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SERIE ORIENTALE ROMA XCII, 2 LE PAROLE E I MARMI STUDI IN ONORE DI RANIERO GNOLI NEL SUO 70° COMPLEANNO A cura di RAFFAELE TORELLA con la collaborazione di CLAUDIO Cicuzza, MARINO FALIERO, BRUNO Lo TURCO, FRANCESCO SFERRA, VINCENZO VERGIANI ¢ la partecipazione di ALVAR GONZALEZ-PALACIOs ESTRATTO ROMA ISTITUTO ITALIANO PER L’AFRICA E L'ORIENTE 2001 FRANCESCO SFERRA, Napoli LA TANTRAVATADHANIKA DI ABHINAVAGUPTA* 1. La Tantravatadhanika & la pid’ breve epitome del Tantritoka di Abhinavagupta (950-1025 ca.). 1 concetti essenziali e le liturgic tantriche Saiva Ti descrittiminuziosamente e interpretati_ in chiave non-dualista (advaita) sono qui riassunti e condensati in sole 98 stanze. La disposizione degli argomentie il contenuto sono, in ristreto, gli stessi che troviamo anche nel Tantrasara © nel Tantroccaya, le altre due opere che Abhinavagupta dedicd all'armonizzazione, alla sintesi, nonché alla spiegazione delle dottrine € delle pratiche sivaite. A differenza del Tantrasara, che cita pit. volte il Tantratoka, e del Tantroceaya, che nel colofone, per altro mutilo, fa riferimento sia al Tantraloka sia al Tantrasdra, riferimenti a queste tre opere sono del tutto assenti nella Tuntravatadhanika, né essa (come il Tantroccaya) & mai menzionata in altri scritti del maestro kasmiro. Alcune differenze di stile ¢ di contenuto tra la Tantravafadhanika e le altre opere di Abhinavagupta hanno indotto di recente uno. studioso indiano, B.N. Pandit, ad avanzare T'ipotesi che lautore del piccolo testo, Abhinavagupta ~ il suo nome compare due volte, una all"inizio (1.1) e una alla fine (3.42) dell'opera =, non sia lo stesso del Tantriloka e del Tantrasara (sull'autenticita del Fantroccaya pure esistono dubbi). Pandit hha denunciato, infatti, la mancata trattazione di argomenti importanti e ha © Raniero Gnoli volle dedicare alla letra della Tantravoradhanika alcune ledioni nell'anno accademico 1995-96. In seguit, in un pai di vecusioni (nel 1997 nel 2000) bbi opporiuniti di riloggere questopera ¢ discuterne con li i punt contoversi el corso di sleani pomeriggi trascorsi in casa sua. E dungue con molto piacere e onore che porge ‘dealmemte ai piedi det Maestro questo lavoro, verso cui eg stesso mi indiriz alcun ant Da Reniero Gnoli dal suo inseynamento ¢ dal sue esempio, ho appreso molte cose, ‘ache ~ credo di poter dire =, senza nemmeno accorgermene, un modo pil Sereno & autentico di vedere la vita Di tuto eid gli saed sempre grat, 743 avanzato Vipotesi che opera possa essere del cugino omonimo del pit famoso e importante Abhinavagupta, nominato nell’ultimo capitolo del Tantriiloka (37.67) (Pandit 1989: 61). Contro questa ipotesi si pud avanzare anzitutto una considerazione di carattere generale, ¢ cio’ che dal compilatore di un’epitome ci si aspetta uun‘opera pedissequa © poco originale. Liautore della Tantravatadhanika mostra invece di dominare largomento e di saperloesprimere con originalit. Le differenze di stile e di contenuto ~ che sono inevitabili se si considera la diversa lunghezza dei testi e il lasso di tempo che probabilmente & intercorso ta le loro redazioni ~ non escludono che Tautore della Tantravagadhanika (e, per motivi analoghi, del Taneroccaya) possa essere anche Fautore del Tantratoka e del Tantrasara, Andi, nella Tantravatadhanika ati argomenti sono condensati e formutati cost concisamente che aleunipassi possono essere compresi solo alla luce delle opere pitt estese. Limpressione 2 che le quattro opere formino, per cosi dire, un tut'uno che aiuta a comprendere e a chiarire il pensiero di Abhinavagupta presentando lo stesso insegnamento secondo punti di vista differenti. ‘A questa considerazione generale se ne deve aggiungere una pit specifica, Mi limito a riassumere. Nel 1918, in una nota dell'editio princeps (p. 5), Mukund Ram Sastc¥ fece notare che Jayaratha (XII sec.) cita aleuni versi della Tantravatadhanika nel secondo capitolo del Tantrafokaviveka (ad TA 2.2) senza menzionare il nome dell’autore; egli ritenne che cid fosse sufficiente a considerare Vopera di un altro maestro e non di Abhi~ navagupta, In effetti Jayaratha introduce i due versi della Tantravaradhanika ‘con l'espressione laconica: yad uktam e non aggiunge altro, né, a onor del vero, specifica che si tratta di versi tratti dalla Tantravaradhanika. 11 fatto & ccurioso, ma non probante. Kanti Chandra Pandey mise in evidenza, infatt, ‘che in un altro punto del Tantralokaviveka, e precisamente al cap. 13 (vol. 8, p. 81), Jayaratha cita altri due versi della Tancravatadhanika (non notati da Ram Sastr7) introducendoli con le parole yad uktam anenaivanyatra: “Ché egli stesso ha detto altrove” (Pandey 1935: 48; 1963: 55). In effetti & proprio con le parole yad uktam enenaivanyatra o semplicemente yad wktarn anenaiva che Jayaratha introduce spesso le citazioni di altre opere di Abhinavagupta®. Forse neanche questo fatto pud essere considerato una prova determinante, ma certo non pud essere ignorato. * Si veda Gaol e Torella 1990: 155 e Sferra 1999: 109-111 2 CL. ad es. TAV, vol. 1. parte 1, pp. 32, 34: vol. 2, p. 73 vol. 3. pp. 134, 443: vo. 6, . 175; vol. 7, pate 2, p. 30; vol. 8, pp. 150, 152, 17k; vol. 9, p. 129 (ef. Rastogi 1987 326) 744 2. Lopera fa pubblicata la prima volta dal pandit Mukund Ram Sastri nel 1918 a Bombay per i tipi della Kashmir Series of Texts and Studies Ledizione fu condotta sulla base di due manoscritti (denominati ka e kha) i cui nelle note (qui riprodotte) si danno le varianti. Grazie a Raffaele Torella sono riuscito a ottenere un microfilm di un altro manoscritto della Tanrravatadhanika conservato in Germania nella Staats- bibliothek zu Berlin. I manoscritto (dora innanzi B) é la quattordicesima opera del codice HS, OR. 12298 (KA 1298), che comprende una ventina di testi Sivaiti, tuti in caratteri sarada. II testo & preceduto dalla frase om namo <'>bhinavaguptacaranakamalebiyah tom svasté le finisce con alcune parole in gran parte scorrette, che trascrivo verbatim: samaptam ceyan tantravaradhanika Subhaya vo bhavitw tari pathakasrotraam om tat sat I samnvat 64 NW Srimdn abhinavaguptah sa param mama hrdayadhimni samsphurarat | yadvakpradipabhasakasya nirastan na tamo mohals. Nel ms. rnon sono mai segnati gli avagraka. Il primo verso di ogni ahnika 2 ivi preceduto dalla sillaba om. Le pagine del codice non sono numerate, La rnumerazione relativa dei fogli stata da me segnata tra parentesi onde Tims. B e i mss, usati per 'editio princeps (d’ora innanzi E) presentano la stessa lacurta (in 2.134) € spesso gli stessi errori, inducendo a pensare che appartengano alla stessa famiglia, E degno di nota che quando i mss. Ey, ed Eqns presentano delle varianti, il ms. B concorda prevalentemente con Ey. E anziprobabile che il ms. B sia pitt tardo o rappresenti una fase della trasmissione del testo posteriore a quella testimoniata dai mss. usati per editio princeps. In B si riscontrano lacune (cf. 3.9b, 3.154) € numerosi errori in aggiuinta a quelli condivisi da E. In tre punti, tutivia, le lezioni riportate in B sono preferibili a quelle di E: al pada 1.304, dove si legge cittvam in luogo di cittam, al pada 3.2d, dove si legge parah in Iuogo di param, © al pada 3.8c, dove si trova sd na samviti® per mdnasarm vett, Nel terzo caso, in particolue, errore dell’edizione potrebbe essere dovuto in parte a una svista nella lettura (le sillabe ma e sa sono piuttosto simili nella Sarada), NelI'insieme, e soprattutto alla luce del Tantrdtoka, del Tantrascra e del Tantroceaya, a cui si fa spesso riferimento nelle note, il testo ® abbastanza chiaro e lineare. Non si pud tuttavia escludere che sia eaduto qualche verso. E degno di nota al riguardo il repentino cambiamento di discorso in aleuni punti del testo e la posizione chiaramente scorretta di aleuni versi sia in E sia in B. Si pud ipotizzare che i versi omessi per errore siano stati aggiunti in margine in un‘antica copia manoscrtta, che il segno che ne indicava Vesatta uubicazione sia stato ignorato da un successive copista e che in seguito, copiando opera, un altro amanunese Ii abbia inseriti nel posto sbagliato, A causa dei summenzionati cambiamenti nella disposizione dei versi, 1a ‘numerazione delle stanze della presente edizione differisce leggermente da quella di E-e di B, che concordano. Tl “riposizionamento” dei versi in quello che mi sembra il luogo concettualmente pi adatto, alcune congetture, nonché Ia comodita di avere un immediato raffronto con T'originale, mi hanno convinto a pubblicare di ‘nuovo questo testo, sebbene il letore avr’ modo di constatare che le lezioni dell’ editio princeps sono sostanzialmente le miglior. Per completezza sono registrate in nota anche le varianti dei testi in cui compaiono citazioni della TVDh (TAV e MAMP) e dei testi paralleti (TS, ‘TUS, STKA ¢ SRS). Le principali congetture sono discusse nelle note al testo, La lingua non presenta peculiariti particolari. I metro delle stanze (anustubh) & spesso di tipo vipula. Sono ma-vipula i seguenti pada: 1.10a, 1.1Se, 1.16e, 1.19a, 1.20a, 1.20¢, 1.22, 1.33a, 2.7a, 3.84, 3.20a, 3.34e; sono ra-vipula: 1,30a, 1.34, 2.1e, 3.6c, 3.16e, 3.332, 3.40a; sono na-vipula: 1.27a, 2.13a, 3.15a, 3.23a; sono bha-vipula: 3.108 e 3.18c. Per quanto mi & dato sapere operetta ® qui tradotta per la prima volta. Desideto ringraziare le autorith della Staatsbibliothek di Berlino © Raffaele Torella per aver gentilmente messo a mia disposizione un microfim del ms, B. A Raffaele Torella, inoltre, va un ringraziamento particolare per i suoi preziosi suggerimenti ‘Testo [B (p. 1). Ep. 1] pranamya gurum isanam sattantravatadhanika | ‘mayabhinavaguptena® svasaktytddiptaye krta I I ajfianam bandhane hetur bandhanam hi punarbhavah | punarbhavas ca dehiidau vedye svatmatvaniscayat ll 2 Il aham sukrtakiiTt svargidau bhoktrt@ mama | ityddidehatadatmyat svargavicyadisidbhavab Il 31 ato ‘natmani dehadau galite svatmaniscaye | Le sigle TU, ¢ TU, indicano rispettvamente il ms. C1020 (Aven. No. 147634) della Banaras Hindu University Litrary ¢ il ms, 17706-C dell‘Oriental Research Instute and Manuscripts Libvacy di Trivandrum uilizrati da R. Gnoli e R. Totlla per V'edizione del tga (1990: 156-157) + mayibhinava” BE, )stksmabhinava? Ean + Sadigadbhavah E | °ddikodbhavah B (la letera d del gruppo dba non ehicrissin: si presenta come una macchia seura non bene distin). 746 ghalddivad anatmeti dehadim sthitam® apy amum Il 4 I pasyatah pflrvasamskaraksayad dehe kgayam gate | anyocitasvasamskarabhavad dehah kathamn bhavet ISI dehabhave "pi vai tasya pranadhisinyagocare | atmasamskarasadbhave bhavet tadrOpata param” #6 t pranadav api tu dhvaste svatmabhave parisphutam | sarvavaechedabinam tad atmatattvam prakasate I 7 (E p. 2] nariipatvad asamvedyam tad ucyate | avacchedaj jadam vedyam any3dhinaprakasakam I 8 I svaprakasaikariipatvad bhavatmatvena bhasanat | {athatve "pi svatantratvac chaktiman sa Sivah smetab [9 :mabhiitah sarvadhvasamuttinnah svatantrakalt | svasaktya bhasitdinantavisvah sa paramesvarah 1 101 (B (p. 2)] sa esa satyato muktah sarvavacchedavarjanat | nye: na tattvato mukta avaccheddimSasambhavat 11 I ato yavan na sarvasmin vedye* vedyataya gatih | tavad vedyamsa ekasmin bhavet svatmatvaniscayab Il 12 I) ‘yada tu dharapitattvac chivantam tattvapaijaram | avacchinnam? bhaved vedyam ananyonydtmakam sphurat i 131 tada tavati samvedyajate vedakam asya yat | iyatas tad avacehedabinam bhatt param sivam I 14 I tat prakasam pramatrtvan netaran meyabhavatab | meyatvam asyavacchedat™ sa hy avacchedake sati ll 15 I tad evam ca dhardtattvac chivantam matr netarat | amatrbhavad evanyad aprakasatmakam sthitam II 16 I aprakasam ca nasty eva sattd prakasyam eva hi | {atas caivaprakasatvat™ svayam sattasya nocital? Il 17 t parddhinaiva sattasya paradhinaprakasatah | paricchedaprakasas tat so "pi tattulya eva yat Il 18 I atah prakasidhina cet sattasmin sarvakal & sthitam E) sthitim B. ° param E Katha B. S sarvasmin vedye E sarvesmin ved? B. ° avacchinnamn E J avicchinnam B '™ asyavacchedai E ] asydvacchedatB. * caiva® congetura (ora innanzi cong.) | edyumy BE ¢ prakasavat I | prakasinatB. " nocitaE J rwocia B. '8 prakaatah cong. | °prakasanal BE. 747 nanam prakasa evasti yo" 'vacchedavivarjitab Il 19 II [E p. 3] tatra prakase bhinty ete svavacchedaniyantrita | bhaivah prakasasvatantryad vieitrakarabrmhital I 20 1 a ca te "vabhasante tatha taducitah punah | ka bhanti surantas tiryagadayal M21 tl prakasakatvac eaitesim sivatmatve “pi susphute | vedyas c@[B (p. 3)]nyonyatas!* cayam avacchedo"™ ‘sti yatnataly Il 22 I aprakasatvam apy astitatprakasaprakasyatm” | gatas te pasavo bhanti sivasyaiva svasaktitah [123 I avacchedaméa etessim svaprakagas ea yah sphutah'® | sa vicitrasvabhavatvad dehapranaditam gataby I 24 I dehader api vaicitryad devatiryanmanusyata | vaicitryaintarato ‘trapi caitramaitradirapata il 25 I yatha ca pasavo bhatt tatha kecana tam nim | aprakagadasam ghnanti dehapranatadatmatam ll 26 i te prabuddhas ca patayo jivanmukta mahargayah | tesdin tattaratamyena gurasisyadita sthitd 27 {ad evam bhedabhoktrevam” srstis tatsthirata sthitih | amsena nyakkriya tasya samharo ‘nugtahab puna Il 28 I aprakasadasadhvamsas™* tadupayaikalagnati | hydayzn nindanam tasya tatseva® tat tirohitih?? 29 I evamvidham paficakrtyam bhasayan paramesvaraby | vaca bhai tadaivasya”® cittvam aisvaryam ueyate Il 3011 tathavidhaprakasamsadhvamsah?s kasypy upayatah | vvinaiva kasyacie citrair?® upayaih samskriyadibhib i 3111 [E p. 4] “yo ye B. 'S vedyas cimonvatas BE yy | vedvad anonyatas Ey ' avacchedo E | avacchedeB. © prakasat BE ) pasa B. ® sphial E | stra B. » ebhokirevam E ] bhikaran B. 2 aprakase | aprataso B. 2 sage] wsavaB. 2 rohit E ]rohati B. 2% tadatvdoya con. tad evdsya BE, 2% ciavam B Jizan E. 25 athdvidha? cong. ltahividha? BE. © kasyacie citar} kasvacit ais tar B. 748 tad evam vedyarOpatvad boddhrtvam bandhamuktata | iyatah sakalasyatma prakaso *bhyadhikas tata Il 32 I sarvatiriktal sarvatma svatantrah sarvasaktikal | sarvapfirno ‘navacchinnaprakaso°” bhairavah punaly 1133 Il [B (p. 4)] yadrUpatvam para muktih punaravrtivarjita?® | anys tu dhipranastnyadhiyo janmaksayocitah f 34 I ‘Sanyam dhih2® prana ity etat srjyate kslyate “pi ca | sthairyam asya param dehpeksaya na tu tattvatah I 35 I alah sattrimSadantahsthe™ tattve svatmatvaniscayat | vedyaimse muktir asya syad avrtih™ sordhvatah param I 36 Il ‘yada samastavedyimSasamuttirnam param mahah | ibhati muktas tadaivasau>? bhairavah paramah smrtal 1 371 iti Srimadabhinavaguptacaryavisesaviracitayam™ tantravatadhanil prathamam ahnikam II[E p. 5] ‘upayair na sivo bhati bhanti te** tatprasdidatah | sa evaham svaprakago bhise visvasvardpakal Il {1 ity akarnya guror vikyam sakyt kecana niscitah | vind bhayo “nusamdhnam bhanti sanvinmayah sthitah 121 yathddarée ghatadinam sthitir misretaratmika | ceidatmani™ tathamism bhavanam citrarapini I 31 darsas tu jadatvan na svatantro bhasate yatha | ahamprakisartpatvat svatantro bhasate tatha il 4 I 2uK: Ia stanza & citata in MAMP ad st. $9 (p. 160), dove & introdotta con le parole s+ tantravatadhaniavam ca. DALE: le stanze sono citate senza variant nel TA ad TA 2.2 (vol. 1, parte 2, p. 3 dove sono intodotte con le parole ye uktam. 2.3: [a stanza ®citata in MAMP au st. 59 (p, 155), dove 8 introdota con le parole yah ‘srtaniravatadnanikayan, 2 navacchinna? | navaceinnalB % punaranrivanta E } punavytivajal 2 aE] div, 2 antafstie Fantasie B. © ayraih | aura” B 2 taaivasanF | tadevsa B. 2 paramal sma BE} paramesvaral Ex. * Srimadabhinavaguptdearavisesaviraitan B.] dees in B °8 Dhan te BE} ban amt MAM. p16. © cidaumani BE] madaonani NAME, p58. 749 ity evam gurutah Srutva vakyam tadbhavanakramat bhiyo bhayo “‘nusamdhiinat ko ‘pi y8ti Sivztmataim I 5 I ‘naham dehatmako naham karmadhino na me matah | nanyena previto ‘smiti kim tv etadviparitakarm I 6 I ittham vikalpam samskrtya spastavidyatmatam nayan | kkascid yati samavesam dhanyah Sriguruvakyatal I 711 [B (p. 5)] svaprakisam samastdtmatattvam matradikam trayarn | antabkrtya sthitam’” dhyayed dhrdayZinandadhamani I! 8 I taddvadasamahasaktirasmicakresvaram™ vibhum | vyomabhir nihsarad® bahye dhyayet srstim sthitim dadhat™ I 9 Il (E p. 6] pasedd grastasabahy3ntarbhavamandalam* atmani | vvigrimyet punar apy evam dhy{nabhyasit prathatmanah** I 10 I prino bodhamayah pirvam tata ullasati sphutam | ‘meyam pOrayate tena sa kramaikyam prapadyate 11th tad eva samjihgeta samhrtya parnatam nayet | etivad anusamdhatte sapta visrantayas™* ty imab Il 12 I tunmisattonmisitatasamghattair®® ekavimsatil | Ananda udbhaval) kampo nidra *° I 13 Il -10: le stanze ricorrono con variant in TS 5 (p. 37) € TU 5 (p. 168). Nel TS sono definite i versirnssuntii (sameratasfoka) con cui si deserive la contemnplazione (dyna) Lalezione sthita (Se) stata accottatn anche da R. Gnoli eR. Totlla (1990), 2.13b: sasha: congettara besata su un passo parallelo del TU: [..] unmisadrapars unmisitarapary sanghadnmakibhitam it sitvam (p. 169). 2u13cd: il verso corrisponde a MVUT 11.35ed ed @ cto sia nel TA (5107ed) sis nel ‘TAV (vol. 3, p. dls). Nel TA, nl TAV e in uno dei tre mss. su cu stata eondotta edizione del MVUT (ans. ka) si legge pafeakam in luogo di pacam, che & a lezione, ugualente sostenibile, accolta dal pandit Madhusidan Kaul Shistei nella sua edizione del MVUT. La lerione puaicakam & vi tiportata in not (p. 7). sthitam BE yy TS TU, | sthitin Egy Ty. 38 taddvidaga® ETS TU ] diddasar”B. © nisarad ETS TU | nisarad B. srstig sthitig. dadhat cong. | srsim sthito dadhat BE; srstyadibhavakam TS, srspadibhasakom TU. 4 pased grastasabdlesintar” lam TS TU J *bhavan aitanam BE. * yigramet punar apy exam diyinabhyasat prthatmanal BE | visrdmyet punar apy eva iyabhyastprathatmanah TU; vgndmyan bhdoased yo sad even sultmanah pratha TS. eval] eva B. © iidntayas E | visi yas B. * Ssamghaitair cong. |°samghajair BE. ghnienis ca pacakam (si veda sopra, nota al verso 2.13cd) | dees in BE (sia in B sia in Bla lac wa 8 segnata da aleuni pont). | adgrastasarvabahyaniar® TS TU # *bhavamanda- 750 tatrottarottaravesabhedat paftcottaram Sata’ 1 ‘yoginihrdayanandavyomabhisampradyatah I 1 I avyaktetarayugmdtmalingatddétmyayogatah® | tatrapi tritayam mukhyam srstisamharabijakam 15 I Srimadacaryavaktrastham® mantraviryam tad uttamam | asfottarasatavistam mantrah pranapathe yatah I 16 i evam dhipranasamghattadvirenantahsamavisan | sambhavim paramam dharam anavena prapadyate I 17 I tad evam trividham prapya guror AveSam uttamam | ‘gurum abhyarcayed dhiman dehasarvasvadanataly 18 I nainam prakopayen nasya vkyam kimeana langhayet | [B (p. 6)] aviedritam asyajfiam™ kuryaj jiianam sthiram tatha ll 19 ll iadabhinavagupt sm ahnikam®® Il [E p. 7] -yavisesaviracitayam™ tantravafadhanikayain ‘evam abhyantarT satta Sivatadatmyadayint | yatha bhavet tatha proktam bahyedsinim nigadyate® It bbahyo bhedo dvidha drstah kriydito ropatas tatha | cekasminn api Kalatima tatradyo degatah paral’ 12 i kriyd svatmaparispandas tatah prano ‘tha tatkytam | kalavaicitryam ity evam* samvitspanddidhikam na hill 3 I 2.NGab: Srimadacaryavakirasthayn maniravtryam: ef. MVUT 21004: sa guru [1 ‘mantraviryaprakasakal (il passo MVUT 2.10ed-12 & eit. in TA, 13.219ed-222ab) ¢ anche ‘TA 26.20-28ab in cui si deserve la trasmissione del mantra dal maestro al discepolo € si insite sullimportanza di non trasmetterto per iscrtta, ma a voce. Si vedano in particalare i vorsi 26.27ed-28ab, dove si legge: tatra mantram ephutanevakindd gurunopamsu coditary I ‘anudharya pravrtes tam ablyasen manasa svayam LCL. anche TS 20 (p. 178) 3.3: la stanza 8 citata in MAMP aad s. $2 (p. 133), dove & intradota con le parole yad kia stantravatadtanikayam, * garam cong. | ca vat BE. In Bed F segue il verso 2.15ed “® Syogatah Es | nica Egy; *nisciva B. 2 vaktrasham cong. }akrastho B; "cakrastha’ B. 5 asym E Layman B, ® spimadabhinavaguptdcdrvavisesaviracitayam E | destin B. alnikan E]ahnitam B. % bahyedanin nigadvate E | bakyetho gadyate una _gadyote“dhund) B 5 paral B | param E. % evar BE | eta MAME, p. 133, Dahye ‘tho [sic per tha?) 751 yatha samvid gharatmasau cidatmeti tarangita Saktis tatha vieitro "yam srstisamharavibhramab I 1 svapnasamkalpamayamsakriyavaictryacitritah | vicitrah kala eko "yam samsiraspanda idpSab il 51 prakptam parthivam vaisvar Saktam edindacatusfayam | vicitradesabhuvanatattvatmakam idam sphuret®? Il 6 I mamaivantaratah sarvadesakalatmikam®® bhidam | antahkrtyaham evaika’® iti jiinad vimuktatd Il 7 I ‘yavad vicitram bahyam bi tan na sattrimsatah param | ‘dina samvittivisrantya® vind samvinmayam yatah 18 t athinam® dravam atyusnam sparsam ca®? savakasacah | pparica bhOtni citeini tanmatrani tu tadgunab i 91 ‘gandho raso ropam atha sparsah Sabdo "visesatal®® | etesimm grahakam caksam paftcadha jianasaktijam Il 10 I|[B (p. 7), E p. 8] -kriyasaktyurtham anyac ea tat karmendriyapaicakam | samkalpaniseayau mnas tad antahkaranatrayam I 1 I iyato vedyajatasya yad abhinnam vapub pura | {at pradhanam iyad vedyam jadam tadvedakah purndin I 12 so prakasaprakasatma satkaiicukapariskrtah | kimeit karoti janati tac cedam raktiman® ia il 13 yyato ‘smi so “dhunaivaite® kalavidyamaraktayah® | kalaé ca sarvatattvanam pirnabhimir niga smpta®” I 14 I {3.10b: "vigesana: la congewura si asa su due pass parallel: 1) TS 8: Sabdavisesani hi sobhamandm yed ekam aksobhamakam pragbhavi simanvam avisesatmakamn ‘at $baranmatram | esa gandhidnte ‘pi vacyam (pp. 89-90, ef. Gaoli 1990; 143); 2) TUT esr ‘eve pavicusu susitzmaripawad anudbhinnavibhgd gundharasarapasparsasabdatanmatrini p- 172, nee $6, cf. Sferra 1999: 121, {.lda: yato “wnin: anche yato ‘ti aveebbe porto essere un'emendazione gualimente sostenibil, ‘3.1dd: sy esillabe sm e spr sono failmente confondibil nella Saradd © sphurer cong.) sphuror BE. *8.carva’ E sarvam B. evaikaE|evaka B. © sana sapnvivisrntyaB | mamasoom vet vseanya F © kathinarn | Ragin? B, © ca E | deesrin B (Ja lacuna ® segnata da 3 punt. © "vigesatal cong. | vigesakal BE rariman cong. | Sakiiman BE © hunaivaite E adhuraiveteB. ‘ vidsumaradsasal cong. 1 vidvaraktayay Bs vidya sarabtayal E, © ymeta cong. |sprha BE. 752 aprakasamsagalanam® prakasasya sphuta sthitib | isadarpane bhivadarSanam® tadabhedatah” II 151 bbhawandm bhasanam Suddhah prakaa iti paftcadha | vvidyaitattvad a Sivantam”™ tadabhinnal parah sivah Il 16 I upadesyataya” so "pi sydd avacchedabhiigatah”*| astitrimsam param dhama yatredam viSvakam sphuret™ 1 17 Il pratyekam api bhivasya’® yo bhedo jitatrbhedatah | vyatha ghatam vedmi tatha maya jidtam Sivena al 18 I ity evam svatmanah sarvam”® antah pasyan svasamvia | galitasesabhedamso bhairavibhavam”” asnute I 19 i iyad yad uktam tat ko "pi svayam evavabudhyate | Kascid guripadesena sistrad vatha dvayat trayat I 20 I ‘guros tv abhyastavijniino drksaya sa vimucyate | [B (p. 8)] bhuktialt cong, | nnitkal BE. 2 aki cong. | mudto BE, 2 kaécid téecchaya BE ]kasit 1 tSecchaya TAV. > samyaganasvaso ‘pi BE ]samyoganasvastena TAV. 754 niindann eva’® bhajars°® cary °7 weyate | nindyamanamahamantravidyacaryadikopajam® il 36 Il pipma tam” patayed"® ghore yatanddhamni sarvatha | kasyapi tu tirobhitavrtter api puna nijam I 37 I hrdayam samyagisvasad avighnam Sivatiim vrajet | evam dhipranasambandhad antarad! bahyato "pi ca ll 38 I caryaya yah samavesah sa ihainava ucyate | tasmin righal!? samabhyeti saktam asmac ca sambhavam I 39 I tatah param piirnasattam”? parartidhas tu na tyajet | ulkahasto yatha kaScit prapyam adaya!™ tam tyajet Il 40 I Jivinena jiieyam’®® alokya tathd!® jinam tyajed it”? | toktam Srikalapadadan jnane naste na tat sada | {japtisidhanam evoktam na jfieyam'* paramam padam Ii 4 ‘esabhinavaguptena racita tantradhanika | bhrdbhimaw yasya ridha sa [B (p. 10)] Sivakalpamahiruhah 4211 Srimadabhinavaguptacaryavisesaviracitdyam™ tantravatadhanikayam tqoyam ahnikam I sampta” ceyamn tantravatadhnika I ‘3.aved-Alabs i veri corrispondono a STA 23 5 (p. 149). Sono ctat anche in SRS (st 77, p- 98) con atribuzione allo Sedyaanbluvatantra (non compaiono nel vidapada pubblico daP-S. Filliozs) ° eva E TAV | evam B. °° bhajams BE } bhajec TAV. © tirohita B TAV J trohataB ° nindyamdna® TAY J nindyamane BE. ® papma tam TAY | papmaisiim BE. °° pdttayed E TAY } patayed B. "1 Gntarid E | antardd B. 22 radhah E | riidhe B. 8 pirnasattdim cong. | piirvasatidm BE. 2 kasi prdpyam day BE |kald dravyam alokya STA SRS. °° jneyam E STA SRS | gnu B © rah BE STKA J pascaj SRS. 2 jedi BE: partyaer STKA SRS. 15 jfleyam Exyys Jana BBs. 2° abhinavaguptacryavigese”F | abhinavagupa? B. 2 semapad Tsuna. 785 TRADUZIONE Capitolo primo |. Dopo essermi inchinato al maestro, il Signore, io, Abhinavagupta, compongo il Seme di Ficus indica dei buoni Tantra, per vivificare le mie potenze, 2. La nescienza ® Ia causa del legame", Il legame infati la trasmigra- zione € questa deriva dalla convinzione (niscaya) che il corpo i softio vitale] ece., che sono conoscibili, siano il proprio sé. 3. “Io compio delle buone azioni e quindi godré dei cieli ece.”. Colui che, in virti dell'identificazione col corpo, dovesse pensare tali cose, rinascera nei cieli o negli inferi ec. 4-5. E percid, una volta che sia venuta meno questa convinzione che il nostro sé sia il corpo ece. ~ che non é il sé ~ flo yogin] pud [chiaramente] vedere come questo corpo ecc., sebbene qui presente, non sia il sé, cosi come un vaso o altro. Per costui, tuna valta che il corpo si & dissolto grazie alla sparizione delle precedenti impressioni latenti (samskara), non essendoci pitt per ]ui impressioni latenti convenienti a un’altra realti, come potrebbe il corpo continuare a sussistere? 6. Costui, perd, anche in mancanza del corpo potrebbe pensare che il sé si identifichi con il soffio vitale, con la mente e con il vuoto, rimanendo in lui delle impressioni latenti riguardo a quelle reat 7. Tuttavia, allorché viene dissolto anche [questo pensiero] nei riguardi del soffio vitale ecc., In realth del sé (Gimatattva) risplende senza Jimitazione atcuna, in tutta la sua chiarezza. 8. Poiché ha una natura priva di limitazioni si dice che tale [realta] non ® conoscibile, Cid che & conoscibile & insenziente, poiché & limitato; la sua luce dipende da un’altra real. 9, Poiché & essenziato unicamente di luce propria, poiché risplende nella forma di {tute le} cose che esistono e poiché, sebbene si presenti 1 conceto ticonre ancae nel TS: éha jidnam moksakdranamn bandhanimittassijad- nasya virodhakarvat(p. 2): aitanan: kila bandhahetur uditah Sasre(p. 5, cit. anche in TU 1, p. 159) in alte opere Jaina come il Sarvaearaliantral:ajianad budlyate lokas taal sysiis ca sambyih (Gt. in SSX. p. 5), Ul Sarvajabhairavaltontral: ninvatra gamanar ‘thdnam mokso ‘si srasundar\ajidnagranchibhedo yah sa moksa ii kara W(cit. i SP, . 6, paralrasato da Abhinavagupia nel PS, st. 60) ¢ la SSV 1.2 (si veda TA 1.26-30 ‘Torella 1999: 56-87). CL, anche TA 122 @ MVUT 12304: malam gjaanam techant samsarankurakarapa (cit. in SSV, p. 5, €TA 1.23,9.120-121ab) 756 cosi, rimane [tuttavia] libero, ecco che Siva & tradizionalmente detto il possessore della potenza (saktiman). 10. Egli & immanente in tutte le cose, trascende tutti i cammini (adhvan), & autonomo, & il Signore supremo; universo infinito che gli appartiene @ illuminato in virth della sua potenza. IL. Egli soltanto & liberato secondo verita, poiché & privo di ogni limitazione. Gli altri non sono davvero liberati, perché in essi permangono, sia pure in parte, delle Timitazioni. 12. Percid, sino al momento in cui tutto Vinsieme del conoscibile non & percepito come tale ci sara sempre la convinzione che la natura del proprio sé risieda in qualche singola parte del conoscibile™ 13-14. Quando invece Ia somma dei principi che va dalla terra Siva diventa realtd conoscibile limitata e si manifesta tutta raccolta in se stessa (ananyonyaitmaka)", allora quello che in relazione a un insieme tanto vasto di realta conoscibili ne diviene il principio conoscitore & il [principio] supremo, Benigno, che appate privo di delimitazioni, 15. Esso & luminoso (prakasa), perché 2 [I"unico vero] soggetto conoscitore, © non certo altro [cio® i soggetto conoscitore limitato}, poiché appartiene al conoscibile. I suo essere una realt® conoscibile si deve alla [sua] limitazione, & questa, per esistere, richiede un elemento limitante 16. Cosi, dal principio terra fino a Siva, quello, ovvero Ialtro”, non & il soggetto conoscitore. Proprio perché non & [il vero] soggetto conoscitore & “altro” ¢ si presenta [come se fosse] essenziato di non-luce (aprakasa)". "2 Si veda TA 1.32. soto st 136 ¢ note. 4 Lrespressione ananvonsatmakam (ett, ‘aon avente come sé i sé delfaltro [owvero del soggetto conoscitore|’) & ascura, Con essa sembra alludersi al momento in ccui Vinisieme dei prineipi, desertto dal punto di vista della realta ultia, appare. per «cos dire, chiuso nella polarita vedya, ovvero non presenta al suo interno alcun vedaka, Anche i Grandi Signori det Mantra (mantramahesvara), ta categoria pitt alta trai soggetti conoscitori limitati, sono diventati realta conoscibile (tasmin vijeyardme rdpie: TA 10.112c) ¢ “risplende, came soggeto, Siva, il supremo, autoluminose, che Imamifesta Tintero conoscibile in identi con se stesso” (trad. Gnoli 1999: 256: svaprakasah parab sivak ll pramaua svakatadaonyabhastvakhitavedyakalh; TA10.13ab). CL. anche TS 9 (p. 98), 1M Solo il vero soggesto conosctore, Siva, 2 autoluminoso: phi altei eonoseitri, | soggeti conoscitori limita, appartengono al conoscibile, la loro luce dipende da Siva, CL ‘TA 10.11304-117 187 Tab. [Ma in verita] una realta priva di luce non esiste”S, L'esistenza stessa (sartd), infatti, & luminosita (prakasya)"®, Wed. E percid, poiché [il soggetto conoscente limitato] privo di luce, tun'esistenza (satta) autonoma non gli si confa. 18. Poiché la sua luce ¢ dipendente, egli possiede un‘esistenza dipendente. Una luce limitata (pariccheda = paricchinna) corrisponde a un'esistenza dello stesso tipo (sattulya). 19, B dunque, se & dipendente dalla luce, Vesistenza in lui siestende a tuti i tempi. In veritd& da intendersi luce solo cid che & privo di delimitazioni 20, In questa luce, [tutte] le forme di esistenza (bhava) risplendono soscritte dalle proprie limitazioni, alimentate nei loro vari aspetti [proprio] in virtu della liberta della Tuce. 21. Come esse si manifestano, cost appaiono convenienti a loro i soggetti che le illuminano, dagli animali agli dei 22, Anche se, in quanto soggetti illuminanti [delle varie forme di esistenza], sono chiaramente identici a Siva, essi sono conoscibili l'un altro, e questa limitazione esiste di necessita 23. Vi & anche una condizione di non luce; le anime imprigionate (past) che sono pervenute a uno stato di illuminabilita da parte della Ince vengono ad esistere in virti della potenza propria di Siva, 24, Esse hanno una parte di limitazione, nel senso che la pura (sphuza) autonoma luce, poiché & dotata di una natura propria molteplice, assume Vaspetto del corpo, del soffio vitale ece 25, In base agli svariati aspetti del corpo ece. si ha Ia condizione di divinita, animale o uomo. Un'ulteriore varieti determina qui [in questa condizione} la natura di Caitra, Maitra ece. 26. Come poi si manifestano le anime imprigionate, ecco che talune di esse riescono a sopprimere questo loro piano di non luce, ovvero I'identita col corpo e col soffio vitae. 27. Costoro sono i risvegliati (prabuddha), i signori i liberati in vita, i grandi rsi: In base alla loro maggiore 0 minore eccellenza sono maestti 0 discepoli > concetto & molto importante. La sua gistficazione logica®discussa nel cap. LS elle IPK ai Uipaladeve e in particolae nelle stanze 2 € 3. Si veda Torela 1994: 19, 1UI- N12. ache Toes 1987 1578, Ct, Pandey 1954: 55-59 IPVY, ol 2 9p. 688 vera, suprenio natura {esscnza] del conoseibile&infati Siva, materato di Ince, che cid che non ha come natura la luce non pud essere néilluminabile né reale™ (TR. 1 trad. Gnoli 1999: 1D, 158 28-29, Quindi, in conclusione, emissione consiste nello stato di chi fruisce della differenziazione. II mantenimento & la permanenza di questa condizione. Il riassorbimento ® uno stato di sua parziale immersione. La grazia @ Ia dissoluzione dello stato di non luce e una ferma adesione ai mezzi che consentono cid. Lloscurazione & Vosservanza di questi mezzi € nello stesso tempo il disprezzarti nel proprio intimo!”, 30. Quando Paramesvara risplende, manifestando tali cinque azioni, la sua natura coscienziale prende allora il nome di “signoria’” 31. La distruzione poi delle parti di non luce per qualcuno avviene senza mezzi, per qualcun altro mediante vari mezzi a partire dalla purificazione™, 32ab. E cosi, la condizione di soggetto conoscitore corrisponde allo stato di liberazione dal legame, che deriva dalla natura della realta conoscibile. 32cd-Mab. Percid, di questo tutto, per quanto esteso, il sé [limitato] & ta luce, Superiore a esso & il sé di tutte le cose, separato da tutte le cose, libero, dotato di tutte le potenze, pieno di tutte le cose, una luce illimitata, ovvero il Bhairava, Tidentitt col quale coincide con Ia liberazione suprema, priva di ulteriori rinascite, Bod. Le altre manifestazioni attinenti alla mente, al soffio vitale e al ‘Yuoto, soggiacciono a nascita e a morte. 35. Il vuoto, la mente ¢ il soffio vitale [infatti] nascono e si dissolvono, La loro stabilita si da solo in rferimento al corpo, non secondo realta 36. Percid, fintanto che permanga la convinzione che la condizione del nostro proprio sé si identifica con un principio compreso nei trentasei che sono parti del conoscibile, la liberazione potra darsi solo fino a quel principio e la rinaseita concernera solo prineipi superiori"®, 37. Quando invece risplende il supremo fulgore che trascende tutte le parziali manifestazioni del conoscibile, allora ¢ allora soltanto, uno, ormai liberato, viene detto “Bhairava supremo”. Y CETS Hp. 126), TU 8 (p76) sot, st. 3.3804-Ma. °™ Vig ui probatilmente un riferimento alla purifcarione det peasiero differeniat (vikalpasamstriya, che fa parte del mezzo potenzito (Skzopaya) e che &discussa in TA. 4.212, TS de TU 4 ¢ acemnata sot (st. 26-7). 5 tal propoato si legge nel TU: apue hi je svat eva samvagininan tava inns var eye tavadatrngpranditdvabhstp. 159) Si veds anche sopea st. 1.12. "9 Oppue,ieggendo con Eyy, paramesvaral in iuogo di paramal mah, si poecbbe tcadure: “Quando inece st ha un fulgoe che trascende ogni parte del eonoseibile, allora, libero spende unicamente Bhurava i Siguure supremo 759) Capitolo secondo 1. “Siva non risplende attraverso i mezzi: [bensi] sono questi che risplendono grazie a Lui. To stesso, autoluminoso, mi manifesto essenziato di tutto”, 2, Avendo udito questa frase dal maestro alcuni si convincono immedia- tamente [della propria natura divina). Senza bisogno di un ulteriore accertamento, risplendono essenziati di coscienza 3. “Allo stesso modo che dei vasi, ad esempio, si riflettono in uno specchio come altri [da esso] e mischiati (con esso a un tempo). la condizione degli esseri che si riflettono nella coscienza appare multiforme. 4, Mentre perd lo specchio, poiché insenziente, non si manifesta come libero, [la coscienza}, perché essenziata dalla luce dell'To, si manifesta ‘come liberal?!" 5. Cosi, dopo aver udito queste parole dal maestro, attraverso una loro graduale meditazione, una riflessione (anusamdhana)”? via via ripetuta, qualcuno raggiunge la condizione di Siva. 6-7. “Io non mi identifico col corpo”; “To non sono dipendente dal Karman”; “Io non ho maculazione”; “Jo non sono spinto da altri Purificando [in tal modo] il [proprio] pensiero discorsivo — che di per sé contrario a questi [pensicriJ!** - & conducendolo nella condizione della vera e vivida sapienza (spasfavidya), qualcuno,fortunato, entra in uno stato i compenetrazione (samivesa)"* grazie alle parole del venerabile maestro. 8. [Lo yogin] interiorizzi la triade autoluminosa di soggetto conoscitore, [conoscenza e conoscibile,| la quale & essenziata di tutte le cose, ¢ la contempli presente nella sede beatifica del cuore. 9, Contempli come il principio onnipervadente, il Signore della ruota i cui raggi sono le dodici grandi potenze, esca nella realta esterna attraverso i canal eterei (vyoman), somministrando la ereazione [e] i] mantenimento, CE, boda [.] seaprakagahsvorantras ca no mukuras tathd tu (TU p. 164). Ch anche TS, p. 19. "© Por alr usi del termine anesamaana si veda Torella 1994: 178. nota 1 "© Un commento breve ma chiara a queste quatio affermarioni si pod lepgere nel ‘quarto capitolo del TU (pp. 165-167) Intendo cosi fe parole kiqt 1 etadvipariam, che tutavia, pottebhero forse essere spiegate come un'espressione raifozativa: “Bens, sual contri eid fo sono libero immacolaioeee.]”. Sul termine samaveso ef. Torlla 1994: XXXIE-XXRIV 760 10. Dopo di che, facia riposare nel [proprio] sé Vinsieme di tutte le cose, interne ed esterne, [da lui} divorate, In tal modo, attraverso i ripetuto esercizio [di questa] contemplazione si avr’ la manifestazione (pratha) del Sé. 11. Dapprima 1) il soffio vitale & essenziato di coseienza; quindi 2) diviene chiaramente percepibile, 3) il conoscibile si riempie di lui, e 4) ess0 ottiene una graduale unita (col conoscibile 12, [A questo puinto] 5) pudiniziare adissolvere (sanyjihirseta il [eonoscbile e], attraverso il riassorbimento, 6) pud condurlo a una condizione di pienezza (parnaia). {11 soffio vitale, infine,] 7) unifica tutto cid [ovvero i sei stati di beattucdine], per cui si hanno Te sete fai di riposo’™® 13. [1 sette riposi] divengono ventuno in base ai [tre aspetti:] “dischiudentesi” (unmisarta), “dischiuso” (unmisitata) e “unito” (samghar- a). [In ciascuno] vi sono poi cinque [momenti], cio’ beatitudine, salto, razione™”, Hab, In virta {dangue] dei diversi [moment] di penetrazione via via pitt intensi, essi diventano qui centocingue’ Hded-16. In base alla tradizione spirituale del piano etereo della beatitudine del cuore della yogint, ovvero in virtt dellidentitd coi tre linkga: immanifesto, manifesto e manifesto-immanifesto, si aggiunge a questi [centocinque] (tarra) anche la triade principale!. 1 semi di creazione dissoluzione™ risiedono nella bocea del glorioso maestro e si identificano. con Ta suprema forza dei mantral!, compenetrata dai centotto [momenti suddetti}, poiché i mantra stanno nel cammino del sofio vitale. 17, Cosi, penetrando all’interno [della coscienza] attraverso la mente, il soffio vitale © Tunione, [il devoto] ottiene la suprema sede divina attraverso [il mezzo] minimale [senza i mezzi potenziati!™. 6 La stessa sequensa & descrtta nel TU: tata svabhave pirvam bodhatmani dkny pranas tsthati | aio ‘sau prana ullasati | meyam pirayati | taraikibhavati | meyar upascmartum drabkate | samhytya parnibhavat sad et drandabeamiremusamdhatia iti sata visramtayals (cap. 5, pp. 168, 1.9 - 169, 1) "97 CL TA 5.400ed-112ab e Gol 1990: 110-111, 8.1 x5 = 105. Su ut cid si veda TS 5 (pp. 38-AL; Gnoll 1990: 109-111). TU 5 ipp. 168-169; Sferra 1999; 119) e Gooli 1999: 118, nota 5. Per alti eferiment si veda sopra p. 750. La ‘serie dei termini “beatitudine”, “soprasslto”, “wemore”, “sono” ¢ “vibrazione” ricore anche nei testi buddhist! del Kalacakra. Si veda, ad esempio, Laghukalacakratantra 3.24€ VP (ol, 2, p. 109), °F, TA Sl2ed. 124 90 due mania sau Khplrent (cf. TA 4.186cd-193, 5.74.78, "8 Sulla forza det mantra (mamuravirya) ef. TA 4181-193, 82CL, TA 1.149, 164-166 e ance 5 passim. 761 18. In conclusione, dopo aver ottenuto dal maestro questa triplice suprema compenetrazione™%, il saggio adori il maestro donandogli tutti i propri beni, [persino il proprio] corpo"™. 19, Non lo faccia inquietare, non trasgredisca alcuna delle sue parole, esegua senza esitazione ogni suo comando e cost fa [sua] conoscenza diverra salda, Capitolo terzo 1. Cosi stato detto in che modo si verifica questa realt’ interiore che conferisce identita con Siva, Ora verra esposta quella esteriore. 2. La differenza esteriore, sebbene unica, @ chiaramente di due tipi, in base alle azioni e in base ai corpi: Ia prima dipende dal tempo, la seconda dallo spazio™* 3. Lazione corrisponde al movimento del proprio sé; da essa procede il prana. La variet& del tempo dipende da esso [prana}"™, e dunque non & ‘qualcosa che si aggiunge al movimento della coscienza (samvitspanda) {ma ¢ una manifestazione di questo movimento stesso). 4. La coscienza si presenta ora in forma di vaso ora nella sua natura coscienziale (cit) e tale suo ondeggiare & l'espressione della sua stessa potenza. In modo del tutto analogo si svolge questo vario succedersi di ereazioni e dissoluzioni, 5. Il tempo con tutte le sue variet, formato dalla molteplicita detle azioni, del sogno, delle ideazioni e di quella speciale manifestazione che & ‘maya (mayanrsa), altro non & che tale unico movimento del samnsara. 6. Le quattro ova ~ uovo della terra!®”, della Natura (prakrti), di ‘maya (vaisvam) e della potenza ~ si manifestano costituite da diversi Iuoghi, mondi e prineipi ° Ovvero, fa compenctrazione diving, potenziats e minimal. ™€ Unvespressione simile rieort in TA 28.428ed, TS 15 (pp 154-15 10(p, 187. BSCL. TA 6,8: TS 6-7, TU 6. "TL conceto viewe esposo anche well parte finale del seo capitol de TS (p61 € 4 vers in apabarainsa conclusivi e viassuntivi del capitolo: winubbhaniaramim pacivr thaw scalau kalapasaru (chad: préeablyantare pariishita sakal kakaprasaram) (1S, p.62,cit in TU 6) BY Nel TS (eap. 7) ¢ nel TU (p. 17} Povo della terea(pthivan ondam) & chiamato ‘ow di Brahma (orahmandam), Lntrambe le denominazioniricortono nel TA (ef, a eS. 4.3K © 6.170), Nel TS, in particolare, si specifica: pythivTianvagy éaakotipravistrgam 0p. 191), TU 762 7. [Percid,] avendo interiorizzato dentro di me e€ di me soltanto ta differenziazione costituita da tutti i tempi e da tuti gli spazi, grazie alla conoscenza che ne deriva: “To soltanto esisto; [lutto & una mia ‘manifestazione]”, si ha lo stato di liberazione. 8. In effetti, [a multiforme realth esterna, per quanto grande, & essenziata di coseienza (savit) poiché non ® diversa dai trentasei prinelpi € questi non esistono senza tn riposo nella coscienza. 9-10. 1 cingue diversi elementi grossi sono rispettivamente pesante (= terra), fluido (= acqua), caldo (= fuoco), tangibile (= vento) ¢ dotato spaziosita (= etere)!**; gli elementi sottili (ranmatra) sono le loro qualita intese in senso generico: odore, sapore, colore, contatlo © suone. Lelemento percettore di queste (qualita] sono i sensi, che si presentano secondo cinque modalita e nascono dal potenza di conoscenza. 11, C°® poi la pentade dei sensi di azione che nasce dalla potenza @azione, e quindi la triade dei sensi interni: buddhi, manas e ahamkara’™, 12, 11 corpo indistinto (abhinna) sin dal principio di tuto Minsieme del conoscibile & la prakyti (pradhana). Tutto il conoscibile ® insenziente, elemento che lo peteepisce & il purusa. 13-14. Esso & essenziato di luce e rion luce allo stesso tempo ed 2 fornito di sei corazze, [Infatti,] 1) agisce parzialmente, 2) conosce proprio questo [oggetto}", 3) prova qui attaccamento ed 4) & costretto alla tal cosa, 5) proprio in questo momento, Si hanno dunque fa Forza (kala), ta ipienza impura (vidya), PAttaccamento (raga), la Necessitd (yama) e il ‘Tempo (kala). Di tutti i principi, poi, 6) lo stato di pienezza & per luadizione fa Notte (= maya)" 15-16. La distruzione delle parti di non-uce (= suddthavidy), Vaffermarsi della luce (= iSvara), la visione delle cose nello specchio della luce non ‘brakmindagolakoripam | tasya anal kalignir marae patalani prikivt svarge yavuud drakmatoka it «p64 88 Nel TU si legge pit chiaramente: dehe yut kathinam tad diard | yat sravam ted dpoh | Yad upnorn tt tej yot spandanam ian mare | yar savukaame tan nab IR, La traduzione non @ leterale. |e termini samaipa, nite € mina indicana [etieralmente 4) idezzione, immaginazione o determinazione(samkalpa}. 2) accertamento 0 centezza nica) 3) peesunatone (dn). © Ovvero un oggettospecitic e paticoare. "4 May & I causa primar di tuto insieme del conosibile.1epiteo di “notte” per ‘maya trequente v ricorre pit volte anche nel TA (ei, ad es. ¥ASTI © 13d), Salle eorazre™ (kaka) sive Torelia 1998 763 differenziatamente da essa (= sadasiva), Vitluminazione delle cose (= Sakti) e la Tuce nella sua purezza (= siva)"2, In questi cingue modi si-presentano i principi che vanno dalla Sapienza fino a Siva. Indiviso da essi supremo, 17.Nella misura in cui diviene oggetto di insegnamento, anch'esso,a causa della conseguente limitazione, si presenta come il trentottesimo principio, la luce suprema (para dhama)" in cui questo universo risplende™. 18, La diversitt di ogni cosa, singolarmente considerata, dipende dalla ti conoscitori. Cosi, come io conosco un vaso [nella stia natura propria}, ess0 pud essere conosciuto da me o da Siva". 19. E cost, (lo yogin,] vedendo tutte le cose all’interno di sé per mezro della propria coscienza, ormai privo di ogni benché minima parte di differenziazione, raggiunge lo stato di Bhairava. 20. Tutto quello che ® stato detto finora qualcuno lo intende da se stesso, qualeun altro grazie all'insegnamento del maestro oppure grazie alla serittura 0, ancora, atraverso due o tre di queste cose. * La sequenza dei prineipi puri desrita nelle tanze 3.15-16 castituisee un parallelo com sequente paseo del TU: yuo purusaya ssripam prakasritm pnirablyate sv Sddhaviy ons avast span etn arth astm abhedena ayy aha ee darth it sasefvardvatha | anv uta evasphubton prada vom et iy abledena pasvat asa sadatindstha | vant sarapaiibhttims tan avadripon Sanipannn paiva saya Sebtavasthonsriasarvariaryaka | yasxim tu saripam eva Suddham bi sayy Svat (ap 7p 173, 4) CL sche BP 3. 1-4 ol ermine ahaman s weds Gon 1967 “Cf, TA 121-27. 5 Con questa stanza si allude al em dla percept (redyat, weds ce.) accenato nel TS 9 (gp. 95:97) e nel TU 7 (pp. 173-17) e ampimente taltato nel TA {1019-97ah a ui si imanda, Si veda Gl 1959: 248, nota © |} riferimento @ alla concezione dei tre pratvaya, i tre mezzi attraverso cui si pud aecqistre It conencena: tralrone seriturale (Ggom), masta (gunn) esperinzs rersonale (nna) 1 est Bae di fermento © costo dal vero 1.9.40 det KA (Sinyam esa eye guru Strata sea). A quest psso st oleza anche Abhinavagupta: kirandydin yad apy uktam gurutah sastratah svatah | (TA 4.41), tena Srinoktam yd guralak sastretah svatah I tripravoscm ian nam iti 00 ca nisatane | tat samghdtaviparydsavigrahair bhasate tathd W (TA 4.78cd-79); ef. anche TAV, Sel. 3. pp. 845, a eoncerione dette pra non besclsivaente Si Ia itovim, aud esempio, nel Bhognadgadbiasya anit & Satkara (ad 31, nello Hogarth dove si sttelinea Ia premnenza della concscenza personne per In conoscena del SE (Gnirithair budisale nana guror vaconata na ca | budisate seayam evo svabodavasas ara Nirwinaprarana Parvrda 41.15) e anche in opere buddhist: Gigamac ca svasanvite sadguor pasta \ (SN, p30), Cf anche In VP di Pagdscka (Gol 1p. 35. linge 25-28) « lt Gnabhorant ds Raina, ms. 68, Hodgson Sanskit, Colleton, Royal Aste Society of Great Britain a feand ol. 20, 764 2lab. Chi ha ben esercitato la sua conoscenza grazie al maestro viene liberato attraverso Winiziazione (diksa). 2icd-2ab. La cosiddetta “iniziazione dei regolari” (samayadikya) conferisce uno stato di identitt coi mantra e deriva dalla corretta osservanza delle regole (samaya) grazie alle varie discipline (carya) fino alla morte del corpo. 22cd-25ab. Lo sguardo del maestro, che & unito alla coscienza mantrica (mantrasamvit) ed & pieno di tutti i [sei] cammini, posto sul discepolo con Vintenzione di conferirgli la grazia & poi Iiniziazione dei figli spirituali” (puirakadthya). Liniziazione che viene celebrata in punto di morte in virti solo della disciplina [del maestro}, grazie alla quale (I’adepto] raggiunge la suprema Sivita senza il bisogno di conoscenza e yoga, consiste nell’unione graduale della mente del discepolo con Siva, avendo superato attentamente (Adarit) {tutto} il cammino fino al trentaseiesimo principio, 25edl-26ab. Questa [iniziazione] puo conferirsi anche a un malato, a un moribondo, a un morto a un assente, in virti di una “caduta di potenza” richiesta da coloro che appartengono alla cerchia del maestro 0 dai pare del maestro. 26cdl-27ab. [Nei testi sacri] I'iniziazione & descritta anche a proposito di cose immobili o di animali. Questi pero, per esser privi di conoscenza, non possono diventare né sadhaka né maestr. 27ed-28ab. Chi desidera [fruizioni] in virtd dello schiudersi del proprio sé, che & pieno del carico della conoscenza in tutte le sue forme, deve essere condotio allo stato di sadhaka'”; chi invece & privo di desideri sara il maestro supremo. 28cd-29ab. Chi ha adempiuto a tutto cid che c’era da fare e non desidera pit nulla a suo vantaggio svolgera conseguentemente Pazione [rituale] priva di ostacoli (aapaya) solamente peril bene altrui, cosi come il Signore" 29ed-30ab. Il maestro insegni fe due [azioni rituali], quelle perpetue quelle occasionali™®, tanto ai regolari quanto ai fight spirituali. 1 primi osservino i riti perpetui da se stessi?™. 30cd-3lab. Tl maestro esegua quelli occasionali e Vadorazione dei giorni di adempimento (parvadindrcana), nei quali, in antico (puri), Stabilirono di riunirsi i Siddha e le Khecart Sul sadhoke si veda Broaner-Lachaux 1975. 88 CF, TA 28.408-414, 9 Abhinavagupa non parla dei rth opzional (kin), ef "TA 26.11, TS 20 (p. 178). "9° 1 sadhaka pud eelebrare iti perpeui Senza Psi del maestro, che & con indispensabile per celebrate i rt vecasio 31ed-32ab. In relazione alla realtt (vastu) essenziata della propria beatitudine si svolge Tazione rituale (Kriya) che, grazie alla non- differenziazione della potenza e del suo possessore, si basa sull’elemento (dhatw) (costituito] dalla pioggia dei loro umori (tadrasa)!*!. Questo 2 il tito principale!” 32ed-33. C°t poi un altro rito, M'adorazione dei sacri cordoni (pavitraka- vidhi), che & capace di rendere perfetta ogni cosa!**, [Liadepto} dovra compicre in ogni modo {questo, che 2] i rito occasionale pid importante, ‘ogni mese, oppure ogni anno, o falmeno] una volta nella vita 34-35ab, Se non si celebra questo rito principale la condotta disciplina- re non viene portata a perfezione. Con una disciplina imperfetta {1adepto} sosterra il peso di questa manchevolezza della disciplina e andra incontro agli ostacoli della liberazione; quindi si cerchi in ogni modo di adempiere il ito {suddetto} 35ed-36ab. Qualcuno, grazie alla volonta del Signore, anche se privo di vera fiducia, fa mostra di seguire Ia condotta pur disprezzandola in cuor sto; costui & detto offuscato!®. "5! Oppure, se si itende rad” come un riferimento a swranda: “si basa (lett nasce) (aha) solelemento{eostitsito] dalla pioggia del succo della propria beatitudine #221 verso @ oscuro e la taduzione & da ritenersi pravvisoia. I eontesto semmbrerebbe suggerive un riferimento all nundga (anche dewo cakrayaga v mariage: TS 20, p. 184), dlescrito in TA 28.60ed-111 e in TS 20 (pp. 184-86; trad. pp. 215-17) In effet sia nel TA, sia nel TS, ¢ pure acl TU, in cui viene solo brevemente accennato (p. 186), deltaaaga si parla subito dopo In deseririne dei gioeni di adempimento e immedistamente prima della spiegazione del rto dei sacri cordoni, come in questo cxso. I pda 32b (auakhyo vidhis ‘ayam) richiama il verso 28 4ted del TA. dove si legge anuyiguh kita muklnalt sarvasmnn ‘eva karmaviniyoge: ef. anche TA 28.624b, 10lab. Con le parole "La real essenziata della proprin beatiwdine” si fh forse riferimento al vaso saetificale impicyalo nel sito ‘SulTandga si veda In voce a cura di Raffaele Torella in H. Brunner, G. Oberhammer, A. Padoux 2000: 122-23, ‘Si notiche in He in Ei versi 3.3led-32ab si wovano dopo il verso 33 ab, mia che la loro anticipazione, richiesta dalfevidenza imerna del tex, non incide sul problemta in questione. 1°91 ico cancella gh erori comp. “Il ito dei stcricontoni, 0 Dea ~Teggtamo in wn asso del Trisirobhairavarantra citato da Adhinavagupta nel TA (28,148-199) ~ ha come soopo quello di sana gli uomiai che hanno infant le regole, i detrattori del maestro, delle soritre, eec,, coloro ehe hanno omesso

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