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LITIGARE BENE? ANCORA DI PIU!
punto sul metodo per gestire i litigi tra hambini,
nelle scuole e in famigtia
a cura di Barbara Scarioni
sglornalista
Barbarascarioni@yahoo.it
Basterebbe riascoltare una delle ri-
me di Bruno Tognolint recitate du-
rante il Convegno a Piacenza per ca-
pire Uatmosfera che hanno vissuto
tutti i presenti,
Un'atmosfera di partecipazione, di
coinvolgimento, per le immagini e le
parole dei bambini, di soddisfazione
per i risultati raggiunti da insegnan-
ti, educatori e formatori. Ma nello
stesso tempo, si sentiva tanta voglia
di andare avanti su questa strada.
Perché, come dice Daniele Novara,
Vimpressione che si ha é quella di un
sogno che si realizza, di un obiettivo
raggiunto che si rinnova e che pud
diventare ancora pit grande.
Era il dicembre 2012 quando fu pre-
sentato per la prima volta Litigare
Bene, il metodo maieutico per gesti-
re i litigi tra i bambini. Dopo quattro
anni di sperimentazione ecco che ci
si ritrova insieme per tirare le som-
me e capire come utilizzare con co-
raggio e nel miglior modo possibile il
metodo, aprendolo maggiormente
anche alle famiglie
Rimane ben ferma U'idea di base: co-
struire una comunita. pedagogica
che si occupa del litigio come mo-
mento di crescita e di apprendimen-
to. Perché, come sostiene con forza
Novara: “Non c’é dubbio che per f
bambini i titigi siano componenti na:
turali legati al bisogno di conoscersi,
di imparare a stare con al altri. | pic-
coli si comportano come cuccioli
agiscono il litigio come un atto estre-
mamente normale, che potrebbe es-
sere definito una forma di gioco”.
In pratica, le parole servono a litiga-
re senza farsi male e soprattutto,
come gia segnalava nei suoi studi
Franco Fornari, l"incapacita di vive-
litigarejene
Fe il contrasto provoca a livello in-
terno movimenti paranoici con esi-
ti di carattere lesivo verso sé 0 ver
so gli altri. In questo senso risulta
fondamentale il nuovo costrutto sco-
perto e definito dal CPP “carenza
conflittuale”, costrutto che permet-
te di evidenziare i deficit che un in-
dividuo ha accumulato nel corso del
la sua formazione. Da questi presup:
posti, si pud poi considerare la re-
versibilita della carenza e, di conse
guenza, la rilevanza della compe-
tenza conflittuale,
Il passo € breve per arrivare alla for-
mulazione dell'ipotesi secondo cui la
mancanza di litigio o il litigio gestito
mate porta alla viotenza: il violento
‘non é litigioso, ma al contrario un in
tollerante al litigio. E quando questo
passaggio € chiaro, allora tutto il
metodo diventa logico e semplice da
‘comprendere,
Rimanendo nell’ambito pedagogico,
risulta evidente che la competenza
conflittuale & quella che dobbiamo
costruire anche con i bambini, per-
ché: “..8 la competenza che per-
mette ai piccoli di cavarsela tutta la
vital”. E queste parole non possono
che essere condivise in pieno dai
tanti che hanno deciso di essere pre~
senti al Convegno.
La cultura del conflitto va quindi vi-
sta come cultura della relazione,
cio’ la capacita di stare nel rapporto
imparando a. gestirne anche gli
aspetti difficili: perturbazione, disa-
gio, scontro, aggressivita. Per i bam-
ini i litigi sono salutari e litigare
bene aiuta a crescere. Sempre.
Per questo é valorizzata la capacita
di apprendimento reciproco dei
bambin}. Non solo a scuola tra com-
pagni, dove Uinsegnante costruisce
delle condizioni di lavoro tra gli
alunni che facilitano il loro impara-
re a litigare bene, ma anche in fa-litigarehene
miglia tra fratelli e sorelle.
Al discorso si aggiungono i dati im-
pressionanti citati da Novara, secon-
ddo cui un minore su cinque oggi é va:
\utato con problemi di apprendimen:
to, perché la medicalizzazione ha
ormat preso il sopravvento, perché
spesso, troppo spesso, l'immaturita
dei bambini é confusa con ta malat-
tia, e quindi considerata da curare
Allora ancora di piu, serve imparare
a litigare. Il metodo segue coerente-
mente il percorso su cui si fonda:
due passi indietro - non cercare il
colpevole, non imporre la soluzione
-e due passi avant - favorire la ver-
sione reciproca del litigio, favorire
Vaccordo creato da loro stessi.
Per rendere operativo il tutto, ci si
awale del conflict corner, luogo
dove i bambini possono scambiarsi
la versione reciproca, e del nuovo
kit di cui diversi efficaci esempi si
sono visti durante il Convegno. C’é
il gomitolo, metafora del litigio
che si srotola, utile per dare una
regola precisa: parla chi ha in mano
‘il gomitolo. Pot i fogliettini dove
ognuno def ltiganti pud scrivere il
proprio punto di vista e l’eventuale
accord. E