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Protocollo Alzheimer-Simonetta Perri
Protocollo Alzheimer-Simonetta Perri
Sulla base delle mie ultime ricerche scientifiche, testimonianze e gli studi del
Dott. Claudio Sauro ho messo insieme queste informazioni che potranno essere
utili e cambiare la vita di molte persone.
Nutraceutici naturali per il trattamento dell’Alzheimer
– Vitamina D3 il cui valore deve essere di almeno 95-160 ng/dl. Assumere sei
fiale di Adisterolo da 100.000 UI una al giorno per sei giorni per via orale e
continuare con una fiala di Adisterolo 100.000 UI alla settimana. Dopo un mese
si faccia l’analisi della 25(OH)D: se il valore fosse inferiore a 95-160 ng/ml si
ripeta il ciclo con Adisterolo 100.000 UI una fiala al giorno per sei giorni;
continuare poi sempre con una fiala di Adisterolo 100.000 UI alla settimana.
– SILICIO. Il silicio è ottimo per eliminare l’alluminio dal cervello che è una
delle cause del morbo di Alzheimer. Si consiglia quindi di assumere le dosi
secondo la confezione.
Considerazioni sull’Alzheimer
Per l’Alzheimer non c’è nessuna terapia chirurgica ed i rimedi si sono finora
dimostrati modestissimi tanto che in alcuni centri non danno assolutamente
nulla o per accontentare i familiari qualche farmaco che ha scarso o nessun
effetto sulla malattia.Ma è così frequente l’Alzheimer tanto da essere entrato
nel centro dell’attenzione di tutt’Italia, se non del mondo. Allora vediamo un po
l’incidenza.
Mentre l’incidenza per tumori passa dai 398 casi per 100.000 abitanti in un
anno per la Valle d’Aosta e per il Friuli Venezia Giulia, ai 190 casi per 100.000
abitanti per la Calabria e per la Sicilia (è interessante questa constatazione
visto che il livello medio di Vit D è più basso nelle regioni del Nord rispetto alle
regioni del Sud), la malattia di Alzheimer in Italia interessa, secondo lo studio
ILSA del CNR il 6,4% delle persone (ovvero 6.400 ogni 100.000) oltre i 65
anni.
Anche se al momento non esiste una cura efficace, sono state proposte diverse
strategie farmacologiche per tentare di influenzare clinicamente il decorso della
malattia di Alzheimer e la loro evidenza clinica di efficacia è scarsa e spesso
nulla.
Simonetta Perri