Zarlino Secondo - Volume PDF

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DE TVTTE LOPERE DEL R. M. GIOSEFFO ZARLINO DA CHIOGGIA:; Magftro di Cappella della Screniffima Signoria di Venetia, (vei frie in buona lingua Telia IL SECONDO VOLVME. Contenente, LE DIMOSTRATIONI HARMONICHE DIVISE IN CINQVE RAGIONAMENTI. NE I QVALI SI DISCORRONO ET DIMOSTRANO de cofe delle Hifca; & firifoluono molti dulsj & importance 2 ttt quelli, chedfderane di fer buon profitoneleImellgentndi cota Scienze Con la Tauola delle materie notabili contenute nell operas, lors tye ides nidlista metrcy fpect Snore 5 Kal xepotra cinceprctra cic Bence, Evvdialed vier x9) odd diddy tidak . PER ME QVI SI RIPOSA ‘"aqQD IS 19719 NIG haves mV05, TOs Coe ae We crea) 7 IN VENETIA, MDLXXXIX. , Appreflo Francefco de' Francefchi Senefe. AL SER PRENCIPE DI VENETIA ALV.IGI MOCENIGO GIOSEFFO ZARLINO DA CHIOGGIA. g Lx Antichi, Sereniffimo Prencipe , iquali nonhebbero fe non in tun certo modo & molto imperfetto cognitione di Dio; tra laltre cofe, chegli attribuirono , quefta fir una ; il Conferuar la fua crea. tura & farle beneficio . Et quefto tennero di modoeffer uero, che hebbero opinione , che colui , il quale apportaua qualche benea. B\ mortali, ufaua quell‘officio, che apparteneua ad effo Dio; & come PAGES benefatcore ¢ parlando al modo loro ) era fatto Iddio, acui foccor-' yeu. Daqueftoauenne, che gli Inuentori de quelle cofe, ch’erano utili gli Huomini, R7™™ «*- Deifurono riputati; & ancora (come fi uede appreff> Diodoro Sicolo ) pottinel nu- jifrcas, merode ilor Dei. Ondenacque tra loro il Prouerbio : A’rOeazror aOp var d ayesrir, L'Huomo é Dio dell’ Huomo ; il qual Prouerbio accommodarono non folo alle priuate: perfone; madi Prencipi ancora ; & maggiarmente a gli Imperatori con lalor pofanza & fomma auroried poreuano conferuar le Citta, 1 Popoli & i Regni: imperoche Ertendo ancora ra mortali,lichiamauano Dei; 8edopola morte loro ,erai Deiycon a ‘eune ridicolofe ceremonie (came narra Erodiano Greco ferittore )tra gli altri Deilipo rains. g, netiano & confacrauano. Quefto ft cagione; che fi come gli Huomini per natura erano -per.iejis jnuitati ag offeric’3 Dio dont , & facrificij, & anco faruoti , accié lo haueffero propitio; in Huta Bap cofi anco fi moueffero ad offerirgli in uitaloro queidoni , cheli pareuano pitt conue- fia Imp. neuoli. La onde un numero quali infinito de Scrittori (lafciando molte altre cole, che potrebbono far 4 quefto propofito ) dedicarono & confacrarono a i loro Prencipi, ¢ome loro Dei. !Opereloro . Perciache Vitruuio dedicé il fuo Volume d*Architte- turaall'Imperatore Ortauiano Augutto ; Valerio Maffimo i Libridei Detti & Fattino- tabili de gli Antichi a Tiberio Cefares & Plinio 'Hiftoria naturale 4 Tito Vefpatiana : Uperche moffo dall'effempio dicoftoro; hauendo Io gli anni paffati, dopo le Ittitutio- ni, compottale prefenti Dimoftrationi di Mutica ; & effendo hormai tempo, 4 bencfi- cio de quelli, che fono ftadiofi di quetta nobil Scienza, ch’elle debbano ufcir in publi- €0 5 hd uoluto offerirle & dedicarle & V. Sublimita ,comead Ottimo Prencipe & mio Signore. Ec fpero’, cheno minormentele faranno grate , di quel , che furono grate a quei grandi Imperatori le fatiche di quei eccellenti Scrittori; non effendo la Mufica a2 punta punto all’ Archittetura in cofa ueruna inferiore; anzi di gran lunga fuperiore . Perche fe bene Vitruuio dice , che}' Archittetura é {cienza ornata dimolte difcipline & uaric eru- + ditioni snon @ pero Scienza; ma Arte fattiua , la qual tienc il terzo luogo tia le Arti; 8 Ja Mufica, oltra ch’ella non fi pué trattare ( fecondol parer di Platone) fenza la Vniuer- fal difeiplina ;& Scienza; non folo peril Soggetto , ma ctiandio per la certezza della Dimoftratione, fenza dubioalcuno , dell Archittetura affai pitt nobile & pid eccellente. Et {ele fatichedi Valerio & di Plinio nell'adunare infieme da diuerfi aucori Greci & La- tiniuarie cofe, furono con quelle di Vitruuio.al mondo grate 5 credo per certo, the que- fte mie habbiano fimigliantemente a piacere, & effer di grande utile non folo per iJ di- Jetto , che da st porta all’ Huomo lo ftudio di quefta Scienza ; ma etiahdig per 11 com- modo & utilita ,chene fentiranno i Studiofidellaltre Arti, & Scienze nelia cognitio- ne del buono & del bello , che ritrouaranno in effe; conciofiache fi pud dir con ucrita, chel'habbiano acquiftato col mezo della Mufica . Et quantunque a me fia lato cofa trauagliofa il raccorre, 'ordinare & dimoftrare infieme le cofe di quefta Scienza; le qua- Jiucramenteerano pofte fenz’alcun‘ordine , & anconon erano intefe, fecondo ch’intcn- der fi deono ; tuttauta con la patienza hé faperatoladifticulta , & uinto la fatica col pia~ cere; di modo che , per la gratia di Dio le hd riducce in tal‘eflere , che fe prima la Mufi- a parcua effer priua del fuo antico honore, hora con maelti & decoro; comenobiliffi- ma, & come unadelle principali tra!'altre Scienze; pud comparere. Hauendo io adun- que aporre in luce quefte mic fatiche , le quali trattano le cofe di cofi nobile Scienza,8 una delle prencipalt ;2 chi doucua io dedicarle & offerirle, fenonad un Prencipe Illu- firiffimo & Nobiliffimo , come éla Serenita uoftra ? nonaltramente da me iftimata per la Rcligione incontaminata per la Vita innoceatiffima’, per il Configlio gra- we , & per molraltre fue eccellenti qualita , di quello che-iftimaffero Vitruuio, Va~ Jerio, & Plinio quei fommi Imperatori . Effendoche non con altro mezo, che con quello del fuo ualore ; dopo molti gradi dei maggiori ottenuti in quefta Eccelfa Re+ publica ; meritd federe in quel feggio fublime , nel quale gia fedettero molti Pren- cipi Screniffimi, la cui Pierd & Religione uerfo Dio » accompagnate dall'Amore & Charita uerfo la Patria, ranto puotero , chealla Citta , la quale intorno Mille Cento & Quindeci anni Vergine & immaculata ancora fi conferua;allargaronoiconfini, & ace crebbero il Dominio ; tra i quali furono Tomato, Pietro , & Giouanni Mocenighi,auo- 18 progenitori fuoi di nome immortale per i fattiilluftri loro; 2 cui s'aggiunge Vottra Sublimita ,che non 2, ne fara A loro punto inferiore . Riguardi adunque la Serenita Vo- Stra col guardo della fua clemenza la mia uerfo lei diuotione , & riceua con allegro ani- mo il dono , ch’io offerilco & dedico al {uo gran nome, & me facia degno di conferuar= mi nella fua buona gratia ; percioche mi parer4 hauer'ottenuto grande & fingolar bene~ ficio che di continuo terrd uiuo nella memoria , & con gli Antichi religiofamente par Jando) potré dire: A'rOpamoc ar€p:iaru d'ayérver ; & infieme pregar noftro Signor Iddio, cheledia lunga uita & felice , & gratia di effere fempre uittoriofa contra glii mici di quefta Sereniffima chriftiana Republica, TAVO T LE COSE NOTABILI CONTENVTE MNELLOPERA, A Daias o Vuillsert maetro di capella della Sereni(sS. di Vene- tia, Lf. Studid & Parigi in Legge . 8.f12.p.2ot.p Fu cagiche del fu- dio del’ Autore nelle cofe.dells Matica. 1p ‘Aggiungere acqua ad acquadiuna iftefa qualica ‘Ron genera un milto, 136.p Aginato il Fuono maggiore alla Diateffaron fila Dispente 123.61 Tuono maggiore, ouero il mai nor Semituonoalla Diapente nan confonanza alcuna. of ‘Alfonfo d'ERe Duca di Ferrara uiene A Veneti 2 riceuuro con foleaniffima pompa dai Signori Venetia tam ‘Angoli fatti da due lince rette nel Semicircolo fo~ no retti. 149.8 “Anignaliche non refpirano. 3.0 : Bt letcrimota. Defideto, diffe M.Francefco, Veffempio di una & delf‘alera mantera :' On deli dichiarai , che Dells prima maniera fara ; quando faperemol'Huomo effer rifibile - perche @ rationale; percioche la Rationalita é propria & immediata ¢agione della Rifi- bilita , 6 del Ridere, che uogliamo dire: Della feconda; aoe faperemo, che la Don-! na ha partorito, percheha illatte ; effendochel'hauere il latte non @ fegno fermo., che? fempre ne dimoftri , che la Donna habia parrorito ; maffimamente perche fi ritro~ uano molte Donne hauer:il latte 5 & nomi per quefto hauer partorito’. Et non fola~ mente fitrouano le Donne maanco ( perditui cofa forfe , che ui parera incredibile) hd ieduto de eli huomini, che hanno il atte , & per quefto non fipud dire, che habbiano- partorito, Soggiunfe,ridendo M.Claudio: Quefta @ ben cofa rara& ridicolofa; ma per-* che fi 2 intefo beniffimo il tutto, ui preghiamo a feguitare, Dico adunque(foggiunfi) che Ja Dimoftratione fatta nel primo modo, fa fapere per (@femplicemente ,& in uno modo fettiffimio ; ma quella fatta nel fecondo ; fa fapere per fad un certo modo , & molto imperfertamente; comeda gli effempii poftidifopra hanete potuto comprendere. Di~ teci adunque,diffe M. Adriano,quello che fia quefto Sapete. Auertiteydifsioyche ionon. bi uoglio defini Sapere pigliato uniixerfalmente , fecondo tutti quei modi, ch’io hd dichiarato di fopra ; ma fecondo quello, ch'io nomino Sapere per fe femplicemente, 8 con modo pérfettiffimo ; delquale quefta fara la fua definitione . Il Sapere é conofcer la - cofa perla {ua cagione, perla qualeé, & non pud effercin alcun’altra maniera. Et nota~ - te, ch'io hd detto , che'l Sapere é conofcer la cofa per la faa cagione;acciache da quefto comprendiate, che non intendo il Sapere dall'efferto; anzi noglioche fappiate , ch’io tnengo diftinguer quello da quetto. Sogeianf poi: Perlaquale@; facendoui auertiti, che tal cagioneé propria non commune 4 tal cofa & adun'altra;accioche da quelto pof- fiate conofcere , quanto fia difference il Sapere ,ch'iointendo di fopra,, da quello, che fiuienead acquiftare dalla cagione uniiuerfale & rimota . Imperoche quando noi fap- . Piao, cheuna pietra , oter tin legno fecco non refpira yperchenon ha anima , tal Sa» perenon nafce dalla cagione propria & propinqua; effendoche fi trouano molti animalis Come fono arbori, oftreghe,uermi,mofehe,& infiniti alteiimperfecti, i quali non refpira~ no. Malapropriacagione & propinqua del non refpirate ¢, che non hanno il polmo- fe. Adunque quando dico; Etnon pud efler‘in altra maniera ; tale aggiungimenta & ,accioche conofciatc tal cagione eflere infallibile & neceffaria ; & anco accioche co- noftiate'l Sapere, ches acquifta col mezo de i fegni probabil; come quando fappiamo, the FInfermo fidé fanare ; perche fala urina chiara, mangia con appetito , darme foa- uemente, & fa altre cofe fimiliydi maniera che quefte attioni s‘affimigliano 4 quelle dun fano . Etquefto fegno alle fate ¢ molto fallace ; percioche fpeffo intrauiene il contra rio. Bifogna adunque, diffe M.Francefco, che la cagione, col mezo della quale fappia- mo femplicemente alcunia cofa fia neceffaria . Colt bifogna che fia rifpoli s perciache &ilmezo della conclufione. Etperche quello , che fiha da fapere , &la Scienza fono. correlatiui , 8¢I'uno all'altro corrifpondenti; & neceffario » che fi come la cagione del Sa pere &neceffario , che'anco neceffariorfia quello, che fii da fapere,che é la conclufione: Perciochenon potiamo faper femplicementeuna conclufione sla quale pud accafcare, cheé derra Contingente;ma fiben potiamo hauer di eff opinionc, Quefte coft tuttesri- fpole M.Adriano; fin qui intendiamo beniffimo . Paffaremo adunque ( foggiunfi )al- TIftrumento dell'Tntelletto , al Sapere & all'acquiftarla Scienza, & lafciaremo di def.- nirela Dimoftratione uniuerfalmente p efa; come habbiamo lafciato anche da un can- toil definite il Sapere uniuerfalmente , 8 werremo alla definitione della Dimoftratione, * la qual: € chiamata da i Filofofi Poriffima , & @ quella , che cagiona in noiiil Sapere fo~ ra lacofa definita. Aggiungereremoanco, diche, & di quali Premeffe fi compone tal Dimoftrationei noftri addimandano A’ priori & dimoftratione Proper quid, Ja qualcé differente dalla Dimoftratione s che fi chiama A 'pofteriori & Quia, ch’é quel la, la quale fi piglia da i fegni & dalle cagioni uniue1fali come del fecondo modo di Sa~ . pere

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