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Raffaello Sanzio (1483-1520)

La sua formazione artistica avviene nella


bottega del Perugino. La sua esperienza più
importante è quando viene invitato a Roma
da papa Giulio II per affrescare le Stanze
Vaticane. Per l’artista la pittura è ricerca di
armonia e perfezione.
Egli applica sempre la regola della prospettiva
geometrica per creare spazi grandi dove
inserire i suoi personaggi.

LINK da EDIZIONI ATLAS -


https://www.youtube.com/watch?v=LGDvfu
H9x50
Struttura e composizione
Ambedue le composizioni sono simmetriche e fondate sulle leggi della prospettiva geometrica, con
punto di fuga centrale situato nell’entrata principale del tempio. La composizione del Perugino è
organizzata per piani paralleli e orizzontali, mentre quella di Raffaello in senso circolare.
La linea di orizzonte in Raffaello è più alta, evidenziando così maggiormente lo spazio della piazza.
Raffaello
Raffaello Sanzio (1483-1520) fu non solo uno dei più
grandi maestri del Rinascimento, ma anche il pittore più
amato dai suoi contemporanei che apprezzavano il suo
carattere affabile e vedevano nelle sue opere
l’espressione del bello ideale.
Nato a Urbino, Raffaello conosce qui i grandi artisti della
corte dei Montefeltro, da Piero della Francesca a
Perugino, da Bramante ai pittori fiamminghi, e di tutti
coglie gli insegnamenti rielaborandoli con una grazia
particolare definita divina dagli uomini del suo tempo.
Chiamato a Firenze, Raffaello ha modo di studiare
Leonardo e Michelangelo che stanno lavorando a La
battaglia di Anghiari e La battaglia di Cascina, e resta
colpito dalla consistenza delle figure di Michelangelo e
dallo sfumato di Leonardo che riproduce in opere come
la Madonna del cardellino e la Sacra Famiglia Canigiani
in cui si ritrovano figure di grande dolcezza e
spontaneità, che l’artista delinea partendo non da un
singolo modello reale, ma sintetizzando gli aspetti
migliori delle persone da lui conosciute in una sorta di
bellezza ideale.
Sposalizio della Vergine di
Raffaello

Sposalizio della Vergine è una


pala d’altare che Raffaello
dipinse, a 21 anni, per la
cappella di San Giuseppe nella
chiesa di San Francesco a Città
di Castello.

Raffaello, Lo Sposalizio della


Vergine, 1504, olio su tavola,
cm 170 × 118. Milano,
Pinacoteca di Brera
Esempio di una pala d’altare
Descrizione

Il Sommo Sacerdote, al centro


del dipinto tiene la mano destra
di San Giuseppe e di Maria. I
due sposi sono in piedi ai lati
dell’officiante. A sinistra, San
Giuseppe offre un anello a
Maria che porge la mano. San
Giuseppe è vestito con un
lungo e sobrio abito blu scuro
con un mantello giallo arancio. I
suoi capelli sono corti e
scendono sul collo. Sul mento
cresce poca barba e la
fisionomia è quella di un uomo
maturo.
Inoltre, con la mano sinistra,
regge un ramoscello fiorito.

La Vergine ha un aspetto molto


giovane. I capelli sono raccolti
da una acconciatura modesta.
Inoltre, un nastro trasparente è
avvolto sulla nuca.

Maria indossa un abito rosso,


bordato di blu e scollato che
arriva fino ai suoi piedi.

Un mantello blu scuro avvolge


quasi tutta la figura.
Il sacerdote, invece, veste un
ampio abito cerimoniale con
decorazioni dorate. Il suo viso
anziano è incorniciato da una
lunga barba suddivisa in due
parti.

La prova del ramoscello


fiorito dei giovani
pretendenti alle nozze
A destra, un ragazzo spezza un
ramoscello contro il ginocchio.
Inoltre, altri quattro giovani
dietro a Giuseppe portano dei
sottili ramoscelli secchi.
A sinistra, invece, cinque
ragazze accompagnano Maria.
Sono abbigliate con vesti
cinquecentesche.

Infine, sul fondo, al centro, si


erge un tempio classico a
pianta centrale.
Il peristilio è composto da
sottili colonne che reggono
archi a tutto sesto. L’edificio
poggia su una gradinata che lo
innalza. L’ingresso frontale
apre sull’infinito. Alcuni gruppi
di persone, sono disposti a
destra e a sinistra.
Sotto il colonnato circolare si
nota una figura isolata a sinistra
e due figure a destra. Ai lati del
dipinto si apre il paesaggio.

Sullo sfondo notiamo un


tempio ispirato al
contemporaneo tempietto di
San Pietro in Montorio di
Bramante, è un esempio di
architettura ideale per la pianta
centrale e la sequenza di archi e
volute che lo rendono leggero
e armonioso.
Il tempietto di San Pietro in
Montorio del Bramante
Difatti gli artisti rinascimentali
prediligono la forma della
pianta centrale, in quanto
essa conteneva la geometria
elementare e l’armonia tra le
parti.

La pianta centrale favoriva


una sintesi geometrico-
razionale delle parti
dell’edificio, con tutti i risvolti
simbolici legati al cerchio,
forme predilette della natura
e rappresentazione divina;
inoltre la cupola, secondo
un’antichissima simbologia
religiosa, era assimilata al
cielo.
Interpretazioni e
simbologia

Ne lo Sposalizio della
Vergine, soprattutto
rispetto alle architetture, la
bellezza ideale si manifesta
come amore per i rapporti
geometrici ordinati. È un
modo per ricordare la
struttura universale
armonica e la perfezione
divina.
Il dipinto di Raffaello
rappresenta un episodio dei
vangeli apocrifi (non autentico).
Infatti, dell’evento non si trova
notizia nei quattro vangeli
canonici.
La narrazione si concentra sulla
figura della giovane Maria che
visse la sua adolescenza nel
tempio di Gerusalemme.
La giovane si era distinta grazie
alla sua bravura nel ricamo.
Venne, quindi, il tempo del
matrimonio. Maria non riusciva
a scegliere uno sposo tra i
pretendenti.
Così, in suo aiuto, il Sommo
Sacerdote distribuì ad ogni
giovane un ramo in attesa di un
segno divino.

Il ramo che fiorì fu quello di


Giuseppe, il più anziano tra i
ragazzi.

In realtà, nel racconto non


viene specificata la sua età
spesso interpretata dagli artisti
come molto avanzata.

Raffaello lo raffigurò, infatti,


come un giovane uomo, non
come un vecchio.
Gli altri ragazzi mostrano i loro
rami privi di vita. Il giovane sulla
destra rompe il suo contro il
ginocchio. Il centro prospettico
si trova al centro delle porte del
tempio che danno sul
paesaggio. Simbolicamente, la
prospettiva si apre, quindi,
verso l’infinito.
La storia dell’opera
Raffaello dipinse l’opera intitolata
Sposalizio della Vergine a 21 anni. Fu il
suo primo lavoro realizzato senza
interventi di altri artisti.
Il dipinto si ispira all’opera del
Perugino che si trova al Musée des
Beaux-Arts di Caen.
Autore Perugino
Data 1501-1504
Tecnica Olio su tavola
Dimensioni 234×186 cm
Musée des
Ubicazione Beaux-Arts,
Caen
Sul fregio del tempio, che è sullo sfondo,
al centro della piazza, si legge “Raphael
urbinas”. Inoltre, sui Pennacchi dell’Arco
compare la data M/CIII scritta in caratteri
latini. Il carattere latino della data,
probabilmente, rimanda alla sua
formazione nella città di Urbino.

Lo stile del dipinto Sposalizio della


Vergine di Raffaello
Raffaello è ormai pienamente autonomo
rispetto al suo maestro Perugino.
Infatti, non imita più la natura,
ma crea, un modello perfetto
che va oltre la realtà. Raffaello
è, quindi, artefice del bello
ideale.
I personaggi che Raffaello
dipinge sono una mediazione
tra lo studio della natura e i
modelli classici che il pittore
studiò attentamente.
Le posizioni dei personaggi
sono particolarmente eleganti
come di tradizione per i quadri
di Raffaello. Inoltre, le vesti
sono morbide, avvolgono i
corpi modellandoli e ricadono
con eleganti panneggi.
Infine, i volti sono ideali, come
in tutti i lavori di Raffaello, e
quasi perfettamente ovali.

Il colore e l’illuminazione
La luce che avvolge la scena è
particolarmente calda,
pomeridiana. Lo rivelano,
infatti, le ombre proiettate ai
piedi dei personaggi.
Predominano i colori caldi
come il giallo.
Lo spazio
La scena si svolge nello spazio
esterno, antistante l’edificio
religioso rappresentato sul
fondo.
Inoltre, nella costruzione del
tempio e dello spazio
prospettico Raffaello utilizzò
gli studi degli architetti del
Quattrocento, quali Leon
Battista Alberti. Infine, i
personaggi dipinti verso lo
sfondo sono di grandezze
progressivamente minori e
sono distribuiti in modo da dare
una chiara lettura dello spazio
prospettico geometrico.
Alla lettura geometrica dello
spazio contribuiscono anche i
rettangoli dipinti nel pavimento
antistante il tempio.
Le decorazioni si susseguono
poi in maniera rigorosamente
prospettica. Il paesaggio, oltre
il tempio, è minimale e
presenta una natura appena
accennata, ma già con un inizio
di prospettiva aerea.

La composizione e
l’inquadratura
La struttura del tempio è
circolare e sembra ruotare ai
confini della piazza. Costituisce,
quindi, il centro ideale della
composizione.
Le figure hanno un andamento
ritmico circolare che sembra
creare una parabola inversa
rispetto alla circolarità del
tempio.

La congiunzione delle mani dei


due personaggi, la Vergine e
San Giuseppe, crea il punto di
unione tra le due parti del
gruppo.

Le ali di personaggi sono, così,


simmetriche e unite al centro
dal Sommo Sacerdote che
celebra lo sposalizio.
I personaggi, che
Raffaello rappresenta
all’interno della scena,
sono organizzati in
modo gerarchico. Allo
stesso modo l’artista
realizzò, poi, anche gli
elementi della struttura
architettonica del
tempio.

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