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LE CASSE DI ESPANSIONE Ugo Maione (*) Premessa Le casse di espansione sono opere di accumulo dei volumi idrici comprendenti manufatti idraulici di imbocco e di sboc- co che consentono di ottenere la riduzione della portata di colmo di un’onda di piena attraverso il temporaneo invaso di parte del suo volume. I fattori che influiscono su questo feno- meno sono la capacita della cassa, le caratteristiche geometri- che e quelle idrauliche dei manufatti di alimentazione e di scarico. La forma dell’onda di piena in uscita da una cassa di espansione in linea ha l’andamento di figura 1-a, e risulta dalla risoluzione dell’equazione di continuita scritta nella forma: 2-9, =, a e nella quale Q,(t) e Q,(t) rappresentano rispettivamente le portate in entrata e in uscita al tempo t e W il volume invasato nell’opera allo stesso tempo. (*) Professore Ordinario di Idrologia tecnica, Politecnico di Milano. 230 UGO MAIONE Portata (mos) Figura 1-a - Idrogrammi in ingresso e in uscita dal serbatoio di lami- nazione o da una cassa di espansione in linea Come si vede dalla figura, fino al tempo /* la portata uscen- te @ inferiore a quella entrante e la cassa si riempie progressi- vamente. Dopo ¢* l’andamento si inverte e la cassa inizia a svuo- tarsi. Larea compresa tra i due idrogrammi nell’intervallo di tempo ¢, e ¢* é pari al volume totale invasato W=f@-2,(9)-at ® e quindi anche a quello necessario a realizzare la riduzione della portata di colmo dal valore Q,,,,, al valore Q,...,- Se a valle dell’opera non é consentito il deflusso di portata superiore ad un valore di soglia prefissato Q’,, il volume della cassa deve essere tale da consentire l’abbattimento del colmo dell’onda di piena entrante fino al valore Q’, =O,,,,- Il rapporto tra i valori di colmo delle portate uscente ed entrante: Qos Qraxi @) LE CASSE DI ESPANSIONE. 231 si definisce rapporto di laminazione, mentre per efficienza di laminazione ¢ si intende la grandezza: Q =]- Som : Qraxi i Quale che sia la forma dell’onda di piena entrante, purché definita da un solo colmo, il rendimento massimo si ottiene decapitando l'idrogramma al valore Q,,,,- Questo risultato & perseguibile solo mediante regolazione dei manufatti di ali- mentazione e scarico con organi mobili (nel caso delle casse in linea tali opere risultano essere situate sullo stesso manu- fatto). In figura 1-b é rappresentato l’andamento di un idrogramma di piena a valle di una cassa in derivazione nel caso in cui lo scarico di fondo della stessa sia chiuso durante l’evento di piena. Lutilizzo di organi mobili nei manufatti di scarico delle casse di espansione in derivazione non pone problemi sotto il profilo della sicurezza in quanto la sola conseguenza negativa che potrebbe derivare da un loro cattivo funzionamento dopo il riempimento della cassa é quella di non consentire il rapido svuotamento della stessa, senza con cid determinare gravi pe- ricoli ai territori circostanti. Anche in questo caso la regolazione degli organi di alimen- tazione della cassa permette un utilizzo ottimale del volume della cassa. 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 °% 5 10 15 20 25 30 35 ‘Tempo (ore) Portata (m/s) Figura 1-b - Onde di piena in sezioni di un corso d’acqua situate subi- to a monte e a valle di una cassa di espansione in derivazione con sfioratore laterale non regolato ed organo di scarico chiuso 232 UGO MAIONE 7000 ma an portata in arrivo a T=28 Graxu=Ov = 4000 ae NS ‘@ 3000 4 + in 7*|Tportata a valle della cagsa~~ B 2000) —/ 4 1000 | — a | % 5 10 15 20 25 30 35 ‘Tempo (ore) Figura 1-c - Onde di piena in sezioni di un corso d’acqua situate subi- to a monte e a valle di una cassa di espansione in derivazione con sfioratore laterale e argine fusibile Il miglioramento del funzionamento della cassa pud otte- nersi oltre che con I’adozione di organi mobili di regolazione anche realizzando parte degli argini con ridotta resistenza meccanica (argini fusibili), cosi da poter essere demolita o automaticamente, in caso di sormonto da parte della corrente fluviale, 0, con l'utilizzo delle tecniche del caso, dai sorveglianti idraulici preposti a questa funzione. Questa soluzione é stata utilizzata nelle golene del Po. E da notare che l’apertura improvvisa di una luce di rile- vanti dimensioni (a cui é assimilabile il funzionamento idrau- lico di un cedimento arginale) provoca inizialmente una bru- sca diminuzione di portata nell’alveo (figura 1-c). Altri due parametri importanti ai fini della definizione del fun- zionamento della cassa sono il rapporto tra il volume invasato ed il volume massimo invasabile, detto rapporto di riempimento: , 5 n= 6) indicante la percentuale di utilizzo effettivo della cassa, e lo sfasamento tra il picco dell’onda in uscita e quello in ingresso, detto tempo di sfasamento: T=T,-T,- ©) LE CASSE DI ESPANSTONE 233 Il funzionamento idraulico delle casse di espansione in fun- zione del tempo di ritorno delle onde di piena & evidenziato chiaramente nella figura 2 nella quale é riportato I’esempio di una cassa in linea con organi di scarico a bocca tarata proget- tata per un’onda di piena con tempo di ritorno 100 anni. Si pud notare immediatamente come I’ottimizzazione della cas- sa dal punto di vista del volume invasato non comporta I'auto- matica ottimizzazione nei riguardi dell’efficienza. 12% 100% 11% 10% Efficienza [-] [Hak Riempimento 9% 40% 2 3 Rapporto di riempimento[-] 20% | 10 Tempo di ritorno [anni] 100 8% Figura 2 - Andamento di ¢ e di n in funzione dei tempi di ritorno Risulta, infatti, che il massimo dell’efficienza si raggiunge per eventi di piena cinquantennali e risulta del 12%; al pre- sentarsi di un evento centennale I’efficienza scende al 10,4%, mentre per un evento poco intenso, caratterizzato da un tem- po di ritorno di 10 anni, esso si riduce all’8,7% circa. Dallo stesso grafico si vede anche che la cassa viene impe- gnata per I’83% del suo volume nel caso di evento cinquanten- nale e, naturalmente, interamente per I’evento centennale. Da questo esempio si ha la prevedibile conferma che |’effi- cienza massima di una cassa si ha per eventi di tempo di ritor- no inferiore a quello di progetto e, inoltre, che l’utilizzo di una cassa é tanto pitt parziale quanto meno gravoso é il fenomeno 234 UGO MAIONE di piena, ossia quanto pit piccolo é i] tempo di ritorno che lo caratterizza. Discende da cid la necessita di analizzare in sede di proget- to il comportamento di una cassa di espansione considerando pit eventi di piena aventi differenti probabilita di accadimento delle portate di colmo e dei volumi. Le casse di espansione Al contrario dei serbatoi di laminazione, le casse di espan- sione occupano un’area in genere molto piti estesa, conseguen- temente esse sono meno alte. Per questa ultima ragione, a parita di volume, i] loro costo dovrebbe essere inferiore a quello delle dighe. Cid perd non é sempre verificato in quanto |’am- pio sviluppo degli argini di contenimento delle casse e la ne- cessita di dover ricorrere frequentemente alla realizzazione di diaframmi al piede degli stessi, per scongiurare il rischio di collasso per sifonamento, possono comportare costi molto ele- vati che si vanno ad aggiungere a quelli da sostenere per l’espro- prio di estese superficie per i necessari movimenti di terra ('). Quanto all’impatto ambientale, il confronto con le dighe di laminazione & in genere a favore delle casse di espansione, anche se a causa della loro estensione areale e collocazione territoriale, i problemi che esse pongono possono essere rile- vanti. Le casse vengono generalmente posizionate nella parte bas- sa del reticolo idrografico ove il territorio é pianeggiante e non é difficile individuare alvei molto estesi longitudinalmente e trasversalmente. Le casse possono essere classificate in due categorie: in li- nea e in derivazione. Le prime (figure 3 e 4) sfruttano il volu- me ottenuto dal rigurgito provocato da un’opera trasversale realizzata in alveo, in genere una briglia o una traversa muni- ta di luci a stramazzo o a battente che controllano la portata () La commercializzazione dei materiali provenienti dagli scavi eseguiti per aumentare la capacita della vasca potrebbe ridurre i costi di realizza- zione dell’opera. LE CASSE DI ESPANSIONE, 235 effluente in funzione del livello nella cassa. Questo tipo di ope- ra, specie quando si rinuncia all’utilizzo di organi meccanici di regolazione, garantisce un funzionamento semplice ed affi- dabile. Figura 3 - Schema dicas- Figura 4 - Esempio di cassa in linea: cassa sa in linea (Adami, 1998) di espansione sul Fiume Panaro (Provincia di Modena, Magistrato del Po) A quest'ultimo riguardo é da osservare che I'impiego di or- gani meccanici pud determinare problemi nei casi non infre- quenti di onde di piena in cui si susseguono pitt picchi in ra- pida successione; in casi del genere, infatti, la regolazione de- gli organi di scarico, specialmente nei bacini di modesta esten- sione, rischierebbe di essere intempestiva. Questi rischi po- trebbero essere ridotti utilizzando un efficiente sistema di pre- visione in tempo reale delle piene. Le casse in derivazione (figure 5 e 6) consentono di ottenere una pit efficace decapitazione dell'idrogramma di piena a parita di volume invasato. Esse sfruttano porzioni di territo- vio che si sviluppano parallelamente all’alveo, in generale aree di pertinenza fluviale, alle quali sono idraulicamente connes- se attraverso soglie tracimabili, sifoni od altri sistemi idrauli- ci collocati nel corpo dell’argine fluviale. Tali manufatti ven- gono progettati in modo da garantire da un lato un valore ac- cettabile della frequenza in corrispondenza della quale la cas- sa viene interessata dalle piene e dall’altro che la portata mas- sima che defluisce a valle dell’opera non superi quella ritenuta accettabile per l’alveo. Con questa disposizione la cassa viene 236 UGO MAIONE allagata soltanto quando nel corso di una piena la portata su- pera il prefissato valore di soglia. Chiaramente il funzionamento delle casse in derivazione @ possibile solo se il fiume nel quale ne é prevista l’adozione é pensile o arginato. Solo in questi casi, infatti, parte dell’onda di piena pud sversarsi nella cassa e ritornare in alveo attraver- so un manufatto idraulico diverso dallo sfioratore laterale. Quando questa situazione non pud essere creata si deve optare per le casse in linea, nelle quali la connessione idrauli- ca tra il fiume e l’area circostante é prodotta dal ribassamento dell'argine. Se l’area in cui ubicare la cassa, pur non ricadendo nella pertinenza fluviale, non é molto lontana dal fiume, la connes- sione idraulica pud essere realizzata con un canale scolmatore. Figura 5- Schema dicas- Figura 6 ~ Esempio di cassa in derivazio- sa in derivazione (Adami, _ ne: I traversa principale, 2 traversa secon- 1998) daria, 3 sfioratore laterale, 4 scaricatore (fiume Secchia; Regione Emilia Romagna) LE CASSE DI ESPANSIONE 239 settori golenali separati aventi funzione di invaso statico : LP \. bocche di interconnessione tra settori golenali e fiume Figura 9 - Schema di casse in serie in linea (Paoletti, 1997) Criteri di dimensionamento Il proporzionamento di una cassa di espansione viene ge- neralmente condotto in due fasi: si procede inizialmente al dimensionamento di massima del volume necessario per otte- nere l’abbattimento del colmo di piena desiderato; in seguito si procede a valutazioni idrauliche pit: precise mediante I’uso di modelli che simulano i fenomeni idraulici attraverso cui si attua il processo di laminazione. Una prima valutazione del volume di invaso necessario per ottenere una assegnata riduzione della portata di colmo pud essere condotta attraverso l’utilizzo di procedimenti semi empirici che tengono conto delle principali variabili che go- vernano il processo di laminazione. Nel caso di casse in linea, una formula molto semplice @ quella proposta da Marone (1971): Qrowcw ’ a Ovex i 240 UGO MAIONE, dove W, é il volume complessivo dell’onda di piena entran- te, Wé il volume della cassa, Q.,,,; @ la portata al colmo del- Yonda di piena entrante e Q,,,,,, @ la portata al colmo dell’onda di piena uscente. La precedente é stata ricavata nell’ipotesi che il dispositivo di sbocco sia a stramazzo e che |’onda in ingres- so sia definibile mediante l'espressione: -t wen 3) dove tc @ il tempo di corrivazione del bacino; essa tuttavia fornisce risultati sufficientemente approssimati anche per onde di piena di forma differente, ad esempio triangolare. In via di prima approssimazione la (7) pud essere scritta nella forma: (9) Qa . dove S, ’estensione media dello specchio liquido della cas- sa,h.& ‘il tirante idrico medio nella cassa in corrispondenza del livello idrico massimo, S é la superficie del bacino idrografico sotteso dalla sezione fluviale in cui é situata la cas- sa, # un coefficiente <1 che tiene conto delle perdite idrologiche che si verificano nel bacino durante la formazione delle piene, re il coefficiente di ragguaglio delle piogge all’area, e p é@ V’al- tezza di pioggia puntuale media sul bacino di tempo di ritor- no T di progetto e di durata pari a quella che da luogo all’evento pitt critico nei riguardi della laminazione. Un altro metodo di tipo globale pitt soddisfacente di quello appena descritto si basa sulla determinazione del volume W*, (T) dell’onda di piena so- vrastante la portata di soglia Q*, (Figura 10) che rappresenta, come visto in precedenza, il valore minimo del volume della cassa necessario a ridurre la portata da Q,,,,; al valore Q*,. Come si vedra il volume effettivo della cassa & superiore, an- che di molto, a W*, (7). LE CASSE DI ESPANSIONE 241 Qi max+~ onda entrante ‘onda uscente Qv=Qu max Figura 10 - Funzionamento ideale di una cassa di espansione Tale grandezza pud essere calcolata assumendo che la curva di durata delle portate di piena possa essere descritta nel campo delle brevi durate (tra 0 e 24 ore) dall’espressione esponenziale decrescente: Qn (T) = Qyaxi Te?" (10) in cui Q,(7) e Q,,,, (7) indicano la portata che viene ugua- gliata o superata per un tempo (durata) pari a D e la portata al colmo corrispondenti al tempo di ritorno T; k & un parame- tro temporale. Esso puéd essere valutato con la seguente rela- zione di evidente significato: 24 Jo (L)dD = O,,(T)24, ay } 242 UGO MAIONE in cui Q,,(T) indica il valore della portata media in 24 ore corrispondente al tempo di ritorno 7; dalla (12) si ricava k gee ; a‘ e ) (12) con k espresso in ore. In vista della applicazione della meto- dologia a sezioni non strumentate, per le quali si suppone di conoscere solo una stima delle portate al colmo e delle portate medie giornaliere, @ indispensabile correlare i valori delle por- tate medie in 24 ore Q,,(T) ai valori delle portate medie giorna- liere Q, (7). E ragionevole esprimere la relazione fra i quantili delle due variabili in funzione del coefficiente di punta del baci- no; adottando per semplicité una dipendenza di forma mono- mia si é posto pertanto: QAT) _ oa = =C, 3 0,7)” oe dove Qraxi(L) C,(T)= on” (4) indica il coefficiente di punta. La (13) soddisfa la condizione Q,,(T)/Q,(T) +1 per C,(T) > 1. Da un’analisi effettuata su 12 bacini (150 kin’sAs2500 kim’), per i quali si disponeva dei dati necessari, si é dedotto un va- lore medio dell’esponente ad della (13) pari a 0.20. Sostituen- do le (13)-(14) nella (12) si ottiene l’espressione 1 Cra § Goa ds) P P k ; kg gen. moe) LE CASSE DI ESPANSIONE 243 La (15) @ ottimamente approssimabile nel campo dei valori 1.2sC,<3 dall’espressione esplicita k=195(C, -)*, (16) come risulta anche dal confronto riportato in figura 11. 140 120 sehen Esatta - - = = Interpolare 100 E (ore) 60 40 20 Figura 11 - Equazione (15) e sua interpolare (16) 244 UGO MAIONE, Il calcolo del volume W*, (T) pud essere effettuato nel modo di seguito indicato: 1) Si determinano le distribuzioni di probabilita dei massimi annuali delle portate al colmo di piena Q,,,, (7) e il coeffi- ciente di punta del bacino mediante metodi diretti o mo- delli di regionalizzazione. 2) Nell’ipotesi che la curva di durata, a scansione oraria, delle portate di piena per un assegnato tempo di ritorno T nel campo delle brevi durate (tra 0 e 24 ore) possa essere rap- presentata analiticamente con l’espressione (11) si ricava k dalla (15) 0 (16). 3) Fissato il valore di portata Q* compatibile con la capacita di portata dell’alveo, tramite la (11) & possibile determinare la corrispondente durata D*, (T) ed in definitiva il volume W, (T) dell’onda di piena sovrastante la portata di soglia Q’ (figura 12). Risulta, dopo alcuni semplici passaggi: D3 (T) = -k-In(e,(T)) a WT) = On i(D1-e,(TV(l-Ine,(T))] 18) avendo indicato con eT) =D) /Qpaxi(P) (ag) il rapporto di laminazione. LE CASSE DI ESPANSIONE 245 2m * WO OnM)=2_ (Ne DD) Durata D Figura 12 - Individuazione del volume da assegnare ad una cassa ide- ale a partire dalla curva di durata delle portate di assegnato tempo di ritorno Il volume W(7) da assegnare ad una cassa in linea con fun- zionamento non ideale per raggiungere il prefissato rapporto di laminazione e, (T) & maggiore di W*, (T) e dipende, oltre che dalla forma dell’onda di piena, anche ‘dalla a legge di efflusso degli organi di scarico. Il volume aggiuntivo Ww, (T) pud essere valutato in prima approssimazione calcolando I’ ‘area, del trian- golo di base D*, (T) ed altezza pari alla differenza Q, - 9,3 Q, indica la portata oltre la quale gli scarichi di fondo iniziano a funzionare sotto battente e la cassa inizia in generg ad invasarsi in maniera significativa (figura 13). Il volume W,(T) pud es- sere notevole e paragonabile (talvolta superiore) a W,(T). In definitiva il volume da assegnare ad una cassa in linea visulta: 246 UGO MAIONE W(L) = W, (1) + W, (1) = Qpoxs TIL e, (T)(L- Ine, (7))]- 0.5(Q) - Q,)k-In(e,(T)) (20) Qn D=2, De?" DD) Durata D Figura 13 - Individuazione del volume da assegnare ad una cassa in linea reale a partire dalla curva di durata delle portate di assegnato tempo di ritorno Per individuare il volume da assegnare ad una cassa in de- rivazione occorre formulare delle ipotesi sul funzionamento dello sfioratore di collegamento tra alveo e cassa e sulle carat- teristiche degli organi di scarico della cassa stessa. Per quanto riguarda il primo aspetto il comportamento dello sfioratore @ stato schematizzato come indicato in Figura 14. Al di sopra della soglia Q,, che rappresenta in questo caso la portata oltre la quale lo scaricatore inizia a funzionare, il le- game tra la portata proseguente verso valle Q*, e quella prove- niente da monte Q_, & supposto lineare. LE CASSE DI ESPANSIONE 247 Il coefficiente angolare della retta & funzione delle carat- teristiche (lunghezza e forma) dello sfioratore stesso nonché di quelle dell’opera di regolazione posta in alveo. Le relazioni che esprimono la portata »allontanata dallo scaricatore Q, sono pertanto le seguenti: Q, =0 Q,, = Q, -9) @ Q, = (1- B)(Q,, - 2,)= 2 Gi Ie. -O,) Q, = Q,, (21) dove per determinare £ si é ipotizzato che lo scaricatore sia stato dimensionato in modo da abbattere la portata proveniente da monte Qn=QOmaxi(T) al valore Q> . Q Q(T) Qn Figura 14 - Schema semplificato di funzionamento dello scaricatore 248 UGO MAIONE Nella (21) @ implicita l'ipotesi che lo sfioratore non sia ri- gurgitato; in caso contrario il legame tra portata proveniente da monte e proseguente verso valle non sarebbe pitt univoco, dipendendo anche dal grado di sommergenza della soglia. Per quanto riguarda il funzionamento dello scarico della cassa in derivazione, si pud ritenere che la portata da esso al- Jontanata sia trascurabile durante I’evento di piena; tale ipote- si, oltre ad essere conservativa, si giustifica considerando che frequentemente i tempi di svuotamento delle casse in deriva- zione sono piuttosto lunghi, proprio per evitare di sovraccari- care l’alveo di valle durante la piena. Sulla base della (21), considerando l’idrogramma di piena coincidente con la curva di durata delle portate di prefissato tempo di ritorno, il volume da assegnare alla cassa risulta: DAT) DT) WT)= [2dD=0-B) (Qo7)-2) ay ° ’ dove D,(7) é la durata della portata Q,. Dalla (21) é facile con- statare che il volume da assegnare alla cassa si ricava moltipli- cando per il fattore (/-f) il volume W*,(T) ottenuto con la rela- zione (18), ponendo perde, (T)=0/0,,,, , (7). Risulta in definitiva Peai(D= 2 19, rfi-ej(ry{t-Ine(7))] 3) W(T)= 6 eo Le approssimazioni adottate possono comportare sovrasti- me di W che sono tanto pit grandi quanto pit grande é il vo- lume aggiuntivo rispetto a W*, (T). Per questo motivo le for mule danno le migliori prestazioni quando W*, (T) rappresen- ta una quota significativa del volume totale W. Esempio di applicazione: Lapplicazione della procedura il- lustrata é assai semplice, come risulta dall’esempio che segue eche si riferisce al dimensionamento di una cassa d’espansio- ne in linea per il Volturno a Ripaspaccata. Si vuole ridurre la portata di colmo centennale al valore Q* =462mce/s. LE CASSE DI ESPANSIONE. 249 Non essendo disponibili osservazioni idrometriche per tale sezione le stime della portata al colmo e del coefficiente di punta del bacino devono essere effettuate su base regionale attraverso le formule presentate. La superficie del bacino e l’altitudine media rispetto alla sezione di interesse sono rispettivamente A=214 km? e H=640 m; per il coefficiente ¢ si @ adottato il valore 0.63, relativo alla sezione di Amorosi. Utilizzando tali dati si sono determinati i parametri o(Q) e C, (assunto indipendente da T). La portata al colmo Q,,,, Ca =100) é stata poi calcolata con il modello MGs. Tabella 1 Dati in ingresso Mnax i(T=100) 594 me/s G 2,21 a 462 me/s Tabella 2 Risultati k 16,56 h Di) 416h W.(T) 0,95-10° me Supposio di realizzare una cassa in linea e che il valore di portata oltre il quale lo scarico di fondo inizia a funzionare sotto battente sia Q.=123 me/s, si ha a norma della (20): W=3.49x 10%mc. Nell’ipotesi di cassa in derivazione, supponendo che lo sfioratore di alimentazione inizi a funzionare quando Q=350 me/s dalla (23) si ottiene invece W=1.90x10%mc. 250 UGO MAIONE, Lopera di alimentazione della cassa deve essere progettata in modo che si verifichi il funzionamento ora indicato; cid comporta che la scala delle portate dell’opera sia tale per cui al presentarsi del picco dell’onda di piena defluisca attraverso di essa la portata Q,,,,,;- Q*,: Verifica del funzionamento idraulico della cassa Una volta ottenuto il volume di prima approssimazione della cassa occorre verificare che esso si possa ricavare sul territo- rio interessato dall’opera. Lindagine da svolgere in proposito deve permettere di individuare gli elementi principali neces- sari alla progettazione della cassa: tipologia, possibilita di reperimento di volumi aggiuntivi attraverso lo scavo di mate- riali, condizioni geomorfologiche idonee alla realizzazione delle singole opere, ecc. Le soluzioni individuate devono quindi essere verificate af- finando e sviluppando i calcoli in modo pit dettagliato. Il funzionamento idraulico delle casse di espansione, indi- pendentemente dalla specifica tipologia e nel caso non abbia- no eccessiva lunghezza nel senso del corso d’acqua, pud esse- re studiato con modelli semplificati cosiddetti statici, che si basano sulla soluzione numerica dell’equazione di continuit: 2.) -2,9 =O 24) nella quale Qi e Qu rappresentano rispettivamente la portata entrante e quella uscente dalla cassa al tempo t e W(t) é il vo- lume invasato nella cassa allo stesso tempo. La prima di tali portate deve ritenersi fissata come condizione al contorno di monte e pud derivare da uno specifico idrogramma osservato, ad esempio misurato nel corso di un evento di riferimento, ovvero, da un idrogramma sintetico costruito con l’ausilio di modelli afflussi-deflussi assumendo un evento meteorico associabile in qualche modo al tempo di ritorno T di progetto. Nelle casse in linea l’onda di piena in ingresso alla cassa coin- cide con quelle del corso d’acqua naturale indisturbato. Nelle casse in derivazione invece le portate in ingresso Q,(t) dipen- LE CASSE DI ESPANSIONE 251 dono dalla scala delle portate dell’opera di alimentazione che connette la cassa al fiume. La portata effluente Q, dipende in- vece dalla scala di efflusso Q,(h) dell’opera (o delle opere) di scarico, Il volume invasato We, a sua volta, funzione del livel- lo idrico nella cassa e quindi del carico h sull’opera di scarico. In definitiva le variabili dipendenti Qu(t) e W(t) possono espri- mersi nella forma: Q,(t) = Q,(t,A(4)) (25) W(t) =W(A(t)) (26) Nel caso in cui i manufatti di scarico siano fissi, ossia non regolati da organi mobili, la Q,(t) & funzione del tempo 1 at- traverso il solo livello idrico h.’Nei casi in cui i manufatti di scarico siano muniti di organi mobili come paratoie, valvole e saracinesche non si pud pit parlare di una scala delle portate in quanto le caratteristiche geometriche dello scarico variano nel tempo. La (26) é detta curva di invaso e dipende dalle caratteristiche morfologiche dell’area in cui viene realizzata la cassa. Essendo: sup W(h)= fS@ah : (27) Rint con hk quota generica del pelo libero nella cassa, @ possibile calcolare la curva di invaso avendo a disposizione una carta a curve di livello in scala adeguata (in genere 1:10000 o 1:5000). La superficie S racchiusa all’interno di una curva di livello pud essere misurata graficamente, tramite planimetro, oppu- re, numericamente, attraverso la formula di Gauss: N=t 1 Se abs(3 > (in) Oia +94) (28) 252 UGO MAIONE, ove x, e y, sono le coordinate dei vertici delle curve derivate, ad esempio, dalla cartografia numerica, oppure, in presenza di un rilievo topografico di dettaglio, dalla elaborazione dello stesso. Loperazione, lavorando in ambiente CAD é del tutto automatica ove si sia assicurata, di solito manualmente, la continuita e la chiusura di tutte le curve. Si pud quindi calcolare la curva di invaso, considerando una sequenza discreta di valori di /, nella forma: WSEAS) Gm) ay 2 Se necessario, si pud valutare l’opportunita di esprimere in forma analitica la curva di invaso. In questo caso si utilizza in genere un polinomio di secondo o terzo grado per operare una regressione tra i volumi W, ottenuti e i corrispondenti valori h, nella forma: W(t) , ht (30) Per il calcolo della curva di invaso non sembra inutile fare alcune precisazioni. Innanzi tutto, per cid che concerne la regressione dei dati noti, é necessario che volumi e quote non differiscano pitt di un ordine di grandezza; i volumi devono quindi essere espressi in migliaia, centinaia o milioni di metri cubi a seconda dei casi. Per controllare I’affidabilita della cur- va é inoltre utile verificare che gli scostamenti tra punti reali e punti calcolati siano accettabili. La curva deve passare per il punto W=0, h=h,,, dove h,,,@ il punto a quota minima, ed infine se la rappresentazione “della curva di invaso mediante una unica equazione non risulta sod- disfacente, @ necessario suddividerla in pit tratti esprimibili da differenti equazioni. Sostituendo le equazioni (26) e (39) nella (24) si ottiene un legame differenziale tra due sole funzioni del tempo, Q,(t) e h(t), che pud essere risolta rispetto ad una delle due, qualora si conosca I’altra e si specifichino le condizioni iniziali, cioé il LE CASSE DI ESPANSIONE, 253 valore della funzione incognita all’istante t=0. Nelle situazioni pit frequenti la variabile nota é la portata in ingresso Q,(t) e quella incognita da calcolare é@ il livello idrico h(t). Ricavati i valori di quest’ultima nel modo detto si ottiene la portata in uscita Q_(t). La soluzione di tale equazione differenziale in forma chiu- sa é possibile solo nel caso in cui le espressioni della (25), del- la (26) e l’onda di piena in ingresso siano definite analitica- mente e in forma semplice. In genere la risoluzione delle equazioni dette avviene inve- ce per via numerica trattando l’equazione (24) per differenze finite scrivendola nella forma: Qit+ A+; Oy (t+At)+Q,() _ WA + At) - WAM) 2 2 At (31) Lespressione che ne risulta é in forma implicita. Di conse- guenza non é possibile calcolare direttamente il valore di h(t+At). Per questa ragione & necessario procedere iterativa- mente adottando, ad esempio, lo schema che segue: 1) nota la condizione iniziale (h(t=0)=h,), si avvia la procedu- ra con un primo valore di tentativo per h(t+At); 2) si esplicita la Q,(t+At) dalla (31): Qit+ At) +Oi(t) _ W(AE+ At) -W(h@)) Q, (t+ At) =2: 7 Ay } = 0,0) (2) 3) si cercano due valori iniziali h(t+Av),,., h(t+At),,, tali per cui la differenza tra la (32) e la (25) dia due risultati di segno discorde; 4) si calcola una nuova altezza /1"(t+At) con l’espressione: A(t + At), A(t + Ai W'(t+ At) = +A(t+ At). 2 ink SP (33) 5) Si ritorna al punto 3 sviluppando sempre i calcoli nell’in- tervallo di altezze i cui estremi forniscono una differenza tra la (32) e la (25) di segno discorde. 254 UGO MAIONE, 6) Le iterazioni vengono ripetute fino a quando la differenza tra la (32) e la (25) risulta inferiore ad un valore ¢ scelto a priori. Nei riguardi del significato delle grandezze Q,(t) e Q,(t) si osserva che: come gia detto, nel caso di casse in linea, Q,(t) e Q,(z) rappresentano rispettivamente l’onda di piena proveniente da monte e la portata effluente delle luci ricavate nell’opera trasversale che sbarra il corso d’acqua; nel caso di casse in de- rivazione la Q,(t) @ la portata convogliata dall’opera di alimen- tazione della cassa (sfioratori, sifoni, ecc.) ela Q,(t) @ quella totale uscente dallo scarico di fondo e dallo sfioratore di sicu- rezza. Londa di piena laminata Q_.(t) viene calcolata con Tespressione: O,n(t) = Qe - Og O) + Qu (1) (34) dove Q,(t) é la portata sfiorata e Q,.(t) @ la portata provenente dal bacino di monte. Si pud osservare che l’espressione (34) contiene in sé un'ipo- tesi implicita. Si suppone infatti che il tempo necessario al- l’onda di piena per percorrere il tratto compreso tra l’opera di alimentazione della cassa e lo scarico di fondo sia inferiore al passo di calcolo Af e, pitt in generale, che sia trascurabile ri- spetto a quest’ultimo. Se cid non fosse l’equazione (34) andrebbe riscritta nel se- guente modo: Oy (0) = Qin(t-T,) - Op F-T) + Out), 35) dove 1, & il tempo necessario a percorre il suddetto tratto. Considerando che durante un evento di piena le velocita in alveo possono essere valutate in 4-5 m/s ed ipotizzando che le distanze tra organi di alimentazione e organi di scarico sono al massimo dell’ordine di qualche centinaio di metri, z, risulta essere pari al massimo a poco pit di un minuto. In alcuni casi la somma tra la portata laminata e la portata uscente dagli organi di scarico possono produrre un idrogram- ma risultante a 2 picchi. LE CASSE DI ESPANSIONE 255 Infine nel caso di casse a pili settori, per i settori intermedi vale lespressione: AW) settore dt on Ojsup(t) -Qy(0 = dove Q,..,,(1) @ la portata proveniente dallo sfioratore di super- ficie del settore a monte, Q(t) é la portata uscente dal settore e convogliata al settore di valle tramite lo sfioratore e/o diret- tamente al fiume tramite lo scarico di fondo. Se il livello del singolo settore intermedio durante la simu- lazione si trova sempre al di sotto della quota dello sfioratore del settore immediatamente a monte, i singoli settori possono essere simulati separatamente. Quando il livello idrico del set- tore di valle rigurgita, i settori sono idraulicamente dipenden- ti uno dallaltro. Tn queste condizioni la simulazione idraulica diventa alquan- to complessa. Prendendo come esempio una cassa con due set- tori, e chiamando con h, ed h, rispettivamente il livello del settore di monte e quello di valle, la procedura da adottare & la seguente: 1) ad ogni passo temporale si calcola dapprima il livello h, e poi (nota la portata uscente dal settore di monte Qu, ugua- le a quella entrante nel settore di valle Qe,) il livello | hy; 2) se h, verifica la condizione, la portata Qu, dipende anche da he 3) si tenta quindi un valore di h,; 4) si calcola la Qu, e quindi il livello idrico h, tenendo conto che la formula della portata uscente Qu, & ora quella dello stramazzo rigurgitato, e poi di nuovo si ‘calcola hy; 5) se h,=h,, si passa al passo temporale successivo, altrimenti si tenta un nuovo valore di / Per il calcolo delle scale di effiusso degli organi di i ingresso e di uscita dalla cassa vedi il precedente paragrafo “Verifica del funzionamento idraulico della cassa”. Nel caso in cui le vasche abbiano lunghezza di qualche ri- lievo sicché non é pit accettabile l'ipotesi di funzionamento statico della cassa, o dei singoli settori di essa (superficie li- quida nella cassa in ogni istante orizzontale), occorre passare all’utilizzo di modelli basati sulle equazioni di de Saint Venant monodimensionali e, solo in qualche caso, bidimensionali. 256 UGO MAIONE Svuotamento della cassa Il tempo di svuotamento della cassa ha notevole importan- za per diverse ragioni. In particolare esso stabilisce dopo quan- to tempo la cassa é nuovamente in grado di ripristinare le con- dizioni preesistenti, e quando é in grado di fronteggiare pit eventi di piena consecutivi. Se da una parte é auspicabile che la cassa non abbia tempi di svuotamento eccessivi per non aggravare i problemi di sifonamento degli argini, dall’altra il mantenimento del volu- me all’interno della cassa per qualche tempo potrebbe permet- tere di raggiungere il massimo dell’efficienza. Il tempo di svuotamento viene calcolato direttamente stu- diando il funzionamento idraulico della cassa con i procedi- menti descritti. E da osservare in proposito che lo svuoctamento della cassa avviene in un tempo inferiore rispetto a quello for- nito dal calcolo, in quanto quando il livello idraulico nella cassa diventa esiguo, gli effetti della pendenza della cassa e della presenza dei canali di scolo non sono pit trascurabili. Lipote- si statica viene quindi a mancare in quanto non sono in que- sto caso trascurabili i moti orizzontali in direzione degli orga- ni di scarico. Analisi delle prestazioni delle diverse tipologie di cassa Come si é gia detto il rapporto di laminazione e di una cas- sa in linea munita all’estremita di valle da una luce a stramaz- zo, in via di prima approssimazione, pud essere calcolata con Ja formula di Marone. La generalizzazione della (7) al caso di 1 casse in serie di- sposte in linea ciascuna di volume W/n, conduce alla seguente espressione: Qo e= (37) LE CASSE DI ESPANSIONE 257 oO 05 wai 1 1,5 Figura 15 - Andamento del rapporto di laminazione al variare del nu- mero n di casse di espansione E necessario segnalare che questa relazione é valida solo se le singole onde in ingresso alle casse in linea rispettano le ipo- tesi su cui si basa la (7). Dal grafico di figura 15 si pud osservare come per raggiunge- re la stessa riduzione del colmo di piena il sistema di casse di espansione in serie richiede un volume pit grande e tanto pit grande quanto maggiore é la riduzione del colmo che si vuole ottenere e quanto maggiore é i] numero di casse in linea (2). La relazione (37) cade in difetto quando le casse sono di- stanti tra loro e diventa tanto piti imprecisa quanto maggiore é tale distanza. In questa situazione si ricade nel caso cui si é accennato al termine del paragrafo precedente; inoltre potrebbe non essere trascurabile il contributo di portata e volume ag- giuntivi dato dagli affluenti che si incontrano nel tratto fluvia- le in cui sono situate le diverse casse. () A parita di volume di invaso, all’aumentare del numero di casse 0 settori la portata di picco uscente tende ad aumentare a scapito dell’effi- cienza di laminazione (figura 15-a). 258 UGO MAIONE, Se le casse in linea disposte in serie possiedono organi di alimentazione e scarico funzionanti a battente e non a stra- mazzo e/o l’onda di piena ha forma diversa da quella ipotizzata da Marone, la relazione (37) fornisce risultati meno precisi pur rimanendo sostanzialmente valido il concetto che all’aumen- tare del numero di casse in linea, aumenta il volume comples- sivamente necessario per ottenere un assegnato rendimento di laminazione. Il calcolo dell’efficienza viene svolto come segue: Or Catron Oras i Qmax uy Qa ty AS HT (38) Q Ins] 8 a) Figura 15-a - Funzionamento idraulico di casse in serie o a pitt settori (Paoletti, 1997) LE CASSE DI ESPANSIONE 259 (39) Dove Q é la portata massima in uscita dall’ultima cassa, é la portata in usci- Q,,., @ quella in entrata dalla prima, Q ta dalla j-esima cassa. A parita di volume per un’unica cassa in linea risulta: max tj Quoc Faye (40) Qa Poiché Q,,,, ,.< O,,,., Visulta: e'=l-e'>é ab Lespressione del rapporto di laminazione per una serie di n casse in linea, ciascuna di volume pari a W/n, assume la se- guente forma: Ww (42) Per cid che concerne I'efficienza di una cassa di espansione in derivazione é necessario fare le seguenti puntualizzazioni. Mentre nella soluzione in linea, la cassa coincide con I’alveo, in una cassa in derivazione, alveo e cassa sono entita fisica- mente ed idraulicamente ben distinte. E quindi possibile par- lare di efficienza facendo riferimento separatamente alla cas- sa e al fiume. Delle due efficienze quella che interessa mag- giormente riguarda il fiume anche se il grado di efficienza della cassa potrebbe avere ripercussioni importanti sulla portata complessivamente defluente nel fiume a valle della stessa. 260 UGO MAIONE, Riguardo al fiume, l’efficienza é sempre data dalla (4) nella quale Q,,,.,, @ la portata immediatamente a valle degli organi di scarico. Va da sé che all’aumentare delle dimensioni degli organi di scarico ed in assenza di organi meccanici di regolazione, la cassa si svuota pit rapidamente. In questo caso, a fronte di un pitt ridotto volume della cassa corrisponde una minore effi- cienza di laminazione in quanto le maggiori portate restituite in alveo vanno a sommarsi a quelle defluenti in alveo a valle dell’organo di alimentazione. Lefficienza massima si ottiene quindi mantenendo chiusi gli organi di scarico durante il passaggio dell’onda di piena; cid richiede perdé maggiori volumi di invaso. Lefficienza delle casse in derivazione pud essere valutata in maniera analoga al caso delle casse in linea: la cassa in de- rivazione pud essere considerata infatti come una cassa in li- nea per la quale l'idrogramma in ingresso é dato dall’anda- mento nel tempo della portata in essa immessa tramite l'ope- ra di sfioro. Quanto al caso di pit casse in derivazione poste in serie, nell’ipotesi che gli organi di scarico rimangano chiusi durante Tevento di piena, occorre tenere presente quanto segue. Confrontando i risultati dei calcoli svolti ottenuti con una unica cassa in derivazione e con piii casse in serie si é osser- vato che, a parita di rapporto di laminazione, la lunghezza complessiva delle soglie sfioranti nel caso di pit casse risulta minore rispetto a quella della cassa unica. Cid & essenzialmente dovuto al fatto che i livelli idrici sugli sfioratori sono mediamente pit alti. Questo consente di scari- care complessivamente la stessa portata a fronte di una lun- ghezza totale inferiore. Per cid che concerne il volume necessario alla laminazione, un sistema di casse in derivazione poste in serie necessita com- plessivamente dello stesso volume rispetto al caso di una uni- ca cassa. Infine le casse in derivazione suddivise in settori, a parita di volume e di medesimi organi di alimentazione e scarico di una cassa in derivazione semplice, rispetto a quest’ultima pre- sentano una minore efficienza di laminazione. Infatti la cassa a settori é idraulicamente equivalente a pit casse in linea po- LE CASSE DI ESPANSIONE 261 ste in serie. I] peggioramento quindi é tanto pid significativo quanto maggiore é il numero di settor Se, durante il passaggio dell’onda di piena, gli organi di sca- rico non sono chiusi, il peggioramento dell’efficienza della cassa si traduce anche in un peggioramento dell’efficienza dell’alveo (anche se quest'ultimo risulta meno significativo). Scelta della tipologia di cassa in relazione alle caratteri- stiche del territorio La scelta della tipologia di una cassa di espansione pitt ido- nea al raggiungimento di determinati obiettivi dipende da molteplici fattori che possono cosi sintetizzarsi: 1) condizioni topografiche Nei terreni con caratteristiche morfologiche che favorisco- no lo sviluppo di corsi d’acqua pensili, risulta possibile il ri- corso a casse in derivazione che, come si é visto, forniscono il miglior rendimento a parita di volume disponibile. Se queste condizioni non sono verificate occorre ricorrere alle casse in linea, salvo che non sia dimostrata la convenien- za di riportarsi al caso precedente attraverso il rimodellamento morfologico del terreno; 2) recupero di manufatti idraulici esistenti I manufatti idraulici gia esistenti possono fornire un’utile guida verso le scelte tecniche. I riutilizzo di questi manufatti pud comportare sia vantag- gi di carattere ambientale (recupero e restauro di briglie, tra- verse, arginature, ecc.) sia, in alcuni casi, di carattere econo- mico. Questi ultimi sono perd di regola alquanto incerti: po- trebbe accadere infatti che il recupero di manufatti esistenti comporti scelte tecniche economicamente pitt svantaggiose. Ad esempio, il recupero di una briglia troppo lontana dallo sfioratore laterale potrebbe provocare un rigurgito insufficiente a creare un carico adeguato sullo stesso; conseguentemente si renderebbe necessario progettare I’opera di sfioro con lunghez- ze eccessive. Da cid potrebbero derivare sia rischi per il buon funzionamento idraulico (possibilita di formazione del risalto di fronte all’opera stessa) sia costi complessivi maggiori. Le arginature possono essere facilmente recuperate e mo- 262 UGO MAIONE dificate ad hoc sia nel caso di casse in linea che in quelle in derivazione. La presenza di argini trasversali permette di suddividere la cassa in settori a vantaggio di una gestione migliore del terri- torio. La soluzione con casse a settori é particolarmenie indi- cata nel caso di grandi opere. Nelle casse minori potrebbe es- sere conveniente rimuovere I’argine traverso, se esso non ha altra funzione (ad esempio se non ospita una strada) ed il vo- Jume che occupa é rilevante producendo un sensibile calo del- Yefficienza della cassa. Altre opere idrauliche recuperabili sono i canali di scolo che possono essere risistemati per facilitare e rendere pitt rapida la fase finale dello svuotamento della cassa. Questi costitui- scono anche un’ottima soluzione alternativa alla costruzione di settori nel caso in cui lo sfioratore inizia a sfiorare per por- tate modeste e che quindi interessano la cassa con frequenza eccessiva; 3) condizioni ambientali Dal punto di vista ambientale le casse di espansione in li- nea risultano essere in genere meno impattanti delle dighe in quanto i manufatti idraulici richiesti per il loro funzionamen- to sono in genere in minor numero e di dimensioni limitate per cui pit facilmente si integrano nel contesto territoriale ed ambientale (vedi ad esempio la possibilita di provocare il rigurgito della corrente con delle barre in gabbioni e terra o con bocche tarate in gabbioni rinverditi). Le casse in linea sono quindi particolarmente idonee per le aree di grande valore naturalistico. Le casse in linea interrompono peré la continuita del corso d'acqua dove sono collocate, causando danni alla fauna ittica. A questo problema si ovvia dotando le opere trasversali che sbarrano il corso d’acqua di dispositivi atti a favorire la risali- ta dei pesci. Impatti sul territorio di una certa importanza sono procu- rati dai diversi manufatti idraulici necessari al funzionamen- to delle casse, tra i quali le opere di sfioro che, salvo casi di modesta importanza, vengono realizzate solitamente in calce- struzzo. Aspetti positivi di carattere ambientale sono invece connes- si alla possibilita di riqualificazione naturalistica di aree de- LE CASSE DI ESPANSIONE 263 gradate, in quanto l’inondazione periodica delle casse offre la possibilita di realizzare aree umide e/o boscate nelle quali si pud favorire l’installazione di specie animali o vegetali autoctone di pregio. Sotto questo riguardo la possibilita nelle casse in derivazione di regolare con organi mobili le opere di alimentazione favorisce tali recuperi naturalistici; 4) condizioni idrauliche Dal punto di vista idraulico le casse in derivazione sono par- ticolarmente convenienti in quanto a parita di volume dispo- nibile consentono un abbattimento del colmo piu efficace. Inol- tre, sempre a parita di volume disponibile, pitt casse in serie, poste a non grande distanza tra loro, consentono sostanzial- mente lo stesso abbattimento del colmo al contrario di quanto avviene nel caso di pitt casse in linea poste in serie. Cid é stret- tamente vero nel caso in cui le casse siano sufficientemente vicine ovvero quando @ trascurabile l’effetto di laminazione esercitato dal tronco d’alveo compreso tra una cassa e quella successiva. Le casse in derivazione non producono uno sfasamento del picco dell’onda di piena, fenomeno che si verifica invece per le casse in linea. Mentre nel primo caso di fatto non si hanno conseguenze sulla sovrapposizione delle onde di piena alla confluenza dei fiumi, nel secondo la possibilita che si abbia lo sfasamento dei colmi deve essere attentamente studiata in quanto i relativi effetti potrebbero essere positivi (sfasamento di due colmi che in precedenza si sovrapponevano) o negativi (sovrapposizione di due colmi che erano in precedenza sfasati) rispetto alla situazione naturale cioé in assenza di casse. Per cid che concerne il trasporto solido, la cassa in linea si comporta analogamente ai serbatoi di laminazione, tende cio ad interrirsi pit frequentemente rispetto ad una cassa in deri- vazione, questo perché la soglia permette di selezionare il ma- teriale in ingresso alla cassa, eliminando quello che si muove per trasporto al fondo; 5) condizioni economiche Le casse in derivazione sono in genere pitt costose di quelle in linea a causa del maggior numero di manufatti idraulici di cui necessitano. Se l’area occupata dalla cassa ospita anche attivita di un certo pregio, possono risultare eccessivamente onerosi i costi 264 UGO MAIONE, di espropri ed indennizzi. Per questo motivo lalternativa di una cassa a settori potrebbe risultare economicamente pit conveniente; 6) ubicazione dell’opera nel bacino A scala locale una cassa di espansione ha la funzione di proteggere le aree poste nelle sue vicinanze. Vista nell’ottica del piano di bacino essa ha anche la funzione di contribuire alla riduzione dei colmi di piena nel reticolo di valle, fino al- lasta principale e anche oltre. Ovviamente le casse che sottendono bacini piccoli possono avere una funzione esclusivamente locale. Via via che ci si av- vicina all’asta principale la cassa pud contribuire con efficacia crescente alla laminazione significativa delle portate anche per Yasta stessa. Il parametro da prendere a riferimento nella progettazione di una cassa di laminazione nel bacino é la portata compatibi- le di valle Q’,. Questa pud essere pensata funzione non solo delle caratteristiche locali dell’alveo (area sezione bagnata A, pendenza i, coefficiente di scabrezza K,, raggio idraulico R) ma anche dalla distanza d dall’asta principale. In linea generale, e da un punto di vista meramente econo- mico, l’individuazione di Q’, richiederebbe la soluzione di un problema a molti obiettivi. In assenza di tali analisi la scelta pit. conveniente da adot- tare @ quella di asservire le casse sugli affluenti esclusivamen- te agli affluenti e quelli sull’asta principale esclusivamente al- Yasta principale.

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