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S&S National Report Italy
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eu
Improving and sharing knowledge on the Internet
role in the human trafficking process
ISEC 2013 Action Grants (HOME/2013/ISEC/AG/THB/4000005855)
Con il supporto finanziario del Programma prevenzione e lotta contro la criminalità dell’Unione europea
Commissione europea - Direzione generale Migrazione e affari interni
SURF AND SOUND
Il ruolo di internet nel traffico di migranti
e nella tratta di esseri umani
Report nazionale – Italia
Andrea Di Nicola
Gabriele Baratto
Elisa Martini
Martina Cicaloni
Valeria Ferrari
ISBN 978-88-8443-739-6
Introduzione ............................................................................................................................ 2
Il progetto ................................................................................................................................ 4
La metodologia ....................................................................................................................... 5
Il reclutamento........................................................................................................................ 8
Il trasporto ............................................................................................................................. 16
Lo sfruttamento .................................................................................................................... 31
1 Articolo 3 del “Protocollo addizionale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale per prevenire,
3 Per visible web si intende l’internet accessibile da tutti e indicizzato dai motori di ricerca; il dark web, invece, viene definito come un insieme
di dati e contenuti resi intenzionalmente invisibili e non accessibili dai comuni browser ma da software per la comunicazione anonima come Tor
o I2P.
Interviste in profondità
Al fine di integrare le informazioni provenienti dall’esplorazione web, si è usufruito di un’ulteriore tecnica
di ricerca qualitativa ossia le interviste in profondità. Tramite una traccia di tipo semi-strutturato (si veda
Appendice A) sono stati approfonditi, con diversi stakeholder, alcuni aspetti in merito alla tratta di esseri
umani e al traffico di migranti in Italia. In totale sono state svolte 15 interviste, distribuite tra diverse zone
territoriali e per ruoli organizzativi complementari. Nello specifico sono stati coinvolti:
• 2 rappresentati delle Forze dell’ordine;
• 4 Organizzazioni Non Governative (Ong);
• 4 Trafficanti (2 per il traffico di migranti e 2 per la tratta di esseri umani);
• 5 Vittime (4 vittime di tratta, 1 migrante).
I contatti con questi soggetti sono avvenuti attraverso diverse modalità. In virtù soprattutto
dell’appartenenza di trafficanti e vittime a popolazione clandestine ovvero a quei gruppi sociali i cui
membri tendono a oscurare la loro reale identità – come ad esempio evasori fiscali, soggetti LGBT,
membri di sette religiosi, prostitute – (Corbetta, 1999) e quindi difficili da intercettare, è stato deciso di
coinvolgere degli esperti con un profilo specifico. In merito al traffico di migranti, è stato coinvolto un
ricercatore di madrelingua araba per facilitare la comunicazione con trafficanti e migranti di lingua araba
collegati a pagine e gruppi di social network che, nella prima parte della ricerca, erano stati considerati
come elementi web a rischio. Nello specifico, partendo da una iniziale osservazione passiva degli
elementi web presenti in rete, è stato creato un profilo Facebook falso con cui poter interagire con
individui che gestivano pagine, profili e gruppi che sponsorizzavano viaggi, documenti e lavori all’estero.
Successivamente, si sono pubblicati vari post contenenti la richiesta di maggiori informazioni per un
eventuale spostamento in Italia da parte di un familiare. Il profilo è stato così raggiunto in pochissimi
giorni da più di 50 richieste di amicizia da parte di utenti. Dopo un preliminare scambio di informazioni e
dopo aver compreso il ruolo più o meno rilevante di queste persone nelle attività criminali indagate, si è
palesato il vero intento del contatto ed esplicitati gli obiettivi della ricerca. Successivamente sono state
condotte interviste telefoniche, prevalentemente via WhatsApp, Viber e Skype, garantendo l’anonimato
della persona intervistata. Per la tratta di esseri umani, invece, è stato convolto un ricercatore-giornalista
free lance italiano ed esperto in migrazioni internazionali che ha condotto interviste di persona con vittime
di tratta presenti sul territorio nazionale e con trafficanti nigeriani, individuati nel loro paese di origine
grazie all’ausilio di un intermediario. Infine, le interviste con membri delle Forze dell’ordine e di
Organizzazioni Non Governative sono state condotte o di persona o via telefono.
Il traffico di migranti
Con il termine traffico di migranti (smuggling of migrants) si intende un’attività illegale volta al
favoreggiamento e movimento di persone attraverso i confini degli Stati, al fine di ottenere un profitto
economico (o vantaggi di altra forma) da parte dei trafficanti nei confronti dei migranti. Il traffico di
migranti si prefigura come un crimine differenziato per due diverse fasi: reclutamento e trasporto, e come
frutto della volontà del migrante a partire. Infatti, il migrante autonomamente si mette in contatto con un
trafficante e con l'organizzazione criminale per programmare il viaggio, decidere i costi, pianificare gli
spostamenti.
L’esplorazione del web ha permesso di riconoscere evidenti casi in cui internet e i social network sono
stati utilizzati per raggiungere utenti specifici o cercare trafficanti, che potessero essere d’aiuto per
raggiungere l’Italia o l’Europa attraverso mezzi e modalità illegali. In special modo, Instagram e Facebook
rivestono, per questa attività criminale, un ruolo particolare attraverso pagine e gruppi dedicati, al fine di
diffondere informazioni e sponsorizzare viaggi e documenti.
Mentre gli elementi web individuati su Instagram o Twitter sono per lo più immagini singole/contenuti di
testo, quelli rinvenuti su Facebook sono per la maggioranza pagine, gruppi o profili quasi interamente
dedicati alla sponsorizzazione della migrazione irregolare. Alcuni di questi elementi Facebook sono attivi
da diversi anni e contano centinaia o migliaia di membri/follower. Altri sono più recenti e vengono utilizzati
in modo meno strutturato e sistematico. Alcuni di questi gruppi e profili sono "pubblici", nel senso che
qualsiasi utente può visualizzare i relativi messaggi e contenuti. Altri sono "chiusi" o "privati", il che
significa che gli utenti devono ottenere l'autorizzazione (cioè "l'adesione" o "amicizia") dell'amministratore
per accedere al contenuto.
Soprattutto per questo reato, l'utilizzo di parole chiave in lingua araba è stato fondamentale per
identificare realmente come il fenomeno si stia muovendo online. Tuttavia, dall'iniziale utilizzo della
lingua araba, durante il periodo di esplorazione, si è reso evidente l'importanza di utilizzare anche
keyword in lingua inglese per identificare elementi web inerenti al traffico di migranti, soprattutto nei
social network. Tramite queste, infatti sono state raggiunte molte pagine e profili legati a questa attività
criminale, e per le sue corrispettive fasi. I contenuti online presenti erano scritti prevalentemente in lingua
araba o urdu, permettendo così di ipotizzare la zona o i paesi di provenienza degli utenti che usano e
frequentano questi social.
Il reclutamento
Per quanto riguarda la fase di reclutamento sono stati presi in considerazione gli elementi web (pagine,
gruppi, post di social network) che presentavano informazioni in merito al raggiungimento dell’Europa,
all’acquisto di un documento (soprattutto il visto), e alla divulgazione di informazioni per l’ottenimento
della richiesta d’asilo. Internet e i social network rivestono un particolare ruolo in questa fase, dato che
il continuo scambio e aggiornamento di informazioni sui viaggi, facilita il reclutamento di persone nonché
diventa un forte fattore di spinta (push factor) per partire.
“di solito internet è proprio nel punto di partenza […] Internet non facilita il viaggio, facilita la
partenza e il reclutamento”
(Int. 1 – Trafficante)
In generale, l’analisi del contenuto degli annunci su internet ha reso evidente come i criminali dediti a
questo business siano specializzati nella vendita e diffusione di informazioni sui visti e sulle procedure
per richiedere l'asilo, cercando probabilmente di sfruttare le vulnerabilità delle legislazioni internazionali
e nazionali.
La Figura 1 rappresenta una word cloud4 delle parole più frequenti. Durante la fase esplorativa, sono
stati identificati 46 elementi web, presenti nel database costruito ad hoc, collegati al reclutamento. Le
dimensioni delle parole dipendono dalla frequenza con cui queste erano presenti nel contenuto online
reperito. Il termine “visa” è stato il più ricorrente, a questo seguono altre parole possibilmente legate
all’eventuale richiesta d'asilo o finalizzati all’ottenimento di documenti in un paese Schengen, come
“asylum” (asilo), “interview” (intervista), “Finland” (Finlandia), “Greece” (Grecia), “office” (ufficio).
4La word cloud (nuvola di parole) è una rappresentazione visiva delle parole chiave maggiormente utilizzate all’interno di un elemento web (sito,
annunci, post). All’interno della word cloud le dimensioni delle parole sono direttamente proporzionali al numero di volte in cui queste sono citati
nel testo. Più una parola è frequente, più grande sarà la sua dimensione nella word cloud.
Su internet sono state individuati numerose pagine, profili e post (specialmente sui social network) in cui
vengono forniti suggerimenti su dove e come fare la richiesta d’asilo e sui paesi in cui emigrare. A titolo
esemplificativo, la Figura 2 mostra una pagina Facebook volta all’acquisto della visa valida per i paesi
Schengen. Come si nota dall’immagine, la pagina Facebook presenta un post in lingua araba in cui
vengono elencati documenti Europei e siriani acquistabili e i relativi numeri telefonici delle persone da
contattare per l’acquisto.
Figura 2. Pagina Facebook per la vendita di visti e documenti validi per l’Europa
Su Instagram, invece, attraverso l’utilizzo delle immagini di aerei o di visti, vengono presentate
informazioni sui tipi diversi di visti europei acquistabili ed eventuali numeri di telefono da contattare via
WhatsApp. La Figura 4 ne è un esempio.
Nel dark web, per questo particolare tipo di reato sono stati rilevati diversi siti specializzati per la vendita
e produzione di documenti falsi, non solo per l’Italia e l'Europa ma anche per gli Stati Uniti e il Canada. In
special modo, era ricorrente la promozione di siti specializzati nella realizzazione di documenti falsi
italiani. La Figura 5 e la Figura 6 mostrano la pubblicizzazione e la relativa vendita di passaporti falsi
italiani, mentre la Figura 7 ritrae la vendita di una carta d’identità elettronica italiana. Questi elementi
sono stati facilmente individuati tramite il motore di ricerca “Torch” 5.
5 Torch è uno dei motori di ricerca più noto per navigare nel Deep Web.
Inoltre, e nel solo caso specifico del traffico di migranti, sul visible web si è provveduto a creare un falso
profilo Facebook al fine di contattare e interagire con utenti legati a profili e pagine riconducibili al traffico
di migranti. Precedentemente, è stato creato e sponsorizzato un annuncio in merito alla richiesta di
informazioni per un viaggio verso l’Italia su alcune bacheche consultabili senza preventiva "richiesta di
amicizia"/"following". Dopo poche ore, sul profilo del gruppo di ricerca sono apparse numerose offerte
rispetto alle necessità di viaggio sponsorizzate. Dopo aver consultato la pagina o il profilo del soggetto
proponente l’amicizia, si è successivamente deciso di contattarlo tramite chat. Tutte le conversazioni si
sono svolte via chat e poi tramite Viber, un’applicazione mobile molto utilizzata insieme a WhatsApp, per
svolgere questi tipi di attività.
In Figura 8 è presente l'annuncio individuato su Facebook e uno stralcio della conversazione svolta con
uno dei trafficanti. Il dialogo tra i due si sviluppa intorno allo scambio di ipotetiche alternative di costi e
viaggi che il trafficante può offrire al suo utente. Successivamente, viene sollevata l'attenzione del
migrante sull'origine marocchina del fratello, la quale potrebbe comportare un eventuale rimpatrio del
ragazzo, nel caso in cui questo arrivi in Italia o in Grecia. Il trafficante, per ovviare a questo eventuale
problema, propone allora di acquistare documenti falsi siriani da utilizzare in Turchia.
Inoltre, grazie al profilo falso creato, si sono ricevute diverse proposte da parte di soggetti che si
professavano avvocati o esperti di diritto internazionale, per giustificare la loro offerta o disponibilità a
rintracciare documenti falsi per l'Europa. Nelle immagini seguenti (Figura 9 e Figura 10), viene riportato
uno dei tanti messaggi ricevuti da parte di un trafficante, nel quale si offrono diverse disponibilità di
viaggio e di acquisto di documenti.
Nella maggior parte di questi casi, dopo un iniziale messaggio informativo, il trafficante ha inviato
numerose immagini di documenti falsi già disponibili, al fine di convincere e attirare l'utente a comprarli
o a partire con lui.
Figura 10. Foto di documenti falsi inviati da parte di uno trafficante tramite chat di Facebook Messenger
“Si pubblicizzano come se fossero delle vere e proprie agenzie di viaggi, si informano delle
singole partenze, della loro organizzazione, dei viaggi” (Int.2 – Forze dell’ordine)
L'analisi del contenuto dei 26 annunci individuati su internet, per questa fase, e rappresentata con la
word cloud presente in Figura 11, conferma quali siano le aree geografiche maggiormente interessate
da queste realtà criminali. Di fatto, le parole chiave più significative sono: Turkey (Turchia), Greece
(Grecia), Europe (Europa), Italy (Italia) le quali fanno riferimento, rispettivamente, ai paesi di partenza e
arrivo delle rotte; le restanti parole identificano le modalità con cui svolgere il viaggio, quali “flights” (voli)
e “cruise” (crociera).
Figura 11. Word cloud degli annunci trovati sul Web inerenti la fase di trasporto
Nella maggior parte degli elementi web individuati, le modalità online con cui avviene la pubblicizzazione
si basano sull'utilizzo di immagini ritraenti i mezzi di trasporto con cui svolgere lo spostamento, i costi e i
numeri di telefono per contattare i trafficanti. La Figura 12 mostra un profilo Facebook, nel quale venivano
proposte due modalità di viaggio per andare dalla Turchia alla Grecia. I mezzi pubblicizzati erano la
Figura 12. Annuncio pubblicitario per la promozione di viaggi tra Turchia e Europa
Traduzione:
Viaggi con yacht turistico diretto ad Atene 2200 euro, viaggi via terra da Istanbul 1700 euro, due ore di cammino. Pagamento
dopo l’arrivo tramite qualsiasi ufficio di assicurazione in Turchia o Grecia. Per chi è serio e pronto per il viaggio, chiamare
[xxxxxxxxxxxxxx], contattare via WhatsApp
Traduzione:
Viaggi continui dalla Turchia verso la Grecia 350$. Appena si arriva sull’isola, la garanzia di poter usare Kharitya in Atene
dopo due giorni, tutto è garantito nell’isola Kyos, 650$. Successivamente via aereo, da Atene verso la Germania a 2.500
euro, se ci mettiamo d’accordo con 3.500 euro c’è la garanzia di avere un posto dove dormire. C’è un percorso via terra
dalla Turchia verso la Grecia a 3.500 euro. C’è una nave commerciale dalla Turchia verso l’Italia a 3.800 euro. C’è un volo
dalla Turchia verso gli stati europei a 6.500. Visa garantita dal Libano alla Turchia per 2.300$. Per contattarmi
(xxxxxxxxxxxxxx WhatsApp) […]
Nello specifico, tra gli elementi web individuati molti erano indirizzati a rotte e percorsi unicamente per
raggiungere l’Italia. Le due figure seguenti (Figura 14 e Figura 15) mostrano degli esempi facilmente
individuati su Facebook. Nello specifico, la Figura 14 raffigura un post in cui vengono pubblicizzati viaggi
per raggiungere la penisola italiana dall’Egitto. Il viaggio viene effettuato via mare, almeno due volte alla
settimana, e per partire è necessario contattare il numero telefonico presente nel post.
Traduzione:
Buongiorno a tutti quelli che vogliano viaggiare dall’Europa due volte alla settimana dal Egitto all’Italia via mare, viaggio
sicuro ed ordinato, numero [xxxxxxxxxxx]
La Figura 15, invece, mostra un gruppo Facebook in cui si pubblicizza un viaggio dalla Turchia all’Italia
tramite una nave che trasporta grano. Il viaggio dura dai 4 ai 6 giorni e sono previsti servizi di vitto (cibo
e acqua) e alloggio.
Traduzione:
A tutti quelli che vogliono viaggiare per l’Europa abbiamo una nave che trasporta grano lunga 60 metri, parte dalla Turchia
e raggiunge l’Italia. Il viaggio dura dai 4 fino 6 giorni, da mangiare e bere sono garantiti. Su Viber Abu Adi XXXXXXXXXXXXX
“se uno vuol partire con la nave in 30/40 persone può andare, pagare poco e andare. anche
fino a mille euro puoi arrivare”
(Int. 2 – Trafficante)
“per i prezzi: dalla Libia da 1000 a 4000 dollari a persona. La madre con figli ha sempre uno
sconto, 1700 – 2000. Se una persona porta 5/7 persone può anche partire gratis”
(Int. 1 – Trafficante)
“la prima esperienza era con un cliente siriano al prezzo di 4000 euro. Ha lasciato due mila
euro al mio amico e questo ha fatto il viaggio con il cliente. Il viaggio era facile perché ci
vogliono più o meno 15 minuti, tra andata e ritorno sono 30 minuti. Facile!”
(Int. 2 – Trafficante)
Di fatto, più sono veloci i mezzi con cui partire, e alta la probabilità di giungere a destinazione, più il prezzo
aumenta.
“io fratello il mio metodo è il metodo nichel [ovvero metodo più che ottimo/perfetto], il mio
metodo è sicuro, anche la sicurezza ha il suo prezzo, oppure sbaglio?”
(Int. 2 – Trafficante)
Per questo motivo alcuni trafficanti indirizzano le proprie offerte solamente verso uno specifico target di
clienti, ossia coloro che possono effettivamente sostenere gli ingenti costi di trasporto richiesti.
“ho il mio modo e il mio modo è semplice, per questo anche su internet, io uso modi per
poter prendere gente, non troppa gente, ma solo persone che possono pagare il prezzo che
chiedo a loro. Perché il viaggio che faccio io, è certo [sicuro] al 100%”
(Int. 2 – Trafficante)
“Poi dipende, chi proviene dal punto di partenza ha tempo per trattare. Chi viene da lontano
ha fretta di partire, ad esempio chi viene dall’Iran, Pakistan, etc. quindi non ha tempo [da
perdere] per partire.”
(Int. 1 – Trafficante)
Le interviste in profondità svolte con i trafficanti hanno permesso, inoltre, di confermare la sempre più
diffusa tendenza ad utilizzare il web per svolgere attività criminali volte al traffico di migranti. In particolar
modo, attraverso la sponsorizzazione delle rotte, internet è “una delle strade più facili per portare
tantissima gente. Io uso sempre Facebook e YouTube, ho una pagina tutta mia, quando ho tempo libero
vado sempre su Facebook, negli internet point” (Int. 1 – Trafficante). Successivamente a questo primo
contatto online tra i due utenti, le conversazioni si spostano sulle applicazioni mobili (WhatsApp, Viber, o
Skype) per definire meglio i dettagli del viaggio e favorire la conoscenza tra migrante e trafficante:
“prima devo provare che non è della polizia. Come ti ho detto, parlo con lui, gli lascio del
tempo così può chiedere, fare ricerche, e io ho i miei meccanismi per sapere se uno è dello
Stato oppure uno serio che vuole partire perché qua non scherziamo mica. Poi lo incontro
per un caffè lontano dalla mia zona [di lavoro]”
(Int. 2 – Trafficante).
“la prima cosa c'è il contatto “Buon giorno–Buon giorno”, devo conoscerlo, sapere da dove
viene”
(Int. 1 – Trafficante)”
Come emerso dalle interviste, le motivazioni che giustificano la scelta di usare queste applicazioni sono
di varia natura. Tra queste c'è la possibilità di usufruire di messaggistica criptata di cui questi mezzi sono
dotati, la quale aiuta a tutelare e proteggere lo scambio di informazioni sul viaggio. Questo aspetto è
emerso anche dalle interviste con le Forze dell'ordine nazionali che hanno condotto indagini in merito al
traffico di migranti verso l'Italia:
“fanno anche dell'utilizzo di strumenti tecnologici più avanzati quali social network, internet,
WhatsApp, uno degli strumenti sia di comunicazione tra di loro, al fine di realizzare forme di
comunicazione criptate e difficilmente intercettabili”
(Int. 1 – Forze dell'ordine)
“anche se cambi il cellulare o cambi la sim. WhatsApp ti lascia l'opzione, se vuoi cambiare il
tuo numero ti rimane il [vecchio] profilo, anche quelli che cambiano numero perché so
sempre chi sono. Mi arrivano i messaggi che la persona è arrivata anche cambiando
numero”
(Int. 2 – Trafficante)
“è una forma di comunicazione tra virgolette gratuita cioè il migrante, per dire, che ha un
cellulare, connettendosi ad una rete Wi-Fi qualsiasi può essere immediatamente raggiunto
cosa che non è detto possa fare con una linea telefonica tra virgolette normale”
(Int. 1 – Forze dell'ordine)
I social network e gli strumenti tecnologici come gli smartphone, quindi, favoriscono e agevolano queste
reti. I beneficiari, infatti, non sono solo i trafficanti ma anche i migranti. Le Ong intervistate riportano
alcune esperienze emerse dal loro lavoro con i migranti giunti in Italia, che confermano quanto detto
sopra:
Tramite lo scambio continuo con altri clienti o reti familiari e amicali, chi è intenzionato a partire può,
tramite i social network, sia raccogliere informazioni sulle rotte e sui trafficanti “più affidabili” sia mettersi
in contatto con questi tramite le applicazioni mobili. La professionalità di un trafficante e della sua rete
sta proprio nella buona riuscita del viaggio e dal livello di notorietà che questo ha tra i suoi clienti. Durante
il periodo di utilizzo del profilo falso, sono state individuate conversazioni e commenti da parte di alcuni
trafficanti, in merito alle rotte e ai viaggi svolti con alcuni di questi ritenuti poco affidabili. In particolar
modo, è stato spesso segnalata la negativa reputazione dei viaggi realizzati con i responsabili della nave
"JetBoat", la quale avrebbe causato la morte di diverse persone, tra cui molti bambini, e di una donna,
vicino alle acque turche. Inoltre, è stato più volte citato il caso di un trafficante tunisino che dopo aver
abbandonato otto persone sulle frontiere serbo-ungheresi, è scappato con l’intera somma. (Figura 16).
Traduzione:
Attenzione! Dovete stare attenti a questo ladro tunisino, il suo soprannome è ****. Ha preso 5.500 euro da 8 persone per
portarli fino a Budapest, e invece li ha lasciati sulle frontiere serbo-ungherese. Adesso è scappato
Attraverso i social vengono quindi monitorati i viaggi dei migranti da parte di amici e familiari, in modo da
verificare la fiducia riposta al proprio trafficante. L’utilizzo quindi delle tecnologie digitali crea degli effetti
a catena che consolidano e rafforzano le reti organizzate.
“I primi che sono partiti danno il numero all'altro, dicendo che è andato tutto bene e così
pubblicizzano ai nuovi clienti […] quando lo smuggler o un intermediario hanno una fama,
che sono corretti eccetera. Di solito quelli hanno già viaggiato con loro che gli fanno più
pubblicità”
(Int. 1 – Trafficante)
“Lui [parlando di un amico] ha trovato il suo contatto [del trafficante] su facebook, ho visto
che la sua esperienza è andata bene e volevo fare lo stesso”
(Int. 1 – Migrante)
“alla fine c’è il contatto diretto [nella realtà] così mi assicuro, vedo come parla, come
gesticola..e parliamo di cose serie, prezzo, garanzie, modi, tutto”
(Int. 2 – Trafficante)
L'Italia per la sua posizione geografica strategica ai fini del traffico di migranti, rappresenta uno dei
maggiori “paesi di passaggio” o intermezzo:
“ci sono organizzazioni operanti sul territorio intermedio quale può essere l'Italia dove
appunto anche lì abbiamo colui che si occupa di intercettare i migranti quando vengono
trasferiti nei centri di accoglienza e organizzarne la prosecuzione del viaggio verso nord Italia
e nord Europa e così via”
(Int. 1 – Forze dell'ordine)
Tuttavia, come emerso anche dalla letteratura (UNODC, 2009) il coinvolgimento delle persone di
nazionalità italiana nell’attività criminale legate al traffico di migranti risulta essere molto basso.
“Finora di italiani ne abbiamo rinvenuti veramente pochi, numeri irrisori nelle svariate volte.
Nell’ordine di poche unità”
(Int.1 – Forze dell’ordine)
“Le forme di reclutamento sono diverse a seconda della nazionalità di origine perché spesso
[questo] può avvenire dal paese di origine”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)
“Avevamo molti problemi economici a causa della morte di mio padre e un giorno una vicina
di casa ha proposto a mia mamma di potermi aiutare perché aveva dei parenti in Europa
che avevano bisogno di una persona che potesse lavorare come baby-sitter. Sono stata
portata in Italia a casa della mia madame, lì c’erano altre donne e mi hanno detto che avrei
dovuto fare la prostituta e che non c’era nessun bambino a cui fare la baby-sitter”
(Int. 4 – Vittima di Tratta)
Nonostante rimangano solidi i canali informali di reclutamento, l’emergere del reclutamento online ha
ampliato la platea di potenziali vittime, aumentando il numero dei paesi di provenienza di queste e,
soprattutto, abbassando la loro età media con un sempre maggior coinvolgimento di soggetti minorenni.
L'analisi dei dai dati raccolti, infatti, conferma l’idea per cui i social network siano canali altamente
utilizzati ai fini del reclutamento. Tra i social network analizzati, Facebook è quello che ha offerto maggior
elementi rilevanti ai fini dell’indagine, ed è seguito da Instagram.
La Figura 17 e la Figura 18 mostrano due diverse modalità di sponsorizzazione ai fini di reclutamento.
Entrambe sono state individuate sui social network, tramite la keyword in lingua araba "contratto lavoro
Europa" e sono dirette alla sponsorizzazione di lavori, contratti, visti e residenze per l'Europa. La prima
figura fa riferimento ad un gruppo chiuso (Facebook), a cui non è stato possibile accedere per consultare
i post; tuttavia il nome del gruppo, la foto di copertina e la vastità di servizi offerti sono indicatori di un
possibile collegamento con il fenomeno della tratta di esseri umani. La seconda immagine, invece, si
riferisce ad un profilo personale e privato (Instagram) volto alla diffusione di informazioni per cercare
lavoro in Europa e, nello specifico, in Italia. L’amministratore del profilo pubblicava annunci e informazioni
6 Con questo termine intendiamo quella somma di denaro dovuta da un migrante al trafficante come ricompensa per aver gestito il viaggio verso
la meta stabilita o l’allontanamento dal paese di origine. Tra le varie forme e modalità che vengono offerte alle donne e/o agli uomini per ripagare
il proprio debito, vi sono lo sfruttamento sessuale e quello lavorativo.
Figura 17. Gruppo chiuso Facebook potenzialmente legato alla fase di reclutamento della tratta di esseri umani
Traduzione:
Visa, residenza, contratti di lavoro e organizzazione viaggi per Stati del Golfo, Europa e Turchia
Figura 18. Profilo Instagram potenzialmente legato alla fase di reclutamento della tratta di esseri umani
Il reclutamento online di potenziali vittime avviene con diverse modalità ed è indirizzato a target diversi.
L’esplorazione del web, infatti, ha fatto emergere la presenza di due tipi di strategie di reclutamento: la
prima consiste nell’offerta di lavoro con annessi viaggi e documenti necessari per raggiungere e spostarsi
in Europa; la seconda modalità riguarda, invece, più frequentemente soggetti minorenni e viene in special
modo utilizzata nel dark web.
Nel primo caso, le offerte di lavoro spesso includono servizi di trasporto organizzati per raggiungere la
meta in cui si svolgerà il lavoro; in altri casi sono offerti lavori itineranti, soprattutto nei settori del turismo,
presso navi o mete turistiche, che prevedono lunghi periodi di mobilità tra i diversi paesi europei. Per
queste ragioni, la fase di trasporto è stata, unicamente per la tratta, inclusa all'interno della fase di
reclutamento. Durante il periodo di esplorazione sul web, infatti, non sono state trovate offerte di
trasporto – potenzialmente legate alla tratta di esseri umani – che non fossero riferite a proposte di
lavoro all'estero.
“Sono stata contattata da un uomo che utilizzava dei dati falsi e la foto del profilo di suo
fratello, con questo profilo Facebook faceva inviti a tante ragazze e casualmente ha trovato
me. Mi ha raccontato che faceva il taxista ed era proprietario di un radiotaxi, mi ha detto
anche che aveva vissuto a Torino per tanti anni. Ho iniziato a frequentarmi con questo
ragazzo e pochi giorni dopo mi ha chiesto dei soldi dicendomi che si sarebbe occupato lui di
me, trovandomi un lavoro come infermiera”
(Int. 3 – Vittima di tratta)
Le modalità con cui avviene il primo contatto sono le medesime: il trafficante o la persona legata
all’organizzazione criminale adesca online, specialmente sui social, le ragazze potenziali vittime. Tra
questi soggetti si instaurano relazioni virtuali basate su false suggestioni, aspettative future e promesse
di migliori condizioni di vita; si programmano matrimoni, trasferimenti in Europa, vengono inviati dei soldi
e dei regali allo scopo di convincere la potenziale vittima a partire per l’Europa o per l’Italia.
Come confermato da alcuni trafficanti e responsabili delle Ong, i social network facilitano l’adescamento
delle vittime poiché offrono la possibilità di consultare facilmente e quotidianamente il contenuto
pubblicato dalle ragazze prese di mira. È consuetudine, infatti, qualora non si siano apportate specifiche
modifiche alle impostazioni sulla privacy, rendere accessibili pubblicamente le proprie foto, video o post.
Questo contenuto online accessibile a tutti può quindi essere osservato anche dai trafficanti, che
individuano in tal modo le potenziali vittime. L’ampio utilizzo dei social e la facilità di accedervi e di
pubblicare foto e video permettono una preliminare valutazione sull’aspetto fisico della potenziale
vittima, la quale sarà poi eventualmente contattata tramite Messenger o altri sistemi di messaggistica.
Come affermato da una intervistata che da anni lavora nella lotta al traffico di esseri umani in Nigeria:
“grazie ai social network, i trafficanti vedono che queste ragazze sono ancora molto giovani e succulente,
così entrano in contatto con loro attraverso i social media” (Int. 1 – Organizzazione non governativa).
A seguito quindi della diffusione dei social network, ai “vecchi” strumenti di reclutamento si sono aggiunti
nuovi metodi basati sull’utilizzo tecnologie digitali. Un uomo che da oltre 30 anni lavora nel business dei
trafficanti di esseri umani ha affermato, infatti, che: “I vecchi metodi sono quelli in cui gli sponsor arrivano
in Nigeria, loro stessi vedono queste ragazze, fanno loro fare un giuramento (spesso riti magici, ndr)
prima di portarle fuori. Guardano il loro fisico per sapere se sono in grado o no, poi le prendono con loro.
Questi sono alcuni dei vecchi modi usati per mandare qualcuno in Europa, ma in questi giorni, ci sono
nuove invenzioni” (Int 1 – Trafficante).
L’e-recruitment – ossia il reclutamento posto in essere mediante strumenti di tipo informatico e legati a
internet (Cortese; Cipolletti, 2015; Sykiotou, 2007) – diventa la forma prediletta per il reclutamento di
vittime soprattutto allo scopo di sfruttamento sessuale.
La seconda modalità di reclutamento, invece, riguardai per lo più soggetti minorenni e viene posta in
essere soprattutto nel dark web. Nello specifico, sono stati individuati annunci e conversazioni postati da
utenti e presunti “esperti” contenenti informazioni su come e dove individuare ragazze e ragazzi minori.
La Figura 19 mostra il contenuto di un forum situato sul dark web; lo screenshot ritrae una conversazione
tra un acquirente e un venditore e riguarda l’”acquisto” di una ragazza minorenne di carnagione bianca.
Nella conversazione, non vengono ovviamente resi noti nomi o siti di riferimento degli utenti; inoltre non
Figura 19. Conversazione tra due utenti sull’acquisto di una ragazza minorenne
Questa seconda modalità è meno presente sul web rispetto alla prima, ma non si esclude la presenza di
siti o altri forum specializzati, soprattutto sul dark web, difficili da reperire e indagare.
“Sì in realtà quello che a noi è emerso è che la maggioranza dei minori stranieri non
accompagnati per esempio che si trovano in Italia, loro utilizzano Facebook molto di più che
WhatsApp o altro”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)
A tale riguardo, è significativo che il pericolo di sfruttamento è sottolineato in modo particolare per i minori
migranti non accompagnati. Tuttavia, si tende anche a riconoscere la sempre più significativa presenza
di vittime minorenni di nazionalità italiana:
“Nell'ambito delle ragazzine, anche delle italiane in questo caso che finiscono dentro al giro
e la pedo-pornografia o comunque con il rischio che poi da una cosa che è virtuale diventi
anche reale, ha questo grande utilizzo. Anche questa modalità a volte, di questi siti di
insomma di inserirsi in certe cose, questo ha avuto un, ha inciso”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)
“Abbiamo la testimonianza sui minori migranti […] non accompagnati sono molti [quelli]
sottoposti ad un utilizzo non consapevole della rete, da un lato perché sono soli, dall'altro
perché non sono supportati dalla presenza di genitori o figure di riferimento, non sanno il
modo migliore di utilizzare [la rete], non hanno competenze digitali in grado di fare delle
scelte informate, consapevoli, opportune”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)
Tra i minori italiani l'utilizzo di internet, social network e supporti digitali è sempre più diffuso, così come
affermato anche dalla ricerca condotta da IPSOS 7 (2016) per Save The Children. L'alto grado di
vulnerabilità – dovuto all'età e all'inesperienza – e l’utilizzo non sempre consapevole di internet e dei
social da parte dei minori, fanno sì che questi siano particolarmente esposti ad abusi e sfruttamenti che
7La ricerca è stata condotta da “IPSOS per Save the Children dal 19 al 26 gennaio 2015 su un campione di 1003 adolescenti fra i 12 e i 17
anni. Molti di questi giovani vivono relazioni “virtuali” nei gruppi di conversazione sulle applicazioni di messaggistica dei loro smartphone, spesso
anche con persone che non conoscono direttamente (41%): uno su quattro (24%) invia messaggi, video o foto con riferimenti sessuali a gruppi
dove non conosce tutti i partecipanti e uno su tre (33%) si dà appuntamento con qualcuno conosciuto solo attraverso questi gruppi” (Fonte:
SaveTheChildren.it).
Lo sfruttamento
Per lavoro forzato, servitù e schiavitù si intende quella categoria che include tutti quei lavori in settori
come: la produzione tessile, l'industria manifatturiera/industriale, l'edilizia, la servitù domestica e il
catering, prevalentemente diffuse nel Sud-Est Asiatico e nel Pacifico (UNODC, 2014). Nel caso dello
sfruttamento sessuale questo è particolarmente presente in Africa, nelle Americhe, in Europa e in Asia
Centrale, sia come prostituzione in strada, indoor o via web (UNODC, 2014).
Le pagine che seguono esporranno i risultati della ricerca relativi allo sfruttamento di tipo sia lavorativo
che sessuale. Per il primo verranno riportati esclusivamente le informazioni emerse durante le interviste
in profondità. Tale scelta è dovuta all’impossibilità di associare con certezza elementi web consultati
durante la ricerca a casi di (potenziale) sfruttamento lavorativo – in considerazione e a conferma del fatto
che lo sfruttamento lavorativo nasce e si manifesta prevalentemente in contesti “offline”, come gli
ambienti legati all'agricoltura e all'edilizia. Per quanto riguarda invece lo sfruttamento sessuale, si è
riscontrata un‘incidenza molto più alta di contenuti web in qualche modo collegati al fenomeno; ciò ha
permesso di confermare l’idea per cui il sex trafficking sia sempre di più e-trafficking (Di Nicola et al.,
2013; Hughes 2014; Latonero 2012; Maltzhan 2006).
Sfruttamento lavorativo
Come sopra accennato, per lo sfruttamento lavorativo non è stato possibile individuare elementi web e
relativi indicatori di riconoscimento tali da far presumere un collegamento con il fenomeno in esame.
Una eccezione è rappresentata dalla sola fase di reclutamento. A questo proposito, infatti, sono stati
individuati numerosi annunci online, riferiti a ipotetici lavori da svolgere all’estero, privi di indicazioni su
eventuali salari, mansioni da svolgere, qualifiche necessarie, luogo e datore di lavoro. In aggiunta, nel
testo dell’annuncio erano spesso presenti errori grammaticali o di sintassi. L’insieme di questi elementi
ha fatto quindi presumere non tanto situazioni di sfruttamento lavorativo nei contesti online, ma
unicamente l’utilizzo di bacheche, siti e forum per reclutare potenziali vittime da inserire in contesti di
sfruttamento lavorativo offline.
Le interviste in profondità con le Ong hanno fatto emergere elementi interessanti relativi a questa
particolare tipologia di sfruttamento. Le nazionalità che sembrano essere più legate al fenomeno dello
sfruttamento lavorativo sono quella egiziana (con particolare riguardo ai soggetti minorenni – Save The
“Dipende dalla nazionalità, dall'età, da molti fattori. Per la nazionalità egiziana c'è maggiore
sfruttamento lavorativo anche perché è una migrazione economica. Invece per nigeriane,
est Europa è sfruttamento sessuale, dipende dalla nazionalità, dal genere, dall'età e anche
dal mandato della migrazione”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)
“Lo sfruttamento lavorativo degli egiziani nei mercati generali avviene nel settore
ortofrutticoli, negozi, botteghe, pizzerie, vendita frutta e verdura, autolavaggi, fast food.
Lavorano a nero per molte ore, dormono dove lavorano soprattutto gli afgani”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)
Una delle persone intervistate ha sollevato la questione dei campi di lavoro siciliani. Qui, le ragazze di
origine rumena, oltre ad essere sfruttate per lavorare nelle serre, vengono sessualmente abusate e
violentate dai propri datori di lavori. Si crea quindi una sovrapposizione tra i due tipi di sfruttamento.
“Io questo l'ho esplorato in Sicilia, nella parte della fascia trasformata. Prima c'erano dei
migranti marocchini sfruttati nelle serre; con l'apertura della Romania all'Unione Europa
sono arrivati in molti, anche donne rumene che lavorano [nelle serre] e in più vengono
sfruttate sessualmente”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)
In questa regione italiana, infatti, sembra essersi consolidata una forma “ibrida” di sfruttamento, a metà
tra la sfera sessuale e lavorativa:
Uno degli elementi evidenziato dalle persone intervistate è l’alto livello di precarietà, esistenziale ed
economica, in cui le persone sfruttate vivono e svolgono la loro attività lavorativa. Questa condizione
accomuna tutti i settori lavorativi e le varie realtà territoriali: dal nord al sud, dal lavoro in campagna
“Non hanno accesso a nulla, loro sono i campi, le serre e basta. Spesso ci sono i minori, ci
sono i figli che non vanno a scuola, stanno nelle serre con le mamme, non c'è acqua, letti.
Vivono in condizioni di povertà, degrado e lontani dal mondo. La situazione culturale prevede
che queste donne non siano ben accette nella società”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)
Dalla ricerca è emerso come internet non sembri rivestire un ruolo fondamentale in questo tipo di
sfruttamento. Tra i minori vittime di tratta, infatti, risulta che la forma di comunicazione più comune non
sia l’utilizzo di applicazioni mobili o di social network, ma il “passaparola” orale.
“I fenomeni che vediamo di sfruttamento con minori con cui lavoriamo, si tratta di
sfruttamento lavorativo legato moltissimo al passaparola tra minori, quindi non credo che in
questo loro li vedano gli annunci ma il compagno, l'amichetto, che aggancia l'altro e lo fa
entrare nella rete”
(Int. 1 – Organizzazione non governativa)
Tra i migranti, invece, che lavorano nel settore agricolo e/o stagionale, è diffuso l’utilizzo dello
smartphone per i lavori a chiamata, al fine di ottenere informazioni o agevolare gli spostamenti da regione
e regione, dal Sud al Nord.
“Allora sicuramente anche a livello lavorativo ci sono dei numeri significativi di persone che
si spostano a seconda, per esempio nell'agricoltura, della stagionalità e sicuramente questo
avviene quasi tutto via telefonino, via internet. La chiamata non può essere attraverso passa
parola se uno si sposta dalla Puglia e va in Trentino come dire, questi strumenti vengono
sicuramente così come funziona molto il discorso di cambiare la scheda del telefono”
(Int.3 – Organizzazione non governativa)
Infatti, la letteratura in materia, confermata da quanto emerso dalla ricerca, riconosce come internet
abbia permesso una diffusione di materiale e servizi a sfondo sessuale senza prescindere dal
coinvolgimento fisico dei soggetti. In particolare, strumenti quali chat, webcam, smartphone, ecc.
permettono nuovi tipi di servizi di natura sessuale, i quali non si esclude siano utilizzati anche in contesti
legati allo sfruttamento e alla tratta.
Uno degli aspetti più complessi del fenomeno in esame risulta essere la difficoltà ad interpellare e
comunicare con le vittime al fine di favorire la loro uscita dai giri della tratta. Le vittime di tratta che si
prostituiscono in strada, tuttavia, riescono spesso ad essere avvicinate dalle Ong o da altri enti di
assistenza. Ciò permette loro di ricevere supporto e assistenza legale, alimentare, psicologica o medica.
Tuttavia, è necessario riconoscere che l'offerta di servizi di natura sessuale online non deve essere
collegata solo a casi di sfruttamento e di tratta; infatti, ad essa fanno ricorso anche soggetti che
volontariamente decidono di offrire questi servizi sul web, e che non hanno subito processi di
vittimizzazione, sfruttamento o coercizione da parte di soggetti terzi.
Ciò impone di prestare attenzione alla volontarietà e intenzionalità dei servizi a sfondo sessuale prestati
nei contesti online, ed alla conseguente necessità di individuare indicatori cha permettano di collegare
contenuti web a forme di sfruttamento sessuale.
Nell’ambito della ricerca relativa alla tratta a scopo di sfruttamento sessuale, dunque, è stato
fondamentale valutare e distinguere caso per caso, al fine di capire quando un sito di escort, ad esempio,
promuoveva servizi di ragazze sfruttate oppure di persone che liberamente prestano servizi sessuali.
Tra gli indicatori utilizzati al fine di distinguere i casi di tratta dai casi di prostituzione volontaria, vi è la
congruenza delle informazioni relative alla stessa persona “pubblicizzata” su più siti diversi. Il fatto che
una ragazza o un ragazzo pubblicizzi i propri servizi (accompagnamento, chatting, ecc.) su più siti
fornendo sempre le stesse foto, la stessa descrizione e/o lo stesso numero di telefono ha fatto presumere
(o almeno non escludere) l’autonomia della persona in questione. Si presume cioè che sia la/o stessa/o
ragazza/o a gestire i diversi profili. Invece, qualora si incontrino evidenti incongruenze tra le immagini
presenti sui siti, i numeri di telefono forniti, le foto, la descrizione della persona o addirittura la
pubblicizzazione di questa da parte di terzi (soprattutto per i minori) si è presunto essere in presenza di
situazioni di sfruttamento.
“abbiamo visto che sul territorio nazionale le donne sono contattate molto, e si spostano sul
territorio con contatti via Facebook”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)
“i contatti Facebook girano molto nelle ragazze che contattiamo in strada quindi vittime di
tratta. La diffusione di contatti Facebook aiutano in questo caso, è un modo molto più rapido
per agganciare ragazze”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)
Come per i casi di reclutamento, è stata svolta l’analisi del contenuto degli elementi web. Cinquantasei
elementi (che saranno mostrati più avanti) sono stati classificati, sulla base degli indicatori elaborati,
come situazioni a rischio. Il termine “massagio” è stato identificato come parola più frequentemente
utilizzata all’interno degli elementi web analizzati. La seguente word cloud (Figura 20) evidenzia come,
oltre a questa keyword, siano frequenti altre parole legate, per esempio, all’aspetto fisico della persona
sponsorizzata (“sexy”, “bellissima”, “giovani”, ecc.); alla provenienza geografica (“oriente”, ecc.); a qualità
comportamentali (“vogliose”, “passione”, ecc.).
Figura 20. Word cloud degli annunci online individuati per la fase dello sfruttamento sessuale
Nonostante la quasi totalità degli annunci fossero scritti in lingua italiana, l’analisi del testo ha permesso
di evidenziare una serie di errori ortografici – quali: “massagio” (massaggio), “prelimari” (preliminari),
“menticabili” (indimenticabili) – che fanno presumere una gestione di questi annunci da parte di persone
La ricerca ha evidenziato come vi siano modalità diverse con cui nel visible e nel dark web vengono
sponsorizzate le ragazze e le varie attività sessuali da esse prestate.
Nel dark web, inoltre, si sono riscontrati espliciti casi di sfruttamento minorile. Sono emersi infatti annunci
riguardanti sia lo scambio di materiale pedo–pornografico online che l’acquisto di prestazioni offline
(incontri privati). In un caso analizzato, un soggetto terzo offriva la possibilità di ottenere video e foto di
una ragazzina di tredici anni, e di incontrare la stessa in qualsiasi parte d’Europa. In altri siti e forum
specializzati, erano invece presenti foto di minori ritratti in posizioni erotiche e provocanti, in parte o
totalmente a corpo nudo o con un abbigliamento sensuale. Dunque, è possibile affermare che il dark
web, in virtù della anonimità e dell’alto livello di privacy che lo caratterizzano, riveste un ruolo importante
per la sponsorizzazione di attività, online e offline, con soggetti minori.
Nel visible web sono stati identificati, invece, numerosi siti web dedicati ad escort o annunci a sfondo
erotico all’interno di bacheche – come “tuttoannunci.org”, “bakeca.it”, “vivastreet.com” – in cui
venivano promosse attività fittizie di escorting, massaggi o estetica allo scopo di avvicinare potenziali
clienti.
Figura 21. Annuncio che pubblicizza servizi sessuali da parte di soggetti terzi
Sul visible web, sono stati individuati numerosi siti e post (anche in lingua italiana) in cui vengono
pubblicizzati servizi sessuali prestati da persone presumibilmente vittime di sfruttamento. Tali offerte di
servizi sessuali sono spesso celate dietro ad annunci relativi altre attività, quali la di cura del corpo
(massaggi), servizi escort o lavori per ballerine. Quantificare questi elementi online e comprendere chi
realmente (caso per caso) li gestisce è praticamente impossibile, ma identificarne gli elementi
caratteristici può permettere di monitorarne gli sviluppi ed intervenire laddove si identifichino degli abusi.
“gli annunci su internet sono migliaia, più altrettanti siti che cambiano continuamente, non
serve nemmeno che siano smascherati”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)
Di seguito, si riportano alcuni annunci potenzialmente legati allo sfruttamento sessuale di vittime di tratta
in cui ricorrono gli indicatori individuati e sopra descritti.
La Figura 22 è un esempio dei casi in cui sono presenti delle incongruenze all’interno del testo
dell’annuncio. Nel titolo dell’annuncio, infatti, viene pubblicizzata la presenza di una sola ragazza
giapponese, mentre nel testo si fa riferimento a sei studentesse, sempre della stessa provenienza.
Nella Figura 23, invece, l’elemento che ha fatto sospettare di essere davanti a un caso di sfruttamento è
la presenza di numeri di telefono diversi nel testo dell’annuncio e nella sezione "dettagli" della pagina.
La Figura 24 mostra un esempio di più annunci trovati su diversi siti/social relativi alla stessa persona e
recanti informazioni diverse (riguardo a prezzi, servizi offerti, ecc.). La ragazza nelle foto è la medesima,
ma è ritratta in pose e situazioni differenti. Il nome, il riferimento geografico e il numero telefonico
combaciano, ma le informazioni e le descrizioni relative alla ragazza e alle sue prestazioni sono diverse.
Infine, la Figura 25 mostra un esempio di annunci in cui lo stesso numero telefonico compare in post e
su siti diversi, riferiti ad attività sessuali e donne diverse, nella stessa metropoli italiana. La prima
immagine fa riferimento a servizi di escorting prestati da una donna di 21 anni, mentre la seconda
pubblicizza massaggi in un centro benessere specializzato. In entrambi i casi, sono state inserite
immagini di donne asiatiche in pose erotiche e la location indicata è la stessa. Ciò fa presumere che
entrambe le offerte siano riconducibili a un centro massaggi fittizio in cui si offrono prestazioni sessuali
da parte di diverse donne.
Figura 25. Uguale numero telefonico in annunci e siti diversi raffiguranti persone diverse
“diciamo che adesso ci stanno notevoli numeri di ragazze anche più piccole che magari ti
dicono che hanno una età da maggiorenni però visibilmente molto sono anche più piccole,
forse dai 17 anni, 16 anni”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)
“l'età non viene dichiarata perché i trafficanti ne sanno e quindi non sempre minorenni
invece vengono dichiara maggiorenni. Lo sanno anche quando non sono legati ad internet
o al digitale..e lo stesso vale per i minori che vengono agganciati su Facebook piuttosto che
su siti di incontri”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)
Inoltre è emersa la presenza, nelle reti della tratta, di nuove nazionalità diverse da quelle già registrate
dalla letteratura (quali le nazionalità albanese e nigeriana). Nello studio dei fenomeni di tratta di esseri
umani, e soprattutto di quella finalizzata allo sfruttamento sessuale, la nazionalità è un elemento
fondamentale. Sia quando parliamo di vittime che di trafficanti, la nazionalità e l'etnia sono il punto di
inizio per comprendere processi, percorsi e tipologie di sfruttamento imposte o subite.
“abbiamo il timore che ci siano altre nazionalità di donne a rischio, donne sole, di altre
nazionalità diverse dalle nigeriane che sono a rischio di sfruttamento sul territorio. Questo è
un po' il sentore che abbiamo perché iniziamo a vedere donne di altre nazionalità che sono
state messa in maniera coatta dentro i bordelli libici [...] inoltre temiamo che ci siano altre
nazionalità diverse da quella di nigeriani maschi che si mettono a trafficare donne e
sfruttarle sul territorio. Nazionalità diverse da quella nigeriana tendono un po' a voler avere,
a fare coercizione”
(Int. 4 – Organizzazione non governativa)
“il meccanismo di sfruttamento è gravissimo, stanno molte ore sulle strade italiane, fanno
doppi turni, subiscono molti danni in termini di salute, hanno costi bassi per prestazione,
sono obbligate ad avere rapporti sessuali non protetti, perché i clienti li chiedono,
nonostante il problema dell’Aids”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)
Inoltre, queste donne subiscono gravi danni in termini psicologici, dati dall'allontanamento dalle proprie
reti affettive, dalle delusioni del viaggio migratorio o di quelle nei confronti del trafficante, che si era finto
un fidanzato.
“la prostituzione forzata è sempre vissuta con molta fatica, per cui è sempre un elemento di
ricatto. Pensiamo a chi ha figli, molte delle donne, e la volontarietà ovviamente è influente,
la consapevolezza. Tutte queste cose rendono la persona più vulnerabile e fragile, e questo
incide tanto, perché si sente insomma espropriata di tutto, e non solo nel momento in cui si
prostituisce ma anche dopo attraverso il web”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)
A questi problemi si aggiungono i danni fisici causati dai continui abusi, dai maltrattamenti, dalla totale
disattenzione verso rapporti sessuali protetti:
Infine, le interviste svolte hanno fatto emergere come anche l’utilizzo di smartphones sia sempre più
diffuso nei processi di tratta. è emerso non tanto l’utilizzo di applicazioni o di profili social per attrarre e
gestire i clienti, ma l’utilizzo dello smartphone come mezzo di comunicazione e di controllo tra la rete
criminale, il trafficante e la vittima.
“loro [le ragazze] essendo ben indottrinate non dicono che hanno un numero di telefono o
cosa sono venute a fare, altre non lo sanno, altre lo sanno ma non lo dicono, perché hanno
fatto il rito voodoo, hanno fatto il giuramento è molto difficile che parlino”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)
“le ragazze entrate [in Italia] vengono contattate dalla propria sfruttatrice tramite cellulare,
un semplice cellulare”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)
Lo smartphone permette alle ragazze – appena giunte nei paesi di destinazione – di rimanere in contatto
con i loro trafficanti al fine di potersi incontrare. Il livello di prevedibilità e di conoscenza su quello che le
attende può variare da caso a caso e dipendere anche da chi incontrano nei paesi di destinazione. Ad
esempio, un incontro precoce con le Ong in questa particolare fase del processo può, in alcuni casi,
impedire l'ingresso di queste ragazze nei sistemi di sfruttamento:
“grazie all'opera della Ong molto presenti ai momenti degli sbarchi, e così via, molto più del
passato abbiamo riscontrato la corsa di collaborazione delle future vittime della tratta, per
fortuna future perché decidono di collaborare prima di essere materialmente avviate alla
prostituzione”
(Int. 1 – Forza dell'ordine)
“entro le 24 ore quando arrivano, gli facciamo un discorso sui diritti che hanno, sul rischio
allo sfruttamento, sul rischio alla tratta, sull'interruzione di gravidanza. Insomma tutta una
serie di informazioni; sulla donna nigeriana riuscire ad intervenire è scarso. La ragazza
congolese che è stata violentata in Libia, che ha l'aguzzino lì fuori sente e ti viene a dire
qualcosa, riesci ad intervenire”
(Int. 2 – Organizzazione non governativa)
“il telefono è usato per controllare, perché una volta quando non c'era il cellulare, che
c'erano fisicamente comunque delle persone molto più presenti […] l'unità di strada si ferma
accanto ad una persona, solitamente il telefonino squilla, vuol dire che c'è qualcuno da
qualche parte che chiede: chi sono questi? Fai in fretta perché devi lavorare!”
(Int. 3 – Organizzazione non governativa)
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