S&S National Report Italy

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eu
Improving and sharing knowledge on the Internet
role in the human trafficking process
ISEC 2013 Action Grants (HOME/2013/ISEC/AG/THB/4000005855)

Surf and Sound – Il ruolo di internet


nel traffico di migranti e nella tratta di esseri umani
Report nazionale – Italia

Con il supporto finanziario del Programma prevenzione e lotta contro la criminalità dell’Unione europea
Commissione europea - Direzione generale Migrazione e affari interni
SURF AND SOUND
Il ruolo di internet nel traffico di migranti
e nella tratta di esseri umani
Report nazionale – Italia

Andrea Di Nicola
Gabriele Baratto
Elisa Martini
Martina Cicaloni
Valeria Ferrari

ISBN 978-88-8443-739-6

eCrime – ICT, Law & Criminology


Facoltà di Giurisprudenza
Università degli Studi di Trento
Via G. Verdi, 53
38122 – Trento
0461 282336
www.ecrime.unitn.it

Le opinioni espresse nel presente rapporto di ricerca


sono di responsabilità esclusiva degli autori e non riflettono
necessariamente la posizione ufficiale dell’Unione europea.

Trento, marzo 2017

© 2017 eCrime – Università degli Studi di Trento


Indice

Introduzione ............................................................................................................................ 2

Il progetto ................................................................................................................................ 4

La metodologia ....................................................................................................................... 5

I risultati principali .................................................................................................................. 7

Il traffico di migranti ............................................................................................................... 7

Il reclutamento........................................................................................................................ 8

Il trasporto ............................................................................................................................. 16

La tratta di esseri umani ...................................................................................................... 25

Il reclutamento e il trasporto ............................................................................................... 26

Lo sfruttamento .................................................................................................................... 31

Riferimenti bibliografici ........................................................................................................ 44

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 1


Introduzione
Negli ultimi decenni, la situazione geopolitica dei paesi europei è cambiata in modo repentino e il numero
di individui che hanno deciso di lasciare il proprio paese o quello in cui vivevano è aumentato in modo
considerevole (OIM, 2017; UNODC, 2011). Ad Oggi, secondo la UN Refugee Agency (2017) gli arrivi
registrati via mare sono stati 32.750, di cui 27.000 solo in Italia. Quest’ultima, infatti, si configura come
il paese con il più alto numero di arrivi da parte dei migranti a causa della sua posizione strategica
finalizzata al raggiungimento dell’Europa. All’interno di questi flussi migratori moderni il traffico di
migranti (smuggling of migrants) e la tratta di esseri umani (trafficking in human beings) si configurano
come le due modalità principali per raggiungere – volontariamente o non – l’Europa. In virtù della loro
struttura e delle modalità di azione applicate si configurano come attività criminali organizzate, tra le più
redditizie e in continuo mutamento (Di Nicola, 2005).
Nello specifico, il termine tratta di esseri umani (THB) si riferisce ad una moderna forma di schiavitù che
comporta “il reclutamento, trasporto, trasferimento, l’ospitare o accogliere persone, tramite l’impiego o
la minaccia di impiego della forza o di altre forme di coercizione […] a scopo di sfruttamento” 1. Le vittime
di tratta sono spostate fisicamente da un luogo all’altro e sfruttate a fini sessuali, lavorativi, per schiavitù
o prelievo di organi. Lo spostamento può avvenire sia dentro che fuori i confini di uno stesso Stato e non
prevede la volontà della persona a partire. Questo tipo di reato, infatti, si configura per le drammatiche
forme di soprusi e violenze agite nei confronti delle vittime, soprattutto quelle più vulnerabili come i minori
non accompagnati e le donne. La Commissione europea (2016) ha stimato che su un totale di 15.846
vittime registrate nel biennio 2013-2014, lo sfruttamento sessuale è ancora la causa più diffusa, seguita
da quella per sfruttamento lavorativo. In coda, sono presenti altre forme di sfruttamento come i matrimoni
forzati, l’accattonaggio e la vendita di organi. Le vittime sono per lo più donne e bambine soprattutto nei
casi di sfruttamento sessuale, e uomini nel caso dello sfruttamento lavorativo (Eurostat, 2015). Nella
maggior parte provengono da paesi dell’Est Europeo come Romania, Bulgaria, Polonia, Ungheria ma
anche dai paesi Bassi (Commissione Europea, 2010).
Con il termine traffico di migranti, invece, e in accordo con l’articolo 3 del protocollo contro il traffico di
migranti via terra, mare e aria (UNODC, 2000) si intende un crimine volto a “procurare […] un vantaggio
finanziario o materiale, l’ingresso illegale di una persona in uno Stato Parte di cui la persona non è
cittadina o residente permanente” 2. Rispetto al primo reato, Il traffico di migranti e di richiedenti asilo si
sostanzia in un rapporto contrattuale tra il trafficante e il potenziale migrante. L’elemento della
transnazionalità è essenziale e solo in alcuni casi i migranti sono destinati a una qualche forma di
sfruttamento nel paese di arrivo. Le vittime sono prevalentemente uomini, con un progressivo aumento
di donne e minori provenienti dai paesi africani e Medio Orientali. Di fatto, Il 76% delle persone arrivate
via mare in Europa provengono da: Siria, Afghanistan, Nigeria, Iraq, Eritrea, Guinea, Costa d’Avorio,
Gambia, Pakistan e Senegal (UNCHR, 2016).
Per quanto l’aspetto dello sfruttamento – sessuale, lavorativo o altro – nel paese di arrivo o destinazione
non sia un aspetto caratteristico del traffico di migranti, può succedere che alcuni iniziali casi di traffico
si trasformino in tratta, a seguito sia di una offerta lavorativa in sistemi illegali e precari, sia
dell’inserimento in modo forzato dentro queste comunità illegali e marginali. L’aspetto della volontarietà
dell’individuo e, nello specifico, del migrante a partire, è un elemento basilare nella distinzione delle due

1 Articolo 3 del “Protocollo addizionale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale per prevenire,

reprimere e punire la tratta di persone, in particolare di donne e bambini”.


2 Articolo 3 del “Protocollo Addizionale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale per combattere il
traffico di migranti via terra, via mare e via aria”.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 2


attività criminali, nonostante entrambi i reati sono contornati e caratterizzati da situazioni di estrema
vulnerabilità, sfruttamento e precarietà che caratterizzano le condizioni del viaggio e di vita.
A seguito della rivoluzione tecnologica, i più recenti e importanti studi sulla tratta di esseri umani e traffico
di migranti hanno evidenziato una esponenziale crescita dell’utilizzo di internet e di supporti tecnologici
digitali all’interno di queste due fattispecie di reato e nelle loro diverse fasi (reclutamento, trasporto e –
in riferimento alla tratta – sfruttamento), sia nei paesi di origine/transito sia in quelli di destinazione. Il
ruolo di internet nella tratta di persone è stato recentemente sottolineato anche in ambito accademico
tanto da definire una nuova forma di traffico di stampo digitale, ovvero l’e-trafficking (Di Nicola et al.,
2013). Tutti questi aspetti hanno portato inoltre il Consiglio d’Europa, e altre realtà istituzionali europee,
a edificare un gruppo di specialisti in materia, i quali hanno sottolineato che “l’industria di internet e
l’industria del sesso sono strettamente collegate; la quantità e la qualità dei contenuti presenti sul web
che promuovono e facilitano la tratta di persone per il solo scopo di sfruttamento sessuale […] è senza
precedenti”. Internet facilita il lavoro dei trafficanti in quanto “permette di mettere rapidamente in
contatto i compratori del sesso a pagamento con le vittime di tratta, tenendo al contempo il criminale
distante dalla transazione illecita” (Congressional Research Report, 2011). In aggiunta, altre attività
vengono svolte tramite l’ausilio di questi supporti, tra cui: la raccolta di immagini e video delle vittime da
utilizzare per pubblicizzare o ricattare queste con le rispettive reti familiari e amicali, la comunicazione
con le vittime per monitorare le loro attività, il trasferimento di denaro, la programmazione di incontri tra
sex buyers e vittime (Hughes, 2014).
Per i casi di sfruttamento lavorativo, invece, internet sembra giocare un ruolo meno rilevante in quanto,
soprattutto per la fase di reclutamento, rimangono solide le strutture amicali e familiari e le forme orali
con cui scambiare informazioni e contatti, in special modo nei settori agricoli e stagionali (Hughes, 2014;
OCSE, 2009). Differentemente dalla tratta, nel traffico di migranti l’utilizzo di internet da parte dei
trafficanti viene implicato nella sponsorizzazione delle rotte, descrivendo i percorsi possibili, i costi, le
modalità per contattare lo scafista o il trafficante da parte del migrante (EMC, 2016).
In conclusione, nonostante la presente conoscenza in materia, le ricerche sull’argomento non forniscono
un quadro soddisfacente del fenomeno, soprattutto sull’attuale situazione europea. Questo lavoro ha lo
scopo, quindi, di migliorare la conoscenza sull’uso di internet e dei social network da parte dei trafficanti
e delle vittime, al fine di adottare tecniche di prevenzione e contromisure efficaci. Questo, di fatto, è il
primo progetto di ricerca applicata in Europa che ha prodotto conoscenza sull’uso di internet, compresi i
social network, nei processi della tratta di esseri umani e del traffico di migranti, diffondendo tale
conoscenza attraverso workshop per le Forze dell’ordine e le Organizzazioni Non Governative, campagne
di sensibilizzazione e altre attività di diffusione.
Il report è strutturato in quattro capitoli. Nei primi due si descriveranno brevemente il progetto europeo
www.surfandsound.eu – Improving and sharing knowledge on the Internet role in the human trafficking
process e la metodologia adottata durante le attività di ricerca. Successivamente si mostreranno i risultati
salienti della ricerca, distintamente, per i casi di traffico di migranti e richiedenti asilo e la tratta di esseri
umani. Questa parte illustrerà i risultati anche in riferimento alle corrispettive fasi che caratterizzano i
due fenomeni oggetto di studio: per il traffico di migranti il reclutamento e il trasporto; per la tratta di
esseri umani il reclutamento/trasporto e lo sfruttamento (di stampo lavorativo e sessuale).

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 3


Il progetto
Il progetto www.surfandsound.eu – Improving and sharing knowledge on the Internet role in the human
trafficking process (HOME/2013/ISEC/AG/THB/4000005855) (d’ora in avanti Surf and Sound) si
inserisce all'interno del programma europeo ISEC 2013 (Prevention of and Fight against Crime) della
Direzione Generale Migrazioni e Affari Interni della Commissione europea. Il lavoro è stato coordinato dal
gruppo di ricerca eCrime della Facoltà di Giurisprudenza (Trento) e svolto in collaborazione con la
Teesside University (Regno Unito), il Center for the study of Democracy (Bulgaria) e con il supporto del
Romanian Center for the European Policies (CRPE) (Romania) e del Romanian Institute for Evaluation and
Strategy (IRES) (Romania). Nello specifico, il progetto aveva l’obbiettivo di:
• creare e testare un protocollo per intercettare casi di uso di internet nei processi di tratta di esseri
umani e traffico di migranti e richiedenti asilo, ovvero per identificare contenuti web
potenzialmente a rischio;
• usare il protocollo per raccogliere e organizzare un numero significativo di informazioni dal web;
• analizzare queste informazioni;
• utilizzare la conoscenza sviluppata per: (a) stilare linee guida per identificare contenuti del web a
rischio e altri possibili abusi di Internet; (b) sviluppare campagne di sensibilizzazione; (c)
diffondere consapevolezza.
Il progetto Surf and Sound si riferisce alle priorità 4 e 5 del programma ISEC 2013, ovvero “favorire attività
di prevenzione sul tema della tratta di esseri umani, in particolare attraverso programmi educativi e
formazione mirata per i funzionari” attraverso “ricerca in materia e sviluppo di strumenti per prevenire e
indagare diverse forme di tratta di esseri umani” con un focus “sull’utilizzo di internet e dei social network
per il reclutamento di tutte le forme di tratta di esseri umani”.
Inizialmente il progetto prevedeva l’analisi della sola tratta di esseri umani, tuttavia, vista la particolare
attualità della problematica del traffico migranti e alla luce delle conclusioni dello Special Meeting del
Consiglio Europeo del 23 aprile 2015 in cui è stata considerata come priorità dell’Unione Europea
“l’utilizzo di EUROPOL per individuare e intimare la rimozione dei contenuti web usati dai trafficanti per
attirare migranti e rifugiati, nel rispetto delle costituzioni nazionali”, il campo di ricerca del progetto è
stato ampliato prendendo in analisi anche il fenomeno criminale del traffico di migranti.
La ricerca è stata condotta in quattro paesi dell’Unione Europea: Bulgaria, Italia, Romania e Regno Unito.
In questo report sono illustrati i risultati salienti emersi nel contesto italiano.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 4


La metodologia
Allo scopo di rispondere agli interrogativi sottostanti la ricerca si è adottato principalmente un approccio
di tipo qualitativo. La prima fase della ricerca ha previsto un periodo di immersione nel web attraverso
un’osservazione attiva e passiva di stampo etnografico. Nello specifico, sono stati individuati e analizzati
149 elementi web (siti, pagine, profili, post e gruppi di social network) potenzialmente associabili ai reati
di traffico di migranti e richiedenti asilo (75) e tratta di esseri umani (74), al fine di raccogliere
informazioni di base sui due fenomeni e costruire degli indicatori di rischio ad hoc. L’esplorazione del
web è avvenuta sia nel contesto del visible web che del dark web 3. Ad integrazione dei risultati emersi
durante l’etnografia (virtuale) sono state svolte delle interviste in profondità a stakeholder caratterizzati
da profili, ruoli e responsabilità diverse all’interno dei due fenomeni oggetto di studio: membri di
Organizzazioni Non Governative (Ong) e di Forze dell’ordine, vittime di tratta e traffico e trafficanti.

Esplorazione del web


La prima parte della ricerca ha previsto l’utilizzo di una lista di keyword suggerite dal Consiglio d’Europa
(2007) e dai lavori di Latonero (2011) al fine di individuare e analizzare elementi online associati al
traffico di migranti e alla tratta di esseri umani sia nel visible web sia nel dark web. Attraverso l’etnografia
virtuale ossia un tipo particolare di etnografia – metodo che usufruisce di tecniche qualitative per
indagare in profondità pratiche di una cultura tramite un periodo di immersione sul campo – sono state
indagate le comunità online e la loro cultura legate ai temi indagati. Ciò è avvenuto tramite osservazione
sia passiva che attiva. Nella prima parte del lavoro sono state utilizzate delle parole chiave in lingue
differenti (italiano, inglese e arabo) allo scopo di individuare, raccogliere in un database e analizzare i
risultati emersi dai più comuni motori di ricerca come Google per il visible web, Tor e Torsearch per il dark
web, e i social network quali Facebook, Instagram e Twitter.
Il primo periodo di esplorazione ha permesso di identificare quali fossero le parole maggiormente utili ai
fini della ricerca, ovvero quali keyword permettessero di raggiungere contenuti web associabili al traffico
di migranti e la tratta di esseri umani. A queste ne sono state aggiunte altre che durante il periodo di
esplorazione sono risultate performanti nell’individuazione degli elementi web. Elenchi di keyword
specifichi sono stati creati per la tratta di esseri umani e per il traffico di migranti, senza tenere in
considerazione le distinte fasi (reclutamento, trasporto e sfruttamento). Nello specifico, le keyword più
significative sono state la parola “visa” per il traffico di migranti, e la parola “massaggio” per la tratta.
Entrambe sono state poi declinate e utilizzate in diverse forme ortografiche e grammaticali come
“visa.europa”, “visaschengen”, “visa_schengen”, “massaggio e ragazza” al fine di ampliare il bacino di
informazioni raggiungibili.
L’osservazione passiva ha permesso quindi di confermare l’idea per cui entrambi i fenomeni oggetto di
studio si muovano e fruiscano dei contesti digitali, tuttavia si è resa evidente la necessità di elaborare
degli strumenti adeguati volti al riconoscimento degli elementi online connessi ai temi oggetto di studio.
Per agevolare la raccolta e la navigazione online, sono stati quindi elaborati indicatori che potessero
identificare contenuti web potenzialmente a rischio e/o altri abusi di internet (per esempio chat, VOIP).
Questi stessi indicatori sono stati divisi per i due reati e le loro rispettive fasi. Ad esempio, soprattutto nel
caso dello sfruttamento sessuale, su internet l’offerta online è sempre più ampia e si avvale di strumenti
in continuo mutamento, motivo per cui risulta difficile riconoscere quando si è in presenza di casi di
sfruttamento sessuale o quando c’è la volontarietà della persona a offrire servizi sessuali. Gli indicatori

3 Per visible web si intende l’internet accessibile da tutti e indicizzato dai motori di ricerca; il dark web, invece, viene definito come un insieme
di dati e contenuti resi intenzionalmente invisibili e non accessibili dai comuni browser ma da software per la comunicazione anonima come Tor
o I2P.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 5


individuati hanno permesso, quindi, di indentificare, con un grado maggiore di validità, quegli elementi
web che potessero essere ricondotti alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti.

Interviste in profondità
Al fine di integrare le informazioni provenienti dall’esplorazione web, si è usufruito di un’ulteriore tecnica
di ricerca qualitativa ossia le interviste in profondità. Tramite una traccia di tipo semi-strutturato (si veda
Appendice A) sono stati approfonditi, con diversi stakeholder, alcuni aspetti in merito alla tratta di esseri
umani e al traffico di migranti in Italia. In totale sono state svolte 15 interviste, distribuite tra diverse zone
territoriali e per ruoli organizzativi complementari. Nello specifico sono stati coinvolti:
• 2 rappresentati delle Forze dell’ordine;
• 4 Organizzazioni Non Governative (Ong);
• 4 Trafficanti (2 per il traffico di migranti e 2 per la tratta di esseri umani);
• 5 Vittime (4 vittime di tratta, 1 migrante).
I contatti con questi soggetti sono avvenuti attraverso diverse modalità. In virtù soprattutto
dell’appartenenza di trafficanti e vittime a popolazione clandestine ovvero a quei gruppi sociali i cui
membri tendono a oscurare la loro reale identità – come ad esempio evasori fiscali, soggetti LGBT,
membri di sette religiosi, prostitute – (Corbetta, 1999) e quindi difficili da intercettare, è stato deciso di
coinvolgere degli esperti con un profilo specifico. In merito al traffico di migranti, è stato coinvolto un
ricercatore di madrelingua araba per facilitare la comunicazione con trafficanti e migranti di lingua araba
collegati a pagine e gruppi di social network che, nella prima parte della ricerca, erano stati considerati
come elementi web a rischio. Nello specifico, partendo da una iniziale osservazione passiva degli
elementi web presenti in rete, è stato creato un profilo Facebook falso con cui poter interagire con
individui che gestivano pagine, profili e gruppi che sponsorizzavano viaggi, documenti e lavori all’estero.
Successivamente, si sono pubblicati vari post contenenti la richiesta di maggiori informazioni per un
eventuale spostamento in Italia da parte di un familiare. Il profilo è stato così raggiunto in pochissimi
giorni da più di 50 richieste di amicizia da parte di utenti. Dopo un preliminare scambio di informazioni e
dopo aver compreso il ruolo più o meno rilevante di queste persone nelle attività criminali indagate, si è
palesato il vero intento del contatto ed esplicitati gli obiettivi della ricerca. Successivamente sono state
condotte interviste telefoniche, prevalentemente via WhatsApp, Viber e Skype, garantendo l’anonimato
della persona intervistata. Per la tratta di esseri umani, invece, è stato convolto un ricercatore-giornalista
free lance italiano ed esperto in migrazioni internazionali che ha condotto interviste di persona con vittime
di tratta presenti sul territorio nazionale e con trafficanti nigeriani, individuati nel loro paese di origine
grazie all’ausilio di un intermediario. Infine, le interviste con membri delle Forze dell’ordine e di
Organizzazioni Non Governative sono state condotte o di persona o via telefono.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 6


I risultati principali
Dai risultati emerge chiaramente come internet (e in particolar modo i social network) siano ampiamente
utilizzati nella tratta di esseri umani e nel traffico di migranti e richiedenti asilo. Di seguito la sintesi dei
risultati della ricerca condotta. Nello specifico le informazioni raccolte sono state divise secondo i due tipi
di reato indagati. Per il traffico di migranti, dopo una breve definizione del fenomeno, si presenteranno i
risultati a seconda delle fasi che lo contraddistinguono, reclutamento e trasporto. Per la tratta di esseri
umani verranno esposti i risultati suddivisi a seconda della fase di reclutamento e di sfruttamento, sia di
tipo lavorativo che sessuale. Per entrambi i reati verranno forniti i contributi più significativi delle tecniche
utilizzate e qualche immagine di campo raccolte durante il periodo di ricerca.

Il traffico di migranti
Con il termine traffico di migranti (smuggling of migrants) si intende un’attività illegale volta al
favoreggiamento e movimento di persone attraverso i confini degli Stati, al fine di ottenere un profitto
economico (o vantaggi di altra forma) da parte dei trafficanti nei confronti dei migranti. Il traffico di
migranti si prefigura come un crimine differenziato per due diverse fasi: reclutamento e trasporto, e come
frutto della volontà del migrante a partire. Infatti, il migrante autonomamente si mette in contatto con un
trafficante e con l'organizzazione criminale per programmare il viaggio, decidere i costi, pianificare gli
spostamenti.
L’esplorazione del web ha permesso di riconoscere evidenti casi in cui internet e i social network sono
stati utilizzati per raggiungere utenti specifici o cercare trafficanti, che potessero essere d’aiuto per
raggiungere l’Italia o l’Europa attraverso mezzi e modalità illegali. In special modo, Instagram e Facebook
rivestono, per questa attività criminale, un ruolo particolare attraverso pagine e gruppi dedicati, al fine di
diffondere informazioni e sponsorizzare viaggi e documenti.
Mentre gli elementi web individuati su Instagram o Twitter sono per lo più immagini singole/contenuti di
testo, quelli rinvenuti su Facebook sono per la maggioranza pagine, gruppi o profili quasi interamente
dedicati alla sponsorizzazione della migrazione irregolare. Alcuni di questi elementi Facebook sono attivi
da diversi anni e contano centinaia o migliaia di membri/follower. Altri sono più recenti e vengono utilizzati
in modo meno strutturato e sistematico. Alcuni di questi gruppi e profili sono "pubblici", nel senso che
qualsiasi utente può visualizzare i relativi messaggi e contenuti. Altri sono "chiusi" o "privati", il che
significa che gli utenti devono ottenere l'autorizzazione (cioè "l'adesione" o "amicizia") dell'amministratore
per accedere al contenuto.
Soprattutto per questo reato, l'utilizzo di parole chiave in lingua araba è stato fondamentale per
identificare realmente come il fenomeno si stia muovendo online. Tuttavia, dall'iniziale utilizzo della
lingua araba, durante il periodo di esplorazione, si è reso evidente l'importanza di utilizzare anche
keyword in lingua inglese per identificare elementi web inerenti al traffico di migranti, soprattutto nei
social network. Tramite queste, infatti sono state raggiunte molte pagine e profili legati a questa attività
criminale, e per le sue corrispettive fasi. I contenuti online presenti erano scritti prevalentemente in lingua
araba o urdu, permettendo così di ipotizzare la zona o i paesi di provenienza degli utenti che usano e
frequentano questi social.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 7


Sebbene la maggior parte dei contenuti fosse chiaramente visibile con specifici riferimenti a viaggi verso
l’Europa e, specificatamente, verso l’Italia e alla possibilità di acquistare documenti falsi per emigrare,
dall’esplorazione online è emerso che vi sono delle caratteristiche degli elementi web che più di altre
possono essere ricondotte ad un contenuto legato al traffico di migranti. Gli indicatori individuati sono:
• Immagini specifiche (bandiera europea, visto, ecc.);
• Dicitura “visa Schengen” nel nome del profilo/pagina/post;
• Proposta e/o offerta di vendita di documenti;
• Offerta di viaggi per l’Europa;
• Presenza di contenuti concisi che fanno riferimento a determinate tratte o luoghi;
• Richiesta da parte del responsabile dell’annuncio di essere contattato solo tramite social
network o applicazioni mobili.
Questi indicatori e l’analisi del contenuto degli elementi web hanno permesso di differenziare i casi per
le due fasi che costituiscono l’attività criminale: reclutamento e trasporto.

Il reclutamento
Per quanto riguarda la fase di reclutamento sono stati presi in considerazione gli elementi web (pagine,
gruppi, post di social network) che presentavano informazioni in merito al raggiungimento dell’Europa,
all’acquisto di un documento (soprattutto il visto), e alla divulgazione di informazioni per l’ottenimento
della richiesta d’asilo. Internet e i social network rivestono un particolare ruolo in questa fase, dato che
il continuo scambio e aggiornamento di informazioni sui viaggi, facilita il reclutamento di persone nonché
diventa un forte fattore di spinta (push factor) per partire.

“di solito internet è proprio nel punto di partenza […] Internet non facilita il viaggio, facilita la
partenza e il reclutamento”
(Int. 1 – Trafficante)

In generale, l’analisi del contenuto degli annunci su internet ha reso evidente come i criminali dediti a
questo business siano specializzati nella vendita e diffusione di informazioni sui visti e sulle procedure
per richiedere l'asilo, cercando probabilmente di sfruttare le vulnerabilità delle legislazioni internazionali
e nazionali.
La Figura 1 rappresenta una word cloud4 delle parole più frequenti. Durante la fase esplorativa, sono
stati identificati 46 elementi web, presenti nel database costruito ad hoc, collegati al reclutamento. Le
dimensioni delle parole dipendono dalla frequenza con cui queste erano presenti nel contenuto online
reperito. Il termine “visa” è stato il più ricorrente, a questo seguono altre parole possibilmente legate
all’eventuale richiesta d'asilo o finalizzati all’ottenimento di documenti in un paese Schengen, come
“asylum” (asilo), “interview” (intervista), “Finland” (Finlandia), “Greece” (Grecia), “office” (ufficio).

4La word cloud (nuvola di parole) è una rappresentazione visiva delle parole chiave maggiormente utilizzate all’interno di un elemento web (sito,
annunci, post). All’interno della word cloud le dimensioni delle parole sono direttamente proporzionali al numero di volte in cui queste sono citati
nel testo. Più una parola è frequente, più grande sarà la sua dimensione nella word cloud.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 8


Figura 1. Word cloud degli annunci individuati sul Web inerenti la fase di reclutamento

Fonte: elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Su internet sono state individuati numerose pagine, profili e post (specialmente sui social network) in cui
vengono forniti suggerimenti su dove e come fare la richiesta d’asilo e sui paesi in cui emigrare. A titolo
esemplificativo, la Figura 2 mostra una pagina Facebook volta all’acquisto della visa valida per i paesi
Schengen. Come si nota dall’immagine, la pagina Facebook presenta un post in lingua araba in cui
vengono elencati documenti Europei e siriani acquistabili e i relativi numeri telefonici delle persone da
contattare per l’acquisto.

Figura 2. Pagina Facebook per la vendita di visti e documenti validi per l’Europa

Fonte: Facebook. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 9


Uno degli aspetti più rilevanti emerso durante la ricerca è il frequente utilizzo del bottone “call now” (di
cui la Figura 2 riporta un esempio) ossia un tipo di servizio che Facebook offre ai propri utenti per mettersi
immediatamente in contatto con gli acquirenti. L’utilizzo di tali servizi aggiuntivi dimostra la capacità
tecnica e comunicativa dei trafficanti, favorendo e offrendo un servizio innovativo e pratico.
Un altro elemento risultato dall’analisi del contenuto web analizzato, sono i live video disponibili su
Facebook. La Figura 3 mostra lo screenshot di un live video con un trafficante disponibile a dare consigli
e raccomandazioni, in tempo reale, su come raggiungere illegalmente l'Europa via Italia. Tramite questo
servizio online infatti, l'utente poteva, in ogni momento, parlare con il trafficante e organizzare insieme il
viaggio, i costi e i mezzi per raggiungere il paese desiderato.

Figura 3. Live video Facebook su come raggiungere l'Europa via Italia

Fonte: Facebook. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Su Instagram, invece, attraverso l’utilizzo delle immagini di aerei o di visti, vengono presentate
informazioni sui tipi diversi di visti europei acquistabili ed eventuali numeri di telefono da contattare via
WhatsApp. La Figura 4 ne è un esempio.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 10


Figura 4. Esempio di pagina Instagram per la vendita di visti europei

Fonte: Instagram. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Nel dark web, per questo particolare tipo di reato sono stati rilevati diversi siti specializzati per la vendita
e produzione di documenti falsi, non solo per l’Italia e l'Europa ma anche per gli Stati Uniti e il Canada. In
special modo, era ricorrente la promozione di siti specializzati nella realizzazione di documenti falsi
italiani. La Figura 5 e la Figura 6 mostrano la pubblicizzazione e la relativa vendita di passaporti falsi
italiani, mentre la Figura 7 ritrae la vendita di una carta d’identità elettronica italiana. Questi elementi
sono stati facilmente individuati tramite il motore di ricerca “Torch” 5.

5 Torch è uno dei motori di ricerca più noto per navigare nel Deep Web.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 11


Figura 5. Vendita di passaporti falsi italiani

Fonte: dark web. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Figura 6. Vendita di passaporti falsi italiani

Fonte: dark web. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 12


Figura 7. Vendita di carta d’identità italiana

Fonte: dark web. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Inoltre, e nel solo caso specifico del traffico di migranti, sul visible web si è provveduto a creare un falso
profilo Facebook al fine di contattare e interagire con utenti legati a profili e pagine riconducibili al traffico
di migranti. Precedentemente, è stato creato e sponsorizzato un annuncio in merito alla richiesta di
informazioni per un viaggio verso l’Italia su alcune bacheche consultabili senza preventiva "richiesta di
amicizia"/"following". Dopo poche ore, sul profilo del gruppo di ricerca sono apparse numerose offerte
rispetto alle necessità di viaggio sponsorizzate. Dopo aver consultato la pagina o il profilo del soggetto
proponente l’amicizia, si è successivamente deciso di contattarlo tramite chat. Tutte le conversazioni si
sono svolte via chat e poi tramite Viber, un’applicazione mobile molto utilizzata insieme a WhatsApp, per
svolgere questi tipi di attività.
In Figura 8 è presente l'annuncio individuato su Facebook e uno stralcio della conversazione svolta con
uno dei trafficanti. Il dialogo tra i due si sviluppa intorno allo scambio di ipotetiche alternative di costi e
viaggi che il trafficante può offrire al suo utente. Successivamente, viene sollevata l'attenzione del
migrante sull'origine marocchina del fratello, la quale potrebbe comportare un eventuale rimpatrio del
ragazzo, nel caso in cui questo arrivi in Italia o in Grecia. Il trafficante, per ovviare a questo eventuale
problema, propone allora di acquistare documenti falsi siriani da utilizzare in Turchia.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 13


Figura 8. Estratto della telefonata via Viber tra il ricercatore e il trafficante

Fonte: elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Inoltre, grazie al profilo falso creato, si sono ricevute diverse proposte da parte di soggetti che si
professavano avvocati o esperti di diritto internazionale, per giustificare la loro offerta o disponibilità a
rintracciare documenti falsi per l'Europa. Nelle immagini seguenti (Figura 9 e Figura 10), viene riportato
uno dei tanti messaggi ricevuti da parte di un trafficante, nel quale si offrono diverse disponibilità di
viaggio e di acquisto di documenti.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 14


Figura 9. Messaggio su chat Facebook Messenger di un soggetto dichiaratosi avvocato di Diritto internazionale

Fonte: Facebook Messenger. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Nella maggior parte di questi casi, dopo un iniziale messaggio informativo, il trafficante ha inviato
numerose immagini di documenti falsi già disponibili, al fine di convincere e attirare l'utente a comprarli
o a partire con lui.

Figura 10. Foto di documenti falsi inviati da parte di uno trafficante tramite chat di Facebook Messenger

Fonte: Facebook Messenger. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 15


Il trasporto
All’interno della fase di trasporto sono stati presi in considerazione gli elementi web (pagine, profili,
gruppi, post di social network) che pubblicizzavano prevalentemente viaggi e spostamenti verso l’Europa,
in particolare, partendo dal Medio Oriente (Siria, Turchia, Libia) per raggiungere paesi europei (Grecia,
Italia). La maggior parte di questi profili e pagine sono “alla luce del sole” ovvero facilmente identificabili
tramite l’inserimento di specifiche keyword sui social network. Molti trafficanti si descrivono come
"agenzia di viaggio", la cui mission è l'organizzazione di viaggi, per cui è prevista una eventuale offerta di
documenti con cui svolgere questi sposamenti. Questo aspetto è emerso anche durante le interviste
svolte con le forze dell'ordine nazionali in merito al traffico di migranti che raggiungono le coste italiane:

“Si pubblicizzano come se fossero delle vere e proprie agenzie di viaggi, si informano delle
singole partenze, della loro organizzazione, dei viaggi” (Int.2 – Forze dell’ordine)

L'analisi del contenuto dei 26 annunci individuati su internet, per questa fase, e rappresentata con la
word cloud presente in Figura 11, conferma quali siano le aree geografiche maggiormente interessate
da queste realtà criminali. Di fatto, le parole chiave più significative sono: Turkey (Turchia), Greece
(Grecia), Europe (Europa), Italy (Italia) le quali fanno riferimento, rispettivamente, ai paesi di partenza e
arrivo delle rotte; le restanti parole identificano le modalità con cui svolgere il viaggio, quali “flights” (voli)
e “cruise” (crociera).

Figura 11. Word cloud degli annunci trovati sul Web inerenti la fase di trasporto

Fonte: elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Nella maggior parte degli elementi web individuati, le modalità online con cui avviene la pubblicizzazione
si basano sull'utilizzo di immagini ritraenti i mezzi di trasporto con cui svolgere lo spostamento, i costi e i
numeri di telefono per contattare i trafficanti. La Figura 12 mostra un profilo Facebook, nel quale venivano
proposte due modalità di viaggio per andare dalla Turchia alla Grecia. I mezzi pubblicizzati erano la

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 16


macchina e lo yacht: per il primo venivano richiesti 1.700 euro e per il secondo 2.100 euro. Infine, veniva
mostrato un numero di telefono da utilizzare per comunicare con la persona gestrice della pagina.

Figura 12. Annuncio pubblicitario per la promozione di viaggi tra Turchia e Europa

Traduzione:
Viaggi con yacht turistico diretto ad Atene 2200 euro, viaggi via terra da Istanbul 1700 euro, due ore di cammino. Pagamento
dopo l’arrivo tramite qualsiasi ufficio di assicurazione in Turchia o Grecia. Per chi è serio e pronto per il viaggio, chiamare
[xxxxxxxxxxxxxx], contattare via WhatsApp

Fonte: Facebook. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

La Figura 13 mostra un elemento web individuato all'interno di un gruppo Facebook dedicato


all'immigrazione illegale. Nel post è presente una foto, scattata probabilmente durante uno dei viaggi,
postata dallo stesso trafficante che elenca le diverse modalità e costi per raggiungere diversi paesi
europei, i mezzi di trasporto disponibili e come effettuare il viaggio.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 17


Figura 13. Gruppo Facebook dedicato all'immigrazione illegale

Traduzione:
Viaggi continui dalla Turchia verso la Grecia 350$. Appena si arriva sull’isola, la garanzia di poter usare Kharitya in Atene
dopo due giorni, tutto è garantito nell’isola Kyos, 650$. Successivamente via aereo, da Atene verso la Germania a 2.500
euro, se ci mettiamo d’accordo con 3.500 euro c’è la garanzia di avere un posto dove dormire. C’è un percorso via terra
dalla Turchia verso la Grecia a 3.500 euro. C’è una nave commerciale dalla Turchia verso l’Italia a 3.800 euro. C’è un volo
dalla Turchia verso gli stati europei a 6.500. Visa garantita dal Libano alla Turchia per 2.300$. Per contattarmi
(xxxxxxxxxxxxxx WhatsApp) […]

Fonte: Facebook. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Nello specifico, tra gli elementi web individuati molti erano indirizzati a rotte e percorsi unicamente per
raggiungere l’Italia. Le due figure seguenti (Figura 14 e Figura 15) mostrano degli esempi facilmente
individuati su Facebook. Nello specifico, la Figura 14 raffigura un post in cui vengono pubblicizzati viaggi
per raggiungere la penisola italiana dall’Egitto. Il viaggio viene effettuato via mare, almeno due volte alla
settimana, e per partire è necessario contattare il numero telefonico presente nel post.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 18


Figura 14. Post per la pubblicizzazione di viaggi verso l’Italia

Traduzione:
Buongiorno a tutti quelli che vogliano viaggiare dall’Europa due volte alla settimana dal Egitto all’Italia via mare, viaggio
sicuro ed ordinato, numero [xxxxxxxxxxx]

Fonte: Facebook. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

La Figura 15, invece, mostra un gruppo Facebook in cui si pubblicizza un viaggio dalla Turchia all’Italia
tramite una nave che trasporta grano. Il viaggio dura dai 4 ai 6 giorni e sono previsti servizi di vitto (cibo
e acqua) e alloggio.

Figura 15. Gruppo Facebook per la pubblicizzazione di viaggi verso l’Italia

Traduzione:
A tutti quelli che vogliono viaggiare per l’Europa abbiamo una nave che trasporta grano lunga 60 metri, parte dalla Turchia
e raggiunge l’Italia. Il viaggio dura dai 4 fino 6 giorni, da mangiare e bere sono garantiti. Su Viber Abu Adi XXXXXXXXXXXXX

Fonte: Facebook. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 19


La pubblicizzazione online del mezzo di trasporto oltre a descriverne le caratteristiche, indica anche il
prezzo richiesto. Un aspetto emerso dalle interviste svolte con i trafficanti evidenzia come l’aumento o il
ribasso del “tariffario” viene stimato alla luce di diversi fattori: la distanza chilometrica da percorrere, il
tipo di mezzo con cui il viaggio viene offerto, l'urgenza di partire, e la presenza o meno di bambini, per i
quali tendenzialmente è previsto una riduzione sul costo di viaggio.

“se uno vuol partire con la nave in 30/40 persone può andare, pagare poco e andare. anche
fino a mille euro puoi arrivare”
(Int. 2 – Trafficante)

“per i prezzi: dalla Libia da 1000 a 4000 dollari a persona. La madre con figli ha sempre uno
sconto, 1700 – 2000. Se una persona porta 5/7 persone può anche partire gratis”
(Int. 1 – Trafficante)

“la prima esperienza era con un cliente siriano al prezzo di 4000 euro. Ha lasciato due mila
euro al mio amico e questo ha fatto il viaggio con il cliente. Il viaggio era facile perché ci
vogliono più o meno 15 minuti, tra andata e ritorno sono 30 minuti. Facile!”
(Int. 2 – Trafficante)

Di fatto, più sono veloci i mezzi con cui partire, e alta la probabilità di giungere a destinazione, più il prezzo
aumenta.

“io fratello il mio metodo è il metodo nichel [ovvero metodo più che ottimo/perfetto], il mio
metodo è sicuro, anche la sicurezza ha il suo prezzo, oppure sbaglio?”
(Int. 2 – Trafficante)

Per questo motivo alcuni trafficanti indirizzano le proprie offerte solamente verso uno specifico target di
clienti, ossia coloro che possono effettivamente sostenere gli ingenti costi di trasporto richiesti.

“ho il mio modo e il mio modo è semplice, per questo anche su internet, io uso modi per
poter prendere gente, non troppa gente, ma solo persone che possono pagare il prezzo che
chiedo a loro. Perché il viaggio che faccio io, è certo [sicuro] al 100%”
(Int. 2 – Trafficante)

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 20


Tuttavia, nel caso in cui il migrante abbia urgenza di spostarsi o non abbia le risorse economiche per
affrontare certe spese, è probabile che riesca a trovare comunque dei “mezzi di fortuna” meno affidabili
e a costi minori.

“Poi dipende, chi proviene dal punto di partenza ha tempo per trattare. Chi viene da lontano
ha fretta di partire, ad esempio chi viene dall’Iran, Pakistan, etc. quindi non ha tempo [da
perdere] per partire.”
(Int. 1 – Trafficante)

Le interviste in profondità svolte con i trafficanti hanno permesso, inoltre, di confermare la sempre più
diffusa tendenza ad utilizzare il web per svolgere attività criminali volte al traffico di migranti. In particolar
modo, attraverso la sponsorizzazione delle rotte, internet è “una delle strade più facili per portare
tantissima gente. Io uso sempre Facebook e YouTube, ho una pagina tutta mia, quando ho tempo libero
vado sempre su Facebook, negli internet point” (Int. 1 – Trafficante). Successivamente a questo primo
contatto online tra i due utenti, le conversazioni si spostano sulle applicazioni mobili (WhatsApp, Viber, o
Skype) per definire meglio i dettagli del viaggio e favorire la conoscenza tra migrante e trafficante:

“prima devo provare che non è della polizia. Come ti ho detto, parlo con lui, gli lascio del
tempo così può chiedere, fare ricerche, e io ho i miei meccanismi per sapere se uno è dello
Stato oppure uno serio che vuole partire perché qua non scherziamo mica. Poi lo incontro
per un caffè lontano dalla mia zona [di lavoro]”
(Int. 2 – Trafficante).

“la prima cosa c'è il contatto “Buon giorno–Buon giorno”, devo conoscerlo, sapere da dove
viene”
(Int. 1 – Trafficante)”

Come emerso dalle interviste, le motivazioni che giustificano la scelta di usare queste applicazioni sono
di varia natura. Tra queste c'è la possibilità di usufruire di messaggistica criptata di cui questi mezzi sono
dotati, la quale aiuta a tutelare e proteggere lo scambio di informazioni sul viaggio. Questo aspetto è
emerso anche dalle interviste con le Forze dell'ordine nazionali che hanno condotto indagini in merito al
traffico di migranti verso l'Italia:

“fanno anche dell'utilizzo di strumenti tecnologici più avanzati quali social network, internet,
WhatsApp, uno degli strumenti sia di comunicazione tra di loro, al fine di realizzare forme di
comunicazione criptate e difficilmente intercettabili”
(Int. 1 – Forze dell'ordine)

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 21


Le interviste svolte con gli stakeholder, infatti, hanno permesso di definire i reali motivi che spingono a
scegliere strumenti tecnologici e digitali all'interno di queste realtà organizzate e criminali. In primis,
queste tecnologie permettono di comunicare e utilizzare uno stesso profilo cambiando cellulare o SIM
telefonica e di funzionare semplicemente connettendosi ad una rete internet. Inoltre, è possibile
cambiare nominativo alla pagina/gruppo/profilo in modo repentino, al fine di eludere i controlli da parte
degli organi di polizia e degli stessi social network:

“anche se cambi il cellulare o cambi la sim. WhatsApp ti lascia l'opzione, se vuoi cambiare il
tuo numero ti rimane il [vecchio] profilo, anche quelli che cambiano numero perché so
sempre chi sono. Mi arrivano i messaggi che la persona è arrivata anche cambiando
numero”
(Int. 2 – Trafficante)

“è una forma di comunicazione tra virgolette gratuita cioè il migrante, per dire, che ha un
cellulare, connettendosi ad una rete Wi-Fi qualsiasi può essere immediatamente raggiunto
cosa che non è detto possa fare con una linea telefonica tra virgolette normale”
(Int. 1 – Forze dell'ordine)

I social network e gli strumenti tecnologici come gli smartphone, quindi, favoriscono e agevolano queste
reti. I beneficiari, infatti, non sono solo i trafficanti ma anche i migranti. Le Ong intervistate riportano
alcune esperienze emerse dal loro lavoro con i migranti giunti in Italia, che confermano quanto detto
sopra:

“decido di partire ma mi imbarco su un barcone qualunque o capisco in quali condizioni


partire? O capisco qual è il momento più opportuno per partire sulla base delle previsioni
metereologiche, scopro cosa sta succedendo nella costa greca piuttosto che in quella
italiana, beh sentiamo i miei amici a Catania cosa mi dicono?”
(Int. 4 – Organizzazione non governativa)

Tramite lo scambio continuo con altri clienti o reti familiari e amicali, chi è intenzionato a partire può,
tramite i social network, sia raccogliere informazioni sulle rotte e sui trafficanti “più affidabili” sia mettersi
in contatto con questi tramite le applicazioni mobili. La professionalità di un trafficante e della sua rete
sta proprio nella buona riuscita del viaggio e dal livello di notorietà che questo ha tra i suoi clienti. Durante
il periodo di utilizzo del profilo falso, sono state individuate conversazioni e commenti da parte di alcuni
trafficanti, in merito alle rotte e ai viaggi svolti con alcuni di questi ritenuti poco affidabili. In particolar
modo, è stato spesso segnalata la negativa reputazione dei viaggi realizzati con i responsabili della nave
"JetBoat", la quale avrebbe causato la morte di diverse persone, tra cui molti bambini, e di una donna,
vicino alle acque turche. Inoltre, è stato più volte citato il caso di un trafficante tunisino che dopo aver
abbandonato otto persone sulle frontiere serbo-ungheresi, è scappato con l’intera somma. (Figura 16).

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 22


Figura 16. Recensione negativa di un trafficante da parte di alcuni utenti

Traduzione:
Attenzione! Dovete stare attenti a questo ladro tunisino, il suo soprannome è ****. Ha preso 5.500 euro da 8 persone per
portarli fino a Budapest, e invece li ha lasciati sulle frontiere serbo-ungherese. Adesso è scappato

Fonte: Facebook. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Attraverso i social vengono quindi monitorati i viaggi dei migranti da parte di amici e familiari, in modo da
verificare la fiducia riposta al proprio trafficante. L’utilizzo quindi delle tecnologie digitali crea degli effetti
a catena che consolidano e rafforzano le reti organizzate.

“I primi che sono partiti danno il numero all'altro, dicendo che è andato tutto bene e così
pubblicizzano ai nuovi clienti […] quando lo smuggler o un intermediario hanno una fama,
che sono corretti eccetera. Di solito quelli hanno già viaggiato con loro che gli fanno più
pubblicità”
(Int. 1 – Trafficante)

“Lui [parlando di un amico] ha trovato il suo contatto [del trafficante] su facebook, ho visto
che la sua esperienza è andata bene e volevo fare lo stesso”
(Int. 1 – Migrante)

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 23


Successivamente allo scambio online di informazioni e alla creazione di un rapporto di fiducia tra i due
soggetti, avviene un incontro diretto, lontano dai normali canali frequentati dal trafficante, al fine di
ultimare gli ultimi accordi e aspetti sul viaggio.

“alla fine c’è il contatto diretto [nella realtà] così mi assicuro, vedo come parla, come
gesticola..e parliamo di cose serie, prezzo, garanzie, modi, tutto”
(Int. 2 – Trafficante)

In conclusione, trattandosi di un’attività criminale di stampo internazionale, le interviste svolte con i


responsabili delle Forze dell'ordine nazionale hanno confermato la presenza di un network di reti criminali
volto allo svolgimento di attività diverse ma collegate tra loro. Il lavoro svolto da questi soggetti negli ultimi
anni ha rilevato infatti una serie di collaborazioni tra reti frammentate geograficamente che partono
dall'Africa centrale e del Nord, e raggiungono gli estremi europei, coinvolgendo soprattutto i paesi
scandinavi.

“abbiamo riscontrato la presenza di organizzazioni criminali operanti a livello


transnazionale”
(Int. 2 – Forze dell'ordine)

L'Italia per la sua posizione geografica strategica ai fini del traffico di migranti, rappresenta uno dei
maggiori “paesi di passaggio” o intermezzo:

“ci sono organizzazioni operanti sul territorio intermedio quale può essere l'Italia dove
appunto anche lì abbiamo colui che si occupa di intercettare i migranti quando vengono
trasferiti nei centri di accoglienza e organizzarne la prosecuzione del viaggio verso nord Italia
e nord Europa e così via”
(Int. 1 – Forze dell'ordine)

Tuttavia, come emerso anche dalla letteratura (UNODC, 2009) il coinvolgimento delle persone di
nazionalità italiana nell’attività criminale legate al traffico di migranti risulta essere molto basso.

“Finora di italiani ne abbiamo rinvenuti veramente pochi, numeri irrisori nelle svariate volte.
Nell’ordine di poche unità”
(Int.1 – Forze dell’ordine)

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 24


La tratta di esseri umani
Con il termine tratta di essere umani (trafficking in human beings) si intende “il reclutamento, il trasporto,
il trasferimento, l’alloggio o l’accoglienza di persone, compreso il passaggio o il trasferimento dell’autorità
su queste persone, con la minaccia dell’uso o con l’uso stesso della forza o di altre forme di coercizione,
con il rapimento, la frode, l’inganno, l’abuso di potere o della posizione di vulnerabilità o con l’offerta o
l’accettazione di somme di denaro o di vantaggi per ottenere il consenso di una persona che ha autorità
su un’altra, a fini di sfruttamento". Viene altresì inteso come sfruttamento: “la prostituzione altrui o altre
forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, compreso l’accattonaggio, la schiavitù o
pratiche simili alla schiavitù, la servitù, lo sfruttamento di attività illecite o il prelievo di organi.” Questa
specifica, riscontrata nell'Articolo 2 nella Direttiva 2011/36/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio
sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime del 5 aprile
2011, rappresenta una grande conquista legislativa in materia di tratta di esseri umani, a livello europeo.
Questo documento infatti ha permesso, per la prima volta a livello giuridico, di avere una esaustiva
risposta al continuo espandersi del fenomeno, e alla volontà di implementare la prevenzione sul tema e
di fornire una definizione chiara e distinta.
Nel corso degli anni, tramite il diritto penale, i vari paesi hanno cercato di stabilire una definizione comune
per tutti, concordando le finalità dello sfruttamento in un variegato spettro di attività (sessuale o
lavorativo, fino all'accattonaggio e il prelievo di organi) e di potenziare la comunicazione sul tema tramite
campagne di sensibilizzazione ed informazione per le vittime (Forlati, 2013).
Secondo Save The Children (2015) i numeri sulla tratta di esseri umani e sullo sfruttamento sessuale e
lavorativo, raccolti a livello mondiale dalla IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni),
ammontano a 2,7 milioni di vittime, di cui l'80% costituito da donne e bambine, per un totale di 800.000
persone che ogni anno sono vittime di tratta internazionale con un giro di affari di 32 miliardi di dollari.
La tratta di esseri umani rappresenta quindi una grave macchia della nostra contemporaneità, ed è la
conseguenza di fenomeni migratori sempre più forti e diversificati. Per questo diventa oggetto di ricerca
in discipline, tempi e luoghi diversi.
Di fatto, gli studi sul tema hanno portato alla luce la natura complessa e variegata del fenomeno. Se è
possibile considerare le migrazioni come “sistemi di relazioni” che interessano geografie differenti e una
pluralità di attori ed istituzioni (Ambrosini, 2005; Salt, Stein; 1997), la tratta stessa è costituita da attori
ed elementi plurimi e diversificati che si intersecano in un mappamondo senza confini.
Quando parliamo di trafficking in human beings, facciamo riferimento – in senso lato – ad una forma di
schiavitù contemporanea che assume caratteri transazionali, estesa a geografie e ambiti socio-politici
multipli e diversificati. Tuttavia, alcune costanti comuni sono rinvenibili, da un lato, nelle modalità con cui
agiscono i trafficanti, dall’altro, nelle condizioni delle vittime di tratta – spesso persone che si trovano in
situazioni di assoluta vulnerabilità e che hanno storie personali e familiari tragiche e al limite della
sopravvivenza.
Nelle pagine che seguono si illustreranno i risultati in riferimento alle specifiche fasi che caratterizzano
la tratta di esseri umani: il reclutamento/trasporto e lo sfruttamento (di stampo lavorativo e sessuale).

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 25


Il reclutamento e il trasporto
Le interviste in profondità e l’esplorazione online hanno permesso di constatare come il reclutamento
delle vittime di tratta sia attualmente in espansione e in continuo mutamento, sia per quanto riguarda le
modalità con cui viene posto in essere - attraverso l’utilizzo di strumenti digitali e dei social network – sia
per le categorie di soggetti coinvolti, visto il progressivo aumento di individui minorenni.
Tuttavia, in alcune parti del mondo, il reclutamento ai fini di sfruttamento sessuale si caratterizza ancora
per una predominanza del reclutamento offline, tramite canali informali e reti amicali o familiari. Tale, ad
esempio, è il tipo di reclutamento attraverso cui molte donne nigeriane diventano vittime di tratta ai fini
dello sfruttamento sessuale. Queste donne/ragazze, effettuato il viaggio tramite degli intermediari e
arrivate nei paesi di arrivo, vengono informate sul lavoro che andranno a svolgere e sul "debito da
viaggio" 6 contratto per raggiungere la destinazione. Si presume, quindi, che tutto il processo di
avvicinamento tra vittime e trafficante, e quindi di reclutamento, avvenga prevalentemente nei paesi di
partenza/origine tramite conoscenze informali e dirette, senza che necessariamente avvenga una ricerca
di offerte di lavoro e di spostamento su internet, così come testimoniato da alcuni degli esperti intervistati:

“Le forme di reclutamento sono diverse a seconda della nazionalità di origine perché spesso
[questo] può avvenire dal paese di origine”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

“Avevamo molti problemi economici a causa della morte di mio padre e un giorno una vicina
di casa ha proposto a mia mamma di potermi aiutare perché aveva dei parenti in Europa
che avevano bisogno di una persona che potesse lavorare come baby-sitter. Sono stata
portata in Italia a casa della mia madame, lì c’erano altre donne e mi hanno detto che avrei
dovuto fare la prostituta e che non c’era nessun bambino a cui fare la baby-sitter”
(Int. 4 – Vittima di Tratta)

Nonostante rimangano solidi i canali informali di reclutamento, l’emergere del reclutamento online ha
ampliato la platea di potenziali vittime, aumentando il numero dei paesi di provenienza di queste e,
soprattutto, abbassando la loro età media con un sempre maggior coinvolgimento di soggetti minorenni.
L'analisi dei dai dati raccolti, infatti, conferma l’idea per cui i social network siano canali altamente
utilizzati ai fini del reclutamento. Tra i social network analizzati, Facebook è quello che ha offerto maggior
elementi rilevanti ai fini dell’indagine, ed è seguito da Instagram.
La Figura 17 e la Figura 18 mostrano due diverse modalità di sponsorizzazione ai fini di reclutamento.
Entrambe sono state individuate sui social network, tramite la keyword in lingua araba "contratto lavoro
Europa" e sono dirette alla sponsorizzazione di lavori, contratti, visti e residenze per l'Europa. La prima
figura fa riferimento ad un gruppo chiuso (Facebook), a cui non è stato possibile accedere per consultare
i post; tuttavia il nome del gruppo, la foto di copertina e la vastità di servizi offerti sono indicatori di un
possibile collegamento con il fenomeno della tratta di esseri umani. La seconda immagine, invece, si
riferisce ad un profilo personale e privato (Instagram) volto alla diffusione di informazioni per cercare
lavoro in Europa e, nello specifico, in Italia. L’amministratore del profilo pubblicava annunci e informazioni

6 Con questo termine intendiamo quella somma di denaro dovuta da un migrante al trafficante come ricompensa per aver gestito il viaggio verso
la meta stabilita o l’allontanamento dal paese di origine. Tra le varie forme e modalità che vengono offerte alle donne e/o agli uomini per ripagare
il proprio debito, vi sono lo sfruttamento sessuale e quello lavorativo.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 26


su eventuali lavori da svolgere nei paesi Schengen. In entrambi i casi, le informazioni in merito ai lavori
erano evasivi e molto sintetici riguardo alle competenze richieste, della sede lavorativa, degli eventuali
compensi e rimborsi.

Figura 17. Gruppo chiuso Facebook potenzialmente legato alla fase di reclutamento della tratta di esseri umani

Traduzione:
Visa, residenza, contratti di lavoro e organizzazione viaggi per Stati del Golfo, Europa e Turchia

Fonte: Facebook. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Figura 18. Profilo Instagram potenzialmente legato alla fase di reclutamento della tratta di esseri umani

Fonte: Instagram. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Il reclutamento online di potenziali vittime avviene con diverse modalità ed è indirizzato a target diversi.
L’esplorazione del web, infatti, ha fatto emergere la presenza di due tipi di strategie di reclutamento: la
prima consiste nell’offerta di lavoro con annessi viaggi e documenti necessari per raggiungere e spostarsi
in Europa; la seconda modalità riguarda, invece, più frequentemente soggetti minorenni e viene in special
modo utilizzata nel dark web.
Nel primo caso, le offerte di lavoro spesso includono servizi di trasporto organizzati per raggiungere la
meta in cui si svolgerà il lavoro; in altri casi sono offerti lavori itineranti, soprattutto nei settori del turismo,
presso navi o mete turistiche, che prevedono lunghi periodi di mobilità tra i diversi paesi europei. Per
queste ragioni, la fase di trasporto è stata, unicamente per la tratta, inclusa all'interno della fase di
reclutamento. Durante il periodo di esplorazione sul web, infatti, non sono state trovate offerte di
trasporto – potenzialmente legate alla tratta di esseri umani – che non fossero riferite a proposte di
lavoro all'estero.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 27


Dalle interviste svolte è inoltre emerso che i trafficanti utilizzano profili falsi all’interno di piattaforme
social per adescare e interagire con le potenziali vittime. Questo tipo di comportamento digitale è stato
confermato anche da alcune delle ragazze vittime di tratta intervistate:

“Sono stata contattata da un uomo che utilizzava dei dati falsi e la foto del profilo di suo
fratello, con questo profilo Facebook faceva inviti a tante ragazze e casualmente ha trovato
me. Mi ha raccontato che faceva il taxista ed era proprietario di un radiotaxi, mi ha detto
anche che aveva vissuto a Torino per tanti anni. Ho iniziato a frequentarmi con questo
ragazzo e pochi giorni dopo mi ha chiesto dei soldi dicendomi che si sarebbe occupato lui di
me, trovandomi un lavoro come infermiera”
(Int. 3 – Vittima di tratta)

Le modalità con cui avviene il primo contatto sono le medesime: il trafficante o la persona legata
all’organizzazione criminale adesca online, specialmente sui social, le ragazze potenziali vittime. Tra
questi soggetti si instaurano relazioni virtuali basate su false suggestioni, aspettative future e promesse
di migliori condizioni di vita; si programmano matrimoni, trasferimenti in Europa, vengono inviati dei soldi
e dei regali allo scopo di convincere la potenziale vittima a partire per l’Europa o per l’Italia.
Come confermato da alcuni trafficanti e responsabili delle Ong, i social network facilitano l’adescamento
delle vittime poiché offrono la possibilità di consultare facilmente e quotidianamente il contenuto
pubblicato dalle ragazze prese di mira. È consuetudine, infatti, qualora non si siano apportate specifiche
modifiche alle impostazioni sulla privacy, rendere accessibili pubblicamente le proprie foto, video o post.
Questo contenuto online accessibile a tutti può quindi essere osservato anche dai trafficanti, che
individuano in tal modo le potenziali vittime. L’ampio utilizzo dei social e la facilità di accedervi e di
pubblicare foto e video permettono una preliminare valutazione sull’aspetto fisico della potenziale
vittima, la quale sarà poi eventualmente contattata tramite Messenger o altri sistemi di messaggistica.
Come affermato da una intervistata che da anni lavora nella lotta al traffico di esseri umani in Nigeria:
“grazie ai social network, i trafficanti vedono che queste ragazze sono ancora molto giovani e succulente,
così entrano in contatto con loro attraverso i social media” (Int. 1 – Organizzazione non governativa).
A seguito quindi della diffusione dei social network, ai “vecchi” strumenti di reclutamento si sono aggiunti
nuovi metodi basati sull’utilizzo tecnologie digitali. Un uomo che da oltre 30 anni lavora nel business dei
trafficanti di esseri umani ha affermato, infatti, che: “I vecchi metodi sono quelli in cui gli sponsor arrivano
in Nigeria, loro stessi vedono queste ragazze, fanno loro fare un giuramento (spesso riti magici, ndr)
prima di portarle fuori. Guardano il loro fisico per sapere se sono in grado o no, poi le prendono con loro.
Questi sono alcuni dei vecchi modi usati per mandare qualcuno in Europa, ma in questi giorni, ci sono
nuove invenzioni” (Int 1 – Trafficante).
L’e-recruitment – ossia il reclutamento posto in essere mediante strumenti di tipo informatico e legati a
internet (Cortese; Cipolletti, 2015; Sykiotou, 2007) – diventa la forma prediletta per il reclutamento di
vittime soprattutto allo scopo di sfruttamento sessuale.
La seconda modalità di reclutamento, invece, riguardai per lo più soggetti minorenni e viene posta in
essere soprattutto nel dark web. Nello specifico, sono stati individuati annunci e conversazioni postati da
utenti e presunti “esperti” contenenti informazioni su come e dove individuare ragazze e ragazzi minori.
La Figura 19 mostra il contenuto di un forum situato sul dark web; lo screenshot ritrae una conversazione
tra un acquirente e un venditore e riguarda l’”acquisto” di una ragazza minorenne di carnagione bianca.
Nella conversazione, non vengono ovviamente resi noti nomi o siti di riferimento degli utenti; inoltre non

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 28


sono stati individuati successivi scambi di massaggi tra questi due utenti: probabilmente hanno deciso
di continuare la loro conversazione privatamente.

Figura 19. Conversazione tra due utenti sull’acquisto di una ragazza minorenne

Fonte: dark web. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Questa seconda modalità è meno presente sul web rispetto alla prima, ma non si esclude la presenza di
siti o altri forum specializzati, soprattutto sul dark web, difficili da reperire e indagare.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 29


Come già accennato, si è constatata l’attrazione dei trafficanti verso soggetti minorenni. Questa categoria
di soggetti, a causa della loro inesperienza e dell’alto livello di vulnerabilità dato dall'età, diventa
facilmente preda di adescatori, sia in Italia che nei paesi di origine:

“[internet] ha facilitato sicuramente il reclutamento di minori per il discorso della


pornografia, a commettere dei reati, di sicuro a intercettare delle persone giovani”
(Int. 2 –Organizzazione non governativa)

“Sì in realtà quello che a noi è emerso è che la maggioranza dei minori stranieri non
accompagnati per esempio che si trovano in Italia, loro utilizzano Facebook molto di più che
WhatsApp o altro”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

A tale riguardo, è significativo che il pericolo di sfruttamento è sottolineato in modo particolare per i minori
migranti non accompagnati. Tuttavia, si tende anche a riconoscere la sempre più significativa presenza
di vittime minorenni di nazionalità italiana:

“Nell'ambito delle ragazzine, anche delle italiane in questo caso che finiscono dentro al giro
e la pedo-pornografia o comunque con il rischio che poi da una cosa che è virtuale diventi
anche reale, ha questo grande utilizzo. Anche questa modalità a volte, di questi siti di
insomma di inserirsi in certe cose, questo ha avuto un, ha inciso”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)

“Abbiamo la testimonianza sui minori migranti […] non accompagnati sono molti [quelli]
sottoposti ad un utilizzo non consapevole della rete, da un lato perché sono soli, dall'altro
perché non sono supportati dalla presenza di genitori o figure di riferimento, non sanno il
modo migliore di utilizzare [la rete], non hanno competenze digitali in grado di fare delle
scelte informate, consapevoli, opportune”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

Tra i minori italiani l'utilizzo di internet, social network e supporti digitali è sempre più diffuso, così come
affermato anche dalla ricerca condotta da IPSOS 7 (2016) per Save The Children. L'alto grado di
vulnerabilità – dovuto all'età e all'inesperienza – e l’utilizzo non sempre consapevole di internet e dei
social da parte dei minori, fanno sì che questi siano particolarmente esposti ad abusi e sfruttamenti che

7La ricerca è stata condotta da “IPSOS per Save the Children dal 19 al 26 gennaio 2015 su un campione di 1003 adolescenti fra i 12 e i 17
anni. Molti di questi giovani vivono relazioni “virtuali” nei gruppi di conversazione sulle applicazioni di messaggistica dei loro smartphone, spesso
anche con persone che non conoscono direttamente (41%): uno su quattro (24%) invia messaggi, video o foto con riferimenti sessuali a gruppi
dove non conosce tutti i partecipanti e uno su tre (33%) si dà appuntamento con qualcuno conosciuto solo attraverso questi gruppi” (Fonte:
SaveTheChildren.it).

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 30


iniziano online. Al di là dei fenomeni di tratta e traffico, questa vulnerabilità ed esposizione dei minori si
ripercuote nell’ambito della pornografia e pedo-pornografia diffusa in rete.
Come emerso dalle interviste, una pratica diffusa è quella di sottoporre soggetti vulnerabili a ricatti e
minacce legate al possesso – da parte del ricattatore – di foto o video a sfondo sessuale aventi ad oggetto
la vittima; il ricattatore, in particolare, chiede in genere a quest’ultima soldi o favori per evitare la
diffusione del materiale. Secondo Interpol (2017), questi tipi di attività sono etichettabili con il termine
sextortion, termine che sta ad indicare un ricatto in cui le informazioni e le immagini a sfondo sessuale
sono usate per estorcere favori sessuali o denaro alle vittime. Nei casi di sfruttamento sessuale legati
alla tratta, i ricatti prevedono la possibilità di mostrare materiale pornografico alle reti amicali e famigliari
rimaste nei paesi di origine delle vittime. Questi parenti e amici, molto spesso all'oscuro del reale tipo di
lavoro svolto dalla vittima, reagiscono frequentemente con forme di assoluta esclusione, vittimizzazione
e, in alcuni casi, violenza fisica e lesioni nei confronti della persona. Questi meccanismi, quando si
verificano, favoriscono l'emarginazione della vittima, relegandola a situazioni di continua povertà e
precarietà.

Lo sfruttamento
Per lavoro forzato, servitù e schiavitù si intende quella categoria che include tutti quei lavori in settori
come: la produzione tessile, l'industria manifatturiera/industriale, l'edilizia, la servitù domestica e il
catering, prevalentemente diffuse nel Sud-Est Asiatico e nel Pacifico (UNODC, 2014). Nel caso dello
sfruttamento sessuale questo è particolarmente presente in Africa, nelle Americhe, in Europa e in Asia
Centrale, sia come prostituzione in strada, indoor o via web (UNODC, 2014).
Le pagine che seguono esporranno i risultati della ricerca relativi allo sfruttamento di tipo sia lavorativo
che sessuale. Per il primo verranno riportati esclusivamente le informazioni emerse durante le interviste
in profondità. Tale scelta è dovuta all’impossibilità di associare con certezza elementi web consultati
durante la ricerca a casi di (potenziale) sfruttamento lavorativo – in considerazione e a conferma del fatto
che lo sfruttamento lavorativo nasce e si manifesta prevalentemente in contesti “offline”, come gli
ambienti legati all'agricoltura e all'edilizia. Per quanto riguarda invece lo sfruttamento sessuale, si è
riscontrata un‘incidenza molto più alta di contenuti web in qualche modo collegati al fenomeno; ciò ha
permesso di confermare l’idea per cui il sex trafficking sia sempre di più e-trafficking (Di Nicola et al.,
2013; Hughes 2014; Latonero 2012; Maltzhan 2006).

Sfruttamento lavorativo
Come sopra accennato, per lo sfruttamento lavorativo non è stato possibile individuare elementi web e
relativi indicatori di riconoscimento tali da far presumere un collegamento con il fenomeno in esame.
Una eccezione è rappresentata dalla sola fase di reclutamento. A questo proposito, infatti, sono stati
individuati numerosi annunci online, riferiti a ipotetici lavori da svolgere all’estero, privi di indicazioni su
eventuali salari, mansioni da svolgere, qualifiche necessarie, luogo e datore di lavoro. In aggiunta, nel
testo dell’annuncio erano spesso presenti errori grammaticali o di sintassi. L’insieme di questi elementi
ha fatto quindi presumere non tanto situazioni di sfruttamento lavorativo nei contesti online, ma
unicamente l’utilizzo di bacheche, siti e forum per reclutare potenziali vittime da inserire in contesti di
sfruttamento lavorativo offline.
Le interviste in profondità con le Ong hanno fatto emergere elementi interessanti relativi a questa
particolare tipologia di sfruttamento. Le nazionalità che sembrano essere più legate al fenomeno dello
sfruttamento lavorativo sono quella egiziana (con particolare riguardo ai soggetti minorenni – Save The

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 31


Children, 2007) e quella nigeriana (in particolare le donne); si segnala tuttavia anche un aumento di casi
riguardanti vittime provenienti dall’Est Europa.
Gli ambiti di lavoro variano in base al genere: le donne – provenienti soprattutto dell'Est e dall’Africa
centrale – vengono in genere sfruttate per attività di cura personale o nel settore terziario (ad esempio,
come badanti, parrucchiere o babysitter); gli uomini, invece, vengono più frequentemente collocati nei
settori dell'edilizia, dell'agricoltura (soprattutto quella stagionale) e del commercio.

“Dipende dalla nazionalità, dall'età, da molti fattori. Per la nazionalità egiziana c'è maggiore
sfruttamento lavorativo anche perché è una migrazione economica. Invece per nigeriane,
est Europa è sfruttamento sessuale, dipende dalla nazionalità, dal genere, dall'età e anche
dal mandato della migrazione”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)

“Lo sfruttamento lavorativo degli egiziani nei mercati generali avviene nel settore
ortofrutticoli, negozi, botteghe, pizzerie, vendita frutta e verdura, autolavaggi, fast food.
Lavorano a nero per molte ore, dormono dove lavorano soprattutto gli afgani”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

Una delle persone intervistate ha sollevato la questione dei campi di lavoro siciliani. Qui, le ragazze di
origine rumena, oltre ad essere sfruttate per lavorare nelle serre, vengono sessualmente abusate e
violentate dai propri datori di lavori. Si crea quindi una sovrapposizione tra i due tipi di sfruttamento.

“Io questo l'ho esplorato in Sicilia, nella parte della fascia trasformata. Prima c'erano dei
migranti marocchini sfruttati nelle serre; con l'apertura della Romania all'Unione Europa
sono arrivati in molti, anche donne rumene che lavorano [nelle serre] e in più vengono
sfruttate sessualmente”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

In questa regione italiana, infatti, sembra essersi consolidata una forma “ibrida” di sfruttamento, a metà
tra la sfera sessuale e lavorativa:

“La forma di sfruttamento lì è molto particolare: sono sfruttate lavorativamente dalla


Romania, vivono nelle baracche; nelle serre lavorano per molte ore al giorno e poi vengono
sfruttate sessualmente. I loro proprietari terrieri sono [dimensioni] medi o piccoli, non grandi,
e chiedono l'extra lavoro ovvero prestazioni sessuali”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

Uno degli elementi evidenziato dalle persone intervistate è l’alto livello di precarietà, esistenziale ed
economica, in cui le persone sfruttate vivono e svolgono la loro attività lavorativa. Questa condizione
accomuna tutti i settori lavorativi e le varie realtà territoriali: dal nord al sud, dal lavoro in campagna

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 32


all'assistenza domiciliare. Emarginazione, isolamento e vittimizzazione sembrano essere caratteristiche
costanti delle persone vittime di tratta e dei loro figli:

“Non hanno accesso a nulla, loro sono i campi, le serre e basta. Spesso ci sono i minori, ci
sono i figli che non vanno a scuola, stanno nelle serre con le mamme, non c'è acqua, letti.
Vivono in condizioni di povertà, degrado e lontani dal mondo. La situazione culturale prevede
che queste donne non siano ben accette nella società”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

Dalla ricerca è emerso come internet non sembri rivestire un ruolo fondamentale in questo tipo di
sfruttamento. Tra i minori vittime di tratta, infatti, risulta che la forma di comunicazione più comune non
sia l’utilizzo di applicazioni mobili o di social network, ma il “passaparola” orale.

“I fenomeni che vediamo di sfruttamento con minori con cui lavoriamo, si tratta di
sfruttamento lavorativo legato moltissimo al passaparola tra minori, quindi non credo che in
questo loro li vedano gli annunci ma il compagno, l'amichetto, che aggancia l'altro e lo fa
entrare nella rete”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

Tra i migranti, invece, che lavorano nel settore agricolo e/o stagionale, è diffuso l’utilizzo dello
smartphone per i lavori a chiamata, al fine di ottenere informazioni o agevolare gli spostamenti da regione
e regione, dal Sud al Nord.

“Allora sicuramente anche a livello lavorativo ci sono dei numeri significativi di persone che
si spostano a seconda, per esempio nell'agricoltura, della stagionalità e sicuramente questo
avviene quasi tutto via telefonino, via internet. La chiamata non può essere attraverso passa
parola se uno si sposta dalla Puglia e va in Trentino come dire, questi strumenti vengono
sicuramente così come funziona molto il discorso di cambiare la scheda del telefono”
(Int.3 – Organizzazione non governativa)

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 33


Sfruttamento sessuale
Dagli anni ’90, il mercato del sesso ha trovato nei contesti online un nuovo bacino per l’incontro tra
domande e offerta di attività a sfondo sessuale (Selmi, 2009). La rivoluzione tecnologica digitale ha
favorito la condivisione dell’erotismo, permettendo di esprimere e sviluppare nuove pratiche, in particolar
modo per quanto riguarda la pornografia. Ciò ha determinato un aumento sia della domanda che
dell’offerta di contenuti e servizi legati al sesso.
Per queste ragioni, la forma di sfruttamento che sembra essere stata maggiormente influenzata
dall’avvento di internet è proprio quella sessuale. La tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento
sessuale si sviluppa, quindi, anche come risposta alla crescente domanda di contenuti collegati al sesso
nei contesti online. Inoltre, internet si offre come un potente canale per la pubblicizzazione di servizi di
natura sessuale prestati offline.

“Dall'avvento di internet è cambiato totalmente il fenomeno, anche degli annunci e della


prostituzione in appartamento”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)

Infatti, la letteratura in materia, confermata da quanto emerso dalla ricerca, riconosce come internet
abbia permesso una diffusione di materiale e servizi a sfondo sessuale senza prescindere dal
coinvolgimento fisico dei soggetti. In particolare, strumenti quali chat, webcam, smartphone, ecc.
permettono nuovi tipi di servizi di natura sessuale, i quali non si esclude siano utilizzati anche in contesti
legati allo sfruttamento e alla tratta.
Uno degli aspetti più complessi del fenomeno in esame risulta essere la difficoltà ad interpellare e
comunicare con le vittime al fine di favorire la loro uscita dai giri della tratta. Le vittime di tratta che si
prostituiscono in strada, tuttavia, riescono spesso ad essere avvicinate dalle Ong o da altri enti di
assistenza. Ciò permette loro di ricevere supporto e assistenza legale, alimentare, psicologica o medica.
Tuttavia, è necessario riconoscere che l'offerta di servizi di natura sessuale online non deve essere
collegata solo a casi di sfruttamento e di tratta; infatti, ad essa fanno ricorso anche soggetti che
volontariamente decidono di offrire questi servizi sul web, e che non hanno subito processi di
vittimizzazione, sfruttamento o coercizione da parte di soggetti terzi.
Ciò impone di prestare attenzione alla volontarietà e intenzionalità dei servizi a sfondo sessuale prestati
nei contesti online, ed alla conseguente necessità di individuare indicatori cha permettano di collegare
contenuti web a forme di sfruttamento sessuale.
Nell’ambito della ricerca relativa alla tratta a scopo di sfruttamento sessuale, dunque, è stato
fondamentale valutare e distinguere caso per caso, al fine di capire quando un sito di escort, ad esempio,
promuoveva servizi di ragazze sfruttate oppure di persone che liberamente prestano servizi sessuali.
Tra gli indicatori utilizzati al fine di distinguere i casi di tratta dai casi di prostituzione volontaria, vi è la
congruenza delle informazioni relative alla stessa persona “pubblicizzata” su più siti diversi. Il fatto che
una ragazza o un ragazzo pubblicizzi i propri servizi (accompagnamento, chatting, ecc.) su più siti
fornendo sempre le stesse foto, la stessa descrizione e/o lo stesso numero di telefono ha fatto presumere
(o almeno non escludere) l’autonomia della persona in questione. Si presume cioè che sia la/o stessa/o
ragazza/o a gestire i diversi profili. Invece, qualora si incontrino evidenti incongruenze tra le immagini
presenti sui siti, i numeri di telefono forniti, le foto, la descrizione della persona o addirittura la
pubblicizzazione di questa da parte di terzi (soprattutto per i minori) si è presunto essere in presenza di
situazioni di sfruttamento.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 34


I canali principali utilizzati per promuovere le vittime di tratta sono risultati essere i social network, e in
particolar modo Facebook, in accordo con quanto emerso dalle interviste:

“abbiamo visto che sul territorio nazionale le donne sono contattate molto, e si spostano sul
territorio con contatti via Facebook”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)

“i contatti Facebook girano molto nelle ragazze che contattiamo in strada quindi vittime di
tratta. La diffusione di contatti Facebook aiutano in questo caso, è un modo molto più rapido
per agganciare ragazze”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)

Come per i casi di reclutamento, è stata svolta l’analisi del contenuto degli elementi web. Cinquantasei
elementi (che saranno mostrati più avanti) sono stati classificati, sulla base degli indicatori elaborati,
come situazioni a rischio. Il termine “massagio” è stato identificato come parola più frequentemente
utilizzata all’interno degli elementi web analizzati. La seguente word cloud (Figura 20) evidenzia come,
oltre a questa keyword, siano frequenti altre parole legate, per esempio, all’aspetto fisico della persona
sponsorizzata (“sexy”, “bellissima”, “giovani”, ecc.); alla provenienza geografica (“oriente”, ecc.); a qualità
comportamentali (“vogliose”, “passione”, ecc.).

Figura 20. Word cloud degli annunci online individuati per la fase dello sfruttamento sessuale

Fonte: elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Nonostante la quasi totalità degli annunci fossero scritti in lingua italiana, l’analisi del testo ha permesso
di evidenziare una serie di errori ortografici – quali: “massagio” (massaggio), “prelimari” (preliminari),
“menticabili” (indimenticabili) – che fanno presumere una gestione di questi annunci da parte di persone

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 35


che non sono di madrelingua italiana, e di considerare errori di sintassi, grammaticali e di ortografia come
indicatori di riconoscimento del fenomeno.
Sono stati, inoltre, individuati ulteriori elementi che caratterizzano gli annunci potenzialmente legati allo
sfruttamento sessuale della vittima di tratta. Nello specifico:
• l’utilizzo di immagini di persone molto giovani (probabilmente minorenni);
• la pubblicizzazione di attività sessuali da parte di soggetti terzi;
• la presenza di uno stesso numero telefonico in annunci/siti/post diversi per persone diverse;
• la presenza della/e stessa/e foto su siti/social diversi, collegata/e ad annunci recanti
informazioni incongruenti sulla persona rappresentata nella foto (costi, numeri di telefono,
prestazioni, ecc.);
• l’esistenza di più annunci per la stessa persona con informazioni diverse in siti/social (prezzi,
servizi offerti, dati anagrafici);
• l’incongruenza tra la descrizione della persona contenuta nell’annuncio e la persona
rappresentata nella foto (nazionalità, età, ecc.) o incongruenze all’interno del testo
dell’annuncio.

La ricerca ha evidenziato come vi siano modalità diverse con cui nel visible e nel dark web vengono
sponsorizzate le ragazze e le varie attività sessuali da esse prestate.
Nel dark web, inoltre, si sono riscontrati espliciti casi di sfruttamento minorile. Sono emersi infatti annunci
riguardanti sia lo scambio di materiale pedo–pornografico online che l’acquisto di prestazioni offline
(incontri privati). In un caso analizzato, un soggetto terzo offriva la possibilità di ottenere video e foto di
una ragazzina di tredici anni, e di incontrare la stessa in qualsiasi parte d’Europa. In altri siti e forum
specializzati, erano invece presenti foto di minori ritratti in posizioni erotiche e provocanti, in parte o
totalmente a corpo nudo o con un abbigliamento sensuale. Dunque, è possibile affermare che il dark
web, in virtù della anonimità e dell’alto livello di privacy che lo caratterizzano, riveste un ruolo importante
per la sponsorizzazione di attività, online e offline, con soggetti minori.
Nel visible web sono stati identificati, invece, numerosi siti web dedicati ad escort o annunci a sfondo
erotico all’interno di bacheche – come “tuttoannunci.org”, “bakeca.it”, “vivastreet.com” – in cui
venivano promosse attività fittizie di escorting, massaggi o estetica allo scopo di avvicinare potenziali
clienti.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 36


Nella Figura 21 viene mostrato un annuncio che promuove prestazioni sessuali da parte di soggetti terzi;
il post contiene l’immagine di un corpo nudo femminile – che colpisce fortemente l'attenzione degli utenti
– e la promessa di nuove ragazze pronte a prestazioni in arrivo il giorno seguente. Questo elemento è
stato individuato tramite l'utilizzo della keyword "escort" su Twitter: ciò denota l’alto livello di facilità con
cui è possibile trovare tale tipo di annunci.

Figura 21. Annuncio che pubblicizza servizi sessuali da parte di soggetti terzi

Fonte: Twitter. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Sul visible web, sono stati individuati numerosi siti e post (anche in lingua italiana) in cui vengono
pubblicizzati servizi sessuali prestati da persone presumibilmente vittime di sfruttamento. Tali offerte di
servizi sessuali sono spesso celate dietro ad annunci relativi altre attività, quali la di cura del corpo
(massaggi), servizi escort o lavori per ballerine. Quantificare questi elementi online e comprendere chi
realmente (caso per caso) li gestisce è praticamente impossibile, ma identificarne gli elementi
caratteristici può permettere di monitorarne gli sviluppi ed intervenire laddove si identifichino degli abusi.

“gli annunci su internet sono migliaia, più altrettanti siti che cambiano continuamente, non
serve nemmeno che siano smascherati”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)

Di seguito, si riportano alcuni annunci potenzialmente legati allo sfruttamento sessuale di vittime di tratta
in cui ricorrono gli indicatori individuati e sopra descritti.
La Figura 22 è un esempio dei casi in cui sono presenti delle incongruenze all’interno del testo
dell’annuncio. Nel titolo dell’annuncio, infatti, viene pubblicizzata la presenza di una sola ragazza
giapponese, mentre nel testo si fa riferimento a sei studentesse, sempre della stessa provenienza.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 37


Figura 22. Incongruenza tra il titolo dell’annuncio con le informazioni presenti nel testo

Fonte: Sito dedicato. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Nella Figura 23, invece, l’elemento che ha fatto sospettare di essere davanti a un caso di sfruttamento è
la presenza di numeri di telefono diversi nel testo dell’annuncio e nella sezione "dettagli" della pagina.

Figura 23. Incongruenza tra i numeri di telefoni presenti nel testo

Fonte: Sito dedicato. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

La Figura 24 mostra un esempio di più annunci trovati su diversi siti/social relativi alla stessa persona e
recanti informazioni diverse (riguardo a prezzi, servizi offerti, ecc.). La ragazza nelle foto è la medesima,
ma è ritratta in pose e situazioni differenti. Il nome, il riferimento geografico e il numero telefonico
combaciano, ma le informazioni e le descrizioni relative alla ragazza e alle sue prestazioni sono diverse.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 38


Figura 24. Più annunci per la stessa persona con informazioni diverse (prezzi, elementi offerti)

Fonte: visible web. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Infine, la Figura 25 mostra un esempio di annunci in cui lo stesso numero telefonico compare in post e
su siti diversi, riferiti ad attività sessuali e donne diverse, nella stessa metropoli italiana. La prima
immagine fa riferimento a servizi di escorting prestati da una donna di 21 anni, mentre la seconda
pubblicizza massaggi in un centro benessere specializzato. In entrambi i casi, sono state inserite
immagini di donne asiatiche in pose erotiche e la location indicata è la stessa. Ciò fa presumere che
entrambe le offerte siano riconducibili a un centro massaggi fittizio in cui si offrono prestazioni sessuali
da parte di diverse donne.

Figura 25. Uguale numero telefonico in annunci e siti diversi raffiguranti persone diverse

Fonte: visible web. Elaborazione di eCrime – progetto Surf and Sound

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 39


In aggiunta a quanto sinora emerso, dalle interviste in profondità sono emersi ulteriori elementi sul tema
dello sfruttamento sessuale – sia nei contesti online che offline – che difficilmente sarebbero stati
individuati o confermati attraverso l’esplorazione del web.
In primis – cosa già emersa nell’ambito dell’esplorazione del dark web – si ammette il coinvolgimento di
soggetti minorenni nei processi di tratta; questi sono solitamente descritti – da sé stessi o, più spesso,
da terzi – come maggiorenni, ad esclusione di alcuni casi di esplicita pedofilia sul dark web. Ciò,
ovviamente, avviene per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine e a causa delle severe sanzioni
previste per lo scambio di materiale pornografico.

“diciamo che adesso ci stanno notevoli numeri di ragazze anche più piccole che magari ti
dicono che hanno una età da maggiorenni però visibilmente molto sono anche più piccole,
forse dai 17 anni, 16 anni”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)

“l'età non viene dichiarata perché i trafficanti ne sanno e quindi non sempre minorenni
invece vengono dichiara maggiorenni. Lo sanno anche quando non sono legati ad internet
o al digitale..e lo stesso vale per i minori che vengono agganciati su Facebook piuttosto che
su siti di incontri”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)

Inoltre è emersa la presenza, nelle reti della tratta, di nuove nazionalità diverse da quelle già registrate
dalla letteratura (quali le nazionalità albanese e nigeriana). Nello studio dei fenomeni di tratta di esseri
umani, e soprattutto di quella finalizzata allo sfruttamento sessuale, la nazionalità è un elemento
fondamentale. Sia quando parliamo di vittime che di trafficanti, la nazionalità e l'etnia sono il punto di
inizio per comprendere processi, percorsi e tipologie di sfruttamento imposte o subite.

“abbiamo il timore che ci siano altre nazionalità di donne a rischio, donne sole, di altre
nazionalità diverse dalle nigeriane che sono a rischio di sfruttamento sul territorio. Questo è
un po' il sentore che abbiamo perché iniziamo a vedere donne di altre nazionalità che sono
state messa in maniera coatta dentro i bordelli libici [...] inoltre temiamo che ci siano altre
nazionalità diverse da quella di nigeriani maschi che si mettono a trafficare donne e
sfruttarle sul territorio. Nazionalità diverse da quella nigeriana tendono un po' a voler avere,
a fare coercizione”
(Int. 4 – Organizzazione non governativa)

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 40


Molte delle realtà associative che lavorano in strada per fornire supporto e tutela alle ragazze hanno
sottolineato l’alto livello di vulnerabilità di questi soggetti. Si tratta spesso di donne sole, che non parlano
la lingua italiana, obbligate a frequentare gli stessi centri di accoglienza dove subiscono abusi o a restare
recluse nelle case delle proprie maman.

“il meccanismo di sfruttamento è gravissimo, stanno molte ore sulle strade italiane, fanno
doppi turni, subiscono molti danni in termini di salute, hanno costi bassi per prestazione,
sono obbligate ad avere rapporti sessuali non protetti, perché i clienti li chiedono,
nonostante il problema dell’Aids”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)

Inoltre, queste donne subiscono gravi danni in termini psicologici, dati dall'allontanamento dalle proprie
reti affettive, dalle delusioni del viaggio migratorio o di quelle nei confronti del trafficante, che si era finto
un fidanzato.

“la prostituzione forzata è sempre vissuta con molta fatica, per cui è sempre un elemento di
ricatto. Pensiamo a chi ha figli, molte delle donne, e la volontarietà ovviamente è influente,
la consapevolezza. Tutte queste cose rendono la persona più vulnerabile e fragile, e questo
incide tanto, perché si sente insomma espropriata di tutto, e non solo nel momento in cui si
prostituisce ma anche dopo attraverso il web”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)

A questi problemi si aggiungono i danni fisici causati dai continui abusi, dai maltrattamenti, dalla totale
disattenzione verso rapporti sessuali protetti:

“hanno bisogno di interrompere una gravidanza e usano farmaci gastrointestinali. Al trauma,


al maltrattamento, allo sfruttamento, ad una serie di danni psicologici enormi si aggiungono
quelli fisici come nell'utilizzo della gravidanza, il contraccettivo. Le ragazze non hanno
accesso al mondo esterno. Vita a casa con la maman o con una ragazza che controlla, che
prima era stata anch'essa vittima”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)

Infine, le interviste svolte hanno fatto emergere come anche l’utilizzo di smartphones sia sempre più
diffuso nei processi di tratta. è emerso non tanto l’utilizzo di applicazioni o di profili social per attrarre e
gestire i clienti, ma l’utilizzo dello smartphone come mezzo di comunicazione e di controllo tra la rete
criminale, il trafficante e la vittima.

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 41


Le Ong hanno riscontrato che le vittime, quando giungono in Italia, posseggono solitamente un recapito
telefonico o un telefono cellulare con cui contattare la propria madame o altri soggetti che le controllano.
A seguito del loro arrivo, quindi, vengono contattare per poi essere prelevate e trasportate nel luogo dello
sfruttamento:

“loro [le ragazze] essendo ben indottrinate non dicono che hanno un numero di telefono o
cosa sono venute a fare, altre non lo sanno, altre lo sanno ma non lo dicono, perché hanno
fatto il rito voodoo, hanno fatto il giuramento è molto difficile che parlino”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)

“le ragazze entrate [in Italia] vengono contattate dalla propria sfruttatrice tramite cellulare,
un semplice cellulare”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)

Lo smartphone permette alle ragazze – appena giunte nei paesi di destinazione – di rimanere in contatto
con i loro trafficanti al fine di potersi incontrare. Il livello di prevedibilità e di conoscenza su quello che le
attende può variare da caso a caso e dipendere anche da chi incontrano nei paesi di destinazione. Ad
esempio, un incontro precoce con le Ong in questa particolare fase del processo può, in alcuni casi,
impedire l'ingresso di queste ragazze nei sistemi di sfruttamento:

“grazie all'opera della Ong molto presenti ai momenti degli sbarchi, e così via, molto più del
passato abbiamo riscontrato la corsa di collaborazione delle future vittime della tratta, per
fortuna future perché decidono di collaborare prima di essere materialmente avviate alla
prostituzione”
(Int. 1 – Forza dell'ordine)

“entro le 24 ore quando arrivano, gli facciamo un discorso sui diritti che hanno, sul rischio
allo sfruttamento, sul rischio alla tratta, sull'interruzione di gravidanza. Insomma tutta una
serie di informazioni; sulla donna nigeriana riuscire ad intervenire è scarso. La ragazza
congolese che è stata violentata in Libia, che ha l'aguzzino lì fuori sente e ti viene a dire
qualcosa, riesci ad intervenire”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 42


Nei casi in cui, purtroppo, il supporto e le azioni delle Ong non riescano ad adempiere agli obiettivi
prefigurati, le ragazze vengono allontanate dai centri di prima accoglienza dagli sfruttatori, ingannate o
costrette con la forza ad inserirsi nei giri dello sfruttamento. Molte di queste vengono avviate alla
prostituzione, soprattutto di strada, che rimane, accanto alla diffusione di metodi online, molto diffusa
soprattutto in alcune città del nord Italia. In questi casi, lo smartphone viene utilizzato al fine di controllare
a distanza le ragazze, come riportato da una delle Ong intervistate:

“il telefono è usato per controllare, perché una volta quando non c'era il cellulare, che
c'erano fisicamente comunque delle persone molto più presenti […] l'unità di strada si ferma
accanto ad una persona, solitamente il telefonino squilla, vuol dire che c'è qualcuno da
qualche parte che chiede: chi sono questi? Fai in fretta perché devi lavorare!”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)

“il controllo avviene continuamente e telefonicamente, sempre con il telefono a vista


vengono controllate..quando arriva l'unità di strada è difficile avere un dialogo senza che
abbiano il telefono acceso oppure si chiamano tra loro per dire che siamo arrivati”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)

Surf and Sound \ Report nazionale – Italia 43


Riferimenti bibliografici

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2012-2016. Bruxelles. Recuperato da https://ec.europa.eu/anti-
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Commissione Europea. (2016). Report on the progress made in the fight against trafficking in human
beings. Bruxelles. Recuperato da http://ec.europa.eu/home-affairs/sites/homeaffairs/files/what-
we-do/policies/organized-crime-and-human-trafficking/trafficking-in-human-
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man_beings_2016_en.pdf

Corbetta, P. (1999). Metodologia e tecniche della ricerca sociale. Bologna: Il Mulino.

Di Nicola, A. (2005). Trafficking in Human Beings and Smuggling of Migrants. In Handbook of


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Di Nicola, A., Cauduro, A., & Falletta, V. (2013). Dal Marciapiedi all’autostrada digitale: uno studio sul
web come fonte di informazioni su prostituzione e vittime di tratta in Italia. Rassegna Italiana di
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Publications Office. Recuperato da
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