Il Numero 5 de 'Il Cingolo'

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il Cingolo  n.

 5, dicembre 2010

l’informazione che lascia il solco

light
Quando ti trovi d’accordo
con la maggioranza, è il momento
di fermarti a riflettere.
Mark Twain

~
Caporedattore
Antonino Dolce

Vice
Pina Colamarino

Webmaster
Nicola Lucio Ciancaglini

Redazione
Stefania Cionci, Giorgio Conti,
Gianni Cordisco, Fernando Crisci, hal_9000
Giordana D’Achille, Roberto De

Sommario
Ficis, Elena Falcucci, Valentino
Giammichele, Giulio Giarrocco,
Angelo Marchione, Manuela Moro,
Daniele Roberti, Valentina Sciascia,
Emanuela Tascone
salute L’insostenibile debolezza dell’essere ���������6
Stampato in proprio La pillola un anno dopo ����������������������������� 3
Distribuito a: Fresagrandinaria,
il Cingolo culturale racconta
Furci, Lentella, San Salvo, Vasto
(presso sede Arci).
Attualità Racconto di Natale�������������������������������������� 7
Famiglia� Il ‘modello unico’ è bipartisan �����4 Uno dei due�������������������������������������������������8
Contatti
ilcingolo@gmail.com il Cingolo culturale Pagina promozionale e non solo
http://www.facebook.com/ilCingolo Libri da comodino ������������������������������������� 5 Lentella, bellezza sostenibile ������������������� 10

Supplemento di histonium.net,
Reg. Tribunale di Vasto n. 106 del 25
maggio 2005, anno VI, num. 361.

ilcingolo.net
On-line su www.sansalvo.net e
www.iltrigno.net 
da domenica 2
gennaio 2011.

  Gli approfondimenti, le storie, la


cultura e l’informazione de il  Cin-
golo approdano sul web all’indirizzo
www.ilcingolo.net.

Oltre al semplice download della ri-


vista cartacea, il nuovo portale ren-
derà possibile un aggiornamento
costante degli articoli provenienti
dalla nutrita redazione e si potranno
seguire gli sviluppi delle vicende se-
guite dalla rivista.

Un luogo d’incontro virtuale per non 


perdersi di vista tra un numero e l’al-
tro e coltivare una corretta informa-
zione!

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salute | pillola

la pillola
un anno dopo
Stefania Cionci cioncistefania@yahoo.it

passato un anno dal via chiesta mesi addietro in seguito all’ar- sono obiettori, ma che questa è una
libera all’utilizzo della pil- rivo di una circolare regionale. Inoltre, condizione comune a molti ospedali
lola RU486 negli ospedali sembra che, qualora la pillola dovesse in Abruzzo alcuni dei quali non hanno
italiani e una domanda mi arrivare, la struttura ospedaliera po- addirittura medici che la pratichino.
sorge spontanea: l’ospeda- trebbe non essere in grado di ospitare Eppure mi è sembrato di capire che
le di Vasto si sarà adeguato alla storica e  le pazienti che ne facciano richiesta in molte donne ricorrono all’aborto e che
tanto sofferta decisione? Sono curiosa quanto la sua somministrazione preve- i relativi numeri sono elevati. Si tenga
e decido di fare delle ricerche. La pri- de, per legge, una degenza di tre gior- presente che solo all’ospedale di Vasto
ma persona da cui potrei avere delle ni e, dunque, una struttura che abbia vengono eseguite in media cinque in-
risposte è il mio medico di famiglia e, una certa disponibilità di posti letto. terruzioni ogni settimana. Tutto que-
dopo aver atteso pazientemente il mio Direi un paradosso se si tiene presente sto rappresenta un disagio per chi si
turno, entro nel suo studio. Immedia- che l’aborto chirurgico, di gran lunga trova a gestire un simile servizio me-
tamente mi spiega il funzionamento più rischioso, viene effettuato in Day  dico stanti le difficoltà di combinare le
della RU486, ma lo interrompo per- Surgery e la paziente viene dimessa il strutture, l’esiguo personale medico,
ché stavolta sono interessata a sapere giorno stesso. Ma c’è di più! Non solo le alte richieste e i tempi brevi entro
a chi e a quali strutture rivolgermi nel vengo a sapere, mio malgrado, che la cui un’interruzione può essere effet-
caso in cui volessi interrompere una dottoressa responsabile del servizio di tuata. In conclusione non solo non ci
gravidanza con la RU486. Mi spie- I.V.G. è l’unica a praticare l’interruzio- sono novità ma a quanto pare l’argo-
ga che lui è la persona meno adatta ne di gravidanza presso il nosocomio mento aborto alle soglie del 2011 spa-
non potendo neppure prescriverla e vastese poiché tutti gli altri medici venta ancora.
mi consiglia di andare al consultorio.
Decido di seguire il suo suggerimento
e il giorno seguente sono al consul-
torio. Anche qui non riesco a sapere
molto non avendo la struttura ricevu-
to ancora alcuna direttiva. Tuttavia
l’ostetrica mi svela l’esistenza, presso
l’ospedale, di un servizio medico di
I.V.G., che sta per Interruzione Volon-
taria di Gravidanza, e di una dottores-
sa responsabile del servizio stesso la
quale, una volta a settimana, esegue
gli interventi chirurgici. Questa volta
credo di aver trovato la persona giu-
sta. Finalmente, dopo qualche gior-
no e un po’ di attesa, riesco a parlare
con il medico in questione. La nostra
chiacchierata è molto interessante
e tocca tutti i punti della mia ricerca
compresi la religione e la morale, ma in
men che non si dica le mie aspettative
vengono deluse. Mi fa presente che la
pillola abortiva a Vasto non c’è ancora
e che si fa fatica anche a parlarne, no-
nostante l’ospedale ne abbia fatto ri-

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attualità | famiglia

vata solo dalle associazioni. Anche il

Famiglia
mondo politico è intervienuto, muo-
vendo però da altre basi. Risponden-
do a Sacconi e a Giovanardi, interve-
nuto prima del ministro del Welfare
con toni ancora più duri, i democra-

il ‘modello unico’ è bipartisan


tici – a parte la prevedibile reazione
di Paola Concia – hanno ignorato la
questione omosessuale, presa in con-
siderazione solo dai ‘soliti’ radicali
che protestavano durante i lavori del-
la conferenza.
Era difficile aspettarsi qualcosa di
andrea Tornese diverso: il PD, anche quello di base
e ‘giovane’ di Renzi e Civati, sulle
sulla demonizzazione e le di Arcilesbica – il veto di parola istanze lgbt è per lo più freddo o al
sull’esclusione delle fami- all’associazionismo gay che viene da massimo tiepido. Le sue platee, quan-
glie cosiddette non tradizio- questa conferenza istituzionale e che, do si parla di matrimoni gay e parità
nali che si è giocata anche per questo, dovrebbe rappresentare dei diritti, stentano a scaldarsi. E d’al-
la seconda Conferenza sulla famiglia, tutti i cittadini. Nel discorso di aper- tronde alla presidenza di quel partito
svoltasi a Milano dall’8 al 10 novem- tura di Francesco Giorgino si è voluto siede Rosy Bindi che nel 2007, mentre
bre scorso. Come nel 2007 a Firenze, addirittura sottolineare l’inesistenza da ministro per le Politiche della fa-
con Rosy Bindi ministro per la Fami- di una declinazione al plurale delle miglia proponeva i DiCo, dal palco del
glia, il dicastero creato ad hoc per lei famiglie italiane contro ogni realtà ‘Laboratorio delle politiche familiari’,
da Romano Prodi, anche quest’anno del Paese e a conferma del fatto che rivolgendosi a Paola Concia prima e
tutte le riflessioni si sono concentrate la conferenza, pur essendo pagata da Paola Binetti poi, disse: «Io so che la
solo sul ‘modello unico’ di famiglia bi- tutti, si rivolge solo ad una parte della conferenza nazionale di Firenze (sulla
partisanamente riconosciuto: quello società italiana e a Oltretevere». famiglia, 24-26 maggio 2007), avrà un
tradizionale, uomo-donna, con figli o È intervenuta anche Famiglie Arcoba- problema negli inviti perché io non
orientato alla procreazione. Sostegni leno, l’associazione di genitori omo- ho invitato le associazioni degli omo-
solo per coppie con figli o orientate sessuali: «Non ci possono imporre un sessuali e lo dico con molta tranquil-
alla procreazione. Anzi no, anche alle modello di famiglia. – ha dichiarato la lità. Faccio questa scelta come segno
coppie di fatto, ovvero ai figli nati al sua presidente, Giuseppina La Delfa di chiarezza. Le persone destinatarie
loro interno: perché le coppie di fat- – la nostra esistenza è realtà». Come dei DiCo non sono legittimate a par-
to in Italia non hanno riconoscimenti sono realtà i figli di genitori omoses- tecipare. Io questa sfida la prendo,
giuridici, nemmeno quelle tra perso- suali: secondo le stime ci sono in Ita- ma dico agli organizzatori del Family
ne di sesso diverso; li hanno invece, lia oltre 100.000 bambini e bambine Day: non fate confusione andando a
ex articolo 30 della Costituzione, i figli nati da persone gay o lesbiche che manifestare in nome della famiglia
nati fuori dal matrimonio. Il ministro hanno avuto figli durante preceden- contro qualcosa che con la famiglia
del Lavoro, Maurizio Sacconi, dopo le ti rapporti eterosessuali o ricorrendo non ha niente a che vedere».
prime dichiarazioni alla Conferenza alla fecondazione assistita (all’estero). E solo un paio di mesi prima, inter-
sulla famiglia a Milano, ha corretto re- «Quello che fanno è negarci ogni tu- venendo ai lavori del convegno Tem-
pentinamente il tiro, «perché – spiega tela e ogni diritto. Siamo senza dirit- pi moderni e… famiglia, promosso
– non sono un nazista»; ma la rettifica ti, ma con tutti i doveri che spettano da Data Management e da Rosanna
non ha comunque placato le critiche ai cittadini. Ignorano innanzi tutto Lambertucci, Bindi aveva affermato:
del mondo laico e di quello ‘lgbt’ (le- le difficoltà dei nostri figli costretti «La famiglia è tra un uomo e una don-
sbiche, gay, bisessuali, transgender). a convivere con l’omofobia di stato», na e quindi il desiderio di maternità
Le frizioni erano cominciate già alla conclude La Delfa. e di paternità un omosessuale se lo
vigilia della conferenza di Milano, Omofobia di stato che Gianni Ale- deve scordare». Per poi concludere
quando le associazioni e in particola- manno ha messo ben in luce a mar- con questa frase, rispolverata di re-
re la deputata del PD, Paola Concia, gine della conferenza milanese: il sin- cente, dopo la battuta omofobica di
avevano accusato gli organizzatori di daco di Roma ha rincarato la proposta Berlusconi, per completare il ‘com-
averli esclusi dagli interventi. Le pa- di Sacconi suggerendo di affiancare pendio’ delle dichiarazioni anti-gay:
role di Sacconi e, in generale, tutti i agli sgravi alle famiglie numerose «è meglio che un bambino stia in
punti toccati durante la conferenza, una maggiore tassazione per single Africa, piuttosto che cresca con due
non hanno fatto altro che avvalorare e gay. «Perché – ha detto Alemanno uomini, o due donne».
le tesi del movimento lgbt: parlando – bisogna sfuggire alla tentazione di Alla costante e bipartisan negazione
solo di un ‘modello’ di famiglia, quel- voler dare tutto a tutti, e quindi ai gay delle famiglie gay si addicono le pa-
la cosiddetta tradizionale, si esclu- e ai single, altrimenti non faremo mai role di Nichi Vendola sulle forme di
dono tante altre forme di ‘famiglie’ politiche familiari. Bisogna concen- espiazione dell’omosessualità lette
e non solo quelle formate da coppie trarci sulla famiglia della Costituzio- durante Vieni  via  con  me: «violato
dello stesso sesso. «È particolarmen- ne formata da un uomo e una donna nella sua dignità e nei suoi diritti nel
te grave – spiegano Paolo Patanè, che fanno figli». nome del costume, della religione,
presidente nazionale di Arcigay, e La critica alle proposte emerse alla dell’ideologia, dell’ordine pubblico,
Francesca Polo, presidente naziona- Conferenza sulla famiglia non è arri- dell’etica».

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il Cingolo culturale_libri da comodino

libri
dal film L’attimo fuggente), ma come le Un viaggio alla pari tra padri e figli, tutti
foglie d’erba, anche i temi trattati nel- ugualmente sprovveduti in un contesto
la sua poesia sono i più diversi e mol- del tutto fuori della norma, l’esplorazio-
teplici: la natura, la città, il misticismo, ne di un mondo normale che diventa
il sesso (in particolare l’omoerotismo), straordinario semplicemente perché lo
la democrazia, la libertà e soprattutto si guarda a rallentatore.
la fratellanza, autenticamente vissuta Tutti possono fare questo insolito viag-
SHiVER - una storia d’amore da Whitman verso coloro che la società gio riscoprendo valori e luoghi piccoli e
e di lupi rifiutava: gli africani costretti alla schia- preziosi come l’Appennino abruzzese.
Maggie Stiefvater, Rizzoli, 2009,  vitù, le prostitute, i malfattori, i malati, È stato lo scrittore Stevenson (L’isola 
401 pagine, 9,50 euro i disabili, i disperati, i suicidi: «In ogni del  tesoro) ad aprire la strada dei slow
persona ritrovo me stesso, non uno che travel in compagnia degli asini; era
Di storie e romanzi di amori tra ‘crea- mi superi, non uno che valga un chicco il 1878 quando decise di attraversare
ture maledette’ e umani le librerie ne d’orzo di meno». quattro regioni della Francia con la sola
sono piene. Shiver, invece, è un raccon- Tale capacità di cantare tutti gli aspet- compagnia dell’asina Modestine. Oggi
to che arriva fino al cuore: la delicatezza ti dell’esistenza (egli stesso definì la quel percorso è diventato un cult tra i
delle immagini e delle sfumature emo- sua poesia ‘coraggiosa, moderna, on- viaggi bizzarri, gli appassionati parto-
tive offerte da Maggie Stiefvater nel suo niabbracciante e cosmica’) ha reso no da ogni parte del mondo per vivere
libro, vi costringeranno a leggerlo tutto quest’opera immortale (infatti è cono- un’esperienza unica. Chissà che questo
d’un fiato. sciuta anche con l’appellativo di ‘Bibbia libro non porti la stessa fortuna al per-
Grace, adolescente, si prende cura di un americana’) e ha imposto il suo autore corso Tagliacozzo-Celano.
lupo che la salvò dall’attacco del branco al centro del canone della letteratura Pina Colamarino
quando lei era ancora bambina. Giorno statunitense.
dopo giorno incrocia tra la vegetazione Foglie  d’erba è disponibile in diverse
del bosco i suoi magnetici occhi gial- edizioni o se preferite potete leggere appunti di un venditore
li, gli stessi che ritroverà in Sam, lupo tutte le poesie sul sito italiano dedicato di donne
d’inverno e ragazzo d’estate. L’incontro a Walt Whitman: http://www.dvolt.com Giorgio Faletti, B.C. Dalai Editore, 
tra i due avviene mentre la città intera Giulio Giarrocco 2010, 397 pagine, 20 euro.
dà la caccia al branco, a causa del ri-
trovamento di un cadavere sbranato. Questo è il titolo dell’ultimo
La ragazza, appurata la vera identità
di Sam, intraprende con lui una storia
in viaggio con l’asino libro di Giorgio Faletti, un
Andrea Bocconi e Claudio  appassionato romanzo alla
d’amore che tenta di vincere il tempo ri- ricerca della verità.
Visentin, Guanda, 2009, 
manente all’ennesima trasformazione e Chi è Bravo, perché vende le
173 pagine, 13 euro.
la ricerca di un modo per regalargli una donne e perché improvvisa-
forma umana definitiva. mente si trova al centro di un
Si dice che la copertina
Il finale, davvero avvincente, si risolve complotto, queste le doman-
di un libro può fare la sua
in poche righe, ma vi lascerà sicura- de principali; il tutto si svol-
fortuna. È il caso di que-
mente di stucco. sto titolo. Infatti, per me, ge nel 1978 a Milano, princi-
Manuela Moro è andata proprio così, mi palmente nell’Ascot Club, al
ha fulminato dallo scaffa- tempo Derby, il famoso lo-
le ad altezza occhi la sua cale in cui tanti cabarettisti,
Foglie d’erba copertina color carta da tra cui proprio Faletti, hanno
Whitman Walt, Newton Compton, 1892,  zucchero con un irresisti- iniziato la loro carriera. Una
416 pagine, 7 euro. bile asino con al collo un brutta vicenda porta Bravo
cartello: slow travel. Ognuno ha le sue a non poter più vivere le donne come
Siamo in periodo natalizio ed è tempo debolezze, io ce l’ho per gli asini, ebbe- vorrebbe, non può amarle e per questo
di regali, perché non puntare su un ne sì, e si spiegano anche molte cose. le vende, l’unico ‘amico’ è il signore cie-
libro di poesia? Un’idea risolutiva e Ma veniamo al libro. È il racconto di una co con cui divide il pianerottolo e i rebus
poco impegnativa. La mia proposta è esperienza unica, e purtroppo rara, di che inventano e si pongono a vicenda.
Foglie  d’erba (Leaves  of  Grass) di Walt due papà di una famiglia borghese to- A un certo punto la routine di Bravo si
Whitman, l’opera fondamentale di tutta scana con i rispettivi figli. Un professo- spezza perché arriva Carla e da quel mo-
la sua vita, oggetto di un interrotto tra- re universitario e uno scrittore di viaggi, mento qualcosa non quadra più, si ritro-
vaglio creativo sfociato in nove differen- uno che di viaggi se ne intende, ma è va un paio di volte a un passo dalla morte,
ti edizioni, ognuna delle quali ampliava questo il viaggio che gli entra nel cuore: l’hanno preso di mira e lui cerca in tutti i
la raccolta precedente, fino a quella de- da Tagliacozzo a Celano in groppa a un modi di scoprire chi lo vuole incastrare e
finitiva del 1891-92, che ne costituisce il asino, per una settimana nella selvaggia perché. Il ‘78 è l’anno della cattura e ucci-
documento testamentario. natura abruzzese con tutti gli incontri e sione di Aldo Moro, si affaccerà sulla sce-
Whitman, o più affettuosamente ‘zio gli imprevisti del caso. na anche la crudeltà delle Brigate Rosse,
Walt’, fu poeta dell’io (celebre il suo Un modo per riappropriarsi del proprio molto vicine a Bravo. Arrivare a scoprire
Canto  di  me  stesso - Song  of  myself) e tempo, di fermare il mondo e scendere, la verità è sempre doloroso soprattutto
cantore dell’amore verso la vita (O  ca- per una settimana, in compagnia di un per il nostro venditore di donne.
pitano, o mio capitano! è tra la sue liri- animale che, nonostante i falsi luoghi Faletti merita di essere letto.
che più famose, resa ancor più popolare comuni, ha molto da insegnare. Giordana D’Achille

il Cingolo  light • n.5, dicembre 2010    5
il Cingolo culturale_

l’inSoSTEnibilE
dEbolEzza dEll’ESSERE
giulio giarrocco giuliorg@libero.it

ell’immaginario comune sul successo e l’autoaffermazione. D’al- si levò una violenta bufera. La canna 


la debolezza è ritenuta un tronde anche fra gli animali è così: vince per quanto scossa e piegata dalle raf-
difetto, una caratteristica e non soccombe chi è più forte. fiche,  ne  uscì  salva  senza  difficoltà; 
negativa, quasi un disvalo- Vorrei però proporre una visione antite- ma l’olivo, che cercava di resistere ai 
re, poiché viene associata tica della questione, che può essere pre- venti, fu spezzato dalla loro violenza.
all’idea di vulnerabilità e inferiorità. Tut- liminarmente posta in questi termini:
ti noi vogliamo/dobbiamo essere ‘forti’ “vince chi è più debole”. Da questa prospettiva, il concetto di de-
poiché chi è ‘debole’ non emerge nel la- Lo spunto mi è sorto dal paragrafo 76 del bolezza si avvicina a quello di duttilità,
voro, non ha fortuna nei rapporti sociali, Tao Te Ching, uno dei testi sacri del Ta- flessibilità e tenerezza, che sono qualità
non riesce a superare i problemi e le sfide oismo, la cui compilazione viene attribu- positive e vincenti, sinonimo di crescita
della vita, soprattutto nel nostro modello ita a Lao-Tze (autore quasi leggendario, e dinamismo, mentre la forza e la rigi-
culturale di vita, basato sulla prestazione, contemporaneo di Confucio; VI-V secolo dità corrispondono all’idea di staticità e
a.C. secondo la tradizione). Per chi non involuzione.
conoscesse quest’opera, ne consiglio vi- Riflettendoci, possiamo estendere que-
vamente la lettura (potete trovare il testo sta interpretazione del termine debolez-
integrale all’indirizzo http://www.liber- za a ogni campo della vita umana; per
liber.it/biblioteca/l/lao_tzu/tao_te_ching/ esempio all’amore, che è «la più nobile
html/indice.htm). debolezza dello spirito» (John Dryden)
Il suddetto capitolo 76 si intitola Guar- nonché «lo scambio di due fragilità» (Vit-
darsi dalla forza e recita: torino Andreoli).
Per il Taoismo il simbolo più efficace del-
Quando l’uomo nasce è debole  la flessibilità e della (apparente) debolez-
e flessibile za è rappresentato dall’acqua, che è per
E quando muore è forte e duro sua natura capace di adattarsi e penetra-
Forza e durezza sono compagne re dovunque:
della morte,
Debolezza e flessibilità sono  Nulla al mondo è più molle 
compagne della vita. e debole dell’acqua.
[…] Eppure nessuno la supera 
nell’attaccare ciò che è duro e forte.
Dunque la vera forza della vita è racchiu- Niente può cambiarla.
sa nella debole e tenera gemma, mentre La debolezza vince la forza.
la scorza dura dell’albero è ormai vita La mollezza vince la durezza.
passata, legna da ardere. […]
Questo concetto è in tutta la filosofia (Tao Te Ching, 78)
antica, non solo quella orientale. Basti
ripensare alla celebre favola di Esopo Dunque, in vista del nuovo anno, il
sull’olivo e la canna: buon proposito da attuare sarà quello
di riappropriarci delle nostre fragilità
La canna e l’olivo discutevano di  e di valorizzare la nostra debolezza,
resistenza,  di  forza  e  di  sicurezza,  e  prendendo esempio dalla canna che
l’olivo  rinfacciava  alla  canna  di  es- si piega ma non si spezza, poiché chi
sere  debole  e  facile  a  piegarsi  a  tutti  conosce le proprie debolezze è davvero
i  venti.  La  canna,  silenziosa,  non  ri- più forte di chi si affida ciecamente alla
spondeva.  Non  passò  molto  tempo,  e  sola forza.

6    il Cingolo  light • n.5, dicembre 2010
il Cingolo culturale racconta

racConTO Di natALe
di Daniele Roberti
A Berta,
ovunque proteggila.

L’
anziano prete, avvolto nel suo nero abito tutto quello che avevamo, poi chiesero, dov’era mio padre.
talare, camminava lentamente, ammiran- Si recarono nella sua stanza, lo sentii piangere e supplicare
do soddisfatto il duro lavoro svolto nella pietà, poi uno sparo. Mia madre cominciò a gridare e cercò
chiesa. Gli affreschi riportati agli origina- di raggiungerlo. I soldati la fermarono e le intimarono di
li fasti, l’imponente rosone con le vetrate smetterla, se non lo fai, ti taglieremo una gamba, le dissero.
multicolore, da cui filtravano gli ultimi bagliori di un fred- Mia madre continuò a urlare. Un soldato prese un machete
do sole invernale, illuminando l’altare in pietra bianca ri- e le segò la gamba sinistra, sopra il ginocchio. Poi la misero
coperto di fiori, dal quale tra poche ore avrebbe celebrato ad arrostire sul braciere. Infine chiesero a mio fratello di
la liturgia del Santo Natale. Era giunto in quel piccolo e otto anni di mangiarla. Lui si rifiutò e si scagliò contro di
sperduto paese, tra i monti abruzzesi, da ormai un anno. loro. Gli spararono un colpo in testa. Ero impotente di fron-
Quando era arrivato, la casa di Dio era in pessimo stato, si te a quell’orrore. Chiesi aiuto, gridai il nome del Signore, lo
era rimboccato le mani e con l’aiuto del Signore e delle sue pregai che mettesse fine a tutto questo. Come risposta, mi
pecorelle l’aveva riportata all’antico splendore. Mentre os- presero e mi stuprarono a turno davanti a mia madre, che
servava che ogni dettaglio fosse al suo posto, ripeteva a me- lentamente moriva dissanguata. Dimmi prete, dov’era Dio
moria il sermone che si era preparato. S’intitolava L’infinito  quel giorno?». Il vecchio prete, si sentì mancare l’aria, di
amore di Dio e ne andava particolarmente fiero. Era intento colpo tutti gli anni si fecero sentire sulle gambe che tra-
a sistemare un vaso di fiori ai piedi dell’altare, quando udì, ballanti non lo reggevano più. Sconvolto, si sedette su una
alle sue spalle, il portone di legno massiccio aprirsi. Si girò panca e guardò il crocifisso in cerca di una risposta. Quello
e vide una ragazzina mulatta avanzare. «È ancora presto» le che vide invece di rincuorarlo, riuscì se possibile a farlo
disse. La ragazza sembrò non curarsi del prete, si guardava sprofondare ancora più in basso. L’espressione di sofferen-
intorno incuriosita, avanzando lentamente verso l’altare. za del Cristo si era trasformata in un muto grido di disgu-
Quando fu a un paio di metri, notò che indossava solo una sto, la testa era volta completamente verso sinistra, come
vecchia t-shirt sbiadita e una gonna rattoppata, inoltre era se cercasse di non volgere lo sguardo su quella ragazzina
scalza. Il solo vedere i piedi nudi sul freddo marmo bianco, giunta da non si sa dove. Si guardò attonito intorno, le figu-
lo fece rabbrividire. «Mia cara, cosa fai cosi conciata? Hai re dei santi si coprivano il viso, urlavano, fuggendo da de-
bisogno di aiuto?». Le chiese, con tono falsamente preoccu- moni e serpi che fino a poco fa schiacciavano con fierezza.
pato. La ragazza, incurante della sua presenza, era intenta Lentamente si volse verso la ragazza, senza tuttavia avere
a fissare a testa in su, il grande crocifisso di legno, posto al il coraggio di guardarla negli occhi. Era scesa dall’altare,
di sopra dell’altare, dal quale pendeva un Cristo sofferente. senza far alcun rumore e ora era di fronte a lui, a pochi cen-
Poi, come se si fosse accorta solo ora della presenza del vec- timetri dal suo petto. Poteva sentirne l’odore selvatico, che
chio, si girò verso di lui e mostrò un sorriso beffardo, di chi gli ricordava il bosco, dove da ragazzo passeggiava insieme
la sa lunga. Con un balzo si sedette sull’altare, sparpaglian- al padre. Istintivamente abbassò il capo e guardò i piedi
do i fiori messi con tanta cura. L’anziano prete, rimase alli- della ragazza. Erano zoccoli neri come pece, lentamente
bito, ma prima che potesse reagire, la ragazza parlò con un alzò lo sguardo sulle gambe, prima sinuose e lisce, ora di-
tono caldo che scosse zone ormai assopite delle sue vecchie ventate orribilmente tozze e ricoperte di una spessa nera
membra. «Questa è la casa di Dio?» chiese. «Sì, e adesso peluria. Non osò guardare oltre, con voce inferma, chiese
scendi subito da lì» rispose il prete, paonazzo dalla rabbia. «Dimmi, chi sei?». La ragazza sbuffò «Sai benissimo chi
«Mmm... – sospirò languida – dov’è? Io non lo vedo» «Dio è sono, Prete. Un tempo ero il più splendido tra gli angeli.
intorno a te, in ogni luogo – le rispose l’anziano avanzando Ma non preoccuparti, non sono qui per la tua inutile ani-
verso di lei, ora visibilmente fuori di se – Ora scendi!». La ma, volevo solo farti gli auguri di un sereno Natale e ricor-
ragazza, divenne improvvisamente seria, in un istante fu dare alle tue pecorelle, che io ci sono, sempre. Dio o non
come se il buio calasse intorno a lui per avvolgerlo, «Ascol- Dio». Detto questo si allontanò. Il prete cadde in ginocchio
tami prete, ho una storia da raccontarti». E iniziò: «Mi chia- e cominciò a piangere in silenzio.
mo Irma, vivevo con i miei genitori e il mio fratellino in un
piccolo villaggio in Congo. Mio padre era un contadino che
si spaccava la schiena ogni giorno sotto il sole impietoso.
Nonostante le difficoltà eravamo felici. Poi una sera come
Nota �ell’autore
questa, iniziò la fine. Mia madre era intenta a cucinare, io
La storia raccontata da Irma, non è il frutto della mia perversa fan-
giocavo sdraiata a terra con il mio fratellino, mentre mio pa-
tasia� Purtroppo è una storia vera, una delle tante che accadono in
dre riposava in camera da letto, quando sentii bussare alla
posti dimenticati da Dio e soprattutto dagli uomini�
porta. Entrarono una decina di uomini armati di kalashini-
Per info e donazioni: www�runforcongowomen�org
kov e machete. Chiesero da mangiare, mia madre gli diede

il Cingolo  light • n.5, dicembre 2010    7
il Cingolo culturale racconta

uno Dei duE


di Simone Racano

I
l vento faceva sbattere le vecchie persiane di sola della casa e di quella decina di galline e conigli che
legno tanto forte da coprire quasi il rumore aveva nella stalla. A darle qualche difficoltà sarebbero sta-
della grandine che colpiva le tavole del tetto. te solo le bollette, ma Bettina sapeva che per queste prati-
Il temporale aveva iniziato a imperversare da che poteva fare affidamento sulle figlie.
pochi minuti e le nuvole buttavano talmente La vecchia si sentiva coraggiosa, e anche troppo.
tanta acqua da far pensare che tutti i santi del paradiso Francesco, nonostante da bambino avesse odiato con tutto
si fossero messi di punto in bianco ad annaffiare i propri il cuore Valerio per i guai che gli faceva passare, tanto da
orti. In un attimo fuori fu tutto allagato e piccole cascate volerlo quasi morto, ora si ritrovava a fare il suo scagnoz-
d’acqua avevano iniziato a bagnare il pavimento di terra zo. Anche a trentasette anni era rimasto grasso, pesava più
battuta della baracca. di un quintale ed era alto un metro e ottantadue. Era una
«Un gran bel tempo di merda» era solito dire Valerio in bestia di uomo, molto utile a sfondare i vecchi portoni di
queste circostanze. Da bambino non aveva mai avuto pau- legno delle case di campagna. Questo Valerio lo aveva in-
ra dei tuoni. Si metteva sempre alla finestra a osservare tuito fin da subito, ecco perché lo aveva voluto con lui.
afflitto il mondo colorarsi improvvisamente e per pochi Quel gran bastardo di Valerio.
istanti di un azzurro abbagliante, aspettare un paio di se- I genitori di Francesco sapevano bene che se non avesse
condi fissando le gocce d’acqua che sbattevano contro il frequentato quel tipo a quest’ora anche il loro figlio avreb-
vetro e ascoltare poi il tuono pensando «Che palle, questo be trovato un posto di lavoro fisso da qualche parte, ma-
pomeriggio niente partita di calcetto». gari non avrebbe mai lasciato gli studi al primo anno di
A sette chilometri da casa sua, sempre durante i tempo- superiori, e magari sarebbe potuto diventare un ingegnere
rali, un altro bambino cicciottello di nome Francesco si o un avvocato. E invece il loro caro figlio si era messo die-
accucciava sul divano coprendosi la testa con un cusci- tro le bravate di quel poco di buono.
no, aspettando che il temporale e gli spaventosi ruggiti L’infanzia di Francesco non era stata delle migliori. Sem-
dei fulmini se ne andassero. Lui aveva una paura incre- pre preso in giro da tutti per la sua stazza e le sue pau-
dibile dei tuoni. Sapeva benissimo che erano un normale re, sempre bersaglio delle cattiverie di tutti i bambini,
fenomeno naturale, che non era Giove che si incazzava e dall’asilo alle medie. Crescendo in queste condizioni o si
scatenava la sua furia contro quei disgraziati degli esseri arrivava ad acquisire un livello di sopportazione e fredda
umani, e che non era nemmeno il Padreterno che aveva calma incredibili oppure ci si lasciava andare allo ‘sfascio’
avuto la brillante idea di mandare un altro diluvio. Erano più assoluto, come appunto lui fece.
semplicemente tuoni, però gli facevano paura. Come gli Valerio era un teppista da piccolo e lo rimase da grande.
facevano paura i fuochi d’artificio, i serpenti, i cani, i ra- Adorava rubare, lo faceva sentire superiore agli altri. I
gni, le cavallette, le lucertole, i brutti voti a scuola e quei pacchetti di gigomme e caramelle al bar quando era bam-
maledetti bulletti che lo prendevano in giro perché era il bino, poi i motorini quando compì quattordici anni, poi
ciccione della situazione. E primo fra tutti a prenderlo a le macchine e le rapine nelle case. Ed era anche bravo a
sberle era sempre Valerio. farlo, considerando che non era stato mai beccato. Lui ov-
Adesso, a distanza di quasi trent’anni, i due si ritrovavano viamente si vantava di questo, con gli ‘amici’ che sapeva
insieme in un capanno sperduto tra i boschi del medio- avrebbero tenuto la bocca chiusa per il timore reveren-
alto Vastese a puntarsi vicendevolmente una pistola in ziale che avevano nei suoi confronti. Francesco era uno
faccia. Quella volta nella rapina c’era uscito il morto. Era- di questi, ed era anche uno che voleva diventare fregno,
no entrati in casa di un’anziana chiamata Bettina, rimasta come si diceva da quelle parti, proprio come Valerio. Vole-
vedova da pochi giorni. La vecchia abitava in campagna, va vantarsi di qualcosa e apparire un ‘tipaccio di un altro
in una casa senza recinzioni e né cani da guardia. «Un livello’ agli occhi degli altri.
giochetto da ragazzi» aveva pensato subito Valerio che, da In fondo però era un uomo dal cuore buono, ma se ne
gran bastardo che era, non si fece perdere l’occasione di rese conto troppo tardi. Ormai Valerio aveva ammazza-
andarle a fare visita per vedere se custodiva qualche bel to Bettina. La vecchia si era dimostrata troppo sveglia,
gruzzolo. Bettina aveva due figlie, entrambe sposate e con accorgendosi quasi immediatamente che i due si erano
bambini piccoli. Nessuna delle due era rimasta vicino alla intrufolati di notte in casa sua. Lei aveva il sonno leggero
madre dopo la morte di Pasquale, anche perché la donna e l’udito di una lince. Nonostante i due ladri fossero stati
non voleva. Aveva settantanove anni ma ne dimostrava molto silenziosi nelle loro ‘manovre’ rimasero fregati lo
una decina di meno. Riusciva benissimo a occuparsi da stesso. Bettina accese le luci iniziò a gridare verso i due,

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il Cingolo culturale racconta

urlando di uscire, dicendo che ormai li aveva visti in fac- ricordarono che erano in procinto di spararsi l’un l’altro, e
cia e che avrebbe subito chiamato i carabinieri. E mentre quindi si ripuntarono le armi contro.
strillava un proiettile gli entrò in bocca, spappolandogli «Ragazzi non siete in una bella situazione, sapete? Sono
mezza faccia. qui per prendere uno di voi due. Indovinate chi?».
Quella fu la risposta di Valerio. La ragazza sembrava estremamente tranquilla e convinta
I due scapparono subito, senza prendere niente, per andar- di quello che diceva, mentre i due uomini sudavano fred-
si a rifugiare nel capanno dove erano soliti spartirsi i bot- do. Riebbero entrambi una reazione istintiva simultanea
tini. Dovevano pensare a come agire, un omicidio non era quando quella si alzò in piedi e si avvicinò, e le puntarono
come una rapina, questa volta erano davvero in guai gros- di nuovo addosso le pistole.
si. Valerio aveva agito in modo sconsiderato, e non ancora Lei si fermò e alzò le mani con aria sorpresa, poi le abbassò
si rendeva conto bene di quello che aveva fatto. Francesco borbottando: «Ma che faccio, tanto sono immortale».
invece se n’era reso conto, e come. La sua parte buona ave- «Adesso lo scopriremo subito se lo sei, brutta ficcanaso!»
va iniziato finalmente a farsi sentire, e gli stava dicendo urlò Valerio mentre si apprestava a spararle.
che aveva buttato via gli ultimi quindici anni della sua vita «No, non lo farai di nuovo!» gli rispose Francesco puntan-
appresso uno stronzo. Gli era servito un omicidio per fargli do la pistola verso il suo antagonista. In quel momento
capire che aveva sbagliato tutto. Sapeva benissimo di non ebbe davvero lo stimolo di fare fuoco e piantare in un orbi-
poter porre rimedio a questo, ma poteva fare qualcos’altro. ta oculare di quel bastardo un proiettile. Ma non lo fece. Il
E puntò la sua pistola dritta in faccia a Valerio. suo buon cuore, tornato a farsi sentire nel momento meno
«Ma che cazzo fai!» gli urlò Valerio puntandogli in faccia opportuno, glielo impedì.
la pistola a sua volta. Valerio di buon cuore non ne aveva e reagì molto pron-
Questo fu lo sbaglio di Francesco. Lui voleva solo spaven- tamente. Il proiettile penetrò appena sopra il naso di
tarlo e portarlo dai carabinieri. Ma era un ingenuo, pur- Francesco, spappolando anche a lui la faccia. Schizzi di
troppo, e non si era ricordato che anche il suo compagno sangue e brandelli di tessuto organico gli sporcarono il
era armato, che aveva dimostrato di avere pochi scrupoli volto e la giacca. Ora la questione era chiusa. Mancava
nell’ammazzare qualcuno e che avrebbe ucciso di nuovo solo la ragazza.
senza pensarci ulteriormente. Valerio tuttavia non riuscì «Accidenti, non doveva finire così» disse lei guardando
a sparare. Era agitato e non aveva la lucidità necessaria con rammarico il cadavere di Francesco.
per capire che l’altro non aveva il coraggio di ammazzarlo. «Stai zitta maledetta! Adesso tocca a te!».
Pensava solo che ormai aveva la galera assicurata. Valerio puntò dritto alla fronte della ragazza e fece fuo-
«Mi vuoi sparare Stefano? Eh?! Che cazzo vuoi fare?! co. L’esplosione fu molto rumorosa, ma la ragazza rimase
Avanti dimmelo!!». completamente illesa. Il proiettile non aveva trapassato la
«Ora tu vieni con me e ti porto dai carabinieri». sua testa, come fosse sparito nel nulla.
«No, noi non andiamo da nessuna parte pezzo di cretino. «Mi sa che non ti ho convinto prima caro mio. – disse lei
Ora tu posi la tua arma o altrimenti ti ammazzo». iniziando a camminare intorno ad un esterrefatto e am-
«E se ti ammazzo prima io?». mutolito Valerio – In effetti quando dico che io sono la
I due rimasero a guardarsi mentre fuori il temporale di- mietitrice non mi crede mai nessuno. Sai di solito come
ventava sempre più violento. Poi sentirono uno starnuto. vengo rappresentata? Con una lunga tunica nera, la faccia
La loro prima, istintiva reazione fu di voltarsi dove era da teschio e un falcione in mano. Non mi rende molta giu-
provenuto il rumore e puntare le pistole verso quella ra- stizia quella immagine, vero? Erroneamente mi chiama-
gazza che stava seduta su una panca sotto la finestra, in- no “Morte”, ma Morte è un altro tizio. Quando scende lui
tenta a soffiarsi il naso con un fazzoletto di carta. sulla Terra accadono disastri davvero notevoli. Hai sentito
«Chi diavolo sei tu?! Che ci fai qui?!» urlò agitato Valerio. parlare di Sodoma e Gomorra, del diluvio universale o del-
La ragazza alzò gli occhi, buttò il fazzoletto a terra e fissò le varie pestilenze della storia? Credo che l’ultima volta
le due pistole che puntavano contro di lei. Era una ragazza che Morte si sia fatto un giro da queste parti ci sia stata
molto, terribilmente sexy. Aveva un vestitino nero molto quell’epidemia chiamata Spagnola. Ma alla fine queste
attillato che mostrava alla perfezione le forme ben propor- cose non ti interessano, eh?».
zionate del suo corpo. Gli occhi erano azzurri come il mare La ragazza avvicinò il suo viso a quello dell’uomo, sorri-
durante delle meravigliose giornate di sole e aveva dei dendo.
lunghi capelli rossi e lisci. Era sicuramente una tipa che Valerio era talmente agitato che non riusciva quasi a respi-
non passava inosservata. rare. Vide la ragazza alzare la mano sinistra e poggiare il
«Ehm... – rispose lei molto tranquillamente e quasi imba- dito indice sulla sua fronte sudata.
razzata – Io sono la “mietitrice”». «In fondo Francesco era un brav’uomo. Troppo semplice
«Tu sei chi?» gli fece sempre Valerio scuotendo la testa e ingenuo, ma era bravo. Lo trovavo dolce e simpatico»
confuso. disse lei, poi diede un colpetto alla fronte di Valerio.
«Ho detto “sono la mietitrice”, hai capito bello? Sono quel- L’uomo sentì una scarica calda e violenta in testa. L’effetto
la che va a spasso per la Terra a prendere le anime dei di quel colpetto fu lo stesso di un proiettile, come quello
morti per portarle all’altro mondo. Chiaro?». esploso dalla sua pistola poco prima e scomparso nel nul-
Francesco e Valerio si fissarono con aria interrogativa, la. La ragazza era venuta per ‘mietere’ la sua anima.
mentre continuavano a puntarle contro le pistole. Poi si «Che lavoraccio però...» si limitò a dire poi lei.

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LENTELLA, BELLEZZA SOSTENIBILE


Il 15 Novembre 2010 si è svolta la 1° giornata della BELLEZZA SOSTENIBILE� Presso la parrucchiera Cerino Sandra a Len-
tella, i clienti del salone si sono incontrati per portare a termine un progetto promosso dalla DAVINES in collaborazione con
LifeGate� Con un contributo in denaro si è stato possibile partecipare alla creazione e alla tutela di aree boschive nel Parco del
Ticino� Tra una bruschettina con l’olio nuovo e la degustazione di ottimo vino novello,si è arrivati a creare e tutelare 445 m2 di
bosco! La parrucchiera, inoltre promuove l’utilizzo di prodotti e cosmetici provenienti da agricoltura biologica, prodotti con
energie rinnovabili e racchiusi in un packaging a Impatto Zero� Così puoi farti bella e rispettare l’ambiente!
Elena Falcucci

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