Download as pdf or txt
Download as pdf or txt
You are on page 1of 4

Protocollo Alzheimer

Sulla base delle mie ultime ricerche scientifiche, testimonianze e gli studi del
Dott. Claudio Sauro ho messo insieme queste informazioni che potranno essere
utili e cambiare la vita di molte persone.
Nutraceutici naturali per il trattamento dell’Alzheimer

– Vitamina D3 il cui valore deve essere di almeno 95-160 ng/dl. Assumere sei
fiale di Adisterolo da 100.000 UI una al giorno per sei giorni per via orale e
continuare con una fiala di Adisterolo 100.000 UI alla settimana. Dopo un mese
si faccia l’analisi della 25(OH)D: se il valore fosse inferiore a 95-160 ng/ml si
ripeta il ciclo con Adisterolo 100.000 UI una fiala al giorno per sei giorni;
continuare poi sempre con una fiala di Adisterolo 100.000 UI alla settimana.

– CURCUMINA una capsula due volte al giorno (900mg). E’ un potente


antiossidante a livello cerebrale e gli scienziati hanno dimostrato che in
combinazione alla vitamina D spinge il sistema immunitario ad eliminare dal
cervello le placche beta-amiloide che sono il segno distintivo della malattia di
Alzheimer. I ricercatori dell’Università della California hanno scoperto che i
curcuminoidi migliorano la superficie di legame tra gli ammassi beta-amiloide e
i macrofagi, ovvero favorisce l’eliminazione di queste placche da parte del
sistema immunitario. Dall’altro lato la vitamina D stimola fortemente i
macrofaci ad assorbire gli ammassi betaamiloide. Poiché la vitamina D e la
curcumina lavorano diversamente con il sistema immunitario, una
combinazione di queste due può essere più efficace che se prese
singolarmente. Inoltre la vitamina D aumenta la capacità dei neuroni di
utilizzare il glucosio che è il combustibile delle cellule e nello stesso tempo
annulla tutti i processi infiammatori.

– OLIO DI COCCO tre cucchiai al giorno. I corpi chetonici dell’olio di cocco


aiutano il cervello a rigenerarsi e forniscono una fonte di nutrimento alternativa
al glucosio. Nella malattia di Alzheimer, i neuroni in alcune aree del cervello
non sono in grado di assorbire il glucosio a causa dell’insulino-resistenza, e
lentamente muoiono … se queste cellule invece hanno accesso ai corpi
chetonici, possono potenzialmente rimanere in vita e continuare funzionare.

– VITAMINE DEL GRUPPO B. BECOZIM CP due al giorno, in particolare la B3 ad


alte dosi (NIACIN 100 mg x 3/die) perché attiva moltissimo la funzione
respiratoria della cellula nervosa, e questo va di pari passo con l’utilizzo del
glucosio. Importantissima è anche la somministrazione di VITAMINA B1
BENERVA 100 MG fiale, una iniezione intramuscolare al giorno.

– SILICIO. Il silicio è ottimo per eliminare l’alluminio dal cervello che è una
delle cause del morbo di Alzheimer. Si consiglia quindi di assumere le dosi
secondo la confezione.

– ACIDO LIPOICO. Ha un’eccezionale funzione antinfiammatoria e neurotrofica


(ECUNERV cp 2/DIE: ACIDO LIPOICO 600 mg, TIAMINA 25 mg, VITAMINA E 12
mg, VITAMINA B6 9,5 mg, VITAMINA B12 33 mcg, MAGNESIO 60 mg)

– SELENIO. Un ottimo prodotto farmaceutico è il SELENIUM-ACE EXTRA che


contiene Selenio 75 mcg, Vit A, Vit C, Vit E, Betacarotene, Acido Lipoico; una
persona ammalata di Alzheimer deve prenderne due compresse al giorno.

– MAGNESIO. Molto importante perché funzioni bene la Vitamina D, può essere


assunto attraverso un sale semplice (MAGNESIO SUPREMO o MAG 2) o
attraverso il sale più naturale che sarebbe il CLORURO DI MAGNESIO, questo io
consiglieri di assumerlo in compresse che si trovano tranquillamente in
farmacia dal momento che la soluzione del sale in polvere per molti risulta
troppo amara. Poichè le compresse sono di 100 mg se ne devono assumere sei
al giorno prima o dopo i pasti. Inoltre uno studio ha dimostrato come la
carenza di magnesio nel cervello sia legato all’insorgere della demenza.

– ACIDO FOLICO (Folina 5 mg/die, ovvero una compressa)

Dieta da osservare per il trattamento dell’Alzheimer

-DIGIUNO INTERMITTENTE. Effettuare un digiuno di 16 o 24 ore ogni


settimana è un ottimo modo per generare i corpi chetonici in grado di
rigenerare il cervello e di nutrire le aree cerebrali dove il glucosio non riesce ad
arrivare a causa dell’insulino-resistenza presente nell’Alzheimer. Inoltre il
digiuno stimola la differenziazione delle cellule staminali a livello cerebrale. Per
farlo è semplice, basta saltare un pasto: ad esempio l’ultimo pasto della
giornata è il pranzo e poi si mangia il giorno dopo a colazione.

– ASSUMERE UNA DIETA NUTRIENTE RICCA DI FOLATI. Le verdure, senza


dubbio, sono la migliore forma di folati, e dovremmo tutti mangiare un sacco di
verdure crude fresche ogni giorno. Esistono anche integratori di acido folico ma
non sono efficaci come i folati presenti negli alimenti. Oltre alle verdure, anche
la frutta e le uova sono ricche di folati. La cottura distrugge l’acido folico
(vitamina B9) quindi cercare di assumere questi alimenti crudi o poco cotti.

– EVITARE ZUCCHERO E FARINE RAFFINATE. Pane, pasta, pizza, snacks, dolci


e tutti i cibi a base di zucchero e farina danneggiano il cervello. Ho dedicato
un’intera ricerca sugli effetti dei cibi ad alto indice glicemico nel cervello ed in
particolare l’insorgenza di demenza ed Alzheimer.

– CONSUMA CIBO BIOLOGICO. Il cibo biologico è privo di pesticidi e sostanze


dannose per la salute. Infatti ci sono numerosi studi scientifici che legano
alcuni pesticidi (che contengono anche metalli pesanti) con l’insorgenza del
morbo di Alzheimer e danni cerebrali. E’ stato anche osservato che consumare
cibo biologico per 2 settimane favorisce l’evacuazione della maggior parte dei
pesticidi nel corpo.

– CONSUMO DI PESCE. E’ importante assumere omega-3 anch’esso in grado di


distruggere le placche betaamiloide, cosa che non sorprende se consideriamo
che il 30% del nostro cervello è fatto di omega-3 e svolge moltissime funzioni
nel sistema nervoso. Preferire pesci di piccola taglia come le sardine ed evitare
pesci grandi come tonno e pesce spada che sono inquinati da mercurio. In
alternativa è possibile assumere degli integratori di omega-3.

Farmaci che possono peggiorare l’Alzheimer

– FARMACI ANTIACIDI. Gli antiacidi abbassano i livelli di vitamina B12 che


conducono a: fratture, depressione, demenza e Alzheimer, disturbi di fertilità
femminile, disturbi della crescita nei bambini, malattie cardiache e cancro. Gli
antiacidi spesso contengono alluminio che favorisce: demenza, Alzheimer,
nervosismo, instabilità emotiva e compromissione delle facoltà intellettive.

– STATINE. Le statine, i farmaci per il colesterolo, sono particolarmente


problematiche perché sopprimono la sintesi del colesterolo, riducono nel
cervello il coenzima Q10, la vitamina K2, e i precursori dei neurotrasmettitori,
e prevengono un adeguato rilascio di acidi grassi essenziali e antiossidanti
liposolubili al cervello inibendo la produzione della indispensabile biomolecola
vettore nota come lipoproteine a bassa densità.

– FARMACI PER INSONNIA. Le benzodiazepine sono farmaci usati come


antidepressivi, ansiolitici e per l’insonnia e bloccano l’acetilcolina, un
neurotrasmettitore del sistema nervoso, hanno dimostrato di aumentare il
rischio di demenza. Questi farmaci comprendono: Alprazolam, Bromazepam,
Bromiden, Diazepam, Lorazepam, Clonazepam, Valium, Xanax.

Considerazioni sull’Alzheimer

Il Dott. Claudio Sauro afferma:

Per l’Alzheimer non c’è nessuna terapia chirurgica ed i rimedi si sono finora
dimostrati modestissimi tanto che in alcuni centri non danno assolutamente
nulla o per accontentare i familiari qualche farmaco che ha scarso o nessun
effetto sulla malattia.Ma è così frequente l’Alzheimer tanto da essere entrato
nel centro dell’attenzione di tutt’Italia, se non del mondo. Allora vediamo un po
l’incidenza.

Mentre l’incidenza per tumori passa dai 398 casi per 100.000 abitanti in un
anno per la Valle d’Aosta e per il Friuli Venezia Giulia, ai 190 casi per 100.000
abitanti per la Calabria e per la Sicilia (è interessante questa constatazione
visto che il livello medio di Vit D è più basso nelle regioni del Nord rispetto alle
regioni del Sud), la malattia di Alzheimer in Italia interessa, secondo lo studio
ILSA del CNR il 6,4% delle persone (ovvero 6.400 ogni 100.000) oltre i 65
anni.

Se ci pensate il numero delle persone interessate è elevatissimo e crea un


disagio molto maggiore per i familiari che hanno un Alzheimer che non per un
familiare ammalato di tumore. L’ammalato di tumore può essere un grosso
dispiacere per i familiari ma non delira, come fa l’ammalato di Alzheimer, non si
alza la notte dicendo che è giorno ecc. La sofferenza nel vedere il padre o la
madre che non ti riconosce e non riesce ad esprimersi spesso diventa per
coloro che gli sono vicini una sofferenza più grande di un’altra grave malattia.
Quando si perdono le attività cognitive si infligge a colui che ti sta vicino la
sofferenza più grande. Questo ci dice quanto siamo legati all’aspetto
psicologico, cognitivo e mnemonico di una persona.

Anche se al momento non esiste una cura efficace, sono state proposte diverse
strategie farmacologiche per tentare di influenzare clinicamente il decorso della
malattia di Alzheimer e la loro evidenza clinica di efficacia è scarsa e spesso
nulla.

Simonetta Perri

You might also like