Incontri

Anno 74° / Num. 2 Speciale

MAGGIO 2022
Sped. in abb. postale
comma 20, lett. C Art. 2
Legge 662/96
Taxe perçu
Tariffa riscossa To C.P.M.

PERIODICO DELLA FAMIGLIA CARISMATICA COTTOLENGHINA FONDATO NEL 1948

SPECIALE

Il Cardinale Parolin
alla Piccola Casa n.2/2022, speciale maggio Incontri 1

Incontri
Periodico della Famiglia
Carismatica Cottolenghina
Fondato nel 1948
Anno 74° / n. 2 Speciale - maggio 2022
Periodico quadrimestrale
Sped. in abb. postale
comma 20, lett. C Art. 2 - Legge 662/96
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che non è riuscita a contattare.
Questo periodico è ad uso interno
della Piccola Casa della Divina
Provvidenza (Cottolengo).
“Incontri” è consultabile su
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2
Il Cardinale Parolin
per la festa
del Santo Cottolengo
LA SOLENNE CONCELEBRAZIONE, IL SALUTO
ALLE SCUOLE, L’INAUGURAZIONE
DELL’AMPLIAMENTO DELLA RSA FRASSATI
E L’INCONTRO CON GLI OSPITI UCRAINI
Stefano Di Lullo
C onfida di essersi profondamente
emozionato il Cardinale Pietro Pa-
rolin, Segretario di Stato Vaticano, a
visitare, per la prima volta, la Piccola
Casa della Divina Provvidenza di Tori-
no, a 180 anni dalla morte del fondato-
re, nella giornata di sabato 30 aprile,
festa liturgica di San Giuseppe Bene-
detto Cottolengo.
Una visita che è partita dal monastero
delle suore di vita contemplativa «San
Giuseppe» che il cardinale ha definito
«il cuore» dell’opera cottolenghina.
Accompagnato dal Padre generale del-
la Piccola Casa don Carmine Arice,
dalla Superiora generale delle Suore
di S.G.B. Cottolengo Madre Elda Pez-
zuto e dal Superiore generale dei Fra-
telli cottolenghini Giuseppe Visconti,
il Segretario di Stato ha fatto tappa
all’Ospedale Cottolengo dove, passan-
do per i reparti, ha incontrato medi-
ci, infermieri e pazienti. «Avete tutto
il sostegno della Chiesa», ha detto al
personale del presidio sanitario, «qui
portate avanti un’opera evangelica:
vedete Gesù nei poveri, ma allo stesso
tempo i poveri vedono Gesù in voi».
Proprio i poveri, i fragili e gli scarta-
ti della società, le «perle» e la ragion
d’essere della Piccola Casa, sono stati
al centro dell’omelia del card. Parolin
nella solenne celebrazione eucaristi-
ca, in una chiesa gremita in ogni posto
come non accadeva da oltre due anni
a causa della pandemia, a cui hanno
concelebrato Mons. Cesare Nosiglia,
Amministratore Apostolico della dio-
cesi di Torino, Mons. Agapit Ndorobo,
Vescovo di Mahenge in Tanzania, dove
è presente una missione cottolenghi-
na, Padre Carmine Arice, Mons. Mau-
ro Rivella, parroco di Santa Rita che
ha guidato la novena per la festa del
Santo, e diversi sacerdoti cottolenghi-
ni.
Hanno preso parte alla celebrazione
anche il Prefetto di Torino Raffaele
Ruberto, il Questore Vincenzo Cia-
rambino e diverse autorità civili e mi-
litari. La Messa è stata arricchita dal-
la presenza di una rappresentanza di
tutte le Scuole del Cottolengo d’Italia
riunite per la prima volta in festa a To-
rino in occasione della ricorrenza del
30 aprile: in offertorio ogni scuola ha
portato in dono un «segno» della pro-
pria terra.
«Stiamo uscendo da anni difficili a
causa della pandemia», ha detto padre
Arice nel dare il benvenuto al cardina-
le, «in cui l’impegno per custodire la
vita di persone molto fragili ci ha vi-
sti impegnati sia nel servizio ai malati
e agli ospiti, sia verso gli allievi delle
nostre scuole. Memori degli insegna-
menti del fondatore ciò che ha sorret-
to il nostro cammino in questo tempo
è stata la certezza dell’amore di Dio
padre buono e provvidente, la Sua vici-
nanza e il suo giungere a noi attraver-
so l’impegno generoso di coloro che
si sono adoperati instancabilmente a
servire la Vita».
Il cardinale, nell’omelia, si è sofferma-
to sul modello di accoglienza che la
Piccola Casa riserva a tutto campo alle
persone più fragili e ha rivolto un forte
appello alle istituzioni: «oggi, come ai
tempi del Santo Cottolengo, le perso-
ne escluse dalle cure necessarie o che
faticano a trovare risposta adeguata ai
loro bisogni, nonostante alcuni pro-
gressi legislativi, sono ancora molte.
La povertà sanitaria è in forte crescita
così come la domanda di anziani non
autosufficienti o persone con disabili-
tà gravi che non possono essere curati
a casa loro per la complessa situazione
clinica; anche l’inclusione di persone
con disabilità nei luoghi di formazio-
ne, tema per il quale siete fortemente
impegnati, ha bisogno ancora di tanta
attenzione».
Benvenuto alla Piccola Casa!
IL SALUTO DI PADRE ARICE AL CARDINALE PAROLIN
Padre Carmine Arice
E minenza Reverendissima,benve-
nuto alla Piccola Casa della Divina
Provvidenza!
È davvero un grande onore per me
porgerLe il saluto a nome della grande
Famiglia Cottolenghina presente nei
quattro continenti, in Africa, in India,
nelle Americhe e in Europa; in molti ci
stanno seguendo nella diretta strea-
ming. Davanti a Lei, in questa Chiesa
così bella, cuore della nostra vita quo-
tidiana, è presente una rappresentan-
za di ospiti, religiosi e religiose, ope-
Due sorelle, che quest’anno festeg-
giano 25 anni di professione religio-
sa, hanno donato un’icona della Santa
Vergine a cui vogliamo affidare il suo
ministero, un’opera tessuta finemente
a mano.
Padre Arice, a nome della Piccola Casa,
ha donato al cardinale una reliquia del
Santo Cottolengo risalente all’anno
della canonizzazione nel 1934, auten-
ticata dal cardinale Maurilio Fossati,
allora Arcivescovo di Torino.
Il Segretario di Stato, dopo un saluto
alle scuole Cottolengo festanti, ha ta-
gliato il nastro dell’ampliamento della
Rsa Frassati in seguito ai lavori di ri-
ratori, volontari e amici della Piccola
Casa. Ci sono anche alcuni allievi delle
nostre scuole in Italia, qui riunitiper
il primo raduno nazionale, ma la gran
parte di lorosono nei cortili esterni e
seguono in diretta questa Celebrazio-
ne. Dopo la Santa Messa saranno lieti
di salutarLa.
Con Lei saluto tutti i presenti, in par-
ticolare l’Amministratore Apostolico
di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, il
nostroVescovo, dal quale siamo stati
amati con affetto e vicinanza partico-
strutturazione: 104 nuovi posti letto.
Infine l’abbraccio ai 13 profughi ucraini
con disabilità accolti, dallo scorso 22
marzo, presso la RSA Santi Innocenti.
Un’accoglienza che rappresenta uno
degli «sguardi» con cui la Piccola Casa
accoglie i suoi figli, come il Cardinale
ha richiamato nell’omelia (c.f.r. pag. 4).
lare in tutti gli anni del Suo ministero
sulla Cattedra di san Massimo; rivol-
go un cordialissimo benvenutoa Sua
Ecc. Mons. Agapiti Ndorobo, Vescovo
di Mahenge,una diocesi del Tanzania
dove siamo presenticon una comunità
di suore cottolenghine.
La Sua presenza, Eccellenza, ci aiuta a
continuare il rendimento di grazie per
i 50 anni di presenza del carisma cot-
tolenghino in Africa. Grazie anche ai
sacerdoti e ai diaconi presenti.
Saluto e ringrazio tutte le autorità ci-
n.2/2022, speciale maggio Incontri 3
 vili e militari ed esprimo la mia ricono-
scenza per la costante e proficua col-
laborazione intessuta in questi anni a
beneficio di quanti abbiamo l’onore di
accogliere nelle diverse realtà in cui la
Piccola Casa è impegnata.
Eminenza la Sua presenza, oggi, è per
noi motivo di grande consolazione.
Stiamo uscendo da anni difficili, a cau-
sa della pandemia, nei quali l’impegno
per custodire la vita di persone molto
fragili ci ha visti fortemente impegnati
sia nel servizio ai malati e agli ospiti,
sia versogli allievi delle nostre scuole;
la sofferenza di tanti nostri fratelli e
sorelle ci ha toccati profondamente e,
non di rado, fino alle lacrime!
Memori degli insegnamenti del Fonda-
tore, ciò che ha sorretto il nostro cam-
mino in questo tempo,è stata la cer-
tezza dell’amore di Dio Padre buono e
provvidente, sorgente di bene e di solo
bene, la Sua vicinanza, e il Suo giunge-
re a noi attraverso l’impegno generoso
di coloro che si sono adoperati instan-
4 Incontri n.2/2022, speciale maggio
cabilmente a servire la Vita.
Per questo,rivedere questa assemblea
così numerosa è davvero motivo di
grande gioia.
Ma oggi siamo in festa soprattutto
perché la Sua presenza, Eminenza Re-
verendissima, ci porta nel cuore della
Chiesa, ci porta vicini al Santo Padre
del quale Lei è il primo e più importan-
te collaboratore.
Se questa è una Piccola Casa la Chie-
sa è la Grande Famiglia alla quale ci
onoriamo di appartenere, e sempre in
comunione con essa, ogni giorno de-
sideriamo spendere le nostre energie
perché nessuno sia escluso dalla gio-
ia del Vangelo. Da 190 anni, le porte
di questa Casa si aprono soprattutto
per coloro che sono poveri di salute,
di cure, di affetto e di consolazione. E
in questo tempo segnato dalla trage-
dia della guerra,siamo anche contenti
di avere con noi alcune persone con
disabilità, profughi dell’Ucraina, che
qui hanno trovato una casa e amici che
desideranoalleviare, almeno un poco,
la loro sofferenza.
Eminenza Reverendissima, le difficol-
tà non mancano e non sempre è facile
affrontare la quotidianità in un perio-
do della storia così complesso; ancora
oggi sono numerosi – anzi sono in au-
mento - coloro che faticano a trovare
risposta ai loro bisogni, a volte anche
molto essenziali, e la nostra è una pic-
cola risposta, certamente insufficien-
te.Possiamo però testimoniare di aver
sperimentato che la Divina Provvi-
denza ha mille modi per provvedere
e non fa mancare mai il suo interven-
to straordinario e ordinario, quando
confidiamo in essa con cuore sincero
e intraprendente carità.
Grazie Eminenza per aver accetta-
to l’invito a visitare la nostra Casa ea
presiedere questa Eucarestia. Voglia
il Signore ricompensarLa con l’abbon-
danza di luce e di grazia per il Suo pre-
zioso ministero a servizio della Chiesa
universale. Deo gratias!
«Qui si apprende lo sguardo
di Dio sull’uomo»
L’OMELIA DEL CARDINALE PAROLIN NELLA FESTA DEL SANTO COTTOLENGO
Cardinale Pietro Parolin
Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di essere qui con voi a ce-
lebrare la festa di San Giuseppe Bene-
detto Cottolengo, santo tra i “modelli
insigni di carità sociale”, come lo ha
definito Papa Benedetto XVI nell’enci-
clica Deus caritas est, a 180 anni dalla
sua nascita al Cielo avvenuta il 30 apri-
le 1842.
Recatosi a Chieri, presso il fratello, il
canonico Luigi, per trascorrere qual-
che giorno di riposo, il nostro Santo
conclude la sua giornata terrena in
seguito a malattia di tifo petecchiale
contratta nella Piccola Casa “per l’as-
sistenza indefessa che giorno e notte
prestava agli infermi di tal malattia”,
come attesta il medico Granetti al
processo di canonizzazione.
Conforme al Divino Maestro, anche il
Cottolengo dimostra che “Nessuno ha
un amore più grande di questo: dare la
vita per i propri amici” (Gv 15,13): i po-
veri erano suoi amici!
Saluto Mons. Cesare Nosiglia, Mons.
Agapit Ndoroboe le Autorità civili pre-
senti.
Saluto gli ospiti, gli ammalati, le per-
sone con disabilità, gli anziani qui ac-
colti e che sono la ragion d’essere della
Piccola Casa della Divina Provvidenza;
questa istituzione, infatti, è stata volu-
ta dal suo Fondatore per rendere glo-
ria a Dio mediante il servizio ai poveri,
privilegiando coloro che erano “esclusi
da altri venerandi spedali” come scrive
egli stesso al Re Carlo Alberto.
Con loro, saluto tutti gli operatori sa-
nitari e dell’assistenza, i volontari e
tutti i collaboratori.
Un affettuoso e cordiale saluto lo rivol-
go agli alunni e ai docenti delle scuole
convenuti così numerosi dalle diverse
realtà formative presenti in Italia, per
celebrare questa festa proprio qui, a
Torino, in casa Madre.
La vostra presenza dà gioia e speranza!
Non da ultimo, un particolare salu-
to desidero rivolgerlo a voi Sacerdoti,
Suore di Vita apostolica e contempla-
tiva e Fratelli che avete consacrato la
vostra vita a Dio nella missione di an-
nunciare ai poveri l’Amore di Dio Padre
buono e Provvidente.
Voi siete stati lo strumento privilegiato
della Provvidenza attraverso il quale il
carisma cottolenghino si è diffuso in
Europa, nelle Americhe, nel continen-
te Africano e in India; per voi invoco
lo Spirito Santo perché doni ai vostri
cuori la gioia per la vocazione ricevuta
e una fedeltà creativa al carisma origi-
nario del Santo Fondatore.
Davvero possiamo dire che la Piccola
Casa è una grande famiglia, con una
pluralità di appartenenze, unite dagli
insegnamenti del Fondatore e dalla vo-
lontà di vivere insieme il Vangelo della
carità.
Il brano degli Atti degli Apostoli che
abbiamo ascoltato nella prima lettu-
ra, ci ha ricordato i tratti caratteristi-
ci della primitiva comunità cristiana.
Questa pagina della Scrittura veniva
sovente citata dal Cottolengo come
riferimento esemplare non solo per le
numerose famiglie religiose da lui fon-
date ma per tutta la Piccola Casa.
Essere un cuor solo e un’anima sola è
vocazione di ogni comunità cristiana,
e per questo anche la caratteristica
che le distingue, come insegna Gesù:
“Da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli: se avete amore gli uni
per gli altri” (Gv 13,35).
Auguro alla Piccola Casa di sperimen-
tare la gioia dell’unità, la bellezza della
vita fraterna e il gusto della comunio-
ne.Essere costruttori di comunione
non è sempre facile, ma è sempre ne-
cessario perché è testimonianza elo-
quente di Vangelo vissuto.
La celebrazione della festa del Fon-
datore è un’occasione propizia per
“guardare il passato con gratitudine,
vivere il presente con passione, guar-
dare al futuro con speranza” (cfr. Papa
Francesco, Lettera per l’anno della
Vita Consacrata, 30 novembre 2014).
Gli inizi di quest’Opera ci narrano di
un sacerdote che, profondamente pro-
vocato dalle situazioni di sofferenza
che incontrava, aveva compreso che la
via per annunciar loro l’Amore di Dio
Padre buono e Provvidente in modo
credibile, esigeva una concreta testi-
monianza della carità.
Fu così che, riconoscendo in essi il vol-
to stesso di Cristo, diede vita a locan-
de del buon samaritano per versare sui
malcapitati che incontrava l’olio della
consolazione e il vino della speranza.
In questa Casa benedetta da lui fonda-
ta, ancora oggi vengono accolti e cu-
rati, con amore e competenza, uomini
e donne vittime di quella cultura del-
lo scarto sovente denunciata da Papa
Francesco.
Oggi come allora le persone escluse
dalle cure necessarie o che faticano a
trovare risposta adeguata ai loro biso-
gni, nonostante alcuni progressi legi-
slativi, sono ancora molti.
La povertà sanitaria è in forte crescita
così come la domanda di anziani non
autosufficienti o persone con disabili-
tà gravi che non possono essere curati
a casa loro per la complessa situazione
clinica; anche l’inclusione di persone
con disabilità nei luoghi di formazione,
tema a voi particolarmente caro e per
il quale siete fortemente impegnati,
n.2/2022, speciale maggio Incontri 5
 ha bisogno ancora di tanta attenzione.
La storia dei 194 anni di vita della Pic-
cola Casa, da quel 2 settembre 1828 in
cui il Cottolengo aprì il primo ospeda-
letto, detto della Volta Rossa, narra la
volontà di aiutare quanti vengono ac-
colti nelle diverse strutture a benedire
la vita per aver trovato qualcuno che
si prendesse cura di loro nel corpo e
nello spirito.
L’insegnamento del Fondatore non la-
scia dubbi: egli, facendo eco al Vangelo
che abbiamo appena ascoltato, ram-
mentava sovente: “I poveri sono Gesù,
non sono una sua immagine. Sono
Gesù in persona e come tali bisogna
servirli. Tutti i poveri sono i nostri
padroni, ma questi che all’occhio ma-
teriale sono così ributtanti sono i no-
stri padronissimi, sono le nostre vere
gemme”.
Quando Papa Francesco ha visitato
questa Casa, nel 2015, ha riconosciuto
che qui si può imparare un altro sguar-
do sulla vita e sulle persone!
Sì, cari fratelli e sorelle, alla scuola del
Vangelo, il santo Cottolengo ha appre-
so lo sguardo di Dio sull’uomo, quello
che riconosce l’incondizionata dignità
di ogni persona dal suo concepimen-
to fino al suo termine naturale; è lo
sguardo di chi vede nei piccoli, negli
adolescenti e nei giovani un tesoro
6 Incontri n.2/2022, speciale maggio
prezioso per l’umanità e per questo
ha a cuore la loro formazione umana
e cristiana; è lo sguardo di chi non si
gira dall’altra parte quando bussano
alla porta uomini e donne che fuggono
dal loro Paese a causa della violenza e
della guerra; è lo sguardo di chi scor-
ge negli anziani estremamente fragili
e bisognosi di cure complesse un’esi-
stenza sempre preziosa e per questo
riserva loro l’assistenza più appro-
priata fino ad accoglierli nelle diverse
strutture a loro dedicate per tutto il
tempo necessario; è lo sguardo di chi
si fa compagno di viaggio delle perso-
ne con disabilità riconoscendo la loro
connaturale appartenenza al consor-
zio umano e si adopera per la loro in-
clusione nella vita sociale.
Dove attingere tutta la forza necessa-
ria per essere perseveranti in questa
missione così importante ma anche
tanto esigente e talvolta incompresa
se non addirittura ostacolata? La sor-
gente è una sola ed è ben sintetizza-
ta nell’espressione dell’Apostolo Paolo
ascoltato nella seconda lettura e che il
nostro santo prese come motto della
sua missione: “Caritas Christi urget
nos” (2Cor 5,14)! La sorgente della vera
carità è l’amicizia con il Signore!
Sorprende che negli ultimi due anni
della sua vita, quando il bisogno di
suore e di religiosi a servizio dell’opera
cresceva per la presenza di numerosi
ammalati, il Cottolengo abbia fondato
ben sei famiglie religiose di vita con-
templativa! Non poteva indicare con
più eloquenza il fondamento di questa
Casa: l’amore di Cristo e per Cristo at-
tinto quotidianamente nella preghiera,
da lui ritenuta “primo e più importante
lavoro della Piccola Casa”.
Cari fratelli e sorelle, sono cosciente
che le mutate circostanze chiedono
a istituzioni come la vostra continui
cambiamenti; conosco lo sforzo ne-
cessario per sostenere anche econo-
micamente opere così impegnative;
ma sono certo che la grazia del Signo-
re non manca mai a coloro che lavora-
no per il Vangelo con generosità, amo-
re, competenza e trasparenza.
Per questo sono certo che, se sarete
fedeli alla vostra missione e al carisma
del vostro Fondatore, la Divina Provvi-
denza farà la sua parte e poiché “a chi
straordinariamente confida il Signore
straordinariamente provvede” – come
ripeteva il Cottolengo – Essa non farà
mancare la Sua grazia.
Per questo, con il cuore colmo di grati-
tudine, ripetiamo con gioia l’espressio-
ne che più frequentemente riecheggia
in questa casa: Deo gratias! Rendiamo
grazie a Dio! E così sia.
 Le RSA benedizione
per i più poveri e indigenti
INAUGURATO L’AMPLIAMENTO DI CASA FRASSATI
Cardinale Pietro Parolin
S ono lieto di inaugurare questa
struttura di accoglienza per perso-
ne non autosufficienti, completamen-
te rinnovata, segno del desiderio della
Piccola Casa della Divina Provvidenza
di rispondere alla domanda di assi-
stenza e di cura di molte persone che
continuano a bussare alla sua porta.
Quando non ci sono più le condizioni
necessarie per un’assistenza domici-
liare, soprattutto per la complessità
delle situazioni di salute delle persone
anziane o con disabilità e quando, non
di rado, questa situazione è accom-
pagnata da una dolorosa solitudine,
queste strutture diventano una bene-
dizione, soprattutto per i più poveri e
indigenti!
Se guardiamo con attenzione e senza
preclusioni ai bisogni delle persone,
l’appropriatezza delle cure necessa-
rie ci invita a diversificare le risposte
dall’assistenza domiciliare, quando è
possibile, a centri diurni, a strutture
di accoglienza come questa. E dob-
biamo anche dire, con umile e since-
ra riconoscenza al Signore, nei secoli
la comunità cristiana ha manifestato
grande generosità e impegno nell’ado-
perarsi in tal senso, soprattutto verso
le persone più indigenti.
Alla famiglia cottolenghina che ha vo-
luto investire in questa ristrutturazio-
ne anche con un impegno economico
importante, auguro di continuare a
servire i poveri con amore e compe-
tenza, con una raccomandazione che
ritengo utile sottolineare: l’attenzione
alla cura integrale delle persone che
avete la gioia di accogliere.
La ricerca di una vita di qualità, è an-
ch’essa tempo di cura, ed è sempre
un obiettivo perseguibile; ma anche
in questo gli insegnamenti del vostro
Fondatore sono preziosi.
Voglia il Signore, per intercessione del
Santo Cottolengo e Beato Piergiorgio
Frassati che frequentava regolarmen-
te il Cottolengo e lo stimava, fare di
questa casa un luogo dove si aiutano le
persone a benedire la vita pur in mez-
zo alle inevitabili difficoltà.
Deo gratias!
n.2/2022, speciale maggio Incontri 7
 Il Cardinale Parolin visita le suore del Monastero San Giuseppe

Il Cardinale Parolin visita operatori e persone assistite dell’Ospedale Cottolengo

8 Incontri n.2/2022, speciale maggio

Il Cardinale Parolin presiede la Celebrazione Eucaristica in Chiesa grande

n.2/2022, speciale maggio Incontri 9

 Il Cardinale Parolin saluta gli studenti delle Scuole Cottolengo presenti in Italia

Il Cardinale Parolin inaugura l’ampliamento della RSA Frassati

10 Incontri n.2/2022, speciale maggio

Il Cardinale Parolin saluta gli ospiti Ucraini accolti alla Piccola Casa

n.2/2022, speciale maggio Incontri 11

 Alla Piccola Casa
ho ritrovato la parola
L’ABBRACCIO DEL CARDINALE AI PROFUGHI UCRAINI
Redazione
T redici profughi ucraini con disabi-
lità dal 22 marzo sono ospiti della
Piccola Casa della Divina Provvidenza
e hanno incontrato il cardinale Paro-
lin, al termine della sua visita al Cotto-
lengo il 30 aprile. Un incontro segnato
dalla commozione e dalla gratitudine
per l’accoglienza ricevuta espressa nei
sorrisi, nelle strette di mano, nel mo-
mento di saluto personale che il car-
dinale ha riservato a ciascuno di loro.
Accompagnato da Padre Carmine,
Madre Elda Pezzuto, fratel Giuseppe
e Mons. Cesare Nosiglia, il cardinale
Parolin li ha salutati di fronte alla casa
Santi Innocenti dove sono ospitati e si
è fatto raccontare la loro storia dopo
averli esortati a non perdere la spe-
ranza: «pregate anche voi per la pace.
Tutti siamo chiamati a collaborare!».
«Otto di loro vivevano già in una co-
munità», spiega suor Francesca Delpe-
ro, direttrice della Rsa Santi innocenti,
«gli altri provenivano da famiglie di-
sagiate o con ulteriori problematiche:
uno di loro è un malato oncologico, poi
raggiunto dalla moglie, ma che ha la-
sciato in ucraina le figlie…». Poi c’è chi
è stato raggiunto dalla mamma e chi
12 Incontri n.2/2022, speciale maggio
è riuscito a mettersi in contatto con
qualche familiare rimasto in Ucraina.
«La prima accoglienza di queste set-
«Pregate
timane», prosegue suor Delpero, «è anche voi
stata su due fronti: ricostruire tutte
le informazioni sanitarie per poterli
accudire nel modo migliore e capire
per la pace.
come far proseguire terapie e assi-
stenza e poi cercare, là dove possibile,
Tutti siamo
di riallacciare i legami che avevano.
Alcuni al telefono sono già riusciti a
chiamati a
parlare con qualche parente». Si trat-
ta di persone con disabilità fisiche e
collaborare!»
psichiche che la situazione di guerra
e la fuga hanno certamente aggrava-
to: «quando sono arrivati», aggiunge
Ivana Albano, presidente della coope-
rativa Crescere 1979, che ha fornito il
personale necessario, «erano total-
mente frastornati, persi. Ala che oggi
ha detto il suo nome al card. Parolin,
non parlava». L’accoglienza premuro-
sa, nello stile di tutta la Famiglia cotto-
lenghina, giorno dopo giorno ha resti-
tuito un po’ di serenità a ciascuno, così
ecco che uno di loro rivolgendosi al
Segretario di Stato è riuscito a dire in
italiano «ora sto bene» e alla domanda
«ma bene anche nel cuore?», ha reagi-
to subito con un «sì» accompagnato da
un sorriso.