,
nefizii
ed
jurbu
fa
Parrebbe che
fatta
condizione di
da
chi,
PREFAZIONE
XVI
llt,l:^A..lU>
'
xvn
ion
sa scorgere
il
lonh\,
come deU'undroglno siKirtto in dm si Noi, fr,nnnss-p il maschio e la femina. \iegaUaudo a spartire, nmi avremo piM
se
tera
che
non
neutii, e woltissimi gi
nm allo^
si.
da
altra banda, le
anime di mudlaggme
ved'-f^. e
pi si possa porqono una materia quanto arti e alle imprese de-_ alle acconcia dire certe operaziom gl'impostori. A qnardnre volont ausi direbbe clic
e certi effetti,
disgrega e
sgrdola; la volont
si
fa
ambigua
e la
e pusillanime.
E cmpromesso
la trama^ della
daci
iransazione
il
formano
vita e
fondo
delle coscienze.
8i vive
propoderose sorreggono, agitano, per sono, ma civiU; muovono la nostra e voghe, dove coandazzi parte, la pi trascinare san lmo che s'imaginano di si stem interiori i' i'nryp imviiuiv trascinatt. J^< JO^c dissolvono in una volgarit
e
.
prano
e si
porr
tutto il
persona
vide l'eguale melmosa, quale forse non si preso immane, macchina la nel mondo. acpm sempre moto con lavora,
l'aire,
celerato,
da
se.
nonna
rente;
delle
un
leUerato,
nd non
culto e il
si
avere rdtri
pieghi e
puhhlico.
delle
Nasce
fanatismo
mettono in-
maggioranze. Molti
Gn\F.
F.rre
Homo.
!fi(t^inHliflifll1iiiiiW*"irii1lWi>1iJlllfrTftiltihlMMftf
Wiliihjihi
PREFAZIONE
XVIIl
XIX
PREFAZIONE
ministro petulante e V infastidito, questo Ouslarazzino? di Stato Olino Meraun o huraUino qui, un
% jS-
raUino
tare d'oppressi'}
Nessuna
et
Me
mai
tanto
bisogno
ridare
di peiurc a quello che scrivono, gli oratori di capire quello che dicono, gli artisti
ne avrebbe bisogno la di saqqezza quanto ne fu ph sprov et nessuna nostra, e animo, se cos\ vi detta l
veduta. Cercate,
ricordatevi che vi sani trovarlo. Troverete indi molto docile lo sciensiato; ma vece n.a molta facuit
d'imparare
paf^f^
:
l'arte, e
gli
as^jiranti
sapiente;
ma
primi
via.
Dovi "cerete ancora quello che una volta addimandavasi decoro, ed una
>
avvertite che
non
proprio la
medm
cose pareccMo dicosa, anzi sono due avvedrete delta o prima o poi vi verse per detto dello Schiller, che
verit di quel
tardi e gravi,
molt'altre e for_
Di grande
buffonesco
costei che
a scatti, una gran dama o una sgualdrina? Ditemi: colui che va in l coi quel fare tra il
con curiosit mista di e vi studierete, le molte e diverse ravvisare sgomento, di reggitori compongono: la fiyureche
cU
XX
on
PREFAZIONE
PREFAZIONE
XXI
sanno reggere
;
s stessi; restauratori
nacificisto;
avveniristi di
un prderto
mvoluziola Ubeii;
ni
simi dell'unica
che
religi fR rhe
religi'jitv,
odio la
moria
,11
hravuomo
non
soribcre.
Danvin;
vii p
vendicatori di
il/rt
G lord (ino
ctnil<
1 ini no,
hh, rn
(^nri:
meraviglia se consicesser la vostra si ^chiedono alsatira dererete che a far alla civdt nostra cune cose che in mezzo ben defniti, ideali trovano:
crtici
analfabeti;
ut
le-
noni
estetici:
i ;
laureati
mascalcia e
Vih non .-; risentiment^ ionvincimenli sicuri, vivo disprezzo della d'animo, aUerezza morale, dagl inopinione, affrancamento
comune
scienze affi a
teressi volgali,
bile e dell'impercettibile;
si
sidmomini che
fanno chiamare
sujeruoniini; stroz-
della beneficenza;
coraggio civde. appunto di qoale civilt difetta che pia doti quelle quelle condizioni e di compostezza, dvilUi: vera a si richiedono euritmia, coerenza, anima-
La
'omogeneit,
nizzate;
zione interiore.
ces9vo
ec-
ed ininterrotto, e recide
nervi
'^'"^:^f^:-:'
PREFAZTO-NE
XXII
XXIII
PREFAZIONE
dello sforzo.
Prdmde massima
il
intensit
di vita,
fa perdere
mt
uno
Vuole tutto
l'uomo
e lo
scema dell'anima.
La
sffdnJifn,
tiiffn
cosa, e tormentoso, assai dura e difficile di uscirne, bimile, desiderio il volte, a vita alla nostra fu la
w^inne.
e
Essa
mente
mostruosa.
vedono con-
cos diversa cordare in indole, e di cos contrarie dottrine, qucdi esso iomini di
lo
cominciare dal tempo al suo impero, a allora si videro, Molti dei primi Cesari. prendere^ in odio stanchi, o o nauseati consorzii cittadini, anelare
le
Roma
e nelle
maggiori
citt soggette
mura
e i
SjH-ucrr,
/
'
il
Xif'f-f^rhr.
1
.
il
lusldn,
il
Onde
pi
1 hldo i.
Eucke
Beatus
ilio
il
gir/male,
i
Orazio,
il
tidti
concose
esso
tardi, le
rinunzie e
fughe di
coloro
trarii, che
Ma
ogni giorno
lo
propria traccia,
dev'essere
consigliala a nessuno,
e
se
non non
che vive della cosa che jassa nell'istante che fugge, ed m per principio regolar
tore la fretta, e che
temporanea,
risto-
rare l'animo,
a ricuperare
le
forze.
Ai
non
mali non
e
si
dd
leno-
sono
le arti intese
disperato nessun male cos rimedio. Perci possa dar luogo a qualche ed e/icostanza, di e armatevi di fortezza cimento, V% nel animosi, ma trate cauti,
imir di porre
piede in un
mondo
in
XXIV
PBT^AZIONE
parr
il
falso,
M(i in parte almeno, mondo che si dismiglior solve perch si rifu, e Vesito sar ed del jnnresso. La rifa vuol mvere,
Icca, in tale siio^ imijduosaj e spes,sn le vie che si istinto, e s'avventa per tutfr trova siinse dinanzi, buone e non buone,
<
e se
di nuove. Fate il e apre violentemente che acquisti sempre pii coscienza di se. Ajutafrfn, ajuiandovi. Non vi lasciate
stordir
AFORISMI.
vm
stessi, la se-
renit del giudizio, la visione del fine, Vamore dpjrojyere. Passato il primo sgo-
mento, ti accorgerete di un vasto, bench quasi occulto, travaglio di forze cospiranti a rinnovamento, e vi parr di sentire Voscuro germinare dei semi chiusi
ancora
nelle zolle
profonde.
non
la vita degli
uomini
foMa
(JiiAF, Ecf'f
Homo.
' '
'i
i:i'
-^if
'^^-M ^W i^V
'
1.
biso-
ma
tutt'o due.
tale
gi
moUe
come
che un
e
mandato
in bando,
fu
venta.
3.
il giuoco Sposso chi meglio intende preso s\ forte dal umane, cose delle
giudice,
1.
che bisoL'esperienza ammonisce occhio, un chiudere volta, jrna, qualche ch.aderh non bisogna mai
ma
che
tutt'e due.
o
mondo
un
e
vecchio errore,
conosciuto per
come
tale
mandato in bando,
fu accolto
verit.
come
3.
il giuoco Sposso ohi meglio intende s\ forte dal preso umane, coso
delle
giudice,
iibw . ^t*
V i4fc.'ir^Mrf <*Vr
Al'UlilSMI
AFOlU&Mi
9.
4.
Pochi uomini
di morir;
(iosidoraiio
infiniti
voramento
Sono opero
d'arto in cui
ammiriamo
cui am-
ma
nati.
vorrobboro non
l'idoa, e altre in
l'
esecuzione.
esser
mai
..
quello in cui 1 una Perfette ci pajono ammirare del pan. e l'altra possiamo
1".
quali gli
lenzio
sincera della Chi voglia udire la voce fare sisappia che coscienza, bisogna di s. intorno a so e dentro
11.
Un valentuomo
che
si
batta in duello
stordito, fa
cit
12.
fortuna,
dei boni della Chi, per esser privo aver nulla e si lagna di non
poveri maestri nella gioja del ignorando godere, l'arto di dare e del darsi.
Gli egoisti sono
di
non
'Pip?|Sfitiftf;'
AFOUSm
AFORISMI
18.
i o.
La
politica
Tarte di
chi lo
troppo sposso,
braccetto,
Quanto pi
lo spirito
si
allarga,
la verit e la
posto vi posso.^o
trovare
19.
menzogna
e quale
14.
dell'equilibrio
moso.
l'auto vale l'uomo (luanto vale il confelicit. cetto che egli si forum della
15.
Chi si fida di ognuno, mostra d'avere poco discernimento e poco giudizio: chi non si Oda di nessuno, mostra d'averne
anello
dicendolo buono ; lo Eterno lo giudic, o coeva della critica la che ohe prova
creazione.
21.
Quand'ebbe creato
il
mondo,
il
Padre
meno.
La vanit della scienza comune pu essere veduta da una scienza superiore; non mai dall'ignoranza.
17.
H
pi facile a Essere modesto spesso qualcosa che a chi non chi abbia fatto
abbia fatto mai nulla.
22.
//
tempo
denaro!
duncpio cosa
il
nulla,
di s\ piccolo pregio
tempo?
professione
un
libro
AFORISMI
AFORISMI
28.
23.
Come
li-
il
un
ilipre^so
come
gl'impotenti
sier della
morte
penogni
fanno all'amore
colle
donne.
fa vivendo, L'esperienza che l'uom di laboratorio che esperienza non v' la posta supplire.
30.
21.
Chi
fa
un
libro
ci
metto dentro, di
La
letturn
<ii
un
per
bisogna che paghi Chi savio per se, altri. la stoltezza degli
31.
d'essere letu>,
di copula,
uovrel>l>'
m nna specie
ma
Quand'anche
non soltaniu
ucIlvVOo,
la
felicit
fosse
cosa
ci
ancora feconda.
26.
possibile, la vita si
a procacciarla, e
meno
32.
sensati di qua Molti uomini pajono l dal quale apdi confine, da certo insensatissimi. pajono improvvisamente
GiUF, Ecce
Muiiiv.
.-*
..I..''tot.'jJtf.jj
T-
AFOBISMI
AF0RIS5II
37.
33.
11
che piimamente Molto imaginazioni, i.oi Simdiveinoio naciuoro d'orroro, boli di veni il.
34.
schiavo.
38.
In
,1
un
desorto, per
sia
di
1^
la
guerra col mondo, Chi, essendo in medesimo, pu esser fein pace con sr
lice;
un cuore eh.
so
non ne abbia
guerra con se meBimo chi, essendo in col mondo. desimo, sia in pace
39.
ma non pu non
essere mfelic.s-
prima sorgente.
Ot).
senbone conosciuto o (uando o amava, vita la nua.ta tilo cho tutta agguuvi possono b ^ poco di ama.0
si sia
anche
le
minuzie
P"=3
Non
<rli
gono
alla
;^^f
di assenzio eia di
p-ima
sugo di genziana.
3i>.
corpo, e come 1 oml'ombra del vostro se spariranno talcorpo, bra del vostro della luce, col tornar
ioga,
si
faranno
raluniio.
uMBM^iittiBttdililiiiiBfiUi
AFOEISMI
12
13
AFOKISMI
il
46.
41.
lo spirito,
deprimo.
4i>.
si
con-
mondo
Cosi
dello
i
la
violenza,
come
spesso
la debilit
47.
spirito,
hanno
un
effetto
medesimo;
la sterilit.
43.
nel meraviglia che ci siano stati meravianzi pessimi mondo tanti re stati alcuni buoni, glia che co ne siano ora (luasi condizione, mentre, nella loro
Non
La felicit
Fcriito sulla
corno {luell'osto
che aveva
si
sua bottega:
Domani
far credenza.
44.
Non
mini.
d'ideale, Chi non ha nessuna specie di pudore. specie nessuna non pu avere
49.
a distruggere
11
tempo
se,
distrugiro
mente da
Quando
fatte dagli
le opinioni
si
ricevono belVe
furin le assale,
non
fa so
non
incitarle
altri, facile
avere
le opi-
a iocistere.
45.
dei l)eni
ma-
spirito?
Non
.aiar
APORISMI
14
15
AFOKISMI
66.
51.
L'uomo
(li
persuaderai
elio
animi naturalmente vili, gli animi nae finiscono di nobilitare nobili. turalmente
57.
filosofo
quanti mali bisogna tollerare, e quanti talvolta favorire, perch il malo non
cresca fuor di misura.
Chi ponga soverchio studio in da ultimo far pi che uomo, pu uomo. che varsi meno
58.
volersi
ritro-
Degno veramente
Por
sentirsi,
del
nome
di
uomo
non diremo
lungo
sicuri,
ma
cora<,^gin<i e tranquilli
le vie della
vita, gio^
ci
ilesiderar
una sua legge colui che obbedisce a logge esteinteriore alla quale nessuna o scemare accrescere riore potrebbe mai
autorit e forza.
che mono.
64.
Ributtare da
su
mali
non neces-
sarii degno dell'uomo; ma anche pi degno so|)portare con animo forte i ne-
Misero l'uomo che a giustificazione altro sappia del proprio operare non
invocare che
il
proprio diritto.
60.
cessari i.
il
La
che non
pu vedere con
gli occhi.
AFOBISMI
17
16
AFORISMI
65.
61.
il Chi pu possedere in ispirito materialmente possedere non si cura di
mondo
di esso.
durante la quale fortunosa ed incerta, cose per moltissime di gotto convien far poche. alcune aver grazia di salvarne
66.
La
vita
umana
una navigazione
62.
ignoranza delle cose vecchie, dotte unico fondamento e ridelite, spesso taluni hanno di che alla i)rosunzione
j
Una donna
che
la
amata
ranta.
67.
giornaChi negl'incontri della vita compromessa diveder liera teme sempre propria, mostra e Bciupata la dignit altro che non che la dignit per lui
se
non lavori si possono esedelicato della vita non violenza. guire con ira e con
68.
un
vestito.
64.
Quella che comunemente chiamano una prosa della vita non , a dir vero, prosa; anzi una prosa che
apparenza.
69.
ma
La
nosca
non
detto che
non
si
possa, in qual-
.>
*'J{L^tof"Afc-;i3;
fiS
AFORISMI
IH
19
AFORISMI
76.
70.
Chi uoii vaio a govornaro se, potr Yiolontare, non governaro, gli altri.
71.
Non
v'
lettura
la
pi stucchevole e
pi nociva che della vita. Perci, lettura della prosa durare a vivere, dopo aver
se volete
letto
lunga e continuata
un volume
leggere
di quella
prosa, pro-
ac-
curate di
di poesia.
compagnata
alti,
gradi pi
vorrebbe pi bassi gradi della vita che, appunto perch pi bassi, sono esenti da quei
dolori.
72.
potere
scendere a quei
combina di poesia della vita che profonde e occulte quelle sorgenti terra ci vuole dalla scaturir a farle che poi scamolto studio e fatica, ma
La
La
popolarit
di
solito,
una
ser-
turite,
pi non
si
perdono.
77.
vit illustro.
73.
Se non isperate
di poterlo
sollevare
Sebbene possa
contrario,
allo
volto
parere
il
sui)erioro
non
spn^ito
un modo
un
altro,
contaminati.
74.
Chi vuol essere da pi ch'ei non pu, riesce da meno di (pianto ei potrebbe.
poco inOttimo quel maestro che, una alunno nell' sognando, fa nascere d'imparare. YOgha grande
AFORISMI
21
20
AFORISMI
79.
84.
Uopora (l'arte, se de^na del nome, dev'essere come la creatura che la donna ha nel corpo, la quale s'ha a metter
fuori,
cessit.
80.
A
basta
faro
sana
giusta
gli
politica
non
conoscere
uomini; bisogna
ancora amarli.
85.
non per
elezione,
ma
per ne-
menomo
sentor di pericolo.
86.
pi l'ama.
81.
Non
stesso.
cere altrui
V' chi si vergogna di somigliare agli si vergogna altri uomini, e punto non
di somigliare alle bestie.
87.
82.
Le anime generose
scaturire dalle
si
studiano di faro
non pu credere alla virt cui per quella ragion medesima per alcredere pu non la vigliaccheria
Il
vizio
l'eroismo.
88.
Gli
Non
pi misero
uso della
intelli-
cose che io
non ho;
ma non una
di
Q9
AFORISMI
AFORISMI
23
95.
Quando pure non avesse altre quaavrebbe sempre lit buone, T amoro
quest'ottima qualit, di rendere piane
facili
La
forza
confidente
per
natura.
tutte le cose.
90.
la
contrad-
Nelle cose
umane
di
non
ri-
sentirsene.
91.
menzociali non sanno vedere se non gna ed inganno; i profondi scorgono l'intima verit che in esse nascosta.
97.
La
verit
il
pane degl'intelletti
robusti.
92.
Se non
per natura,
es-
ci
non
98.
poesia pu essere di qualche soccorso a chi dove sostenere il peso della povert, e di soccorso anche migliore
La
L'eleganza
riti delicati.
la
comodit degh
spi-
il
peso della
ric-
94.
La
ita solo
allora bella
davvero
quando ascensione.
AFORISMI
25
24
AFORISMI
104.
100.
Il
Quando
il
fabbricate
una
definizione,
fi
li
di
vedete di lasciarle
lino,
secondo, di
lasciarsi sopralfaro
tiorve
e maltrattare.
non Che
donde
si
trare ed uscire.
io:.
pu mettori
'
sotto
piedi?
La
tire
con l'umilt e
101.
106.
Sono uomini
morire.
quali
meno
102.
La vita degli spiriti superiori suole e coesser retta da principii generali da agitata degl'inferiori stanti; la vita
e piccoli impoti di passione, subitanea
inconsistente.
103.
pu, senza
che paese di pi incerti confini umana della quello mondo sia nel
Il
stoltezza.
109.
di chi perpetua-
Uomo.
26
AFORISMI
AFOWi^Ml
27
no.
116.
Nuoce
dogli
alla
fama
delia pi
gran parte
int ima-
pa-
mente
a quella
degli uo-
Non
veramente grande
a[)i)are
chi,
veduto
diventa il vile L'oro, metallo nobile, passato per le metallo solo quando sia mani degli uomini.
118.
da vicino,
men
112.
grande.
La
specie di
ricchezza
nel
pu
essere
buon
condi-
11
desiderio
una
serpo
di
mento
banchetto
della
vita;
ma
prodigioso,
che (guanto
s'accorcia
commensale cui essa sia tristo quel condimento o vivanda. tutt' insieme
119.
l'utile; ma Tutti gli uomini cercano cosi giudizii fanno di nessuna cosa si
L'incontentabilit dev'essere
petito
un apnon una
schifilt e
una
nause:i.
114.
disparati ed erronei
come
dell'utile.
120.
il
L'incontentabilit pu essere
trario dell'insaziabilit.
IV),
con-
le
infinite
piccole
non c' altro noje e miserie della vita con lo spilevarsi questo: mozzo che
rito
f*
^''Vrf.xUfraf&i' r.fc
"^
28
AFORISMt
AFORISMI
jac7
121.
127.
La pi
Ci sono
pi che a furia di volere evitare ogni un piccolo orrore, fanno dell'intera vita
error solo.
128.
Chi
la
il
bone.
Quanto pi
ti
rit
una grande
disgrazia por
la
ve-
La calma
fatori.
la
trion-
Per
forte e risoluto
30.
Il
buon
gusto
un pudore
dell'in-
gegno.
131.
Il
monete false, mato adulterate, o corrose: non hanno mai il valore che mostrano d'avere e ohe
parole simili a
dovrebbero avere.
12(;.
Vinci
il
il
Coloro che dicono nulla potersi fare di profittevole in questo mondo senza ajuto d'arti disoneste, fanno al proprio
80
AFORISMI
AFORISMI
31
1^:V
138.
Tu
il
dovere. Bonissiino:
la
aspetta
tcieaza
un momento, che
ti
mia
co-
possa riconoscere.
l:U.
fuori di voi.
139.
rum impossibile; ma c' al mondo certa gente che riesce a morire, sebbene non sia mai stata viva.
135.
Chi, per
l'arsi
meglio
servire, crede
e quello
elio
g' indi dover intronare e sgomentar feriori con r irruenza, l'asprezza, la molteplicit dei comandi, si rassegni a
scalmana e rodomonteggia;
ma
il
bene comune,
e di ci
non
si
vanta.
non
sia
possibile
il
caso, e
non
piuito insia
136.
frequente,
che
una
la
superstizione
Xon
vera
amabilit dove
vera amorevolezza.
137.
verit scientifica
142.
di
folla, fatt
Non
AVOmBMI
AFOT!I^=MI
33
143.
147.
gii
avvenimenti
intosse la storia
non
siano, se
La
non por
iiomiii,
formano
relettuario che
conserva la
senza
di che la storia
sarebbe
.
non
114
Sii
giovano, pur
diventar vecchio;
sii
Hanno pochi bisogni di pensiero codi loro che mai non sentono bisogno
nuove
parole.
149.
Nel sapore
sapientissimo,
Terroro,
di
il
Non di rado nel torto degli uomini che di gonio si trova pi di ragione
nella
ragione degli
uomini comune-
d'oro in
monte
detti ragionevoli.
150.
umana
vi
le
Chi erodo che nel giro di pochi anni societ umane possano passare da
vivere miserevole a
che pi di
capire.
pu
un
un viver
beato,
pu erodere
un'ora
i
sa-
t^tra
AFORISMI
35
34
)
AFORISMI
157.
152.
T/iiomo volgare cerca (]i appropriarsi beni della vita; l'uomo nobile si prodi raeritarli.
1'::.
Lo
pone
Difficile (lire
quanto un re abbia ad
non
un uomo, scruta
la qualit e la forza
proclami un gran
154.
re.
L'ingegno
noscere,
uomini bisogna coPer giudicare non solamente ci ch'ei sono, ma ancora ci che s'imaginano di esgli
sere, e ci
Infinito
il
numero
di coloro che, o
il
nu-
delle
umane.
161.
Nel considerare lo cose tutte siih speSpinoza, cie ademi, aHa maniera dello pi all'uomo quale il rapimento, certo non permette d'essere partecipe, n dei
fare sproIl buon senso vale a non inpositi; ma non vale a scoprire o
comuni
piaceri,
vte.-ajjrai'l
AFORISMI
AFORISMI
37
167.
162.
simo,
Di ehi sia troppo incurante del biadi chi sia troppo avi<lo della
Far germogliare,
crescere,
fiorire
lode, dinida
egualmente.
163.
remunerativa V
168.
Non
umiliare
gli altri
con
d
la supe-
riorit propria:
maniera
generosit
nobilissima e singolare.
164.
Fra
forti,
La menzogne
via della
verit
lastricata
di
e di errori.
170.
possimi
violenti.
occhi dei
dignit,
mono
lanti.
ma
della
dignit
non sono
La
non
ci si
accompa-
gnato da perdita.
172.
che viva pu pagare che non tutti i suoi debiti; ma quelli rialmeno si possono pagare bisogna
Nessun uomo
Conversate con
volete che
le
cose grandi, se
non
le piccole vi alloghino.
conoscere.
^^Al^|Sta^n^MddE^tj8
AFORISMI
:)8
39
APOKISMI
'1'
178.
173.
di politica troppo spesso Tarto^ legittimi e e reali gl'interessi tradire ingiusti. di crearne d'iinaginarii ed
La
vecchi, se
po' di
non
vi
abbellite di
un
vi
bont, di che
cosa
dunque
abbellirete ?
179.
174.
Lo
spirito
che nega
l'altra faccia
ma ("orto, lo parole non sono azioni; qualche volta una buona parola vale
quanto una buona azione.
17
1.
certi
le
uomini
al
riccio:
parti.
181.
i)iccolo.
animo
Dove comincia
nire l'orgoglio.
i
l'
invidia dovrebbe
fi-
desiderii sono
come
trovi.
gradi di
una
182.
la sali e tanto
meno contento
ti
Amore ideale vero cjuello che soggioga l'appetito, non ([uello che nasce
d'
inappetenza.
177.
Siate ragionevolmente
indulgenti
im.
spongono
gli
L'ignoranza essendo assai volte altezzosa e caparbia, bisogna che la scienza sappia essere mansueta e modesta.
vere la verit.
40
AFORISMI
AFORISMI
41
184.
100.
ly ignoranza
tiiporoYolo:
non
por
sr stossa vi-
Non
si
ma
.
lalo
diventa
quando
parto d'imbecillit.
191.
non
ci
si
che non
18:.
Armo
niero;
Le buone amanti, se poi diventino mogli, sono quasi sempre cattive mogli.
192.
l'uomo
L'impudenza, quando passi certo termino, non dessa una maniera d'ingenuit?
193.
Non
di
vi
avvilite
vili.
a giustificarvi coi
Non
mondo
far
chi
grande nel
l'odio,
disonesti e coi
sfidare
194.
disprozzaro lo scherno.
188.
L'uomo
di rotto
intendimento e di
Uomo
uomo
ma
senza difesa.
189.
V' una
il
zia
mal: disgra-
di
codardia.
GiiAF, Eece
Homo.
h'
^ l.tWi.-SS'tMii
AFOIUSMI
43
42
AFORISMI
201.
1%.
Siate guardinghi nel dire che troppa bont nuoce, perch sul)ito i tristi se
errori pi facile pentirsi di pochi pentirsi di molti, a perch molti, di ohe troppa bisogna condannare e rinnegare
parte di s.
20:^.
La ragione molti pregiudizii condanna in prima istanza, che poi in seconda istanza assolve.
198.
te
sale,
salgono la
calunnia e l'improperio; ma tanto pu l'uomo salire, e tanto prendere su di lo voci. essi d'avanzo, da non pi udirne
199.
che
gli
204.
l'aveie con b
Non
cedete mai al
dell'ira:
non
che
il
men
necessario
il
dimenticare
ricordare.
pulso dell'amore.
*JH'--^"^^-
_\ ^,..
^.*-d_-.i.Aa
^... i-3i.i<ti.a.AJi:A^j^ci:*^
44
AFORISMI
1
206.
11
AFORISMF
45
211.
modo
pi^'i
gli astuti
di
hanno
torto di disprezzare.
212. 207.
Troppo complicare
ci
la vita, e
troppo
porge
ingombrarla e infestarla di negozii e di faccende, vuol dire farla parere anche pi breve che non
213.
sia.
208.
A ben conoscere
giova osservare
i
gli
uomini
fatti
pi facile
passaggio dalla
stima
fanciulli.
214. 209.
Gli
trop-
norma:
po vilii)ondore
son
piccoli.
Amore senza stima mezzo amore, Che malamente vive e peggio muore,
per
un
nulla in odio
215.
si
trasforma.
210.
Beato chi da giovane sogn tali sogni che possa, da vecchio, seguitare a sognarli.
I-
A-<*^*M<aw^jtflaCij^Jtft
n
44
AFORISMI
AFORISMI
45
206.
Il
211.
modo pi
gli astuti
a noi medesimi
altri.
di
hanno
torto di disprezzaro.
212.
207.
Troppo complicare
ci
la vita, e
troppo
porge
ingombrarla e infestarla di negozii e di faccende, vuol dire farla parere anche pi breve che non
213.
sia.
208.
bori
conoscere
i
gli
uomini
fatti
giova osservare
fanciulli.
214.
209.
Gli
Figliuoli cari,
abbiatelo por
po vilipendere
son
piccoli.
i)iccoli,
essendo, o pa-
e peggio
per
un
nulla in odio
215.
trasforma.
210.
Beato chi da giovane sogn tali sogni che possa, da vecchio, seguitare a sognarli.
i*
..
46
AFUKISMI
AFORISMI
47
216.
221.
Si
danno uomini
si
di cosi alta e
pura
religiosit che di
sitiva
denza
Il
pudore
pur sempre
la
la
pi sicura
capo, Meglio ricevere una tegola in perpetua di doche vFvere con la tema
verla ricevere.
223.
11
maschio.
218.
aumenta con
l'al-
224.
s'adagi nella
La morale
V' un'arte
di far
che
gli
uomini
Non
non
disa-
merita troppo rispetto chi sempossa manpre in timore che altri gli
Non
dis&io
che di superiorit.
car di rispetto.
ti.
-M-j5fc~^*-'t-
* ' ^^
'
'>-
--.yjrt rfri!
J *vtL^'-Ji^:X/tf-K
fJu
ijJitig.Jte.>iifi^g3Li!>iff Jart..*
'
.K..r'K-4f.>yh^.aWhJlh'4ji5l>t|j''*fc^'t^
'!
AFORISMI
49
48
AFOKlSAU
232. 227.
Gli
uomini
affatto privi di
ambizione
sogliono essere di due specie in tutto diverse, anzi contrarie: di quelli che sentono di se molto bassamente, e di
quelli che sentono di s molto alta-
pi
ci
vissuto,
ma
233.
chi pi ci
servato.
mente.
228.
La mansuetudine sarebbe una ben povera virt, anzi non sarebbe punto
una
virt, se
inopportuno e irragionevole.
229.
Nel viaggio della vita non si danno strade in piano: sono tutte o salite o
discese.
235.
Chi ha buon discernimento, e pratica del mondo, usa con gli uomini cos'i diversamente come sono diversi gli uo-
mini medesimi.
230.
si
deve
gi d'essere troppo
ma
s\
L'amore
cieco,
secondo
casi,
un gran
236.
un gran
veggente.
231.
I/uomo
malanni.
GliAF, Eeee
-:.
.-.^*,.a..^^..a^LJ^...-^.M&^'^^a^-M'^^--^-^-^^,^^^^t^a-aJ^j*^^
AFORISMI
51
60
AFORISMI
243.
237.
molto pifacilo abbatter g' idoli che sono fuori di noi, che (luolli che sono dentro di noi.
288.
Dei mali della vita che non sono curaro, non ti curare.
239.
pos245.
Arto
intelletto,
amoro
e vita.
massima
parte, l'arte
246.
buona
della vita.
2-40.
d'
co n'
nasco di conoscenza.
241.
(juattrini,
La
Meglio rimediare a
lamentarsi di mille.
un male
solo che
f -^.^
^Mt
-fli
"'
^\Cmi
^Jrjd
al
Al
HUiaMi
MDUTSMl
53
249.
254.
bile
al
me-
ritato castigo; le
mezzane
vi si rasse-
(jualche
modo compensi,
\
col piacevole
g nano-,
le superiori lo
invocano.
maniere
af-
e del linguaggio
fatto in
ma
250.
255.
intollerabile
brutta.
donna o vecchia o
U ingegno
che
come
il
fuoco
in qual-
modo
si fa
sentire.
256.
Non
Certe persone sono come i pianoforti scordati: tocca il tasto che vuoi, sempre daranno cattivo suono.
257.
Bisogna
superbia
si
che
la stessa
rimanga per
252.
istracca a
mez-
Certe donne
proprio (luando
si
ammantano
di
pudore
zo doirorta.
Non
Tia
morale
tra l'altro,
anche un'igie-
ne dello
spirito.
259.
il
conil
Altro
il
Dante
vedono
ma
per
a molti fa
l'altro.
comodo
di spacciar l'una
presente e non
il
futuro.
54
AFORISMI
A FORI? MI
55
260.
266.
libero.
So tu servi
Sono pi
orandi
istruttivi
gli
errori
dei
in-
intelletti
21.
tellotti piccini.
Non
animo
267.
Dimmi con
chi vai, o
ti
loggo, e la
268.
Troppo
volto
\oggo
Nulla pi
facile
che
farsi
applaudire
rale.
dalla canaglia.
264. 270.
La eleganza
non presuma
che
Non sempre
gli
ri-
di tutta la vita.
271.
265.
Chi
fa,
potr
dolersi
di giorni e di
anni perduti:
ma
chi
nulla
fa,
dovr
Distinguer nettamento tra le mutazioni che avvengono fuori di noi e quello che avvengono dentro di noi,
operazione delicatissima e difficilissima.
tii^i.t-tt.M..^M'-'\-j.t-..t^
-j^i^
-i^a. 'MaJ''^-'^^^^'^^^'ai'^^'-^=-'^^>~'^^*J^:.S^>ft^^'*^'--^-^;?JiaM^^
AFORISMI
57
56
A,l:'uKisM.i
272.
277.
sa ;
Dato ascolto al consglio di chi molto ma, soprattutto, date ascolto al conmolto vi ama.
273.
aria a
si
pos-
siglio di chi
non
tollera indugio,
rompete
vetri.
Nessuno tanto in alto che non possa alto, e e non debba guardare pi in
sforzarsi di salire pi in
274.
alto.
278.
Pochissimi
gli
tollerare in altrui
JjQ intelligenze sono
le quali
come
se
le piante,
279.
non prosperano
non entro
intelligenza
senza qualche
d'intelligenza, cosi
nessuno senza
fare bonissima prova sino a certo in su, livello, che voluta portare pi
pu
Fare la carit dovrebbe voler dire ben altro che fare l'elemosina.
281.
Amoreggiate con
piace;
cauti.
ma
276.
1
Rozzo stupido uomo quello che mai non s'ebbe a vergognar di s stesso.
mali della vita, e si susseguono con cos rapida vicenda, oh' stoltezza voler di ciascuno fare
Sono
tanti
lunga lamentazione.
GitAF, Ecce
Homo.
**
j'i.vit.nf-ji-a.^
58
AFORlSJn
AFORISMI
59
28-2.
288.
La
verit
Non
al
mondo
cos perfetto
bu-
mora.
283.
289.
Tja verit
il
contrario
(lolla
bugia,
Non
non
della finzione.
284.
fiori.
Poeti e
filosofi
ventura, di
vivere
(juante lo cose.
291.
La
atti,
generosit
si
ma
dall'
animo.
286.
AUiu
ficenza.
i-
San Francesco d'Assisi predic ai agU pesci; Sant'Antonio da Padova mai che uccelli; ma non vi fu santo
abbia avuto la disperatissima idea di
predicare alle pietre.
287.
fare
lamento lo tem-
293.
Di
solito, chi
si
innalzano.
pi
a 1
AFOBISMI
61
60
AFORISMI
300. 294.
Oli
feuiio
elio si
Il
male
si
fatto
si
pu espiare; disfare
non
pu.
;i01.
a lunffo educabili.
un
para-
diso
Trista
quella
cortesia di
modi che
maschera
la villania
dell'animo.
diso in terra?
302.
2VI().
Chi vuol
salire,
guardi in
alto, e si
Non
vi fidate di chi di
nessuno
si fida.
guardi anche
ai piedi.
303.
297.
La
deve
realt
un
Se
il
riccio avesse
un
telligenza,
Rattoppare
f
checcii
si
un
Cerbero ha
304.
..1
tristo lavorare.
299.
tre teste,
ma non
un'
in-
numero
delle
I superiori
tali,
se
305.
La paura
raggio,
sempre in armi;
fa
il
co-
degni.
quando
bisogno.
am.
U-t-itA"
lVj^lA'l-JMf*- ->
it,' .Xlt'l-i'
^JJg^wsWJ.-^jJi
62
AFORISMI
il
AFORISMI
63
311.
;<Mi.
Il
primo
Misero chi
l)ollo
ha un nemico
nella pro-
croaiizo
affettuoso.
un animo
:vh
Bchiotto, delicato o
nel pria sua casa; pi misero chi IMia proprio suo cuore.
M2.
Chi pi
si
Saper distinguere negli avvenimenti nei e nelle operazioni, nelle tendenze e moti del proprio tempo il buono dal reo, il profondo dal superficiale, il duraturo dal transitorio, solo degli spiliberi. riti pi luminosi, pi giusti, pi
:08.
agita,
mono
opera.
aia.
Non
possibile
civilt
senza una
Leggete per acquistare spiriti alla vostra vita; mni vivete per leggere.
:09.
mirazione.
ai5.
Degnando
inferiori, voi
di
saper
Buona tempra
saldezza.
di
spirito
quella
e la
pochismolto; ora m'avveggo di sapere vita simo: eppure non possibile che la
sia
che in so concilia la
ffessibilit
un progresso
nell'ignoranza.
G4
AFORISMI
APORISMI
65
317.
323.
all'et propor-
che apparten-
della vita
non
im324.
Una
:U>s.
delle
Lo
opinioni
si
possono sposare,
il
ma
divorzio.
utili
n ne-
Spento che
sacroj
})iii
sia in
si
un'anima
fuoco
cessarii
non
raccende.
320.
mosamente.
82(5.
Mala eleganza
il
ciuella
spontaneit.
se siano di pi impoditnonto
i
e biasimar del
Dubbio
alla
passato, sono atteggiamenti antagonistici dello spirito, ma che nascono da una medesima insuffi-
verit
nemici dichiarati o
gli
cienza critica.
327.
amici imprudenti.
B22.
Dinanzi
il
alle
Tanto vale
l'arte
quanto
conccLLo
contrasti
offu-
iti
AFORISMI
AFORISm
67
328.
333.
Sono senza numero gli atti di carit che ruomo pu faro senza che nulla
gli costi.
Non
apra
il
detto
cuore.
334.
329.
Amato
elio
le
cose
belle di tale
amore
le
Volete correggere do' suoi di fotti qualcuno? Pale, non che tema di voi, ma
che
si
vi
ajuti
a sempre
pi amare
buone.
33:).
vergogni di
s.
330.
I
da
spiriti piccoli
procurare troppo
malcontenti
lungamente dura.
331.
337.
trottante, se
non
pi, di buone.
mediti
332.
il
tutto.
338.
Di nessuna cosa pu
critico chi di so stesso
critico.
veramente esser
Preparate
presente.
non sappia
essor
passato e
"'
jrt-tT..-*
-J-w^HliL-Wf
.lel.
^**"Vj'At''jriaiii^3iw>Lt
68
AVOUSMI
AFORISffl
69
u.
345.
Non
disprezzate
mai
lroi)po
l'opi-
buono, e ti tocchi vivere anche in compagnia di malvagi, avrai questo cruccio, che alle volte ti parr
Se tu
sei
d'esser simile
ad
essi.
Non
suno; neppure sj
341.
II
Ben poco insegn la vita a colui cui non insogn a sopportare il doloro.
342.
Ai traviamenti di un animo non abietto vi pu esser rimedio; alla naturale abiettezza dell'animo non v'
rimedio.
347.
ili
Ci che
scusa
non
isc'usa gli
348.
Spesso coloro che tutte sanno le eleganze del vestito e dell'addobbo, nulla
mai uomini tu
sei
Forizzonte
Tale
mondo
il
ventre,
non
dogli
riori
buono a far retto giudizio uomini mediocri, che dei supenon buono a intendere nulla.
-.>.-'*
I^J:tft.ira^>e^l.t.'*,^3C
>.'.ji'-J^-'
'^
'^
' N'^^a^J*^K^jii
70
AFOmSMI
AFOBTSMI
71
350.
355.
Doli'
animo
dicare dal
Chi noi
di
noi creda;
seppe allVancarsi.
331.
air intelligenza.
356.
Tu mi
vuoi esaltare,
io
mi umilio;
L'uomo
fensivo;
sivo
tutto buono.
II
Il
357.
Of^tsor
grande;
il
tiranno
domestico
L'artificiosit
sempre meschino.
353.
perci la vera
essere semplice.
358.
atti
le ragioni, ,
o
in
cattivo.
Quel popolo che, pi che in so, spera un salvatore, non merita molto d'es-
sere salvato.
359.
L'
uomo
che
superiore pu sembrare
faccia
tal-
volta
contro alla
morale,
Tu
forse
che negli uomini possa essere bont, se non dopoch alcuni uomini ti avranno
fatto assai
male.
AFORISMI
81
72
AFORISMI
405.
360.
Non
non
si
evolve;
Non degnare
Qual
, fra
Chi lascia
scolpa,
.j
la
proprio capo, e
,,1
l'ingiustizia.
Anclv^
lo
come
lo
stomaco,
volta.
di tutte.
ha da poter
reoere,
qualche
:;(:.
Non
profanare tu stesso
364.
il
tuo amore.
409.
Vuoi sapere se il tuo amoro bello degno? Guarda com ti solleva al di-
non v' Dei mali comuni e pubblici ci ho non Io dire: possa nessuno che
colpa; io
sopra di te stesso.
365.
non
c'entro.
410.
ohe
tuoi peggiori
te,
intorno a
ma
dentro di
sudiciume morale.
GRAF, Ecce Homo
11
AFORISMI
81
72
AFORISMI
405.
360.
Non
si
evolvo;
Non degnare
, fra
cresce.
Qual
Chi lascia
scolpa,
la
proprio capo, e
l'ingiustizia.
407.
Anche
lo
spirito,
come
stomaco,
di tutte.
ha da poter
rooore,
qualche volta.
Non
profanare tu stesso
364.
il
tuo amore.
Vuoi sapere se il tuo amoro bello degno? Guarda come ti solleva al di-
pubblici
non v' ci ho
sopra di te stesso.
non
c'entro.
410.
il
su-
che
tuoi peggiori
te,
diciume materiale,
il
intorno a
ma
dentro di
sudiciume morale.
GRAF, Ecce Uomo.
-v^aaa^Jtl^aiS5!afiii
AFORISMI
83
82
AFORISMI
417.
411.
Chi conosco
di
difetti altrui
uomo
buon discernimento;
i
di
molto mi-
proprii.
dell'uomo addormentato La la faccia delmanifesta molte cose che nasconde. l'uomo desto
faccia
418.
412.
una ruvidit di modi dio pu bene accompagnarsi con la bont delTanimo; ce n' un'altra che del tutto
C'
l'esclude.
413.
terribile pianta
fiorisce
che
se
non
taci.
potenza o sicuChi fonda la propria veda di non rezza nel timore altrui,
fuoco
:
L'amore
come
il
se gli
manca
l'alimento, si spegne.
415.
farsi anche passar corto segno, e di non perch l'odio temere, che odiare pi ci che vincere il timore, e osar
pu
il
se qualcosa
non
lo agita, imputridisce.
Chi non
si
il
AFORISMI
85
84
AFORISMI
427.
429.
Non
la
il
tetto a fare
si
curi d'andar
Sono alcuni ingegni che non riescono a farsi strada, non per inottitudino propriamente,
dit.
L'uomo
tiepido
caldo
una
forza;
solo
Tuomo
l'uomo
ma
non
niente.
429.
424.
L'uomo
cattivo
pu bene qualche
altri
dicono
ma
gli quasi
impossibile ch'ei
non
Gran
tarlo
dev'essere la verit se
riesce a traforare la
umani
infelicit, co-
cervelli.
431.
me
ombra avvelenata.
426.
etar
ferenze.
L'acquazzone impetuoso e breve bagna le zollo sopra sopra: solo la pioggia lunga le penetra a fondo e ravTiva.
bia
cam-
nome
..-- 4wi..v.ja,j.v.ii'i'ijj-.'aSei,aitfJ^S?i
86
AFORISMI
AFORISMI
87
433.
<lli
ti
439. di graIl
eroi
frutto
dell'
cho pi lento
matura
tud ino.
Solo
l'anima
(lualit
uomo.
440.
cho
Il
ma
di deridere.
435.
441.
alla
alla
II mondo non si giudica bene se non da chi, dopo esservi stato in mezzo, se
ne apparta.
442.
si
Due
attitudini
richiedono in
uomo
Se
giori,
gliori.
i
migliori
i
non s'impongono
ai
peg-
443.
Della vita
si
giudica
tura e confgurazion di
dosi in alto.
conoscere
so a
propri i
condi-
condanna da
una
zione inferiore.
444.
I
lo
valorosi
amano
di
AFORISMI
81
88
AFORISMI
405. 445.
Non
cito
lecito all'
uomo
ci
che
fini
Non degnare
le-
dell'ira
406.
tua
gli abietti.
alla
natura:
abietti.
conseguire
alti
con mozzi
Qual
; fra
4 16.
L' originalit
spirito.
"
una
447.
solitudine dello
Gli arciprudenti, o hanno cominciato con qualche grosso sproposito, o con qualche grosso sproposito finiscono.
448.
di tutte.
Un
buon
libro
rende migUore
colui
che l'ha
scritto.
Le Yie troppo battute non sono sempre le pi sicure, mentre sono sempre
le
non v'
ci
ho
pi nojose.
450.
I
cre-
sciuti
ma
11
II
AFORISMI
83
82
AFORISMI
417.
411.
di
a faccia
proprii.
412.
una ruvidit di modi che pu bene accompagnarsi con la bont dolranimo; ce n' un'altra che del tutto
(7
l'occludo.
.
La
civilt
non vegeta e
inaffiata di
una non
terribile pianta
fiorisce
che
se
non
lacrime e di sangue.
419.
413.
Se
Galateo
di
sai di
non poter
quella
420.
potenza o sicuChi fonda la propria veda di non altrui, rezza nel timore
fuoco
:
L'amore
l'alimento,
come
il
se gli
manca
si
spegne.
415.
di non farsi passar certo segno, e perche Iodio temere, che odiare pi osar ci che e timore, pu vincere il
il
anche
se qualcosa
Chi non
si
416.
L'uomo
si
84
AFORISMI
AFORISMI
85
427.
422.
Non bastano
la
il
tetto a fare
si
curi d'andar
42:.
i
L'uomo
inettitudine pro-
428.
caldo
una
forza;
solo
non per
priamente,
dit.
ma
Tuomo Vuomo
424.
I
giudizii ohe
diamo degli
stessi.
altri
dicono
L'uomo
cattivo
pu bone qualche
ci
ma
gli
4B0.
Gran
tarlo dev'essere
la
verit so
del torto.
425.
umani
infelicit, co-
corvelli.
me
ombra avvelenata.
.
La
star
426.
ferenze.
432.
gna
le zolle le
gia lunga
;W^="R*SrS?fSWi'St?^T*'-'':
>auA^'2lB&^-A.j.flL
&Ai
86
AFORISMI
AFORISMI
87
439.
(li
eroi
di gra-
Il
frutto
che pi lento
matura
titudine.
raniina dell'uomo.
440.
Sol<
lo
qualit
far
Tuo ino
po;;fc50n()
grande
l'arte.
Il
ma
di deridere.
435. 441. alla
11
mondo non
si
alla
442.
Due
attitudini
si
richiedono in
uomo
Se
giori,
migliori
i
non s'impongono
ai
peg-
dMngogno: saper
gliori.
443.
Della vita
si
giudica
come
della na-
J"
amano
di
camminare per
Si contonti di
di parole chi
le
per
'U
AFORISMI
89
88
AFORISMI
451.
445.
Non
citn
lecito air
natiira:
abietti.
uomo
ci
che
le-
Badi
in
altri
alla
conseguir fmi
alti
con mezzi
non eopprimere, ni
446.
L'originalit
spirito.
una
447.
solitudine dello
Dubbio
cori
so gli
gli
con
arciprudenti, o
hanno cominciato
carattere.
454.
es-
Un
che
buon
libro
Tha
scritto.
tamente getto.
449.
Le
le
pre le pi sicuro,
Chi
si
il-
lusioni,
rimarrebbe nudo.
456.
pi nojose.
450.
I
cre-
sciuti
ma
MitKimtiKiiiitH^'teiMHffatK^flMi^^&S.'t,
Il
iiiii
irtira
iiiffiii
fWitiihriilBiMiiflfaiJaftaSJ
AFORISMI
91
90
AFORISMI
463. 457.
Non
non capace
vergogna.
458.
finiscono male, quelli noi romanzi che peggio, non sono i ro,lvo finiscono
manzi che
che
si
si
scrivono,
ma
romanzi
vivono.
464.
Ricusa di disputare con l'insensato, porche in nessun modo potrai far valere
la
il
solo tesoro
che
l'
uomo possegga
non
in
465.
si toglie Chi s'alza troppo, facilmente i quali, pi non uomini, degli alla vista
dolori di cui
possiamo inorgoglire
460.
vedendolo, pi di lui
non
si
curano e
folla,
sar pi
non
si
ricordano.
466.
ele-
chiamano uoI pi di quelli che si ai mezzi, quanto mini accorti, sono tali
non gi quanto
ai fini.
467.
in alto,
Il
.
^r
"'
wf
' Jli-
AFORISMI
'
93
'Mi*
AFORISMI
473.
468.
So
e'
gli
la
so
ne
ma anche men
474.
stito,
volgarit pu mutar casa e veazzimarsi, lisciarsi, andare in carla rozza, sedere in trono, e sar sempre
La
non pu in care ohe l'esperienza sua tua. dell'esperienza veci le tutto fare
475.
T/uomo, quanto pi
possiede, tanto
meno
si
possiede.
471.
gliaccheria,
Vedrai quanta stoltezza, quanta viquanta tristizia, si nascondono talora sotto la maschera del 'buon
senso.
477.
Inimicizia da
pari a pari:
da supu ossero se
i^
>-..jfEft|g
Wa^.'Afa"
!l|
AFORISMI
AFORISMI
95
478.
484.
Accettato
la verit
di
buon animo,
vi venga.
di generosit quella
mano
altro che
una
delle
tante
fasto.
485.
I
gli
guai
astri
della vita
del cielo:
monta,
eroe;
l'altro
spunta.
486.
Achille fu
un grande
diffcili
ma
ci
sono eroismi pi
(inolio d'Achille.
e pi rari di
481.
Se volessero parlare di ci solo che intendono, gli uomini quasi non par-
L'uomo
di
mala
fede,
non
solo ne-
lerebbero.
487.
ma
ancora t'im-
torto.
La rosa ha
sto la rosa
le
il
Si
quali
ai
A chi
la
La ricchezza pu essere, in qualche modo, una base non pu e non dev'essere mai un fastigio.
;
489.
Checoli dica
i
il
proverbio,
non
tutti
vizii
sono
figli dell'ozio.
.-
.-^--.-ti-A,.^*-....
. a
-Aite-rr-J-i.^
AFOTTISMT
97
96
AFORISMI
496.
490.
Mi
piacciono
santi
ma
a quelli che
Quel grande
sofista
ch'
il
mondo,
tengono in mano un giglio preferisco quelli che tengono in mano una spada.
s'ingegna di distinguere tra colpe che disonorano Q colpe che non disonorano.
497.
A
chio
oc-
sereno;
ci
Colpo irrandi, colpo piccole: non v' colpa cos\ grande che annienti l'uomo;
sereno.
cosi piccola
che non
lo
498.
Chi veramente innamorato della bellezza, la scorgo pur col ov'aUri non
il
Non
vero.
ogni
uomo che
499.
dica
il
vero
ama
sospetta che
sia.
493.
La miopia
l'albero,
fisica
ognuno s'ingegna
di
L'ideale
devo,
come
aver
di
valere
che giusto.
495.
Da compiangere l'uomo
da quello che non sa
parlare;
tacere.
Che cos'
l'uom( che
invidia
l'al-
tr'udmo, se non
in-
98
AFOHISMI
AFORISMI
99
502.
DifTicile
507.
non
ci
Semplice e melanconica storia di quasi convergenti; tutti gli amori: due linee
un punto
genti.
di contatto;
due
lineo diver-
508.
pu dare
altrui l'edi-
uomo
grande.
pi
in faccia al
Te-
il
tristo si far
"Fuorch
606.
l'onore,
nulla
Non
paja, so
se
umana
che non
perduto !
guardata da un
lato, assur'da;
guardata da
un
altro, ragionevole.
Se
tristi,
ti
612.
Prima
di accordarti con
altri,
vedi
se sei d'accordo
con
te stesso.
AFORISMI
AFORISMI
101
513.
619.
altra
virt,
Cosi (piando la
l'oiinarsi in
alla virt.
primo
^raclo della
generosit di
il
riconoscilo e confessare
515.
proprio torto.
520.
Amate
tinozza.
la forza, e
non disprezzate
la
Chi cadde u si rialz, spesso pi fermo in sui pi di chi non cadde mai.
516.
521.
Molti
chiamano
hanno
diritto.
Spesso chi tutto assaggi, voitoIjIx potersi barattare con chi non abl)M
assaggiato nulla.
517.
La calma
dizii della
uno
tra
pi sicuri
spirito.
in-
forza di
uno
523.
chi
farsi
odiare da
tutti
ossor'
amato.
meschino
di
524.
102
AFORISMI
AFORISMI
103
525.
530.
novantanovo centesimi della critica b fa tra gli uomini non nasce gi dairamoro del vero, ma da presunzione,
I
A
zarsi
che
di stendere la
mano.
arroganza, acrimonia,
gelosia.
52t>.
litigiosit, astio
Uomo
di
alti ideali
non
alti
pu('
essere
titoli e
nelle
pompe?
sei.
I
vano, e in
allignano.
uomo vano
527.
ideali
non
non
li
La
sono
verit una;
lo
il
ma
Il
innumerevoli
il
ma
altri
spesso
nome,
datura.
La
piet
Fa d'aver sempre a mente che ogni uomo che vive in questo mondo, comunque ei ci viva, un pover'uomo.
534.
compagnia.
I!l]
529.
Non
chi,
si
ti
confondere a contraddire a
uomini del tempo presente sono molto bene difesi di fuori, e affatto inGli
difesi di dentro.
'A
\ j
104
AFORISMI
AFORISMI
105
'%
i'a
540.
olio
Non amaro
tresti
neir arto ci
non
po-
Pu
dolore.
dire di
amaro noiruomo.
a scuola chi
Povero quel maestro che non sa essere maestro se non fra le pareti della
scuola.
5B7.
Spesso
clii
pi capace
d' ira,
meno
capace d'indignazione.
o
Per sempre pi voler sapere che cosa accado intorno a loro, gli uomini oramai pi non sanno che cosa accada in loro.
'H.
543.
I casi
pi tragici, avendo
il
conforto
gi
della grandezza,
revoli.
non sono
544.
pi mise-
ridurre in
proprio dominio,
ma
Nessuna concordia
quella che
degl'ideali.
si
cosi stabile
come
mondo bisogna
es-
pecora o lupo, non pensa ohe l'uomo, ai)punto perdio uomo, non devo
545.
Una burrasca
Qrap, Ecce Homo.
purifica
l'aria:
una
106
AFORISMI
AFORISMI
107
546.
552.
noi-
Tristo
Tuomo
in cui
pi
nulla
ri-
r ugne.
547.
manga
pi servo di colui che sempre
dol fanciullo.
553.
Chi
Dilllcile dire
utile, se
sere saputo,
perseverare in
mutabile.
Of).
ly insufficienza morale
ficienze dello
spirito, la
delle insuf-
Non sono
pi
lamentetutto
mondo.
556.
vole, perch
lo altre.
suppone e riassume
651.
Dove non
contrasto,
557.
non
vita.
La
filosofa,
es-
sere, dov'essere
un
1U8
AFORISMI
AF0RIS51I
109
558.
Diflcil mento
563.
avr
il
Tale forse la
natura di tutte
le ci-
futuri.
L' inibocilio
solo
allora
perfetto
quando
si
reputa un gonio.
5t>0.
di La ragione non merita veramente non il chiamarsi con questo nome se dubitar di se giorno in cui comincia a
stessa.
565.
non sarebbe
561.
al tutto
Il
villana.
primo dovere di
si
un uomo
d'in-
gegno
becilli.
un
566.
orror
procedente, ed a
uniformeraonto
fermano? tu cammina.
567.
indefinitamente.
562.
Disprezzare gU uomini, e nulladmeno cercarne il plauso, e non isdeottegnare nessun' arte pi vile per in frequente contraddizione nerlo,
troverai a
fronte di
chi sia
il
tuo
molti che
si
110
AFORISMI
AFORISMI
111
568.
673.
I
ti
un
soffio
il
basta a
fiore.
Vuoi ottenere stima da qualcuno? Mostra di fare gran caso della sua stima.
575.
La come
scienza
C' una bruttezza del volto non da altro prodotta che dalla ignobilt dell'animo.
Non
abbia
il
Le nuvole
volo doiraria,
certa altezza.
dell'anima,
com
lo
nuI
577.
non possono
salire oltre
le
572.
da nessuno.
i
quali
578.
non la sagacit istintiva od animalesca di una cupidit sempre desta e non mai sazia.
se
non hanno
Non
quando no
sponta-
sia ragione,
non sappia
farsi
noamento soggetto.
112
AFORISMI
AFORISMI
113
579.
584.
A
gna
certi
sconvolgimenti
sociali
bisolo
lo spirito,
assistere
come a
certi
sconvolgile braccia.
pi malsicure. Bisogna, o rassegnarsi a rimaner nella valle, o avere la forza di sollevarsi alle cime.
585.
In qualunque compagnia tu
ti
motta,
sempre
compagnia.
581.
Sono corti falsi modesti, i quali non nascondono se non per farsi corcare.
58(i.
non
di chi
non
de-
abbia abbastanza,
sideri pi
ma
di chi
sempre
vede quella che vuol passare per verit aver paura di quello ohe da lei denunciato come errore,
Quando
si
L'odio
chi r
587.
Sono molti che vanno sempre in frotta, oppure non arrivano mai a tempo.
Ohi desse retta alla critica corrente, dovrebbe adattarsi a credere anche questa incrodillissima cosa, che uno spirito piccolo possa comprendere, misurare e giudicare uno spirito grande.
588.
Riimegare
la
filosofia
non
si
pu
ai filosofi.
15
AFORISMI
114
115
APOiism
593.
n89.
Altra la
difTideiiza
deiruomo
;
elio
non erodo affatto al bone altra quella delTuomo che sa non trovarsi il bene se non commisto al male.
59(.
Per uomo pratico s'intende pi coluunemento un uomo senza scrupoli e senza riguardi, cho sa faro i proprii
interessi, sacrificando gli altrui.
594.
Lo
Essere dimenticato
il
linee
ila
coloro di cui
(^
la linea retta
una
595.
sola.
nome non
di
nemmeno
se siano stati
Se vuoi
alla giustizia,
non giurar
fedo a nes-
sun partito.
596.
L'arte non la natura, anche perch la natura non fa nessun conto della
nostra
psicologia, o l'arto
coltiva
un
orto,
pu
essere mestiere
;
devo, sembra,
ma
uomo
592.
697.
non poter fare molto bone non dev' essere una scusa por non fare quel
11
L'audacia dei furfanti fatta, per molta parto, della timidit degli onesti.
si
pu.
Ma.a^.'te.^eJ-^i*a'M'!MlB&i^a^8gA.^, l^avaiU--i.; i
116
I \^
AFORISMI
AFORISMI
117
'liti
698.
603.
Non
possibile che
sia chia-
sia chia-
604.
Che
ci
ma
Che un uomo abbia la passione dei francobolli non sembra strano a nessuno;
la
uomini comuni sono pronti a chiamar con (|uol nomo tutti coloro che veggano alquanto pi l che essi non veggono.
altrettanto certo elio gli
600.
ma
che
tissimi,
ep-
pure
la verit
non
l'anima
umana meno
605.
dei francobolli.
La
ricchezza
bisogno, se
t
II
Se la morale costruita sopra certo fondamento rovina, non bisogna credere finita la morale e disperarsi
:
bi-
Non
altri.
apparir sublimo
ridicolo a certi
pi addentro e rifabbricare.
606.
Il
valentuomo procura
il
di
emergere
Non amar
venga inetto
di-
sollevando s stesso;
ciurmadore, de-
primendo
gli altri.
118
AFORISMI
AFORISMI
119
fi07.
612.
Primo nemico
di so stosso chi
da
non
ci
pajono
tali se
non
i
ci
vogliam torre
la briga di cercare
chi
lroi)|)>
gevoli,
tema d'inciampare, si guarda sempre a' piedi, non inciamper forse mai, ma non vedr, n ci che gli sta
Chi, per
sul capo,
ci
che
614.
gli
sta dintorno.
Gli
uomini sono,
di regola, parecchio
Se
faccian difetto
attenzione
e co-
stanza,
Una
delle pi
increscevoli e nocive
cose di questo
La
gine che
vita
contemporanea
meccanismo
troppo
complicato, e
come
tutti
c',
ogni
Chi,
nella
protezione
che
il
altri
gli
pericolo.
I
iiiifeaaiajfaiBAiiW!flaa^jgaj>jj^feiij
>.i-.ai.ii
190
AVOUSMI
AFOEISMT
121
622.
617.
Non
so
vita.
vita,
alla
sa dire
ci
dire.
che
Sono
tratti
certuni,
quali
danno a
divcsi
molti sentono,
ma
non sanno
elio
un qualche loro particolaiv interesso, e quando ci non sia, pi non no danno a divedere nessuna.
619.
624.
alle Dei pericoli che tu possa avere tu non spalle non ti curar tanto, che cose abbia pi modo di attendere alle
che
in-
ti
stanno dinanzi.
625.
Chi troppo restio a impegnare gli altri por so, lascia sospettare d'essere poco inclinato a impegnare so per gli
altri.
La morale del puro dovere morale dissanguata, o morale che non ha finito
di crescere. 627.
621.
Strisciare
ai
Non
non
il
libro che
di
un solo?
122
AFORISMI
AFORISMI
123
628.
633.
Non
si
alta e
gonorosa morale
di
avvontiira e
il
Al diritto divino dei re s' sostituito masse; diritto meglio che divino delle
del
all'infallibilit
papa
l'infallibilit
ponte d'aver fatto una buona azione, gli probal)ilo si penta di cosa
si
Chi
elio
mai non
foce.
pi che comune,
ora opinione
comune che
gli
uola-
630.
Irragioncvolezza,
mini non possano errare quando si scino guidare dai proprii interessi.
il
Ma
universale: credere che ci che fa por noi, debba fare per gli altri, e ci che
vero
si
che gli
non
altri.
fa per noi^
non debba
631.
fare per
sfl
dono mai tutti i noscono assai imporfettamento anche quelli che intendono; e che sbagliano spessissimo (juanto ai mezzi pi acconci a provvedervi.
So non
sto, dirai:
sei
un pusillanime
un
tri-
s' nieritevoli,
635.
di ci che
ha.
632.
Ogni mala azione che da noi si commetta, importa arresto di crescenza morale,
Dio
//
popolo^ disse
i
il
Mazzini. Dio
poioloj dicono
suoi correttori.
manca mai.
-L
j.>-.fcii
ir r-'-i't- J^'-..if*-fa.'.'
AFORISMI
AFORISMI
125
636.
640.
So hai Jumo
elio
di
elio
ragiono,
intoiidorai
ogni forila
stizia ferita
eho
fai
Chi pose ogni suo studio in non lapi fe-fiarsi ingannare mai, non sar qualche volta lice di chi s sia lasciato
ingannare.
641.
637.
la
scienza lov
:
altro tempo,
come come
in questo
in nessun
uomini, in fondo, sanno benissimo che la felicit un sogno, e nulladimono, non paghi di serbarne in
Gli
cuore
Se
desiderio fare
il
un
diritto.
pre-
sonte col passato, vero del pari che noi non possiamo intendere, e nemmeno
642.
imagi Mare,
al
il
Essere
questo
s
solo,
gran che;
ma
di
sopra,
L'uomo
dalla
altro che
un animale oramai
:
sparito
v' pi
faccia della
libri,
quante
!i4Miiaiistjeiiii*iiiiie!iii,iiifjtnitiXtat^^
126
AFORISMI
AFORISMI
127
645.
651.
Non
; e
si
v'
non v'ha cosa che serbi valore, so vuole che sia ci che non .
646.
non conversando con gli uomini; non ne pu conoscere corto altre so non in solitudine.
652.
sarebbe tutto perito da un pezzo, se alcune Yerit, e molti pi errori, non l' avessero ajutato a
11
genero
umano
vivere.
647.
Dall'ossorti mescolato con gli uomini, sompro, secondo la natura tua, tornerai peggiore, o miglioro ; non' mai qual
ori
innanzi.
653.
Le
parole significano,
le
parole
fal-
sificano, le coso.
()4H.
Non
sit
possibile,
con
le
sole neces-
umano,
uomini.
Nessuna pi
trista
fino
dell'
amoro
654.
649.
ben piccolo
il
numero
di
il
coloro
valore
di
o di un'opera d'arte.
nemmeno dopo
La putredine non
si
cura.
mostrato.
128
AFORISMI
AFORISMI
129
665.
660.
Acimi uomini sono di rettissimo giudizio sempre che si abbandonino al sentimento e all'istinto, e tutto il contrario subito elio metton mano agli argomenti.
656.
sa-
Sono molte
rano
la
le
di poeti
ma
Non sempre
morale
un mestiere onesto.
657.
Non
gna anche
663.
La porta
658.
l;l|i
della verit,
si
sfonda,
nv
si)iriti
?i
n]ro
con chiavi
664.
false.
razzi,
che brillano un
poi
nel bujo,
ma
659.
lasciano
il
La celebrit pu anche
di corsa;
venire a passo
bujo di prima.
ma
la
gloria
non viene
se
non a
Chi Bente bisogno di
altri se egli poeta,
piccoli passi.
665.
o non
potrebbe
Tra
la gloria e la celebrit
passa
e
la
una dea
una
tissimamente non
pettegola.
Graf, Ecrp Homo.
17
:^^g^jg^^^^gl^^^g^llggg^^^^
AFORISMI
131
130
AFORISMI
671. 666.
Sii altero
ma
vivere. pi altamente
672.
Postulare e sollecitare si pu in molti modi: quello che si fa con parole proprie e richieste dirette
il
il-
modo
dei
meno
accorti.
668.
di lode,
si
non pu ossero conseguito cattivi, non pu osmezzi con se non sero un fino buono.
Il
ine, che
674.
L'uomo
venir
menzogna,
si
Fare il male, con isporanza che ne sussegua il bene, potr, se mai, essere politica; morale non di sicuro.
670.
(e sono il grandissimo numero) misurare da altro, li sanno non che misurano gli uomini dal cosi detto suc-
sonte
meno
la forza.
675.
Coloro
vuoi trovare nella bestiale denti contro i necessit di adoperare che simili, lascia loro vedere
Se non
ti
certi tuoi
li
hai.
cesso.
AFORISMI
133
132
AFORISMI
il
682.
676.
spiriti
meno
hanno sui Non di rado i grandi mali vantaggio, questo almeno grandi
Lo naturo pi
cho
altri lo
nobili
si
non
lian bisogno
so.
punisca:
puniscono da
678.
raggia l'insolenza.
679.
Chi sa che
turare?
la libert
non
sia
un
frutto
degli studii soverchia alla indolenza e avviamento sicuro alla servit dogli spiriti.
La
specialit
di poter
ma-
685.
Di quanli sono
bellisce
il
affetti
nobili, la ri-
Una
non pu avere
in pregio
non
in
grado di produrre.
686.
Non
pensa che avrebbe via chi, battendola, un'altra. batterne potuto, dovuto,
avrai comGli orrori e le colpe che della tua gradini diventeranno messo e conelevazione, so saprai conoscerli
fessarli.
i^^uuMmib
AFOmSMI
AFORISMI
135
687.
691.
lito,
Non
lusioni.
poeta chi
non
buono a
ri-
le il-
assale.
()88.
bisogna ohe fac qualche parto con eia, di tanto in tanto, ch' la sua scritta tavola di quella gran lavagne pasliomoria, come con le
Chi
YO^rVv vivere,
schermir di Se tu ti lasci andare a ricorstolido, lo parole e di ragioni con gh stolidit sua propria dati che la corazza e arme da tutt' insieme scudo,
offendere.
693.
sarvi su la spugna.
689.
spingono gV im)Ocilli potrebbero occupare a quei posti che per darsi modo di ci essi medesimi; vanpi tranquillamente e pi
Spesso
i
furl)i
perfettamente provQuando rimarrebbe veduto all'igiene del corpo, provancora moltissimo da fare per dello igiene air acconciamente vedere
si l'osse
spirito.
lavorare
694.
spalle.
69f).
dei
pacifici?
esplosione di
Forse non
Il
non possa
essere fecondato.
delt
sempre superflua.
im
AFORISMI
AFORISMI
137
696.
I
701.
pi grandi
spriti
fanno in
s;
stossi
Ohi, sia
fu
volta,
am
lo
pi grandi scoporte.
H97.
rabile
Non
forse
cho a)biamo.
698.
La
,
storia
sollecitata nel
perpetuo
fu, od suo moto, non tanto da ci cho vuole e spera si quante da ci che
Chi pu fare e fa, non ha n tempo n voglia di troppo criticare ci che fanno gli altri.
699.
che
sia.
703.
poesia che de' proprii colori dell'anima; ce n' suporficio dipinge la di un'altra che l'anima tutta impregna
C'
una
Se
io faccio
bene e tu
fai
malo, l'opera
calore e di luco.
704.
mia
dell'opera tua.
700.
Se vuoi che
altri accetti,
senza dub-
monocoli,
il
tornaconto che
avr.
705.
ma
due
occhi, rischia di
Gli dei
muojono,
ma
delle
loro ce-
essere la])idato.
''w^ix.^A iMai^A-
' ai^A'
138
AFORISMI
AFORISMI
139
706.
711,
Le
grandi elevazioni
dell'
anima non
solitudine
nella
tutta qui, che la mitologia dogli antichi era assai pi 7aga, poetica e dilettevole
della nostra.
707.
Se
ti
ti
contaminasti in
purificherai se
non
potr
aii
non
A cinquantanni
cora
un uomo
alto.
713.
amare; ma non
708.
devo pi parlare
d'amore.
non vorPerniciosa bont quella che alla giustizia. luogo lasciar rebbe
i
Nessuno pi misero di (hi appar menomato e dejetto a' propri suoi occhi.
Il
714.
709.
pi
del
vile,
il
mondo.
715.
chi
certi
forto e sola
cura
il
silenzio.
716.
Se vuoi che
te,
la gratitudine
venga a
un
imbecille?
rasi)otti.
^joM.
.aj.jftfeaA**-'-'-'-i^'-^s:irjiiiBii.siMteiiaa&sjt^i^^
140
AFUlUtMi
AFORISMI
141
717.
722.
ben distinguere tra le cose che importano e lo coso che non importano, e di quello cho non importano non aver
di
Fa
Ricordati che
la peggior
nemica, e
cura n pensiero.
Quanto
718.
di libri, e
Sono molti che leggono ogni maniera mai non aprono il libro dell'anima propria; e quando pure Taprissoro, non vi saprebbero leggere.
719.
Lo
spirito
umano non
ga altrimenti
725.
Quando
dubbio
gli
uomini uccidono
numi,
o di
vilt.
726.
Troppo sono
bisogno; pco
di cui
le
potremmo
vapori
crassi
i
non attingono
Quando
cuoti.
*^
*! ~A-
u'
*^.**'--stoLtii3lwi*.*i.viy4ail:j;jft
142
AFORISMI
AFORISMI
143
734.
72ot
Ama
il
001*1)0
Senza un
troppo), tioppu;,
po' di
Bonza
il
un
.
(non troppo),
bassa.
e
735.
Quale che
flosofici,
spirito filosofico.
Lo
un
qual736.
La
tutte
rari za.
Chi cresce, oltrech col proprio, con l'altrui vantaggio, cresce due volte.
732.
Qualunque
sia la
ti
738.
ad intendere.
733.
Se tu
ti
la luco,
non meriti
-y....-!
..!.Jj..5,.-..i-.~Jf.itg.- ---^'i|l||,^""Jj!;iJfjMa<..i.fV.-8ii!Sai-Aj.'i
144
AFORISMI
AFORISMI
145
739.
'
744.
spirito,
compie
l'ai (o
Levarsi
^\ Al di
al
altri e l)ello;
g(,
pi virtuoso e pi
magnanimo
che ad
ma
niedesnno
uomo
magnirico.
745.
il tuo cane, tuo desiderio come piacimeuto. a disciogli e leghi
740.
Sia
il
Non
vita,
l'idealo
d COSI angusta forma di COSI premuta dalla realt, clin non possa avervi qualche luo^o.
si
ohe tu
746.
libri,
un
ignorante.
Sono certuni che amano la poesia, ma a patto clie non s'intrometta nella vita pratica e non disturbi gF interessi.
742.
quel critico in cui alla cultura e alnon sia probit pari l' ingegno.
liide-io del
nome
Taluni,
che
vivono
prigionieri
si
di
748.
quattro
idee
mal connesse,
conso-
lano chiamandosi
liberi pensatori.
pensieri i nostri E-li probabile che s'acpi che quelli pialti siano pur
costano al vero.
748.
749.
La
religione,
ser-
vire a intimorire
tristi,
(pianto a dar
ti
animo
ai
buoni.
bisogni, e Dimmi quanti sono i tuoi padroni. i tuoi sono quanti dir
Graf, Ecce Homo.
-.
.*
...ii.wi,^.-j-.jaij.-Jai!i!)<fe^i.aMBi;>.':
146
AFORISMI
AFORISMI
147
750.
SofTri, se dfTi;
756.
ma
751.
senza curyare
la
Ci sono uomini
quali, in
ciascun
il
fronte.
.nomo,
dell'
il
si
pentono di
ci che fecero
destino
uomo
non
di sottostaro al
dolore; vanto
lasciarsi
vincer
e atterrare da esso.
752.
Non meno
fcile
del corpo, lo
spirito ha
dif-
corpo.
Ohi pretende di non perdere da suna parte, non guadagner da suna parto.
754.
nesnes-
possibile di
lo spiIn nessun' altra idea manifesta come nobilt propria la rito umano
nell'idea di colpa.
760.
755.
La
storia
non
nulla, se
non
Fe-
AFORISMI
149
148
AFORISMI
767.
761.
Lo
scrittoro di
il
mozza
taglia piagi^ia
>
Sdosso
gli
secouila
Non
il
Uno
Com'
avversarli
con
gli
mozzi.
chi a
stanza
da loro?
7t9.
olii
muta ogni
dare consigli.
7()4.
l'uomo tocco l'ulAllora soltanto ha della dell'abiezione quando timo fondo vantarsi. a comincia propria abiezione
770.
abbia avuto mai soie, bicchiere che altri ogni respinga pure ha gli porga; ma non i)reLenda che ohi
Se c'
oM non
sete
non beva.
765.
una
cho .luaiido
della
siccit,
n dei venti.
771.
Fa
Tutto
le culture noi
abbiamo
porfo
tra
AFORISMI
151
150
AFORISMI
777.
772.
un
umana.
il
U sanno
namento
necessaria
rovosciati
prendono
luo.uo.
773.
la
Nulla cho, quanto il giornalo, dia misura della credulit e della stu-
tesoro Ricordarsi che nel cosi detto si voglia lingua) di una lingua (di qual di sempre un numero grandissimo
monete
false.
779.
colossi
che
hanno
pi
di
creta,
non
non
da
so.
un buon
logori
musicista.
780.
e di bal-
dracche
sfatte.
Una
77 fi.
Vuoi
sidera
Con-
come
(pici
popolo
tratti l'amore.
i.
...w
>
J-V
4v
l^.Xf^
152
AFORISMI
AFORISMI
163
781.
787,
Quegli che nella cos detta prosa della vita sa scoprir pi poesia, quegli pi
poeta.
782.
qual
si
voglia tempo.
788.
Tuomo
tutto intero.
783.
tanto buona, Nessuna legge fu mai d'ajuto e di bestata essere ohe dopo non sia divenuta neficio al viver civile, nocumento. d'impaccio e di
789.
Nei
ritagli di
tempo non
si
fanno se
non
ritagli di opere.
Pane
784.
ai ventri affamati;
pane
agli
spiriti affamati.
parti
la
790.
Fare la storia di ci che fecero gli pi altri sembra a taluni V occupazione di uno legittima, sola la forse e degna,
spirito serio.
786.
avere, se certi prohtti a certi bisogni materiali; se prima avere, possono materiali non si
certi bisogni non siasi provveduto a
si possono provveduto
morali.
791.
dove
AFORISMI
155
154
AFOKISMl
796.
792.
Dove non
suna
Gli
uomini son
uni dogli
fatti
talmente biso-
vittoria possibile.
793.
S nosi gli
(Quando ci persuaderemo elio alla \)ovfoziono dell'uomo, e di tutte le suo oporazioni, si richiede raccordo del cervello e del
797.
solo teTrista quella societ che dalla dinuta insieme dal bisogno e
cuore?
794.
pendenza reciproca.
798.
vero principio democratico non siano, forze le nel supposto che tutte nemmeno o possano essere, eguali; e parificazione artifiziosa, nominale,
11
DilRdaro di noi
diffidare
in
stessi, sta
bene;
ma
ne-
nomo
nostro,
il
non
gando,
ma
aHermando,
799.
nostro ossero.
nella
stesse; ma e tutta estrinseca delle forzo della loro riconoscimento nel giusto e legit diversit e del loro possibile
41
Due
conti-arii orrori
timo uso.
79:,.
800.
Nulla pu
non
accolto, se in noi
non
rivivo;
lo
'
cose,
Credere che a pi alte forine di vita le vie del piasi possa ascendere per che vile. cere, errore funesto non meno
^'
?;:T5i*i^^^f?^:^;^^^-
157
AFOBISMI
156
AFORISMI
806.
801.
L'uomo pi ulta cosa che la natura, ci elio gli e non pu prondor logge da
inferiore.
m-2.
I
r.
^^^^,
{rutti
^
spiriti
"^^^
Corto
glorificazioni
dell'
dell'uomo sono
una diminuzione
uomo.
808.
803.
Al
cosa pi mera-
L' individualit
la
g^an^ento
iafenor. di elementi
809.
mondo.
L' arte
una
cri-
t T.r
certi critici,
certi
autori dovreb-
Di non
parole.
810.
t'illudi, sarai,
qu'il veut, cese fu notato : Il dit tout ce rieri dire. n'a U mais malheureusement intorno, se mai, per combi-
Se troppo
babilmenV
r-4
158
AFORISMI
AFOEISMI
159
811.
816.
L'ottima
corduti.
Non
sar
mitlti
[)ossirai
sa-
,,alolio
r'
tantino matto.
812.
817.
elio
Nulla pi comico
giarsi a
vedere
atto^
Nessuno che
sar mai
con(iuistatori di
mondi
ce iti
schiavi,
non puro
ma
Non
813.
si
stima da so molto
di
non
so
non Tespressione
quello
inedia,
che fu
detto
Vuomo
sev^vac
819.
814.
.^i
ha invensi
Prima
s'indovina, poi
815.
dimostra.
il tutte le volte che dioso per volere, la ragione. interloquir fare parla,
fasti-
cuore
820.
critici
51 li
biasimi di molti
non hanno
Se potesse darsi
d'intendere
di giudicare.
le
dono
nessuna avesse avuto mai poltronesco, .1 pi rebbe quello il pi miserabile dogli uomini. stupido e il pi
SI
AFORISMI
161
160
AFORISMI
827.
821.
Chi
si
tlo-
abbastanza ga-
avr Se io ho un difendere; ma potr mi e un nemico casa dieci servitori, avr se ho dieci possisar pi come allora
servitore,
in casa
nenici, e
bile
822.
che io mi difenda?
828.
Non
si
creda
una maschera
829.
della vilt.
ri-
mette a fare le nove muse poesia, la tenero con il viso. coprono con lo mani
Quando
il
filisteo si
il
si
a chi
compiace;
ma non
tributa
i.
la
830.
gloria so
non a
chi Io soggiog
825.
si
gonfia sia
Non
stosso,
vedere nel
mondo
altro che
831.
non pare
veduta.
82i.
in tuo capo quel libro noun prezioso, vaso cui, come in un la pi pura spirito abbia versato
Poni sopra
il
bile
la
linea
essenza di s^ medesimo.
Graf, Ecce Homo.
21
.rtl^Ufc^M" rfj>1MI
162
AFORISMI
AFORISMI
163
838.
Lo
bile
spirito
un viaggiatore
di fare
infatica-
due
volte
la
,a vedere
n^tX^^ che
avviene, da vile.
839.
833.
Ohe
rosi
umanit(>
mo
di certi gracchioni
il
da
calF sia
male
di
invecchia innanzi Se l'anima tua tempo aninnanzi tempo, invecchier che il tuo corpo.
840.
Fu man ita ?
834.
Il
passato
non
mai
total monto
mai cos vecchio Fa di non sentirti senin qualche ora, che tu non possa,
tirti fanciullo.
passato.
835.
841.
certo
primo ad essere
836.
spap-
ferito.
Poni mente
alla
radice,
come
con
i
matti che
savii.
duro terreno.
837.
843.
La cenere pi non
stata bragia.
ricorda d'ossero
i>
^ft-->
^w-^e-
U-^ri:^
APDRTSMI
AFOMSMI
165
850.
844.
ti rifarai.
J^
:C: eSisfatta
rifarsi.
n dalla Un'anima ben temprata, ossero mai pu nT da^'U uomini, possa non che n^odo per
851.
Sempre
di cotal
la
nomo dovrebbe
una
d'ossero
specie di tempio.
846.
Pi
facile
malpremunirsi contro la
stoltezza
degli
uomini862.
Ohi
si
non
suo insegna-
Misura
la vitalit di
uno
spirito dalla
mento.
847.
for^
v' povert cosi disperata che tolga all'uomo ogni possibilit di mostrarsi generoso.
848.
Non
853.
l l'I
come a
chi calvita
cola troppo
poco,
il
conto della
sate
Ricordati die se
mali di cui
ti
lagni
non
lessero, altri
ne terrebbero
il
luogo.
giungi il punto Sia la meta cui a nuova meta. tendere tu muovi per
onde
il^^i
.-...jajjttM^in
aifaj<g-ji.tijftaaiiMtJia'<.jf>;.';'ifc"<
166
AFORISMI
AFOmSMl
167
856.
860.
potere,
(luolla
nel
che non abbia Infelicissimo l'uomo piccolo tempio. proprio suo cuore un
861.
troppo.
867.
a certi uoL'in-nuria pi incresciosa toccare, loro potesse mini, starebbe, se uomini. di certi altri
l'applauso
862.
e vasta,
tro
ver tocco
il
spirito nessuno Nelle sfere dello possa innalzarsi non cosi in alto che
ancora.
bassa,
il
Canaglia
alta,
canaglia
864.
mondo
il
di
canaglia;
ma
poich,
non ostante
ci,
rimedio ai mali della Il pi sicuro la forza ponderata vita sar pur sempre
dell'animo.
866.
mondo non va
in precipizio, bisogna
credere che
naglia,
tutela.
ci sia, al
un potere che
sorregge e
lo
Solo
dall' alto si
vedo
il
profondo.
168
AFOTITSMT
AFORISMI
169
866.
Il
871.
j^abbia:
modo
Il
ingrassa in
La
canaglia
non
milita
mai
sotto
leone vi
muore
867.
di rabbia.
un'insegna
sola.
87-2.
Non
sia
cattivo.
ci ch'
nuovo
La verit
ma
bisogna anche
di quello che
si
poso specifico,
la
gli
uomini
si
dispongono
altri,
come
Fa
ghiaja grossa, la pi
sottile, la rena,
nel letto di
un
fiume.
869.
I giornalisti
si
sono
scrittori,
come gl'im-
Spesso
le fedi
pi massicce
trovano
bianchini sono
pittori.
in coloro che si
danno
870.
aria di rigettare
876.
ogni fedo.
sibile in
pos-
tempo, non Chi non sia del suo ma chi tempo nessun ; di propriamente non sar so tempo, suo del sia troppo non di piccolissimo tempo.
Graf, Ecce Homo.
22
171
170
APOBISMl
AFORISMI
877.
I
883.
elio
pi
facil-
mente s'impongono
ai mediocri.
cosa di grande sventura pur prontaossondo elio pm utilit .molla individui o popoh.
La
t'
fi rinsavire
878.
Quando vedi troppa gente mettersi per una via, entra in sospetto che non sia buona via.
879.
884.
essere.
885.
menzogna.
880.
sono
meno
Di nessuna cosa
tanto male.
si
pu
si
diro soltanto
La
pu
dire sol-
881.
Premuta da un
stoltezza sporge
lato,
subito l'umana
altro.
altri, sarai
tutto inutile agli So tu sarai stato del mutile stato del tutto
pure
da un
882.
a te
stesso. 888.
Il
di voler codiere
nell'aspetto,
un
agonista e
un un
173
AFORlSa
172
AFORISMI
894.
889.
Quello della pazzia e quollo della (saviezza sono due paesi limitrofi e di cos
incorto
Nulla ol-
ir^n
-\f
confino elio
trovi nel
ter-
ma
gli lui
bagno che pu
Quando
891.
etoto
il
io di
Non
ti afi'rettare
Vuomo.
PS L. p,rt.ono morato
892.
<"*
la gloria
non molto
perfezione
pu
pm
essere pi^
893.
898.
non bisogna credere alla felicit; ma come farebbero gli uomini a vivere se non formassero qualche sogno
Certo,
di felicit?
PArii
falsi
guasti,
adoratori
il
del
J:Lndscono
non nel pomposo.
a vedere
bello se
j.
"-tiJL'aegs
1/1)
rr'
AFOBISMI
174
AFORISMI
904.
899.
Non
il
tutti (luolli
che
letterati o di critici
interiore, nuoii^ la libert iiu tu non avere pu ai speri quale altra hberta
V50 So
loi nai
r*
905.
farsi
oljbu-
amore
si
e di congiunture di tempi Si danno spir.t. gene di uomo un oasi in cui a tornare pm nosBuna musica p6
Z
o
sa
farsi
obbedire
altrimenti che
per
ol)-
forza, bisogna
rassegni a essere
bedito assai
men
farsi
rispetto s'inspira e
902.
non
si
comanda.
McgHo
numero) (in grande Ci Bono uomini prosperata, medella colmo che, pur nel (m compianti; e uomm. ritano d'essere nelfondo pur che, piccolissimo numero) meritano d'essere mviLlla sventura,
diati.
Se tu hai
908.
vuol dire che quello ch'era torto tuo diventato, o era anche prima, torto di
molti; e non vuol proprio dir altro.
Odia
disiaci.
l'arte
gli
afro-
rtB^im.
^-a-^
ir*. fc^-^rtP*'
176
AFORTSm
yi4.
909.
A
rali;
certi
interessi economici
forza
attendere
come a
(li
certi
l)isogni corpo-
ma
il
certi
interessi economici,
si
compreso l'i^^PO^^JDesiderar tutto, le nulla, nemmeno poter ,,i,e e non condisperatissima ecco la
OS Lli,
come
dove
tempo presente.
parlare
meno
possibile.
910.
915.
anoniin".
tra
aonna
nevrotica,
clumer ca
la quale,
non
solo
Le
trove,
lato,
qua
il
al-
Iternit',
ma
pa-
per l'amore.
di semplice.
Della
vivono
gli uo-
un omagFu detto V ipocrisia essere senso cert un in gio alla virt, e cagione l'ipocrisia scoperta
wo; ma
virt.
furono diligente-
mente
l'organismo corporeo;
sul carattere,
non
cos
quelli
anche pi
913.
tristi.
Gli
il
dia-
volo dacch
l'animo;
le
fare
si sono accorti tutto >l male senza il suo ajuto col suo ajuto. faro di che gi credevano
poter
23
178
AFORISMI
AFORISMI
179
9ia
Aspiri a libert?
923.
Fa
di avoro pochi
In nessun
lataneria
cos
altro
tempo ebbe
la ciar-
bisogni
manco
desidorii.
tanti
seguaci e
s'allegro
eh
lauti
profitti, r,uanto
questo
919.
tempo
e di scaltriti. di spregiudicati
1)24.
Molte volte coloro che per certa opinione e vanto di saggezza credono di doversi in tutto sgoinl)rar dairanimo
i
A
si
sop^ni, si
privano dei
belli,
i
si
ten-
d'Augia
oroiio,
senz'avvodorsene,
920.
brutti.
stato al
mondo.
925.
^1
tanto
pi pajono disposti a
lasciarsi
agli
altri
non
mondo
dello idee.
non arrivarono.
927.
Il
mestiere di
servitore della
penna
Come
gli altri
farai
il
di spaz-
bugiardo con
zino pubblico.
AFORISMI
181
180
AFORISMI
9B4.
928.
Le bugio partecipano
del
della
natura
traspa-
Il
vetro;
se
una
renti,
son
fragili.
incognito.
935.
Quando
il
ci
la
936.
Desiderare di
star
questo
mondo
ragione
Di pi
di
un
politico si
potrebbe dare
te,
non
potrai stare
vuole
con
tutti.
938.
un'anima grande.
932.
ti
passer
stesso il peggioro ingannator di so perapprensione un' in vive colui che petua d'essere ingannato.
939.
Omero ebbe
no ha cento.
sette patrie;
Pulcinella
Prometeo
impedir che
si
pu legare:
il
difficile
si sciolga.
i^ ^Oa
*JtM*-Jr e
X'-L^l
J^'i tA^
182
AFORISMI
f
AFORISMI
183
945.
ffvJa
Quando
ogni
uomo
giusto.
941.
Insegna l'adagio latino che bisogna guardarsi dall'uomo di un solo libro, ed ha ragione; ma bisogna anche guiirdarsi un qualche po' dall'uomo di troppi
libri.
ques^^^^^^
uomo
942.
sioni
bellezza moavrai scrta la povera ti parr bellezza rale, ogni altra cosa al confronto.
Quando
trasgressioni gravi.
948.
943.
Fra quanti sono uomini suno pi servo di colui che vive por
servi, nesil
Buttato
via,
giorno
sere conservato.
949.
plauso.
Uomo
I
troppo ajutato,
950.
uomo
rovinato.
quanto
Avviso
d'estetica: ai professori
Nulla
- *-
j,
iu'*nt'-f^
184
AFOMSMI
AFOBISMI
185
951.
I dolori
957.
i
E
ma
pi profondi, son
delle lacrime.
piccoli onorino
piccoli,
grandi;
come faranno
a onorarli?
958.
Rinunzia a certe
se
giojo, se
non
ti
sai rifare,
In
un
eccessivo
amore
di gloria c'
sempre
del fanciullesco.
959.
953.
ne impedisce un
altro.
allo spirito la
954.
Non
965.
961.
conversazione del cos\ detto Se di mondo elegante non insogna un po' mai altro che tatto, quello che dioesi pu insegnare?
la
956.
im-
Non
tratti
ti
Quando
ti
dente, diffida.
186
AFORISMI
AFORISMI
187
963.
968.
Quando a certe persone udrai dire che una cert'altra persona una persona per henej giura che uno scimunito.
964.
Quasi
tutti gli
cosa
di
cura
tro-
al vicino.
verai (se pur ve la troverai) quasi altra felicit che quella che tu stesso avrai
Prima
rit, v',
saputo
mettervi, o fngerti.
l'impossibilit di
non
970.
accettarla.
si
possono espri-
Bada che certa tua troppa indulgenza verso gli altri non nasca da certa tropi)a
indulgenza tua verso te stesso.
967.
il
Ohe vuol
va
il
dire diritto alla vitaf Posto diritto del pesce grosso, dove se ne
diritto del pesce piccolo?
972.
credere
com
la canaglia
vestito e
sempre rimanga
cos a
come
la parola diritto.
medesima
canaglia.
AFORISMI
189
188
AFORISMI
979.
973.
Se in questo mondo ci sono Te sparse che condi ro^o, non sono certo le vie
Se ami,
dirai.
soffrirai; se
non ami,
inari-
^^
si
ducono
Non
filosofo chi
filo-
ma questo almeno siamo nel mondo; siamo per godere. prcerto, che non ci
981.
Non
sofia noi
capo non
Le
pensa
la propria
idee,
vitali
Non
filosofia
filosofo chi
non
co
lo
com-
la vive.
976.
Tale
la
L'amor
dol pericolo
983.
in fondo,
amor
gloriosa deiruotno, ch'ei non pu vivere senza nuocere, e non deve vivere senza
della vita.
Conosci
il
male e credi
984.
al bene.
giovare.
977.
altrui, gioisce,
Se
ci
fosse
un
pubblico Monte di
idee
le
mighon
sa-
Una
non pu
in-
pi d.ffiah ad
pm
si
sti
'
Ji' ^-wf
-"1, t^afr^ShJWM^H
AFORISMI
189
188
AFORISMI
979.
973.
Se
in questo
mondo ci sono
le
vie sparse
Se ami,
dirai.
sofl-rirai; se
non ami,
inari-
di roso,
^^
si
ducono
Non filosofo
sofia noi
ma questo almeno siamo nel mondo; siamo per godere. ci non prcerto, che
981.
Non
Le
idee,
vitali
Non
filosofia e
non
--
com
la vive.
97H.
Tale
la
L'amor del
della vita.
pericolo
in fondo,
amor
vivere gloriosa deiruoino, ch'oi non ini senza nuocere, e non deve vivere senza
983.
Conosci
giovare.
977.
il
male e credi
984.
al bene.
Se
ci
fosse
un
pubblico Monte di
le
idee
le
mighon
dxfficiU
si
sa_
p.
^
sti
Una
sola cosa
inv idia
non pu
in-
racchierebbe
il
prestito.
190
AFORISMI
APOBISMI
191
985.
990.
nelle quali
esso
Quando ogni
chiasit
mano
le
umane
lettere meriterel)bero
d'ossero chiamate le
988.
inumane
lettore!
il
sen-
fa
medesimi
il
differenza di
fisico,
mondo
non
pu, nel
alzarsi.
mondo
morale, sollevare
chi
non abbia un
Chisciotte pazzo, Sancio Panza non pazzo ; ma la pazzia di Don Chisciotte pi nobile cosa che la sensa-
Don
qualche desiderio di
-af^EJaiiii^'giti fr>-JliH[.AAji?fe^lj
192
AFORISMI
995.
dovrebb' essere
un
sacra-
gl'increduli.
996.
Datti;
ma
bada a
cui.
997.
Datti;
ma non
ma
in
buttarti via.
998.
PARABOLE.
tu
ti
Datti;
modo che
possa
riprendere,
quando t'accorga
d'esserti
Gli uomini,
rato
altro.
attor-
un
idolo,
corrono a rizzarne un
1000.
pu
sia vissuto.
25
Silvano.
d'un
Come
i
uccelletti, guizzanti di
l'aria di
muramo
ogni
ramo, empiono
un
cosi dolce
cuor s'innamora. Ben conosce Silvano quelle voci diverse, e ancora le pi lievi ed incorte
che
si
a ripide balze
e di verde
:
sassose.,
vedove d'acquo
clie
lenti
sospiri
non
sai
ir^.ftjJlUa-.aiteafrri*'.- i-^i-^*''^"t^'-j,.At^iJftnlA^iSttjJBi
196
PARABOLK
donde
o^^alino,
tio; ma
lo
il il
punge
infinita dilloiid.
l'alba volte l'orecchio; e quando prima luco; della no' cieli il pallor vago sfolgora il giorno il mezzo a
da"
al
xm mattino
di
quando
solo nell'alto
od empie
l'aria di
fiamme;
l'occidente e s'ale quando s'imporpora ride serena quando e l'ombre-, lungano le fronde oscure tra insinua e luna, la raggi. i suoi candidi
Sempre
luella inesausta
armonia della
dol-
uccelli, che vanno verde cantan gli i rami. si celan tra o a ruota per l'aria, pui giuliva are dolce pi Non fu mai sull'erba, appi monia. Silvano siede come suol ascolta, Egli d'un faggio. pi ilare delil suo volto
sereno penetra a
fare
ma
di somma viva natura eragli stata salvo che, essere, ad cezza; e seguita si mesce alcuna dolce quel a finalmente, non dato anclu stilla d'amaro. Che produria quelb a lui di cooperare a la sua voce unire di e cara armonia cose? Ben eg alla voce di tutte le suono che gli il tent di farlo; ma rauco e stncosi fa petto ruppe dal naturane parvo atdonte che la viva tutto riempiesona territa, od egli si da quel giorno os non Pi di vergogna.
>
l'usato,
Bon pi lucenti
di
suoi occhi, e
rammarico par dileguata cani ombra Di sotto al bruno mansua. dall'anima nuovo e intrae ridendo un
tello egli
lucide canne, dicognito arnese. Sette di spessore, sono verse di lunghezza e sopra, tutte si di collegate che,
cosi
formano scala pareggiano, di sott, (,.ioll'arnese allo labbra, accosta vano boccinoli e ne fa sgorsolfia in un do' e grato ; solha limpido suono gare un
Sil-
inifitf lif'iiTi^^
198
PAKABOLE
T.A
NAJADF.
199
iio^Hi
altri,
o altri alluni
pili
no
trae, quali
giva in mezzo
<
all'
orbo.
Tutto intorno
pi acuti, quali
versi,
bonch
tutti
ogualuioiito;
al-
trascorro con
da questo a quello, e l'aria s'empio d'un melodioso garrito, tenero, so spiroso, tremolo, gajo, che molce gli
salta
acceso raggio di sole. capelli La Najade ignuda, co' lunghi notanti, giaceva immersa nel
disciolti
Amnuitoliscono tutl'a un tratto gli uccelli, annnufcoliscono Tacquo, amnuitoliscon lo fronde: stupita o ammaliata, la natura ascolta Silvano.
suo piccolo cuore, a sommo guarleggiermente tremava. Dal fondo Najade il soprastante macigno,
dava la da cui
guardava
dilicati virgulti
del capel-
molli oscillavano al
La
Sotto
tro
Na.iadi:.
il
ciglio della
a bere: e se
un
un
cratere
di
zaffiro
Da un
deva dall'alto nell'acqua, e tutta l'assela renava di fredda e candida luce, Najade per gaudio rideva. Tal era sua cura, dacvita; ed ella non d'altro avea
ch
frangeva tra
sassi,
6 sinuosa fug-
sua vita era disposata a quelrampollava l'onda, ch(^ por occulti meati
la
500
FATIABOLE
sorsi,
LA
NA.TADF,
201
dal sassoso
grembo
della terra.
Pi d'un
refriger
con
delizia le carni
cacciatore assetato, scorto dalla sponda nel cupo il velato candore della forma
lunga dimora,
ri-
spinse
novamente nel
dal
virginea e lo scintillio de' grand'occhi, avova^ acceso di subito desiderio, spar> voti e proghioro; ma non mai por \(.
>
prima
vinse;
la
la candida faccia. mattino d'estate, l'ombro tacevan.) intorno e l'aria, per la gran caldura, af
Tonda
Un
tutte le
membra,
e cos\
ignuda com'era,
fogava.
lungi,
A
un
un
latrar
concitato di cani,
il
sulla la fece avventar fuor dell'acqua, ruvida sponda. Accise l'occhio in giro:
il
l'i
giovine cacciatore era sparito, e solo s'udiva in distanza il latrato dei cani. Senza esitare un istante, senza pi quasi
conobbe smarrita
cere
i
aver sentimento di
s,
si
spicc dalla
che
le
scendevan da tergo,
dello
si
mise
giovinezza, e cosi bello e gagliardo come pu essere un giovine iddio; ma tutto trafelato por la fatica, molle di
di
corsa
sull'orme
sconosciuto.
l^:rr
dite valli,
sempre sperando
di raggiun-
qua
il
volto,
bew
avidamente a gran
gore colui che sempre le dileguava dinanzi. Si sentiva lacerare dalle spine
GiUF, Eeee Momo.
26
e.StiwS^fsAJiL.tJitl,
--.il'...
ti. AtBBili..iaiiS>faJflteiSi
LA NAJADE
202
PAfATm.K
ra"-ile
203
dai sassi
teneri piedi,
ardeva
di sete
Bi
entro
gran vampa del sole; ma non I)ordoYa speranza, n cessava dal corso.
la
coniparondolo
dolio lunfo, dea faretrata, regina piangente, dolla mosse a compassiono all'improvviso dmanzi,
Oscuratasi
l'aria,
pi non
ud l'abbaio
dei cani, pi
non
nel tutta nitida e luminosa tue lagrime si l'ombra, lo disse: ^' Dolio viva,,. E la tu che si fonte, la
mezzo
del-
por luoglii im porvi! ed ignoti, sotto raggio dolla placida luna, chiamando
colui di cui
si
non sapeva
il
nomo, invo-
cando l'aurora che potesse farlo ritrovar la sua traccia. Tre d si travagli in cotal modo, v sempre invano. Al cadere del terzo, disperata, esausta, morente,
tro
il
lucida vona cU un incavo dell'orlo una tra i sassi e corso gorgogliando cadde Najade si ricosinuosa tra l'orbe. E la
e si scord ver nel suo virginale ricetto, per addietro, del suo errore, e, come grembo visse tutta chiusa nell'azzurro
si
ritrov en-
bosco, nel
ciglio della
d'orasi
mossa, accanto
fonte.
rupe scura.
o terraneo oransi bevuta tutta Facqua, inariche intorno alla fonte disseccata
divano
l'erbe, e
conobbe
di
dover
tosto
anch'olla morire.
dolvida sponda, cominci a piangere mentre fino, cemente, aspettando la comtutto intorno sospirava la selva,
Ma
allora Artemisio;
204
l'AllABOIiE
NARCISO
205
verso lui
soave,
e le corolle olezzanti,
chiedono
loro fiato
non
i
sente
il
non vede
colori.
Nauciso.
Alcune allomattutmo un
;
precipita poi
verdo
pendio,
zollo,
v
tii
'1 verde : egli usignolo gorgheggia tra odo il fnon canto, non ode il tenero voce treuna bosco dal Viene stivo. che dice: di donna innamorata
mante
spiana,
formando un
ni-
il mio "Narciso, che fai? Non conosci giaccio tutta qui ch'io Ecco amore?
Candidi
il
fiori
e vermigli stellegal-
giano
l'
l'ombra dei ignuda ad aspettarti sotto Ardono braccia. mie le fra faggi. Vieni
le^'mie viscere. Narciso
non mi
lasciar
un
ginocchio in terra,
curva su quello specchio il bellissimo gli omeri ignudi. Giacciono acvolto canto a lui i dardi impennati ed acuti,
l'arco ricurvo, la faretra di lucido avorio.
nata querela.
dePassano Tuna dopo l'altra le ore, tutte lo su spande si giorno, clina il
Narciso non si cose la notte cerulea, e lo sguardo. leva non riscuote, o Narciso
Invano
il
vagante
gli accarezza,
le
Al
vagheg-
chiome.
In-
che appena gia la propria sua ombra, e dell'acqua, specchio si scerne sullo
attende
il
come per
avvertirlo
del
fuggir della
sole
e vermigli tendono
e la dipinga.
Ed
sole rifolgora
ahM. JU*
^Atm^M i>
A^
**
jWfc
J^
206
PARABOLE
EEnrtLK
207
in cioiu, t Narciso vie pi B'affasoiiin doiranior di b stesso. Invano il zefiro lo accarezza e lo ammonisce Fonda, In-
vano olezzano i fiori e cantan gli iic celli. Invano quella voce di donna, l'alta
pi lamentevole e fioca, lo accusa e lo pro^iu Egli non odo pi nulla; egli non
BucoLE.
vedo pi altro che s' stesso. Per Ini il mondo ha cessato di esistere. All'accendersi della (luarta aurora
Narciso pur sempre medesima, curvo sullo specchio
nella
sassosa Ercole sedeva su una balza in discompagnia, senza dell'Olimpo, leone del polle parte, avvolto nella fulva alla appoggiato mani con lo
nemeo,
postura
dell'ac-
Egli malclava sterminatrice di mostri. dinell'aurea volentieri si tratteneva sorisplende quale la numi, mora dei
qua, immobile
come una
statua.
Ma
lo
pra
le
un
il
volto pi
contratta,
tato ai
i
una bocca
lunghi
nuvole, in cima al monte viemortali. Erangli troppo a fastidio diverbii di Giunone e di Giove,
uno sguardo
sponto.
Vaga
zefiro in-
torno, mormora Fonda, olezzano i fioii, cantano gli uccelli tutta la natura vivo;
:
ma
'
Narciso morto.
Minerva,
intenriso inestinguibile. Non bene del deva a che servisse la provvidenza strano parevagli e genitore, gran suo cose che con tanto popolo di numi le malo. cosi pur del mondo andassero
ti
208
PATlA-nOLE
ERCOLE
209
solo in disla
pianuiii,
l'altra
verde di boschi o di colli, serpeggiata di chiare acque correnti, e pi ohre il lucido mare, su cui vagavano alcune velo
fucate; e ricordandosi del
sato, quand'egli
prima,
sicore
tempo
pas-
burl di quella cervice taupoi Terrina e di quell'ispida cuticagna; vedere disse che avrebbe voluto
si
ascrtto
quelle
membra
cosi
sodo e massicce,
sgropparsi e molleggiare nelle lascivie d'una danza jonica. Euterpe not con
il
pelliccione leonino
banda
il
ingliirlandate di
e assai leggiermente vestite di tuniche sottili di vario coloro, se ne andavano a diporto por le pendici del monte, e cinguettnndo a
non
gara e ridendo, e canterellando tutte insieme alcuna volta, e ancora intrecciando (lualcho nuova e galante carola, sfogavano l'umor gajo e passavano il
tempo, Com'ebboro scorto il buon 1-rcole, il quale se ne stava seduto a bel l'agio, senza punto muoversi, in sembianza (Tuomo astratto e fantastico,
sostarono alcpianto da lungi, l'una
al-
cordo lo dissero uno zotico e uno stravagante, senza finezza e peregrinit di pensiero, senza copia e venust di parola, senza
giadre,
e,
ERCOLE
211
210
e alquanto
P\T\TOr,K
II
all'officio \ndato dunque in buon'ora s'annojuio non dei vostro, e fate che gli
ognuno
di
di soverchio e
non
vi sgridino.,,
quello
si
oli'ei
rimanga.
buone nuiso, ch'erano in fondo vergosi discorso, lidiuolc, udito quel e stettero pi giorni
Le
medesimi
il
oflicii.
il
lo^
avendo
sdegnai*
gnarono molto,
di seguitare
Piacere,
sostenni tutto
asi)ris-
come
smarrite. Poi,
una
notte,
mentre
tempo
i
della
mia
vita terrena
sime
punii
fatiche,
mancatori di
ladri,
gli
dormivano, e sole tutti gli altri numi vigilaadamantine porte alle intorno convano rCre dal pi leggero, tennero vendibattito breve e dopo
ciliabolo,
gare d'Olimpia, avvinsi Cerbero e soggiogai l'inferno. Anche gravi coli)e com-
di vinero in una concordo risoluzione, la terra, di sitare a quando a quando dei morfare anch'esse qualcosa in pr
tali,
modo da
loro
gratitudine e lodo.
^
mondo
gli
la giu-
uomini mi
chiamano
ritore,
il
innalzano templi
dugio
insogn agli uomini come degnamente i magnanimi si celebrino con le parole Polinnia a le virt degli eroi
fatti e
;
menate a guisa
allo
di cutrettole in mezzi
dei, e
sciame degli
senza fine
so-
inriiJ t.jA
*jdhi,^
^fc'aM*A^.^^^.^3*MlWa!^a^e^^..L-l
ji-^v-g
fi- 1
,j'.tfatijiiaiffljft.^5aifc.ft*'iS.-tSwwtia<
212
FAKABOLl!
TERSEFONE
213
d'olivo e la
Melpomene a
ve-
di
bellezza le pi luttuose
scia-
PEKSEFOiNE.
oure; Talia a mordere i vzii lepidamente; Clio a serbare fedele memoria delle cose passate; Euterpe a destaro
ne*;li
strumenti la vibriuite anima del suono; Tersicore a Bciogiiere e ainar. bare la persona nelle studiate volto dei
ballo;
astri
;
mai pi riveggano
La
la
pi ordinata e
meno
ingioconda. Allora
un
le
si
fronte e
membra
adden-
sonarono canti e
si
celebrarono giuochi.
Ed
nome
sano intorno e sulle quali egli regna: con uno scettro di ferro accenna a luio
stuolo di silenziosi ministri
leri e
i
ad Apollo
il
suoi vo-
di Musagete.
mai non
profferisce parola.
intra versan
HI>tttJaJil!.ai8a.li5Ba!i..-iJ
214
FABABOli*
PETSEFONE
21 n
lo
suo
vitscuiOj
apparo rultiino fondo d'ausso. Acquo l)alzau gi di dirupo in diruroiiti rupo con fragore di tuono i)rocipilaiio
nel iirofondo; passano con sibili acuii, con rug.^hi sonori, subitane folate di
diventa fanciulla. Ella in mezzo alle sue compagno, pi ch'osso tutto festosa
e ridente.
Non
desiderio la turba,
non
timore l'alFanna. Bene ha udito parlar doiramorc;ma non sa troppo che sia;
o
imagina solo
sia
cosa gioconda,
fiori
la
vento.
e della
pura
non
veg,^ono. Il
volto di
)'
il
vaghe compagne, va da fiore e intrecciando corone.... Ma d'improvviso trema e si Siiuarcia la terra, ingombra l'aria una
con
le
scegliendo fioro
carcere tenebroso, erra sotto il sole, ni?l mondo lieto dei vivi, l^lla rivedo la sua
terra natale, cui circonda sereno
il
un
carro tirato
mare,
da tenebrosi cavalli, che solUano fuoco, appare agli occhi della smarrita il rapitore divino....
copre sereno il cielo. Ecco i lloridi campi di Enna, ecco il picciol lago di Porgo, si milea una gomma turchina tra '1 vordo:
scorre
collo
La
china
visione dilegua.
s'
Le
volte di duro
macigno
la
fronte,
spinge
gli
sguardi
al
cupo del baratro, contempla il suo regno. Pochi vermigli divampan nel bujo,
illuminano forror doi tormenti che mai non han fino. Tratto tratto un immenso
frastuono, formato d'urli di rabbia, d'angosciosi
ii'ua iti,
un dolco mattino
rosi e leggieri
di
maggio:
zefiri odoi
aleggiano intorno;
fra
prati
sono
(rci'c '>:lieggiano
rami. Porsofono
ri-
d'imprecazioni disperate,
21fi
PATUBOIjT?
SISIFO
217
vien
Bii
il
rombo
Porsofono iiiondisco. Ah, regnalo sopra tanto dolore e tant'odio Regnare senza mai potere aprir F animo alla
!
Si suo.
di ri-
conoscenza e d'amore! Ixegnar sull'inPorsofono si sonte bruciare k> tempie da quel cerchio d'oro che simboleggia il suo regno. Persefone voi-ferno
!
Gi da mi pezzo durava il mal giuoco. Dannato, per una colpa che non si sa bene qual fosso, agl'Inferni, Sisifo doveva fiaccarsi le braccia, rompersi il fil
delle reni, scosciarsi, a voltolar su per
rebbe piuttosto essere un'umile ancella fra gli uomini cbe regina di cotal regno. Persefone rinunzierebbe al nomo di dea, e alla luttuosa immortalit di
fi
pi bello,
gli
sguisciava di
mano, e a
precipizio ricapitombolava
gi nella valle, ond'egli poi doveva tornare a levarlo. E cosi senza fine e senza
riposo; e
il
in
compagnia
macigno era
assai aspro e
quale,
per essere
laggi in
anima
dimagrato, di
quella!
doveva essere
notte e giorno
sul
Ma un
giorno
punto
di quelle
28
Ecce Homo.
ms
SUO
solito,
"PABABOiiM
ULISSE E LK SIRENE
219
fiioni, si
viso,
LLiS>K E LE bJiiEisE.
scans pari pari, lasci andare il maci^nio, in due salti fu sulla vetta, s'accoccol in terra, o tergendosi col dosso dello mani la fronte, e zufolando un'arietta del
la
11
fatto
and voraraente
dove
si
cos.
nave
si
fu avvicinata al
sirono, l,
prendo
la volta
suo paese
(la
nobile citt
di
pi bel
Corinto, se lo volete sapere), sejrui con gli occhi il macigno, che balzollon balzelloni, a
mondo,
so volete ero-
der a chi
lo vide), Ulisse
radun
comeroi,
gran
quando lo vide toccare il fondo e formarsi, non si scomod punto per andare a levamelo di nuovo; ma si rimase a tutto suo agio in sulla vetta,
n n
fu pi verso di farnolo scender, allon, n i)0i. 1". dicono alcuni che,
ci
)mero, in tal
modo: "Compagni
son (jua a duo passi che v'aspettano, e pover'a voi, se il loro canto v'entrasse nello orecchie. Ingannati e
lo sirene
vinti
il
da
trascorrendo
un
confine,
vi
quel macigno fece di Fiuto e del suo trono una sola schiacciata, che Persofone,
la
brani, e anche vi
mangerebbero
cos
in
Perci voglio
quel momento, non ci si trovava, non n'obbo troppo gran crepacuore. Ma quost(> sai'anno forse dicerie e calunnio.
che
io
vezza.
(j^uosto
220
PARABOLE
ULISSE E LE SIKENT;
221
possa inuovoro per tutto il tempo elio ha da durare il pericolo. Di giunta, poich le precauzioni non sono mai troppo,
che mise
ascolto.
mano
al
timone, e stette in
Non
stadii,
vi turer
con la cera le orecchie, per modo ohe non udreste nemmeno il tuono del Padre Giove, se il Padre (liovo, per qualche sua partieolaro ragione, cominciasse a tonare,,.
I
che
po-
terono veder
dell'acqua,
le sirene,
disciolti e
petto fuori
compagni
eroi,
che conoscoviuio
andavano volteggiando e cantando in coro. La nave procedeva lenta, e inisse ascoltava con molta ammirazione e moltissimo diletto
il
canto mi-
persuadere senza
fatica, e
pur
di sfuti-
per
Se non che
il
mano
il
timone.
quelle fa-
duce, pa-
ce van
Terremo d'ogni
dre e maestro, e
te e turarti
con
la
cera
guardava
non
si
mo-
il
con la bocca, e lisciandosi la nera barba fluente, rispose: "Di me non vi date pensiero, che a me io basto anche
leg
solo,,.
i
senza
luio
pi
far
parola,
compagni
dopo
di
mano che cenno che tacessero alquanto, e lisciandosi la nera barba fluente, e sorridendo pi con gli occhi che con la bocca, tenne loro molto uroi'a
aveva libera
loro
sti;a&*Ate''*aaLur'fa>''*.tfifca6Mjja.J?*:'jM^^
922
PARABOLE
t-'.\mat>t;tat>k
293
vi ringrazio. Voi cantate a meravigliii, e non credo che meglio di voi cantino
le
mentre,
si
di-
vergini Muse.
Ho
mi porga
ma
non
le boccilo spa-
lancate,
ma
qua per voi darmivi nello mani. Il mio nomo Ulisse: non so se lo alibiat
alcuno.
eroi,
i
E
quali
anco
le
inteso,
lo
diodo Troja in
in
elle
mano
di
giira
armi
Achille.
Dopo
lacci
ti
L'AMADKTADE.
occhio a Polifomo, mi
Circo e di
Calipso,
passai
tra
Scilla
con quosta
]3ccola valle, in
un
faggio cosi
colonne d'i-cole,
non
si
mio com[)are. Quanto bollo voi siato, ognuno <lio ha occhi in fronte lo pu
(non vi dispiaccia b'o il vedere; dico) Elena era aneli pi bella di voi, non finiva, come voi, in coda di pesce.
pi
bello.
rialto,
senz' altri
ma
chiando nell'acqua il gran fusto diritto, molti rami che si snodavano in giro,
i
il
rigoglioso frascame.
i
Ond' che
io vi saluto, e vi
prego
venti,
di farmi udire
giuria.
a M.f
iv-Y.ii..HJtagMiaiMiiiai.iaiBte<iis*LitAttjii.tfi.aigJi^^^
'j^^aeus/siigane^iiti
224
TAT^ABOLE
l'amadetade
di
005
Il
lucida
scure,
affilata
di
fresco,
della
la
un
all'ovile.
Sotto
il
mensa
vano assorte
di bellezza.
Il
in
un
riso di giocondit e
simo
steli;
tra
tronco e
gli occhi
gemmati
invagati, in ascolto, gli pareva talvolta che di quei sospiri dell' aria si formas-
margini erbosi; i fiori, indrizzavano sugli un'aura mollo vagava all' ingiro,
i
di rugiada, si
sero parole tronche, fuggevoli e incerto, le quali volessero dir qualche cosa
non riuscissero a dirla, e si sentiva un brivido correre por lo carni, imagini prestigioso gli
si
accendevano
nella
imprognata d'odori soavi. E Licida, guardando con occhi spalancati, e bevendo l'aria a gran sorsate, si sentiva occui)aro lo membra da un dolce languore, serpeggiar [)or le vene una fanuna sottile, salire al capo una tenera ebrezza; e mentre pi gioiva di quella letizia
della natura, e s'allegrava d'essere vivo,
pur
allo
sue domande.
(
gli pareva che qualche cosa gli mancasse, e non sapeva che cosa. Si mise a intrecciar vimini, e tosto quel
)ra
mese
del
avYonne che un bel mattino del maggio Licida sedotto appio tronco, e depose accanto a so una
di
si
rec
si
il
flauto
ma
le
dita gli
annaspa-
vano
I
I2e^
f.siche
227
TATABOLE
pi desto di prima.
percuoti
in
il
Col crescere del giorno, sent crescersi parlare all' albero, la smania, l'roso a non con nnrolo brevi e interrotte, che che pure esprii\n\ uo nessun senso, ma mevano l'animo suo; egli parve che il
fiemit
.
guisa che
Licida,
me ne
obbedendo, sen/.a esitazione alcuna, il al i)recetlo, brandi la scure, i)eroosse tronco, lo siiuarci d'alto in basso, od
rore,
<lcllc
frasche, le.i?gormento
si
aj?i-
tate dal
vento,
facesse
pi vivo, e
ecco la liberala amadriade, tutta ignuda e candida e pura, gli baU tra le braccia.
nel
tempo
rispondesse
allora,
un
Psiche.
con ami
lo
o braccia avvinse quel ruvido tronco, al con quanta forza aveva so lo strinse stupore in petto. Quale non fu il suo
poeti,
Vi giuro che non punto vero quanto male informati, come di regola
sono, o bugiardi,
come qualche
volta
si
quel
gosa,
i)uiito r
Perch
gli
parve che un
proprio
pulsasse
contro
il
suo
caso che siano, narrarono di Psiche dalle ali di farfalla. I] voi ben sapete che cosa narrarono, e fu, sino ad oggi,
il
cuore, e ud
una
piccola
creduto:
al
elio
Amore
mai
sco-
bujo, senza
nel
^'0 ohe dall'interno del tronco diceva: tu mio Licida, clic l'ai? non l'albero <i; abbini che non (questo legno
che
le proib,
modo
pi ca-
mai cercar
e
di
ami,
bens me,
me
sola,
rinchiusa. Togli
t-otosta
fosse
%
fi
228
TAnVROLFi
229
un'anima sola, e
perfetto,,. Cosi
il
diviotx),
entr con
una lampada
lo
ao-
disse
ci
oosa l dovo
Amore dormiva,
si
vido
furono
giiai,
allora,
n dopo,
ma
di la
Amore
(gualche luogo, sebbene non si sappia con sicurezza dove. Morale: andate cauti
in lu'ostar fedo allo parole dei poeti, an-
and peregrinando
di
non
bujo e il esperimento, o:m defece per irn suo oh Psiche non isperanza con siderio
lo
ITN'ArVKXTn.'A
lo
DI
ALESSANDRO MAUKO
dovesse osservare. E infatti, Amore vide scoperto e riconosciuto. ^^i e sent'i di gaudio, grandissimo n'ebbe
quando
Fu
gi narrata da altri;
ma non
questa una ragione porche non possa narrarla ancor io, io che la so un po'
amaro Psiche pi
e
di prima, e le disse*. che m'hai veduto ora ^M^:iotta dilettai sai qual il mio eh ora conosciuto;
diversamente dagli
altri.
ora veramente volto e qual l'esser mio, sei tutta mia, o me, sei penetrata tu in
com'
io
un bosco
m.'jirw'Baiftjtaaeijaw-iat-gMMj^
*''*' -'<Mfe4ji>=vii;j'Vi^.-'af.f.'.!:>ar.v.'j'
t ui.jms'SaJsiiMi
230
l'ARABOLE
un'avventura
assai
T)T
ALESSANDRO MAfiNO
231
ombroso o COSI grande, olio il simile non l'avovaiio mai veduto, o noancho 60;-nato.
eosi
grande ed ombroso;
non fu
la
me-
Della
qua!
sudati
cosa
si
allegrarono
assai,
fradici, e
assaottavan di
sete,
come
ghissime fanciullo,
giero,
si
elio,
seminude
o leg-
tori
diedero a danzare
siill'erba. ac-
com[)agnando con dolcissimi canti la danza? Fu talo e tanta la meraviglia, che in sid primo perdettero la favella
;
verit, di
smisurata altezza, e
for-
ma
comin-
maTano, con T intreccio dei rami e delle una cupa volta impenetrabile, sotto la quale durava perpetua una piacevolissima frescura, anche avvivata da molta copia d'acquo zampillanti o correnti, ch'empiean quei silenzii di
frasche,
"Noi sarem
vostro, finch
assai, e
ohe
la
no-
dolco susurro.
1)0 ito
il
di
non
so se
mi dica
fiori
come
straoi-dina-
altro, e si stettero in quel bosco ben cinque o sei giorni, con grandissima festa; ma poi si ricordarono che avevano ancora alquanti regni da
non chiesero
riamento grossi, che a coniarlo par favola, e avevan forma di tanto palio.
Lo
pote-
232
PARABOLE
IL POZZO
DRLLA VERIT
jiurcunente, e dissero:
ci
"Per
carit,
ohe
chiodote?
La
pianto, in (juost'
del
Il
bosco, se
il
vede, subito
sarom morto,,. Ma gli eroi, ch'erano non dettero loro ascolto, o vedo ru lo uho con le buono non lo potevano porsiiadoro, cominciarono a trascinarcocciuti,
selo
Un uomo
dal)beno,
un pozzo, s'imagin,
(piol
che
dietro
i)ozzo avesse
ad essere
suo, o
del bosco.
tosto ch'ebbero
proso partito di volernela trar fuori, pei- farsene una buona massaja. E gli
corto
che
la
gno
buona massaja,
mal vezzo
astratto, che
non
ci
giovano e non
pi acerbe rampogne ohe mai si scrivessero a un re e a un conquistatore; e tra l'altro disse di avvedersi oramai vana fatica fosso stata la sua (j u rito
(li
!)i>'
grande
volte,
un
d'acqua; e ripetendo
gioco infinito
filosoia, 6
chiudeva
la
i
lettera
ciiiaiiiarido osso
Alessandro, e
seguaci
30
IL CALIFFO
285
3^4
PATIAIOLE
li
giorni,^ tanto
ch'ebbe votato
il
pozzo;
si
divis
leg
;
alla
donna che mai della pi bella e gentile del dolce nascesse in terra, e li fregi
ma non
nella
Ixno.
t trov se
nome
di
lei,
qiian
frugando,
da tulli celebrato
durasse la memoria nei secoli. Morta gi da moli' anni la donna sua gentile, ma non morta la
bella e
Varqun,
nudarono
ricordanza.
solo
Abd
il
entro
lieti
nei
dolci
con
Il Califfo.
duta;
Sono veni' anni eh' ei V ha persono cinquanta ch'ei regna. Il tempo grav sul suo capo la mano imlei.
periosa,
ma non
califfo,
pot
farlo
piegare.
Por
i)iani livellati,
mi
fin
quasi
al
sommo
adagiato tra cuscini di dipinto di vivi seta, sopra un tappeto e mollo candida pi barba, La Siedo
il
colori.
elio
non
la
bambagia^
gli
scende lino
di gio-
Non
vide
il
sulle ginocchia;
ma
gli
occhi grandi e
mondo, non
giardini,
califfo
fnsero
poeti pi deliziosi
un lume
pi
meraviglioso
della
palazzo,
il
vinezza.
Abd ur Kahmn,
re
i)rincipo
dei
credenti, ottavo
stirpe
il
dogli
gono
Omajadi, Bopraraiominato
Salvatore,
FAEABOLB
IL
CALIFFO
237
di^^lioiio, la (lujilo
apparo
di
dentro tutta
le
una
inaglianto
.-
giornata
di
solo,
ariosa
di
giugno^
merig-
ma
senza arsura:
il
spartiti in guisa
da simulare
^i da ([uattr'oro passato
colletto di
un
II
padiilioio
Bpecchia, saldo e
ragij^iaiite
come un
all'i ii-
Di tra io colonne di diaspro lucente la veduta si dilata all' ingiro, qua pi aporta, l mono, dove magnifica, dove leggiadra, varia sempre e miragio.
lilo.
gioiello, in
un
i)icciol
Abd
pida
torno,
bruna, che
gli si
sottile,
spiana
Se volgo
il
il
un ponte
bastro, lo
congunge
alte porto
palazzo decantato da cento poeti, le laminate d'oro, le scalee canspaso, scendenti nel verde, solve
d'ec(3elso colonne, atrii e fornici
dide
"
fughe
assai
ui)i,
tacito
e del-
leoni
spalancate
mezzo
alla
i
fanciulla tra
fiori,
veemente dalla conca, 'Mta Farla di strali lucenti, forma t un iiumicollo baldanzoso, che come un
serpe d'argento s avvolge pel verde, e
moschee e
ammajata
cielo
di
nell'azzurro
globi
di
gommeo
soli.
del
grandi
in
purissimo
di
oro, rifulgenti
il
giunto a
un
declivio, guizza
tra certi
maniera
Ma
califfo
ha pi
sassi e si)ar]sco.
vs
il
"
l*JK1ftfc^,*
.f*
J-rfc
^.M.J^:fiil^t'h'^fAU
*M Jt '%t-ft*.
'
.^>.
^'Vip'aibtS^
PARABOLE
IL ("AI.III'O
239
tonii)laiido
il
gigli
tendono in
purissimi,
distilli
steli,
nappi
aspettando
che
la
Qua
paro
e
lina
sol volta
di
ciol
cipressi
sm!
notte vi
i
l'avvi vatrice
rugiada;
di pallido
densa od
elio
oscura nel
custodisca
segreto.
luiniiioso,
gelsomini spargono
Tombra
non eo che
dolr
stello
irist
immacolate. Mill' altri fiori fanno letizia e gara allo intorno. Questo lombo
prato tutto cespi di basilico; quel
tutto oleandri
uccelletti sfoggiati.
corno tratte da
un intimo
senso d'a-
di
dolco declivio
Sono
alberi
alla
tanti
gli
i
appiattati o
spandono in giro
spioventi.
le verdi capigliature
si
guizzanti tra
Da
questa parte
squan
Ih;
i
si
si
rami e le fronde che gli medesimi pajon cantare. Intorno fontana passoggian pavoni che dial
spiegano
solo
la
ruota
delle
code
da
si
Da
qui
e leggiere
dilunga un viale d'alberi folti, lascia vedere in uno sfondo lontan'^ un altro padiglione raggiante. Di di
allori
Ma
(la
ceco che
un mormorio
si
dolce o catratto
si soT-
diffonde fuor
un boschetto
nell'aria.
D'un
Le
gazzelle
kj
li
nozze. L'aria
le
come
ajuole
aosiata
acuta fragranza,
simili a
come
ab-
formano intonte. Passa un alito di vento, piega le cimo pi alte e sospirando dilegua. Ed ecco trema in quel silenzio e in
quella pace
barl)agliate di colori.
si)razzi di
Da
ogni
tra
banda,
lo
una
m nia dolco
sposato a
fuoco puri)ureo,
'1
rose di
Damasco s'accendon
verde;
di liuti, di
tamburelli e di
a*'.'
PABABOW
Il
IL CALIFFO
241
Per outro
gott^A
(li
E aniorosaniento
vanto
'lolla ii:razTa
lo voi-
canto finito. Di nuovo un e fa piegare di vento passa Ira 1 verde dilegua. sospirando e alto pi le cimo batter cicalillb ha ascoltato senza
alito
Il
glio.
Egli
tien
fssi
gli
Tu
Prima
elio
il
allori piantati
da Az-Zahra
da
lui
il
La mia lingua
l>rl:i
11*01
si
sazia.
rn<.i
j^loiiii
<'
iiisieiii
del
ti-iiili'
mattino che segui le lor nozze; duo lasuoi occhi colano lentamente udito ha ch'egli versi quei perch crimo; sue quelle note del cantaro son suoi,
trov da canto, e gli uni e le altre egli giovane in onore di Az-Zahra: e son
giusti oggi, giorno por giorno, vont'anni
ma
da'
Fai la
Il
vpiiir
meno:
b' selve,
in verde riva.
N,,ii
Ili
t!
Fuor
del
l5omo
snella,
Come
te sdegnos;
biva.
nala marmorea, un piccolo stuolo muovo uomo di alla volta del re. Precede un
Daccli bevvi,
mia regina,
mezza
(i, di nobil
presenza, vestito di
L'onda aulente del tuo tiat(, Virt nova il cor m'atlina. Vivo come inneliriato.
Servitor di tua bellezza, Altro ben non cliledo in sorte
panni onorevoli, il quale reca in sullo palme, sovra un drappo di sola di color flavo, un libro sfolgorante: seguono,
in l)ianche stole,
a questi,
alla
morte
cara
doleo ebrezzfi.
due eunuchi, e, dietro due negri tutti rigidi e lucenti nell'arme. Scondono gi per la gradinata marmorea, taciti e lenti; gi per
(iuvi
,
Ecce Homo.
31
iBTjW. jj."
n ".^'V.'
.^u.-MIOl
iT.
t-'X-f
..j.
flJl'Jltf<M;ijft4j^1
FAKABOIiM
IL
CALIFFO
243
^\i
avvolgimenti dei viali in penrlio; al spariscono, riappaiono; son giunti ponte del padiglione, e quivi aspettando fermano. Il califfo accenna al primIO
si
mie mani. La
fab-
io
medesimo
io scrissi o
Eeggi,
(*
Clio
storna,
il
mio ro, ci che tu facesti in 'nquant'anni di regno, perch non ricordo di tutto lo jM, 4bilo che tu sorbi
lor
suo signoro.
Amgiad,
il
voce magnifica e dolce. E Amgiad parla. Il suo discorso, modulato e gravo, sembra ima niolopo;). come acqua e sgorga dallo suo labbra
me
sQrride
benignamente
e pren-
ol)!.
dito al tuo
olio
comandamento.
Tu
vole.-ll
volume do dalle mani del suo poeta il di impresso paonazzo, vestito di cuojo
aurei
fapre.
fregi,
poeti, o
uUiiii>
constellato
di
perle.
Egh
li-
in do' tuoi servi, fosso raccolta volume la storiji della tua vita.
pcciol
La
bella carta
bambagina
Ardua
<'
scia e nitida
come
di lo e perigliosa impresa fu questa l'opera stringere in cos poco spazio re. Puro, la gloria del pi grande dei
scrittura
le in-
oom con l'ajuto doirunico Iddio, io l'ho il volume pinta. h\i volesti ancora che e cho a fosse pronto per questo giorno ch'i' Ecco (luost'ora. in prosontassi to il
elegante.
^gli
tornano
i
alla
memoria
torie
le
guerre combattute,
le vit-
riportate, le citt
edificate,
be-
244
PABABOLE
Ili
CALIFFO
245
nofizii larditi, o
contompla
lo
sploudoro
Amgiad,
dicn
il
califfo,
ciniiuant'anni di regno o sottanta di vita; dopo avoro operato quanto in questo libro si narra; dopo aver ve-
snn
contonto. Chiodi
ti
qual guiderdono
lo
pm
aggrada.
mio
re,
rispon
non
Amgiad, non
di
duto i popoli della terra inchinarsi al suono del mio nomo temuto ; dopo aver tocco il fastigio della potenza o della
gloria, io noverai
licit,
i
giorni della
mia
fe-
e vidi che
sommavano
in tutto
a quattordici.
un altro volume simile a questo. Di nuovo il cali (lo sorride benigna monte
:
E E
:
poscia,
mio re?
Poich,
chiudi
libro.
come
disse
il
tuo
ani- no
il
poeta
mi
.Soglio
vano
la vita,
palazzo di Russafa, cinto, come tu d'orti meravigliosi, e cento schiavi dono per servirti, e tanta entrata quaini
A
E
gi gloria
finita.
pu bastare a
emiro.
ziarm.
farti
vivere
conio
u-i
t'ingiungo di
non
riiiL^i;r
il
\^
lume, soggiungo:
bianca.
Qui
una pagina
Vuoi
tu,
alcun che?
SI ; scrivi ancor questo
:
olio
dopo
24(>
l'AEABOIiK
LO GNOMO
247
quello rocce, lo
gemme
di tutti
colori,
Lo
NoMO.
a mucchi, com da noi la ghiaja, e vi orano anche due o tremila staja di porlo
marchiano,
lo
quali
ci
non
so da che mai'i
Nel
sotto
proiondo
lo
groiuljo
dolln
tnrra,
vi-
come
da chi
un monto dirupato
gnomo. Viveva
in
o selvoo.),
veva
tutto solo, da
tempo immomorallo,
ampio
il
e avvi-
ma
suo regno, e dalle quali mai non era uscito, n pensava si dovesse, o potesse uscire. IJaggio di sole non penetrava da nes-
non
tali
tuttavia,
che
standosi
certo
volto accoccolato
mucchi
di ghiaja preziosa,
non durasse
suna parte in (luelle occulto latebre: ma non i)or vi faceva bujo; elio moli carbonchi, dei pi grossi che s'incoii trino nelle favole, vi spandevano uiui luco assai ragionevole; e merco di quella lo gnomo poteva andare e venire, e vedere distintamente, e contompUxrc a lieiragio tutte Io sue ricchezze. Le quali
erano davvero assai; tante, che egli stesso non ne sapeva il conto preciso per non dir nulla dell'oro e dell' argento, ond'ora fatta la pi i)arte di
:
ImI
ecco,
fosse la cagione,
nella pi
remota parte
lonche,
un improvviso
grande rovina-
gnomo,
soqquadro le ape ita una via verso Talto; e messosi animosaorano andato
le .a
pareti e
volte, e s'era
k,S>!:-*^'sXs&M.v'., "
gT. ., Ap.
**titi
fc.'tfe' -
ataHate^a
91B
PAEABOLE
T.O
r.NOMO
249
monto por
quella,
superatane, non
souza mollo travaglio, gran parlo, viclo, a certo punto, lrai)olaro da uno spiraglio
la viva luco del mondo di sopra. Lo gnomo non avoYa mai saputo, n sospettato, che ci tosse un mondo di
sopra.
Sentitosi
sconVide pi lungi il mare lucido e in arenosa spiaggia larga una finato, e scogli semicorchio, e alcune punto di rugginosi elio si protendevano nell'onde, Rimase orlati al piede di candide spume. immobile, con lo gnomo un gran pozzo in grembo, gli occhi sgranati, con lo mani
simile a
sta, la lena,
tanto s'industri coi pi con le mani, che riusc da ultimo certa bocca nel declivio del monto, qiiiTi, sul ciglio di una balza sporta
i
ciullo,
gli
trasecolalo; poi cominci a di fanridere d'un piccolo riso come mentre rideva, duo lucciconi
un
scendevano por
le
guance, e
tre
si
per-
in fuori, traendo
il
butt
di quella sua
gran
Era una gioconda, limpida, radiosa mattina del mese di giugno, e a tutta ])rima, pel grande barbaglio della nuova
luce, io
veniva dal
stormire la selva, e
retti, e
'1^0,
gnomo non
doi)0 (jualche istante.... ah, che cosa vido dopo (lualche istante lo gnomo!
ma
Adocchi una
di
i'rago-
se la
mise
in bocca, e sent
che
Vi(l(^
l'azzurro
immenso
del cielo e
al-
fuiK^ nuvolette bianche e leggiero che notavano nell'azzurro. Vide una distosa
nuovo si mise a d'ini piccolo riso come di fanegU ch'era tanto vissuto e non
sapeva
il
numero
Homo.
Pass
vide
32
la giornata,
Gi:af. Ecce
fu sera. IjO
gnomo
|}
250
PARATOLE
CALir.ANO E LE MUSE
251
il
solo
il
tufFarsi
noi
maro, o andare
fuoco
tristo
il
accupirsi, o lo
.JLi
Noi (juale egli pi non foco ritorno; ma vi penetrarono i ladri e si portarono via ogni cosa.
dopo
od empiere lo spazio
del
m
%
riiuiufierevolo
loro scintillainonlo; e
il
da ultimo,
dento
di dietro
monto
lo
selvoso
s[>len-
Non
si
mosso
^monio,
,
(;alii;an()
i-r.
Mr>i;.
B torse gli occhi dal ciolo^ quanto lunga la notte; o Falba lo trov
quella
fi
medesima balza, seduto sull'erba. come estatico. E poco stanto pass Hi l una giovino montanina, recando in
ma pur
camenti.
capo UE fascio d'orbo selvatiche, ed ern in Yerifc molto bella; e mentre scn dova gi por la china, con lo mam sull'anche, cantava una sua gaja can zone. Lo gnomo, in vederla, sgran pi
cho mai
gli occhi, o di
perspicaci. Egli
non sapeva n cantare, n sonare, n ballare, n raccontare lo imprese degli eroi, n osservare il corso degli astri, e vedova cho le vergini Muso
sanno fare tutte queste cose, e pi altre ancora. E dunque, una mattina, egli
fece
nuovo
riso di
u piccolo
riso
come
di
fanciullo; o
wS
tu
lo
gomme
duo o
membruto
ammucclato
conif^ hi ghiaja, lo
[lorlo
aver
tremila staja di
marchiano, o tutto
grazioso.
\\
-i.,J
,<.. lr,JtA LH gg
252
l'AKABOLE
l'anima
DKr. tillAND'lNliUISlTOPK
253
un bell'onore, e il mondo vodrob1>o una progenie eli pi che uomini, anzi una
buono a
tanti ofHcii, tu
ti
faresti
n memoria.
parto,
proij^eni
di
nuovi
dei,,.
senz'altro
indugio, corse
Avvertasi che subito dopo il senza alcune sue Ai)()llo, il quale non aveva sperimentalo psicologia ra-ioni di
su per
lo
Funa
dopo
l'altra
schetto, (|ualo
Muso
la verginit perduta.
sforza,
le ingravid. Do^x)
L'ANIMA
DEt. (;UANl)'L\(H'l^n'()UE.
ad
altre sue
eventi.
Da
sitore
Maturato il termine, le Muse partocon gran vergogna e doloro, ciascuna un ligliuol maschio. Ma,
rirono,
impossil)ilel)
trovava all'inferno, in
una
se
non
numil che cosasi vide allora? Si vide figliuoli non avevano n la robustezza del padre, n la gentilezza e lo spirito dello madri, n virt, o atche quei
titudine alcuna, e cho
Dio ci ajuti, cos'i tristo paese come affermano alcuni che mai non vi furono, stati, esae alcuni che, pur essendovi
gerarono di molto,
privato interesse;
gli
ma
il
qual ch'esso
sia,
anche
si
dei
muli, e
corto
che
,-
j lu t-jftJjwri*
il
254
FATABftl.K
2r>r
dannare, n,
chiun(|iio
por lo
meno, inramaro
diverso
tarvi qualche
professione.
Un
diavolo
fosso di
si
un pensar
i
dal suo, ci
annoiava a morie.
tempi,
si
Avvenne
il
che, mutati
senti
cevere
lo
dichiarazioni e le richieste in
bisogno di largire una buona costituzione aicho air inferno, con abolire
il
carta da bollo, o
a dare
lo istruzioni
opportune.
I
diritti
nati, proferirono di
por prima cosa fu cancellata sulla gian porta d' ingresso la scritta vedutavi da sostituitavi l'altra: Liuektk, Danto,
(JALITK, PiiATEUMTK. Poi
ferno;
ma
alquanti,
non
molti, ebbero
$i U
i
fu stabilito
un ingegnoso ed equo
Poi furono convocati
rali,
sistema di tasse.
i
comizii eletto-
6i
elessero
deputati, e riuscii
rono, a
saggi,
i
primo
i
scrutinio, elotti
i
pi
pi avveduti,
migliori. Poi
pi onesti, in-
Grand' Inquisitore. Se non che, sulla avrebbe voluto riprendere il suo antico mestiere, non sentendosi nato a nessun altro. Per disse a Parapacchio: "Io intondo di seguitare ad essere cosi aspro e intollerante com'ero prima; di poter condannare, senz'apil
terra, egli
gomma
tutte
lo
furono os[)ulse
domicilin
pello, tutti
quelli che
di
come me;
io
poter
un
(
bel
numero.
catto, si notific
a
il
tutti
cittadini, cosi
maschi, come
quando
narsi di
la
tale fosse
poter ridurre
lenzio, se
miei avversarli
coi
al si-
bel
nuovo, e
sopra
non
il
roghi
(che sono, a
terra,
a patto, por
altro, di
oseici-
dire
il
vero,
mezzo
miglioro),
almeno
ib'r
-w
'.A
i"
.^J
^ ..<>..:
>
,ii
PAEABOLE
vituporio, oon la
257
roB
l'iiiYOttiYa,
col
L'AMMONIZIONE DEL
DIO.
capo?
siete
- ribatt Parapacchio.
Non
leggete voi
dunque nessun
gior-
Un
povero
dio,
consustanziato
col
nale?
Non
stipeto
sitori,
coli?,,
informato ci sono pi inquin gi'andi, n mezzani, n pie "Che mestiere avr dunipio
Non
di niente?
che non
proprio suo simulacro, se ne stava sopra l'altare, e il tempio ora pieno zeppo di adoratori. E da lunghe lunghe oro
l'aria
dal
si
com'era, grid con voce di tuono: ''Adorate e chiedete in silenzio, che il dia-
"Hom:
volo vi porti!,,
consiglio,
matorn sulla terra, scherni, vituper, pensa la non quanti ledisse, infam vano corno lui, o non potendo pi essoi-o
il
La scalata
all'Olimpo.
Grand' Inquisitore,
fu
il
Grande
Tu-
bero Pensatore.
dici tutti in
Ma
un
fascio?
33
ift:i,.p.
JUaBJrfgtf 'f>i*t-^&9!l3ktAJi4iL'^^4:JSSA
258
PARABOLE
bizzofTo.
LA PORTA SERRATA
259
n' a
mazzi,
scere:
terzo
di
volta, all'aspetto,
cono-
freddo;
il
ma
debita riverenza:
quinto....
Ma
si
sette,
non
Dunque
tisi
dove andassero a finire; e tanto solo certo che nessuno riusc a veder la cima nemmeno di lontano, perch uno straccio di nuvola sfaccendata la tenne
tutto
il
tempo nascosta
ai loro occhi.
perch
il luogo che ci mossero por dare lascalata all'Olimpo. L'Olimpo un bel monto
spetta?,,
si
La rOKTA
SERUATA.
(aethereus Olfjnqms, steUiger Ohjmjpm), con una cima che passa le nuvole, e con molti dirupi, boschi, caverne, balzo,
botri, precii)izii e sassi
grandissimi.
La porta, tutta ferro, era serrata, e muro ciclopico non appariva altra porta, e il muro saliva cos alto che pareva toccare le nuvole. L' uomo (qual altro nome poteva egli avere ?) era dunel
dotta a
buon
fine, se,
il
per
tissima disdetta,
zolato
[)rimo
con
con magli;
ma
ogni sua
fa-
260
PARABOLE
(li
l'uomo fondaco
261
rotto
II
cadere sotto im albero che sorgeva iyi contro, o incrociato le braccia, rimase muto ed immobile. Il giorno si spense; fu notte;
brillarono
cieli.
trafelato, si lasci
L'UOMO
FOlsDACO.
le stello nella
altro
nomo
egli
avere?)
sent riconfortare
lingue vive e
sonno e
canto di
degli
d'altri moltissimi,
un
mosi,
finite
che non sono tanto fache non sono punto famosi; innotizie e date storiche, o quasi sto-
i;
o sfavil-
un
un
visibilio
moto
nel cuore,
come
di
una
piccola
fonte che vi scaturisse improvviso, o senza quasi sapere ci ch'ei si dicesse, con voce mite e profonda disse: "Porta'
apriti
!
un
subisso
si
aporse da
da
ossa, in
l
il
emendazioni, di glosse, ecc., ecc., ecc. Chiedetegli quello che pi vi bisogna, che pi vi piace, ed egli tirer gi
da uno
scaffale,
caver da
un
cassetto,
1
sole nascente.
lever da
un
sacco,
andr a raccattare
262
PARABOLE
cantina, in
111
eoiruta,
ili
uno stambuo-io
in
un
corridoio, in
un
Ma non
il
gli
chiedete un'opinione
sua, un'idea sua, e neanche uno sproposito suo, perch egli con decorosa
compo-
A biotti,
Abili,
73,
4<ir..
4('4.
Aria, Dare
277.
853.
2^)7,
Accettare, 549. Accoi-do con .se stosso, .'312. Accori zza, 466.
79, 80,
2:-^9,
Adoraziono
di s .stesso,
La valanga.
236.
Adulazione, 188.
Ateniuire, 179. AflVettai-si, .Sia. Agritarsi, Mi: 5.
Un groppo di neve si stacca dalla sommit del monto e comincia a ruzzolar gi per la china. E cos
Ajulare,
76().
Alterezza, 666.
Alterifjia,
6vi,
mi
Aii, t4,
4m, 53r), 591, 671, 813, 908. Ai-tillciosit, 358. Artista, 81, 8' '6. Ascolisnio, 734. Audacia, 246. Aviilit. 75.3. Avvedimento, .3r7, 566. Avvedutezza, 1, 39, 246, 6i7, 7l}3. Avvenire, 338. Azione, 174, 187, 269.
8 '4,
620, 731,
fanghiglia; e sempre pi ingrossando, e ruzzolando sempre pi forte, precipita a valle, tocca il fondo, e quivi, ammasso scomposto, si ferma. E
allora,
ghiglia,
molta
Amabilit, 136.
Begli
811;
spiriti, 658.
iiellezza,
;i34,
489,491 808,
,
morale, 947.
Fare
182, 363,
.^y7,
il
122, 592,
6^.7.
fuori
''Io
sono
Boni ,
60, 1?6, 261 , 279, 355, 356, 3r>0, 61 5, 71.3, 758, 992.
32:,
Boriosit,
mi
t.jaij.<aijiiA*& aMfefl&'jiiuAVi~Ai<iaiaaaiiBt^i^^
264
! 26/
Bruttezza, 575.
Bupriardo. 288.
Condurre, 268.
Confessione, 372. Confidenza, 95.
Bugie, 288,
5*28.
Buone intenzioni, 189. Buon pTusto, ]3(. Buon senso, 153, 477.
Talcolatori, 555, 848. Calma, 12j*, 522 Calore, 428.
^ ^m
V B
V
^m
^Dabbenaggine,
615.
Decadenze, 482.
Definizione, lli2. Dei, 7<'5, 725.
Educazione, 2i4.
Etcacia, 423. Egoismo, 8, 233, 538, 825, 887. P'goista, 160. .Eleganza, 82, 264, .320, 348,
461,
Demerito,
6^:^!.
Democratismo, 794.
Deridere, 441. Desiderare, 914.
Desiderii, 157, 176, 745. Desiderio, 111.
m).
Carattere, 670,
8:.2, i*87.
7Jt2,
7aS, '
Carezze, T/H.
Carit,
521,
28(t,
Diavolo, 917.
Difesa, 675.
Difetti, 278, 385. Difficolt, 612. Diffidare, 7i8.
328, 32K
4i'4,
Emergere,
t^resia, 431.
25:t6,
6(.)6.
i.6.
im.
Entusiasmo, 375.
378,
,'i\
Diffidenza, 15,
1)89,
Eroi,
43i).
9.3,
Eroismo,
Errore,
480.
relebrit,
6;4, 6t)5.
7(/J.
Chimerico,
Cialti-oni,
Dimenticanza, 5M)
T)imenticare, 205, 837. e poiiolo. Dio, 219, 945;
()<>9.
f^2.3.
Ciarlataneria,
Coscienza, 199;
562.
;
di s,
^''^^\?^'
7<b, bvM.
CJaiti, 8*i8.
Collaborazione, 857.
'oliera, 694, 722, 723. Colos.si, 774.
<
Cose, 83
Costruire,
.3.36.
Colpa, 4<}, 5<2, 759. Colpe, 496, 497, 686. Coltura, 766.
858.
Creanza, 195, 248, .306, 524. C'reare, 42. Creature inferiori, .315. Credulit, 471, 7.'>4, 12(). Critica, 17, 32>, 375, 4.32, 52.5, .%3, 6! 8, 6irt, 747. Critici, '-^30, 8<J,5, 8<)it, 8ti9.
Crudelt. 61^5. Cuore, 714, ^15,
alla Diritto, 59, 972; divino, 633. vita, 971 ; Disarmonia, 394. Discepolo, 726. liiscernimento, 349, 392, 411. Discoreo, 125. Discrezione, 566. Discussioni, 768.
516, 619.
Espiare,
3(.)0.
di
Faccia, 416. Fanciullo, 552. Fantasia, 120. Fare, 895. Fede, 869.
Conipren.sione, 467.
Dolore,
8;'6,
I-MI, 25-2,
540.
Concetto
T'oncoidia,
;m,
r)44.
Condizione uinana,6t)8,W6.
amante,
929;
Dolori,
7.37.
Donne,
72;',
Cure, 913.
H45,>915.
^ ^ Felicit, 7, 14, 31..34, 35, 36, 43, 400, 641, 8. 3, 930, 964. Fiducia, 15, 05, 26. Filisteo, 829. Filosofi, 290, 888, 974, 975. Filosofia, 557, 568, 735.
GI5AF, Ecce
Homo.
34
266
267
Fine, 445, 673, 762. Finezza, 52o. Fischi, W6. Folla, 137, 460, 878.
m.
tortezza,
7:.<t,
7r.l,
g^O,
6^3;
3i9,
Mediocri, 877.
Memoria,
.^lentire, 927.
Tffnorajiti, 710.
IrrajJTionevolezza, 630.
Menzogna, Menzogne,
so-
Irresolutezza,
^^H1.
ciali, ;^ii.
n^^'
-.''^^^'^'^
''
7:,'746.
8]o,*'So
^^^'
^^^
^^^'
Imbecilli,'5.59, 689, 710. "Huoralit, 55(), 856. Imparare, lo]. Inii)U(h.nza. 192 Incojilentabilit, 1].",,
Lascivia, 775.
114
Lavorare a vuoto,
Leprse, 262,
26;^.
614.
"'^^^'^^V'^^'"' 2R;,
^'^'
285,
Giornalisti,
K7r.
Giovinezza, 144:
Giudicare, m\,
Giudizio,
^ '^
^^. '
dello
4, ,7
Lefi:g:i, :2, 777, 788. Letterati, 8i9. Lettere, 987. Letture, 308. Liberazione, 739. Liberi pensatori, 742. Libert, 210, 259, 578, 660, 679, 786, 866, 904, 918. Libri, 22, 23, 24, 25, 45i),
2ft3,
284, 357, 381, 551, 605, em, 628, >^5, (56, 779, 161.
938.
'
lnj,-e^nii, 427.
Lode, Luce,
uNtizia, 247, 4^4, 5^0, 636, ' ' 713, t5, ii4(. G'ioria, .S71, f., 6(>4, 665, ' 85*2, 135, H58.
Insego,
161, 255.
474, 475,
.*=!enso Natura, 445, 801 della, 988 Sentimento
:
;
Grandezza,
Innalza i-si, 744, 8a3. Innocuit, tn)2. Insensatezza, 32. Insolenza, Kf?, 678, 828.
Insta l)i]it, 7tvl
-, 6(^9.
della
988.
256.
Xature disarmoniche,
Necessit, 838.
716.
Intemg-p,ua,
^
787
Ideali, f44,
c*JO.
7W.
821, R52,
572. Infclh^enze, 274. Intendimento, 289. Intere.sse, 98.'). Interessi, a34,9<j9: rali, 186. Intuizione, 814. Invenzione, 814.
Malvagit, 190, 379, K>, 977 Maniere, 225, 226, 228, 229. Mansuetudine, 2:-'>l.
Nemico
-mo-
Marmaglia,
H44 erri.
Nuovo,
867.
268
Obbedienza,
Odio, 18,2^.2,
721, 724.
INDICE DEGLI
AFORISM
!
269
9(X>.
4<:8,
Pericolo, 982.
42, 5t,
accojjrliorsi, 4)2.
;
Schiavi, 812.
Schililtcsit, 610.
Scienza, 16,
637, 784.
18^3,
435, 569,
Pessimismo, 5^^.
957.
vita,
1()(K>.
Piacen'eria, 517.
l'iaoere,
'-586,
]'assep:nazione, 682.
Iviittoppare, 298.
i;
Sciocchezza, 249.
Scolparsi, 361.
515,
8U0.
avvedimento, 608,
Sconsideratezza, 576,
Scrittori, 558, 761, 805. Scrupoli, 333. Scusa, 347. Sdegno, 723. Semplicit, 358, 931, 952.
944.
Pijirmei, 84^3.
Operazioni,
Opei-o, 78.H.
7l;<2.
mi,
''''Ila 757, 822^ 76, 324. l'oeta, 3V)7, 6., oz.^, 6ll, 781, 8U6.
Hi\
li
calta,
2,'7.
Reprimenti,
687.
Religione, 216, 219, 342, 38< 573 743. Rettitudine, 594, 826,
m,
H68.
Ricchezza,
4<i6, 48:3,
Popolarit, 72, 95. Popolo, 354, 495. Possesso di se, 137, 470. Postulare, 667. Potere, 914. Povert, 37, 581, 847, 9ft2. Pratica del mondo, 2;*). Precauzioni, 218. l'recipit azione, 576.
l'rojriudizii, ?'62. l'repotenza, 177, 420.
Ricordare,
2i>5.
Rifarsi, 844,
m\
Sgombrare,
138.
948.
Presente, 3;-8, 6;-^8. Presunzione, 293. Procacciare, 425. l'rometeo, 939. Prosa della vita, 64, 7o.
l'rosternarsi, 772. Protezione, 616. Prudenti, 447. Prudenza, 127, 218, 613. l'ubblico, 824. l'udore, 217. Pulcinella, 9.'^^. l'unire, iM2.
Rivoluzionarii,
2ii3.
Romanzi
vissuti, 462.
Speranza, 2u2.
Spiriti grandi, 696, 802; superiori, 104. Spirito, 41,42.50,77,362, 719, 752, 8;^, 985. Stalle d'Augia, 924. Stanchezza, 932. Sterilit di spirito, 690. Stima, 213, 214, 574. Stoltezza, 108, 851, 881. Stolti, 854. SI Oria, 143, 561, 653, 702, 755, 785. Strisciare, 621. Stupidit, 51, 88, 596.
Pedante, 819.
PepTMTiori, -142. Pensieri alti, 748. Pensiero, 148,
717,
994.
Pentimento, 756.
Pentirsi, 621. Percttotere, 727.
Perfezione,3;35,y78; mo
Putredine, 650.
270
Valorosi,
4'^8.
Sventura,
Tacere,
5<i2,
646, 83.
pag. vii
t5(K).
Ventre,
34:^, .344.
Tempo,
2<>,
876.
di
spiiito, 316.
Tepidezza, 428. Tiranno, ;:^52. Tolleranza, 678. Torto, 168, im. Trattare, 225, 226, 228, '
229, 962.
Verji-Ofrna, 275. Verit, 26, 33, 46, 91, 123 145, 169, 18(), 259, 2f)6 282, 2K\ 377, 3)
'KEFAZIONH
.PURISMI
.
m,
472, 476, 498, 586, 595, (M'4, iM^, 6(>3, 7(t4, 748, 767, 873, 879, 886, 9f39, \ie battute, 449.
4.3'-!,
^Pa]ab(jli::
.527
646
842, 970.
Silvano
La Najade.
Narciso
Ercole
195 198
Umanismo,
Umiliarsi,
Utile, 119.
539.
838.
.-51.
Umanitaresimo,
Urbanit, 4 IH.
Perscfone
8i.sifo
....
.
Villania, 295, 560. Vilt, 71, 93, lir, 828. Violenza, 67, 1(0, 242, 456. Virt, 93, 385, 513, 566,
Visionari], 599.
\'ita,
5:-t, 56, 64, 65, 75, 76, 4,171,2(I6,2]2,22;{,232. 238, .324, .H7(, 4^7, 5^9 568, 617, 784, 971, KMK) civile, 777; con-
riissc e le Sirene
I'
sente, 914; frrandi, 110, 2l)9; invidiabili, 9(j7; piccoli, 625. Uomo, 57, 58. 59. 62, 8(, 97, 445,a39,8<],8(/7; din-
I/Ainadriade Psiche
Un'avventura
*
ilt'
suoi
....
]\Iiise.
di
Alessand ro IVIagno
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229
^^eii-iio,
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565; in no;
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universa, 959.
799.
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Vizio, 93, 490. Vizioso, 853. Voojizione, 681. Volgarit, 468. Volto, 934.
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