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Accademie Musicali in Italia1543 - 1666
Accademie Musicali in Italia1543 - 1666
VERFFENTLICHUNGEN DER
MUSIKGESCHICHTLICHEN ABTEILUNG
DES DEUTSCHEN HISTORISCHEN INSTITUTS IN ROM
BAND 39
MUSIK
gli Acchademicj. Ma perh ch[e] no[n] possino dar la uoce, eccetto nelle cose p[er]tinenti alla
Musicha, con conditio[n] ch[e] no[n] possino esser piu di quattro.
Terza. [] landara parte che e[ce]l[lentissi]mi Sig.ri Retori della citt otto di auantj la loro partita
shabbiano a inuitare allAcchademia. habbi cargo de farli vna oratione il quale perh sia elletto quat-
tro mese auantj la partita accioch[e] habbi tempo di p[re]pararsi e ch[e] finalm[en]te il m[aestr]o della
Musicha gli presenti Vn madrigale fatto a suo nome, e questo se habbi ad osseruar p[er] sempre.
Quarta. Hauendo m.r Franc[esc]o Portenaro, esse[n]do il bisogno grande dellAcchademia inter-
tenuto M.r Pauolo faueretto Musicho co[n] quattro compagni p[er] quattro giorni a sue spese in Pad[o-
v]a, no[n] essendo Honesto ch[e] M.r Franc[esc]o p[er] conto della Acchademia spenda dil suo,
La[n]dara parte ch[e] si debba far vn presente di duj o tre scudi a m.r Franc[esc]o acconto della spesa
fatta in quei giorni ch[e] mr Pauolo Faueretto e statta[!] in casa sua.
[] Fu ancho proposta per ditto mag.co presidente la p[ar]te infrascritta, circa la condutta de m.r
francesco portinaro mastro principale della musica. Et contraditta ancho per lo ecc[ellen]te contradi-
tore, et posta al giudicio dessa academia fu ritrouato contra uoti sette, et in fauore uoti desdotto, et
cosi fu presa. Seguita il tenor della parte.
Sia conduto m.r francesco portinaro con titulo, et carico di m[aest]ro principale di musicha, della-
cademia p[er] anno vno et salario de ducati cinquanta correnti lanno da essergli pagato in quatro rate
di tre, in tre mesi principiera la prima al principio dottobre, et finira alla fine di decembre 1573, et
habbia stanza nella casa, che sera condutta p[er] laccademia, sia obligato, a trouarsi presente et regu-
lare, et concertar tutte le musiche, che si fara[n]no nellacademia, et quei giorni, che non si fara musi-
cha sia obligato a star ogni giorno da vno di della settimana in fuori, due hore ad elettione del pressi-
dente, a requisition dognivno dellacademia, che uora imparar musicha. Habbia cura di libri de musi-
cha et de glinstrumenti che sarano nellacademia. Possa il tempo che gli restera dalle dette cose
insegnare a cui piu gli piacera, benche non siano academici purche nol faccia nellacademia, ma
nellacademia non posa insegnare, ne seruir altri che glacademici
Vltimamente f proposto esser utile, et necessario; che siano eletti doi dellacademia, quali hab-
biano con linteruento delli presidente, et consieglieri far legge et ordeni, accio detta academia posse
rettamente reggersi []. Fu poi ditto in uoce, che tutti li sallarij douessero cominciare al principio
dottobrio, como quello del portinaro.
debbano adoperare quelli academicj, chegli a cio stimara atti, douendo nellatto del cantare, et sonare
da tutti esser ubidito. oltre la musica delle sessioni sia ancho obligato a stare ogni giorno in casa due
hore intiere, ch[e] dal presidente gli sera[n]no deputate p[er] insegnare musica a tutti quelli academici,
ch[e] uora[n]no impararla, o, essercitarsi in cantare: Tutto il remanente del tempo sia in sua liberta, ma
non possa nella casa dellacademia insignare ad alcuno, ch[e] non sia academico sotto pena desser
privo dellufficio suo.
De no ball. De si ball. 24 / P[re]ssa.
spese far fare la scena, et ognaltra prouisione necessaria, senza alcuna spesa, ne trauaglio, ne disturbo
dellacademia: et promettendep alle V. M. ch[e] sara cosa modesta et honesta, et non indegna di
questo honorato luogo.
Die folgende Auswahl von Notizen mit Musikbezug ist chronologisch geordnet; die Zhlung nach
Blttern oder Seiten folgt der jeweiligen Vorlage. Zum Inhalt der einzelnen Faszikel vgl. RANZOLIN,
Larchivio storico dellAccademia Olimpica; zahlreiche Belege aus den Akten sind weiterhin verwen-
det bei BOLCATO, Leone Leoni e la musica a Vicenza.
sero questo Theatro, come poi parera necessario al Sig.r Prencipe, et Conseglieri nostri. (Vgl. auch
MAZZONI, LOlimpico di Vicenza, S. 189, Anm. 352.)
d[ett]i Musici dal Decembre fino al Luglio sussequente far Musica una uolta per settimana, et de piu
nelle attioni publiche di essa Acad[emi]a, et in qualche occ[asi]one di honorati forestieri, che capitas-
sero questo Theatro, come poi parera necessario al Sig.r Prencipe, et Conseglieri nostri.
mestieri del fauor di VS. in procurarmi una copia delle leggi di questa florid[issi]ma Acad[emi]a di
essi, delche la prego con ogni caldezza possibile [].
Diese in den Akten der Ricovrati enthaltenen Notizen zur Musik werden zitiert nach: Giornale della
gloriosissima Accademia Ricovrata. A: Verbali delle adunanze accademiche dal 1599 al 1694, hrsg.
von A. Gamba u. L. Rossetti, Padova 1999, die Seitenangaben beziehen sich auf diese Ausgabe.
dissegnato di fare, esser accompagnato, ma ognuno senza sviamento hebbe caro che si ritirasse a casa,
accioch il dopo desinare fossero pi presto in ponto.
Licentiatosi dunque tutti, pi presto di quello che si pensava venne il dopodesinare, nel qual tempo
incominciarono in grandissima copia a concorrer alla Academia tanta quantit di dottori, scholari et
altri gentilhuomini tutti desiderosissimi di sentir la prima attione, che per molto capace che fussa la
sala a ci destinata, tuttavia ella unhora prima fu tanto ripiena di gente, chapena vi restarono luoghi
abastanza per gli illustrissimi rettori et per gli academici. Furono nondimeno quelli al meglio che si
puot salvati insino alla venuta de gli illustrissimi signori rettori, li quali pur gionti essendosi ne suoi
luoghi posti a sedere et altres gli academici ne suoi, si diede principio ad un concertino di varii instru-
menti et voci, il quale non solo serv per solennit et per diletto de gli auditori, ma insiememente per
acquetare il sussurio de voci, che fra tanta gente era grandissimo.
Finita la musica leccellentissimo signor Sforza Oddo [] ascese la catedra et gentilmente quasi
con universal sodisfattione di tutti, fece nella nostra lingua volgare unattione, che per esser stata da lui
messa insieme, in pochissimo tempo et quasi, secondo lopinione de molti, allimprovviso, fu giudica-
ta bellissima et al tempo, al luogo et a gli auditori accommodatissima come chiaramente si potr
vedere nel nostro libro segnato B de li componimenti academici in prosa, dove sar posto. Finito il
discorso sincominci di nuovo il concerto, il quale per esser come il primo meschiato di voci et in-
strumenti di musici eccellentissimi fu con sommo silentio et diletto sentito. N aspettandosi dopo esso
altro, levatosi ognuno da sedere, fu con tal atto licentiata lAcademia [].
deliberar sopra questa cosa et per poter saper meglio lintentione di detto Pre. Gagliardo, [], et il
[Flaminio] Moncelese li disse che non si poteua fare, non si possendo far alcuna musica fuor del loco
nostro.
et honorarlo di questo nome di Maestro dellAcad[emi]a n[ost]ra, agrauandolo anche per lauenire di
componer ognanno per il p[rim]o di Maggio una messa per seruitio di questa Comp[agni]a [].
furono astretti gli S.ri Musici da un messo porta che manc il Ser.mo di Mantoua partirsi con loro
grandiss[im]o disgusto restando molto obbligati tutta la Citt m in particolare alli SS.ri Accademici
che tanto gli haueuano regalati.
divotione, et dolcezza gli animi di ognuno. Questo, con Battistino [] et un fratello della Napo-
litana cantatrice del S.r Duca di Mantova, [] furono chiamati posta da Sig.ri Prefetti alle Musiche
per questa occasione.
solsero di pigliare uno delli liuti della copia nostra il quale hora se trovato in mano delli [] mercanti
quali com si ha per verit inteso lhanno comprato da mastro Torlo[?] lautero tedesco per ongari doi, et
perche costui hora pellito, e fugito di questa Citt, gli Ss.ri Reggenti non sapendo come venir in co-
gnitione pi chiara di questo furto, per rihaverla il d[ett]o liuto propongono la prese[n]te parte [].
di meno essendo la compositione bellisima per se stessa la quale f fatta da S. Stefano Bernardi mae-
stro delle musiche dellAccademia, e maestro di Capella della Chiesa del Duomo, et essendo cantata
da le migliori uoci di questa Citt, accompagnate da molti instrumenti, usati la maggior parte da diuer-
si Academici, e distinta di uaghi concerti, cosi dinstrumenti, come di uoci, f giudicata da molti al
pari dognaltra degna di lode. (Vgl. auch PAGANUZZI, Medioevo e rinascimento, S. 209f.)
ser condotti, et premiati ad arbitrio de SS.ri Reggenti et SS.ri sopra le musiche, che per tempore si
troueranno, non ostante qualunque statuto Legge contrario.
dusare ogni possibile diligenza per hauer musici degni per detto giorno, m che sin hora no[n] haue-
uano cosa di certo.
cauillando e riprendendo tempo luogo, con gioconda censura le altrui attioni; Il S.r Cau[alie]r Gio-
uanni Spolu[erin]o Dottore f posto alla destra di S. E. e fatto Fiscal d[e]l gioco, alle cui mani,
chiunque erraua, era tenuto portar il pegno, per riceuer proprio tempo la penitenza della sua colpa;
Finito il gioco e raccolti gi molti pegni, furono distribuiti di quelli a questo, et di questo a quelli. E
gi serano diuersi restituiti con impositioni; di scior Enigmi, di recitar sonetti, daltra Acad[e-
mi]ca penitenza; Quando che stando nelle mani di del S.r D.r Aless[andro] Roia, un pegno d[e]l S.r
D.r Franc[esc]o Pona; gli command, che riuolendo il suo pegno, douesse con una sedia tirarsi nel
mezo di quella Corona digniss[im]a et iui legger adalta uoce unEncomio deGnochi, che cos p[er]
scherzo Carneualesco il d[ett]o S.r Pona, il giorno auanti haueua composto; [] sin che sarriu con
dolciss[im]o et fruttuosiss[im]o trattenim[en]to al fine della ueglia; Doppo la quale, essendo
preparati i Musici, si cant alcune canzonette gentili; che riuscirno di sopremo gusto; Et gi esserndo
apprestate le mense, nellaltra cam[er]a uerso la strada, iui si ridussero Tauola; Dourei qui far il rac-
conto cos dellapparato, come delle uiuande, m perche ci era carica et d[e]l S.r D.r Aless.o Roia et
di me Aless[andr]o Carli Cancegliere di quel tempo, tacer in parte [] et perche lEcc.mo S.r nostro
Protett[o]re in ogni attione non pu, non mostrare i segni della sua munificenza, uolse anco in questa,
esercitare gli effetti della solita sua liberalit, poiche oltre i due scudi dargento quali egli uolse contri-
buire, regal con ogni abondanza le mense, di tutte le sorte di pesci armati, che furono il condim[en]to
et la perfettione di quel conuito. Doppo la cena si fece noua musica et il S.r Lodouico Moscardo, no-
uello Academico sonando il Clauicimbalo, et cantando alcune uaghe Canzonette, diede nobil saggio
d[e]l suo ualore, et dolce trattenim[en]to a tutta la Comp[agni]a.
Filarmoniche come il med.o S.r Gouernator rifer esserne stato da lui con molta instanza pregato e cosi
fu stridata Don Simon per maestro di Capella delle musiche Filarmoniche.
Die Passagen ber die Akademien in Verona in den Berichten der venezianischen Amtstrger folgen
der Ausgabe Relazioni dei rettori veneti in Terraferma, hrsg. v. Istituto di storia economica dellUni-
versit di Trieste.
Relazione di MarcAntonio Morosini (Dez. 1566), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 48
[Academia Militare] Questa Academia fu istituita dal Signor Astor Baglion a questo fine, acci la
giovent della Citt so esercitasse nelle armi et al cavalcare, per fuggir con questo intertenimento vir-
tuoso locio et qualche altro esercitio manco honorevole [] Li academici sono 60 tutti nobili della
Citt et giovani; da questa unione virtuose et amorevole nasce che la Citt sta unita, che in essa non si
sentono discordie o inimicitie di momento [].
Relazione di Alvise Foscarini podest (26. 5. 1610), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 187
Vi lAcademia Filarmonica di 80 soggetti di pi principali della Citt, la quale si regge sotto a
quattro capi di pi vecchi e prestanti chiamati da loro padri, questi frequentamente insieme convenen-
do godon nobilissimi tratenimenti di publiche letioni della filosofia naturale, morale, politica et altre
segnalate discipline, passando con maniere costumate e virtuose, vincolo molto proprio e proportio-
nato nel conservarli in amore. []; certo sicome lAcademia di gran ornamento a quella patria,
cos anco molto honorata da tutti gli ordeni anco per il diletto che apportano li signori accademici in
diverse occorenze dellanno col tratenimento di musiche di nobilissimi concerti e perci meritano la
gratia publica, potendosi giustamente prometter da questa honoratissima schola di virtuosi qualonque
maggior consolatione ancor nel publico servitio.
Relazione di Girolamo Corner (5. 5. 1612), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 197f.:
Ricevr anco quella Citt grandornamento dalla fabrica della Br, la quale per publica
deliberatione dover servire allAcademia Filotoma per farvi glessercitij cavallereschi et per
residenza anco dEccellentissimi Signori Generali nelloccorenza [] Ha fatto fin hora essa
Accademia buonissimo progresso che va crescendo di numero con lagiuto massime che Vostra
Serenit ha loro concesso delli due soldi per lira di tutte le condannagioni che importano circa ducati
mille lanno [] ho procurato dhaver informatione dei soggetti che al presente sono in esser [essa?]
et potrebbono riuscir atti a servire in occasione di bisogno et ne ho fatto una nota che tengo appresso
di me, dovendola far vedere ogni volta che mi sia commandato. Quest quanto mi occorre di intorno
allAcademia de Filotomi, perch v anco quella de Filarmonici, formata di gentilhuomini virtuosi, la
quale medesimamente va facendo honorato progresso et viene fabricato per suo ridotto un palazzo che
sar asasi bello et honorato.
Relazione di Giacomo Surian (5. 2. 1627), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 281:
Della Citt tante volte ha inteso Vostra Serenit da altri rappresentati la sua giurisdittione, lan-
trata[!], il Conseglio, il numero danime, li essercitij et altre arti, Academia, Camerata fiscale, entrata
et spesa ordinaria, condanne, esattione, chio tralascio in ci [].
Vgl. auch den Bericht der Rettori an den Dogen (22. 9. 1627, zit. TURRINI, LAccademia Filarmonica,
S. 12 u. 151f. nach VAF Nr. 45, fol. 52v):
[] hebbe principio, per quello che altri tengono sin lanno 1517, quando hauendo la Ser.ma
Republica recuperata questa Citt costituirono i Cittadini unhonorato congresso di soggetti uirtuosi,
per dar segno, et col suono, et col canto dellallegrezza comune et augumentata lanno 1543 unita con
lAcademia dellIncatenati, come affermano lHistorie Veronesi [] si poi con i progressi e nella
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musica e nelle lettere avanzata a segno che si rende riguardeuole chi ha occasione di conoscerla, sen-
do stata com tuttauia, essemplare dogni huon termine, ridotto della pi fiorita nobilt, et tratteni-
mento de pi uirtuosi Cittadini. In questo shonorano li Rappresentanti di V.ra Serenit con musiche
pubbliche, con lettioni, et compositioni datte, et taluolta con Rappresentationi, ancora. Questa con
animo di Generosa Nobilt ha incominciato una fabbrica bellissima, mantiene Musici ecellenti, festeg-
gia il Primo d di Maggio uotato allo Spirito Santo con Musica solenne, et con Nobilissimo Conuito, et
i Rappresentanti publici, quanti si trouano in Verona alllora[!] sono inuitati, seruiti, et riueriti. Questa
osseruantissima del nome Veneto, tiene molti di questordine nel suo numero, et ha Protettore Ill.mo
Sig.r Cardinale Cornaro, et Noi nel Corso della Nostra Carica habbiamo pur goduto con Nostra grande
sodisfattione delle loro esercitationi, nella quali perch ella possa pi francamente mantenersi la stimi-
amo per tutti rispetti degno di quello che chiede, et della protettione ancora della Ser.t V.ra
Relazione di Antonio Bragadin (23. 12. 1627), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 290:
N parlo dellAcademia de Filotomi, perch lo stato di questa rappresentato ultimamente con let-
tere di quel reggimento molto ben noto alle Vostre Eccellenze [].
Relazione di Leonardo Donato (6. 7. 1628), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 296:
E perch so esser desiderio di Vostra Serenit di saper quando in quando il stato, e i progressi
delle due Academie di quella Citt, le riferisco, che quella de Filaronici si mantiene in estimatione et
honorevolezza, continuando le solite virtuose riduttioni havendo ricevuto gran vigore dal soldo per lira
di tutte le condannne applicatogli dalla Serenit Vostra. Quelli poi dellAcademia Filotoma, sicome
quando andai a quel reggimento, trovai chavevano dismessi glesercitij cavalereschi, cos col sospen-
der loro dordine publico lelevatione delli due soldi per lira loro applicati dalla Serenit Vostra di
tutte le condanne, e con li frequenti eccitamenti fattigli dagli Illustrissimi signori Capitani, e da me,
hanno essi ripigliati li detti essercitij, et alquanti di loro si sono provisti di buoni cavalli, come di tutto
le habbiamo dato conto con pi mani di lettere.
Relazione di Lorenzo Suriano ( 7. 12. 1629), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 301f.:
Le due Accademie di quella Citt, quali sono i principali lumi che la rendono cos nobile et riguar-
devole, si mantengono con buon profitto. Ben vero che la militare non accresce al segno della
Filarmonica, la quale perch con minor spesa tiene essercitata quella nobilt pu anco far maggior pro-
gresso dellaltra che ricerca il dispendio de cavalli et altro vi si richiede.
Relazione di Andrea Vendramin (21. 7. 1633), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 315:
LAccademia della Cavallerizza detta de Filotomi, ha daglinfortunij passati anchessa patito
assai, poich i cavallieri academici non solo sono diminuiti in numero ma quei che ci sono non pos-
sono, eccettuati alcuni pochi, tener cavalli di prezzo [].
Relazione di Paolo Belegno (28. 7. 1646), in: Relazioni dei rettori veneti, Bd. 9, S. 410:
[] la Citt vissuta in tutto questo corso di tempo in una concorde tranquilissima unione, colti-
vando la giovent nobile nelle Accademie glessercitij virtuosi e cavallereschi, con grande edificatione
mia e con merito e commendatione di lor medesimi.
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Auszge aus ASSANDRI, Gli atti della nobiliss[im]a Accademia di Cremona, I-CRg, Ms. AA.4.4 (Atti
Animosi). Mangels durchgehender Paginierung werden die spteren Notizen unter dem jeweiligen
Datum zitiert.
eletto da li sigg. Accademici per suo Prencipe. Finito il discorso parve al sig. Prencipe di dire quattro
parole in rendimento di grazie a chi lhaveva eletto a tal dignit, ed in significare la sua buona volont
per il mantenimento et accrescimento della raunanza Animosa. Tacendo il sig. Prencipe, semp laria
di armonia tale, che rap le menti di tutti intentissimi ad udirla et goderla. Si lessero poi havendo il sig.
Gio. Paolo Tonsis dedicato allAccademia nostra un libro di Giovanni di Ver francese, intitolato: della
costanza et consolatione nelle pubbliche calamit, da lui tradotto nella lingua italiana, lo fece presen-
tare al sig. Prencipe da un suo figlio di et di dieci anni in circa, il quale accompagn lattione con un
breve giro di parole in maniera tale, che non saprei ben dire se fosse maggior il gusto del Prencipe, o
pure il piacere degli uditori et spettatori insieme. Tal fine ebbe il felicissimo giorno.
Lodi] et ai Sig.ri Consilieri, i quali trattassero, e risolvessero, quanto conveniva in questo fatto havuto
riguardo ai meriti del Musico et alle forze dellAccademia [].
letto unalagramma[!] latino del Sig. Podesta Crasso, et un Madrigal spagnolo in honor del discor-
rente.
Erwhnungen von akademischen Ereignissen in I diari dei Bianchi (16001741), in: Le cronache
bresciane inedite dei secoli XVXIX, hrsg. von Paolo Guerrini, Bd. 4, Brescia 1930 (Fonti per la storia
bresciana VI), S. 39148.
Poi il Sig. Giacomo Gagliardi, amicissimo di chi fa la presente memoria, recita una canzonetta dinvet-
tiva contro lamore, che vien molto aggradita.
8. 2., 12. 2. und 20. 2. 1629 (S. 326, 328 und 330)
Ein bei den Erranti vorgetragenes Lobgedicht von Ottavio Rossi auf die Franzosen wird dem Herzog
von Mantua gewidmet, zugesandt und mit einem Dankesbrief beantwortet.
Fassi al solito Accademia, et il Sig. Ottavio Rossi recita un suo Panegirico delle glorie de France-
si stampato et dedicato al Duca di Mantova. Manda il Sig. Ottavio Rossi per il Bidello dellAccade-
mia a posta il suo Panegirico al Sig. Duca. Riceve il Sig. Ottavio Rossi dal Duca di Mantova e suo
segretario lettere compitissime e belle in ringraziamento del suo Panegirico.
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9. 6. 1644
Bericht ber die erste Sitzung der Accademia degli Eccitati mit einem Discorso von Bonifacio
Agliardi. Es handelt sich um seinen Discorso nellaprirsi la prima volta dellAccademia dirizzata a
Bergamo: Se alla coltura dellanimo siano pi giovevoli le lettere o la musica.
Fu fatta la prima Accademia sopra il Palazzo Grande della rag[io]ne alli 9. Giugno 1644 et fece il
Primo discorso, che fu molto bello, et lodato il P. D. Bonifacio Aliardi [sic] Teatino. Discorse sopra le
lodi delle lettere et della Musica facendone parallelo et lasciando indecisa la contesa. Poi lod il
pensiero di chi haveva intrapresa la Nobilissima impresa dellAcademia et essort la continuation di
quella Vi fu presente lIll.mo s.r Pietro Contac[r?]ini Cap.no con quasi tutta la Nobilta della Citt.
(Vgl. PADOAN, 1644, S. 91.)
Zu den Musikerlisten fr die Eccitati vgl. Kap. II; Ausgaben um Musikbcher binden zu lassen (Mai
1644), den Kauf von Notenpapier und Kopierarbeiten (1644): per far legar libri di Musica [] nel
presente libro L. 4: (zit. nach PADOAN, 1644, S. 89) und pagati per carta di Musica, et copie fatte
fare di ord[in]e del s.r Ant.o Adelasio L. 40:10 (zit. PADOAN, 1644, S. 91).
16. 8. 1644
Accademia unter Beteiligung von Musikern aus Mailand und Verona, die zu Mari Himmelfahrt nach
Bergamo gekommen waren.
Fu fatta altra accademia con intervento de Musici tutti, che di Milano et Verona erano venuti alla
Festa dellAssonta in S.ta Maria Maggiore et si fece nella sala dei ss.ri Olmi per esser luogo pi
capace. perche vi fu straordinario concorso. (Zit. PADOAN, 1644, S. 92.)
15. 1. 1656
Sitzung mit dem Problema Se lAmicizia et lEmulazione possono stare insieme, danach Ansprache
an die Rettori Nicol Venier und Pietro Gradenigo; Musik.
Finito il p[rim]o discorso et la musica intermedia, recit il S.r Tomaso Auuerara [Averara] un
sonetto qual stampato fu dispensato a glAuditori [] (Transkription nach der Abb. des Dokuments
in PILON, LAccademia degli Eccitati, S. 441).
13. 2. 1656
Festlegung ber die Beitrge der Akademiker fr Musik und andere Ausgaben: das Geld wird anonym
eingesammelt, die Summe ins Ermessen des Einzelnen gestellt; bei Bedarf wird erneut gesammelt.
[Finita la lezione] si tratt del modo di mantenere nelle Accademie il decoro della musica et fu
ballottato et conchiuso che cadauno Accademico dovesse contribuire quel denaro che fosse di suo
piacere et che questo si dovesse ricevere nella Bussola secretamente, qual dinaro dovesse servire per
manutenzione della musica et altre spese occorrenti et finito, si dovesse di nuovo far la raccolta nel
modo come sopra (zit. nach PILON, LAccademia degli Eccitati, S. 442).
22. 8. 1656
Sitzung mit Beitrgen ber die besten Eigenschaften der Frauen; der Snger Giovanni Battista Piccoli
aus Ferrara argumentiert, che la miglior virt muliebre era lesser musiciste (zit. nach PILON,
LAccademia degli Eccitati, S. 442), und singt eine eigene Canzone zum selben Thema; Sonett von
Andrea Baglioni zum Lob der Musik.
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5. 9. 1656
Sitzung ber das Problema Se si dij alcun difetto in donna che la renda pi amabile e qual sij;
Giovanni Battista Piccoli trgt eine Canzone ber die Bucklige vor (PILON, LAccademia degli
Eccitati, S. 443).
12. 7. 1657
Paolo Borgonzi, Organist an Santa Maria Maggiore, trgt drei Dichtungen zu den Sitzungsthemen vor.
(PILON, LAccademia degli Eccitati, S. 443)
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Deliri accademici de Signori Ottusi di Spoleto allillustrissimo signore il Sig. Gio. Francesco
Loredano Nobile Veneto, Venezia 1642
Der Druck enthlt die Beschreibung zweier Sitzungen mit musikalischen Einlagen und den
vollstndigen vorgetragenen Texten.
Einleitung zur ersten Versammlung, S. 6f.: Si adunarono dunque gli Accademici per la prima
volta in casa delli Signori Rosarij; Gentilhuomini, che nella Generosit dellanimo fanno ancora ri-
splendere la Maest delle Porpore de loro Antenati. E dove dovevano delitiar le Mo[u?]se, che tr le
Rose? Concorso quivi il fiore de Virtuosi per destare al Canto le voci de Cigni, f cominciata una
soave Musica con si dolce armonia, che lasci in forsi gli Uditori, se gli Angeli fossero venuti ad abi-
tar tr di noi. Il Signor Buonaventura Gualzaronio tr gli altri ben cav ogni uno di dubbio potere anco
le Sirene innocenti albergar sopra i Monti, uccidere la libert de cuori, senza eccitare il sonno ne gli
occhi. Dop le voci de Musici, dest non minor gioia ne cuori la tante volte esperimentata eloquenza
del Signor Dottor Gio. Campelli, che co parti del suo ingegno tesse di continovo illustri inganni alle
Parche mentre sciolse la lingua in questi accenti. Discorso; Problema um Knig Kandaules; Canzone
des Principe Qual parte dun bel volto sia pi atta a conciliare amore, ed a rapire un cuore, keine
Musik zum Abschluss der Sitzung.
Zum zweiten Treffen, S. 85f.: Quando per ordine del Principe dellAccademia adunati nel solito
luogo, collIntervento de gli Illustrissimi Monsignori Vescovo, e Governatore, e Porporati della Citt.
N. il primo snodando la voce con maraviglioso artificio, nuovi e vatij accenti, formando parue, che
non i suoi compagni, ma i musici del Cielo sfidar volesse a cantare. M nella soave armonia fatto cia-
scuno con pari ardimento animoso, f chiaramente conoscere, la musica esser quella, che mitiga le
passioni, che modera gli affetti humani. M quando a punto questa si credea col canto trionfare; Ecco,
che dimproviso gelosa della Vittoria, si vide comparir leloquenza, che per lEccellentissimo Dottor
Bernardino Campello Principe dellAccademia [] volle col seguente Discorso provare esser pi faci-
le seguir quella, che questo.
Aus den Sitzungsberichten ab 1660, zit. nach den Traskripitionen aus dem Ms. Deliri degli Ottusi
(I-SP, Archivio di Stato, Archivio Campello) bei FAUSTI, LAccademia Spoletina, S. 3873:
[] composta la sala in un cortese silentio, al suono di un cimbalo, toccato dalla pi dotta mano
che Roma stessa habbia talvolta ammirata, si cant unOde, in cui larte, quantunque impareggiabile,
si pregi desser vinta dalla materia. La materia furono alcuni piccioli abbozzi delle sempre immortali
e sempre meritate lodi, ma non mai abbastanza esaltate del Sig. Card. Spada. Chi la cant fu il Sig.
Giovanni Michelini, che pochi mesi prima, festeggiando nozze reali in concorso dei pi famosi musici
dEuropa, havea di tanto superati glorfei, quanto di maggior pregio il piacere a gluomini che alle
fiere.
V O RT R G E , L IB R E T T I U N D A N D E R E T E X T E
Al molto mag. et virtuoso gentilhuomo, Il Sig. Zandonato Caprino Academico Filarmonico & mio
Signore osseruandissimo. / Ho scritto il presente trattato, alli Signori nouelli Academici di questa
Citt, & perche da tutti sia conosciuto il mio desiderio, delle uirtuose attioni, & il buon animo uerso
quelli Signori Academici: con la utilit insieme chapporta il seguir la uirt, ho uoluto che si stampi, &
in segno de lobligo che son tenuto alle molte cortesie di V.S. lho dedicato a lei, oltra che conue-
niente: essendo V.S. annouerata tra i primi Signori Filarmonici, & ancho perche ragionando con lei di
questi Sig. Academici sempre lho ritrouata conforme me stesso nellallegrezza che sente, & nel
buon frutto, che spera di cosi honorata, uirtuosa, & utile loro risolutione. []
A, i mag. miei Sig. osser. li novelli Academici di Verona
Sparge Signori miei per questa Citt, la nouella vostra virtuosa, & honorata Academia, cosi grato
odore, cha desto, & in un certo modo persuaso lanimo mio, scriuer la lode, lutile, & lhonore, che
dalle virtuose Academie viene; & benche in questo sia poco buono, come quegli che tanto bene parti-
colarmente non conosce: non essendo in esse molto esercitato, ne hauendo la lingua cosi temperata,
che possa scriuer conforme al merito di esse: non voglio perci restando di scriuer disdire allanimo
mio, questo tutto risuegliato, & acceso: & oltre la lode; intendo scriuer per quanto potr lingegno
mio, alcuni principali fondamenti di esse Academie; per edificarui sopra fabrica ferma, & sicura, &
anco per dimostrare quello, che in ogni parte rende loro ornamento, & grauit. Tutte le Academie, &
ridotti virtuosi, sempre sono stati in grande stima appresso il mondo, et sempre hanno apportato gran-
de, & uniuersal utilit alle Citt di se stesse: & perche il ridotto antico doue i Platonici teneuano leser-
citio delle lettere, era chiamato Academia [].
[; fol. 3v] per fin questo giorno, le compagnie di lettere, daltre virtuose operationi, sono
chiamate Academie; & sono gi due migliaia danni che questo nome viue, & viuono imsieme gli ef-
fetti, & frutti diuini, di essa Platonica Academia [] Da queste Academie sono vsciti i primi lumi del
mondo, in ogni professione: & nelle lettere sono gli huomini tanta perfettion ridotti, che col loro
intelletto, hanno stando qua gi, conosciuto laltezza di Dio, la grandezza de Cieli, co loro particola-
rit [; fol. 4r] hanno dipoi per facilitar, & In vn certo modo guidar lhuomo alla scienza di esse virt,
dimostrato alcune strade necessarie allacquisto di esse, lequali sono alcune scienze, come la Gramma-
tica, Dialettica, Rettorica, Musica, Astrologia, Geometria, Arithmetica, & simili: lo studio delle quali,
oltra il diletto che porgono, danno adito alla scienza detta; perche preparano lanimo per lacquisto di
essa. Queste arti, hanno i lor particolar sentieri, per giunger ad esse facilmente: come la Grammatica
legendo, la Dialettica disputando, la Rettorica parlando, la Geometria misurando, la Arithmetica noue-
rando, la Musica cantando, lAstrologia riguardando il cielo, [] tutte le predette strade, sono state
scoperte, conosciute, [fol. 4v] & insegnate dalle Academie virtuose [] Ma sono stati altri ridutti, &
altre diuine Theologice, & Christiane Academie, le quali con ispirito, & lume sopranaturale, & diuino,
hanno fatto conoscer al mondo, piu uera, & piu alta filosofia di quella delle Academie antiche, che ho
predetto, capo delle quali, fu & il Sig. N. Giesu Christo [].
[; fol. 10r] dico che al tempo mio, ch di gi molti anni, sono state quattro Academie, lasciando
la nouella di uoi Signori, della quale al suo tempo ragioner, che ser annouerata fra laltre la quinta,
per dir meglio la terza in ordine di tempo: che Dio voglia che sia la prima di frutto, perche le tre prime
in diuersi tempi, sono in vn corpo ridotto, sotto il celebrato nome di Filarmonici: delle quali ragioner
come di vna sola, senza raccontar il modo, & il tempo nel quale si vnirono, come poco necessario al
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mio proposito. Le Academie di questa Citt, fanno in particolar professione di musica, anzi per dir
meglio, si seruono di essa, per trattenimento & fuggir lotio: & con essa alcune uolte ricrear lo spirito
affaticato in piu difficili studij; come nella nobilissima Academia de i Sig. Filarmonici molti studiosi,
& bellissimi spiriti, in diuerse scienze si ritrouano, per nella loro Academia, il publico esercitio la
musica, come ci dechiarano col nome di Filarmonia[!], & qual fine la vogliono vsare, lo dimostran-
do con la loro alta impresa, che una Sirena, con una sfera in mano: de quali [fol. 10v] Sig. Filarmo-
nici ragioner al suo tempo: ma prima voglio ragionar della musica, & sua lode: per dimostrare uoi
Sig. Academici, che seguendo lei, seguite scienza nobilissima & la piu conforme, & piu simile, anzi la
prima di quante no ho dimostrato nelle strade, di condur alla cognition celeste: lascio il dire de lanti-
chit di essa, perche molto noto [].
[; fol. 11r] si che si puo conchiudere che la musica mondana sia in ciascun di noi per testimonio
del primo peccato [] alcuna volta fa nellhuomo diuini effetti: come cantando lode, himni, salmi, &
orationi al grande Dio, con uoci, & musicali istrumenti, si per si fa con animo humile, & diuoto, si
placa la giusta sua ira, & si ottiene la sua Diuina gratia. [; fol. 12r] la Poesia fra laltre cose amicis-
sima, & compagna della Musica, perche si puo esercitar in compagnia di istromenti musicali, come
nella lira, liuto, arpicordo, cetra, viola, & simili: anzi nata, & ha sua stanza fra le noue muse, doue
il continuo esercitio de i musicali istromenti, & passando alla Arithmetica, & Geometria, chi non sa
che le proportioni musicali si ritrouano ne numeri, & misure, & lArchitettura, che figliuola di essi
numeri, & misure, non saprebbe con ragion far il temperamento delle macchine, & ne Theatri collocar
i uasi, & dispor bene, & musicalmente con giuste & proportionate misure gli edifitij []. [; fol. 13r]
ueramente si puo dire che lesercitio della musica sia vn assicurar lhuomo da tutto il male, perche con
essa si leua lotio, e per i Sig. Filarmonici consciuto tanto bene et tanta diuina eccellenza di essa, la
seguono, et col canto lodano N.S. Dio, acci che siano condotti alla contemplatione de i graui misteri,
che in essa si ritrouano: & palesi, & secreti; & hauerla per compagna, di esser condotti alle uirt, et
morali, et Theologice, & per non lasciarsi mai rubar tempo a lotio, ladro domestico, & per tenere fra
se stessi vn proportionato amore, con virt scambieuoli, dal quale nasce harmonia, chapporti contento
ad essi, & uirtuoso esempio al mondo, & sieno come regola, con la quale ognun habbia da drizzar
tutte le sue attioni, et per ci sono stati da molte Academie, per tutta lItalia imitati: chi vede in questa
citt vn Filarmonico, vede insieme la forma di tutti i buoni costumi, & ciuili creanze, che ad honorato
gentilhuomo conuenga: questa Academia apunto vn ridotto di nobili esercitij; perche parlando &
conuersando con ciascun di essi, si acquistano certi termini di cortesia, & vna maniera di modestia, ac-
compagnata da una grauit cortese: che fa ad ogni vno desiderare di esser tale: da questi nasce vn cosi
lodato esempio, che fanno arroscir gli altri di questa Citt, che lontani da essi viuono, nel ridotto de
lotio, fra i principal vitij di esso: sio hauessi a ragionar con stranieri, mi diffonderei piu nelle laudi
loro, ma ragionando con voi Signori, che tutti conoscete i loro particolari meriti, parmi superfluo [].
[; fol. 14r] caminate nellinalzar questa vostra Academia, col debito mezo del tempo il quale da se
stesso, a poco a poco, vi condurr tantalto, quanto meriteranno i vostri studi, & virt, in quel modo
che ha condotti questi nostri Signori Filarmonici, che giogni nostri sono annouerati fra le prime Aca-
demie dItalia: Sio volessi ragionar del loco doue tengono sua stanza, bisognerebbe a voler scriuer le
lodi di esso, far vn gran uolume, & allontanarmi assai dal mio proposito: dir col questo, che stato
fabricato da la natura, & da larte apunto per Academico esercitio, perche la natura lha dotato daria
felice, & sito gratissimo, adornato di monte, colle, piano, & acqua: larte lha ridotto ameno, con lhe-
dera, il mirto, il cipresso, el lauro, con le vite, il cedro, & altre nobilissime piante: ha diletteuoli prati,
con la uariet, & suauit de fiori: quiui sono dhedera antri arazzati; iui grotte da natura, & arte cauate,
doue si sente ben spesso Eco risponder alli musical concenti: qu Progne, la Filomena col canto lanti-
co lor dolore disacerbano: ha dapoi nel suo piano, stanza honoratissi- [fol. 14v]ma con appartamenti
commodi ad esercitar la uariet delle scienze: in loco assai remoto dalla Citt, si che non puo esser
da i popolari, & mechanici rumori alcun virtuoso esercitio sturbato; Et perche dubito esser tirato fuori
del mio propostio, dalla diuinit di questa stanza: non voglio di essa dir altro, perche quanto piu ne ra-
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gionassi, tanto piu sappresenterebbero meriti, & occasioni di ragionarne: ma ne passer con breuit
alle persone, & ordini loro, il numero de quali fa vn corpo nobilissimo, per sangue, & per virt, essen-
doui & la nobilt, & la uariet delle scienze inseime vnita nel gouerno di se stessi, hanno instituito
ordini & leggi, che per fine riguardano alla conseruation della loro Academia: & la prima legge , che
tutti Academicamente il giorni di S. Filippo, & Giacomo, vadano in vna chiesa, a cantar vna messa,
nella quale pregano N.S. Dio per la conseruation di essi, & di esser fatti degni, dop questa vita, della
celeste stanza, doue possano perpetuamente cantar lode al Signor: il secondo , che il principato di
essi, sia sortito, & per poco tempo duri, si che ciascuno possa esser condotto dalla sorte al primo loco;
questo fa una equalit tale, che nellAcademia non si conosca grande, picciolo, mediocre, et leuata
loccasione, che il maggior non si sdegni di ceder al minore, l picciolo al mediocre, glaltri offitij
sono con uoti eletti, secondo che ricerca loccasione, & il bisogno: hanno loffitio de reggenti, a quali
dato il carico di consultar quanto occore, per lutile, & honor commune, come formar leggi, proponer
parti, trattar di accettar compagni, & simil cose: il tutto per portan- [fol. 15r]do a i uoti di tutta la
compagnia: hanno loffitio del censor, offitio di grandissima importanza in tutte le congregationi, &
molto utilissimo nelle attioni comune, & publiche: tutti questi ordini, & tutta la loro Academia hanno
raccomandato padri sapientissimi, che continouamente la nudriscono di prudentissimi ricordi; si che
non potr mai cadere, che di subito non rilieui, perche se il loro capo, per sorte cader in qualche peri-
colo, di subito solleuato da i Reggenti; se i Reggenti. & capo insieme cadessero, seranno da tutta la
compagnia aiutati; & se per strano accidente tutti insieme cadessero, mai i padri non gli lascieranno
pericolare, perche sono padri vigilantissimi, & prudentissimi, & essi figliuoli ben alleuati, ben discipli-
nati, & molto ad essi obedienti: nelle cose damor fra se stessi uiuono come fratelli, & luno aiuta lal-
tro nelle occorenze, & dellhonor, & de lutile, & fra se in union conforme viuono: hanno questi Si-
gnori molti altri gouerni, & ordini belli, & molte commodit, per lo esercitio della virt: come musici,
& maestri pagati, & compagni virtuosi da ogni spesa esenti, & altri honorati particolari potrei di essi
ragionare, i quali lascio per hora da parte, & me ne uengo alla seconda Academia de i Moderati: della
quale io son il minimo, & regioner di lei con breuit. Questa molti anni di lontano ha seguito con
poco numero, in picciol ridutto, lorme virtuoso della musica, per fine di fuggir lotio: & a poco, a
poco tirata, & inuitata dalla celeste Sirena, de i Signori Filarmonici, ha le sue attioni alquanto dalla
terra solleuate; dimostrando desiderio, & fermo proponimen- [fol. 15v]to dimitar quanto potr la cele-
ste sfera, & Sirena; con lali del disio, le quali unite, & moderate per tal fine: per impresa porta, tenen-
do per sua arma la piramide, nella cui base giace una lira, onde uien figurata la concordia: nella messa,
nel capo, ne i padri, et nel censor, & in altri ordini quanto ha potuto si ha seruito dellesempio di essi
Signori Filarmonici: ha per giorno della sua festa, & messa quello della santiima Ascensione, confor-
me alla sua impresa, disiderando tutti di esser fatti degni di ascender al Signore: nel loco dellAcade-
mia, i grandi, & mediocri si contentano di esser noi piccioli equali, & in essa non maggioranza
alcuna, se non quanto permettono gli ordini di quella: fuori di essa ciascuno secondo la sua qualit
trattato, riuerito, & honorato, & in fine, perche di questa non voglio ragionar altro, dir sol questo.
lodato N.S. Dio viuiamo molto contenti, & in stretta vnione, & in amor conforme; et con tutto che hab-
biamo de compagni di noi maggiori; ei cosi prudentemente nella Academia nascondono la lor gran-
dezza, che chiunque li vede, li giudica nostri pari: perche nellhonor, & utile commune, sono col voler
nostro conformi: questo cosa molto vtile alla conseruatione delle Academie, & ad ognaltra congre-
gatione lo seruar lequalit, & lo anteporre il ben commune, al particolare, et auertite bene uoi Sig.
Academici, che forse questo il principal fra i molti sostentamenti delle Academie, et congregationi:
[; fol. 16r] Onde lasciatili, insieme co Sig. Filarmonici me ne uengo a uoi, che habbiate fatto uirtu-
osa, et Academica risolutione: et al tutto sprezzato lhorrendo mostro de lotio nimico mortal della
uirt: & dal qual nascono le lasciuie, le dapocagini, la ignoranza, con tutti i uitij, & in somma ogni
male: & che caldamente ui esercitiate nella musica, fra laltre scienze, come ho detto nobilissima, &
che lasciato habbiate il uagar su et giu per le piazze, & per le strade [].
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Die Impresa der Intrepidi erscheint auf dem Titelblatt: Druckerpresse, premat dum imprimat,
Gorettis als Il Timido: ein Lwe, der von Hunden angesprungen wird; pavet impavide, auf S. 19.
Widmung an Enzo Bentivoglio, unpag.: [] il desiderio, che sempre ho, di mostrarmele grato cono-
scitore, de benefici ricevuti da lei: [] essendomi stato del mio discorso, chio recitai gli anni
addietro nellAccademia, piu volte addimandata la copia; [] finalmente ho diliberato di darlo in luce,
sotto il patrocinio di V.S. Illustrissima, soddisfacendo a quelli, che nhanno desiderata la copia, ed a
me stesso nel mostrarle il desiderio detto, e nel dedicarle cosa di Musica, di tanta ricreazione, ed
alleggiamento allanimo suo.
Della Musica dunque, di splendore assai maggior nellanimo degli huomini, che li raggi del Sole
risplendenti a gli occhi de mortali non sono, tratteremo brievemente nelli seguenti capi; dove sia cos
nominata; che cosa sia; chi labbia ritrovata; di quanta eccellenza sia; e li frutti, e benfizi insieme, che
da lei ci vengono; E per dar cominciamento, per mio avviso la Musica cos fu detta dalle Muse in
greco altro non vuol dire, chel canto, come disse Virgilio, nella sesta Egloga,
e nellottava
e Orazio nel secondo sermone, nella Satira sesta, pigliando il suono della Lira, per lo canto; essendo-
ch, e con luno, e con laltro mezzo si forma la Musica,
nondimeno, che la Musica sia detta dalle Muse, ce lo dimostra Sidonio, dicendo,
e non tanto per la voce significante, quanto per gli effetti, cio pu provarsi; poich dalle Muse cantanti
alla tavola di Giove (come dal primo dellIlisade dOmero si raccoglie) con ragione si dir, che perci
la Musica sia stata nominata dal suono, delle loro voci: onde si vede, che li pittori dipinger sogliono le
Muse, con le braccia stese, scambievolmente tenendosi luna, e laltra, accioch conduchino, e guidino
i Cori, cio una molti- [S. 4]tudine, o corona di cantori; imperocch secondo Seneca, e Macrobio, il
Coro altro non , che molte voci, le quali, insieme unite, fanno un concento, una consonanza, ed una
melodia. Altri hanno tenuto, la Musica chiamarsi dallacqua, perch guisa dellacque si muove sem-
pre per le voci, nelle sue consonanti; si come dallacque sono nominate tutte le scienze; avendo tutti
gli antichi paragonato ogni disciplina allacque; e quinci gli scrittori, nominarono le Muse da vari
fonti, come dal Pegaseo, dal Castalio, e da altri, i quali per brevit si tralasciano. E non solo stato
giudicato la Musica nominarsi dallacqua, a li comentatori di Pindaro affermarono eziandio, la Musica
prendere la sua perfezione dalacqua: ed ancorch questa opinione non dispiaccia al Vanneo, nel suo
recaneto di Musica aurea, al capo secondo, ove dice, ch incredibile larmonia della fistola abbassata
verso lacqua, da lui esperimentata, nelludire un giovanetto suo scolare, che mentre cos suonava, li
parea sentire dalla soavit di quel suono, la melodia, che col canto fanno gli uccelli, nel tempo di Pri-
mavera: nondimeno Giovanni Cartusiense, nel principio della sua Musica stato di diverso parere. Fu
detta ancora la Musica esser cos nominata dallistrumento chiamato Musa, ovvero dalla mutazione, o
dal verbo Muo, le opinioni de quali per sono di niun momento.
Ma lasciando tutte queste cose da parte, diciamo, la Musica essere scienza di cantare, ed una liberal
virt, per cui del cantare con misura, con modo, e temperamento, la cognizione conseguiamo: e cio,
che ne dica Don Pietro Aron, ed altri, che lo seguono, mentre darte gli attribuiscono il nome, che col
suono in Cielo, ed in terra, rende gran soavit, e dolceza; diciamo noi, ch la Maestra di tutte le melo-
die, che nascono da suoni, e canti: scienza nel vero, come affermarono i pi valenti, che della Musica
fin qu abbiano scritto, e lAron medesimo, che consiste in numero, in proporzioni, in consonanze, in
congiun- [S. 5]zioni, in misure, e quantitadi; Ovvero possiam dire (aggiungendoci lautorit di Guido-
ne Aretino) che la Musica, un movimento di voci grecamento parlando per [arsin] & [tsin] cio per
elevazione, e deposizione, per elevazione, cio principio, e deposizione, cio fine; per elevazione, cio
per lascendere, e deposizione, cio lo descendere, e finalmente per elevazione, cio per estendimento,
e deposizione, cio per relaazione delle voci. La qual elevazione, e deposizionie, Guidone medesimo
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per Divina ispirazione comprese benissimo, da gli caratteri, o vogliamo dire sillabe, chegli ne trasse
da questo bellissimo Inno sopra S. Giovanni [].
E se leffetto della Musica, per la Musica stessa volessimo intendere, comalcuni espongono, altro
non , charmonia di piu voci differenti, per lo grave, e per laguto; ovvero armonia di suoni per istru-
menti naturali, ed artifiziali, armoniosamente raccolti; cagionata da dovuta proporzione; il qual nome
darmonia (secondo che favelleggiano i Poeti) deriva, e viene da una cos nomata donna, figliuola di
Marte, e di Venere, e moglie di Cadmo, la quale tanto leggiadramente, e in diversi modi suonava, e
con gli accompagnamenti di quella grazia, che come si suol dire, non si pu apprendere, ne insegnare;
che da lei fu pigliato il nome darmonia; larmonia, o concento, che vogliam dire, un concordevole
mischiamento di voci disuguali, che molto ci dilettano, come disse quel Poeta
e la Musica poi la ragione dello stesso accordo. Aggiungasi, la Musica essere un modo certo, facile,
ed aperto, che ci dimostra [S. 6] il ben cantare, e a discernere, e conoscere tutta la sostanza del canto;
ed quello medesimo, che poco dianzi sponemmo, che in regole consiste; e la cognizione del cantare
sostanzialmente, conviensi parimente nella ben regolata Musica, la quale non a caso, ma fermamente,
& indubbitatamente viene cos esercitata. ilche volle Agostino Santo nel primo della sua Musica, affer-
mando, che la Musica una scienza di ben cantare; bene, cio artificalmente, ovvero, bene, cio one-
stamente; poich il cantare per lascivia, cosa brutta, e non buona, ne onesta. e a dirne il vero, Musica
altro non chuna facolt, che con senso, e ragione saggira intorno alla considerazione, delle differen-
ze de suoni aguti, e gravi; ed scienza di cantare perfettamente, e con melodia, che nel suono, e canto
consiste; comIsidoro, e Guidone Aretino hanno tenuto: e perch il suono, el canto sono sensibili,
quindi avviene, che scorrendo velocissimamente trappaano nel tempo addietro; onde favolosamente
alcuni dissero, le Muse esser figliuole della memoria; perch se li tuoni, e canti, non sono ritenuti nella
memoria degli huomini, senza dubbio periscono, e muoiono; conciossiecosa, che schrivere non si pos-
sono; che servir per conclusione a cio, che del secondo punto mi ha convenuto favellare.
Ora fa di mestieri, chio vegga, e palesi insieme, quali siano stati glinventori della Musica; E sat-
tenderemo quello, che dicono i Poeti nelle loro favole, diremo, che Apollo sia stato lonventore della
Musica; e che per questa cagione si dipinge con la Cetra, e con larco. Altri dicono, che porta una Lira
in mano di sette corde, la quale et dimostra limagine della Celeste armonia: e chegli della Musica
lonventore sia stato, ce lo dice Teodorico Cirense,
Altri vogliono, che fosse trovata da Mercurio, si come racconta Pausania; e Luciano, che dipinse tutti
li Dei, attribu la [S. 7] Musica e Mercurio; e sono stati alcuni, come Igino, i quali per questa cagione
fanno Mercurio della Musica inventore; poich dicono, chegli abbattendosi un giorno, in una testudi-
ne, la cui carne per la lunga antichit era tutta rosa, in modo tale, chaltro non ci era restato, che i soli
nervi, egli tocc con le dita quei nervi, ed accorgendosi, chindi nusciva non ingrato suono, ad una tal
sembianza fece la Lira; ove per tal ragione vogliono alcuni, che la Lira testudine sia nominata; e prima
fu da esso fabbricta, da suonarsi con tre corde solamente; imperoch dicono, chegli trov anche tre
voci, laguta cio, la grave, e la mezza; si come appo gli Egitij si trovavano tre stagioni, lestate, il
Verno, e la Primavera, ciascuna da quattro mesi; e laguta sattribuiva allEstate, la grave al Verno, e
la mezza alla Primavera: e dopo la fabbric con sette, come dice Omero nellinno a Mercurio. Altri
vogliono, che Dionigio, alcuni, che Zeto, sieno stati glinventori della Musica; Laerzio, e altri dicono,
che Pittagora Filosofo la ritrov dal suono de martelli, e daglincudini de Ciclopi; ovvero dal mor-
morio dellacque, comalcuni hanno detto; perciocch Pittagora sempre attese allinvestigazione, delle
cose naturali, e dalla ragione, di tutte le cose visibili, ed invisibili; e trov larmonia dal suono
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demartelli, e deglincudini; dal qual suono trasse tutte le proporzioni, de numeri, onde abbiamo poi
conseguita la Musica, choggid vediamo, e sentiamo: ovvero, seguendosi lopinione di Camaleonte
Pontico, si potrebbe dire, che la Musica fosse ritrovata dal canto, degli uccelli; poich lusignolo canta
per dillettamento, faccendo il canto piano, aguto, disteso, alto mediocre, basso, e accordato, conforme
ci che ne scrive Plinio, nel decimo nella naturale sua storia, al capo ventunovesimo, ed Aristotile,
nel nono degli animali, al capo quarantanovesimo, truovo il oltre, che Mos nella Genesi, al quarto
capo, faccendo menzione, della descendenza di Caino, che fu il primo huomo, che [S. 8] dAdamo, e
dEva nacque al mondo, chiam Iubale figliuolo di Cain, padre della Musica.
dice il testo; Beroso Caldeo nel primo della guerra de giudei, dice, che fu listeo Iubale inventore
della Musica. dopo il diluvio favoleggiano alcuni poeti Orfeo di Tracia, antico poeta, ed ottimo suona-
tore di Cetra, Anfione, Lino Tebano, Arione suonatore di Cetra, di Lesbo isola, e Timoteo, aver ritro-
vata la Musica; il che da me sia riferto, per loro mostrare, queste con laltre di sopra mentovate favole,
dover eere senzalcun dubbio riprovate. Con linvenzione dunque di Pittagora, e di Iubale, che di
sopra dicemmo, e loervazione degli huomini, per lo corso di lunghissimo tempo, abbiamo ottenuta la
Musica; ne primi tempi, non dubbio, che fu ordinata semplicemente, in modo daccordarsi insieme,
nella maniera, che si puote migliore; perciocch solamente aveano trovati li principij; ma si sono poi
investigati li carratteri, e li segni, co quali a poco, a poco, abbiamo acquistato il poter cantare con la
facilit che di presente si vede; conforme a cio, che canta Lucrezio,
[; S. 9] e vi glorierete ancora, dessere per mano di cos bella vincitrice cinti, e di tanto rara virt
rimaner prigioni: ilche per far loro credere, considerisi, che la forza della Musica tanto sparsa per
tutte le cose, che ben si pu dire, che niuna cosa ci abbia, che si mantenga senza di lei; questa gran ma-
china del Mondo, secondo lopinion di Pittagora, tanto composta di Musica, che parte alcuna,
ancorch minima, non si pu trovvar in lei, che non contenghi graziosissima armonia: onde a gran ra-
gione stimarono alcuni, che la Musica consista nel maraviglioso accommodamento de differenti
movimenti Celesti, nella concorde variet de tempi, e nel proporzionato mescuglio degli elementi;
poich fu sempre comune opinione di tutti i Medici, che dalla mescolanza, e dal temperamento delle
prime quattro qualit, de gli elementi, nascesse graziiosa armonia: e che li li quattro elementi Fuoco,
Aria, Terra, ed Acqua, significatici per giove, giunone, Plutone, e Nettuno, facciano Musica, lo disse
Cicerone nel suo libro della universit; e la ragione in pronto; percioch gli elementi ancorch sieno
di contrarie nature, e qualit; una certa armonia nondimeno, in dolcissimo nodo concordi li congiunge
in un corpo, ed in una machina, e con molta pace insieme legandoli, concorda le diversit, e le contra-
rie potenze loro; onde si vede, che scambievolmente il tempo, od eglino stessi apportano li suoi frutti,
o soministrano, e servono a gli altri, acciocch gli produchino. Il Cielo anchegli con gli aggiramenti
che fanno le sfere, nel suo ravvolgimento rendo soavissima armonia, e per f scritto
e perch dolcemente rapisce, secondo gli Astrologi farebbe rimaner colmi affatto di meraviglia, e di
dolcezza chiunque ludisse; e perci questo non si potrebbe ottenere, senza pericolo della vita: il che
avviene, perch il Cielo ha cos regolato il movimento delle stelle, e la revoluzione de pianeti, nel cor-
so loro, cheglino si muovono sempre con ordine, e misura; e quinci stimarono i Platonici, chogni
Cielo avesse la sua Musa, nominata da loro talvolta col nome di Sirena, perch soavemente canta; ed
anche credettero, che la Luna col suo ravvolgimento facesse certo suono, onde con gli altri pianeti su-
disse soavissima armonia. Truovo in oltre, che le stelle fanno Musica, poich Plinio nel libro secondo,
al capo ventiduesimo, della sua naturale storia, parlando di questo dice, che lo spazio, che si truova
dalla terra infinalla Luna, secondo lopinion di Pittagora, per ragione di Musica, tuono sol nominarsi;
dalla Luna infin mercurio, ci la met di quello spazio; da Mercurio Venere un puoco meno; da
Venere infinal Sole la met meno, dal Sole a Marte un tuono; da Marte a Giove la met; da giove a
Saturno la met; e da Saturno al Zodiaco la met meno: e larmonia di cotesti sette tuoni Diapason
vien detta, che consiste di cinque tuoni, e duoi semituoni minori, del diapente cio, e del diatessaron; e
sette sono i tuoni, posciach i Cieli con pianeti sono sette ancor eglino, e perch si muovono con pro-
porzione, come poco dianzi dicemmo; quindi , che fanno dolcissima armonia, e comech Aristotile
non ammetta, anzi espreamente nieghi, contro di esiodo, e de Platonici, che le stelle facciano Musi-
ca, o melodia alcuna; questo si dee per credere; poich quelle cose, in cui si ritruovano tutte le qualit
naturali, le disposizioni elementari, i componimenti materiali, linformazioni de corpi, e mol-
[S. 11]taltre cose, che per la concordia, e discordia fanno movimenti, a simiglianza degli armoniosi,
sono dette far Musica, se non risonante, almeno di numero, ovvero di misura, come volle il Zacconi,
nella sua prattica di Musica, al capo secondo. Aggiungasi, che Platone (come racconta Cicerone nel
sesto della repubblica) chiaramente con ludito conobbe la soavissima armonia del Mondo; perch ni-
ente opera la natura senzarmonia, e proporzione. Soda laria piena di canti, e melodie soavissimi, di
garrire, e dapplauso di vaghi, canori, e gentili uccelli, challa rinascente luce destandosi, empiono la-
ria di soavissima armonia; nellacqua escano i pesci, udendo il suono, el canto; el mare genera Sire-
ne, che dolcemente cantando gli huomini fanno addormentare, e nellonde miseramente cadere. Gli
Elefanti, nellindia, di grandezza cos smisurati, sono trattenuti da gli Organi, ed al suono del Piffaro si
lasciano toccare gentilmente; al tardare del suono, allentano ancor eglino il loro corso, sabbassano al-
la relaazione del Piffaro, e saffrettano, quando il suonatore agutamente suona; come da eliano nel se-
condo degli animali, al capo undicesimo si raccoglie. e con la fistola sono presi i cervi, e lusingati gli
uccelli. Conforme allopinione di Platone, e di Pittagora, lhuomo, che mondo minore suol nominarsi,
fatto, organizato, e moo dalla Musica: poich sottol nome di Musica, vienad essere compreso tutto
ci, che vive; essendoch lanima Celeste, con la quale animato tutto luniverso, tiene lorigine dalla
Musica: ed Aristosseno diceva, che lanima nostra era armonia; poich essendo perfettamente creata,
necessariamente contiene somma proporzione: e Platone nel suo Timeo, mentre dimostra larmonia
dellanima, e del corpo, afferma, che lanima sia concento; e Dicearco tiene, chella sia armonia. Nen
dunque maraviglia, se la Musica, per tanti capi accennati stata riverita, e aumentata dagli antichi,
come di Mos, Iobe, e daltri infiniti ebrei si legge appreo Eusebio, n preparatori de Vangeli: di ma-
nie- [S. 12]ra tale, che venne in tal perfezione, e stima, che ne negozi e cerimonie piu importanti, si
cominci ad esercitarla, massimamente quando si port larca del patto in Gierusalemme; ove Davide
ordin, che con musica cio fosse eseguito; ed egli medesimo, come dessa molto innamorato, volle tut-
to gioioso, contento, ed alegro, andarle innanzi, sonando con lArpa; alla cui melodia accommod
tutti suoi salmi. Fu parimente in grande stima appo i Greci, li quali giudicarono, niuno essere liberal-
mente, o magnificamente ammaestrato, che non avesse dato opera al canto, e alla Lira, ovvero ad altro
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instrumento, chabbia armonia nelle corde; poich per avventura sono pi nobili glistrumenti da
corde, che non sono quelli da fiato; e di questa opinione io truovo esser stato Alcibiade, Principe degli
Ateniesi, come di riferisce Plutarco, nella vita, che di lui scrive; a cui il sonare istrumenti da fiato, ed
in particolare il Piffaro, era cosa molto dispiacevole, quasi, che indegna fosse, e per conseguenza a
giovani nobili non conveniente: ed alloncontro stimava, che il suono della Lira molto gli si confaces-
se; essendoch al sonatore dessa ragionar si potea, e riceverne la risposta, cosa, che col sonatore di
Piffaro far non si potea; oltre, che sonando diveniva di faccia diforme, di modo, che dal gonfiare delle
guancie, e della bocca, non era poco, che dagli amici, e domestici suoi foe conosciuto. e Platone, ed
Aristotile portano opinione, che lhuomo benordinato non debba eere sennza Musica; e perci Temi-
stocle mentrera ad una cena, essendogli portato innanzi una Lira, perch non seppe sonare, fu riputato
di minor dottrina, che non era, e non poco diminu la sua autorit: poich la Musica, dinnumerabili
fonti di grandissima eccellenza, e di tutte laltre virt inestimabilmente ripiena, da tutti dovrebbe esser
amata, seguita, ed esercitata; eendoch fu per nome di scienza universale, nella quale sieno comprese
tutte laltre dottrine, maravigliosamente appellata; e volle Platone, che fosse un circolo delle discipli-
ne, che con la soavit della sua graziosa [S. 13] melodia, ne cuori degli ascoltanti penetrando, alla-
more di lei accende, ed infiamma. Appresso Aristofano si legge che il sonatore di Cetra dagli antichi
era giudicato huomo sapiente, ed ornato di tutte le grazie; e diceva Quintiliano, che la Musica era anti-
camente di tanta lode, che i musici erano stimati indovini, profetti, e saggi; ed di tanta eccellenza,
chin ogni secolo, e particolarmente al tempo doggi, persone dImperio eccellenti, e di sapienza, tutti
popoli, e le nazioni lhanno pregiata, seguita grandemente, ed amata: e perch la Musica, e larmi si
convengono molto bene insieme; perci si legge, che li Greci col suono del Piffaro nelle battaglie can-
tavano versi embatorij. I Lacedemoni non andavano giammai a combattere, senzal suono delle Tibie,
o de Piffari, che diciamo, e daltri musicali istrumenti. Gli Spartani camminavano alle battaglie, con
larmonia de Piffari, el Re loro sacrificava alle Muse, prima, chentrasse nel combattimento, ed i
Cretensi usavano in guerra le Cetre. NellEgitto le donne ne sacrifici dIside (come racconta Erodoto)
facceano festa, sonando co cimbali, e gli huomini co Piffari, col suono de quali, la compagnia dA-
riadne Bacco seguiva, come die Catullo
e facean molti
Delle straniere Tibie udir il canto.
forsi per questa cagione, poich la Musica la quale paragonata allalegrezza, con maggior stimolo
non commossa, che col gusto, di dolce, e soave vino, e percio die Ovvidio,
e Tibullo,
Al suono de Piffari appo gli antichi si portavano li corpi morti, e le lodi degli huomini forti si canta-
vano. E perch non ci et separata dalla dillettazione, della Musica, perci non maraviglia, se
leggiamo, il severo Socrate di lunga et, aver [S. 14] dato opera alla Lira, ovvero alla Cetra, comaltri
dicono; giudicando, che fosse meglio apparar tal virt, anzi tardi, che non mai; il vechio Chirone fra le
prime scienze, che insegn ad Achille, mentrera di tenera et, un si fu la Musica. Licurgo delle duris-
sime leggi de Lacedemoni inventore, approv la scienza della Musica; ed i Lacedemoni di modo
lesercitarono, che Terpandro, e Pindaro dissero, che divenero assai valenti: e Licurgo medesimo si
trov anchegli dalla Musica affezionato; e per poterla meglio godere, volea prima sentire voci fastidi-
ose, e discordi; ovvero rumori spiacevoli, e strepitosi; mostrando, che luno allaltro contrario opposto,
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maggiormente risplende. che piu? Nerone sopra tutti crudelissimo si dillett tanto della Lira, che fece
battere monete, sopra le quali era scolpito la Lira; e si fece anco fabbricar statue, con labito di Citare-
do; e tutti quelli, che fin ora sono stati eccellenti nelle scienze, sono stati altres studiosi di questa dot-
trina; e perch Platone, e li Pittagorici prima di lui, lhanno chiamta Filosofia, ed opera delli Dei, per
non senza ragione gli antichi la celebravano, e riverivano, come cosa sacra, per leccellenti virt, che
in lei sono state esperimentate.
Ben dunque die Omero, che tutti cantori deono eere riveriti, & onorati dagli huomini, esercitan-
do cos gran tesoro, per cui lozio, la sonnolenza, il giuoco, la luuria, la sontuosit, lebbrezza, le de-
trazioni vengono fuggite; poich sufficiente ad indurre in noi abiti buoni, e costumi modesti, tutti
indirizzati alla virt. Con la Musica favolleggiano i Poeti, esser state operate cose maravigliosissime
come dOrfeo, danfione, e dArione si legge; luno de quali con la dolcezza del canto cav fuori gli
arbori, da suoi luoghi propri, commosse i sassi asperi, e grandi, arrest dal corso loro i fiumi, e fece
deporre alle fiere (ancorch prive di ragione) sessere ritrose, selvagge, e crudeli; divenendo mansuete,
ed amorevoli; e mosse anche a piet lonferno, come [S. 15] scrive Virgilio, nel sesto dellEneidi,
e di queste maraviglie scrie ancora unautore, di cui alcuni versi, parmi non fuor di proposito qu
rammentare,
e piu di sotto
e questa favola dOrfeo, appieno si vede appo Virgilio, nel quarto della Georgica. Laltro, che fu An-
fione, parimente commoe li sassi; poich pigliata la Lira in mano, tanto dolcemente sonava, chO-
razio si moe a dire, chei tir li sassi, a fabbricar le muraglie, della Citt di thebe,
e dicono i greci, che Tebe avea sette porte, per significare li sette tuoni della Lira; e dellEccellenza del
canto dAnfione, tratta assai bene Euripide, ed Appollonio Rodio nel primo degli Argonautici, e Virgi-
lio nella Bucolica, nellEgloga seconda,
e per questo gli antichi credettero, Orfeo, ed Anfione, essere stati generati dalli Dei. Il terzo famosissi-
mo sonatore di Cetra, che fu Arione, di cui diffusamente si fa menzione appresso Ovvidio, nel secondo
defasti, ed Aullo Gelio, nel libro sedicesimo, al capo dicianevesimo, commosse gli animali acquatici,
i Delfini cio, volendo i nocchieri ammazzarlo, mentre dallIttalia in Grecia facea ritorno, e cio per
ingordigia, (meglio dir mortifero appetito) di levargli i danari, [S. 16] da lui con molta fatica guada-
gnati; dopo laver sonato la Cetra, si gett nel mare, e salito soprun Delfino, (a cui sommamente la
Lira persuase lamicizia delgi huomini) senza danno al Lito fu portato; ed in memoria di questo, fu
fabbricata una statua, con greco Epigrama, che dal Volaterano in latino tradotto, cos dicea.
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e questo sia detto intorno alle favole a bastanza; imperocch se piu sanamente, e pi brievemente ne
vorremo discorrere, diremo che Gaio Gracco oratore eccellentissimo de suoi tempi, orando al popolo,
avea un musico dopo le spalle, che con la Fistola, secretamente gli dava i modi, della pronunzia, or
lenti, or gagliardi. La Musica ottimo riposo delle fatiche, poich non si dee sempre stare ne gravi
negozi occupati; ma tal volta ricevendo qualche virtuoso trattenimento gli affari tralasciare; e Licurgo,
(come ci racconta Sofibio) fece fabbricare una statua al riso; giudicando, che si debbano mischiare alle
volte le piacevolezze, ed i giuochi, con le fatiche, e con lasprezze della vita: onde die quel poeta, che
larco continuamente tirato molle diviene,
Il canto, el suono cinduce a riposato, e placido sonno; e per questa cagione, li Pittagorici, avanti,
chandaero a dormire usavano saovisime[!] canzoni, per dormire piu piacevolmente, [S. 17] e piu
quietamente. Da Celso, nel terzo della medicina, al capo diciottesimo si raccoglie, chAsclepiade fece
divenir sani molti farnetici, con ladoprar la Musica; e si legge, che Socrate san i pazzi con lOrgano.
Aullo Gelio nel libro quarto, al capo tredicesimo, e Teofrasto scrivono, che la Musica acqueta il dolore
della Sciatica, e della Podagra ancora; e viene scacciata la peste, come fece Talete Cretense: ne di que-
sto alcuno si dovr punto maravigliare, poich la forza della Musica, in noi grandissima. Leggiamo
finalmemte, chAsiminca Tebano cur molti dolori, ed altre infirmit, col suono di Flauti. Alessandro
dAleandro, nel libro delli Geniali, e Pietro Giglio affermano, chil suono di Musica, come di Viola, e
di Flauti, el canto, riana li feriti dal morso della Tarantola, chal principio dellEstate, tanto veleno-
sa, che morsicando huomo, od animale, li fa morire, o divenir insensati, se incontinente soccorsi non
sono. Con la Musica le malatie dellanimo ancora vengono sanate, e le popolari seduzioni achettate,
come da Teofrasto si raccoglie; raffrenati li giovani sfacciati, e presuntuosi, come fece Damone musi-
co; e mitigata, spenta lira degli omicidiali, come Empedocle; e si scrive dAleandro, chudendo il
suono, di qualche instrumento, si mitigava, e dallarmi tornava a conviti. per la Musica cede lo spirito
maligno, ne pi tormenta Saulle, mentre vienesercitata da Davide, col canto, e con lArpa; lanima
nostra destata, e quasi sono vivificate le sue virt; e perci disse Agostino Santo, nel primo contro
Giuliano,
onde con molta ragione, comand Ambrogio Pontefice, che nelle Chiese susasse, per isvegliare la
mente nostra alla religione: ma maggiormente sesercita nel Paradiso, v la vera felicit, e dove di
giungere, ogniuno deve, benoprando, fermamente sperare; e poich qu in terra assai labbiamo consi-
derata, in conseguenza lanimo nostro alla contem- [S. 18]plazione dIddio abbiam sollevato; e perch
li Filosofi lhanno stimata molto simile alla vita, ovvero alla Repubblica rettamente ordinata; ben disse
dunque Terenzio, che la palma posta in mezzo a tutti quelli, chin lei sesercitano. io dicea.
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III. Scipione FRANCUCCI, Discorso sopra la musica come arte enciclopedica [1623]
Con gran ragione potrei altamente lamentarmi di questi virtuosissimi et nobilissimi Academici miei si-
gnori in quella guisa apunto che la prima corda della cetra immortale del divino Apollo prese una vol-
ta, come favoleggiano i poeti, della sua maestra mano in queste note querelarsi; se fra tutte le corde,
diceva ella, del suo musico stromento io sono la piu sottile, et la piu fragile, on[de] avviene, che io sia
la primiera ad esser percossa, et che sovra di me piu che sovra dognaltra glarmonici furori della ra-
pidissima destra essercitando tu vada? Per unsol tocco, on[de] hor le corde di mezzo, hor le sovrane
risonar tu faccia, ducento, et cento colpi io mi sento infelice duramente travagliata, et si [unleserlich]
tirannico lo stretto di cotesto plettro, importuno, challe tue canore ancelle con troppa disuguaglian-
za, e troppo rigidamente ad imperare avezzo. nella stessa maniera, o signori Academici voi rivol-
gendomi potrei dire anchio: Se fra tanti canori e pelegrini ingegni io sono il piu roco, e piu debole di
cetra per qual cagione havete pur voluto, chio sia il primiero risonare nellarmonica cetra della
vostra musica adunanza? Ma troppo b[e]n mi vo divisando, ch somigliante querela darte ancho
quella dApollo somigliante risposta. Datti pace, corda mia, rispose il divino cantore; perchalla per-
fettione dellarmonia fu di mestieri, che la piu debole corda sia piu dognaltra dalla mano agitata, e ri-
percossa. e cosi parmi ancho di sentire, che tutti voi mi diciate: Troppo ben ci era noto, che nel nostro
concerto tu eri la voce men chiara, e men consonante: ma lordine di vo[str]a armonica Academia ri-
chiedeva; che non le desse cominciamento altra voce, che quella del piu rozzo et men concorde Dici-
tore. Non egli vero, mi soggiungete appresso, che tra le note della musica, che sono sei, la prima la
pi bassa, et la pi [ottusa] dunque ragione dal tuo pi basso, et meno acuto ingegno, lAcademia
della musica cominciar dovea. Io cedo alla ragione: ma fui ben folle non mi accorgere del vostro ar-
tificio fin da principio, q[ua]n[do] questo carico di ragionare vi compiaceste di impormi. non mi era
ignoto il costume di quel Rom[an]o Imperatore che per tender lorecchio suo delle musiche dolcezze
piu avido, et piu ingordo lapriva prima alle dissonanze di striduli garriti, di strepitosi tuoni: con
somigliante accorgimento havete voluto challa soavissima melodia delle vostre musiche note la disso-
nanza preceda delle mie garrule voci, e dei miei rochi accenti. Se dunque il biasimo mio ha da servire
v[o]stri diletti, eccomi pronto ad ubbidire, et dare aspro cominciam[ent]o alla dolciss[im]a Acade-
mia della musica Arretina; Ma che dissi, allAcademia della Musica? Non vi turbate signori Ho gi
se[n]tito fuor di questo luogo, et di presente io leggo nella fronte alla maggior parte di voi, cosi fatte
querele. Dunque dicono i gra[n]di Cavall[ier]i; quei coraggiosi Arretini, che l nei campi di Marte so-
no avezzi a spaventare altrui con le strepito del ferro, quellarte si volgeranno adesso, che rilassando
con le sue dolcezze i cori, e delle menti effiminatrice? Du[n]q[ue] quelli Aretini erud[i]ti soggiun-
gonsi Grammatici chhanno saputo dar regola alla Latina Ortografia con la culta penna di Gio. Fortelli,
attenderanno hor solo regolar cantando, et li accenti Lidij, et le Frigie note? Du[n]q[ue] esclamano i
Retori; quelli Aretini eloquenti, che hanno signoreggiato glaffetti altrui con limpeto delleloquenza
comha fatto il gran Leonardo, prenderanno hor solo a lusingarli col canto? Dunque gridano i Poeti
quelli ingegni Aretini, che nel Choro delle Muse hanno fatto per avventura la parte del sovrano, come
il Petrarcha, Guittone, et altri, [S. 59] non si vergogneranno di condire, e danimare con le musiche
note solo i versi altrui? Non vogliono consentire i medici, che sattenda ad osservare piu la battuta
dellarte musica, che quella dei [unleserlich] della natura. Insomma contro questa Academia Armonica
argomentano i Log[ic]i va[n] disputa[n]do i filosofi, non lapprovano glAstronomi e la condannano?
finalmente i Theologi. Hora che farete s[igno]ri musici? io quanto a me son convinto dalle ragioni, et
non saprei che mi dico fo quanto me, dove parla la ragione, con tanta efficacia, non saprei difesa tro-
vare, che temeraria non fosse? La Citt non daccordo: lAcademia non si pu aprire. Che non si po-
trebbe fare u[n]a Academia nella quale diverse professioni insieme con la musica si essercitassero?
sig[no]ri no; perche dove non u[n]a forma sola, non vi puo essere un corpo. Chi della Musica vago;
abhorrirebbe per avventura i filosofici disputi: chi al suono della Tromba ha le orecchie avvezze sde-
gner agevolmente la melodia delle Cetre: A qual consiglio dunque ci appigliaremo? Facciamo, se
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cosi vi pare, una adunanza dAcademici discordi, et sia lImpresa una Cetra, col motto: Discordia con-
cors. O Padre, mi direte, [unleserlich] lAcademia nostra, ne di Musica, ne dArme, ne di Lettere ma
sar solo una sconcertata adunanza di huomini litigiosi, et io vi rispondo: che ladunanza de Discordi
sara Academia di Musica, et per conseguenza di Militia, di Grammatica, di Rettorica, di Poesia, di
Logica, di Medicina, Filosofia, dAstronomia, et di Theologia: che saranno [unleserlich] non sole x
corde, e della Cetra della vostra imp[re]sa, e della Lira del mio ragionamento. So ben che la lira di
Mercurio era di 4. sole corde armata: ma so nonmeno, che Corebo Re di Lidia vi aggiunse la 5.a
[Heanci? = Hyagnis] Frigio la 6.a Therpandro la 7.a Samio Licaone l8.a Profraste la 9.a et Estiaeo
Colofonio la x; se crediamo a Nicomacho, et Boetio. et tante punto sono le corde del mio breve
discorso. Me se vogliamo con u[n]a semplice ricercata andarle ritoccando, ad u[n]a ad u[n]a: Comin-
ciamo dalla Musica
O Musica maravigliosa Arte di Paradiso, essercitio degli Angioli, [] potrebbe agguagliare con le
lodi glaltissimi pregi delle tue ineffabili dolcezze? Ma [] che cosa questa musica cotanto delicio-
sa, et ammirata? S. Agostino dice: Che la Musica scientia bene modulandi: La Musica un arte di
cantar bene, et con misura. Non si poteva spiegare piu dottamente la natura di questa Musica facolta in
quanto ella questo habito, che nellIntelletto risiede. Ma seppiu uno tra voi mi dimandasse, che cosa
larmonica dei suoni, il canto bene misurato, che noi Musica appelliamo, il Zarlino risponde: che non
altro, che una discordante concordia, et prima che lui lo disse il dottissimmo Boetio: con queste
parole: Consonantia est dissimilium inter se vocum in unum redacta concordia, et aggiunse di piu: che
In his vocibus que nulla inequalitate discordant nulla omnino consonantia est. Onde a ragione soggiun-
go io; da Nicomaco ripreso Platone, il quale volea, che la Consonanza nascesse dalla mistione del
suono graue col graue, che somiglianti, et discordi non sono. Diceva il primo filosofo si spiccano in-
sieme dalla bocca, et dalla cetra, il suono acuto, el grave: ma perchel acuto piu veloce assai, quand
chegli giunse primiero ad internarsi, et a ferir lorecchio; ma nel primiero arrivo si spunta per tal
modo tutto il suo acume, che non solo forza chegli se no torni indietro, quasi ripercosso dalloffeso
orecchio: ma primo anchora, chegli se ne torni pi tardo, et piu ottuso, sicome gi infievolito, dacu-
to che glera divenuto pigro, et grave: et ecco, che incontrandosi nel suo ritorno nel suono ottuso et
grave, che piu lento dentro al suo volo spiegava le penne, si vanno mescolando per tal m[od]o insieme
che dalla mistione dellun et dellaltro grave si forma nellorecchio una dolciss[im]a consonanza. Non
dice Nicomacho, la Consonanza non nasce da suoni simili, ma da dissimili, i quali per per qualche
proportione possino mescolarsi insieme, et lusingar dolcemente lorecchio con u[n]a concorde dis-
cordia.
E perche pensate, che la Siringa di Pane fosse composta di 7. calami, con ordine disuguale contesti
se non per mostrarci, che senza la disuguaglianza delle voci non e possib[i]l[e] udire consonanza dAr-
monica melodia? Et quante volte nel contraponto moderno (non mi lascino mentire li maestri dellarte)
si vanno mescolando ad arte le dissonanze istesse? adunque in non proposi un paradosso, q[ua]n[do]
pur dianzi io vi dicea, che ladunanza dAcademici discordi sarebbe stata unadunanza di perfettis-
s[im]a musica. Ma che han da fare le cetre, i tamburi, e i flauti con le trombe? Qual [cosa] hanno
insieme le chiavi armoniche con le spade strepitose? et le note, e i pugnali, et per consequenza qual
parte havranno i soldati co lAcad[emi]a de musici? [] Anzi non tutta la guerra uno strepitoso con-
cento, et una armoniosa discordia? Forse che ui manca il basso di timpani, il tenore delle trombe, il
contralto delle spade, et de i nitriti il sovrano? Forse che ne i suoi fieri contrapunti di punte contro
punte, no si sentono talhora le dissonanze de gridi, i sospiri de moribondi, i diesis de lamenti, e la
pausa della stanchezza, [; S. 60] Linvittissimo Achille che dal saggio Chirone fu ammaestrato, et
agguerito, non apprese egli prima a trattare il plettro che lhasta, et a ferire prima le corde, che i cori?
Alessandro Magno non solo fu ripreso da Filippo suo padre che troppo bene cantar sapea: ma spesse
volte dalla Cetra di Timotheo pervocato se ne corse furiando[?] allarme. Erano 4 li principali modi
tropi della prisca musica appresso glantichi; il Dorico, il Lidio, il Messolidico, et Frigio. Il Dorico
modesto, et maestoso attribuito alla Flemma; il Lidio vago, e soave lusinga il sangue; il Messolidio
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altro che misura, dice Agostino santo. Adunque larte metrica non altro chuna misura, overo u[n]a
armonica proportione di nu[mer]ose note, che dineffabil dolcezza empiono non meno le menti, che
glorecchi altrui. Che per disse il Divino Filosofo, che che levasse da Poetici concenti il numero e la
misura, niuna differenza sarebbe tra essi, e i domestici, e popolari ragionamenti et a ragione: perche
Numerus est anima Poetarum, dice lo Scaligero. E veramente tutta la Poesia per se med[esi]a canora:
ma chi al n[umer]o de carmi aggiungesse anco la melodia della musica, qual cuore sarebbe tanto fiero,
e pertinace, che resistere potesse alla forza delle imperiose dolcezze? DOrfeo, e dAnfione si favo-
leggia, [] che essendo entrambo, e sublimi Poeti, e muisci eccellenti, accoppiavano contanta
armonia il suono de cavi legni col canto di pienissimi carmi, che non era affetto si lubrico, a cui non
ponessero freno, ne cuore si indiamantito, che non intenerissero; ne animo tanto efferato, che non ren-
dessero placido, e mansueto. Trionfa, che non ha dubb[i]o alcu[n]o la Divinita della Poesia, di tutti
glaffetti del petto humano maraviglia il vero, il catto de suoi trionfi non altro che la cetra e la lira.
Non lhavete provato in voi stessi questi giorni addietro, nelludire glerrori di Rinaldo da Poetica pen-
na altamente spiegati, da leggiadra musica felicemente imitati, e da scelti cantori soavemente rappre-
sentati? Anzi nelle scene Argive, e ne i Latini theatri, ne festose comedie, ne tragedie lugubri si
rappresentavano giamai, che da Musici Istrioni suora [=sovra] il suono delle Cetre cantate non fossero.
imperoche sapevano molto ben quelli antichi saggi che la Musica e il fiato della Poesia, lo spirto de
glaffetti, et il condimento de carmi. Ella rendo il numero piu sonoro, le parole piu dolci, e limi[ta]-
tione piu viva: et tale insomma il suo canto a versi, quale appunto il colore al disegno. Et egli
vero, come crede lo Scaligero, che le Muse da Principio non fossero altri che li musici stessi, et [] si
quanto me tengo per fermo, che qualunque volta i Poeti le Muse invocano, non bramini[!] altro, che
laiuto della musica; e chel favore cantori che per dirne il vero qual Euterpe, qual Erato, o qual Callio-
pe pu spirare nella fantasia de Poeti ugual furore a quel che vi desta largutissimo suono duna
armonica Cetra. Han tanta forza gli stromenti musici dagitare, e dinfiammare limmaginativa altrui,
che non solo i poeti, ma ancora i divini profeti si sono serviti deleccitamento loro per inalzarsi con
limmaginativa []. non ose ne io daffermarlo senza lautorita di S. Ambrosio [] Invitavano Dio
con la dolcezza del canto descendere per gr nelle menti loro. Ma chi ne pu dubitare? Eliseo profeta
essendo pregato una volta dal Re dIsdrael, che li volesse rivelare il modo da trovare acqua per entro il
deserto, accioche glesserciti suoi dissetare potesse, dopo molte repulse finalmente gli disse: orsu i son
contento di farne preghiera a Dio: ma conducetemi avanti un soavissimo cantore. Venne il musico, et
mentre andava ricercando le consonanze piu dolci, et armonizando le piu svelte canzioni, ecco che
repulse il divino spirito sopra il S[ant]o Profeta, et apersi il modo da far nascer lacqua dalle piu aride
viscere di quellerme contrade. Cumque caneret psaltes, facta est super eum manus domini. Hor se i
profeti, che dal superno spirito agitati sono, delle cetre, e de i canti per eccitamento non rifiutano,
disprezzassino[?] i Poeti gleccitamenti delle Armoniche Academie? no per certo. Imperoche lAria,
che dalle tremule corde, et dalle voci canore che vien dolcemente agitata. e commossa, agita, e com-
muove anchessa per tal modo quel sangue piu puro, che sta nelle fibre del Core, che in grandissima
copia innalzandosi, Quindi gli spiriti alla fantasia e allimmagin.va vi fanno bollire i antasmi, e la
colmano di poetico furore. Ma sento: che vi chi dice, se la musica, infiamma limaginativa, adunque
sara di mestiero, challe sue armonie serrino lorecchio tutti coloro, che de Lo[gi]ca son professori?
[] et io so di parere, che malagevolmente possa la Logica apparare da quellingegno, che dalla musi-
ca risvegliato no[n]tia. Due sono le opinioni piu famose intorno allobietto dellArte disputatrice: Se
vera fosse lopinione de i Nominalj, che ella si rivolga solo alla [S. 62] consideratione della voce, e del
suono; qualarte piu della Logica havrebbe della musica di mestiere? et se col mio maestro altri
affermare volesse, che solo quelli enti, quelle Relationi fossero di sua contemplatione, che dalla
Ragione fabricate sono; come potrebbe ella, senza la Logica havere dellobietto suo intiera, et perfetta
contezza? Non vero, che lo intelleto solo sia il fabro degli enti, come dicono, della ragione: o sepure
egli solo gli fabbrica, certo la Fucina, nella quale si fabbricano, non altro che lImmaginativa. Ma
lImmaginativa allhora, cheella piu fervida, e piu bollente. ma se per farla bollire potentiss[imo]
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il mantice, et il fiato delle voci canore, e delli armonici suoni, dite voi, se colui, che sordo, musici
concenti possa esser non cieco i dialettici argomenti: Confesso ben, che la Medicina habbia maggior
necessit della musica, che non ne ha la Logica percioche questa alla fine con la grandit de suoi
argomenti, e col rumore delle sue dispute, piu strepitosa, che consonante; Ma lArte medica per tal
modo alla musica appartiene, chio tengo per certo; che il Medico altro non sia, che unperfettissimo
Mastro di Cappella. Che lHuomo sia unarmonico misto chi non noto? Se tutta la musica consiste
nelle consonanze dellacuto, e del grave, eccovi nellHuomo il grave della Carne terre[n]a, e corrutti-
bile, et lacuto dellanima sp[irit]uale, e immortale, con maravigliosa proportione insieme unite. Anzi
dellAnima non disse Platone, chella era tutta de musici numeri composta? Ma perche lanima non
soggiace alle cure dellarte medica, solo delle consonanze del corpo mi giova perhora di favellare: o
che armonia fanno in esso le Proportioni de quattro elementi o delle quattro qualit elementari, delle
quale egli composto? La malinchonia fredda, e secca, corrisponde alla Terra, la Flemma pur fredda,
et humida allacqua; il sangue humido, et caldo, allAria, e la Collera calda, e secca al fuoco. o mirabi-
le Armonia. Desiderate in questa Armonia il Basso? eccovi la Malinconia. vi chiedete il Tenore? ecco-
vi la Flemma. Ricercate il Contralto? eccovi il sangue. Vi volete il sovrano? eccovi la Collera. Ma se
fra queste quattro voci voi ricercas[te] piu oltre la Musica Proportione. Dio immortale! e dove pi per-
fetta ritrovarla potreste! nel huomo ben temperato, et perfettamente sano, otto pesi di sangue si trova-
no, quattro di flemma, due di collera, et uno di malenconia: ma tra lotto, et quattro, e lquattro, el due,
e ldue, e et luno non vi la proportione dupla, che diapason da musici chiamata se tra lotto, e
ldue; e lquattro, et uno di non vi la quadrupla, che bisdiapason nelle consonanze appellar si suole?
e chi vidde mai battuta piu regolata, e pi uniforme di quella, que battono li spi[riti] del polso?
musica ammirabile. Ma segli avvien giamai, che questa musica si sconcerti, et che si alteri la propor-
tione delli humori, chi sappartiene a frenare le voci discordi, et a ridurrre glhumori al temperamen-
to natio; ad altri, chal medico? dunque il medico mastro di cappella. e forse chegli nellaccordare le
dissonanze dellhum[an]o concerto, non si va regolando con la battuta del polso; e forse che daltro si
serve, che dellarmonica mistione di x. e xx. herbe; che benche discordi siano, si vanno per tempe-
rando insieme con bellissima proportione. E quante volte i medici piu esperti si son serviti di musici
concenti per ridurre consonanza le sconcertate complessioni de corpi infermi? Terpandro, et Arione
in Lesbo, e nella Ionia, non curavano le infermit con lantidoto del suono, e del canto? Ismenia Te-
bano non vinceva i dolori della Sciatica con la dolcezza delle Cetre? Asclepiade, non aperse lorecchio
ad un sordo, con il suono della tromba? e Thalete Cretense, e Xenocrate, e Zenofilo, et cento altri non
risanavano altrui con le armoniche consonanze? Ma se altri, come filosofo, sdegnando di lusingare il
senso von larmonia del canto, fosse sol vago di pascere lintelletto con la contemplatione del mondo
elementare; che altro anchegli vi potrebbe contemplare, che la proportione duna perfettisssima melo-
dia? Mercurio Trismegisto, et Gregorio Nazianzeno dicono, che questo nostro mondo un Organo di
Dio. anzi lo disse lo stesso artefice dellUniverso Giob, nel cap[itol]o 38; Ubi eras, qu[ando]
ponebam fundamenta terre; quis posuit mensuras eius, aut quis tetendit super eum lineam, [] Quasi
volesse dire: Larmonica proportione delli elementi non poteva esser regolata, se non dallIdea della
mia eterna sapienza, ne poteva essere temperata, se non dalla mano della mia possanza incontrastabile,
la qualce fabbrico, e dispose il tutto in pondere, numero et mensura. Dalla misura, dal numero, et dal
pondo: cio dallinclinatione, et dalla qualit de glelementi nasce una armonia tanto dolce, et ammi-
rabile, che ella le delitie dello stesso facitor del mondo. Non ma lasci mentira la sua divina sapienza,
che di lui favellando dice queste parole: Q[ua]n[do] appendebat fundamenta Terre, cum eo eram
cuncta componens, et delectabar per singulos dies, ludens coram eo omni tempore; ludens in orbe ter-
rarum, et delitiarum in universi consonantia, come legge una altra lettera. Andava delitiando fra le
consonanze delluniverso concento veramente piu degno dellorecchie del Paradiso, che dellorec-
chie de sordi mortali. Quattro sono i Generi armonici, il sottograve, il grave, lacuto, il sovracuto.
Quattro sono le voci principali de glantichi Argivi, il Dorio, il Lidio, il Frigio, il Messolidio: Et a ra-
gione, perche se ben il numero ternario, come dice Agostino lib.o p. de Mus. c. [] il piu perfetto;
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come quello, che ha principio, mezzo, e fine; et e indivisibile in parti uguali: nondimeno il numero
quatern[ari]o ha una particolare prerogativa, chegle la radice, et il principio di tutti glaltri numeri,
imperoche egli contiene il 3 il 2 et luno i quali aggiunti al quattro, formano il n[umer]o de mano, oltre
al quale numerar non si pu, se allu[n]o non si fa ritorno. Et ecco, che quattro appunto sono i generi,
quattro le voci, e quattro i tropi della musica del mondo. Il foco Piramidale, et sottiliss[im]o corrispon-
de al sovracuto, al canto, e al tropo frigio. LAria pur mobile, e sottille corrisponde allacuto; al con-
tralto; e al modo Frigio. Lacqua ottusa, e corporea, corrisponde al grave, al tenore, et al genere Dorio;
La Terra pur ottusa, gravissima et immobile, corresponde al sottograve, al basso, et al tuono Misso-
lidio. [] vero , che per qualita dominante la terra secca, lacqua fredda, laria humida, el foco
caldo: et per consequenza chiudi mai contrarietade uguale? Ma uero anchora, che ciasc[un]o ele-
m[ent]o oltre la qualita propria, e signoreggiante, ne ritiene un altra quasi straniera, et ancella; per la
quale col vicino elemento, in pace si conserva. Mi vorrei dechiarar con uno essempio politico. Dicia-
mo, che Spagna sia la Terra, Venetia lacqua, la Francia laria, e Savoia il foco. La Terra immobile, e
fredda, e secca, et di squalido colore: Lo spagniolo di colore terreo, di temperamento malinconico,
et per stabile, e prudente. Lacqua freddda, e humida risponde alla Flemma: et Venetia, che in
mezzallacque alberga, et in mezallacque regna, non fece giamai precipitose resolutioni: ma tutte le
sue veloci essecutioni, con mautro, e tardo consiglio delibera lAria humida, e calda del sangue ami-
ca, e sanguigno appunto il magnanimo, e generoso Francese. Il foco caldo, e secco veloce, attivo et
altiero tanto somigliante a Savoia, che nulla piu congiurano il Foco, lAria, e lAcqua contro la
Terra: mentrella in cento, e mille parti hora sostiene glincendij del foco; hora percossa da venti,
dellaria; et hora inondata da i flutti dellacqua: gran dissonanza, direte voi, dellorgano dellmondo!
Si collegano Francia, e Venetia, et Savoia contro la corona di Spagna. O gran dissonanza, diro io della
Cetra dEuropa! Ma vi dimando: non egli vero, che, stante anchora la lega in piede, tutti i Collegati
tengono i loro ambasciadori presso il Monarca Ibero? et non vero allincontro, chegli pur tiene i
suoi oratori appresso i collegati! So che mi risponderete di si: perche non si partano mai glambascia-
dori se non dopo che la guerra rotta: et io potr esclamare: felicissima nuova: gran consonanza de
Principi Christiani! [; S. 64] Et eccoci alla 9.a corda dellAstronomia, la quale anchessa solo intor-
no alla celeste musica, con tutte le sue misure, et con tutte le sue osservationi raggionarsi puote. Che il
Cielo sia una cetra temprata da quella stessa mano, che lo trasse di grembo al nullo, lo dice Orfeo. Tu
totum Celum quasi canoram cytharam temperas. Ma che larmonia delle sue spere immortali sia inef-
fabile, et [unleserlich], lo disse lo stesso correttor del mondo al patientissimo Giob. Quis enarrabit
celorum voces, et concentum celi quis dormire faciet? Platone vuole, che ciascuno orbe di quella
eterna lira sovrasti una sirena, che vuol dire cantate a Dio: per dimostrarci, che dal rivolgimento delle
celesti spere ne nasce un concento; nel quale risuonano le glorie delleterno fabbro del sole, e delle
stelle. Hanno ancho i Cieli lingue canore da cantar le lodi eccelse del loro immenso facitore: Cli
enarrant gloriam Dei, disse il Salmista. Questa musica celeste, et immortale da due proportioni risulta:
dalla proportione de glintervalli inequali, e dalla proportione de i moti contigui. la proportione de
glintervalli consiste principalmente nella distanza de glaspetti []. La proportione de i moti consiste
nella velocit, e lentezza. Perche mentre alcune spere si muovono lentamente, et altre rapidamente, dal
moto lento nasce il suono grave, et dal veloce lacuto: et dallacuto, e dal grave ne risulta quella cele-
ste melodia, che fa tenore eterno divini concenti de glangioli, e del Paradiso. E per non si pensino i
Theologi di rimanere esclusi dallAcademia di Musici: perche anco le loro altissimi contemplationi in-
torno alla musica raggirando si vadino. Ma qual voce mortale potrebbe adombrare giamai una minima
consonanza di quello eterno concerto, che fanno i beati cantori della cappella del Paradiso? Musica
beata di troppo avanzi tutte le tempre dellorecchio mortale! musica incomparabile di troppo eccedi
tutte le forze dellhumana eloquenza: Ma pure due cose sole di lei accennar possiamo; cio chella
compartita in nove Chori, che tanti sono i chori de glangeli, che sirene del Paradiso; e che non le
mancano le armonie di tutte le sorte di musici stromenti: Imperoche se questi si dividono ne gli stro-
menti da mano, e negli stromenti da fiato; che dice David, invitando le angeliche, e le beate menti a
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cantar le lodi del sovrano Monarca delluniverso: Laudate eum in Psalterio, et cythara. Laudate eum in
cymbalis benesonantibus, laudate eum in cymbalis iubilationis. Et eccovi tutti gli stromenti da mano.
Ma basteranno forse questi, sacro Citharedo, per far tenore al canto delle divine lodi? Signor n. ma
vi fa di mestieri anco de gli stromenti da fiato, et pero conchiude: omnis spiritus laudet dominum. Il
Caietano legge: omnis flatus laudet dominum []. Ma se volessimo finalmente porger lorecchio della
fede ad un solo accento della musica ineffabile dello stesso Dio, io son securo, che dalle sue divine, et
incomparabili delitie inebriati di tutte laltre dolcezze ci prenderebbe oblio. Adunque mi direte, mu-
sica Iddio? io quanto a me non dubitarei punto daffermare, chegli fosse il correttore della musica del
mondo; e quel sovrano maestro, che da il tuono, e la voce a glangeli, a i Cieli, a glelementi, e a tutti
glaltri cantori del Tempio delluniverso: perchio sento, che laffermia uno de i principali contrapunti-
sti dello spirito santo: Intonuit de Clo Dominus, et altissimus dedit vocem suam. cosi dice il regio
Salmista. Intuon, et diede la voce Cielo. Ma vi sono stati altri molto piu scientiati di me, che hanno
ardito daffermare piu oltre, chIddio non solo sia maestro, ma che egli sia armonia di se stesso, e
delluniverso, et il divino filosofo non dice, che Dio, quando talhor seco ragiona, quasi seco stesso
consigliandosi, forma un concento musico, donde ha origine tutto luniversal concento del mondo?
Ma che vo io cercando altri testimonij di questa verita, se lo stesso Dio ce ne fa amplissima testimo-
nianza? Erasi per fuggir la morte, poco meno che sepolto vivo per entro duna spelonca del monte
Oreb il fuggitivo Elia, quando sentendosi chiamar dalla voce di Dio, con limpero di queste parole:
egredere, et sta coram Domino: con quella velocit, che un infelice andrebbe incontro alla speranza:
ma con quella riverenza, chun huomo andrebbe incontro a Dio, se ne corse il profeta verso la bocca
dellantro per adorare la maesta del mondo: et ecco passarli avanti un turbine [; S. 65]: et pensan-
do che tremasse la terra sotto lorme del suo Creatore, come scabello humile delle sue piante immorta-
li, stava pure osservando, se alla sua spelonca egli rivolgeva i passi: ma che! non in commotione Do-
minus. [] Non Iddio frangor di turbine, ne strepito di terremoto, ne stridor di foco: cio non contie-
ne in se dissonanza alcuna pero manifestarsi non volle non in turbine, ne in terremoto, ne in foco, ma
in un sibilo daura tenue: perche Dio tutto in se stesso unisono, uniforme, indivisibile, e simplicis-
simo. Egli ben vero, che tre sono le increate persone, e fra di loro di Relatione opposte: Ma questa
la meraviglia, e leccellenza della Divina Armonia, che con la differenza delle Note, cio con la distin-
tione delle persone vi si trova la concordia, e la proportione di una indivisibile unione. Se dunque,
com habbiamo veduto, sono tutti canore, non solo, la delitiosa dottrina de musici numeri, ma et[ian]-
dio la Militia, la Grammatica, la Rettorica, la Poesia, la Logica, la Medicina, la Filosofia, lAstrono-
mia, la Theologia: non mi pare, che la Musica fosse a gran ragione da glantichi saggi appellata
Enciclopedia: cio, che ella abbraccia tutte le altre discipline? NellAccademia adunque della Musica
po[tr]anno far sentire i Theologi le Armonie del Paradiso: glAstronomi la Musica del Cielo; i Filosofi
le Consonanze de gli elementi; I Medici il Concento degli humori; i Logici la Sinfonia de glArgomen-
ti; i Poeti il numero de carmi; i Retori il concento delleloquenza; i Grammatici le concordanze delle
lor voci; i Guerrieri il rimbombo de bellici stromenti; e finalmente la musicale delitie[!] della sua me-
lodia. Anzi preceda pur la Musica tutte laltre facolta, si come quella, che pi naturale allHuomo,
che lo stesso parlare. Non [] egli vero, che i bambini prima cantare, che a favellare dalle nutrici loro
apprendono? E non egli vero, dice Filone, che a i bambini sono le musiche Nenie quasi unaltro lat-
te? Quale huomo cosi barbaro, e cosi fiero, che non habbia vaghezza della soavit dellArmonia! O
Musica meravigliosa! Questa molce lorecchie, lusinga i cori, rasserena la mente, frena glimpeti im-
moderati; tranquilla le turbulenze de glaffetti; ravviva gli spiriti, fa obliare i dolori, da bando alle
noiose cure, e fa centi altri effetti; chio tralascio: perche promesso ho solo de andar[?] toccando ad
una, ad una, con una semplice ricercata, le diece corde della nostra Cetra. Ma se con maestra mano
vandranno ricercando questi Signori Academici le consonanze piu dotte, io vi assicuro, che sovra il
tenore della vostra Cetra; andr cantando, con ben mille lingue la fama [e] le glorie del vostro nome
con tal rimbombo, che ne giunger il suono fina allorecchio dellEternit. Ho detto.
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Argomento. LIllustriss. Sig. Matteo Dandolo, che nella vivacit dellingegno, nella variet delle Dot-
trine, nella cognitione delle scienze non conosce, n superiorit, n uguaglianza, honor lAcademia
de gli Vnisoni, col seguente Discorso inj lode dellle Lagrime. Non contento de glapplausi duna pu-
blica acclamatione, volle con la disuguaglianza del paragone dar maggior grado alla propria perfettio-
ne, comandandomi la risposta. Io, che h havuto pi riguardo alla sodisfattione dellamico, che i
pregiuditij della mia riputatione, h celebrate le prerogative del Canto. Conosco molto bene linferio-
rit del mio ingegno, e della mia penna, ma per non non h voluto desistere di servire ad un soggetto,
che molti si glorierebbero di poterimitare. Non hanno creduto biasimevole gli Antichi di porre le
statue de gli huomini canto quelli de gli Dei, e ne i trionfi portavano ugualmente limagini de i
vincitori, e de i vinti.
Se sia pi potente ad innamorare.
O bel volto piangente.
O bel volto Cantante.
Quel biondo Dio, che per esseril pi benefico al Mondo pi dogni altro poteva iscusare lidolatria
della cieca Gentilit, fattosi Amante di fanciulla schiava fino de gli am- [S. 281]plessi de medesimi
Dei, volle esperimentare, se quella Diuinit, ch potuto ottener ladoratione dellUniverso, potesse
guadagnarsi un amoroso affetto dal cuore duna fanciulla. Segu: preg: tent: ma ella congiurata con
la natura si trasmut in vn tronco, per troncare le di lui speranze, per mostrare, che le risolutioni di
Donna bene spesso non partecipano dellinstabilit del sesso donesco.
Misero Apollo: Ti sarebbe pi tosto caduto in pensiero di ritrovar tr sassi un cuore, che sintene-
risse a tuoi affetti; che tr cuori vn sasso che non sammollisse alle tue preghiere. Come restasse atto-
nito, sel pu imaginare ognuno. Sriue vn Poeta, che allhora si vidde lagrimar la bella faccia di quel
Dio, in cui f sempre ordinario il canto. E che s? Volle per avventura tentare, gia che la sua cruda
Dafne, come Donna non gradiva il canto, se come Tronco gradisse lacque, che gli somministravano
due piangenti pupille.
Questa Favola, Illustrissimi Signori Academici, porge occasione da dubitarsi: Qual possa servir ad
vn bel volto per stromento pi potente da captivar i cuori. Ol canto, le lagrime: [S. 282] Da questa
prendono materia di litigio tr di se: Bella piangente, e bella cantante. N la decisione alle loro discor-
die saria cos facile, se daccordo non si rimettessero alla sentenza delle Signorie Vostre Illustrissime,
nella quali sono sicure di ritrovar insieme il giudicio di Paride, e lintegrit dAristide.
Pretendono le lagrime vanti di maggior forza, mentre stimando, chApollo habbia decisa la lite in
loro favore: Gi che doppo, che egli vidde convertita in tronco la sua diletta, posto da parte il canto, si
valse delle lagrime, quasi, che le stimasse cos potenti, che valsero a commuovere fino i Tronchi.
Rappresentatevi, Signori Academici, che le lagrime sono figliuole de gli occhi, sorelle de gli
sguardi, e disciplinate nella scuola di quelle animate luci, ove non si professa altra dottrina, che din-
namorate. Ceda pure le sue pretensioni il canto, chessendo parto della bocca, tanto inferiore di forze
alle lagrime, quanto le lagrime riconoscono pi sublimi i loro natali, e pi potenti i loro genitori.
La Natura ad altra custodia non h [S. 283] consegnato le lagrime, chea quella del cuore, n ha
voluto, che spiegassero le loro pompe in altra parte, che nelle pupille, quasi, che le stimasse degne
dhaver per depositario il R delle membra, e per trono di Maest la pi bella parte del corpo. Form
ella glocchi per miracolo della bellezza, e le lagrime per miracolo de gli occhi. E chi non istupisce in
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vedere, che scaturiscano fonti dacqua dalle sfere del fuoco? Queste nelle mestitie servono per pompe
funebri. Queste nelle gioie vagliono a solennizare leccesso de i contenti. Care lagrime, che in ogni
caso meritate desser gli addobbi del volto. Forse per questo si trov un Filosofo, che fattosi amante
delle lagrime occup tutta la vita sua in lagrimare. Non gi mi trovarete Signori alcuno cos amico del
canto, che lo giudicasse degno da esser continua occupatione dun Virtuoso. Consideri ognuno leffi-
caccia di quelle lagrime, che sanno innamorare anco i Filosofi. []
[S. 286] Chi chiedesse a glAmanti, risponderebbono, che le lagrime altro non sono, che una quinta
essenza distillata per quegli occhi, che pretendono dinsegnarui a non esser avaro dAmore, mentre
essi sono prodighi dellanima propria. Altri dissero, che le lagrime siano una parte del pi purgato san-
gue del cuore. Serva a noi per argomento, che [S. 287] sil sangue morto di Cesare h potuto muouera
tumulto glanimi Romani, con maggior forza il sangue vivo di belt piangente potr nuover a tumulto i
nostri affetti.
E se direte, che quello per esser forse dun tiranno, era tumultuoso, raccordatevi, che anche la belt
non altro, che una Tiranna. Ma per conoscer, se sia pi vehemente la forza delle lagrime, che quella
del canto, considerate, che elle muovono per natura, e il canto per arte. Io s, che non mi negherete,
che lusinghi pi il senso una fontana che scaturisca dalle naturale ruvidezze dun sasso, che quei
superbi, fonti di Roma nellartificiosa struttura de quali non v sasso, che non vaglia tesori.
Una schietta belt, quanto captivi i cuori pi dun volto artificiosamente abbellita, dittelo voi, che
bene spesso cadeste ne i suoi lacci. Nudo finsero i Poeti Amore, per dimostrar, che nudo dartificij al-
letta, captiva, e ferisce; ma se fissarete glocchi nel canto, non ritrovarete trillo, che non sia unartifi-
cio, non ritroverete languidezza, che non sia una fintione, [S. 288] esprime falsamente hor i tristi, hor
lieti gli affetti: Simula le passioni: Finge i dolori: e se pur ha qualche cosa, che piccia, tanto sol piace,
quando h del naturale. E come potr lanima amar quel canto, che si gloria di captivare coon fraudi, e
che si vanta di farsi riverire anche con le crudezze.
Per esprimer la forza del Canto, disse tal una, chegli unincanto; ma, se volete Signori conoscere,
quanto prevaglia a quello la potenza delle lagrime, riducetevi a memoria, che quellArmida, che giva
fastosa a trionfare delle pi bellicose squadre, col vigor de gli incanti, f necessitata a valersi delle la-
grime, per invigorire gli stessi incanti. Fino le Furie, e Fantasmi si conoscono deboli in paragone duna
belt lagrimante [] Confessano i Musici stessi, che per dar vigore al lor canto, sono necessitati a
valersi de i sospiri, delle sincope, e delle languidezze: queste, chaltro sono propriamente, se non parti
del dolore, del pianto? rubbate for- [S. 289]se da loro, perche vedono esanime quella musica, in cui
mancano le robustezze di un sospirante affetto. Consideri ognuno quellambitioso Musico dhaver
con la soavit della voce ottenuta la sua Euridice dallInferno. Io pi tosto direi, che se gli f concessa,
perche ha saputo perfettamente cantare, forse non gli saria stata ritolta, se havesse a bastanza saputo
piangere. E che credete Signori, che i Cieli pretendino da noi, se non amori, mentre ben spesso gron-
dano lagrime di pioggia. Ha creduto Pitagora, chessi sesercitano in una perpetua armonia; ma io
vedo, che noi li ringratiamo per vederli ben spesso lagrimanti, e non mai per crederli Musici. []
[S. 291] Al canto non sascrivono per ordinario altri Epiteti, che di melodia, e di soauit. Ma quan-
do si tratta delle lagrime, sogliono chiamarsi con pi viril nome armi delle Donne []. [S. 292] Il
pianto un linguaggio delle passioni, insegnato dallistessa Natura, per esser inteso da tutti. Sono le
lagrime Ambasciadori dellanima, che venendo per dar ragguaglio dello stato de propri affetti, insi-
diano bene spesso la libert degli affetti altrui []. Sono tali le prerogative delle lagrime, che si
stimano ingiuriate, mentre si vedono paragonate col canto. [] [S. 293] Unestinto affetto risuscita
bene spesso con esser deplorato. Hor che si paragoner con quelle lagrime, che hanno virt fino di re-
suscitare i morti?
Ma Signori se volete con breve argomento comprendere la potenza delle lagrime, considerate,
chelle non hanno temuto di capitar in casa de i Musici, per contender con la Musica stessa.
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Un Filosofo, Signori Academici, invitato a portarargomenti contro leloquenza di uno, che con bellis-
sime ragioni negaua il moto, senza degnarsi di rispondere, si diede a passeggiare per la stanza.
Volendo insegnarci, che sono superflue le ragioni, non necessarie le dispute, [S. 295] dove milita
lisperienza, e dove il senso pu esser arbitrio del giuditio.
Doverei anchio tacendo con un dolce passaggio di questi Signori Musici rispondere alle ragioni
del passato congresso, che sostenevano a pregiuditio del canto la precedenza delle lagrime. Io s, che
lanima di voi altri Signori sviata dietro al suono duna voce canora perderebbe affatto ogni raccordan-
za di quelleloquenza, che per ostentare maggiormente se stessa sarma a difesa dei Paradossi. []
Vantano in primo luogo le Lagrime laltezza de i loro natali, tanto pi sublimi, del Canto, quanto
sinnalzano gli occhi soura la bocca come nate sotto glarchi delle ciglia []. [] Mal Canto, Signori
Academici, il Canto ch composto di voci, e di spirito, e quasi unanima dellanima [S. 297] stessa,
mossa, e regolata da lei, non si tragge de altro luogo, che del capo, dal seno. [Nota: Vox acuta
capite, gravis pectore] Esce dalla bocca, che vuol dire da vna spiritosa minera di vivi rubini, e di
perle [] Basta solo a se stesso []. Ma il Canto, ancorche separato del bello, entra per lorecchie,
rapisce i cuori; tiraneggia lanime, e fa vedere gli huomini, quasi in estasi amorosa, imparadisati, per
cos dire di gioia. Et oseranno le lagrime di concorrere con lui? [Nota: Musicam esse iuvandam
secundum naturam. Arist. 8. Poli. c.5]
Se Amore figliuolo del diletto, el canto non altro, che soavit, e contentezza, chi non vede, che
da lui deve risorgerAmore? Se [Nota: Amor spiritello Batt. Guar. Madri 77] Amore [S. 298]
spiritello, e se punto si rasomiglia a chi lo produsse, non si potr riputar giamai nato di lagrimare, ma
ben si da gli spiriti, chescono dal Canto. Vola Amore, come le parole cantate, anzi, accompagnato con
quelle armoniche voci, che lo producono, entra nel possesso de i cuori, e tanto savanza sopra le lagri-
me, quanto laria pi nobile, e pi sublime de lacqua. Se la somiglianza sempre mai la produttrice
dAmore, e lanima, che deve innamorarsi non , che [Nota: Multi sapientium dixere alij animam ess
armoniam alij habere armoniam Aristotile Pol. li.1] harmonia, composto darmonia; chi non s, che
non vh luogo il pianto? Chi non s, che Amore potr ben nascere dalla Musica, ma non mai dalle
lagrime?
Il Canto primogenito dellanima, e i vagiti dun bambino appena nato, non sono altro, che note,
lequali ancorche mal articolate, danno pura vedere, [Nota: Non mirum sit musicam anima convenire
Mars. Fic. in Plat. Thim.] che la prima scienza, chinsegna lanima, il Canto, non le lagrime! N
poteva, venendo essa dal Cielo, usar altro linguaggio, mentre [S. 299] il pianto sbandito di l s, n
v gratia, che possa introdurvelo. Larte poi fabricando sopra glinsegnamenti della Natura, ha ridotta
la Musica, ad una perfettione, che non v` potere, che non soggioghi, ne impossibilit, che non superi.
E chi vorr circonscrivere quel valore, dove quasi a gara la Natura, elarte hanno impiegato ogni sfor-
zo? Chi vorr contenderi pregi alla Musica, [Nota: Musica est scientia. Plat. Con. Musica socia Phi-
losophi Mas. Tir. dis. 21] che scienza, e virt compagna della Filosofia? [] E chi pur volesse
metteranche larte intorno alle Lagrime, e chiamarle artificiosi testimoni dAmore, sappia, che le
Lagrime di bella Donna hanno per ordinario linganno per fonte. []
[S. 301] Amore una dolce ubbriachezza daffetto. Chi pu negare, che la soauit duna voce non
habbia virt dinebriare i sensi? [] [Nota: Amans est magis ubi amat,quam ubi animat. Plat. Musica
nil aliud est, quam meditatio quadam philosophi. propter quam animus corpore segregatur. Seb. Fox
in Plat. Phd.] Chi innamora, con forza non conosciuta, violentemente rapisce lanima dellAmante.
E questo se crediamo alla scuola, che meglio dognaltra sintese dAmore, proprio effetto del Canto.
E vorranno le lagrime haver maggior forza a soggiogar i cuori.
[S. 302 ] Il canto allincontro, che se nesce in ordinanza, che sinnalza, sabbassa, circonda gli
affetti, vola dietro, e mette freno a i pensieri, ha per stratagemme le fughe, le ritirate, i languori, chi
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non vede, ch fatto appunto per soggiogare, e per vincere? [] Ma il canto non h pi proprio uffi-
cio, checcitare, e dirizzare glanimi humani alla contemplatione divina. Haver dunque maggior forza
ad innamorare di quello, che shabbino le lagrime sorelle della mestitia [; S. 303] La Musica placa
gli Elefanti, fa con lei gareggiare gli Usignuoli, muove i Delfini, ferma lApi. [Nota: Iure igitur Musi-
ca capitur omne quod vixit. Loc. cit.] In somma, che ascolta una voce canora, e non ama, si pu
credere, che non viva. [] Il Canto non solo d moto alle sfere celesti, addolcisce la terra, e laria,
dovegli soauissimamente tiraneggia; ma fin nel Regno dellacque, di cui son picciole stille quelle
lagrime [] ha impietosite londe, placati i venti, e fatti servi i Delfini. E nello stesso Regno del
Pianto ha raddolcite le Furie, le Parche, e Plutone. Il Canto pu generar le lagrime a suo talento [].
[S. 304; Trnen laufen regellos.] Ma il Canto con studiosa harmonia, e con maestra voce, mosso e
regolato dalla divinit dellanima, non sar mai ricusato per Padre da quellAmore, ch tutto studio, e
tutto esservationi. Et il vero maestro delle fughe, delle pause, de i sospiri, de i languori, e di quei
musici intrecciamenti, che non sapprendono altroue, che nelle scuole dellharmonia, e che solamente
a ridirlai, non che a provarli pare a me, che partoricscano Amore. []
[S. 306] Antigenide [Nota: Plut. or. II. de For. Ale.] col canto violentava gli Spartani a prendere
larmi, ma servire etiandio a dar il dovuto premio della lode, e della gloria a gli Heroi. Canta quel
soave Cantore i Capitani Greci, e Troiani alla mensa dAlcinoo, e fa con larmonia nascer le lagrime
fino da gli occhi dUlisse. []
[S. 309] Socrate [Nota: Paul. Matt. 3. Aph. 1], Signori Academii, quel gran Maestro dAmore,
della cui Sapienza, dop la decisione dellOracolo, fora impiet il dubitare; tanto stim la Musica, che
si diede ad impararla nellet senile. []
[S. 310] Volle egli dire, che con le donne si adopri la Musica, perche linaffiare di pianto una lu-
singa da usarsi con le piante. Ben sapeva il Musico Dio, che haverebbe cantando restituito il senso
lintelletto a quellingrata [] Ma a che cercar il giuditio duna mentita Deit? Dio Massimo ha subli-
mato il Canto nelle bocche de i Beati, e de gli Angeli in Paradiso; e confinate le lagrime tra le pene de
gli spiriti dannato entro lInferno. [] Ma non di dovere, che parlando delle glorie del Canto, pre-
giudichi alle di lui ragioni. Nelle bocche di questi Signori Musici si far molto meglio vedere la
maggioranza del Canto, sovra le lagrime in produrAmore.
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Veglia prima, S. 9f.: Le fatiche de glingegni dourebbero da se stesse esser registrate con caratteri
doro ne glarchivi delleternit. Non di ragione, che vadino mendicando i sudori dvna penna,
dvn penello meriti di quella Virt, che d il moto, el volo alle pi celebri penne. M perche le mise-
rie della nostra humanit ci contendono questo fine, senza gli aiuti di qualche vile istromento, h preso
risolutione di raccomandar i posteri Virtuosi trattenimenti di i Sign. Academici VNISONI. Questi
svniscono in Casa del Sig. Giulio Strozzi, Letterato, chio non lodo, per non offenderlo nella mode-
stia. Quiui dop la Musica, ch accompagnata dalle pi rare voci del secolo, danno principio alla
Veglia. F il primo problema: Se la maledicenza sia sprone, freno della Virt. / Paolo Vendramino
riceuendo limpulso da vna Canzone della Signora Barbara, che con la soauit del canto rubba gli
ascoltanti lanima, per lorecchie; fece pompa delle marauiglie della sua eloquenza, con la seguente
Lettione. Che la lingua del Detrattore sia il coltello dellinuidia, auuentato al cuore della Virt [];
Ebd., S. 6770: Qui si conchiuse il filo de Discorsi, che stringendo il nodo della Virt; composta
hauendo lvnione della gloria. F poscia dalla Signora Barbara proposto il soggetto, che occupar douea
leloquenza di questi Virtuosi, nella futura Veglia. Ci si fece con loccasione di dispensare ciascuno
di quelli, chaueano fauellato vn fiore, sopra di cui sobligauano discorrere, qual Fortuna secondo le
propriet di quello, possa pronosticarsi in amore. Nel distribuir questi fiori; rappresent al viuo la
Signora Barbara quella Primauera, la quale raffigura nel sembiante. [] Compita la distributione de
fiori, ritorn larmonia delle voci prender possesso de glorecchi; per hauer tributaria la riuerenza de
cuori. Erano, non meno riguardeuoli le composizioni; di quello foero ammirabili le voci. Il concerto
di queste hauerebbe rapito lanimo di ciascuno; quando prima ad vneer estatico non fosse stato obli-
gato locchio, nel rimirare, qualmente erano corpi terreni quelli, che alla melodia delle voci, erano giu-
dicati spiriti Angelici. Oltre che lusingaua talmente, e dilettaua insieme la dolcezza di quel canto, che
non poteua permetter lanima desser rapita altroue; ouero esser astratta da pensieri fuori di quel corpo,
nel quale per le porte de i sensi, entrauano lei godimenti di Paradiso. Cos il concerto de Letterati, e
de Musici forma vn solo suono, in cui sodono glapplausi trionfi della virt. [].
Veglia seconda, S. 4f.: Haueuano i Musici fatta pompa delle merauiglie della loro Virt, con
applauso, e con ammiratione de glascoltanti; quando la Signora Barbara con quella voce, che conten-
derebbe i pregi allarmonia de Cieli; se questi con la lontananza non isfuggissero il paragone; inuit
con questAria glAcademici al Discorso. / Dite Amanti il vostro Fiore / Che bel frutto produrr / Ben
saggio Agricoltore / Chi dal Fiore il frutto s [].
Ebd, S. 117f.: Qui terminarono [Einladung zur nchsten Veglia]; Cos cant: / Io da parte di
Thebi, / O generosi Eroi, / Che la Madre dAmore []. Cos dopo molti concerti di Musica si diede
fine alla veglia.
Veglia terza, S. 67: Cos si sarebbe terminata la Veglia, se loccasione del Carneuale non hauesse
persuaso quei Signori a ceder il luogo a i Musici anco per lauuenire; non essendo di ragione, che i
giorni di piacere si consumassero in Discorsi.
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VI. Francesco DE PIETRI, Perche la musica cagioni contrarij effetti, Problema XXX, in: I problemi
accademici, Napoli 1642, S. 8587.
Non dubbio alcuno, che la Musica ne rallegri, & in gran parte ne racconsoli, e renda lieti. Onde
Arist. nell8. della Politi. Melodia iratos, aut alijs passionibus occupatos saepe allevat, e nello stesso
luogo. Cantus ltificat hominem. Ilche tanto vero, chanche le bestie sentono quella dolcezza, onde
Ovid. Trist. 4.
Ma come poi cagioni contrario effetto, quel che si ricerca. Per la qual cosa f mestiere distinguere in
cotal mondo, percioche, gli spiriti sono per se stessi rimessi, e da lieve cagione afflitti, e potr la mu-
sica ergergli, e racconsolargli, pure sono da grave male oppressi, & in tal caso, la musica cagioner
anzi contrario effetto, come quella, che non potendo discutere, e risolvere il male lo sveglier, & irri-
ter maggiormente. Onde Ovidio favellando di quellimprudente, che voleva racconsolar lafflitta
madre sul cadavero del figlio morto, hebbe dire, col nel primo de Rimedio Amoris.
Ecco come i mali gravi non ammettono ciancie, lenimenti esteriori, e soggiunge il Poeta al nostro
proposito.
Siche fia vero, che laura della Musica accenda maggiormente le fiamme del gran dolore. Ne mi si
dica chAchille temperasse, e racchetasse il dolore della bella perduta Briseide sua cara consorte con la
lira, come Ovid. nel 4. de Tristi.
Conciosiache questo avenisse gran tempo dop il calo, qualhora il male era gi attenuato, e divenuto
lieve, onde lo stesso nel 2. dellArte.
Conchiudo adunque, che possa lharmonia della Musica erger gli animi per le stessi rimessi, pure da
lieve cagione oppressi, ma che partorisca contrario effetto, qualhora saranno da grave mal afflitti, non
altrimenti, che quel vento, il quale non potendo estinguere la gran fiamma, venga maggiormente ad ac-
cenderla, picciola pioggia, la qual non potendo nellinfocata stagione spegner lardore, venga per
ragion dantipatisti, maggiormente ad irrit[g?]arlo, come lacqua, che spruzza il fabro su carboni
accesi, per rendergli vie pi vivace, pi ardenti.
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VII. Bonifacio AGLIARDI, Se alla coltura dellanimo siano pi gioueuoli le lettere, la musica, in:
Saggi sacri ed accademici, Venezia 1665, S. 293309.
Sia pur lodato il Cielo, che, terminata la guerra, veggio aprire s questo Colle, non vn Campidoglio a
chi segn con laltrui sangue i propri trionfi, m vnalbergo sacro alle Muse. E mille volte siate bene-
detti voi, Illustrissimi Accademici, che dop i tuoni de bellicosi rimbombi portati da i fiati della Fama
ad eccheggiare fino tr queste valli, fate risuonare larmonia di Parnaso, per rattemprare lasprezza
delle passate memorie. Dop gli orridi chiarori de i lampi martiali esponete a godere i raggi luminosi
della Virt sotto il Serenissimo Cielo della Pace. E quegli Allori, che prima, seuiuano solo per ischer-
mire da i fulmini delle sdegnate Sfere; volete hora, che seruano per formare corone alle tempia de
Virtuosi. In somma voi richiamate a queste contrade le Muse fuggitiue: ed accioche guisa di Atalanta
lungi non volgano il fugace piede; loro fermate il corso co i pomi doro delle vostre ricchezze; e per
fare, che habbiano pi stabile dimora procurate di legarle con le corde degli armoniosi stromenti. Ge-
neroso pensiero: non mai a bastanza lodata risolutione.
M, che me cos dimprouiso trascielto habbiate fra tanti nobilissimi ingegni, a comparire primiero
in questo luogo, guardate per Dio, Signori, di non far torto alla vostra elettione. Se non fosse per au-
uentura; che voleste cos mostrarui quasi superiori allordinaria conditione de mortali; che ben si s,
che solo proprio di Dio il principiar dal nulla, il fabricar sl niente. Comunque ci sia vbbidir col
discorrere; m che vogliate poi, che lelettion del soggetto, soura di cui hassi a fauellare, penda dal
vaccillante mio ingegno; questo non sar possibil gi mai; il voler guidare a proprio talento questo
carro, sarebbe vn mendicar con Fetonte i precipitij dal Cielo, vn rintracciar con esso lui lombre in
grembo al Sole. Mentre voi ad eterna vostra gloria, ed a publica vtilit di questa Patria aprite hoggi
vnAccademia, in cui habbiano luogo, e le Lettere, e la Musica; e vn tacito comandarmi, che discorra;
Se alla Coltura dellAnimo (per cui si dirizza lAccademia) siano pi gioueuoli le Lettere, la Musica.
Mi porr dunque per vbbidirui in filo.
Io s che le Lettere sl bel principio con troppo generosit bramando di ergere sl altrui ruine gli
edifici delle proprie glorie, come auuezze a passeggiar per lo sentier delle righe tr lantiche Storie;
rapporteranno vna Caterua dhuomini famosi, che come non pur gioueuole, ma perniciosa con-
dannarono la Musica. Diranno che Sesto Empirico al capitolo vigesimo terzo afferma; che la Musica
rapisce, e leua pi tosto lhuomo allabbandonamento de sensi; che raddolcisce le mal nate passioni; e
che in vece di sedare gli affetti peccanti; gli alter, e scompone. E chi non s, che la Tigre ad vna mano,
che con gentili percosse soauemente ferisca vno stromento armonioso; f il contrappunto con lo squar-
ciarsi, e lacerarsi implacabilmente il seno; accioche si aprano in quelle piaghe allanima dolente tr i
giubili dellarmonia tante porte, con cui possa da pi parti pi velocemente vscire.
In oltre da que dEgitto furono come molli odiati i Cantori, se vero ci che riferisce Diodoro al
sesto del primo libro. Il conferm Solimano primo R de Turchi: gli furono da Francesco primo R di
Francia donati alcuni Musici eccellentissimi: grad per qualche tempo il barbaro Principe la dolcezza
del canto; m veggendo poscia, che dalle molli lasciuie di quel suono delicato si lasciauano lusingare i
Popoli: che tr il brio soaue di quelle voci perdeuano lanimosit de i cuori; fr i tremuli fiati della
Musica lasciauano la lena, e la forza del petto, e con le corde armoniose redeuano prigionero, e cattiuo
il Valore: spezzati gli stromenti, i Musici come danneuoli in Francia rimand. Credendo sotto a i rot-
tami di quegli stromenti di seppellire la debolezza de sudditi; e di fare con le loro scheggie tanti strali,
con cui trafiggesse linfingardaggine de Vassalli. Ed vn R della Scitia, di cui fauella Plutarco nello-
peretta della fortuna del gran Macedone, affermaua, di vdir pi volontieri lo strepitoso rimbombo del
tamburro, che alla battaglia chiamasse i Soldati, che il lusinghiero tasteggiare di musico stromento,
che solleticasse lasciuamente gli animi: godeua pi del bellicoso suono delle trombe guerriere, che del
tremulo fiato di cornetti, di piffari armoniosi: pi amaua, che i suoi Vassalli saettassero i petti nemici
con gli archi, e con gli strali di Marte; che lorecchio con gli archi musicali, e con la voce: non voleua,
che dalle pause, e dalle fughe del canto, imparassero ad esser neghittosi col riposo, ed a prender le
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fughe vergognose nel Campo. Dunque non pur gioueuole dour stimarsi, m come perniciosa, e
nociua dour condannarsi la Musica.
Allincontro, qualvtilit non recano alla Coltura dellanimo le buone Lettere? Quando altro non
fosse, vccidono lIgnoranza, che tanto perniciosa a mortali. lIgnoranza, Signori, al sentire del
Prencipe delleloquenza latina nella seconda delle questioni Tusculane, quella sola, che inseluaggisse
lAnimo abbandonato in grembo allotio; a segno che non pu produrre germoglio di vera Virt. In
vano a suo pr temprano nella fonte de lumi i loro influssi le stelle, e co i loro eterni moti tentano di
stabilirui qualche bellezza le Sfere; che se lIgnoranza vi alligna, n pure vn debole rampollo lascier
spuntare: ella estingue ogni vigore in quel suolo, oue ferma il piede; & lorme, che vi stampa inari-
discono fin la radice.
Anzi ella, disse Celio nel libro secondo delle Lettioni antiche, impietrisce quel cuore, in cui sas-
side, fors per poterui con lo scalpello delloblio effigiare in veri caratteri gli elogi della sua Tirannide.
Medusa insassiua col guardo; e quellocchio, che, maneggiato da Amore, h forza dintenerire i cuori;
dalla perfida Gorgone adoprato impietriua i corpi: cos qui raggi cocenti di sdegno, che vsciuano
dallorride pupille, riempiuano di gelo mortale le membra altrui, e fabricauano a quelle anime disani-
mate co i loro corpi medesimi vn freddo sepolcro. Altretanto f lIgnoranza, disse Esiodo. Quindi pres-
so il Rodigino interrogato Aristippo; che cosa oprassero in vn Animo le buone lettere, rispose; non
altro, se non che quando vnhuomo nel teatro sasside, non si vegga sopra di vna pietra vna pietra
sedere.
Hora, benedette siano le Lettere, che a guisa di care Donzelle infiorano col tenero pi quel suolo,
oue imprimono lorme, facendo gli Animi addiuentar giardini, in cui si diporti la Virt. Cauano scin-
tille di luminoso fuoco per fugare le tenebre dellIgnoranza, dalle selci de pi indurati cuori, e gli am-
molliscono a segno, che diuengono terreni feraci, e fecondi alla Coltura delle virtuose operationi.
Ma perche, Signori, io suppongo, che in vn Accademico non habbia luogo lIgnoranza, e che nelle
virtuose raunanze si trattino le Lettere, non per fare acquisto di quel sapere, che pone diuotio fr lhuo-
mo, e gli sterpi, e i sassi; m di quello, che abellisce lanimo. Dir con Talete presso Laertio al primo
del lib. primo. Che sono non meno gioueuoli gli esecitamenti Accademici delle Lettere alla bellezza,
ed alla Coltura di vno spirto eleuato; di quello, che sia vno specchio a i fucosi abbigliamenti delle
donnesche sembianze. Faueller animosamente, sicuro, che in questo luogo non sar impedita la mia
lingua dallo strepitoso garrito della donnesca vanit.
Non h paragone la Donna, sopra di cui meglio faccio proua de i doni di una caduca belt, quanto
sopra vn Christallo: in lui non solamente loro della chioma, m anco le porpore, e le gemme del volto
fanno pompa della loro finezza. lo Spechio vna forte incude, opra di cui il profano Cupido f pi
pungenti i suoi strali di quanti mai ne vscissero di sotto a i duri martelli di Sterope, e di Bronte, vn
picciol Mare, dalle cui onde h lOriente il Sole di vna mortale bellezza, e piacesse al Cielo, che
talhora non nascessero le Veneri anche dalle sue onde. E vn picciol Mondo, in cui sono epilogate le
astutie della donnesca somiglia. Quiui la vedrete, hora dardi piglio ad vn pettine, e con quei candidi
denti, invece di lacerare, vezzeggiare la chioma: hora per fare, che siano pi ardenti, quasi tante fiam-
me dAmore allaltrui cuore i crini, sopra di vn ferro riscaldato gli auuolge: hora come per far preda
fr quegli indegni boschetti non di Augelli, m di cuori rubelli, con la gomma gli inuischia: hora,
accioche con la propria esperienza imparino ad imprigionar lalme, con lacci dargento, e doro con-
testi, gli stringe. Hora entro ad acque odorifere le macchie del viso affoga: hora appiana le rughe, che
sono baluardi del tempo nemico: hor tinge, non col sangue di Venere, m con cinabro, ed impiastri le
rose delle guancie, che son pallide per la giouanezza smarrita; e non si auuerde cos di vestir di bruno i
denti, che portano cortuccio alle morte natie sembianze. In somma sembra quello Specchio vn limpido
fonte, in cui direi, che alla fine di se stessa rimjanesse inuaghita con Narciso, quando la sua artificiosa
vanit non lhauesse gi con tanti abbigliamenti fatta addiuentar vnaltra.
Scusate, Signori, se al riflesso di vno Specchio si alquanto riscaldata la mia fauella; anco il Sole
nel concauo di vn Christallo rendo pi cocente contro le tenebre i suoi raggi: ed io vorrei, benche Sole
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non sia, fugar lombre dellotio, e persuaderui con Talete alla Coltura, ed abellimento dellAnimo con
lo Specchio delle buone Lettere, che nellAccademia si esercitano.
Sono queste vn tersissimo Specchio, che non con la molle lasciuia, ma con la rigida censura de
vitij, gioua a comporre lAnimo sregolato: quiui ponnosi raffinare le bellezze del cuore: dalle sue
sponde sorge il Sole della Virt, e veggonsi di leggieri nascere nel suo grembo non le Veneri, m le
Muse; ed al dirimpetto di lui vnanimo nobile pu reggere i pensieri rubelli, scancellare le macchie del
humor peccante: abbellire con le virtuose operationi i colori smariti dellingegno, ed in somma ador-
nare quelle sembianze, che fin dal Cielo con pupille di stelle son vagheggiate.
Che del rimanente vnhuomo senza gli esercitij di buone Lettere a gli occhi de Saggi sembra orri-
do nel sembiante pi di vna esanimato cadauere. Onde i Pittagorici giusta il sentimento di Origene
contra Celso, dirizzauano le Tombe a coloro, che le Accademie abbandonauano, quasi che necessaria-
mente si apparecchi il soglio di morte, oue quel di Minerua non si ritroua. Dunque se le Lettere ponno
dare vna bella vita ad vnanimo moribondo, e spirante in grembo allotio: chi non affermer, che pi
gioueuoli siano della Musica, che con le sue troppo molli languidezze in seno dellotio medesimo ef-
femmina, ed illetarghisce gli animi.
Ma fermate, Signori, che hauendo io poco f raccordata lantica costumanza de Pittagorici, veggo i
Musici, che al sentire nominare coloro, che tanto viueuano partiali della Musica, che la poneuano fino
nelle Sfere; a loro stessi mi richiamo, ed io per compiacergli, ogni altra cosa lasciando, volentieri sie-
guo linuito.
E primieramente io non vorrei, che le Lettere s laltrui calunnie diuentassero tanto sfacciatamente
orgogliose, che si dimenticassero dhauere hauuto anchesse al pari della Musica, che costan[t]emente
le oppugn: ne si credessero, che solamente la Musica per essere composta da basso, e di alto hauesse
a prouare la contrariet. I Licinij, i Valentiniani Imperatori, e cento, e mille altri faranno sempre ampia
testimonianza, che hebbere anche le Lettere i loro Tiranni: mentre come colpeuoli fino con publico
bando procurarono di desterrare, e le Lettere e i Letterati insieme. M condonando tutto ci alla mode-
stia della Musica, che no gode di ergere il suo campidoglio co i rottami delle altrui pi ignominiose
ruine: come non sar al pari delle Lettere gioueuole la Musica, che di lessere al tutto?
Quello Spirito, che galleggiaua s londe, per dar vita al Mondo; allhora che Spiritus Domini
ferebatur super aquas, sendo benordinato, perche egli era di Dio, puossi quasi dire Spirito Musicale.
Dunque chi giou allessere di vn Mondo, non sar gioueuole alla Coltura di vnAnimo per disinsel-
uaggiarlo, ed ammmollirlo alla Virt? Se la bellezza, e dellAnimo, e del corpo figlia di vna Musica
armoniosa f chiamata da Pittagora, non potr seruire vn Musico meglio, che vno specchio, a i lode-
uoli abbigliamenti di vn cuore? Se Platone diede larmonia per anima allVniuerso, no[n] potr ella
animare lhuomo esanimato nellotio, e dargli spirito per le virtuose operationi?
M pi che il ogni altro luogo gioueuole la Musica nellAccademie. Sono queste dirizzate par-
ticolarmente per iscancellare dagli animi i rancori, e le discordie,che sono i primieri intoppi, che
intralcino il sentiero alla Virt. Quindi gli antichi Saui presso Ateneo nel Tempio di Mercurio, Nume
Tutelare delle Accademie, collocauano il simolacro dAmore. Hor la Musica si come figlia, disce-
pola dAmore, poiche Musicam docet Amor; con non pi vsato costume genitrice, Maestra di lui
addiuenta. Onde il nostro Tasso rappresenta gli affetti Amorosi di Armida verso il fuggitiuo Rinaldo
originati, ed imparati della Musica:
VIII. Compositioni dalcuni Filarmon[ici] nellassistenza alle musiche della loro academia, dellil-
lustriss. et eccell. Sig. Girol. Cornaro, Verona 1615
In van Tedeschi a tuoi voler maggiro, / In van de la mia cetra i nervi tento []
O del grande Affrican germe pi degno / Di quanti mai ne vide Europa, e Roma []
Haeroa gentis Corneli decus / Pletro quid audes dicere Lesbio? / Virtute prisca quid decorum, / Pindaricis celebrare
neruis. [folgen 29 Strophen]
Non nisi sydereo digna es Cornelia cornu / Inter Romulidas gens memoranda Duces []
DAdria Figlio; o de lhonor sorgente / DItalia scudo: o Sol cha noi si mostra
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O delle sfere mie lumi maggiori / Di vostre gloriel vago, almo oriente
Pur rimiro, e vagheggio, e riverente / Madorno pur de vostri freggi, e honori;
O voi, che desti miei figli canori / Nel campo di virt sete occhio, e mente;
Et al Ciel dhonor, qual raggio ardente / Vosco trahete i lor divoti cuori:
Ecco de la virtute il Tempio aperto, / Fatto chiaro per voi; ecco limprese / De vostri altri pensier nuntie loquaci:
Mentre quil vostro regal sangue el merto / Hoggi shonora in suon chiari, e veraci / Dhe gradite il voler col cor cortese.
Sirena
Recitata in musica. Del Sig. Stefano Bernardi maestro di Musica deSS. Academici Filarm.
IX. Prologo cantato dalla Sig.ra Ippolita Comica Confidente nellOpera recitata alli 18 Settembre
1632 in Verona
A celebrar i pregi
Della tua FILARMONICA Sirena. []
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[S. 5] Felsina
A che tanto silentio, e che saspetta,
Con si noiosa inutile tardanza?
Al canto, allarmonia schiera diletta,
Che lhora scorre, e poco tempo avanza,
Chentro il famoso sen dhumile stanza
Raccolto stassi il primo pregio, el fiore
De lunica bellezza, e del valore.
Cho[ro]
E chi sei tu, che ne comandi, e sgridi?
Fels[ina]
O del mio proprio core,
Delle viscere mie parte migliore,
Chiunque mi fia chiedere?
Quella sonio, son quella,
Che genitrice amata
Dellutero fecondo
Gi vi produssi al mondo,
E con le mamme istesse
poscia vi diedi con favore immenso
Il primiero alimento;
E poi di giorno in giorno
Io vi providi
Et ognhor vi provedo, e vi dispeno,
Bevanda, e nuntrimento.
Cho[ro]
N ancor per tua conoscenza nota.
Fels[ina]
Io sono, io son colei,
Che ne vetusti secoli felici
Trassi i natali, e il nome
Da quel famoso R Felsino Illustre,
Che s le sponde altere
DellItalico Reno
Reggea dHetruria il freno.
Qu mh tratto il desio
[S. 6]
Di goder ancorio in de vostri studi,
Con le vostre virtudi.
Cho[ro]
O dal Ciel favorita,
Madre dHeroi famosa,
Fortunata Cittade,
Colma dogni saper, dogni bontade;
Al tuo regale aspetto
Cinchiniam con laffetto.
Poco fia, che da moi t ascolti, e goda,
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[Primo argomento]
Argomentan[te]
Scuote il ferro la selce,
Che nel gelido seno asconde il foco,
Non per ira, disdegno,
Ma per amor, e gioco;
Cos navvien, che ribattendo il segno
Dalla costante pietra,
Amorose faville al fin impetra.
Rozo ferro sonio
Che in amica tenzon rapir desio
Da voi pietra dhonore,
Scintille di Virt, fiamme damore.
Sost[enitore]
Se damore, e Virtude il nobil foco
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2. Arg[omento]
Oscura nuvoletta,
Che la luce del Sol turbar contende,
Struggersi al fin schernita,
Che fra nubi ristretta,
Pi la face immortal viva risplende,
Cos quale nube da tuoi rai sbandita,
Fia che da te minvole.
Sost[enitore]
Se nuvoletta sei,
Nube sei rugiadosa,
Stillante di virt, di gratie adorna,
Che sola ne ricrei,
La speme di virt secca, e penosa,
Versa dunque lhumore
Del tuo saper, che fiorir lhonore.
Arg[omentante]
Hora maccingo allopra,
E nel bellapparir de primi detti,
Parmi, che in parte il ver si turbi, e copra;
Che larmoniche tempre de concenti
Vagliano ad acchetare,
Gli animi irati, e le turbate menti,
Non pretendo negare,
Ma che possino poi suo piacere,
[S. 11]
Lira destare, & eccitar lo sdegno:
Non so chiaro vedere;
Crea la causa gli effetti a s simili,
Ma cagione amorosa larmonia:
Dunque causa non daffetti hostili.
Sost[enitore]
Gratiosissimi detti,
Honorati concetti,
Simili son gli effetti le cagioni,
Ma se il canto damor dolce temprato,
Non cunque ragion, chodio cagioni.
Provate la minore.
Arg[omentante]
Et io la provo;
Un soave de suoni accoppiamento,
E larmonia perfetta,
Ma lira, e la vendetta,
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4. Arg[omento]
Se del chiaro sapere al tuo bel fonte
Chino le labra ardenti,
Incolpane la sete,
E deloquenza tua lacque cadenti;
O se mai fia, che quivi ebro macchete,
Ebro sar felice,
che qu non perde il cor, ma lume elice.
[S. 14]
Sost[enitore]
O ben dalma gentil vago ricetto,
Degni non son di voi
Dindotta mente i torbidi ruscelli,
Ma se il nettare mai de labri tuoi
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Arg[omentante]
La conclusione fua rara, e bellissima,
Non si puote impugnar, perche verissima,
Qualoro alla copella st fermissima.
Il Fine.
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[S. 3]
SINFONIA Di Viole, Violini, Tiorbe, e Clauacembali.
Introduzzione
Prima voce
SV le Felsinee arene / Da le communi amenit seluagge []
2. voce
Qu de i perpetui fiori / Lintegrit pi colorita, e bella []
[S. 4] 3.voce
Quiui selua odorata / De gli allori di Pindo vsurpatrice []
4. voce
Gli spatiosi Faggi / Qu proteggono lombre in faccia al Sole []
5. voce
Non con ruuido intoppo / Rozo sasso vulgare []
[S. 5] 6. voce
Ite voi poscia, Auari, e souenite / Di ferrate custodie i pesi aurati []
7. voce
Se curioso ingegno / Di prouide formiche []
[S. 6] Tutto il Coro
QV le sparse bellezze
In vn florido epilogo si trouano,
E di gelate asprezze
Limperio freddissimo non prouano.
Ritornello dotto istrumenti
Non richieste le viti
Di Bromio dolcissimo s carcano []
[S. 7] Ritornello
Non h riua s cara / Il Teuere, il Danubio, lEridanon []
Canzonetta tre voci
Fr questombre amene, e sole / Pi di vn Sole illustra il Mondo []
Ritornello di due Violini, e Viola
Siluia, Filli, Erminia, Flora / Qu dimora, e qu risiede []
[S. 8] Ritornello
La belt di queste piagge / Qu ritragge il bel del Cielo []
Ritornello
Bello il Sole, e bella lAlba, / Che sinalba in s gli Eroi []
Tutto il Coro diuersamente concertato
Paschi non di di mansueta agnella / Al pacifico armento Ircana piaggia[; 8 Strophen]
[S. 10] Canzonetta voce sola, la cui Aria f ripigliata da tutti glistrumenti
La chioma doro
Mida tocc;
Onde in tesoro
Poi si cangi.
Chiome, non hauran fine i miei tormenti
Se voi siete al mio cor sferze crescenti. [5 Strophen]
[S. 11] Qu il Sig. Gioseffo Maria Massa con la lettione Academica prou, che la Musica poten
tissimo mezo ad Amore. Doppo f cantato vninuito Pastorale, e poi vna Canzone dotto istrumenti.
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Per il Conuito solenne delle Kal. di Maggio de SS.i Ac. Filarmonici [fol. 20r]
Alla Sirena Filarmonica, Nel ripigliar dopo le Ferie, gli essercitij soliti della Musica [fol. 32r]
[Korrekturen original]
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fol. [22]v
Per la musica prima a quatro voci nella partita del Ilustriss. Soranzo.
[S. 4]
Recitanti, e concertanti
Choro di stromenti musicali
Choro di voci musicali
Primavera recita
Aprile recita, e canta
Maggio recita, e canta []
Al scoprimento della coltrina sud soavissimo Choro di stromenti musicali inapparenti, e videssi un
ridente prato di variati FIORI, attorniato da verzure boschereccie, tutto alludendo al sito della Florida
Academia di S. Michele in Bosco; in frontespizio larme dellIll.mo Sig. Card. Borghese Protettore
dellAccademia, man destra larme del Testa Sanese, & man sinistra larme de i Lucchi Bolognesi,
nelle dui due arme Testi, e Lucchi, vien inserto una STELLA, sopra la quale leggiadramente scherza il
vago idillio intitolato FLORA.
Finita la musica comparve in vista la vaga PRIMAVERA riccamente ornata di Fiori, erbe, & oro in
candida veste, e con lei man destra, & sinistra dui Pastori significanti APRILE, e MAGGIO.
Choro di stromenti
Alcui finire, Primavera diede principio allIdillio, & interzatamente[?] lo proseguirono.
IDILLIO
Poesia del Caval. Roberto Poggiolini. Posta in Musica da Gieronimo Giacobi, e Adriano Banchieri,
Primavera, Aprile, e Maggio
[S. 7] Prima Arietta
Aprile canta solo
Vernan gellidi i campi / Per Borea, & Aquilone, [] incanutito bene.
Maggio canta solo
Per caligine oscura / Lhumida terra indice [] tesor diffonde.
Aprile, e Maggio cantano insieme
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[S. 6]
Interlocutori
Diana
Siringa / Ninfa
Pane / Dio
Selvaggio, Aminta / Pastori
Flora / Ninfa
Alcone / Satiro
Dorina / Ninfa
Mercurio
Coro di Ninfe / di Pastori / di Satiri
[S. 8] Dopo il canto di Diana f da un Giovane professore di lettere gratiosamente recitato linfra-
scritto Discorso
Che nella mole variabile quaggi del mondo il foco non sia la gloria de gli Elementi, lo spirito dellU-
niverso, il piccante della Natura, il meglio delle create sostanze, non ci h lingua erudita, che non af-
fermi, non vh monumento di giuditioso scrittore, che nol confermi. Quindi , che s le fele de
Peripatetici oracoli la di lui immarcessibile conditione, onde poscia sovra il tenore de gli Elementi
compagni, tanto sessalta, fortunatamente campeggia [].
[S. 9; ] Tutto bene, Signori, ne questi pensieri ripugnano al vero, ma nondimeno o siami pur
lecito il credere, chuna tanta momentanea salita venga promossa da quel magico riposo, di cui gode,
non dir gi l sovra laria, come un proprio luogo, come altri disse, ma s bene vicino al cielo di quel-
la Dea, la quale i preciosi tesori della pudicitia inviolabilmente conserva, & amorosamente dispensa di
maniera tale, che se il mondo inferiore offre, per cos dire, alla sovrana vastit de Cieli il foco, in ar-
gomento chiarissimo dellAmore, col quale subordinatamente la riguarda, le d molto bene ad inten-
dere, che i movimenti amorosi sono movimenti pudichi [].
[S. 10; ] Sia dunque, Signori, tanto per la pace del mondo, quanto per la quiete de viventi pu-
dico lamore, e sia pur lecito i vostri Filomusi loffrirne hoggi, e consecrare a gli occhi, ed gli orec-
chi vostri un vivo, ed armonico ritratto scelto fra mille essempi nella ragionevole, ed innocente riuscita
della castissima Siringa, di quella Ninfa, che seppe tanto saggiamente con le memorie della sua
verginit consegnare il nome della felice Arcadia alleternit. Quella Ninfa, che rinuntiando favori di
Pane, si dispose pi tosto di vivere un pudico ludibrio di venti, sotto il manto sonoro di verde canna,
che di regnare in s bel luogo lasciva delitia del Dio delle Selve.
[S. 11] O beata Siringa, Canna preziosa, hora s, chintendo la peregrina ragione, onde pieno di
tanta dolcezza allaure dun temperato cielo soggiorni il Nettare, e lAmbrosia dentro le canne di
Cipro, certo non per altro, che per essere quelle care sostanze, quei passi soavi della Natura concepute
nelle viscere pudiche di quella Pianta, tra le cui spoglie intese di celarsi la nostra Siringa. Non per altro
nelle foreste dArcadia rison giamai dolcissima lArmonia della sampogna, che per essere nella
fabrica di lei misteriosamente cospirate le viscere agresti duna virginella tanto pudica, chaltro alla
fine non sono, che industriosi avanzi di quelle dolcissime rapine, che fanno lApi alla virginit dei
fiori.
[S. 12/13] Prima uscita
Siringa, Coro di Ninfe
S[iringa]
Spirate aure, spirate / A miei piaceri intente,
Intorno publicate / La mia gioia presente;
A la mia Dea portate / Le preghiere iterate
C[oro]
Ceda, ceda la pudica / Del lascivo Amor nemica,
Ogni altera Deit. /Non pregio, / O privilegio, / Che pareggi sua bont []
[S. 14] Seconda uscita
Coro pastori / Siringa / Coro Ninfe / Flora / Pane / Selvaggio / Alcone / Coro Satiri
Coro P[astori]:
Viva Amor, viva Amore
S[iringa]
Ma qual suono aborrito / Mi profana ludito?
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Fl[ora]
Schiera dhuomini audaci / Del pargoletto Dio
P[ane]
O Siringa crudele
Fl[ora]
Odila come piagne
Si[ringa] Coro Ni[nfe]
Fuggiam, care compagne Fuggiam, fuggiamo
Pa[ne]
Ferma, ferma le piante / Siringa errante / Alli tuoi begli occhi voltomi []
[S. 16] Coro
Sia del nostro obedire / La prontezza el desire
Che fabbrichi a tua gioia, tuo favore, / Dolce cambio dAmore.
[S. 17] Atto secondo []
[S. 23) Atto Terzo []
[S. 27]Terza uscita
Mercurio:
Spandi felice homai pianta animata
Immortalmente al ciel la chioma altera,
E i posteri vdiran, che celebrata
Fia tua virt da Filomusa schiera,
Al cui valorentro Citt beata
Sul picciol Ren norma sarai primiera,
E sol per te laffaticato stuolo
S lali de la Fama erger il volo.
Pan
Poiche il ciel cos comanda []
Tesser novello ordigno
Co suoi rami uniti ad arte
Onde poscia in qualche parte
Cor di marmore, e ferigno
Sammollisca, e sia benigno.
Ultima uscita
Torna lOmbra di Siringa de i Campi Elisi, e dispensa la presente Operetta
O giorni felici / O mia felice et,
Che lerte pendici / Calcai con purit []
[S. 28]
Dal viver giocondo
Che in me cresce ognihor pi,
Voi gente del mondo
Apprendete virt,
Ne sdegnate gradir
Con desir
Quanto puote
LINVTILE donarvi queste note.
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[S. 141]
Intermedii fatti Nella Rappresentatione DellOrigine di Vicenza Il d 5. Marzo 1612.
Composti dal medesimo Autore.
Se bramate di udire
Leggiadre Donne, e voi
Illustri,e degni Heroi,
De la vostra Cittade
LORIGIN, chebbe in quella prima etade.
Fate silentio, chvdirete come
Hebbe dal Cielo il suo principio, el nome.
Finita la Musica, nelle pi estreme parti del Cielo, sapersero alcune nuuole, e [S. 146] discopersero
Gioue, assiso in maest sopra vn grandAquila, alla sinistra del quale si vedeua la Pade, ornata di pom-
pose vesti, e mirando in quel Cielo aperto, si scorgeua vn lume cos viuo, che rendeua merauiglia.
Questi recitorno il Prologo, nel modo punto, che si legge nellopera: nel fine del quale il Cielo si
rinchiuse, & lAttione f principiata.
Finito dunque lAtto primo della Fauolva si mut la Scena in vn Mare [] & fuori da vna parte si vide
venire il musico Arione sopra vn bellissimo Delfino, il quale pareua punto, che per quelle acque an-
dasse nuotando: questi toccando con maestra mano dolcissimamente vn Chitarone, cant i seguenti
versi.
Tosto che Arione hebbe finito di cantare il soopradetto Madrigale, apparue [S. 148] innanzi a lui la
buona Fortuna; questa era vna Donna vestita di color azuro macchiato doro, con vna chioma sparsa,
& portaua nella destra mano il corno della copia [] cos li parl.
[] Haueua gi finito di parlare la buona Fortuna, quando Arione scese gi del Delfino, e stando
sopra del lito, toccando di nuouo dolcmente il suo Stromento, cos cantando le rese le douute gratie.
Dato, cheegli hebbe fine al suo canto, si partirono ambidoi, ma der diuerse strade, & cos hebbe fine
lIntermedio; & ritorn la Scena nel suo primo essere, seguitando, dop la Musica, lAtto secondo.
dormiua: ma destandosi quel peso la Dea, irata da se lo respinse, & in quel tempo stesso sparse del
suo latte, il quale form poi in Cielo la [S. 150] Via Lattea, & in terra fece nascere il Giglio bianco.
Questo Intermedio f rappresentato da essi Signori Academici Inuiati, per alludere alla loro impresa,
che la Via Lattea, mentouata da Ouidio in quei versi. / Est via sublimis Clo manifesta sereno [] /
hauendo tolto il Moto HAC ITER, significando la detta Via Lattea per la strada della Virt, per la
quale gli huomini sincaminano alla immortalit.
[Auftritt Pallas; S. 150] Mentre cosi parlaua sassise di nuouo sopra la nube, & dandosi alhora
principio al concerto musicale, incominci [S. 151] a salire in alto, senza scuotersi punto; cos che pa-
reua, chella volasse []. Hauendo finito di cos dire, si chiuse in vn subito il Cielo, & apparue la Via
Lattea tutta candida, e stellata; e gi in terra si vide nascere vn cespuclio di Gigli bianchi: onde vscen-
do fuori vn Choro di Ninfe, incominciaro cos cantare.
Dato chebbero le Ninfe fine al loro canto, ognvna di esse colse vno di quei gigli, e poi tutte si parti-
rono danzando leggiadramente, & cos hebbe fine il secondo Intermedio.
Questa Donna era lAcademia, la quale haueua alla destra lHonore, & alla sinistra la Fatica; innanzi le
caminauano dodeci Fanciulli tutti vestiti di color celeste, con vna banda bianca al collo, & ognuno
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dessi portaua al braccio vno scudo fatto di rilieuo, liquali mostrauano figurate le imprese de lgi Aca-
demici, [S. 155] & inanzi tutte si vedeua quella dellAcademia con lornamento tutto doro, & due
Fanciulle dalle parti di essa portauano due arme del Rettore dellAcademia. Ella accostata alla Virt
cos la interrog;
Dicendo queste parole, lAcademia si cau il suo proprio manto, che era tutto doro, e lo pose alla
Virt, & ella cos le rese gratie.
Hauendo cos parlato lAcademia prese per mano la Virt,e partendosi ambedue, con tutta laltra com-
pagnia, se ne entrorno in vn palagio; e qui hebbe fine il terzo Intermedio. []
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Argomento: Amore adirato ricorre ad Apollo, e grandemente si duole, che nellAnno trascorso gli
ACADEMICI OSCURI omettessero lossequioso trattenimento della Veglia destinata alle Dame. Lo placa
Apollo, e in quellinstante ne li promette lemenda. Amore lo ringratia, e vola allAccademia, ove con
masscherato stratagemma curiosamente h lingresso la Satira. []
XVIII. ANONYMUS, Delle feste del carnevale fatte da Filomati, Siena 1618 / I-Sc C.VI.21
[fol. 160r]
A 12. del passato mese di Feb. [1603] Sig. N. N. lAccademia nostra fu per comandamenteo del nostro
Principe, che oggi , come sapete, il Composto, numerosamente congregata nelle sue solite Stanze:
nelle quali, come in segno donore interuennero tutti i Signori Ministri del Gouerno; ed vna gran parte
della Nobilt Sanese, e della pi Litterata. Quiui dopo le Musiche, che piaceuolmente haueuano inter-
tenuta lVdienza, f comandato allAcconcio, che seguitasse lincominciata sua spositione sopral
Testo della Ret[orica] dArist[otele], tralasciandosi per maggior breuit le Mathematiche, che sogliono
esserci continuamente dimostrate dal Moscio: ed essendosi gi posto fine alla Rettorica, ed gli argo-
menti del Maturo, Il Principe con graui, e maesteuoli parole signific publicamente le richieste conti-
nue, ed efficacissime, che lui erano tuttol giorno fatte da molti Giouani Accademici, perche in
quella stagione del Carneuale volee conceder loro vna certa facolt di sollazzarsi, rimettendo gli
studi, e glesercizi pi graui tempo migliore: [; fol. 160v, risolutione] che que tempi Carneuale-
schi richiedenuano vn assoluta vacanza dallAccademia, ed vna libert di vivere secondo il costume
del Popolo [; fol. 161r] Che sospesa lautorit del Principe, de Maestrati, e delle Leggi per tutto il
tempo del Carneuale, si creae vn nuouo Maestrato di tre Accademici con podest assoluta, e senza
Legge scritta, secondo il piacere della popolar Giouent dellAccademia, con titoli di Efori al modo
Spartano; a quali appartenesse il pensiero di ritrouar quelle piaceuoli, ed oneste ricreationi, che pi
foero conueneuoli alla nostra Adunanza. [] Fatta lelettione di questo nuouo Maestrato, ed essen-
dosi accompagnata lallegrezza di tutti con suauissime Musiche, il Principe command in vltimo, che
si leggessero alcune Compositione stante presentate allAccademia [, fol. 161v] Qu ripigliandosi le
Musiche il Principe licenti lAccademia inuitando ciascuno per la prossima tornata, che f a 19. del
medesimo mese veder dare il possesso gli Efori, e ad aprir le porte del Carneuale.
terminata di cantare in modo di partenza, essendo nel licentiarsi accompagnate dal Suono di uari
Strumenti musicali, con molto diletto de glAuditori. [fol. 169v; ] commandarono Segretarij, che
tacessero, e licentiando laccademia, se ne passarono al Sessitio, accompagnate da musiche di Cor-
netti, e Piffaroni [].
[fol. 170r171r] In questo mentre sentendosi le musiche de Piffaroni, e delle Cornette, si uidde
comparir la uiuanda accompagnata da Torcie [es folgt ein gioco di spada;] propose allaltre Decurie,
che stauano Tauola da risponder in forma di Laconica Sentenza alle infrascritte richieste [] e cosi
tutti noi per quella sera ci conducemmo casa nelle tenebre della notte senza lumi alla spartana.
Stefano Bernardi
Concerti academici
Venezia 1615
[Vokalstcke]
I. O primavera
II. Se mi nieghi
V. Quel Rosignuol
X. Oim
I. O Primauera
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(Battista Guarini)
Stefano Bernardi
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II. Se mi nieghi
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(Ridolfo Campeggi)
Stefano Bernardi B ! ! ! !
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Canto
B c ! ! !
b ! ! ! !
B
b
Sesto
B c ! ! !
B b J J J J # J
J J J
Bbc Vez- zo - set - ta mia Clo - - - - ri Sho - ra tu non lo dai
Bb ! ! ! !
Alto
J
Bbc n
j dai Vez - zo - set - ta mia Clo - ri Sho - ra tu non lo
Quinto
J ?b ! ! ! !
Se mi nie - - ghi!il con - for - - - to Dun sol
?bc ! ! !
Basso
?b
w
b
Basso per ?bc
+
lOrgano
b
12
B ! ! ! !
b
4
B ! ! ! !
b ! ! ! !
b ! ! ! ! B
B
. #
Bb J J J Bb J J J .
J
J J J J J
ec - co - mi mor - to ec - co - mi mor - to ec - co - mi
Bb
Dun sol ba - - - cio gra - di - to Sho - ra tu non lo dai
Bb ! ! ! ! ! ! ! !
Bb .
Bb n J J J n J J .
J
J J
ba - cio gra - di - - - - to Sho - ra tu non lo dai ec - co - mi mor - to ec - co - mi mor - to ec - co - mi
?b ! ! ! ! ?b ! ! ! !
?b w w ?b
765
+
+
b b n w
16 25
B ! B !
Oi - - - me che spas - ma!il cor sol di de - si - - - - - o
b ! b w w !
B B .
Oi - - - me che spas - - - ma!il cor sol di de - si - - - o
Bb Bb w w !
mor - to Oi - - - me che spas - - - ma!il cor sol di de - si - - - o
Bb ! Bb w ! ! ! !
Oi - - - me che spas - - - ma!il cor
B b # ! w Bb w ! ! J
J
mor - to Oi - - - me che spas - ma!il cor Di ba - ciar - ti di ba -
?b ! ?b w w !
w w
Oi - - - me che spas - - - ma!il cor sol di de - si - - - o
?b ?b w w
w w
b b
21 30
B w B ! !
cor Oi - - - - me che spas - ma!il Oi - me che spas - ma!il cor
b b ! ! # #
B w B
cor Oi - - - - me che spas - ma!il Oi - me che spas - ma!il cor
Bb w Bb ! !
cor Oi - - - - me che spas - ma!il Oi - me che spas - ma!il cor
Bb ! ! Bb ! ! ! ! !
w
cor che spas - ma!il
Bb w ! ! Bb # w ! !
J J
cor che spas - ma!il - ciar - ti ben mi - - - - o
?b w w w ?b ! ! ! ! !
cor Oi - - - - me che spas - ma!il
?b w w w ?b w
w
b b w
35 44
B J J B ! ! ! J J J J
sol di de - si - o Di ba - ciar - O ba- cio sa - po - ri -
b j j b w j
B B ! ! ! J J J
sol di de - si - - - o Di ba - ciar - ti ben O ba - cio sa - po - ri -
Bb w b Bb w j j ! !
J J w
sol di de - si - - - - - o Di ba - ciar - ti ben O ba - cio sa - po - ri - to
Bb ! ! ! ! Bb ! ! ! ! !
Bb ! ! ! ! Bb w j j # ! !
J J
O ba - cio sa - po - ri - - - to
?b ! ! ! ! ?b ! ! ! ! !
?b w b ?b w w
w
6
b J n w w b w w w
39 49
B J B J J J J !
- - ti ben mi - o Di ba - ciar - ti ben mi - - - o - to O ba - cio sa - po - ri - to
b w b j
B # w B # J J J # !
mi - - - - o Di ba - ciar - ti ben mi - - - o - - to O ba - cio sa - po - ri - - - to
Bb w w Bb ! w !
J J J J
mi - - - - o di ba - ciar - ti ben mi - o O ba - cio sa - po - ri - to
Bb ! w w Bb ! w J !
J J J w
Di ba - ciar - ti ben mi - - - o O ba - cio sa - po - ri - to
Bb ! w w Bb ! J . !
J J J J
Di ba - ciar - ti ben mi - - - o O ba - cio sa - po - ri - - - to
?b ! w ?b ! w j j w
w J J
Di ba - ciar - ti ben mi - - - o O ba - cio sa - po - ri - to ma per - che
?b w w ?b w w w
w
b b
54 64
B ! ! ! ! ! B ! ! ! ! !
b ! ! ! ! ! b ! ! ! ! !
B B
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! ! !
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! ! !
Bb B b . j
! ! ! ! ! j .
J w
?b
boc - ca lu - sin - ghi il cor il cor man - ci - di
# j
. ?b ! ! ! ! !
ri - - - - - - - - - - di? Ah for - se per - che
?b j j w ?b
6 43
. . n w
b b w
59 69
B ! ! ! ! ! B
ma per - che ri - - - ! - - - - - - - - - -
B
b ! ! ! ! ! b
B n
ma per - che ri - - - ! - - - - - - - - - -
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! ! !
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! ! !
Bb j . j j j Bb
.
J J ! ! ! ! !
Ah for - se per - che sa - i Che con quei ba - ci!in - fi - di Se la
?b ! ! ! ! ?b ! ! ! ! !
sa - i
?b w . w ?b
56
w w w
b . b. b
74 84
B J J B ! ! ! !
- di? Ah for - se per - che sa - i Ah for - se per - che
b . . b ! ! ! !
B J J B
- di? Ah for - se per - che sa - i Ah for - se per - che
Bb . # . B b .
J J
Ah for - se per - che sa - i Ah for - se per - che - sin - - - ghi il cor il cor man - ci -
Bb . .
j
Bb ! ! ! !
J
Ah for - se per - che sa - i Ah for - se per - che
Bb . . Bb J w n
J J J J J J
Ah for - se per - che sa - i Ah for - se per - che Se la boc - ca lu - sin - ghi il cor man - ci - - -
?b . w b. ?b ! ! ! !
J J
Ah for - se per - che sa - i Ah for - se per - che
?b b ? b . w w7 6 5
b b
79 88
B ! ! ! ! B !
sa - i il cor il cor man - ci -
b b j
B ! ! ! ! B J J J J
J #
sa - i Se la boc - ca lu - sin - ghi il cor man - ci - -
Bb J J J J Bb w ! ! !
J J
sa - i Che con quei ba - - - ci!in - fi - - - di Se la boc - ca lu - - di
Bb ! ! ! ! Bb j
n
J J J J
sa - i Se la boc - - - ca lu - sin - ghi il cor man - ci -
Bb j j Bb w
. w w ! ! !
sa - i Che con quei ba - ci!in - fi - - - di - di
?b ! ! ! ! ?b w !
J J J J
sa - i Se la boc - ca lu - sin - ghi
?b w w ? b . 6 w
w
65
w
b w J .
92
B !
J J J
- di Se la boc - ca lu - sin - - - -
b j .
B w J J J
- di Se la boc - ca lu - sin - - ghi!il cor
Bb j .
J J J J J J J
Se la boc - ca lu - sin - - - - ghi Se la boc - ca lu -
Bb w ! .
J J J J
- di Se la boc - ca lu - sin - - - -
Bb j . !
J J J
Se la boc - ca lu - sin - - ghi!il cor
?b !
J J J J b J J j
J
Se la boc - ca lu - sin - ghi Se la boc - ca lu -
?b w w b
b .
96
B J J J J J
- ghi Se la boc - ca lu - sin - ghi!il cor man - ci - di.
b !
B
il cor il cor man - ci - di.
B b . w
- sin - - - ghi!il cor man - ci - - - di.
Bb
- ghi il cor man - ci - di.
Bb
J J j .
j
J
Se la boc - ca lu - sin - ghi!il cor man - ci - di.
? b . w
- sin - - - ghi!il cor man - ci - - - - di.
? b . w
III. Lieti fiori
b J
10
B c J J J
(Francesco Petrarca)
Stefano Bernardi
Sinfonia
b3 w
B 2
Lie - ti fio - ri!e fe - li - ci e ben nat her - be
b j
B c J
Canto
J J
b3 w
B 2
Lie - ti fio - ri!e fe - li - ci e ben nat her - be
Bbc ! ! ! !
Sesto
B b 32 w
Bbc ! ! ! !
Alto
B b 32 w
Bbc
Tenore
! ! ! !
B b 32 w
?bc
Quinto
! ! ! !
? b 32
w
Basso
?bc w b w
? b 32
w
Basso per
lOrgano
b . . . .
14
b nw w
5
c B J J J R J
B Che mia Don - na pas - san - - - - - do pre - mer so - le
b j . . . .
B
b # w w c B J J R J J J
Che mia Don - na pas - san - - - - - do pre - mer so - - - le
Bb w w c Bb ! ! ! !
Bb c Bb ! ! ! !
w w
Bb nw n A w c Bb ! ! ! !
?b b c ?b ! ! ! !
w w
?b b c ?b w bw
43
w w
b J j b #
18 26
B J J J J J J J J J J J B
J
Piag-gia cha -scol- ti sue dol - ci pa - ro - le Piag -gia cha -scol-ti sue dol - ci pa - ro - le sue - gio ser - - - be E del bel pied al - cun ve - sti -
b ! b .
B J J J J J J J J J J B J J J #
Piag-gia cha-scol-ti sue dol - ci pa - ro - le Piag -gia cha -scol-ti sue ve - sti -gio ser - be E del bel pied al - cun ve -
Bb ! ! ! ! Bb !
E del bel pied al - cun ve - sti -
Bb ! ! ! ! Bb ! J
J
E del bel pied al - cun ve - sti -
Bb ! ! ! ! Bb ! j
.
E del bel pied al - cun ve - sti -
?b ! ! ! ! ?b !
E del bel pied al - cun ve - sti -
?b ?b w
b j A b n w
j #
22 30
B # B ! ! !
dol - ci pa - ro - le E del bel pied al - cun ve - sti - - gio ser - - - be
b # b
B J J B w ! ! !
dol - ci pa - ro - le E del bel pied al - cun - sti - gio ser - be
Bb ! ! ! ! Bb w ! .
J
- gio ser - be Schiet - ti!ar - bo - scel - li
Bb ! ! ! ! Bb w .
J
- gio ser - be Schiet - ti!ar - bo - scel - li e
Bb ! ! ! ! Bb ! ! !
w
- gio ser - be
?b ! ! ! ! ?b w ! ! !
- gio ser - be
? b b ?b
w
b b
35 45
B ! ! ! ! ! B ! ! ! ! !
b ! ! ! ! ! b ! ! ! ! !
B B
Bb w #
J J
#
J J J J B b J J . w
J J J J J
e ver - di fron -di!a - cer - be A-mo - ro - set - te!e pal - li - de vi - o - - ue per -co - te!il so - le Che vi fa cosuoirag - gal - - -
Bb # w ! n Bb ! j J J . n
J J J J J
ver - di fron - di!a - cer - - be A - mo - ro - so - le Che vi fa co suoi rag - gal - - - - te!e su-
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! ! !
?b ! ! ! ! ! ?b ! ! ! ! !
# #
?b ?b w
w w w
76
b b
40 50
B ! ! ! ! ! B ! ! ! ! ! c
b ! ! ! ! ! b ! ! ! ! ! c
B B
.
Bb ! B b J J
J J
w c
J w
- le Om - bro - se sel - ue o - - te!e su - per - be al - - - - te al - - te!e su-per - be.
B b n
J J J J
. j
J J
B b # J c
- set - te!e pal -li- de vi - o - le Om - bro - se sel - - ue o - ue per - co - te!il - per - - - be al - - - - te!e su -per - be.
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! ! ! c
?b ! ! ! ! ! ?b ! ! ! ! ! c
#
?b w n w ?b w c
w
43
w
w
Sinfonia
bc w w b
55 67
B B c ! ! ! !
b w w n # b
B c B c ! ! ! !
w w
Bbc w # Bbc ! ! ! !
Bbc w w Bbc ! ! ! !
Bbc w w Bbc w n
w J J
O so - a - ue con - tra - - - - da o
?bc w ?bc #
w w J J
O so - a - - - ue con - tra - da o pu - ro fiu -
?bc w ?bc b
w w w
61
b w w w
71
b
B c B ! ! ! !
b w n w w c b ! ! ! !
B B
B b #w w c Bb ! ! ! !
Bb w w c Bb ! ! ! !
Bb w w w w c B b b ! J J j
J
pu - ro fiu - me E pren - di qua - li -
?b w c ?b J J J J
w w J J J J J J J J
- - - - me Che bagn il suo bel vi - so!e gloc- chi chia - ri E pren - di qua - li -
?b w w ? b b
w w
c
b b # w
75 83
B ! ! ! ! B J J
- ta dal vi - uo lu - me Quan - to vin - ui - dio glat -
b ! ! ! ! b w J
B B J
- ta dal vi - uo lu - me Quan - to vin - ui - dio glat -
Bb ! ! ! ! Bb w . J b
J
- ta dal vi - uo lu - - - me Quan - to vin - ui - dio glat -
Bb ! ! ! ! B b . w ! !
b
- ta dal vi - uo lu - me
Bb J J J J j Bb w ! !
J J J
- ta E pren - di qua - li - ta dal vi - uo lu - me E pren - di qua - li - ta dal - ta dal vi - uo lu - me
?b ?b ! !
J J J J w
- ta dal vi - uo lu - me E pren - di qua - li - ta dal - ta dal vi - uo lu - me
?b ?b . b
B
w
b b
79 88
B ! ! ! J J J J B
E pren - di qua - li - - ti!ho - ne - sti!e ca - ri Non fia!in voi sco -
b ! j b
B J J J J J J J B
E pren - di qua - li - ta E pren - di qua - li - - ti!ho - ne - sti!e ca - ri Non fia!in voi sco - - - glio
Bb ! # B b b b
J J J J J J J J
E pren - di qua - li - ta E pren - di qua - li - - ti!ho - ne - sti!e ca - ri Non fia!in voi sco - glio
Bb ! j
J J J J Bb ! ! ! !
J J J
E pren - di qua - li - ta E pren - di qua - li -
Bb # j Bb ! ! ! !
J J J J J J J
vi - uo lu - me E pren - di qua - li - ta E pren - di qua - li -
?b
j
J j J J j ?b ! ! ! !
J J
vi - uo lu - me E pren - di qua - li - ta E pren - di qua - li -
?b B b b b
b b w w
92 101
B J J B J J
- glio ho - - - mai che per co - stu - me Dar - der con la mia - ma non im - pa - - - ri Dar - der con la mia
b # b w w j j
B # # J J B #
ho - ma - - - i che per co - stu - me Dar - der con la mia - ma non im - pa - - - ri Dar - der con la mia
Bb w w
j j
Bb w !
ho - - - mai che per co - stu - me Dar - der con la mia - ma non im - pa - - - - - ri
Bb ! ! ! ! ! Bb w w !
- ma non im - pa - - - ri
Bb ! ! ! ! ! Bb w w !
- ma non im - pa - - - ri
?b ! ! ! ! ! ?b w !
w
- ma non im - pa - - - ri
#
Bb w w ?b w w
343
b . b
97 105
B J B
b
fiam - ma non im - pa - ri Dar - der con la mia fiam - fiam - - - - - - ma non
b . j j . j
B J J B
fiam - - ma non im - pa - - - ri Dar - der con la mia fiam - - fiam - - - ma non im -
Bb w
.
J
Bb ! ! !
fiam - ma non im - pa - - - - ri Dar - der con la mia fiam -
Bb ! ! . Bb ! ! !
J
Dar - der con la mia fiam -
Bb ! ! . Bb ! ! !
J
Dar - der con la mia fiam -
?b ! ! . ?b ! ! !
J
Dar - der con la mia fiam -
Bb w
? ?b b b
b j
108
j
im - - - pa - - - - - - - - - - - -
b
B J
- pa - - - - - - - - - - - - - - -
Bb ! ! !
Bb ! ! !
Bb ! ! !
?b ! ! !
?b b b
b w . w
111
B
- ri non im - pa - - - - - - ri.
b . w
B w w
- ri non im - pa - - - ri.
Bb w w
non im - pa - - - - - - ri.
Bb w w
non im - pa - - - - - - ri.
Bb w w
non im - pa - - - - - - ri.
?b w w
non im - pa - - - - - - ri.
?b w w
#.
IV. Pur venisti cor mio
b . w
9
B J J J J
(Battista Guarini)
Stefano Bernardi
b
B c w ! E pur tho qui pre - sen - te pur ti veg - gio
b . w
Canto
J J w
Bbc ! ! E pur tho qui pre - sen - te pur ti veg - gio
Bb j
n w
Tenore
J J .
b
Pur ve - ni - sti cor mi -
Bbc ! ! E pur tho qui pre - sen - te pur ti veg - gio
?b j
Quinto
?b w
Pur ve - ni - sti cor mi -
?bc b
Basso per
lOrgano
b n A
J J J J J J
13
b w
5
! B J J
B e pur ti veg - gio E non dor -mo e non so -gno!e non va -
b N n J
Pur ve - ni - - - sti cor mi - o
w w
B
b B J
J J
e pur ti veg - - - - gio E non dor-mo e non
. # J J
Pur ve - ni - sti cor mi - - - - o
Bb w w Bb J J
pur ti veg - gio E non dor - mo e non so-gno e
J j j J J
Pur ve - ni - - - sti cor mi - - - o
Bb w w Bb ! ! !
J
- o Pur ve - ni - - - sti cor mi - o E non dor - mo e non
Bb Bb ! ! ! !
w
- o Pur ve - ni - - - sti cor mi - o
?b w ?b ! ! ! j j b
w J J
- o Pur ve - ni - sti cor mi - - - - o E non dor - mo!e non
?b w ? b . # w b
w
b w b J . R J
17 23
B J J J J B J w
J
- neg - gio!e non va - neg - gio Ve - - gi ma fug - gi Si rat - to che mi strug - gi
b . j b J .
j
B J J J J J RJ B
- gi ma fug - gi Si rat - to che mi strug - gi
B b J #
so - gno!e non va - neg - gio Ve - ni - sti si ma fug - gi
B b . J w . j . J J
J RJ J R
- gi ma fug - gi Si rat - to che mi strug - - - gi Si
B b j j
non va - neg - gio Ve - ni - sti si ma fug -
! !
Bb
J
J J J n w ! J
- gi ma fug - gi Si rat - to
Bb . j n
so - gno e non va - neg - gio
Bb J . J
J w J R
- gi ma fug - gi Si rat - to che mi strug - gi
e non va - neg - gio Ve - ni - sti
?b j . j
?b
J J J J w
- gi ma fug - gi Si rat - to che mi strug - gi
so - gno!e non va - neg - gio Ve -
?b j . j b
?b .
w
%
b J b J J J J
27
b . j j . j j . B ! J J J
20
B J R A J R J
Ahi Ahi fug - gi - ti - va vi - sta de gla -
%
A b. b J J J J J
- ni - sti si ma fug - gi Ve - ni - sti si ma fug - gi ma fug -
b . J !
B J R J J R B J J J
%w
Ahi Ahi fug - gi - ti - va vi - sta de gla -
B b J J J J J J
Ve - ni - sti si ma fug - gi Ve - ni - sti si ma fug -
B b j J . b . . w J J J J J
J R J R J J
rat - to che mi strug - gi Ahi fug - gi - ti - va vi - sta de gla -
%
- gi Ve - ni - sti si Ve - ni - sti si ma fug -
Bb . j .
j B b j n w J J j j j J
J R J J J J
%
Ve - ni - sti si ma fug - gi ma fug - - - - che mi strug - - - gi Ahi fug - gi - ti - va vi - sta de gla -
B b j . J . Bb ! ! J
J J R J J R J J J J J J J
.
si ma fug - gi Ve - ni - sti si Ve - ni - sti si ma fug - Ahi fug - gi - ti - va vi - sta de gla -
? b . j b b w %
J R J J R J J ?b ! j A
J J J J J J J
- ni - sti si ma fug - gi Ve - ni - sti si ma fug - - - -
Ahi Ahi fug - gi - ti - va vi - sta de gla -
?b b w ?b A
b
b j j b
31 40
B ! J J J J J J J J J J B ! ! !
J J J J J
- man - ti Ahi fug - gi - ti - va vi - sta fug - gi - ti - va vi - sta Co - me so -
b w J J J b ! ! !
B J J J J B
- man - ti Ahi fug - gi - ti - va vi - sta fug - gi - ti - va vi - sta de gla - Co - me
Bb w Bb #
J J J J J J J J J J J J
- man - ti Ahi fug - gi - ti - va vi - sta fug - gi - ti - va fug - gi - ti - va -chi veg - ghian - - - - - - - - ti Co - me
Bb ! J j j j Bb n
J J J J
- man - ti fug - gi - ti - va vi - sta fug - gi - ti - va - - - - - - - - - chi veg - ghian - ti Co - me
Bb w J Bb ! ! ! !
J J J J J J J
w
- man - ti Ahi fug - gi - ti - va vi - sta fug - gi - ti - va vi - sta
?b J J J J j j j j ?b ! ! !
J J J J
- man - ti Ahi fug - gi - ti - va vi - sta fug - gi - ti - va vi - sta de gla - Co - me
n .
?b w ?b
b n w b #
35 44
B J J ! ! ! B ! !
de gla - man - - - ti !- - gno sei tu
b w w ! ! ! b w ! !
B B
- man - - - - ti so - gno sei tu
B b J J
J J w ! ! B b . ! !
vi - sta de gla - man - ti doc - so - - - gno sei tu
B b j j j j ! ! Bb w ! !
w
vi - sta de gla - man - ti doc - - - - so - gno sei tu
Bb ! ! ! Bb ! !
w
de gla - man - ti doc - - - - - - - - -
?b w . ?b
w w w
- man - - - - ti Co - me so - gno sei tu so - gno sei tu doc - chi veg -
?b w . ?b
w w w
b n b j j
48 56
B ! ! B J J
J J
b b
Co- me so - - - - gno sei -chi veg - ghian - ti Co - me so - gno sei tu Co - me
B
b ! ! J J
B
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J J
J J
Co - me so - - - - gno sei - - - - - ti Co - me so - gno sei tu Co - me
Bb ! ! Bb !
J J
J J
J J
Co - me so - gno sei Co - me so - gno sei tu Co - me
Bb ! ! Bb ! j j
J J J J
Co - me so - gno sei Co - me so - gno sei tu Co - me
Bb Bb !
J J J J J J
- - - chi veg - ghian - ti Co - me so - gno sei Co - me so - gno sei tu Co - me
?b # ?b j j j j
J J b !
ghian
- - - - ! - - - - - ti Co - me so - gno sei Co - me so - gno sei tu Co - me
?b b ?b
D. S.
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b w b n w w
52 60
B B w
b b U
tu doc - - - - - - - - - - - - - so - gno sei tu doc - chi veg - ghian - - - ti.
b w w w
B B
U
tu doc - chi veg - ghian - - - - so - gno sei tu doc - chi veg - ghian - - - ti.
Bb w ! ! ! Bb w
U
tu so - gno sei tu doc - chi veg - ghian - - - - - ti.
Bb w ! ! ! Bb w
w
U
tu so - gno sei tu doc - chi doc - chi veg - ghian - - - ti.
Bb w ! ! ! B b b w w
U
tu so - gno sei tu doc - chi veg - ghian - - - ti.
?b w ! ! ! ?b w
w
tu so - gno sei tu doc - chi veg - ghian - - - ti.
?b w w ?b U
w w
w. w w w
V. Quel Rosignuol
w w w. w
7
B
(Francesco Petrarca)
Stefano Bernardi
w
Sinfonia
w w W w
Canto
B3 w w w. w w. w w w
B
w w w W w
B3 w #w
B w #w w. w w. w
Sesto
w w W w
B 3 #w
B w w w. w w. w w w
Alto
B3 w w w W w
B w w. w w
Tenore
w w. w w
B3 w w w W w
? w
Quinto
w w. w w w
w. w
?3 w w w
Basso
W w
? w w w W w w w
W w w
?3 w w w
W w
Basso per
lOrgano
w w. w W w w w w w w W #w
11
c
4
B B
w w. w W w w w w w w w w w c
B
B
w w. # w W w w w #w w w w w w #
B B c
B w w. w w w w B W w w w w w w c
B w w. w B W ! w w w w w c
w w w
? w w. w w. w ? w w c
w w w w w w
? w w w w. w w. w ? w w c
w w W w w w
b
15 25
Bc ! B ! ! ! ! ! !
Quel Ro - si - gnuol che si so - a - ve pia - gne
Bc ! ! ! B ! ! ! ! ! !
Quel Ro - si - gnuol che si so -
Bc ! B ! ! ! ! ! !
Quel Ro - si - gnuol che si so - a - ve pia - gne Quel Ro - si -
Bc ! ! B ! ! ! ! ! !
Quel Ro - si - gnuol che si so - a - ve pia -
Bc ! ! ! ! ! B ! ! ! ! ! !
?c ! ! ! ! ? w
Quel Ro - si - - se suoi fi - - - gli o sua ca - - - - - - -
?c w w ? w
w
20 31
B w # B ! ! ! ! ! !
Quel Ro - si - gnuol che si so - a - ve pia - gne
b w #w ! ! ! ! ! !
B B
- a - ve pia - - - gne che si so - a - ve pia - gne
B w w B ! ! ! ! ! !
- gnuol che si so - a - ve pia - - - gne
B B ! ! ! ! ! !
w w
- gne Quel Ro - si - gnuol che si so - a - ve pia - - - gne
B ! B
w ! ! ! ! ! !
a N
Quel Ro - si - gnuol che si so - a - ve pia - gne
? . w ? w # .
b #
- gnuol che si so - a - - - - - - - ve pia - gne For - - ra con - sor - te Di dol - cez - za!em - pie!il cie - lo!e le cam - pag -
? . w ? w # . #
b #
37 49
B ! ! ! ! ! ! B ! ! ! ! ! !
B ! ! ! ! ! ! B ! ! ! ! ! !
B ! ! ! ! ! ! B ! ! ! ! ! !
B ! ! ! ! ! ! B ! ! ! ! ! !
B ! ! ! ! ! ! B .
J J J
la mia du - ra sor - te Chal - tri che me non ho di chi mi la -
? # . # ? ! ! ! ! ! !
- ne Con tan - te not - - - - te si pie - to - se!e scor - te
? # . # ? #
6
.
43 55
B ! ! B ! ! ! ! ! !
E tut - ta not - te par che mac - com - pa - gne
b A. ! ! ! ! ! ! ! !
B B
E tut - ta not - te par che mac - com - pa - gne
B . ! ! B . w
E tut - ta not - te par che mac - com - pa - gne Chin Dee non cre - de - vio re - gnas - - - se mor - te
B ! ! B ! ! ! ! ! !
.
E tut - ta not - te par che mac - com - pa - gne
B . B J # w
J
E tut - ta not - te par che mac - com - pa - gne E mi - ra - men - te - gne Chin Dee non cre - de - vio re - gnas - se mor - te
? b A. ! ! ? ! ! ! ! ! !
E tut - ta not - te par che mac - com - pa - gne
? b A. # ? . # w
w w
# . .
w #
61 72
B J J B J
O che lie - ve!!in - gan - nar chi sas - si - cu - ra Que duo bei lu - mi!as - - ri Chi pen - so mai ve - der far ter - ra!o - scu - - - ra
J # ! # # # w w
B J J J B
O che lie - ve!!in - gan - nar chi sas - si - cu - - ra Que duo bei lu - mi Chi pen - so mai ve - der far ter - ra!o - scu - ra
B # . ! ! B ! w
J J J # w
O che lie - ve!!in - gan - nar chi sas - si - cu - ra Chi pen - so mai ve - der far ter - ra!o - scu - ra
B J J J ! ! B ! ! ! ! ! !
J J
O che lie - ve!!in - gan - nar chi sas -si - cu - ra
B ! ! B ! ! ! ! ! !
J J
O che lie - ve!!in - gan - nar chi sas - si - cu - ra
? ?
J
J ! ! ! ! ! ! ! !
O che lie - ve!!in - gan - nar chi sas - si - cu - ra
? ? w w
#
# w
66 78
B B ! ! ! !
w
- sai pi chel sol chia - - - - - - - - - - - - - Hor co - no - sco!io
B ! ! ! ! ! ! B ! ! ! !
Hor co - no - sco!io
B ! ! ! ! ! ! B w
JJ #
Hor co - no - sco!io che mia fe - ra ven - tu - ra Vuol che vi - ven - do!e la -
B ! ! ! ! ! ! B w ! ! ! !
Hor co - no - sco!io
B ! ! ! ! ! ! B w ! ! ! !
Hor co - no - sco!io
? ! ! ! ! ! ! ? w ! ! ! !
Hor co - no - sco!io
? .
? w w
. . w w b
. .
84 95
B ! ! ! J B !
Hor co- no - sco!io che mia fe - ra ven - Vuol che vi - ven - do!e la - gri - man - do!im -
! ! ! . ! ! . . j
B J B J
Hor co - no - sco!io che mia fe - ra ven - Vuol che vi - ven - do!e la - gri - man - do!im -
B # w . B ! ! ! ! !
J
- gri - man - do!im - pa - ri Hor co - no - sco!io che mia fe - ra ven -
B ! ! ! j
. B ! ! ! ! !
Hor co - no - sco!io che mia fe - ra ven -
B ! ! ! . B ! ! ! ! !
J
Hor co - no - sco!io che mia fe - ra ven -
? ! ! ! j
. ? ! ! !
Hor co - no - sco!io che mia fe - ra ven - - do!im - pa - ri
? j
. ?
w
90 100
B ! ! ! ! B # ! ! !
- tu - ra - pa - ri Co -
! ! ! ! ! ! !
B B
- tu - ra - pa - ri Co - me
B # ! ! ! ! B ! # #
J J
- tu - ra Co - me nul - la qu gi di - let - ta!e du - ra
B ! ! ! ! B ! ! ! !
- tu - ra Co - me nul -
B ! ! ! ! B
J J w
- tu - ra Co - me nul - la qu gi di - let - ta!e du - - - ra
.
? ? ! ! ! !
- tu - ra Vuol che vi - ven - do!e la - gri - man - - - - - - Co - me
? . ?
. J w
J J J J
105
B J J
- me nul - la qu gi di - let - ta!e du - ra Co - me nul - la qu
j j
B J J
nul - la qu gi di - let - ta!e du - ra Co - me nul - la qu gi di -
B ! ! .
J
Co - me nul - la qu gi di -
B # w !
J J
- la qu gi di - let - ta!e du - - - ra
B ! ! j j
Co - me nul - la qu gi di -
?
J J J J
nul - la qu gi di - let - ta!e du - ra Co - me nul - la qu gi di -
w
109
B
gi di - let - ta!e du - ra di - let - ta!e du - - ra.
w
B
- let - ta!e du - - - ra di - let - ta!e du - - ra.
B . w #
- let - ta!e du - - - ra di - let - ta!e du - - ra.
B w
J J
Co - me nul - la qu gi di - let - - - - ta!e du - - ra.
B # #
- let - ta!e du - - - ra di - let - ta!e du - - - - ra.
?
w w
- let - ta!e du - - - ra di - let - ta!e du - - - - - - ra.
?
w w
w
VI. Poiche si nega fede
.
10
B
(Ferrando Gonzaga)
Stefano Bernardi
w w
Sinfonia
#
Canto
Bc . w w #w
B
w .
Bc w
B w w
Sesto
Bc w w
B
Alto
w
Bc w
B
Tenore
w
Bc w w
? w w
Quinto
w w
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Basso
.
? w w w
w
?c w
.
Basso per
lOrgano
w b #
w
15
. c
5
B B
w . b w c
B
B
w B w w #
B . c
B w B w c
w
B B w c
? w . ? . c
. b w
? w . ? . c
. b w
20 34
Bc ! ! ! ! ! ! ! B ! ! ! ! !
Bc ! ! ! ! ! ! ! B ! ! ! ! !
. w .
Bc w J w B . J J !
Poi - che si ne - ga fe - de Al mio ve - ro do - lo - re A - pra - si!il pet - to A - pra - si!il pet - to
Bc ! ! ! ! ! ! ! B ! ! !
E chil pen- sier non
Bc B . . #
! ! ! ! ! ! ! J J !
a - pra - si!il pet - to a - pra - si!il pet - to
?c ! ! ! ! ! ! ! ? ! ! ! ! !
?c w ? . 6
w
65 43
w w J
w #.
w w #
27 39
B J B ! ! !
Poi - che si ne - ga fe - de Al mio ve - ro do - lo - - - re E chil pen - sier non
. w
B J #w B ! ! !
Poi - che si ne - ga fe - de Al mio ve - ro do - lo - - - re E chil pen - sier non
B . w w B ! ! ! #
J
Poi - che si ne - ga fe - de Al mio ve - ro do - lo - - - re E chil pen - sier non
B B J J
. J w
J
Poi - che si ne - ga fe - de Al mio ve - ro do - lo - re ve - de Mi veg - ga!a - per - to!il co - re E chil pen - sier non
B . w w B ! ! !
J
Poi - che si ne - ga fe - de Al mio ve - ro do - lo - - - re E chil pen - sier non
? j
. w w ? ! ! !
Poi - che si ne - ga fe - de Al mio ve - ro do - lo - - - re E chil pen - sier non
b
? j w ? w
.
w w
. w w
.
44 54
B J J J J B ! ! ! ! !
ve - de Mi veg - ga!a - per - - - - to!il co - - - re for - -
w w ! ! ! !
B J J J J B
ve - de Mi veg - ga!a - per - - - to!il co - - - re for - - - -
B J J # w B ! ! ! ! . w
J
ve - de Mi veg-ga!a - per - - - - to!il co - re for - - - - -
B w w B ! ! ! ! ! !
ve - de il co - - - re
B j J w B ! ! ! ! ! !
J
ve - de Mi veg - ga!a - per - to!il co - re
? j j j w ? # w !
w J J J J
ve - de Mi veg-ga!a - per - to!il co - - - re - r col mo - ri - re Il mio chiu - so mar - ti - re
? ? # w
w
w w
J J
48 60
B ! ! ! ! ! ! B
J J
- - se O che spe - ro al ho - ra sa - pri - r col mo - ri -
! ! ! ! ! ! # # # J J
B B J J
J J
- - se O che spe - ro al ho - ra sa - pri - r col
B ! ! ! ! ! ! B w J J
- se O che spe - ro al ho - ra sa - pri - r col mo - ri -
B ! ! ! ! ! ! B ! ! ! ! !
B ! ! ! ! ! ! B ! ! ! ! !
? . w w J J ? ! ! ! ! !
J J
for - - - - - se (O che spe - ro) al ho - ra sa - pri -
#
? w w w ? w
65
j j J
j J w w
65 74
B J J J B ! ! ! !
- re al ho-ra sa -pri -r al ho-ra sa -pri- - ti - - - re
J # w
B J J J B ! ! ! !
#
mo - ri - re al ho-ra sa -pri -r col mo - - - - re
B J J B w #w ! # #
J J J J J J J J JJ
- re al ho-ra sa -pri - r al ho-ra sa -pri-r - ti - - - re On - de co - lei So - la ca-gion
B ! J B # . j !
J J J J J J J J J w w J J
al ho-ra sa -pri - r col mo-ri - re al ho-ra sa -pri- - ti - - - re On - de co - lei On - de co - lei
B j j j
J B w w . # !
J J J J J JJ
al ho - ra sa - pri - r col mo - ri - re al ho-ra sa -pri-r - ti - - - re On - de co - lei So - la ca -gion
? J J j j j j ? w ! ! ! !
J J w
al ho-ra sa -pri -r al ho-ra sa-pri - r col mo - - ti - - - re
?
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w
w # w b
69 80
B J J B ! ! # w !
- r col mo - ri - - re Il mio chiu - - so mar - di - ra pian - gen - do
j w ! ! ! ! ! !
B . w B
- ri - - - - re Il mio chiu - - so mar - ti -
B . #w w B . R
J J
B
col mo - ri - re Il mio chiu - - so mar - chio mo - ra Di - ra pian - - - gen - do o fi - do
B ! ! ! ! ! . . R
w J
- r col mo - ri - re Il mio chiu - - so mar - o fi - do
B w w B # b. w w !
col mo - ri - - re Il mio chiu - - so mar - chio mo - ra Di - ra pian - gen - - - do
? w ? ! ! ! ! ! !
w w
- ri - - - - re Il mio chiu - - so mar -
b
? w ? w
w w
76 43
w w w
86 97
B ! ! ! ! ! B ! !
O a tor - to
! ! ! ! ! # . J
B B J
O a tor - to a tor - to Fal - - - so ti -
B # ! ! ! ! ! B
co - re a tor - to a tor - to Fal -
B
J J
.
J J J # B ! j
j
co - re a tor - to Fal - so ti - mor di ve - ra fe tha mor - to a tor - to Fal - - - so ti - mor
B ! ! ! ! ! ! B
J J
a tor - to Fal - - - so ti - mor
? ! ! ! ! ! ! ? ! !
w
- to Fal -
# #
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92 101
B J R ! ! ! B J J J J J # w
.
fi - do co - re Fal - so ti - mor di ve - ra fe tha mor - - - to
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J J J w
B J R B J
fi - do co - re - mor Fal - so ti - mor di ve - ra fe tha mor - to
B ! ! ! ! ! B .
J
J J
w w
J J
- - so ti - mor di ve - ra fe tha mor - - - - to
B ! ! ! ! ! B j j J J J
J
di ve - ra fe di ve - ra fe tha mor - to Fal -
B ! ! ! ! ! B w
di ve - ra fe tha mor - to
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J J
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J J J # ? j
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J
a tor - to Fal - so ti - mor di ve - ra fe tha mor - - - so ti - mor di ve - ra fe tha mor - - - - to
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# # . ?
J # .
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J
105
B ! ! . J
J
Fal - - - so ti -
.
B J J J
J
Fal - - - so ti - mor Fal - so ti - mor
B J J
J J J J J J J
Fal - - - - so ti - mor di ve - ra fe di ve - ra fe
B
J J J J !
J J
- - so ti - mor di ve - ra fe
B ! J
J J J
Fal - - - so ti - mor Fal - so ti -
? . . J J
J J J J J J
Fal - - - so ti - mor di ve - ra fe di ve - ra fe
? . .
J
w
108
B J J J J
- mor di ve - ra fe tha mor - - - - to.
j j j
B J J J #
di ve - ra fe di ve - ra fe tha mor - to.
B J
J J J J J
Fal - so ti - mor di ve - ra fe tha mor - to.
B j j j J # J J
J J
di ve - ra fe di ve - ra fe tha mor - - to.
B J
J J
- mor di ve - ra fe tha mor - to.
?
w w
tha mor - - - - - - - - to.
?
w w
VII. Fusti amante
.
7
Stefano Bernardi
B ! ! J J J
! ! ! j
Canto
B .
Bc ! ! ! Fu - sti!a - man - -
Sesto
B . J w # !
J
. # J . #
Bc J J J J
cal - - - de!e a - ma - - - - - re
B ! ! ! !
Alto
J !
B c . J #
J J J J
- - de!e a - ma - - - - - re
?
Quinto
.
11
! ! ! B J
B - man - - - te Fu - sti!a - man - - - te com
j .
! ! ! B # J
J J
B
- te Fu - sti!a - man - - - te Fu - sti!a - man - - - - te com
B # .
J
j j
B .
J
J J
J J J J
Fu - sti!a - man - - - te Fu - sti!a - man - te com
B #
io com io spar - ge - sti La - gri - me di do - lor
B ! ! ! . J
J J
Fu - sti!a - man - - - te Fu - sti!a - man - te com
B j j j j . # j j B . w
J J
com io spar - ge - sti La - gri - me di do - lor cal - Fu - sti!a - man - te com
? ! ! ! ? .
J J J
Fu - sti!a - man - - - te Fu - sti!a - man - - - - te com
# # #
? ?
w w #w
14 22
B J J J J B ! !
io com io spar - ge - sti La - - - - gri - me - ma - - - - - - re
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B J J J J J J B
io com io spar - ge - sti La - - - - gri - me di do - - - - - - - - re
B # B w w ! !
J J J J
io com io spar - ge - sti La - - - - gri - me di e a - ma - - - re
B
j j j j
. w B . # J J
J w w J J
io com io spar - ge - sti La - gri - me - de!e a - ma - - - re E con gli!ac - cen - ti do - lo -
B J . j j B . w w #. J J
J J J J J J
io com io spar - ge - sti La - gri - me di do - lor di - ma - - - - - - re E con gli!ac - cen - ti do - lo -
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# #
j j
? w ! !
w
io com io spar - ge - sti La - - - - gri - me di do - a - ma - - - re
# # #
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w w
6
. w
17 27
B B ! ! ! ! ! !
di do - lor cal - - - de!e a -
. w ! ! ! ! ! !
B #. J B
- lor cal - - - de!e a - ma - - - - - -
B # w w B ! ! ! ! ! !
do - lor cal - - - de!e a - ma - - - re
B w B w . b
! ! # # j
di do - lor cal - - ros e me - - - sti Fa - ce - sti col tuo duol pie -
B ! w w B w w w . # #
do - lor cal - - - - - - - de!e a - - ros e me - - - sti Fa - ce - sti col tuo duol
? w ! w . w ? ! ! ! ! ! !
- lor cal - - - de!e
#
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b
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J J #
33 43
B ! ! ! ! B ! !
J J
vo - - - glio sfo - ga - - re Lin-ter - na
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B B
vo - glio sfo - ga - re
B ! ! ! ! B J J j . w !
J
que - sti du - ri la - men - ti miei Lin - ter - na
B #
B ! ! # J # .
J
- tos il ma - - - - - - - - - - ! - - - - - vo - glio sfo - ga - re Lin-
B b # B
JJ #w ! !
pie - tos il ma - - - - - - - ! - - - - - - - ri la - men - ti miei
? ! ! ! ! ? ! ! . J . j j
#
J
vo - glio sfo - ga - re Lin - ter - na pe -
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? ? . . #
w
43 98
. . w
37 48
B ! J w ! ! B J # w
Te - co vo - glio par - lar pe - na cho - gni pen a - van - za
! . j ! ! w
B #w B J J J J
Te - co vo - glio par - lar Lin - - - ter - na pe - na cho - gni pen a - van - za
B ! ! ! ! ! .
J J B J J J J w w
Te - - - co con pe - na cho- gni pen a - - - van - - - za
B w w ! ! ! ! B . J J J J w
J J J
- - - re - ter - na pe - na cho-gni pe - - - na cho- gni pen a - van - za
B w ! ! B w
J J J J J J J J
- - - re Te - co con que-sti du - Lin - ter - na pe - na cho - gni pen a - van - za
? ! ! ! . b ? w
J w J J w
Te - co vo - glio par - lar - - - na cho-gni pen a - - - van - - - za
#
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w
6
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43
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52 60
B J J B J J
Per la mia lun - ga!e du - ra lon - ta - nan - za - - - - - ra Per la mia lun - ga!e du - - -
w j j j j w
B # # w
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J J B
Per la mia lun - ga!e du - ra lon - ta - nan - za Per la mia lun - ga!e du - - - - ra Per la mia lun - ga!e du - - -
B ! ! ! B w .
J J
Per la mia lun - ga!e dur e du - - - - ra lon - ta -
B ! ! ! ! B
j j
!
- - - ra Per la mia lun - ga!e du - - - ra
B ! ! ! B j j . w w
J J J
Per la mia lun - ga!e Per la mia lun - ga!e du - ra lon - ta - nan - - - - - za
? ! ! ! ! ? w w
w w
du - - - - ra lon - - - - - ta - - -
#
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56 64
B ! ! J J B #
Per la mia lun - ga!e du - - - - - ra e du - - - ra lon - - - ta - nan - za
! ! ! ! #w
B B
- ra lon - ta - - - nan - - - - - - - - za
B w B w w w w
J J
du - ra lon - ta - nan - za Per la mia lun - ga!e - nan - - - - - - - - - - - - - za
B ! ! #
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Per la mia lun - ga!e du - - - - e du - ra lon - ta - nan - - za
B # # w ! B w
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du - ra lon - ta - nan - - - za E du - ra lon - ta - nan - - za
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Per la mia lun - ga!e - nan - - - - - - - - - - - - - za
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68 76
B J w ! B J J J J
Te - co vo - glio par - lar - - glio sfo - ga - - - - re Lin - ter - na pe - - na cho - gni
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B . #w ! B
Te - co vo - glio par - lar Vo - - - glio sfo - ga - re Lin - - - ter - na
B ! ! ! ! B !
J J J J
Lin - ter - na pe - na cho - gni pen
B ! ! ! ! B #. .
J J J J J
- ga - - - re Lin - ter - - na pe - na cho - gni
B ! ! ! B ! !
Te - - Lin - ter - na
? ! ! . b ? . j j
J # J J
Te - co vo - glio par - - ga - - - re lin - ter - na pe - - - - - na cho - gni
#
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72 79
B ! ! ! B # w J J
Vo - pen a - van - - - za Per la mia lun - ga!e
! ! ! ! w #
B B J J J J J J
pe - na cho - gni pen a - van - za Per la mia lun - ga!e
B .
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J J j . w B w w !
J
Te - - - - co con que - sti du - ri la - men - ti miei a - - - van - - - za
B ! ! ! # J B w !
J J J
Vo - glio sfo - pe - - - na cho - gni pen a - van - za
B #w B w !
J J J J J J J J J J
- - co con que - sti du - - - ri la - men - - - ti miei pe - na cho - gni pen a - van - za
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- lar vo - glio sfo - pen a - - - van - - - za
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6
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83 90
B ! B J J
du - ra lon - ta - nan - za - - - - - ra per la mia lun - ga!e du - - -
# w ! j j w j j j j
# w
B B
du - ra lon - ta - nan - za Per la mia lun - ga!e du - - - - ra Per la mia lun - ga!e du - - -
B ! ! B w .
J J
Per la mia lun - ga!e du - ra lon - dur e du - - - - ra lon - ta -
B ! ! ! ! B
j j
!
- - - ra Per la mia lun - ga!e du - - - ra
B ! ! # B j j . w w
J J J
Per la mia lun - ga!e du - ra lon - Per la mia lun - ga!e du - ra lon - ta - nan - - - - - za
? ! ! ! ! ? w w
w w
du - - - - ra lon - - - - - ta - - -
? b ? w w
w w w
w
87 94
B ! J J B #
per la mia lun - ga!e du - - - - - - ra e du - - - ra lon - - - ta - nan - za.
! ! ! #
B B
- ra e du - - - ra lon - - - ta - nan - za.
B w B w w w
J J
- - ta - nan - - - za Per la mia lun - ga!e - nan - - - - - - - - - - - - - za.
B ! #
j j
w B #
Per la mia lun - ga!e du - - - - - e du - ra lon - ta - nan - za.
B # w ! B #
- ta - nan - - - - za e du - ra lon - ta - nan - za.
? ! ! j j ? w w w
Per la mia lun - ga!e - nan - - - - - - - - - - - - - za.
? w ? w w w
w .
VIII. Lasso chio ardo
b w
9
(Francesco Petrarca)
B c
Sinfonia prima Stefano Bernardi
b w
Canto
B c b w n c
B
b w
B c
Bb # # c
Sesto
Bbc w #
Bb c
Alto
Bbc w
Bb
Tenore
w w c
Bbc w
?b
Quinto
b w c
?bc
Basso
w
?b b w c
?bc
w
Basso per
lOrgano
b . w .
14
b w B c
5
J
B Las - - - so Las - so chio ar - - - - - -
b
B c
b . #w .
B w J
Las - - - so Las - so chio ar - - - - - -
Bb Bbc ! ! ! !
Bb w w Bbc ! ! ! !
Bb w Bbc ! ! ! !
w
?b w ?bc ! ! ! !
?b w ?bc w .
w
b . n b n
18 26
B J J J w B J J J J
- - do!e al - tri non mel cre - de Si cre - de!ogn -i Che sour ogn al - - - tra e chi so - la e chi
b . b w j
j
B
J J J
# w ! B
- - do!e al - tri non mel cre - de -i Che sour ogn al - tra e chi so - la
Bb ! ! ! ! Bb ! ! ! !
Bb ! ! ! ! Bb ! ! ! !
Bb ! ! ! ! Bb ! ! ! !
?b ! ! ! ! ?b ! ! ! !
? b bw ?b w
6
b w b n J n
22 30
B B J J J #
huom se non so - la co - le - - - - - - - - so - la e chi so - la vor - re - - - i el -
b n b j j j
B B J #
Se non so - la co - le - - - - - - - - e chi so - - - la vor - re - - - - - i El -
Bb ! ! ! ! Bb ! ! !
Bb ! ! ! ! Bb ! ! !
Bb ! ! ! ! Bb ! ! !
?b ! ! ! ! ?b ! ! !
?b b . # ?b w
J
b b w
33 39
B J J J J J J J J B c
- la non par chel cre - de si sel ve - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - de.
b j j j j b
B J J J J B # c
- la non par chel cre - de si sel ve - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - de.
Bb ! ! ! Bb ! ! ! ! c
Bb ! ! ! Bb ! ! ! ! c
Bb ! ! ! Bb ! ! ! ! c
?b ! ! ! ?b ! ! ! ! c
?b ?b b w c
#w
Sinfonia seconda
b bc
36 43
B B
- - - - - - - - - - - - - - - -
b b b
B B c #
w
- - - - - - - - - - - - - - - -
Bb ! ! ! Bbc
Bb ! ! ! Bbc w
Bb Bbc w
! ! !
?b ! ! ! ?bc w
?b ?bc w
b n b
49 59
B B c ! ! ! !
b b
B # B c ! ! ! !
Bb Bbc
J J
J
J
.
J
In - fi - ni - ta bel - lez - - - ze po - ca fe - de
Bb Bbc j j
. n
J J J
In - fi - ni - - - ta bel - lez - - - ze po - ca fe - de
Bb
Bbc ! ! ! !
?b
?bc ! ! ! !
?b
?bc w
6
w
6
b w W
b
54 63
B c B ! ! ! !
b w W c b ! ! ! !
B B
Bb # # W c Bb J J
Non ve - de - te voi!il cor ne gloc - - - -
Bb . w nW c Bb n
J J
Non ve - de - - te voi!il cor ne gloc - - - - - -
Bb c Bb ! ! ! !
W
?b b w c ?b ! ! ! !
W
?b b w c ?b b w
W
b b
67 75
B ! ! ! ! B ! ! ! ! 3
b ! ! ! ! b ! ! ! ! 3
B B
#
Bb B b J J j W 3
J
Bb
- - - - - chi mie - - - i Se non fos - - t Al fon - te di pie - t tro - uar mer - ce - de.
w B b j # # W 3
J J J J J
- - - - - - chi mie - i Se non - t Al fon - te di pie - t tro - uar mer - ce - - - de.
Bb ! ! ! ! Bb ! ! ! ! 3
?b ! ! ! ! ?b ! ! ! ! 3
?b ?b W 3
w
w w w
Sinfonia terza
b b3 w w w W w w w w W w
71 79
B ! ! ! ! B
b ! ! ! ! b w w w W w nw w w W w w w w
B B 3
w w w
Bb .
J J J J J Bb3 w w w #W w w w W w w
! - - se mia stel - - la io pur de - ure - i Al fon - te di pie -
Bb .
j Bb3 w w w W w w w w W w w w w
J J J J
fos - se mia stel - la io pur de - ure - i Al fon - te di pie -
Bb ! ! ! ! Bb3 w w w W w w w W w w w w
w
?b ! ! ! ! ?b3 W w w #w w W w w w w
w w w
?b ?b3 W w w #w w w w w
W w
6
w w w
b W w w w w W nw W w w w b
84 94
B ! B c ! ! ! !
b W w w w w ! w w w b
B w W W B c ! ! ! !
w w w w w w w
Bb W W w W ! Bbc ! ! ! !
Bb W w w w w W w W ! w w w Bbc ! ! ! !
Bb W w w w w w w w W ! w w w Bbc ! J J
J
Quest ar - dor mio di che vi cal
?b W bw w w ! w w w ?bc b J J b.
w W w W J
Quest ar - dor mio di che vi cal si po -
?b W bw w w W W ! w w w ?bc b b.
w w J
b w w w w w w W w w w w c b
89 98
B B ! ! ! !
b w w w w w w W w w w w c n b ! ! ! !
B B
Bb w w #w w Nw w W w w #w w c Bb ! ! ! !
Bb w w w w w w w w w w w c Bb ! ! ! !
w
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w w w w w w. w w w w c J J J J
si po - co Ei vostr ho - nor in mie ri - me dif - fu -
?b w w w w w c ?b w b
w w w w w J J J J
- - - - co Ei vostr ho - nor in mie ri - me dif - fu -
?b w ?b b
w w w w c
w w w w w
Sinfonia quarta
b b w w
102 109
B ! ! ! ! B c
b ! ! ! ! b w
B B c w
Bb ! ! ! ! Bbc w #
Bb ! ! ! ! Bbc w w
Bb w ! ! n Bbc w w
J J
- si Ne po - rian in - fia -
?b b ?bc w
J J w
- si Ne po - rian in - fia - mar fors an - cor mil - le Ne po -
?b ?bc
b
w
w w
b b w
106 115
B ! ! ! c B c
b ! ! ! c b w n c
B B
Bb ! ! ! c Bb # # c
Bb Bb w
! ! ! c c
Bb c Bb w w w c
- mar fors an - - - - cor mil - - le.
?b c ?b b w c
J J
- rian in - fia - mar fors an - cor mil - - le.
?b c ?b b w c
b c J
. .
. b .
122 130
B J J B J J J J J
.
Chio veg - - - - - - gio nel pen - sier dol - duo begl oc - chi chiu - si Ri - ma - ner do - po noi pien di fa -
b b j . #
B c J J B a . J J J J
Chio veg - - - - gio nel pen - sier dol - duo begl oc - chi chiu - si Ri - ma - ner do - po noi pien di fa -
Bbc ! ! ! Bb ! ! ! !
Bbc ! ! ! Bb ! ! ! !
Bbc ! ! ! Bb ! ! ! !
?bc ! ! ! ?b ! ! ! !
?bc w ?b
b . b . b. .
125 134 piano
B J J J # B w
- ce mio fo - co Fred - da!u - na lin - gua e - uil - - - - - - - - - - - - - le
b . b . . . # w
B J J #w J B
- ce mio fo - co fred - da!u - na lin - gua E - uil - - - - - - - - - - - - - le
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! !
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! !
Bb ! ! ! ! ! Bb ! ! ! !
?b ! ! ! ! ! ?b ! ! ! !
?b w ?b b
w
b J . #
138
B J J J J J
Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - le Ri - ma -
b J .
B J J J J J
Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - le Ri - ma -
Bb J
J J
. #
J J
J
Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - le Ri - ma -
Bb .
J J J J J J
Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - le Ri - ma -
Bb j
J j j w !
J J
Ri - ma - ner do - po noi Ri - ma -
?b j j .
J J J J
Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - le Ri - ma -
?b .
b J J J J w
142
B
- ner Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - - - le.
b n J w n
B J J J
B b J J J J #
- ner Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - - - le.
- ner Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - - - - le.
B b j w
J J J
- ner Ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - - - le.
B b J w
J J J
- ner ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - - - le.
? b j j w
J J
- ner ri - ma - ner do - po noi pien di fa - uil - - - le.
?b w
IX. Dunque esser pu
b # n
9
(Scipione Caetano) Stefano Bernardi
B # .
b .
B c w # J J
se - i Vi - ta del cor lu - ce de gloc - chi mie - i
J J b ! ! ! ! !
Canto
Bbc ! ! ! !
Bb ! ! ! ! !
Tenore
Bbc ! ! ! !
?b j
n .
Quinto
?bc b
J . n j . se - i Vi - ta del cor lu - ce de gloc - chi mie - i
J
Basso
?b 6
Dun - - - que!es - ser pu chio spi - ri Dun -
n
?bc b
Basso per
lOrgano . n j .
b .
14
. B
b .
5
Bb # . .
Bb ! ! ! !
Dun - que!es - ser pu chio spi - ri Dun - que!es - ser
Bb . .
Bb ! ! ! ! J
Dun - que!es - ser pu chio spi - ri Dun - que!es - ser
Bb .
Bb J
! ! ! !
Dun - que!es - ser pu chio spi - ri Dun - que!es - ser
?b .
?b b.
J J j j j
j .
J J J Dun - que!es - ser pu chio spi - ri Dun - que!es - ser
- que!es -ser pu chio mi - ri Lun - gi da te Do - rin - da mia che
?b .
?b b. .
J
b . b b b .
18 26
B J ! J J B ! ! ! ! J
pu chio mi - ri Lun - gi da Ve - do
b . j j j b
B J J J
B ! ! ! ! !
pu chio mi - ri Lun - gi da te Do - rin - da mia che se -
B b . # J b Bb ! ! ! ! !
J J J J J J
pu chio mi - ri Lun - gi da te Do - rin - da mia
B b . J Bb ! ! .
J J J J J w J
pu chio mi - ri Lun - gi da te Do - rin - da mia - chi mie - i Ve - do si
B b . ! Bb ! ! ! !
J J
pu chio mi - ri Lun - gi da Ve -
? b . ?b ! . . w .
J J J J J J J J J
pu chio mi - ri Lun - gi da te Do - rin - da mia che Ve - do si ma ma - ve - - - do Ve - do
? b . ?b . . w .
6
J J J
b b
22 31
B J J J J ! ! B
te Do - rin - da mia che se - i si ma ma - ve - do Che sen - za lu - ce!io ve -
b b .
B ! ! B J
- i che se - i Ve - do si ma ma - ve - do Che sen - za lu - ce!io ve -
Bb ! ! B b . #
J J J
che se - i Ve - do si ma ma - ve - - - do Che sen - za lu - ce!io ve - - -
Bb ! Bb .
J J J J J
Vi - ta del cor lu - ce de gloc - Ve - do si ma ma - ve - do Che sen - za lu - ce!io ve -
B b j j j ! ! Bb
J J J
te Do - rin - da mia che se - i - do si ma ma - ve - do Che sen - za lu - ce!io ve -
? b b ! ! ! ?b j
. w
se - - - i si ma ma - ve - - - - do Che sen - za lu - ce!io ve -
? b b w ?b
j w
.
b w b . .
35 43
B ! ! ! B J J
- do prest un lie - to gior - no Ma prest un lie - to gior - no Ma
b nw ! ! ! b . .
B B J J
- do Ma prest un lie - to gior - no Ma prest un lie - to
Bb w J b . . Bb . .
J J J J J
- do Vi - vo si ben ma pri - vo di te mia Ma prest un lie - to gior - no Ma prest un lie - to
Bb ! ! ! Bb ! .
j
w
- do
J b
Ma prest un lie - to gior - no Ma
Bb w n . Bb . .
J J J J
. .
- do Vi - vo si ben ma pri - vo di te Ma prest un lie - to gior - no Ma prest un lie - to
?b ! ! ! ?b
w J J
- do prest un lie - to gior - no Ma prest un lie - to gior - no Ma
?b b ?b .
b J . j . j . j
43
b b .
39 47
B ! ! ! B J !
Ma prest un lie - to gior - no Al al - ma!ond
B
b ! ! ! ! B
b
.
j
J J
gior - no Al al - ma!ond era al mio par - tir par - ti -
Bb J
J
J J w Bb
vi - ta sen - za vi - ta sen - za vit io vi - vo gior - no!un lie - to gior - no Al al - ma!ond era al mio par -
Bb ! ! ! ! Bb .
j
w w !
prest un lie - to gior - - - - no
Bb #
j
J J # J J w Bb ! !
J J J
mia vi - ta sen - za vi - ta sen - za vit io vi - - - vo gior - no Al al - ma!ond
?b ! ! ! ?b . j ! !
Ma prest un lie - to gior - no
?b b ?b j
6 6
w . w w w
b w b . w
51 59
B . B J
era al mio par - tir par - ti - - - - ta Al al - ma!ond era al mio par - tir par - ti - - - -
b ! b . n
B B J J
- - ta Al al - ma!ond era al mio par - - ti - - - ta Al al - ma!ond era al mio par - tir par - ti - - -
Bb ! Bb .
- tir Al al - ma!ond era al mio par - tir Al al - ma!ond era al mio par - tir par - ti -
Bb ! Bb w
Al al - ma!ond era al mio par - tir par - ti - Al al - ma!ond era al mio par - tir par - ti -
Bb Bb w w
era al mio par - tir par - - - ti - ta Al al - ma!ond - tir al mio par - tir par - ti - - - -
?b w ?b w w w
.
Al al - ma!ond era al mio par - - tir era al mio par - tir par - - - - ti - - - -
?b w ?b w w w
.
b w b w b
55 63
B ! B
Al al - ma!ond era al mio par - tir - ta E la vi - ta!e la lu - - - ce!al mio ri -
b b n.
B B
- tir par - - - ti - ta al mio par - tir par - - ta E la vi - ta!e la lu - - - ce!al mio ri - tor -
Bb ! w Bb # . b
Al al - ma!ond era al mio par - tir - ta E la vi - ta!e la lu - - - ce!al mio ri - tor -
Bb w w Bb w ! ! !
- ta Al al - ma!ond era al mio par - tir
Bb w
- ta
Bb w . ! ! !
J
era al mio par - tir Al al - ma!ond era al mio par - - ta
?b w ?b w ! ! !
Al al - ma!ond era al mio par - tir Al al - ma!ond - ta
?b w ?b # . b
b J b J b j j j
67 74
B J J B J
J b
- tor - no Por - ge - ra dop - pia lu - ce!e dop - pia vi - - - ce Por - ge - ra dop - pia lu - - - ce e
b J J b j j j
B J J
# B J J
- - no Por - ge - ra dop - pia lu - ce!e dop - pia vi - - - ra dop - pia lu - - - ce Por - ge - ra dop - pia lu - ce
J
Bb J J J b
J b w Bb
J J J
- - no Por - ge - ra dop - pia lu - ce!e dop - pia vi - - - lu - - - ce!e dop - pia vi - - - ta Por - ge - ra dop - pia
Bb ! ! ! ! Bb J j j
j j
J
- ta Por - ge - ra dop - pia lu - - - ce Por - ge -
Bb ! ! ! ! Bb
J J j
J
lu - ce Por - ge - ra dop - pia lu - - - - ce
?b ! ! ! ! ?b w w
- - - pia vi - - - - - - - - - -
?b b b w ?b w w
b J J J b . w
71 77
B J
J J B
- ta Por - ge - ra Por - - - ge - ra dop - pia lu - dop - - - - pia vi - - - - - ta.
b j J b n
B J . J J B
- ta Por - ge - ra dop - pia lu - - - ce Por - ge - e dop - - - - pia vi - - - ta.
Bb J J J
J Bb . #
J J J
- ta Por - ge - ra Por - ge - ra dop - pia lu - ce!e dop - pia vi - - - - - ta.
Bb J b j j Bb j j
J J .
Por - ge - ra dop - pia lu - ce!e dop - pia vi - - - - - ra dop - pia lu - ce!e dop - pia vi - - - ta.
Bb j
J j j J . Bb j j j j
J J w
Por - ge - ra por - ge - ra Por - ge - ra dop - pia Por - ge - ra dop - pia lu - ce!e dop - pia vi - ta.
?b J j ?b w
J J b w
Por - ge - ra dop - pia lu - - - ce!e dop - - - - - - - - - - - - - - ta.
?b ?b w
b w
X. Oim 13
Stefano Bernardi
Bc ! ! ! ! ! !
a
Sinfonia
Bc
Bc ! ! ! ! ! !
Canto
w
Bc
Bc w # J w . #
Sesto
w .
J
w
B c .
Oi - m do - vl mio ben do - vl mio co - re
Bc ! ! ! ! ! !
Alto
Bc w w
Bc
Tenore
! ! ! ! ! !
B c . .
?c
Quinto
! ! ! ! ! !
?c w w
Basso
w
?c w
w
?c w w
w
Basso per
lOrgano
a # w
19
w ! ! ! ! !
7
B c B
w w w c B ! ! ! ! !
B
w w # #
B # w c B J J J J w
Chi mas - cond l mio ben e chi mel to - glie
B w w w c B ! ! ! ! !
w
B w w c B ! ! ! ! !
? w w c ? ! ! ! ! !
. w
? w w c ? w
#
# # w w
. w
. . w
24 35
B J J J B ! ! ! ! ! !
Chi mas-cond l mio ben e chi mel to - glie
b
B J J
. w
B ! ! ! ! ! !
J
Chi mas - cond l mio ben e chi mel to - - glie
B w B ! ! ! ! ! !
J J
Chi mas- con - de!il mio ben e chi mel to - glie
B b
J J .
J w w B
j j w w
Chi mas-cond l mio ben e chi mel to - - - glie Dar mi fe - ra ca - gion di tan - te do - glie
B w B ! ! ! ! ! !
J J . J
Chi mas-cond l mio ben e chi mel to - - - glie
? b j j j ? ! ! ! ! ! !
. w
Chi mas-cond l mio ben e chi mel to - glie
b #
? b j ? w
. w w w w
76
. # w
29 41
B ! ! ! ! ! ! B J J
Dar mi fe - ra ca - gion di tan - te do - glie
! ! ! ! ! ! . b w
B B J J
Dar mi fe - ra ca - gion di tan - te do - glie
B ! ! ! ! ! ! B # . # a #w
J J
Dar mi fe - ra ca - gion di tan - te do - glie
B . # j . B j j . j
w . w
Dun - que!ha po - tu - to sel de - sio dho - no - - - - re Dar mi fe - ra ca - gion di tan - te do - glie
B ! ! ! ! ! ! B
J J . w
Dar mi fe - ra ca - gion di tan - te do - glie
? ! ! ! ! ! ! ? j j . w
Dar mi fe - ra ca - gion di tan - te do - glie
? . . bw ? . w
w
. . w
45 55
B J B J c
Dun - que!ha po - tu - to!in me pi chel mio!a - mo - re Am - bi - ti - Am - bi - ti - o - se e trop - po lie - vi vo - glie.
! ! ! ! ! . . w c
B B J
- bi - ti - o - se e trop - po lie - vi vo - glie.
B # B N a. # w c
J
Dun - que!ha po - tu - to!in me pi chel mio!a - mo - re Am - Am - bi - ti - o - se e trop - po lie - vi vo - glie.
B ! ! ! ! ! B . . c
w
j
J
Am - bi - ti - o - se e trop - po lie - vi vo - glie.
B ! ! ! ! ! B . . w c
J J
Am - bi - ti - o - se e trop - po lie - vi vo - glie.
? ! ! ! ! ! ? . w c
J
Am - bi - ti - o - se e trop - po lie - vi vo - glie.
? w ? . c
J w
Sinfonia
w
w
50 60
B Bc
-o - se e trop - po lie - - - - - vi vo - glie
! ! ! ! w
B Bc
a
J w aa
Am -
B .
J
Bc #
J
- bi - ti - o - se e trop - po lie - - - vi vo - - glie
B ! ! ! ! ! Bc w
B ! ! ! ! ! Bc w
? ?c
! ! ! ! ! w
? ?c
w w
65
w w
76
B c B ! ! ! ! !
#w
B c B ! ! ! ! !
B # w
c B
w
ah cru - da sor - - - - - - - - - - - te
B . c B ! ! ! ! !
w w
B . w c B #
ah cru - da sor - - - - - - - - - - - - te
? w c ? ! ! ! ! !
w
? w c ? w
w
43
71 81
Bc ! ! ! ! ! B ! ! ! ! !
Bc ! ! ! ! ! B ! ! ! ! !
Bc w w w B ! ! ! ! !
Ah scioc - co mon - do cie - - - co
Bc ! ! ! ! ! B b
Ah scioc - co mon - do cie - co!ah cru - - - da sor -
Bc w # B ! ! ! ! !
Ah scioc - co mon - do cie - - - co
?c ! ! ! ! ! ? ! ! ! ! !
?c w w ? .
6
w w w
6 56
(Sinfonia)
86 94
B ! ! ! Bc
Che mi -
! ! #
B J J Bc
Che mi - nis - tro mi fai
B ! ! Bc
J J
Che mi - nis - tro mi fai
B Bc
J J
- - - - te Che mi - nis - tro mi fai Che mi -
B ! ! ! Bc
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la mia mor - - - - te Che mi - nis - tro mi fai de la mia mor - - - te.
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Stefano Bernardi: Concerti academici (Vokalstcke)
Quellen
Stefano Bernardi: Concerti academici, Venezia 1615
Verona, Accademia Filarmonica (Canto / Sesto / Alto / Tenore / Quinto / Basso)
Ferrara, Bibl. Comunale Ariostea (vollstnd. Stimmensatz)
Transkriptionskriterien
Notierung in Takten, Vorzeichensetzung, Balkung u. . folgen modernen Gewohnheiten, die originale Schlsselung wurde jedoch beibehalten. In den Gesangstexten wurde
die Groschreibung an Zeilenanfngen vereinheitlicht, Abkrzungen (& fr et, n fr non u. .) und mit ii angezeigte Textwiederholungen wurden aufgelst; die originale
Verwendung der Buchstaben u und v (giouent, viuo) wurde beibehalten. Rein auffhrungspraktische Angaben in den Einzelstimmen, die in der Partitur berflssig sind
(Textanfnge im B. C. zur Orientierung, solo / tutti in den Gesangsstimmen u. .), wurden weggelassen.
La sampogna
aus: Il virtuoso ritrovo, Venezia 1626
Adriano Banchieri
#
39
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(Il virtuoso ritrovo academico, Venezia 1626)
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