Download as pdf
Download as pdf
You are on page 1of 36
Copyright © 108 by Soviets aire il Mastin, Bal Arion as Ava Parise iain san risorvati, Nessuna parte di questa pubbliazio see fe ip nrvbiviat amgamorizzat aati, iia sen el tv alla Tog he Fatt il Drag a A tlie ifetazioni st veda il sito wevw.lino.itfedizioni/fotocopi Tanto per incominciare La vita @ una cosa seria, molto spesso tragica, qualche volta comica. I Greci dell'eta classica av- vertivano profondamente e coltivavano il senso tra- gico della vita, I Romani, in genere pit pratici, non ne facevano una tragedia ma consideravano la vita tuna cosa seria: di conseguenza tra le qualitt umane apprezzavano in modo particolare la gravitas ¢ te- nevano in poco conto la levitas. Cosa sia il tragico non é difficile né da capire né da definire ¢ se ad un Tizio gira per la testa di apparire come una figura tragica non gli é difficile riuscirvi anche se Madre Natura non ha gid provve- duto alla bisogna. La serieta @ pure una qualita re- lativamente facile da capire, da definire ¢ per cexti versi da praticare. Quel che @ difficile da definire e che non a tutti é dato di percepire ed apprezzare til comico. E Pumorismo che consiste nella capaci 18 di intendere, apprezzare ed esprimere il comico ® una dote piuttosto rara tra gli esseri umani. Intendiamoci: Pumorismo grossolano, facilone, 5 volgare, prefabbricato (=barzelletta) ¢ alla portata di molti ma non é vero umorismo. E un travestimento dell'umorismo. 1 termine umorismo deriva dal ter- mine «more> e si riferisce ad una sottile © felice disposizione mentale solitamente basata su un fon- damento di equilibrio psicologico e di benessere fi- siologico. Schiere di serittori,filosofi, epistemologi, linguisti hanno ripetutamente tentato di definire ¢ spiegare Pumorismo. Ma dare una definizione del- Yusmorismo é cosa difficile per non dire impossib le. Tanto @ vero che se una battuta umoristica non @ percepita come tale dallinterlocutore & praticamen- te inutile se non addirittura eontsoproducente cer- care di spiegargliela. Chiaramente l'umorismo @ la capacita intelligente ¢ sottile di rilevare e rappresentare l'aspetto comi- co della realtd. Ma é anche molto di pitt, Anzitutto, come scrisscro Devoto e Oli, 'umorismo non deve implicare una posizione ostile bens! una profonda e spesso indulgente simpatia umana. Inoltre 'umo- rismo implica la percezione istintiva del momento € del luogo in eui pud essere espresso, Fare dell’u- morismo sulla precarietd della vita umana al capez- zale di un moribondo non é umorismo. D'altra par- te quando quel gentiluomo francese che saliva i gra- dini che lo portavano alla ghigliottina, avendo inciam- pato in uno dei gradini, rivolgendosi alle guardie esclam®: edicono che inciampare porti sfortuna», quel gentiluomo meritava certamente che Ja sua ti sta venisse risparmiata. L’umorismo é cos) intimamente legato alla scel- ta accurata € specifica dell'espressione verbale in cui viene prodotto che difficilmente si riesce a tra- durlo da una lingua in un‘altra. 1 che anche signifi- ca che & cosl permeato dei caratteri della cultura in cui viene prodotto che riesce sovente del tutto in- comprensibile quando travasato in un ambiente eul- turale diverso. L'umorismo va distinto dall'ironia. Quando si fa dell’ironia si ride degli altri. Quando si fa dell'umo- rismo si ride con gli altri. L'ironia ingenera tension e confliti, L’umorismo quando usato nella misura giusta ¢ nel momento giusto (e se non & usato nella misura giusta e nel momento giusto non @ umori smo) @ il solvente per eccellenza per sgonfiare ten- sioni, risolvere situazioni altrimenti penose, facilita- re rapporti e relazioni umane. E mia profonda convinzione quindi che ogniqual- volta si presenti occasione di praticare dell’ umori smo sia un dovere sociale far si che tale occasion non vada perduta, Da questa banale considerazio- ne nacquero i due saggi che seguono. Furono origi nariamente pubblieati anni addietro (rispettivamente nel 1973 e nel 1976) in lingua inglese e in edizione ristretta riservata per soli amici. I due saggi ebbero perd un insperato suecesso © mentre talune perso- ne cerearono di procurarsene copia tramite amici 6 conoseenti, altri pitt intraprendenti ne fecero co- pie xero-grafiche » addirittura manoscritte che cir- © meno clandestinamente, Il fenome- no assunse proporzioni tali che l'editrice il Mulino ed il sottoscritto finalmente decisero di procedere ad una edizione ufficiale ¢ pubblica che qui si pre- senta non priva di sostanziali revisioni rispetto alla prima edizione semi-clandestina. Nelloccasione di questa edizione ufficiale sento il dovere di fare due precisazioni, Nel saguio sul pepe il lettore non fara fatica a cogliere qualche puntata ironica. Ma spero mi si conceda che si tratta di iro- nia bonaria e paciosa tale da non distanziarsi molto — almeno cost mi auguro — dall’umorismo. ‘Quanto al saggio sulla stupidita umana non é né piti né meno che quella che gli eruditi settecente- sehi avrebbero chiamata «una spiritosa invenzione>. Di fatto il saggio non ha alcuna attinerza.con la mia vita personale. Peccherei gravemente di ingratitu- dine contro i fati che sino ad ora hanno presieduto al corso della mia vita se non confessassi di essere stato, nei miei rapporti umani, an essere straordi- naviamente fortunato nel senso che la stragrande maggioranza delle persone con cui venni in contat- to furono di regola persone generose, buone ed in- telligenti. Spero che leggendo queste pagine non si convineano che lo stupido Il ruolo delle spezie (¢ del pepe in particolare) nello sviluppo economi del Medioevo Tl ruolo delle spezie {e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo 1. Una delle pitt gravi tragedie vissute dall’Eu- ropa nei secoli dei secoli fila caduta dell’ Impero Ro- mano. A quei tempi, come spesso accade nelle vicende ‘umane, molti non ne avvertirono la gravita. Buona par- te dei cittadini di Cartagine si stavano godendo i gio- chinell’anfiteatro quando la cittA fu attaccata dai Van- dali ed i nobili di Colonia erano a banchetto quando ibarbari arrivarono alle porte. Altri, invece, si rest ro perfettamente conto della gravita degli avvenimenti: quando Pesercito dei Goti guidato da Alarico saccheg- gid Roma nell'estate del 410 A.D., San Gerolamo— che allora viveva a Betlemme e non eraancora santo —serisse «Si d spenta la luce pitt viva del mondo» e con profonda angoscia e con le gambe che gli trema- vano ebbe la forza di aggiungere: «Se Roma pud pe~ rire, cos'altro ci resta di sicuro?» Con poche eccezioni!, gli storici moderni con- ' tra le eccerioni vamo posti quel autor eristani che vidoro| nell fie dell npero Romanotn tempest intervento divine pers. ra cordano sulla portata storiea del disfacimento del- HImpero Romano ma non sono d’accordo cirea le cause del declino. ‘Aleuni accusano i Cristiani, altri la degenerazio- ne dei pagani, alcuni la nascita e Vaffermarsi dello stato burocratico-assistenziale, altri il declino dell’a- gricoltura ed il diffondersi del latifondo, aleuni la caduta della fertilita, altri Pascesa della classe con- tadina. Un sociologo americano ha recentemente ri- meso in discussione il problema avanzando la tesi brillante ed originale che Roma decadde per via del progressive avvelenamento da piombo della classe aristocratica romana, 11 piombo, se ingerito © assorbito in dosi supe- riori ad 1 mg. al giorno, pud provocare dolorosa sti- tichezza, perdita dell’appetito, paralisi delle estre- mita e infine pud causare la morte. Pud inoltre eau- sare sterilita tra gli uomini e abort fra le donne. Sem- pre secondo T'llustre sociologo, i Romani, ¢ in par- ticolare gli aristocratici, ingerivano quantitativi di piombo al di sopra della soglia critica. Non solo Pli- nio il Vecchio raccomandava che evenissero usati recipienti di piombo non di bronzo» nella cottura dei cibi, ma il piombo veniva anche utilizzato nella fabbricazione delle tubature idrauliche, dei bocea- vars Pamasia da peganesino, Pi senennee no erin tome: taco Ingle, evidentementesenatblizao dal grvono soma tr “one prevaente og! Inghilterr, ha interpreta la eat i Ro tn come un evento providence ber mint Europe! da papnente dtu nso 12 li, dei cosmetici, delle medicine e dei coloranti. S'ag- giunga che i Romani, per meglio conservare e dol- cificare il vino, aggiungevano del succo d’uva non fermentato che a sua volta era stato bollito e decan- tato in recipienti rivestiti internamente di piombo. Cosi facendo, mentre ritenevano di sterilizzare il vi no i Romani «non si rendevano conto che sterilizza- vano se stessiv. «L’alto tasso di mortalita e il basso tasso di nata- lita» dell'aristocrazia romana sono fortemente indi cativi secondo il sociologo americano di fenomeni di avvelenamento da piombo, per cui nell’arco di alcune generazioni questa «aristotanasia» fece scom- parire le figure pitt autorevoli del pensiero e della cultura. Una citta in cui Pavvelenamento da piom- bo dovette essere particolarmente intenso e diffuso fu Ravenna sede del potere dell’Impero d’Oriente in Italia. Non e’era cosa che vi andasse per il verso iusto. Secondo Sidonio Apollinare a Ravenna ei mu- Hicrollano, le acque stagnano, le torr cedono, le navi si insabbiano, i ladri vegliano, le guardie dormono». Ayvelenati dal piombo e quindi stitici, sterili ed affetti da «aristotanasiax, i Romani nen furono pitt in grado di contenere i barbari. Lo sconquasso che ne seguf fu profondo e generale. Sul finire del IV secolo Ambrogio vescovo di Milano non vedeva d’at- torno che «semirutarum urbium cadavera». Commo- diano, inorridito, seriveva che evastantur patriae, pro- sternitur civitas omnis», Un anonimo poeta si lamen- tava che «omnia in finem precipitata runt. Rufino 13 confessava amaramente: «come si pud aver l'animo di serivere? si& circondati da armi nemiche e d’at- tomo non si vedono che cittA © campi devastatin. 2. Ebbe cos inizio il Medioevo i cui primi secoli nella lingua inglese vengono chiamati i esecoli bui» (dark ages). Uno studioso fece notare, non molto tem- po fa, che quei tempi «non erano cosi bui peri barba- rip. Poiché noi non siamo i sharbaris i primi secoli del Medioevo restano per noi un’ epoca buia. Nel buio ay- vengono cose strane. Nel buio dell'alto Medioevo, la gente sidivise tracoloro che combattevano, coloro che pregavanoe coloro che lavoravano e che pertanto erano riguardati come servi. Filippo di Vitry, segretario di Filippo V1, spiegd la cosa cost: «Per sfuggire alle cala- mita incombenti la gente si divise in tre parti. Una si incaricd di pregare il Signore Domineddio. La secon- da si dedicd al commercio c all’agricoltura. Ed infi- ne, per proteggerele due sucdete parti da ingiustizie ce daaggressioni furono creatii baroni. Mala spiega- zione di Filippo di Vitry é partigiana e inaccurata. 1 baroni non avevano ia benché minima intenzione wdi proteggere le due altre partisociali da ingiustizie eda aggressioni». Al contrario, si diedero da fare per ag- gitungere ingiustizia a ingiustizia e aggressione ad ag- sressione. Coltivavano un unica passione, quéla di me- narle mani, Quando eid non era possibile, sisfogava- no in cruenti tornei o in noa meno eruente partite di caccia. NelFinsieme contribuirono a riempire ! Europa di prevaricazioni e violenze. 14 Come se cid) non bastasse, agguerriti ¢ minac- ciosi popoli stranieri premevano dal di fuori aggiun- gendo violenza a violenza e ruberia a ruberia. I mu- sulmani premevano dal sud, gli Ungheresi dall’est, gli Scandinavi dal nord. Quest’ultimi erano forse i peggiori Si ignora perché e come abbiano dato stu- ra alle loro sanguinarie incursioni e per quali ragi ni abbiano continvato ad infestare Europa cos! a lungo. Certamente possedevano una tecnologia na- vale superiore? e il motivo solitamente citato ¢ quel Jo della rapina. Ma c’era dellaltro. Una recente pub- blicazione norvegese afferma che notevole importan- za ebbe il «ruolo delle donne nella bellicosa s0 seandinava, Fiere ¢ formidabili le donne vi sapevano all'occasione diventare anche pericolosa- mente infide ¢ in ogni easo non si laseiarono mai sottomettere». Non fa meraviglia che i mariti di donne cosi for- midabili optassero per lunghi soggiorni all’estero. ‘Tanto pit che nel sud i Vichinghi maschi trovavano piacevoli occasioni per dimenticare i diffiili problemi domestici, Stando agli Annales de Saint-Bertin nel 865 A.D. un nutrito gruppo di Nortmanni «ex se cir- 2 Per quanto primitive i popol vchingo ere per alcuni vor al ‘quanto evolu. Un aneopolgge amerieano rs! a caleoare i rotated ‘actor index del syiluppo sociocultural d aleunipopol primi I ‘oid factor index pot | Vichnghi& 1,60 mente 81,73 per gi Ar ‘hi, 0,99 per gli Onentot, 0,89 per i Mal, O44 per | Bowman £0.28 per gl Bxquimes, Cosa bene sia il rotated factor index Io ‘ola Vantropologo american che 1 ha idesto, 15, citer ducentes Parisyus mittunt ubi quod quaesive- runt vinum» (inviarono un distaccamento di circa duecento uomini a Parigi in cerca di vino). Liassillante sequenza di violenze ¢ le depresse € penose condizioni di vita del tempo spinsero i tas- si di mortalita a livelli molto elevati. E ovvio che ad una mortalita elevata deve corrispondere una ferti- Jit altrettanto elevata se si vuole che la societA so- pravviva, Dopo la eaduta dell’Impero gli Europei ave- vano fortunatamente perso la cattiva abitudine di ste- rilizzarsi con il piombo. Cid fu un bene. Ma nel con- tempo, il commercio con Oriente andava sempre pid languendo, ¢ di conseguenza il pepe orientale divenne in Occidente un bene sempre p stoso. I] grande storico belga Henry Pirenne e la sua scuola dedicarono accuratissime ricerche a dimostra- re che l’avanzata musulmana nel VII ed VIII secolo dell’era cristiana diede il colpo finale alle gid tra- ballanti relazioni commerciali tra Est ed Ovest; di conseguenza il pepe in Oceidente divenne scarso co- me non mai. 3. Il pepe, si sa, @ un potente afrodisiaco. Pri- vati del pepe, gli Europei riuscirono a stento a con- trobilanciare le perdite di vite umane causate da ba- roni locali, guerrieri scandinavi, invasori unghere- si, e pirati arabi. La popolazione diminui, le citta si spopolarono mentre foreste ¢ paludi si estesero sempre di pitt, Persa ogni speranza in una vita mi gliore in questo mondo, la gente pose sempre pi 16 le proprie speranze nella vita nell’al di la e Videa di ricompense in Cielo Paiutd a sopportare la man- canza di pepe su questa terra. Solo gli allocchi potevano guardare al futuro con ottimismo. I saggi ne provavano un sacro orrore, € molti per sfuggire ad un mondo brutale e sanguina- rio si rifugiarono nella pace dei conventi. Mancava ‘ormai solo che apparissero i terribili cavalieri del- PApocalisse come preannunciato dai Profeti tutti erano rassegnati e convinti che cid sarebbe avvenu- tolamezzanotte del 31 dicembre 999. Dalle 23.30 di quel temuto giorno mamma dopo mamma si strin- se i figliolett al seno e gli amanti si abbracciarono in un ultimo patetico amplesso d’amore. La fatidi- cae temuta mezzanotte arrivd puntuale ma — con stupore di tutti — i cavalieri dell’Apocalisse non si fecero vedere. I loro mancato appuntamento segnd il turning point della storia europea. 4. I nuovo millennio pud venire ragionevolmen- te considerato il millennio dell’Europa occidenta- le. Il merito di aver dato la stura a questa nuova epoca spetta a due personaggi di spicco di quel tem- po, il Vescovo di Brema e Pietro I’Eremita. I due furono in definitiva i fondatori dell'imperialismo eu- ropeo. Il Vescovo di Brema aveva un debole per il miele ¢ la selvaggina. Pietro invece prediligeva i cibi piceamti. Cid che i due fecero fu, in realta, molto semplice. Circondati da tipi violent il cui sport preferito era quello di ammazzarsi a vicenda, il ve- scovo ¢ l’eremita agirono da catalizzatori e indus- sero gli Europei a esercitare la loro violenza sui non Europei anziché sugli altri Europei. Tedesco qual era, il vescovo parld chiaro e tondo, senza fronzolt diplomatici e nel 1108 tuond: «Gli Slavi sono gen- te abominevole, ¢ la loro terra abbonda di miele, grano e selvaggina. Giovani cavalieri, volgete ad Oriente». Cosi il terrible Vescovo eon Tesca del mie- Ie, del grano e della selvaggina spinse verso Orien- te molte giovani teste caldy tedesche e diede inizio a quel Drang nach Osten che portd alle conquiste tedesche dei territori oltre il fiume Elba ¢ finalmente alla creazione dello Stato Prussiano. L’Eremita era francese, Come scrisse Gugliel- mo di Tiro, «Pietro naeque nella diocesi di Amiens nel Regno di Francia, Era minuto e di salute mal- forma, ma aveva un grandissimo cuore». Secondo Guilberto di Nogent, Pietro «mangiava pochissimo pane, ¢ viveva di solo pesce e vino». Non aveva quin- di problemi di colesterolo. Cid che nessuno racconta, tuttavia, @ che Pietro aveva un debole per i cibi pe- pati. Se consumava solo pesce e vino lo faceva per- ché era un povero eremita e non un ricco abate € quindi non poteva permettersi di acquistare i pe- pe trafugato in Oceidente dai contrabbandieri e ven- dutovi a carissimo prezzo. Solo, nel suo eremo cir- condato dai grandi silenziosi alberi dalla cupa fo- resta, Pietro soffriva in silenaio e pregava costante- mente la Divina Provvidenza per un po’ di pepe da aggiungere ai suoi semplici pasti. Ma la Divina 18 Prowvidenza sapeva che anche una piceolissima dose di pepe avrebbe compromesso la vita spirituale di Pietro e pertanto al posto del pepe gli mandava piog- gia'e neve © fulmini*. Cosa saggia e giusta dal punto di vista divino ma non dal punto di vista di Pietro che era uomo fuori dall’ordinario. Solo, nel suo eremo, frustrato dai continui insuecessi delle sue preghiere, Pietro gradualmente elabord un gran- de disegno: promuovere una crociata che avrebbe liberato la Terta Santa dall’oppressione musulma- nae che nello stesso tempo avrebbe riaperto le vie di comunicazione con POriente e pertanto reso nuo- vamente possibile il rifornimento regolare di pepe all’Europa. Con un colpo solo si potevano ottenere Passicurazione di un dolee futuro premio in Cielo il premio pepato sulla Terra. Quanto al suecesso dell'impresa, non vi potevano essere dubbi: come avrebbe potuto messer Domineddio, che pure co- noseeva Paspirazione recondita di Pietro, negare il proprio aiuto ad un’impresa che avrebbe annienta- to i,musulmani ¢ liberato la Terra Santa? E incredibile come un’idea possa trasformare ‘un uomo, Pietro "Eremita, il silenzioso, solitario Pie- tro, abbandond i grandi e silenziosi alberi della cupa foresta e peregrind di capanna in capanna, da vile Jaggio a villaggio, da eastello a eastello, infiammande ® Nel famoso serio Statistical Inquiries into ake Elicacy of Prayer di Francis Galton nom i fa sleun sferimento al sua nega tivo delle preghire di Pit, 19 animi e cuori con un linguaggio irresistibile. «Era un grande oratore» scrisse Guglielmo di Tiro con ammirazione. Ma il merito del suo sucesso non va attribuito solo a lai ma anche ad una serie di fatto- 1i socio-culturali 5. In tutte le forme di migrazione umana, vi sono forze di attrazione e di spinta. Il pepe fu cer tamente la forza di attrazione; il vino fu la forza di spinta. Il francese Rutebeuf riferisce che dopo una notte di abbondant libagioni, i baroni erano pieni di fervore per la Crociata, sognavano ad alta vo- ce prodezze in battaglia ed atti di gloria. Questo seri- veva Rutebeuf nel XIII secolo ma il senso della sua testimonianza pud essere retroesteso a Pietro ed ai suoi seguaci. Come gia ebbi modo di dire, secon- do Guilberto di Nogent, Pietro eviveva di pesce € di vino». E possibile che i suoi seguaci non amas- sero il pesce, ma in quanto al vino obbiezioni non ne sollevavano di certo. Le condizioni economiche e sociali del tempo facilitarono il progetto di Pietro. La Chiesa ufficia- le aveva sempre rimproverato ai baroni la loro con- dotta violenta e sanguinaria. Ora Pietro forniva a costoro la possibilita di dar legnate al prossimo me- ritandosi gli elogi invece che i rimbrotti della Chie- sa. I giovani virgulti della nobilta, privati dei dirit di successione secondo la ferrea legislazione feu- dale, videro nel piano di Pietro la possibilita di con- quistare possedimenti in Oriente e, nel contempo, 20 acquistare meriti agli occhi dell’Onnipotente. E la gente comune intravvide la possibilit di cambiar vita: farla finita con il proprio miserabile stato e par- tecipare al saccheggio dei tesori orientali con il be- neplacito ¢ la benedizione del Signore. 6. Prima della rivoluzione industriale, i trasporti le comunicazioni erano lenti e difficoltosi. Lo erano anche ai tempi dei Romani pur se questi potevano disporre di strade e di ponti. Dopo la caduta del- l'Impero, le strade caddero in rovina e i ponti erol- larono per cui i trasporti e le comunicazioni diven- nero pitt ardui e pit lenti. La gente incomincid a far uso, ovunque fosse possibile, di vie d’acqua. Ai tempi di Pietro, tuttavia, il Mediterraneo era quasi completamente in mano ai pirati musulmani. P tro ¢ i suoi seguaci cereavano, lo scontro con i mu- sulmani ma non in alto mare. I baroni erano prodi in battaglia quando in sella ad un cavallo ma non quando in preda al mal di mare. Quando si soffre di mal di mare, l’ultima cosa che si pud desiderare @ quella di imbattersi in un pirata musulmano. Fu cost che la maggioranza dei crociati scelse la via di terra, almeno fino a Genova o Venezia. Il viaggio era lungo e i erociati ne erano eonsape- voli. Inoltre, per quanto infervorati dal vino e dalle pa- role di Pietro, i crociati si rendevano conto che sareb- be occorso loro molto tempo per sconfiggere gli infe- deli. Sapevano quindi che non avrebbero rivisto la pro= pria terrae la propria moglie per annie annia yer 21 ‘Tralasciando il caso straordinario della Seandi- navia, si pud affermare con assoluta certezza che Europa del Medioevo era dominio incontrastato del- Fuomo. L’uome eta signore ¢ padrone assoluto. Cosa ne pensassero le donne nel loro intimo, non si sa. ‘A parole dichiaravano di accettare In supremazia del maschio. Diceva perd un proverbio, «fidarsi della propria moglie & bene ma non fidarsi & meglio». Qua- si tutti i crociati erano analfabeti, ma conoseevano: i proverbi. Nacque cost in quel contesto socio-cul- turale lide della cintura di eastita: un crociato do- po laliro prima di partire pensd di mettersi al ripa- to da brutti scherzi facendo serrare la propria mo- slic nella scomoda (per la moglie) ma rassicurante (per il marito) cintura*. Furono tempi d’oro per i fabbri e la metallurgia europea entrd in una fase di forte espansione. Questo fu solo il primo di un’inte- ra serie di sviluppi spettacolari. 7. I musulmani furone sconfitti. Pietro pote sod- disfare la sua gran voglia di pepe ¢ dimenticd i grandi alberi silenziosi della cupa foresta. I erociati trova- rono in Oriente molte cose interessanti ¢ dimen- 4 Non tute le donne europe aceonsentrono a restare a eas, in prigionato nelle cinture dicate. Amant del pepe. aleune seguirono Fevoeatc Second i eronistaarabo Imad ad Din al esempio, un ior tno sarivarono in an porto del Medio Oriente trecento hele Europe. Giovani bl, x ean vite per afr ai croc, Erano belle © tonvdete, sfaceiate ei alere al contempo, che molto davano e molto 22 ticarono allegramente la loro terra ¢ le loro mogli ‘con cintura. Come scrisse un eronista dell’epoca, Ful- cher di Chartres: Noi che eravamo 0 li, Abbiamo gia scordato il nostro pacse natale. Ce chi 8 possiede una casa, una famiglia e dei servitori come se li avesse ricevuti dal padre © per dititto ereditario. Ce chi ha per moglie non una eonterranea benst una si riana, un’armena o financo una saracena battezzata. Ogni giorno ci raggiungoro i nostri parenti ed amici dopo aver liberamente laseiato tutti loro aver in oceidente. Da po- veri laggit, il Signore qui li ha resi Le loro poche ‘monete sono divenute tantissime e tutte d’oro. Perché, dunque, tornare in oecidente? In questa incredibile faccenda in eui furono stra- namente coinvolti messer Domineddio, il pepe, le monete d’oro, gli eremiti, i signorotti feudali e le don- ne saracene, i soli a non perdere la testa furono gli Italiani. Tra costoro, i Veneziani, ai tempi tristi del- Je invasioni germaniche si erano rifugiati su aleune isolette in mezzo alle paludi ¢ su quelle isole, come ebbe a notare un osservatore del X secolo, «ila gens non arat, non seminat, non vindemiat» («quella gente non ara, non semina ¢ non vendemmia»). Per vive- re dovevano dunque darsi al commercio. Uno storico americano scrisse alcuni anni or so- no che «l’avidita veneziana per i profitti derivati dal 23 commercio ¢ ottenuti con ogni mezzo poteva para- gonarsi solo alla mancanza di scrupoli che caratte- Tizzava i Genovesi». Un economista anglosaseone al- trettanto censorio scrisse: «Gli ingenui crociati si tro- varono avviluppati in una rete di interessi commer ciali di cui eapivano poco o nulla. Durante le prime tre crociate i Veneziani, che avevano fornito loro le navi, li imbrogliarono spudoratamente alla stessa ma niera che un mereante senza scrupoli imbroglia al mereato lo scemo del villaggiow. I fatto & che gli Ita- liani avevano intuito 'enorme potenziale commerciale insito nell’occupazione cristiana della Terra Santa. Pietro non era il solo europeo che bramasse il pepe. Di Pietri in Occidente ve n’erano decine di migliaia ce gli Italiani — pur non avendo seguito corsi di ricer- ca di mereato — si impadronirono del commercio traendone profitti monopolistic: notevoli. L’avesse- ro fatto gli Olandesi, i Tedeschi o gli Inglesi, sareb- bero stati additati nei manuali di storia quali am revoli esempi di etica protestante ed encomiabili cam- pioni di proto-capitalismo. Trattandosi solo di Italia~ jurono definiti esempi deplorevoli di «aviditi» di sassenza di serupoli commercialiv. Comunque sia, tanto si adoperarono i mercatanti italiani che il com- mercio del pepe entrd in una fase secolare di ecce- ionale espansione. Ad Alessandria d’Egitto un‘in- tera vie, anzi un intero quartiere, venne.destinato al commercio del pepe ed in Occidente, dopo secoli di maneanza quasi totale, il pepe riapparve in quantita sempre crescenti sui mercati e sulle mense. 24 8. Da luogo tetro e triste qual era, Europa oc- cidentale si trasformé d’incanto in una terra traboc- cante di vitalita, energia e ottimismo. L’aumento del consumo del pepe incrementd l'esuberanza degli uo- mini che, con tante belle donne d’attorno chiuse nelle oro cinture di castita, provarono un improwviso gran- de interesse ver la lavorazione del ferro; molt si tra- sformarono in fabri e quasi tutti si diedero a pro- durre chiavi. Questo fatto ebbe due important con- seguenze: 1) la erescente frequenza del cognome Smith (=fabbro) in Inghilterra, Schmidt in Germania, Fer- rari o Ferrario o Ferrero o Fabbri in Italia, Favre, Febvre, Lefevre in Francia; 2) lo sviluppo della metallurgia europea che en- trd definitivamente in fase di decollo e di «self sustained growth». Il pepe aveva un’importante qualita, la non-de- peribilita. Era inoltre un bene estremamente liqui do poiché nessuno con la testa sulle spalle l'avrebbe riffutato. Poteva servire pertanto non solo come fon- te di energia bensi anche come mezzo di seambio. Venendo il pepe usato sovente come moneta i mer- canti divennero anche banchieri € praticarono l'u- ura sia con i poveri che con i signorotti spendaccio- ni, In cuor loro sapevano benissimo che vendendo armi al Saladino, pepe afrodisiaco agli Europeie pra- ticando Pusura su larga scala si mettevano in pessi- ma luce appo messer Domineddio. Fu eosi che, per mettersi a posto la coscienza, destinarono somme co- 25,

You might also like