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AUGUSTIN LESAGE *


Augustin Lesage  è stato un minatore francese che divenne pittore e artista grazie
all’aiuto di quelle che considerava voci spirituali. Senza alcuna conoscenza o
esperienza precedente di pittura e nessuna abilità tecnica, la sua mano era
unicamente guidata dalle voci ed è forse uno dei casi più emblematici di “arte
medianica”. È considerato un artista outsider, parte dell’Art Brut (“arte grezza” o
“arte spontanea”).
La Vita
Nato in una famiglia di minatori.
All’età di 7 anni perde la sorella minore Marie e all’età di 14 anni inizia a
lavorare in miniera.
Di lì a poco muore la madre a causa di un cancro.
L’anno successivo viene arruolato nell’esercito, e vi presta servizio fino al 1900,
per riprendere il lavoro in miniera.
Una sera nel 1911, all’età 35 anni, mentre lavora sente nel fondo della miniera una
voce che dice: “Presto tu sarai pittore”.
Sotto l’influenza di quello che ritiene essere lo spirito di sua sorella Marie
inizia i suoi primi disegni automatici. Nel frattempo riceve anche messaggi
attraverso la scrittura automatica che gli confermano: “Le voci che hai sentito
erano vere. Un giorno sarai un pittore”. 
Poi, dopo qualche tempo, la voce gli dice: “Non temere, ti abbiamo già detto che un
giorno sarai un pittore e le tue pitture saranno oggetto di scienza. Non cercare di
capire”. Lesage, durante il servizio militare, compra l’attrezzatura, suggerita
attraverso la scrittura automatica, inizia a lavorare. 
Aveva chiesto ad un amico di procurargli una piccola tela, ma questi ne compra una
di tre metri. Lui vorrebbe tagliarla ma riceve un messaggio dalla voce: “Non
tagliare la tela. Segui le nostre istruzioni, la riempiremo alla perfezione.
Mettici della vernice (cioè dipingi)”
Inizia così una tela monumentale (che può ancora oggi essere vista alla Collection
de l’Art Brut); la tela sarà terminata nel giro di due anni, L’esagerazione di quel
periodo disse: “Ho lavorato ogni notte dopo il lavoro in miniera. Ero stanco, ma la
stanchezza andava via non appena iniziavo a dipingere”.
Nel tempo Lesage ha continuato a sviluppare uno stile altamente simmetrico,
disegnando modelli dettagliati e costruzioni monolitiche che ricordano le forme
architettoniche egiziane e orientali. Egli ha sempre affermato di non aver mai
avuto idea di cosa volesse rappresentare prima di iniziare un dipinto. A questo
riguardo disse: “Non ho mai una visione d’insieme dell’intero lavoro in nessun
momento dell’esecuzione. Le mie guide mi parlano ed io mi arrendo al loro impulso”.
A partire dal luglio 1913, Lesage oltre al suo lavoro presso la miniera inizia
l’attività di guaritore. Decine di pazienti affermano di essere stati guariti da
lui e, grazie a queste testimonianze, riesce ad ottenere una assoluzione dinanzi al
giudice, nel gennaio 1914, per pratica illegale della medicina.
A causa di una guerra viene richiamato alla leva e al suo ritorno riprende a
dipingere senza abbandonare più l’arte fino alla sua morte.
Nel 1921, riceve la visita di John Meyer, direttore della Rivista Spiritualista
Francese che diviene il suo protettore, consentendo a Lesage, di lasciare la
miniera per dedicarsi interamente alla pittura.
Nel 1925 espone due dipinti presso il Circolo degli spiritisti di Parigi.
Successivamente tiene la sua prima mostra pubblica al Congresso Spiritista
Internazionale, dove incontra Leon Denis. Questo è l’inizio di una serie di mostre,
tra cui: Salon des Beaux-Arts, Salon d’Automne a Parigi e anche al Salon degli
artisti francesi.
Nel 1927 viene invitato dal Dr. Osty all’Istituto Psichico Internazionale, un club
privato fondato nel 1920 su iniziativa di scienziati che intendono studiare in
maniera razionale i fenomeni paranormali. Qui si esibisce di fronte a un vasto
pubblico dipingendo una tela di 2 x 1.50 metri e, una volta terminata, ne inizia
una seconda di dimensioni più modeste. Le interviste che in quel tempo gli vengono
fatte vengono pubblicate nel 1928 sul Giornale Psichico.
Alla fine del 1938, Lesage dipinge una tela chiamata “Harvest egiziano”, dove ci
sono diverse figure e scene dell’antico Egitto. Da notare che qualche anno prima
Lesage afferma di aver sentito la voce che gli comunica: “Quando dipingerai la
mietitura del grano in Egitto, il percorso verso il Nilo sarà molto vicino”. E in
effetti, nel 1939, Lesage e i suoi amici vanno ad Alessandria. 
Sulla nave che li sta portando in Egitto, Lesage dice ai suoi compagni di viaggio:
“Le mie guide mi hanno detto che troverò un affresco egizio raffigurante scene di
vendemmia”. Arrivati nel paese dei Faraoni, soggiornano a Il Cairo ma é vicino a
Luxor, che accade qualcosa.
Lesage e compagni sono invitati a visitare la tomba di un egiziano chiamato Menna e
lo stupore del gruppo è grande quando vedono su una parete la stessa scena di
vendemmia che aveva dipinto Lesage un paio di mesi prima. Lesage si convince così
di essere stato Menna in una vita precedente (di essersi re-incarnato dopo essere
stato un abitante dell’egitto di nome Menna) e le sue parole furono: “Ho visto
questo paese che ho tanto amato, dove ho vissuto e lavorato”.
In merito a questo episodio, alcuni ne parlano come di una prova inconfutabile
della medianità di Lesage, che si basa in gran parte sulla affermazione che lo
stesso non aveva visto l’affresco egiziano prima della partenza.
Altri invece obiettano che ciò non basta poiché questo dipinto è citato in un libro
del 1905 e riprodotto in diverse pubblicazioni prima del 1930. Quindi alcuni
sostengono che lui avesse visto l’immagine in qualche pubblicazione prima di
dipingerla.
Il collezionista Jean Dubuffet ha integrato i dipinti di Lesage nella sua
collezione nel 1948 e ha acquistato la sua prima tela “storica” per 50.000 franchi
(52.500 euro). I dipinti di Augustin Lesage sono rappresentati nella Collection de
l’Art Brut (Collezione d’arte esterna) in Svizzera dalla sua apertura nel 1975. È
stato oggetto di una retrospettiva presentata a Losanna nel 1989, con un catalogo
che è stato pubblicato per l’occasione. È anche storicamente il primo degli
“artisti psichici” inclusi nella Collection de l’Art Brut.
Lesage muore nel 1954 lasciando quasi 800 opere suddivise in collezioni private e
pubbliche come il Museo di arte moderna, contemporanea e outsider di Lille
Métropole in Francia.

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