56 {2 LEGGE STATISTICHE ML MIRACOLO
‘come effetti del puro caso e di leggi statistiche ¢ se, conseguen-
temente, qualunque evento straordinario ed anormale viene con-
siderato come fisicamente possibile, anch’esso interamente spie-
gabile col puro caso che impera sulla materia, non si vede per-
ché non possa attribuirsi al puro caso anche la coincidenza
tra Pevento anormale ¢ Vintervento del taumaturgo. Ad una
tale difficolta, che non riguarda propriamente la realtA del mi-
racolo ma la sua conoscibilit’, una persona, che non abbia rinun-
ciato al buon senso, che sia dotata di un minimo di buona vo-
ont’ e non voglia attaccarsi al cavillo, non manchera di scrollare
le spalle. Attribuire al puro caso la coincidenza dei fatti straor-
dinari con le parole e il comando di Cristo o con la preghiera
del credente é cosa che il buon senso si rifiuta di prendere sul
wed ha ragione, Ma per quale motivo il ricorrere al puro
caso ci sembra una cavillosa e ridicola scappatoia? B quanto
ci proponiamo di esaminare alla ‘luce della scienza e della
filosofia insieme, tenendo cio® il massimo conto sia dei fatti real-
mente dimostrati dalle scienze moderne, sia di quegli incrolla-
bili principi della metafisica, che la sana filosofia ha sempre
difesu.
F. Setvacer 8. I.
LA LIBERA RICERCA DELLA VERITA
La dottrina cattolica ¢ la Chiesa si sono schierate sempre,
esi schierano ancora oggi, in favore della pitt ampia liberta di
coscienza nella ricerca della verita rivelata e nella sua accet-
tazione integrale mediante Patto di fede. Il principio a questo
riguardo gid enunziato da S. Agostino, secondo il quale Puomo
non pud accostarsi alla fede religiosa nonnisi volens, é stato sem-
pre la norma, cui si é costantemente adeguata la pratica della
Chiesa verso gl'infedeli, come al presente vi si conforma quella
tenuta verso tutti i dissidenti, nati e cresciuti nel seno di con-
fesioni religiose da témpo distaccatesi dall'unita voluta da
Cristo.
Con questo lineare atteggiamento, cost la dottrina come
la Chiesa non solo obbediscono alla lettera e allo spirito del
messaggio evangelico, che fanno dipendere il conseguimento
della salute dalla volont& umana, libera di attuare le condizioni
dda essa richieste, accettazione della fede e osservanza della leg-
ge, ma rispettano insieme un diritto innato della persona uma-
nna, la cui nobiltA di essere razionale richiede in modo peren-
torio che essa si accosti alla veritA nel pieno esercizio delle sue
facoltA superiori, una delle quali, Ia volonta, porta il contras-
segno incancellabile della libertA.
Anche in questo caso la grazia non nega la natura, ma su di
essa si fonda ¢ costruisce, elevando le azioni e le aspirazioni al
soprannaturale, dopo aver operato un’eguale elevazione di tut-
to lessere, mediante la nuova vita divina. E percid, essendo la
natura umana essenzialmente libera, per la padronanza con-
genita che la volont& ha del proprio atto e degli atti coman-
dati alle facolta inferiori, il soprannaturale, prima di innestarsi
in essa, come germe trasformatore e principio di nuova vita,
attende, per dir cosi, il consenso della volonta, il suo atto libero
di adesione sincera alla veritA rivelata, per dispiegare i propri
effetti e fare dell’uomo decaduto una creatura rigenerata in
Cristo.
La fede religiosa, dunque, non 2'in contrasto con Ja libera
ricerca della verit& € con Pegualmente libero suo accoglimento
da parte dellintelligenza, persuasa delPintrinseca razionalit&
del’atto di fede: anzi presuppone Puna e Paltro, come condi-
ioni indispensabili all’azione effettiva della grazia rigeneratri-58 1A LINERA RICERCA DELLA. VERITA
ce. Ne segue che il diritto della persona umana alla Libera tix
Cerca della verith e sua accettazione, non solo emerge sponta-
neamente dalla nuda considerazione della natura razionale €
della sua dignitd, ma viene anche riconfermato ¢ riconsacrato
dalla rivelazione, il cui sigillo gl'infonde una nota di maggiore
assolutezza e una pitt evidente inviolabilita.
‘Questo diritto perd, come ogni altro diritto fondamentale
connesso con Pessere umano, ha i suoi immancabili riflessi sul
piano sociale, sui quali 2 ormai tempo di soffermarsi, per ren-
Fore ulteriormente pit chiare le posizioni del pensiero catto-
Tico riguardo alla libert& religiosa, dissipando alcune nebbie al-
quanto artificosamente addensate intorno alla dottrina ¢ alla
prassi della Chiesa.
Il diritto nella sua essenza, come si é gid ripetutamente det~
to, @ una facolta morale, dalla quale deriva al soggetto che lo
possiede il potere di far valere, entro Ia societ& ¢ di fronte ai
Engoli membri, di cui risulta composta, certe sue richieste da
quello rese legittime. La richiesta o pretesa, come viene comu-
femente chiamata, ha la proprieti di adeguarsi strettamente
Birestersione e alla forea del diritto, snl quale fonda la propria
giuridicita, ¢ viene dal medesimo exattamente delimitata, di mo-
So che fuori di questo ambito si estingue la facolt’ morale,
fmentre dentro i suoi confini essa diventa un potere d'azione,
Contro il quale non & razionalmente lecito opporre ostacolo,
finch® altri diritti pit forti e pid universali non elidano o este-
nuino la vigoria di quello esistente.
‘Applicando questo concetto generale del diritto soggettivo
alargomento, che al presente ci occupa, se ne pud dedurre
Ja prima conseguenza importante, Se la persona umana, come
a suo tempo @ stato dimostrato, ha un diritto innato ¢ fonda-
mentale di orientarsi con piena libert& di coscienza nella ricer-
fa della veritd e di usare della medesima liberta. nell’accet-
tarla, sul piano sociale, nelle relazioni con i suoi simili ¢ nel suo
rapporto di subordinazione con Pautoritt costituita, esa pud
far valere contro eventuali pretensioni opposte la sua richie-
sta 0 pretesa, esigendo che individui Stato gli lascino intera
¢ impregiudicata la facolta di esplorare i campi del vero ¢ dcl-
Ja fede religiosa a suo agio, di ricercare col proprio sforzo per-
‘sonale i motivi di credibilita, allo scopo di acquisime una co-
gnizione ragionata e di concludere la propria indagine seon-
1A LIBERA RICERCA DELLA. vERITA r
do il dettame della sua coscienza, accettando 0 respi
determinato credo religioso. as
_E, sinoti bene, questo diritt dilbert, che la persona umana
pud far valere di fronte agli individui e all’autorita sociale, non
fi estingue, né viene attenuato nella sua forza vincolante dal
fatto che il processo dell’indagine sia terminato con I'accetta-
zione dell'errore. Anche nella supposizione meno favorevole che
Fadesione all'errore sia Teffetto di una volont& perversa, osti-
nata nella negazione della verit&, intatta rimane la facolta de-
scritta, giacché a tutelare l’interiore liberta della coscienza, an-
che in questo caso, si erge la dignita del soggetto razionale rin-
forzata dalla rivelazione, per la quale credere est voluntatis,
Soltanto che con l’'adesione maliziosa all’errore il soggetto
contrae una responsabilitt personale, per il cattivo uso di un
diritto concessogli, non perché egli potesse capricciosamente
volgersi alla verita'o allerrore, ma perché prestasse un assenso
conforme alla sua natura razionale alla verita razionalmente
conosciuta. Liirrazionalita dell’atto, in altre parole, sia essa co-
scientemente avvertita 0 incoscientemente commessa, come av-
viene quando & accompagnato dalla buona fede, & deviazione
spirituale che rignarda il soggetto € Je sue relazioni con Dio,
a correggere la quale si pud soltanto intervenire con la persua-
.¢, non mai con Finvasione violenta del santuario della co-
scienza.
"Come risulta da questa prima conseguenza, dedotta dal
ritto della persona umana alla libera ricerca della verita, com-
presa quella religiosa, ogni forzato conformismo a qualsiasi credo,
sia esso confessionale o politico poco importa, resta condannato
in radice, quale sopraffazione esterna ¢ illecita ingerenza, eser-
citata sull'uomo in un campo, dove domina incontrastata la sua
interiore libert&, unicamente subordinata alla norma morale,
che ne regola Puso. ,
‘Occorre perd porre in modo espresso accento sull’esisten-
za di questa norma interna regolatrice della libertd, senza la
quale si cadrebbe in quelPassurdo concetto di autonomia tota~
le dellindividuo, appoggiato sul soggettivismo ¢ relativismo in-
tegrale, del quale si fece paladino il pensiero agnostico della
moderna democrazia illuministica ¢ liberale, riprovato giusta~
mente dallautorith della Chiesa nei documenti pontifici altro-
oe quale fonte del pid esteso ¢ irrazionale indifferentismo_
religioso.60 TA LIBERA RICERCA DELLA VERITA
‘Laccenno all’intervento della Chiesa nella condanna di quel
particolare significato dato alla liberta di coscienza dal razio-
nalismo, accettato poi, nelle sue conseguenze pratiche, dai cat-
tolici liberali, avvertiti dalla medesima autorit& di camminare
ai margini dellortodossia, ci suggerisce di prevenire una diffi- |
colt, che, se non si é ancora affacciata alla mente dei nostri let-
tori, potrebbe da un momento all'altro sorgere come fantasma
‘a turbare la visione chiara della dottrina cattolica su questo de-
licatissimo argomento. Tale suggerimento poi viene in noi raf-
forzato dalle poco esatte interpretazioni date a un pid recente
intervento della S. Sede riguardo a quanti abbracciano ¢ propa-
gano la dottrina materialistica ed atea del comunismo, accolto
ppersino con un certo dubbioso tentennamento di capo da parte
Gi qualche cattolico. Un chiarimento, dunque, dei concetti si
rende necessario anche a questo proposito,
eae
L’autorita ecclesiastica, si potrebbe da qualcuno obiettare,
non lede con i suoi pronunziamenti ¢ le sue condanne il diritto
della persona umana, fin qui cosi risolutamente sostenuto nei
confronti dello Stato, negandolo in pratica mentre lo aunmette
in teotia? Se Puomo, infatti, ha, come si afferma, un diritto in-
nato alla libera ricerca della verita e di altrettanto libera ade~
sione, dovrebbe questo diritto estendersi alla facolt& di allon-
tanarsi dalla fede una volta abbracciata ¢ ora, in buona o cat-
tiva coscienza, ritenuta non pitt conforme alle proprie opinioni.
Eallora perch? mai la Chiesa colpisce con Ie sue sanzioni, e non
sono forse queste un uso illegittimo del suo potere spirituale, con-
trario alle esigenze della natura razionale?
Nella difficolt& appena esposta sono inclusi alcuni equivoci,
che non riuscira difficile scoprire, per poco che se ne analizzino
Ie proposizioni. Innanzi tutto, deve essere tenuta presente Ia rela-/
zione essenzialmente diversa, che lega il credente alla societa so-
prannaturale, quale é la Chiesa, e il cittadino allorganismo pol
tico. La prima scaturisce dall’elevazione della creatura median
te la grazia conferitagli col sacramento di rigenerazione, dopo
che Puomo, secondo Pespresso insegnamento di Cristo ripetuto
da S. Paolo, ha accolto in modo integrale la rivelazione: so
tanto gui crediderit et baptizatus fuerit partecipa all’economia
della salute.
Tl vincolo, dunque, primo e fondamentale, presupposto ne~
EA LIBERA RIGERGA DELLA VERITA 6
cessario delappartenenza alla societ soprannaturale € condi
zione insostituibile per continuare ad essere suo membro, & Pu-
nit& di fede, spezzata la quale viene anche a infrangersi il le-
game sociale, La seconda relazione, invece, deriva dall’adesio-
ne volontaria allo scopo umano e temporale della prosperit&
comune, per la quale si accetta come mezzo una forma di col-
laborazione permanente, guidata e diretta da un'autorit& egual-
mente umana.'Il principio delunita sociale non & pertanto
una dottrina comune, un credo politico o una determinata teo-
ria, ma un interesse collettivo, che pud essere conseguito nella
pit ampia diversita di opinioni, purch? si ammettano da tutti
aleune norme generali di condotta non contrastanti col fine,
che s‘intende conseguire,
Dalla differenza essenziale spiegata segue che, mentre I'au-
toritA sociale non possiede diritto alcuno d'investigare sulle opi-
nioni e credenze dei suoi sudditi, né d'imporre ad essi un comu-
ne modo di pensare politico; Pautorit& soprannaturale della
Chiesa ha il diritto e il dovere d’invigilare sulla genuinita della
fede ¢ @imporre a tutti i suoi soggetti di tenere e professare Io
stesso e identico credo, principio interno della sua unit& sociale.
Su questa diritta divino, perch? ennnessa con la missione
comunicatale da Cristo suo fondatore, si fonda la legittimita
del suo intervento, che pud assumere due forme: dichiarazione
autentica della verita contro gli errori, che insidiano l'unita del-
Ja fede, per metterne in guardia i credenti o ridurre allovile gli
cerranti; sanzione contro chi al suo richiamo oppone la pervica-
cia del’errore. Quest'ultima forma trova la sua piena legitt
mazione nello stesso principio dell'unita di fede, il quale, men-
tre subordina alPautorit& della Chiesa le interne convinzioni
del credente, le conferisce il potere d'intervenire nel santuario
della sua coscienza e di sottoporlo, come suo membro, ai prov-
vedimenti salutari diretti a ricondurlo entro il raggio della ve~
rit, fuori del quale non vi & speranza di salvezza.
‘Tralasciando la questione astratta, se PautoritA ecclesiastica
abbia il potere d’imporre pene fisiche, e attenendoci soltanto al-
la prassi oggi seguita, & chiaro che la Chiesa si accontenta delle
sanzioni spirituali, le quali principalmente consistono, quando
Sitratta di defezione dalla fede, nella scomunica o separazione
delleretico o dell'apostata dalla comunione religiosa, dalluni-
{8 sociale soprannaturale.
Se si esamina ora questo intervento, tenendosi lontani da
ogni prevenzione e pregiudizio, non potra sfuggire come l'auto-6a EA LIBERA RIGERCA DELLA VERITA
rita ecclesiastica, nellesercizio di questo suo incontestabile di-
ritto, non violenti in nessun modo Ia libert& dell'uomo. Essa,
infatti, segue la linea di condotta, gia tracciata dal suo divino
macstro, dicendo al suo suddito: se vuoi rimanere nel seno del-
Tunica Chiesa fondata da Cristo, devi credere tutta intera la
rivelazione in ciascuno dei suoi articoli, perché solo a questa
condizione puoi partecipare all’economia della salute; se non
vuoi eredere, io ti dichiaro separato dal mio gregge, scisso dal-
la mia compagine ¢ dalla mia comunione sociale, quale pietra
franata dal mio edifico. Si noti poi come questa dichiarazione
non si riduce ad altro, guardata obiettivamente, che alla rati
fica giuridica di uno stato di fatto, gi creato dalla libera volon-
ta dell’uomo prima credente, che, avendo fatto defezione dalla.
fede, si era gid da se stesso distaccato dalla Chiesa, alla quale
rimaneva ancora soltanto apparentemente unito.
Tn sostanza, dunque, anche verso coloro, che abbandonano,
Ja fede accolta e professata, la Chiesa non si allontana dal prin-
cipio che credere est voluntatis, ossia che Vatto di fede deve pro-
cedere da una libera adesione della volonta alla verita rivelata,
nonostante che il suo diritto divino le dia facolt& di costringere
gli eretici e gli apostati ut adimpleant quod promiserunt, secon
do Pinsegnamento di S. Tommaso altrove riferito.
nae
Dopo questa, che potrebbe sembrare una digressione dall’ar-
gomento principale ¢ non lo é nel quadro generale della dottri-
ha sulla libert& religiosa, facciamo ritorno al diritto di libera ri
cerca della verita e continuiamo a svolgerne le conseguenze pra-
tiche.
1] diritto soggettivo non solo & una facolt& morale di avans
zare e far valere delle legittime richieste nel campo sociale,
si erge ancora come un baluardo protettivo della persona, entro
il quale essa pud dispiegare con piena autonomia la propria at
tivita e oltre il quale diventa illegale ogni ingerenza esterna, s
non intervengono diritti superiori e pid universali a spostare 0
sopprimere quel limite. Il diritto costituisce un recinto riservat
al soggetto e alla sua azione, dal quale egli ha facolta di eschy
dere ogni altro, mentre tanto i membri della societ& quanto
potere che la dirige hanno il dovere di rispettare la riserva,
percid dalla filosofia cattolica @ stato definito un potere moral
inviolabile.
TA LIBERA RICERCA DELLA. vERITA 63
__Da questo secondo aspetto del diritto soggettivo deriva per
il nostro particolare argomento Fesigenza perentoria che il po-
tere politico si astenga dallinterferire nella coscienza dei suoi
sudditi, con la pressione morale e con la coercizione 0 con qual-
siasi altro mezzo diretto a violentare il loro assenso, per lacco-
glimento di qualsiasi opinione, teoria, dottrina politica o reli-
giosa che sia. La conclusione é chiara se si tiene presente la fun-
zione del diritto.
Se, infatti, la libera ricerca della verita, di qualsiasi natura
essa sia, 2 una conseguenza della razionalita della persona uma-
na ¢ della sua congenita digniti, e percid viene specificamente
protetta da un particolare diritto, nessun potere temporale ha la
facolta d’infrangere la barriera protettiva, che la circonda, ¢ di
ingerirsi in un campo al cui limite Pordine di natura ha fissato
saldamente il cartello della riserva. La sua azione in questo caso
sarebbe un illecito giuridico e morale, una tirannia sorretta dal-
Pabuso del potere.
Deve, dunque, il potere politico rimanere spettatore passivo
¢ indifferente al movimento ¢ alla propagazione delle idee en-
tro Porganismo sociale, alla cui vita presiede? Non @ propria-
rieuile questo il senso che noi diamo alla conclusione. Intendia-
mo soltanto dire che, fin quando si tratta della ricerca personale
della verita e della sua accettazione mediante l'adesione intellet-
tuale, il potere politico non pud direttamente ingerirsi nel pro-
cesso spirituale di rinvenimento e di accoglimento, premendo
dalfesterno con la forza, né in caso di errore manifesto pud ob-
bligare con i mezzi coercitivi ad abbandonarlo, Non gli é inter-
detto, tuttavia, di svolgere un’azione risanatrice dell'ambiente
sociale, rimovendo gli ostacoli, che possono rendere pitt ardua
la conquista della verita ¢ la sua diffusione o deviare dal retto
sentiero le menti meno adusate alla ricerca personale,
_La conclusione, che andiamo chiarendo, nel suo valore di
principio direttivo della vita sociale, rimane confermata dalla
considerazione del fine essenziale, al cui conseguimento tende la
societ& civile. Lo Stato ha come scopo il benessere temporale
della collettivita, alla quale deve procurare i mezzi necessari a
conseguire una sufficiente prosperita terrena. In virti di questo
scopo specifico rimangono incluse dentro la sua sfera di compe-
tenza soltanto le attivitA esterne, dalle quali pud derivare un
vantaggio o uno svantaggio al bene comune temporale.
Indubbiamente la preservazione ¢ dilatazione del vero costi-64 4A LIBERA RICERCA DELLA. vERITA
tujscono uno degli elementi spirituali di tale bene, e tuttavia, non
essendo indispensabile a un retto ordinamento civile P'unita delle
convinzioni, questa rimane fuori dell’ambito della sua compe-
tenza diretta. Percid si é giustamente affermato che lo Stato non
ha un suo deposito di verit& da insegnare o da imporre, né ha la
missione immediata di farsi educatore dei suoi sudditi, la cui co
scienza conserva la propria autonomia di fronte ai poteri sociali,
Del resto Pargomento viene confermato dalla mancanza di fun-
tionalit& che avrebbe un siffatto intervento dello Stato.
L'accettazione della verit& con 'abbandono dell’errore @ un
avvenimento totalmente interiore, che di per sé sfugge ¢ sfuggi-
18 sempre alla verifica degli organi politici, i quali potranno al
pid soffocare le manifestazioni esterne del pensiero, ma non sa~
ranno mai in grado di comprimere efficacemente la liberta in-
terna ¢ il suo atteggiarsi in modo diverso dal cost detto credo uf-
ficiale. La pressione politica @ destinata, dunque, al fallimento.
Pud riuscire ad ottenere un conformismo esteriore, ad alimenta-
re Pipocrisia e Pinganno, pud con la continuata violenza illudersi
di aver livellate le menti, ma dietro Papparente uniformita re- /
stera Vindomabile libert& dello spirito, che nel segreto reagisce
€ prepara la riscussa. Se pertanto Pintervento del potcre manca
essenzialmente di funzionalita, deve concludersene che il campo
della coscienza gli 2 interdetto, non comandando lerdine obiet-
tivo di natura nessuna azione, che sia per se stessa inadat*s ¢
inefficace ad ottenere un determinato scopo.
Quanto si é affermato per la verita in generale vale a mag-
gior ragione per la veritA religiosa. La tesi a questo riguardo
stata cnunziata con tutta chiarezza da quella teologia medi
vale, contro la quale sono diretti oggi gli strali dei riformatori.
Gi riferiamo questa volta al Suarez, non indegno rappresentan-
te del pensiero medievale,
Egli discute, come a suo tempo fece S. Tommaso, la questio-
ne degl'infedeli, rispetto ai quali esamina se la Chiesa possieda
mai la facolt& di costringerli ad accettare la fede, nel caso che
fossero a lei soggetti come membri di una collettivita sociale
temporale. La risposta nettamente negativa, giacché Ia coa- |
ione diretta richiede il potere ¢ la giurisdizione, ¢ la Chiesa per
speciale concessione di Cristo non ha avuto né Puno né Valtra
riguardo a tali sudditi, In altri termini la Chiesa, in quanto tale,
non ha potere sugl'infedeli, né questo potere rispetto alla fede le
pud derivare dalla relazione temporale di soggezione politica.
1A LIBERA RICERCA DELLA VERITA 65,
L’argomento 2 perspicuo: il temporale non ha nessuna diretta
potest’ d’agire sullo spirituale, ed reso pid perspicuo dal natu-
rale trapasso, operato dal Suarez, alla considerazione del prin-
cipe cristiano, al quale nega egualmente la facolta gid negata
alla Chiesa.
La potest del principe cristiano, egli insegna, « non si esten-
de all'atto di punire i sudditi a causa del peccato di non acco-
gliere la fede ad essi sufficientemente proposta, poiché quella po-
testi, derivando prossimamente dagli uomini, ¢ ordinata a un
fine naturale, specialmente alla conservazione della pace nello
Stato, della giustizia naturale ¢ dell'onest’ adeguata a quel fi-
ne » (1). E poiché, soggiunge, deducendo la conclusione dal prin-
cipio, 'adesione allerrore dell’infedelta rimane fuori dellordine
umano ¢ naturale, il potere civile, anche nella supposizione che
sia esercitato da un principe cristiano, non ha la facolta d’inter-
venire con i mezzi coercitivi, per ottenere V'assenso alla fede.
Dopo la separazione, operata da Gesti Cristo tra le cose do-
vute a Cesare ¢ le cose dovute a Dio, il campo religioso @ rima-
sto distinto da quello politico, il primo confidato a un potere
speciale d'istituzione divina e Paltro a un potere umano, che tro-
va la sua ragione di essere nelle esigenze natnrali delPorganismo
sociale, Da allora non é pitt possibile alcuna confusione tra Yor-
dine soprannaturale della fede e quello ordinario della natura,
tra il divino e il temporale ed umano. La distinzione, cosi benefi-
ca per Pinteriore liberta dell’uomo nelle sue relazioni con Dio,
determina esattamente le competenze delle due autorita, pre-
cludendo a quella umana d'invadere il santuario della coscienza.
La tesi finora esposta non & moderna, come si 8 potuto no-
tare dalla citazione del Suarez, ed & una tesi che tutela la libera,
adesione dell'uomo alla veriti particolarmente religiosa, sot-
traendolo all’oppressione del potere politico. Non si pud certa-
mente negare che, segnatamente neleti di mezzo, quando il
sentimento deluniti religiosa era vivamente sentito, si siano
awerati degli abusi con procedimenti, che oggi offenderebbero
la coscienza comune dei popoli civili, diventata pitt gelosa del-
la libert& personae e quindi pit insofferente verso qualsiasi
mezzo esterno ad essa contrario.
‘Ma Pabuso non toglie vigore ai principi, li riconferma anzi
(9) De fide, disp, XVUL, see. TH, a. 7.
8+ Ohta Cat, 190, val IV, em, 27 30 samt 195966 1A LIBERA RICERCA DELLA VERITR
nel loro valore intrinseco, facendone meglio vedere la neces-
sit della fedele applicazione, specialmente se il pensiero resi-
‘ste tetragono alle pressioni della forza ¢ continua a proclamarli
come regola indeclinabile di condotta. La dottrina cattolica fi-
no ai nostri giomi non ha deviato di un apice dalla linea teo-
rica, tracciata gia fin dalle origini ¢ sviluppata di poi dai suoi
maggiori teologi, né Pinsegnamento della Chiesa ha conosciuto
flessioni a questo riguardo. Se vi un'istituzione nel mondo che
abbia avuto, in tutto il corso della sua storia, vivo il senso del
rispetto dovuto alla persona umana ¢ alla sua interiore liberta
¢ abbia escluso con energia Puso della costrizione, condannan-
do le intemperanze del potere politico contro il sacro diritto
dell'uomo di volgersi liberamente alla verita, questa @ la Chie-
sa, la quale nulla ha imparato, né poteva imparare, dalle pitt
moderne teorie ¢ movimenti sociali, che hanno saccheggiato
il suo deposito, deformandone le grandi idee ¢ i grandi principi.
Per questo appunto suscitano nell’animo una certa attonita
sorpresa alcune affermazioni di uno scrittore cattolico, il qua-
enon dubita di sostenere, tracciando un parallelismo implicito,
che Patteggiamento ontologico, proprio della teologia medic-
vale, secondo cui sarcbbe stata modellata la tesi sulla Tiberta
religiosa, @ stato ripreso dai movimenti anticristiani, il comuni-
smo e il nazismo, che, ponendosi sul piano della test, hanno
cercato @’imporre con tutti i mezzi le loro direttive ideologiche
¢ politiche. La Chiesa, egli soggiunge, ha sofferto delle perse-
cuzioni violente nel Messico, in Russia ¢ nei paesi sateliti, nella
Spagna e in Germania: queste persecuzioni proverrebbero da
partiti che mettono in atto il sistema della test.
Secondo questo illustre autore, dunque, la tesi sarebbe per
se stessa uno strumento di oppressione, ¢ che cos sia stato per
il passato verrebbe dimostrato dai moderni regimi anticristiani
¢ totalitari, i quali, ispirandosi al sistema della tesi, hanno con:/
culcato il sacro diritto della libert& di coscienza, servendosi di
tutti i mezzi per creare il pi mortificante dei conformismi po-
litici. Siffatte affermazioni si possono soltanto spiegare per I'ec-
cessivo amore verso una nuova tesi la cui legittimita, anzi neces:
sita, sintenderebbe dimostrare, servendosi di tutti i mezzi, per-
sino delfoffensivo ravvicinamento tra i sistemi dittatoriali del
tempo presente e alcuni sistemi instaurati nel passato, quando)
la Chiesa conservava un grande influsso sul regime politico.
‘Ma quanta falsitA si racchiude nel paragone e quanta de-
1A LIMERA RIGERCA DELLA vERITA 6
formazione storica esso non suppone! Si esaminino con serenit’
principi della tesi da noi esposta € si veda se obiettivamente
pud trasformarsi in strumento di tirannia; si vada per quanto
si voglia indictro nella storia, e ci si soffermi nelle epoche pit
oscure, mettendone in evidenza gli esempi di oppressione reli-
giosa, che, come abbiamo ammesso, non mancarono,.¢ se ne
trovi una nella quale loppressione della liberti ¢ il disprezzo
della persona umana abbiano raggiunto il grado toccato nel
comunismo russo.
E ancora, supposto che fosse dato trovarla, sulle passioni
umane del tempo, scatenate per motivo religioso, si vedrA emer-
sere la dottrina cattolica e la Chiesa, per riaffermare Peterno
¢ indistruttibile principio della dignit& dell’uomo e della sua
inviolabile liberta nella ricerca ¢ nelPaccoglimento della verit&
religiosa. Si dimentica sovente che lepoca della vera tirannia
iosa & propriamente cominciata con laprirsi dell’era mo-
derna, ossia con la riforma protestante, la quale adottd il per-
nicioso principio del conformismo dei ‘sudditi con la credenza
del sovrano. La tesi cattolica & tesi di libert&, non nel senso da-
to a questo dono di Dio dall'agnosticismo razionalista ¢ dall'in-
differentismo, dilagato col soggettivismo introdotto dal libero
esame ¢ maturato nella rivoluzione francese, ma nel senso ge~
nuino dedotto dalle leggi pid profonde dell’essere umano € con-
fermato dalla rivelazione.
Chiungue guarda alla dottrina cattolica ¢ alla prassi socia-
le della Chiesa attraverso la lente del modero soggettivismo,
negatore di ogni verita oggettiva ¢ sostenitore di una liberta
senza confini, ¢ del relativismo speculative ¢ pratico che ne é
la conseguenza, ¢ si lascia abbagliare dalle false luci di un pro-
reso soltanto apparente nel suo aspetto morale, nonostante il
culto idolatrico della libert& umana, non pud comprenderla, né
pud arrivare a cogliere come la sola barriera, che potrd resi-
stere all'urto ¢ salvare i valori spirituali, resta sempre il pen-
sieto cristiano ¢ la tesi da esso elaborata.
__ Fuori vuoto clamore di libert&, tanto pid vilipesa quanto
pit viene glorificata, come stanno a dimostrare le imprese del
libero pensiero, che non ha cessato di fare guerra alla Chiesa
jin nome del suo nuovo diritto, verbalmente libertario, ma in
realt& tirannico e oppressore della fede cattolica.
‘A. Messuveo S. I.