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L’arte
Agli inizi del Cinquecento l’Italia è modello culturale di tutta
l’Europa.
Questa fase prende il nome di Rinascimento.

Leonardo da Vinci
I protagonisti del Rinascimento sono geni universali, cioè si
distinguono in vari campi; il primo, Leonardo è scienziato, pittore,
scultore, architetto, scenografo, letterato, e prende lo studio della
natura come spunto essenziale per le sue ricerche: i suoi disegni sono
un metodo per conoscere la realtà.
In pittura Leonardo ritiene indispensabile descrivere non solo
l’apparenza delle cose, ma anche sentimenti e affetti.
Inoltre, come i suoi
contemporanei, è interessato
alla rappresentazione dello
spazio che sviluppa
attraverso la prospettiva
aerea; la prospettiva aerea è
quell’effetto, che si può
vedere a occhio nudo o in
certe foto di paesaggio, per il
quale i soggetti appaiono
meno definiti e come avvolti
nella nebbia, quanto più sono
lontani dall’osservatore.
Altra tecnica tipica lo
“sfumato” utilizzata da
Leonardo, la si può vedere
nella sua opera più famosa,
La Gioconda.
In pratica l’artista lavorava
per velature, cioè stendeva
strati di colore molto diluito
uno sopra l’altro, arrivando
così ad ottenere una pittura
estremamente morbida e
sfumata.
Questo si nota soprattutto
nel viso la cui espressione è
mutevole.
Il Cenacolo vinciano di Leonardo da Vinci
Il Cenacolo vinciano è la raffigurazione dell’Ultima Cena di Cristo
più famosa della storia dell’arte occidentale. Per rendere
maggiormente coinvolgente la rappresentazione Leonardo si
concentrò sulle espressioni ed i gesti degli apostoli.
Leonardo da Vinci, Il Cenacolo vinciano (Ultima cena),
1495-1499, tempera e olio su intonaco, 460×880 cm.
Milano, Convento di Santa Maria delle Grazie, Refettorio
Descrizione. Cristo seduto tra gli apostoli durante l’Ultima Cena
profetizza il tradimento
La scena dell’Ultima Cena rappresentata nel Cenacolo vinciano è
ambientata all’interno di uno spazio architettonico. Il soffitto è
decorato con un cassettone a lacunari. Sulle pareti invece sono appesi
alcuni arazzi. Sulla parete di fondo vi sono tre finestre. Sul tavolo sono presenti
pietanze e stoviglie curate nei minimi dettagli. La grande tavola dietro la quale sono
seduti gli apostoli e Cristo occupa tutta la porzione orizzontale. Gesù si trova al
centro da solo. Le sue braccia sono posate sul tavolo e il viso è reclinato. Gli occhi
sono semiaperti e le labbra appena scostate.
Gli apostoli sono disposti a gruppi di tre alla sua destra e alla sua sinistra. L’apostolo
Pietro è il quarto da sinistra. L’uomo si sporge in avanti impugnando un coltello con
la destra. Giuda ha con se una borsa con del denaro e nella sorpresa rovescia una
saliera. A destra si trovano Matteo, Giuda Taddeo e Simone. Il quinto da destra è
Giacomo Maggiore mentre Filippo stringe le mani al petto dichiarandosi innocente.
Interpretazioni e simbologia
Nell’ambito della storia dell’arte e del Cattolicesimo Il Cenacolo vinciano è un una
vera icona. Si tratta infatti della rappresentazione più famosa dell’Ultima Cena.
Inoltre è una delle opere più note del Rinascimento italiano. L’episodio
rappresentato nel Cenacolo vinciano è quello dell’ultima cena.
Viene raccontato nel Vangelo di Giovanni (13:21). Gesù, in seguito alla lavanda
dei piedi si riunisce attorno al tavolo con gli apostoli (Giovanni). L’episodio si
svolse durante la Pasqua ebraica. Durante la cena Cristo istituì l’Eucarestia
condividendo il vino e il pane come scritto anche nella Prima Lettera ai Corinzi
(11,23-26) da Paolo di Tarso. In questo contesto Gesù annunciò anche il suo
prossimo tradimento.
L’annuncio creò una enorme confusione tra gli apostoli che chiesero al Maestro di
indicare loro il traditore. Cristo però invece di proferire un nome intinse un boccone
e lo porse a Giuda Iscariota dicendogli di eseguire il suo compito. Nella scena
Leonardo da Vinci ha rappresentato il momento nel quale Gesù ha appena
annunciato il suo tradimento.
Gli apostoli intorno a Cristo
Leonardo da Vinci non seguì la tradizionale rappresentazione dell’Ultima Cena.
Infatti il tema veniva solitamente rappresentato con una precisa interpretazione
iconografica. Il maestro si concentrò sul tentativo di rappresentare la sorpresa degli
apostoli. In seguito all’annuncio del tradimento ognuno ha una propria reazione che
si esprime con la postura, il gesto e l’espressione del viso.
Inoltre l’apostolo Pietro anticipa il taglio dell’orecchio di Malco, il
servo del Sommo Sacerdote, al momento dell’arresto di Cristo.
L’apostolo infatti impugna un coltello in modo minaccioso
apparentemente rivolto al traditore seduto tra i commensali.
Giuda non è rappresentato come nella tradizione isolato e all’opposto
degli altri apostoli. L’uomo è in mezzo ai compagni. L’apostolo
Giovanni che di solito è raffigurato adagiato sul petto o sul grembo di
Cristo, da Leonardo viene dipinto in atto di ascoltare le parole di
Pietro.
Lo stile del dipinto Il Cenacolo vinciano di Leonardo da Vinci
Il grande dipinto fu realizzato da Leonardo da Vinci con l’utilizzo di diverse
tecniche. Il supporto è l’intonaco della parete dell’ex refettorio del convento di
Santa Maria delle Grazie. Nel complesso si può definire una tecnica mista a secco.
Leonardo infatti volle sperimentare una nuova procedura e fin dall’inizio la
superficie dipinta diede molti problemi al maestro.
Il problema più importante fu causato dall’ambiente molto umido che non
permetteva una giusta asciugatura della superficie. Da considerare che Leonardo
procedeva per ritocchi continui e velature per aggiustare l’immagine. La tecnica
dell’affresco non era quindi congeniale al maestro. Tale tecnica ha permesso al
maestro di dipingere opere molto raffinate come La vergine delle rocce e la
Gioconda.
Leonardo decise quindi di procedere con una tecnica vicina a quella della tempera
su tavola. La preparazione consistette nella stesura di un intonaco ruvido. Sulla base
venne quindi rappresentata la composizione in modo essenziale. Invece di dipingere
con pigmenti acquosi sull’intonaco umido Leonardo utilizzò come base una pasta
proteica sull’arricciato.
Era composta da carbonato di calcio e magnesio mesticati con una colla animale.
Prima della stesura del colore il maestro stendeva una mano di bianco di piombo per
illuminare le tinte. La materia pittorica era costituita dai pigmenti uniti con tempera
all’uovo con oli. La fattura simile alla tempera su tavola permise a Leonardo di
intervenire sul dipinto più volte. Attraverso pennellate piccole e dettagliate fu quindi
possibile rappresentare molti particolari.
Il colore e l’illuminazione
I colori che si osservano oggi nel Cenacolo vinciano non sono più quelli originali.
Durante i secoli, in seguito ai distacchi della superficie, i vari interventi hanno
aggiunto e cambiato addirittura le fisionomie. Anche il soffitto con lacunari è opera
di una ricostruzione del Settecento che ha modificato colore e forma dei cassettoni.
L’illuminazione virtuale della scena corrisponde a quella che proveniva da una
finestra presente nel refettorio.
Lo spazio
La forte resa prospettica dello spazio virtuale che ospita l’Ultima
Cena è ottenuta con diversi espedienti. Il soffitto a lacunari, la
quadratura del pavimento, gli arazzi appesi e le finestre di fondo
sono rappresentati in modo rigoroso.
Questi accorgimenti prospettici e la studiata illuminazione
concorrono a creare un forte effetto di sfondamento. In primo piano si
trova il tavolo in posizione frontale. Questa disposizione crea una
dilatazione in tal senso dello spazio.
Andrea del Castagno,
Ultima cena. Firenze, Cenacolo di Sant’Apollonia.
Ghirlandaio, Cenacolo di San Marco (1480; affresco, 400 x 800 cm; Firenze, Museo
Nazionale di San Marco)
Beato Angelico,
Ultima Cena,
dall’Armadio degli
Argenti (1451-1453;
tempera su tavola;
Firenze, Museo
Nazionale di San
Marco)
Leonardo raffigura il soggetto ponendo grande attenzione
alle reazioni emotive degli apostoli
Il secondo gruppo
La disposizione degli apostoli Il terzo gruppo
Nel secondo gruppo, a sinistra,
Leonardo ha disposto i 12 Pietro si sporge verso Cristo. Nel terzo gruppo, a destra,
apostoli in 4 gruppi di 3 Davanti a lui Giuda si ritrae Tommaso con accanto
personaggi, ognuno a destra e a stringendo il sacchetto dei denari, Giacomo maggiore e
sinistra della figura centrale mentre Giovanni è disperato Filippo in piedi.

Giuda
Il primo gruppo Il quarto gruppo
Il traditore di Gesù e l’unico dei
Nel primo gruppo, a sinistra, Nel quarto
personaggi ad appoggiare il gomito sul
Giacomo Minore e Andrea gruppo,infine, Matteo e
tavolo sporgendosi in avanti. In tal
sono in piedi a parlare fra Simone si rivolgono a
modo il volto è rivolto all’indietro ed è
loro Taddeo.
l’unico che lo spettatore non vede.
La scena La prospettiva
Leonardo colloca tutte le figure degli Il soffitto a cassettoni indica l’orientamento
apostoli su un unico piano, a gruppi di tre. della luce e sottolinea l’effetto prospettico.
La scena raffigurata descrive le reazioni Sul fondo della composizione, al di là di tre
degli apostoli alla frase evangelica di grandi aperture, si scorge un lontano
Gesù:”uno di voi mi tradirà”. paesaggio con la luce che volge al tramonto.

Gli stati d’animo La tavola


Le parole di Cristo fanno scaturire negli Sulla tavola imbandita sono riconoscibili
apostoli i sentimenti più diversi: rabbia, molti dettagli: i ricami della tovaglia, le
rassegnazione, dolore, stupore, sgomento, stoviglie, le brocche, i vassoi; tutti gli
paura. Giuda il traditore è l’unico a non avere elementi dipinti con grande minuzia e cura
una reazione passionale. per i particolari.

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