Sample

You might also like

Download as pdf
Download as pdf
You are on page 1of 46
COMUNICAZIONI DELL ISTITUTO PAPIROLOGICO «G,. VITELLI» cf 1S ‘ —d Istituto Papirologico «G. Vitelli» Firenze 2007 un commentario a Pindaro: psl XIV 1391 con nuovi frammenti psi XIV 1391 [Pack? 1949, LDAB 3746] é la parte superstite di un volumen contenente un commentario ad un’ode lirica corale. L’ode, che al momento della pubblicazione di PSI 1391, nel 1957", non era nota da altre fonti, @ stata identificata con quella trasmessa da P.Oxy. XXXII 2622, pubblicato da Lobel nel 1967, cio® dieci anni dopo il commen- tario fiorentino: nell’editio princeps del papiro di Ossirinco l’editore notava, infatti, la coincidenza tra il testo poetico citato in PSI 1391 e una parte del frammento da lui pubblicato. Pit: precisamente, la porzione di testo poetico che @ citata nel commentario fiorentino in forma di Jemma, in col. Il 30-32, compare in P.Oxy. 2622, fr. 1, 4-5, e una parola poetica, Aotepmic, in PSI 1391 II 22, ripresa dal commentatore nella spiegazione ad un lemma ora in lacuna, ricorre in P.Oxy. 2622, fr. 1, 3. La testimonianza dei due papiri permette di ricostruire parzial- mente circa 20 versi del carme. PSI 1391 contribuisce alla ricostruzione in quanto integra, anche se non completamente, la lacuna ai rr. 45 di P.Oxy. 2622, e contiene nel commento, citate dal commentatore ai fini della spiegazione, alcune parole sicuramente poetiche che perd sono assenti nel papiro di Ossirinco, evidentemente perché cadute in lacuna; PSI 1391 contiene inoltre una variante testuale. Il brano ricostruito grazie alla collazione dei testi conservati dai due papiri & stato inserito da Maehler tra i fragmenta dubia dell’edizione teubneriana di Pindaro del 1975, nella quale figura con il numero 3467. L/attribuzione a Pindaro di questa ode lirica corale é stata suggerita agli studiosi, oltre che dal ricorrere di motivi non rari nella poesia di 1 Ledizione di PSI XIV 1391 era stata preceduta da una preedizione curata dallo stesso Bartoletti in SIFC 27-28 (1956), pp. 39-44 (in cui & disponibile, in tav. I, una riproduzione del fr. B). La pubbiicazione in SIFC @ stata poi superata dall'edizione nei Papiri della Societa Italiana, che considero come edizione di riferimento e alla quale mi richiamo in sede di apparato all trascrizione. : 2 fr. 346, costituito dall‘apporto di PSI 1391 e di P.Oxy. 2622, comy prima nell'edizione pindarica, curata da Snell e Maehler, pubblicatamel 197, ad gate curata da Snell, che era stata pubblicata nel 1964, anteri ss ne, anteriormente quindi alla scoperta del papiro di Ossirineo, compare il fr. 346, in quanto costituits : poetico, contenute in PSI 1391. © esclusivamente dalle parole ritenute testo Lucia Vannini 30 alla: presenza di vocaboli che sono attestat; in ‘i jialtripoetilirici, Pindaro, rans 2622 dei nomi di Eracle (Fr. 346b, 8) , ai ie (fr. 346C, 3) mostra che il carme doveva contenere | ae dell'incontro tra i due personage), episodio che & noto nell, versione bacchilidea che si trova nell’ Epinicio V. Pindaro’ anche di Pps] 1391 proviene dal cospicuo ritrovamento compiuto da E. Breccia nel kém Ali El-Gamman di Ossirinco nel 1932. La mano che ha vergato il testo 2 quella dello “Seriba quinto di Ossirinco”, datata al volgere del Tisec. dC’. ‘ Di questo papiro si conoscevano sinora due frammenti, cioé quelli pubblicati nel 1957 da Bartoletti come PSI 1391, dove sono indicati con Ja sigla (che ho mantenuto) di frammenti A e B, che si trovano custoditi all’Istituto Papirologico «G. Vitelli» (PSI inv. 2505). Le trascri- zioni che sono state fornite successivamente all’edizione del 1957 hanno riguardato soltanto il fr. B, quello pitt ampio, che comprende la quasi totalita del testo: si tratta della trascrizione effettuata nel 1959 da H. Lloyd-Jones, che si avvalse della collaborazione di Barns, il quale «examined the facsimile» su richiesta dello stesso Lloyd-Jones*; e della trascrizione, pitt recente, curata da Lavecchia nel 1996”. yn ore : fiorentino in col. 1125-26 & Tecnca Te Beésey, usata dal commentatore del papiro Banyan tin py Ne 1X7 vay ech eat Pyth. VII 91: ae Sie slaw BAF i caine i osserva : tazione della ; ee Per un esame tipologico dei ‘sua grafia, cfr. Funghi - della mano di questo medesimo scriba i rotoli, cfr, Joh rt pe een eal in alive lamin at : ie E20 I ricorere totale “Seril piri a . la prima volta Pern totale a tt Io “Seba qu eit #0N0 sucesivamente agg at individuati da Tumer, che notd il Heomere dia ject tHe di dieci seribi profession Owsisinc edatabil all meth del I see, (fn Tener ns en tut esol scribi di Ossirinco, cf. d.C. (cfr. Turner 1956; venienti da Johnson 2004, pp. 61-64). Per tuna lista aggiomata degli it Bacchilide nel Ditiram model det Eide) Cle LloydJones 1959, p. 111 of Wd Dace esate Helle Rane e 2 Vinee eeemte atmy request [-..|». * J-W.B. Barns, who has kindly ‘irgilio nel VI ead Cfr. Lavecchia 1996, ¢ a 7 », P. 6 8; Lavecchia 1: dall'aut ia 1997, p. 578 s; 1a ater se tna SS Dion ene 8 at sen implicazion! mont eyo alt del comentario, nel quale at rleva amr pgpece Cl offerte dal testo poetico; poiché il commento apparsaeese Be le ire essere frutto facsimile Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 31 Ai fr Ae Bsi aggiungono ora due frammenti inediti: sono due frustuli, che ho denominato Ce D, i quali, come aveva segnalato ‘Antonio Carlini’, erano stati per errore collocati sotto vetro insieme a frammenti di papiro di altra provenienza, custoditi alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. La separazione di questi frammenti dagli altri dello stesso rotolo deve essere avvenuta molto presto, se gia nella notizia del papiro che Vitelli e Norsa danno nell’anno successivo al suo ritrovamento si fa menzione di due soli frammenti’. In base all’esame autoptico di tutti i frammenti, che ho potuto effettuare sia all'Istituto «G. Vitelli», sia alla Biblioteca Laurenziana, ho inoltre constatato che i quattro frammenti possono ricomporsi in un tutto unico, come 2 evidenziato nella Tavola VI. I frr. C e D sono stati di conseguenza inseriti sotto lo stesso vetro di Ae B, e ne risulta un unico frammento dalle dimensioni di 7 x 26 cm (vedi Tav. Vi). Una nuova trascrizione di PSI 1391 si rende quindi ora necessaria alla luce dell’inserimento dei frammenti inediti e della collocazione che ne consegue per frammenti gia noti; a questo, e all/ausilio dei moderni strumenti ottici e digitali che mi sono stati messi a disposizione dall'Istituto «G. Vitelli», si devono le differenze rispetto alle precedenti trascrizioni. Le differenze riguardano soprattutto le parole che sono emerse dalla lettura’dei frr. Ce D, le quali, pur essendo in piccolo numero data la dimensione ridotta dei frammenti, apportano comunque contributi di novita alla conoscenza del commentario di PST 1391, e in due casi anche alla conoscenza del testo pindarico cui il commentario era destinato. Delle tre colonne di scrittura superstiti, @ ancora la col: II Yunica ad emergere dalla lacuna per una porzione di testo ampia; essa, che ci @ restituita per la maggior parte dal fr. B (cm 6 x 20); del quale occupa quasi tutta Yestensione, viene ora parzialmente integrata dagli altri tre frammenti: A (cm 5 x 5) e C (cm 1,5 x 5,5), che ne conservano le prime Gi una selezione, Lavecchia propone che il commentario si un‘epitome di uno dei grandi a ane ani pindarici di eta ellenstica,n partiolare di quello didimeo. T ka segnalazione & riportata in Funghi = Messer! 199 P: 75, nota 2: «al papiro appartengono sicuramente altri due frustull che sitrovano alla Biblioteca Medicea Laurenziana, collocati ‘nel Sica 9511198, come ci ha gentilmente segnalatoil prof: Antonio Carlini». 9 er eoprimevano Vitelie la Norsa in cae all editio princeps del famment fiorentini di ufosione, anci’essiergat dalle *Seriba: quintet cf. ASNP mis: 4 (1935), p. 14: «Altri due Eufori oe appaiono pare della stessa mano del versl'ai Euforiones ma in eas Vintercolunnio ® frammrety atrett Uno certamente prosastico (cm 6 x 20, Yaltro pit piccolo (em 5 5), conserva parte (2 cm) del margine superiore[.)r. Lucia Vannini 32 ‘. ; scrittura, rispettivamente sul lato sinistro e nel coy, Bs Siouc eal di contatto fra loro; D (cm 1 aon frammento di minore estensione, che integra parzialmente im, 94 della colonna che erano rimasti lacunosi nel fr. B, con cui si salda cy due lati. ee. Dove vi 2 continuita nel supporto scrittorio in seguito all’accosta. mento dei frammenti, sono leggibili sequenze di lettere che danng frammenti di parole: tovpal (col. II 11), avodtx [ (col. 11 12); in 1110 e 13 il testo @ lacunoso nonostante I’unione dei frammenti, perché |, scrittura @ abrasa o perché la lacuna non @ completamente colmata, ma si possono avanzare le letture xpav[ e Arpal (su cui cfr. il commento). Tl ricongiungimento dei frr. Ce D con il fr. B restituisce laltezza della colonna, che risulta di 45 linee di scrittura. Questo conferma la collocazione del fr. A che era stata ipotizzata da Bartoletti nell’editio princeps: il fr. A contiene infatti la parte superiore di due colonne, la seconda delle quali si accosta a completare sulla sinistra le righe iniziali della colonna ricostruita dall’unione dei frr. C + D + B. Nel testo superstite del frammento nel suo complesso, per distinguere cid che @ lemma da cid che @ commento ci dobbiamo basare pitt sul contenuto che su evidenze di impostazione editoriale. In effetti, Yunico segno di scansione testuale che sia ora visibile @ una diple obelismene posta sotto l'inizio del r. 5 della col. III, mentre il Tigo successivo (col. III 6) sporge in ekthesis di una lettera (purtroppo questo rigo @ l’ultimo sopravvissuto nella colonna)". La combinazione di questi due segnali obbliga di fatto a ritenere che la indichi che al r. 5 si conclude una sezione del 6 avremmo il testo di un lemma; lemma iniziasse gia nel r. 5", diple obelismene commento, mentre nel r. non possiamo perd vedere se il né se tutti i righi occupati dal lemma * Si veda a col. III 5-6. Ilr. 6 della col. Ill 2 i sr nen. or al non te pt effetto della pendenza della colonna, che peraltro a sinistra ® prog See iewente un ppertanto un accorgimento utilizzato dallo scriba con funzione distintiy ya neates © Sar lemma. Diversamente, Lloyd-Jones, seguito da Lavecchia, ritiene che 4 ot eon colonna, essendo la sua ekthesis solo apparente, per un effeto della forte pendeaen wineato alla (lr oyiones 1959, . 110, della colonna 1 § perd altamente probabile che il lemma iniziasse a ca Bes alr.6) piché a bev dle iced scrittra tale che lo serba difcine se neeee 80 scrivere un nuovo lemma in un rigo gia parzialmente occupato: Vinizio di un lemma, want? luna nuova sezione del commentario, richie infatti uno staccoevidente dal testo precedente se Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 33 tess (nell’ipotesi che proseguisse oltre il r. 6”) fossero ugualmente in exthesis. Inoltre, non possiamo constatare se e come fosse segnalata la fine del lemma, prima dell’inizio di una nuova sezione di commento: ma la presenza della diple obelismene a col. III 5 rende altamente ‘robabile che sotto Yincipit del rigo dove si concludeva il testo del Fema fosse usata la paragraphos™. Oltre al passo lacunosissimo di col. 1116, V'unico altro lemma presente nel frammento @ individuabile sicu- ramente sulla base del contenuto a col. II 30-32: cid che é li leggibile, resenta infatti, come gia detto, evidenti coincidenze con il v. 4 del fr. 1 di P.Oxy. 2622". Purtroppo, la perdita della parte iniziale dei righi in questo punto di PSI 1391 ci impedisce di verificare gli accorgimenti editoriali impiegati dallo scriba. Sulla base del confronto con quanto si ® constatato a col. III 5-6, e tenendo presente che il lemma doveva iniziare qui proprio con l'incipit del r. 30 (poiché il r. 29 & tutto occupa- to dal commento), possiamo comunque supporre che lo scriba avesse impiegato una diple obelismene sotto V'incipit del r. 29, a segnalare che I finiva una sezione di commento, e avesse scritto in ekthesis di una lettera il successivo r. 30, iniziante col nuovo lemma. Questo lemma si dispone su tre righi interi (rr. 30-32) 0 quasi: in effetti, l'ultima parola del r. 32 (onciv) non appartiene pid alla citazione poetica, ma ® certa- mente la prima del commento. Si noti che nel rigo non @ presente nessun apprezzabile spazio bianco (solo un distacco appena percet- tibile nella sequenza delle lettere), né @ usata alcuna stigme; a maggior ragione, quindi, si deve presupporre che sotto V'incipit di questo r. 32 lo ccriba abbia usato un segno di scansione testuale, verosimilmente la paragraphos. # da notare il fatto che, stando alla plausibile ricostruzione Mel senso del lemma, solo il primo rigo del lemma stesso a col: IU 3) sporgeva in ekthesis, mentre i due seguenti dovevano essere allineati ai righi normali del commento": non mi sono noti altri esempi sicuri di questa prass a ee ia col. IH non si nota traccia di paragraphos (vedi oltre, 2 Nelt'interlinea sottostante il r. 6 del nota 13),e la lacuna non sembra intaccare lo spazio in cul eventuale paragraphos avrebbe dovuto mi robabilmente, proseguiva quindi oltre il r. 6 ovations mae ne etal he riarono et ep pagrapis ladle olelinene ela coronis, la paragraphos ® il segno di scansione minimo, ¢ la dliple obelismene & intermedia tra la paragraphos e la coroni. Perciby In Presson della diple obelismene implica il probabile impiego ear ter segno di scansione pit. debole, la paragraphos. he del seBr fe. 1 di P.Oxy. 2622 sembra contenere una variate rspetto al festo leggbile nel nostro frammento. Vedioltre, nota doc. tp amen jemma sia evidenziato in ekthesis solo il primo rigorisulta con chiarezza da col It 430, dowe il wai woxpt 2 sicuramente la prima lettera del rigo ¢ non si deve congetturare 30 aeyrazione [Aalnarpt: vedi P.Oxy. 2622 fr. 1, 4 (fr. 346b, 4). Non disponendo ancora della Lucia Vannini Ey jaiono resti di un testo documentario reqa, enttuma coniva databile alla met& del III secolo. La scrittura 9% documentaria chiara ed elegante che presenta lettere Brandi ¢ ne distaccate e in cui @ frequente l’immissione di forme librarie, anche 5 queste caratteristiche possono” dipendere dalla circostanza delig conservazione della sola parte iniziale delle linee di scrittura, in Cui Ia grafia @ pid posata. Del testo sopravvive una colonna di Scrittura, superstite in tutta la sua altezza (23 cm), della quale rimane Perd visibile il solo lato sinistro. Sopravvivono inoltre scarse tracce della colonna precedente, situate soprattutto nella parte inferiore del papirg, Nonostante la lacunosita del testo, sembra di potervi riconoscere un, lista di generi alimentari, come risulta dalla lettura, abbastanza chiara, in-col Il dei sostantivi xodi{ev) e daly. Essi permettono di integrare |, Parola posta come titolo di una sezione del testo (r. 6), con il termine KeM(\alpuxci, ossia «generi alimentarin”, Una mano corsiva, apparentemente la medesima che compare sul ve (come gia oe Vitelli e Norsa), ha scritto qualcosa anche ‘margine Superiore ¢ | recto capovolto, in corrispondenza della col. I del testo ae a neane Proprio, Bncopia[v, seguito wor. ‘ bith pets Ta ; i cd (equivalente repre wtagct cin in Parceon® ating Preis ike, WB, s.v-xedlaneat ViEN® Breceato 1], : base di unasta verticale sotto il rigo di base 2],_.: base di un’asta verticale a ridosso di @; poi, nella parte alta del rigo, un lungo tratto orizzontale, un breve tratto inclinato a destra, cui @ prossima una traccia puntiforme parte terminale di un tratto orizzontale in alto a ridosso di yy, :minime tracce su fibre dislocate 1: base di un tratto leggermente ascendente verso destra, seguito da una traccia simile; prima di t, quasi toccarne il tratto orizzontale, @ visibil una minima traccia, apparentemente appartenente a un tratto orizzont mente concavo a sinistra __gemninime trace alla base cere: z Couns distanza dalla lettera precedente, nella parte mediana del rigo, resto di un tratto | i a sinistra, addossato ad a re inferiore del rigo, leggerissima traccia di un tratto discendente a sii Puntiforme ad altezza mediana del tigo del rigo, traccia di tratto verticale vicina al seguente p + Wicino ax tratto vs ite leggermente concavo a destra be Proseima al precedente o, traccia puntiforme leggermente sporgente sotto il rigo tas, Seite nella meta inferiore del rigo, da un tate dimendenes dont la cl par terminale ‘aes Un commentario a Pindaro: Pst XIV 1391 7 Colonna I 1 GevovB.[ +10 / + pov toatl wel]. onl pa. L Iencf 5 dna of ant [, S}vearof nev [ Jetol col. Jepo f xJoAAto[vlof 10 Syeac mporo[ "Joy toy Kpdftrctov__ juan aiodixdle +7 xpéccove: pay [ 2 Jeti 8 ev: [ Bartoletti 1 Gov: Clegi; [Bartoletti 5 ono%ty se eo orl) 10 Sync, wee Be iieeitnAncooenes meget wih lai A ado ote . ere: wba 2 Wy | a e 13.45 acorns ad Jemma linea’ perso Bartoletti;zlelvcos Lloyd- ubitanter ponit 13. Aiport legi fr D adPoste TN chia Jones 1959; x}e[ecive xat Maehler: Ldefnudeo Lucia Vannini Jogoveryn{ Inpe_[ 15 Jocxarpov [ ]ec [ feta evkonpordexon KperccovadeKatol ovraxarvnepavl 20 agopovovtan al evvoravKatacuy, eipnkevaartepa[ totovchaovctepm| otiom tKkaevvool 25. Becenenxperccoval, _ J everoavypnul JoxartovtevKep| ToVTHOUKELK LL . vewetompocextixov PER it ee: traccia poco pit che puntiforme di un tat? ‘Sinistro,’segno sinuoso di non chiara interpretazione, scritto °° da una seconda mano (si veda la riproduzione) Parte superiore e inferiore di un’asta verticale l oes di un’asta verticale i » prossima a t Y inizio di un tratto discendente da destra, seguito, a une ‘un tratto verticaleggiante, vicino a v Un commentario a Pindaro: Pst X1v 1391 39 ody eynltliipa [ Jaxorpdv [Jee [ +5 pevov tv xtn[udtev: év xopdr S& Kai [S1Sdvt0 xpetccover 38 Kortés [ovicw Bveat Koi dnepdv[o to 8- agépov dvta, mOalvic 81 ebvouny Kard cbv[Becw eipnxey Aotepr[éo. Sie. 1 todc Anodc téplery Sndov- ott, Omnvixa. etvoo [Ka- 5 Bectren(u), Kpetccover [katt Snelpdve tev xonuldtov 20 Bvrla. Kat tobe’ Ev Kaup[du xpldttovza, obk eixf. énlawer 88 1d mpocextixdy. 1 dopbv: colpbv edd. _[Lloyd-Jones 1967: A{Bartolett; lacuna Leas aes ae xmpby : Aféyer tov Kale: xoupdv Merkelbach ap. Bartoletti; Motep Ones Snell ap. Bartoletti, sed linea 15 non év éx@écet, quod ad lemma non PS 7 aye (2 Ja Bartoletti cc : ccn dubitanter Bartoletti;, cca Soo [ ke lod eis |Hevoy 1516 [45 Jucvoy :[*. Tov yevsJuevov Bartoletti (rev6]nevov She Dee artoletirexfedvay Snell coll. schol, Nem. 9,73 16. xen{udtov::xefmudtov MerkelbachaP oN SO | Set (lavecchia) brevius lacuna videtur 17 [BiSévea] : [Bévea Barker 55, ioyde % nialvéc 81° Bartoletti : m@aivac tiv dubitanter Bartolett; ST. ior Smt(ov) Jones 1967, 21 eGvoray : evvo(u)iav Lloyd-Jones 1967 25-24 Dit) Lioyd-Jones fet Batoletti- 24. Seminar » oun{vlinu. Bartoleti ot [61 HI eT cafe Loy B67 "civoa.faBeceriens) : ebvos. (Evea}Beceiien Bartolest et Jones 1959 et Machier (fort. ebvoluria. Lloyd-Jones)s VHF epeiccova [Be tO 1367; iva éqmaecriien Lavecchia 25. pelea OT tongiora sp ler et xpeiccova: [gn(ci) tov Lavecchia (ents oe eda. ciel trelpdveo : inepldive edd. 28. npleccrovet | RPOT i loyd-jones etxiju { Maehler; eixfe. [énlaive ite Enlaaved Be _ JoactouteretnvKote £7 Ty8nuntprtov bal Sexotectycevavtorc 32]___:nellaparte alta del rigo, una cuspide (possibile a) seguita da una traccia discendente a destra (forse la parte sinistra di un calice di v), cui seguono tracce confuse 34], : nella parte inferiore del rigo, due tratti convergenti verso lalto _®,, :mella parte inferiore del rigo, traccia di un tratto verticale a breve distanza da % ‘seguito da due tratti convergenti verso l’alto. traccia di un tratto verticaleggiante leggermente concavo a destra, seguito dau" obliquo ascendente a destra traccia puntiforme nella parte alta del rigo alla sommit’ e nella parte mediana del rigo, tracce di un tratto verticale nella parte alta del rigo, tratto discendente a destra, seguito da una tr me eda un tratto curvo aperto a destra nella parte alta del rigo, traccia puntiforme seguita da un tratto curvo ' da un tratto un po’ incurvato discendente a destra nella parte alta e nella parte bassa del rigo, tracce di un tratto inclinato, di apes it sscendent® ioe ‘bordo di frattura, tracce confuse (forse la parte destra di un x) seguite dau" cui segue, prossima a e, una traccia in alto dawnt © al seguente n, quasi a toccamne il tratto orizzontale, parte destra vertical Teggermente concavo in alto, che termina alla sommita di un trattoV e alla base del rigo, vicina al seguente t verticale x Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 41 30 &c y'] Edevcle}wo' Ge’ Depcepvar(t) popi te ypuco@psver Bf- kev] atoicwy téAoc. onciv dr 6 Bacr}Aede Ev xparcictex(t) én’ Gxpar dx tiie ev AT 35 aulkfit Edevcivoc tote onb- ro} detoic teherhy xarté- cance tit te epcegd- vat xan tf Axunept: to8- tooly 8 xarécencev arb 40 | Tae tv Bev | nov tov ] 45 30-32 ecthesin lemmatis ponit Bartoletti, negat Lloyd-Jones 30 8c] dubitanter Lloyd- Jones 1959 : dx] sed &c 1'] (vel &c 1']) non excludendum Lloyd-Jones 1959; 6 x'] dubitanter Maehler; é£] Ferrari ap. Lavecchia (vel éx'] Lavecchia 2000); &x 8°] De Stefani 2003; ] Bartoletti ‘Edevcte}ivé “@e’ : -6e s. 1. agn. Barns ap. Lloyd-Jones; 'Edevc{e}ivoc (¢ s. 1. fort.) Bartoletti 31 warpi Lloyd-Jones : AdJuaxpi Bartoletti 31-32. Ofi[xev] atoicty : Gfllxév te haoicw Bartoletti; Giifxev dcrJoicw (sed Ofilke Acoicty non excludendum) Lloyd-Jones; Giifké «’dcrJoicw Maehler 33 &r1 6 BociJhede : 6x1 6 Baci}Aevov Bartoletti; 8 Il. } Lloyd- Jones; &1__].. Maehler; ].er v Lavecchia év xparicta(t) Lloyd-Jones : xparicp Bartoletti; ‘2v xpatictoly Maehler minus vestigiis aptum; xpaticr Lavecchia 1996, 1997 34. éx'](veleic) dxpadx riic:[._]. [tfc (fort. [dad aiid Bartoletti xoptl tices. Lloyd Jones 1967; avJdx{eov «}ic Machler minus vestigis aptumy dvjonres 2x rc Lavecchia 36-37 xutécelnce tH agn. Lavecchia : xatél{cmce s{fil: Bartoletti 38-39 coiffvaly 3: : oil[rov 8) Bartoletti; wolfeecth Lloyd-Jones 40°], rac: [boprdic peyicltac Barto- letti 42] :], edd. 43 J no(): }nno- Bartoletti; ‘Xpici}eno(c)? Lavecchia 2000 Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 43 {RaDUZIONE 113: “superiore agli oltraggi” ...» 14: “saggio condottiero” ...» J 16 $8: «-- [usando] gli averi, ma [largendoli] anche al momento opportuno, essendo poi superiore per [natura] ed essendo al di sopra del denaro, efficacemente, [a causa della] sua benevolenza, con un composto (scil. il poeta) lo ha chiamato “fonte di gioia per il popolo”, [evidentemente] [per] il far gioire i popoli, una volta che abbia disposto atti di benevolenza, lui che @ superiore [e] al di sopra delle ricchezze e fa questo al momento opportuno, non a caso. E loda Yattenzione. “[Lui che], da Eleusi, di Persefone e della madre dall’aureo trono, un rito pose loro”. Dice [che il] re con grande importanza, [sulle] alture, istitui per i suoi cittadini un culto di Eleusi in Attica, per Perse- fone [e] Demetra; istitui poi, per loro, [..-] di queste, fra le divinita ...» Lucia Vannini 44 (COMMENTO: Colonna I nna @ contenuto nel fr. A, la cui Unica trascrizione @ stata data nell‘edizione di PSI ee ea eget, Rispetto all‘edizione di Bartoletti, sono ora emerse alcune ifferenze In seguito all’unione dei due frammenti ee porto dare una collocazione al fr. A, ed @ cosi risultato che la col. I del fr. A é la prima colonna del testo nel suo complesso, come Bartoletti aveva ipotizzato, Inoltre, alcune differenze nella lettura, da cui risultano parole e moduli poetici, fanno ipotizzare la presenza di una citazione dal testo lette- rario (cfr. r. 2). Tuttavia @ difficile rendere pitt perspicuo questo testo assai lacunoso, poiché non disponiamo della conoscenza del lemma a cui questa parte del commentario fa riferimento. Che il lemma com- mentato in col. I sia un lemma differente da quello spiegato all’inizio della col. II, @ evidente dalla diversita del contenuto, che qui, seppure attraverso scarsi resti, mostra un’‘immagine marina. II lemma non doveva comunque essere ricavato a grande distanza dall’altro: lo suggerisce, oltre naturalmente alla breve distanza di una colonna che intercorre tra le due parti, la presenza in col. 13 della parola xpatictov, che ricorre anche in col. Il, ai rr. 11 (kpc:tictov) e 33 (xpatictan), ¢ la let- tura della parola vac in col. III (cfr. vav[ al r. 6), che richiama due vocaboli che sembrano individuabili in col. I, rpvuvm e dAiorc (rr. 1-2). Il testo di questa colo} 1 }onvne Ia lettera incerta visibile subito dopo la lacuna @ sicuramente una pe cats la sequenza di consonanti che essa precede; di quella ce Timane solo una lieve traccia di un tratto verticale, ma la succes ania traccia, sotto il rigo e a breve distanza dalla letter@ Le Ro compatibile fra le vocali unicamente con hypsilo". Poiché al rige eeerazioni sono verosimilmente due: Suvi pst supplire col ecceesivo & possibile ta lettura daioic, @ preferibile semantico. olo mpvuvmy, che si riferisce al medesimo ambito pane ear che in Pindaro & attestato; i due luoghi in cui Passo, perché coon offrire paralleli utili a chiarire il nostro dei versi noti del fr. Bee 4 contesti che non sono omogenei a quello Pyth. TV 194, un passo in ren t® Si Pud forse citare I’attestazione it Passo in cui si descrive Giasone nell’atto di offrire U0 Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 5 libagione a Zeus appunto sulla poppa, la parte pitt elevata della nave che era la sede deputata ai riti religiosi: il capo degli Argonauti e della nave viene rappresentato dal poeta come dpc ev xpiuve. Se nel testo pindarico vi era il vocabolo pvjvn, esso doveva compa- rire con la terminazione in -a caratteristica del dialetto dries, cere avviene nel luogo citato di Pyth. IV 194. Pertanto il termine xpsavn deve appartenere al commento, nel quale sarebbe riportato come una citazione normalizzata del testo poetico, secondo un procedimento che era abituale al commentatore®. mepoy La scelta del vocabolo da intendere @ tra la preposizione e avverbio xépay e Vinfinito del corrispondente verbo nepde, nel qual caso la parola sarebbe perispomena. Entrambi i vocaboli sono attestati numerose volte in Pindaro, ma la maggiore occorrenza di népaw rispetto a un verbo all’infinito inducono a optare per la preposizione, come proponeva Bartoletti. Anche questa parola doveva essere stata ricavata dal commentatore dal lemma, poiché ricorre nel linguaggio della poesia”. 2 Jo8arorc La divisione di parola pitt probabile sembra essere quella che renda Ghioic, un aggettivo dal significato coerente con xptiuvn che & probabil- mente da leggersi al rigo precedente, e che 2 ben attestato in Pindaro. Pitt difficilmente spiegabile sarebbe invece la presenza dell’aggettivo Aodiorc (che Pindaro riferisce sempre ad Apollo), che non offre alcun collegamento con la parte superstite del fr. 346. In ogni caso, Yagget- tivo ® trasposto dal sostantivo a cui si riferisce, e questo suggerisce Videntificazione con una citazione dal testo letterario. Poiché in col. Il ha molto rilievo la figura di un condottiero (éyntip) che procura benefici al popolo grazie alle sue virtu, il riferimento al mare che si intravede nel testo di questa colonna pud essere in legame con l'ambiente che si trovava sotto il dominio di quella figura. Laltra attestazione di rpswwn in Pindaro & in Ol, IX 78: Aavaote epéyore ddaatcw xpiuvonc Tyihepoc EuBohev. 2 Cfr. ad esempio xpeiccova in ricavato dal lemma. 2! Meno probabile & (in. Nem, VIL75), ma in una col. 1118 e 25, in luogo di xpéccove:in col. 113, evidentemente ‘una divisione di parola che dia x2 éy, che in Pindaro si trova una volta a git dei manoscrit che viene comunemente corretta in népav. cia Vannini 46 c ae visibile un tratto verticale compatibile con 70 t (nel caso yj sia Bi si avrebbe lo spazio per un/ulteriore ieitera in lacuna); le tracce seguenti non sembrano essere: compatibili con V’integrazione proposta artoletti, éxd@n{to). : saeniocee in quanto impiegato in una forma della koine, sembra essere un termine usato dal commentatore. Nella lirica KoOtCo é infatti attestato in forme dialettali: in Pind. Pyth. V 42 Katéccovto, Anacr. 197, 3 xaéccato, Alceo 129, 3 Koiteccav. 48 tel] ov ‘ Bo . Ho irascritto 8 invece di A. letto da Bartoletti, poiché fra i due tratti obliqui é visibile la traccia di un tratto orizzontale, sul rigo di base; ho poi segnato ¢ in luogo della precedente lettura a, perché quella che sembra la sommita del secondo tratto obliquo di un alpha @ invece un tratto orizzontale tracciato su una fibra che si @ dislocata, come risulta evidente dalla lettura alla fotocamera. Le tracce dopo & sono compatibili con n 0 ot. Si pud pensare alla parola Saxrécct: Safi ricorre in numerosi luoghi pindarici nel significato di «banchetto», specialmente il banchetto sacro. Anche questo termine sembra accennare alla ‘vita del protagonista. Si pud istituire un parallelo con un passo di Isthm. I 35-42, che pud suggerire un contesto in cui la parola poteva ricorrere. In questo passo il poeta tributa una lode a Senocrate, un esponente della nobile famiglia degli Emmenidi di Agrigento, elogiandolo per il suo dolce carattere (dpya yAvKeia) € per il rispetto che nutre per i cittadini (aiSotoc fv dctoic); egli inoltre onorava tutti i sacrifici agli dei (Gedy Sofitac npocémtuxto necac), senza mai ridurre la vela della sua ospitalita, e (proseguendo nella metafora) veleggiando fino al limite estremo e in qualunque condizione, come arrivando sino in luoghi considerati remoti come la terra del Fasi . a (énépa noti Ec Bepetarc), e d’inverno sino alla sponda del o. Colonna IL 5 ouachfin ny a See ee ouaiée & quello di «piano», e con quest pena a Lae Scoli pindarici. Nel nostro caso, tuttavia, quest sign i a no a Sostegno nel contesto, seppur lacurtoso, che ® © parole che emergono fuori di lacuna ai righi seguenti. Gli Un commentario a Pindaro: PST XIV 1391 47 tivi che determinano delle qualita, 8% si ae (e. 10), © seguenti, fanno vrependsoee a ie Myaforico di duaréc, cio quello attestato di sconadite ae meso, Vaggettivo pud riferirsi al popolo o alla cia che ¢ cette influenza dell’ cyncvip. Poiché nel commento vengono encomiate Ie invita dell’ eynep (rr. 14-20) e le azioni favorevole al papolo Ga 2a, #),2 possibile che anche la concordia della cone ee dell'azione dell’ ceyntiip, € che in quanto tale venga lodata dal poet: ae Per il'significato di SnoAdc attribuito a una xéktc si conftonti Fatte: stazione in Plut. Per. 15, 1 tijc néAeac otov operAiic Koi wiac yevouévnc. 10 mparu[ Questa sequenza 2 risultata leggibile in seguito all'unione del fr. B con il fr. D. La collocazione dei frammenti ha mostrato che le lettere si frovano immediatamente dopo la sequenza _yec che, comunque la si integri, @ verosimilmente finale di parola, e pertanto appartengono all'inizio di un nuovo vocabolo; cid ha permesso di integrare la debole traccia della prima lettera, compatibile con diverse letture, verosimilmente con pi. Le possibili integrazioni della parola sono l’aggettivo mpoiic e una voce del verbo nporiva. Né npatic, che @ una forma poetica, né forse mpoivo sembrano attagliarsi al linguaggio del commentatore: non sembrano cio’ essere vocaboli che’ il commentatore avrebbe potuto usare se non si fossero trovati nel lemma. Tipaiic & forse pit adatto a questo contesto in cui il poeta sta qualificando il protagonista usando degli attributi, quali cogdc e xpéccov- : La presenza di mpaiic (0 di npodve) nel testo si spiega evidentemente in riferimento al protagonista. La npadme @ una qualita rispondente ad uncogac éeynmip che non si lascia sottomettere dal desiderio di ricchezza eche® favorevolmente disposto verso il suo popolo, che rende oggetto di graditi atti di benevolenza. ; — Tl motivo di un re mpaiic verso i cittadini haun parallelo na te Passo pindarico in cui questo aggettivo ricortes, in Pyth. Wl 71-72: (lerone) 8c Coporxdcconrcr véner Barcrebe mpaie cictOue -12 tdv xpd 1 Hage pater ol die solo la parte terminale -10.1 fuori di La parola, di cui sopravvive i M Taras alint(12,cenche Prev rosimilmente declinata al. dativo, —poteva Seri ents the ritige: SOE 2 Fpadve ricorre in fr. 215b, 4: 8 8 Expose - Lucia Vannini enice nd ita in cui eccelle colui che @ stat ceaenats ae lettere, tov xpditictov (r. 11); = ane i écictoc, la qualita puo essere infatti espressa con jj - Telazione a spre retto da éy. La qualita a cui il commentatore farebbe oa SeaD essere la tAta: essa & pit volte dagli antichi associata all’ evvow, che 2 uno dei tratti distintivi del Bescon come spiega il commentatore ai rr. 20-21 e 24-25. Oidion & compatibile con lo spazio in lacuna all’inizio del r. 12. E alla fine del r. iL, dopo xpdltictov, il breve spazio in lacuna che doveva rimanere prima del termine della colonna, é integrabile con év. Per questa espressione, tov xpdtictov év Gidiaa, si pud confrontare Pind. Pyth. X sch. 105b, 5, 1: xa obt0c (scl Torace degli Alevadi) obv xpdtictoc tErfractan ev gthion. 12 aiohixailc Questa parola é stata letta in seguito all’accostamento del fr. D al fr. B. Della lettera incerta sul bordo della lacuna resta una traccia di un tratto verticale sospeso sul rigo di base, compatibile sia con omicron, che darebbe luogo senz’altro a una voce dell’aggettivo aiodtKs<, sia con omega, con il quale si potrebbe avere il corrispondente avverbio. Aiohtxéc @ attestato negli scoli pindarici soltanto riguardo a notazioni musicali, riferito al pv0n6c*; l'avverbio aioAiKdc ricorre invece negli scoli sempre usato in ambito grammaticale*: dunque quest’ultima é verosimilmente l’integrazione corretta. Poiché contestualmente ad aiodixéc non vi sono termini carat- teristici del dialetto eolico, 'avverbio pud costituire un’indicazione prosodica. La menzione del dialetto eolico indicherebbe I’accentazione nitratta della parola a cui aiodixdc si riferisce, secondo il fenomeno fc ae = le parole che iepmmpaiona nel contesto di aici, apse (e acai ae presenta un’ incertezza nell’accentazione © ae ‘ra a trala forma ossitona, che é quella attestata da forma perispomena Raat Corretta (d&iverar ... Aipdc 6 dvordrc), & la ipoc), testimoniata nei codici di Esichio (v- a oes 2 Pe ae, : aye aS ae, ee eee e Xia, cfr. Lavecchia 1996, p. 15, in cui si spiega che evvort ® evou con @ihic, € significative erste i fonti tarde: emblematico & Esichio, che gl niga See anche lo scoliaste di Thuc. Il 60, 6, che interpreta l’esse"® ia oh Pyth. IL 125c; Sch, Pyth, 11128a, ne . Ol. UL 17e: yeyaved i a weet em + fupscov0y aiokixdc whivavtee yeyaivery; Sch. Pyth. 1 52% a poriyery + MS2e:id.; Sch. Nem, I 16a: dipye 8° oipavd aiodixiie av" °° ‘Cfr. Lentz, 1, p, 191, 5, Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 49 jaipsdevea!) € di Apollonio Sofista (Bekker p. 107, 26). A una presa di sizione del commentatore in favore della forma periepateens che coinvolge la ritrazione dell’accento, e quindi la baritonesi, pud riferirsi aiohixdc. i La restituzione di aioAiKdc rivela che nel commentario era presente anche un interesse linguistico, caratteristica che non pis finora evidente, perché nella parte di testo meglio conservata ci si sofferma invece sulla chiarificazione del senso del passo. 13 xpéccova Aipov [ Ltunione del fr. D ha restituito un termine poetico di eccezionale rarit’, Mpéc. E attestato soltanto due volte nella letteratura greca (oltre alle citazioni lessicografiche e grammaticali): in Call. fr. 74 Pf. Aupéc ty@, tt 5é cor t6vd" ExéOnxa goBdv, e in Alex. Aetol. fr. 3, 30 Pow., Magnelli Atpé. voetco: yovrj”. La tradizione erudita su Aupéc & stata raccolta da Pfeiffer ad loc., e ai luoghi da lui segnalati vanno aggiunti quelli raccolti da Magnelli, riportati nella sua edizione di Alessandro Etolo (a p. 183). Aipdc & quasi sempre glossato con dvaxér{c: cfr. ad es. Bsichio s.v. Aupéc, dove & spiegato con dvaicyuvtoc, dvoudric, Opacte. Sia Esichio (v. Aeipidevta) sia Apollonio Sofista (ed. Bekker p. 107, 26) ne spiegano ’etimologia con nop& td Aiav. Ne precisa Vaccentazione Erodiano (cfr. Lentz, I, p. 191, 5): d&bveran ... Aupdc 6 dvoudric. La lettura Aipev ci rivela che l’essere xpéccov del protagonista é in telazione agli «oltraggi» (se, come mi sembra migliore per il senso, Vaggettivo @ neutro) e non alle «ricchezze». L’aggettivo Aipav si colloca infatti nel luogo, immediatamente dopo xpéccova, in cui, in assenza di altri elementi, sulla base del testo seguente erano state proposte le integrazioni ypnadtov et similia. Pertanto, il concetto di superiorita Sugli averi, che d’altra parte doveva essere certamente menzionato dal Poeta dal momento che il commentatore vi si sofferma per due volte Gi rr. 19-20 snepdveo to Siagdpov Svta, € 25-26 xpeiccova: Katt rea 6v zpnudto évea), doveva perd essere espresso nel testo poetico in termini diversi da quelli congetturati®. Nel testo poetico si ee oe Foal nota 151. «Per casi di presenza dubbia di hpéc, cf. Magnelli 1999, PI Seer aema ee “ ». Se nel testo poetico causerebbe difficolta Vimpiego ae beni materiali, sia quella nei ‘olccoy in contesti divers! (per indicare sia la superiorita sul bon’ NUTRI SS Are Ne Conti degli atti di arroganza), nel commento sembra ETE CN ine, *ecav (usato ciod anche in relazione alle ricchezze), data Ia B= ean 50 Lucia Vannin supposta, alla luce di PSI 1391, la presenza di xpéccov xtedvov®: in fr, 346b, Snell ha proposto Vintegrazione xpéccov’ ev Ka]par ktedv[oy, seguito da Lloyd-Jones e Lavecchia®. Se perd xtéavov non era in nesso con xpéccov, che regge Mpwv, doveva essere legato ad un altro termine, diverso ma che esprimesse ugualmente il concetto di superiorita. |] commentatore sembra voler riprodurre da vicino le parole del poeta: il fatto che, nei due passi menzionati (rr. 19-20 e 25-26), il concetto sia espresso in termini molto simili, da infatti Yimpressione che il commentatore stia parafrasando”. Nel commentario compare pit volte xpdinctoc, in col. 13 e II 33%, e la iunctura xtedvev Kpatictoc @ attestata in Pindaro, in Pyth. X158 xtedvav xpatictay (scil. ydprv). “Yrepdve sembra inoltre pit adatto di xpeiccov, a rendere in un commento letterale una forma assoluta come Kpdtictoc. In Pindaro, si possono avvicinare all’essere xpéccov Aipov gli ammo- nimenti ad evitare la SBptc, come Bproc éx@pdv S5ov evOvropei, scil. Diagora, in Ol. VII 90-91; (scil. Demofilo) &ucGe 5” DPpiCovta: piceiv in Pyth. IV 284; xépoc ... apyGv in’ dvépav, td Rarorficat OELov Kpvgdv riBépev EAGY Koic Epyorc, in cui ci si rivolge a Terone, in Ol. II 95-98. Si contrappone a Aipéc V’essere aidoioc, come nel passo, gia citato, di Isthm. 11 35-42 (Senocrate) ai8oioc tv dictoic. Nel medesimo frammento 3, 30 di Alessandro Etolo in cui compare Aapéc, si legge al v. 9 Vepiteto péyav vidv (riferito ad Atteone). E questa una «iunctura facile, ma decisamente infrequente»®: Magnelli ne segnala due attestazioni, una in [Mosch.] 3, 79 Oét150c péyav via, I’altra in Gr. Naz. AP VIII 77, 4 ueydA@ vidi Karcapig. L’epiteto compare anche in P.Oxy. 2622: cfr. fr. 346b, 15 Ja uléyaly Avdc vidv (dove & riferito probabilmente ad Eracle, menzionato nei versi precedenti). Nel frammento di Alessandro Etolo vi sono dunque due riprese dell’ode, Koh Kpéccov wredvoy & un nesso che in Pindaro @ atte: Drags ‘i as ne stato, in Nem. IX 32 xredve woxie Exoveer iedeon ‘pec (scil. gli etnei). Bartoletti confronta anche Pyth. VIII 92 Exav xpéccova. AONTOD . Lloyd-Jones Ape 5 coy ee area differiscono lievemente da Snell riguardo alla collocazione di Hoo gr Gg (von ausapate eee 1967, p. 210, xpéccov’, 0 xpéccovat”, deve i eee) Saale siz ve xpéccov' integrate qua sicuramente allie dif, fons: per Lavecchia 1996, p. 12, xpéccove. va Il procedimento usato dal Bee ar a en atest elo splegareil testo poetico consists in und Jemma che si conservato, air. 30-92 come si pud tiscontrare nella parafrasi (rr. 32-40) del Kpdxicroc compare anche i espressimei epduircov evel C0 col. II 11, ma vi ho ipotizzato una sua unione in un’altra 2 Cf. Magnelli 1999, p. 1 aah , P. 152 s. Numerose sono ii i : Sono riportati alcuni esempi ancora in Magnelli ie Reece reese iste Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 51 e si differenziano fra loro in quanto una, Aipéc, riguarda ‘ Srmine poetico, rarissimo, e percid appare pid significativ Prezioso fattsa, wévac vide. ® un’espressione che deve la sua a rfessere stata scarsamente impiegata, per quanto ci ate ee iat aly piuttosto banale. Comunque, la coesistenza nel frammento di un Seabolo, Mpsc, che si trovava nella medesima ode, fa Aue quella di uéyov vidv fosse una ripresa consapevole ae a ee antica”. 14 ceyn{thfipo: dynmip ha una attestazione in Pindaro (mentre non ne ha alcuna in pacchilide), in Pyth. 1 69, in un passo in cui il vocabolo 2 riferito a Jerone, che nei versi precedenti era stato celebrato dal poeta come fondatore di Etna: dynthp &vip vid émiteAAduevoc Spov yepai|pav apdnor con@avoy é ficuxiav. Probabilmente é-yn\p ricorre anche in un frammento proveniente da un rotolo che contiene i threnoi pindarici, ma non si é conservato il contesto in cui la parola si trovava (cfr. P.Oxy. XVI 2447, fr. 37, 2). 15-16 [ ]ecn[ +5 Jnevov Snell ¢ Bartoletti hanno proposto, e.g., [_Icen{". Tov revdlluevoy (sell. tay xendeav), come si legge presso I'editio princeps. Riguardo a questa congettura, si pud ripetere con Lloyd-Jones* che «if not certain in detail, probably this gives the run of the sense rightly». Diventa invece pit improbabile, alla luce di xpéccova: Mpa (r 13), la congettura [ovx i, da lui formulata in un secondo momento € irtd]|pevov di Snell, ento © riportata nell’edizione pindaric quella congettura era infatti sostenuta dal confronto con lo scolio a Nem. IX 32 xtedvov xpéccovac (= sch. Nem. IX 73a). 16 tv xtm[dtov ibi é ees da Merkelbach @ prefer coy een, gore suestulimo © CORPS er ememente come lacuna. xr @ usato dal comme! Pe cveave che compare in P.Oxy. 2622 (eft. fr. 346b, 1). St i suale, ma sia una citazione advo Btolo non sia casual, i , mpiego ai pera viev in Ales tieo, in particolare nella questione Eee a Fae sul testo del poeta ellenis °°. pitato, e che Magnelli ha delVautentiita della lezione vere 91 5111999, P- inveceritemuto genuina per motivi sulistct (cfr. Magne! * Cf. Lloyd-Jones 1959 P- 112. Lucia Vannini 52 XI, sch. 86a, 5, 1, in cui Vespressione pindaricy ti Pind. Pyth. 4 s ae y iegata con Kparriceny KTNHdTOV. KtedvoVv xpatictav @ sp! 49-20 SiJjpdpov II lessico piuttosto usuale del commentatore non esclude che siang talvolta usati termini di una certa originalita, e non ricorrenti neg scoli a Pindaro, come Sidgopov, usato come sostantivo nel significaty di «denaro»; con questo significato @ attestato in Polibio (4, 18, 8 et gl, {n PSI IV 330, 8, un documento del III a.C., in Aristotele (VV 1251p 10) ¢ in Teofrasto (Char. X 1). Come nota Lavecchia*, il commentatore sembra mostrare la conoscenza di concetti che compaiono anche in quei passi di Aristotele e Teofrasto”, che definiscono lavarizia (urxpohoyic. 0 xyiBixia) come il non saper disporre del denaro (xj S1dopov) secondo il xaxpéc. 20-21 81']| esvoiwv Dalle diverse possibilita di integrazione della pur breve lacuna alla fine del r. 20 derivano differenti conseguenze non solo per il testo di PSI 1391, ma anche per quello pindarico. Gli editori successivi a Bartoletti hanno accolto la congettura chy] | edvoiay a cui egli aveva in un primo momento pensato, ma che aveva successivamente scartato, limitandosi alla sua segnalazione nel com- mento in quanto possibile alternativa. Con l’integrazione ti] | ebvoev si ha ai rr. 20-22 il seguente senso: «il poeta ha definito la benevolenza dell’ &yntrip, come una fonte di gioia per il suo popolo». L'aggettivo Roctepmic («che é fonte di gioia per il suo popolo») risulterebbe quindi riferito all’ evvoa, e solo indirettamente al personaggio. In favore di questa soluzione vi 2 una maggior poeticita, conferita dal riferimento dell’aggettivo Aotepmic all’ edvore. del personaggio anziché al pers” naggio stesso™. Bartoletti ha perd poi supplito nel testo 1']| ebvowwv” che da come senso «a causa della sua benevolenza (scil. dell’ dati) i poeta lo ha definito Aatepmrc»; in questo caso l’aggettivo Rotepmnic si tiferirebbe direttamente al personaggio. Se la prima soluzione, che !* act Lavecchia 1997, p. 580 s. oi ‘Thphr. Char. X 1: Et Be wrxpoRoyla. gerBohia. 108 Bradpov inep tov raipév; Arist. VY ms ey ee xd ees et gv, xoté paxpdv 8 xai Koxdc, xoi whetw Brdxroveat + HA we saipbv xpotcBat 1 Bidgopoy. In entrambi i passi citati compare il termine dudgopov Ne significato di «denaro» presente in PSI 1391. se aii ae osservazione a sostegno dell'integrazione tiy] | evorav & dovuta allo stess® wy Epli ice epee motivo per cui avrebbe pensato ad essa in un momento iniziale. Pteferisce a 51é thy] etvotay, che sembra troppo lungo per la lacuna. Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 53 icors0 all’uso poetico dell’ enallage, @ certamente pit attraent i ors trascurare le difficolta sintattiche, sottolineate da Bartolet possnea comporta nella connessione dei rr. 20-21 con ir eer e seguenti: infatti se il complemento oggetto del aa i ee Saarv, @ 1” evo, la serie di accusativi che sirferisce all é aly rimane isolata®. Dal momento che non sono state sinora Eee integrazioni del testo che permettano di supplire thy] | ebvoray senza che questo crei difficolta con la sintassi*, ho preferito riproporre la congettura d1'] edvo.a che si trovava nell'edizione di Bartoletti L’espressione thy] etvorny ... eipnxev Aatepr[éo, accolta nel testo da Lloyd-Jones e Lavecchia, ha indotto a ritenere che il termine edvouw si trovasse anche nel testo poetico, poiché l’impiego da parte del commentatore del verbo di «dire», eipnxev, sembra introdurre una titazione delle parole del poeta. Vi & perd la difficolta, rilevata da Lobel, che il termine ebvoia non & mai attestato nella lirica*. Se si integra 61'] etvoiav ... eipnxev Matepaléa la difficolta & superata, perché $1] ebvorav @ evidentemente un’espressione del commentatore adope- rata per motivare la scelta del vocabolo da parte del poeta. Credo comunque che vi siano dubbi circa la presenza di etvore nel testo poetico, anche qualora nel testo del commento vi fosse l’espressione thy] edvoray ... eipnKev Aoctepn[éa: infatti, cid che interessava al com- mentatore era concentrarsi sull’aggettivo Rotepmic, del quale appunto viene data spiegazione nei righi seguenti; quale fosse il termine usato dal poeta nel significato di «benevolenza» 2 in quel contesto “pdotto Bartoletti a rinunciare alla congettara iv] | ebvoiay che Mei decide comunque di segnalarla nel commento pperché pud 1378 xerb vp tpt fesvOec, ee ee con le tracce, la lettura eivoy{ia fornita da Lloyd eee piegato Lavecchia 1996, p. 15, «alla fine del r. 16 (= r. 24 di pute ee an cme lad di un tratto obliquo, la cui inclinazione sembra pit eae Coad ees dell’«: (basta un confronto con il primo a dello stess° esempio significativo al r. 18 (= r. 26), in cui la lettera & quasi Un commentario a Pindaro: PSI XIV 1391 55 sansitivo del perfetto di {cen si riscontra soltanto nella forma in alpha goa, il greco dei papiri sfugge a questa regola: si ae sMrontare le attestazioni in Mayser, 12, p. 147, che +i cctamhel coca, i casi di P.Hb. T, 82, 14 (239 a.C.) asc mM Cee Mingesetz>) Ypanwarés. ‘Ioxpdéany; PMichZen. 71, 3 (Ill aC.) ciety TY “AnORAS Va, € 5 xoBecenxdeoc Thy ‘AnohASvuary; P.ENt Ms, 56 (218a.C.) Korectnndto¢ (sic) woo axirdv. Questo rende plausible Tpeonservazione della lezione tradita, e8voa, che altrimenti darebbe et odd sense»®. Conseguentemente, la lacuna che segue si pud integrare con [xaBecrimn(\). Purtroppo non sappiamo come Bartoletti intendesse il testo da lui integrato edvoo. [2yKa]SectrKn, dal momento chenel suo commento non compaiono spiegazioni a questo passo. 28 eixiie Con eixi, alla fine del rigo, la frase appare conclusa; poi, con il r. 29 (erawel 8 td npocextixdv), si passa a un altro ordine di problemi. Pertanto, ripristinando la trascrizione di Bartoletti, ho posto un segno diinterpunzione dopo cixfjt e non ho presupposto alcuna lettera nella Jacuna in fine rigo, che pure conterrebbe un breve spazio per altre due Jettere circa: lo spazio rimasto vuoto in fine rigo poteva infatti essere riempito da una diple, come avviene ai rr. 35, 37 42. 29 [enjaei Se xd mpocextixdy Ho accolto la congettura di Ferrari énavei, che compatibile con la lacuna a inizio rigo. ad npocextixév @ un termine di una certa originalita: Vaggettivo mpocectixéc non @ infatti attestato negli scoli a Pindaro; ricorte: Per lo pitt negli scritti di retorica, dove puo avere sia il significato attivo di «che cattura V'attenzione» (attestato solo in Hermog. Inv. 3, 2, in cui e riferito a un Aéy00), sia quello passivo di «attento» (in Arist. Rh. 1415a allineata con la nostra traccia. Infine, il tratto omologo del x tende a rimanere pital di sopra del *igo dbase rispetto a quello della». rs Snell e Lavecchia hanno proposto delle correzion! n «gives an odd sense» (cfr. eee 1959, p. 112). Snell ha corzetto il testo fn ebro [Erealéecefc ma il senso che il passo cosi offre non sembra ¢s\0t thuono (ef. Loyd-Jones 1959, P. 112: «it is strange to speak of edvoro: being. established»). Lavecchia 1 1996, p. 14, stampa sivo(iafe eyxa]Qecrrp, intendendo che «il cogde ceraeip ssarebbe a capo della propria comunita a causa della sua benevolenza»; ma sembra pid cocren commentario il fatto che la benevolenza si manifesti nel corso sli atti da lui compiuti, non precedentemente ad essi- ‘al tradito etvoa, che apparentemente te con la situazione descritta nel del governo del’ eran attraverso Lucia Vannini 56 436 etal, e An. Subl. 26,3, nei quali riferito a un uditorio), e non & maj et al., . Subl. 26, 3, i ivata®. ‘ De erie oeitatore afferma che I’essere mpocextixéc @ lodato dal ic i), 70 $y & senz’altro una qualita del Protago- énanvei), tO mpocextixOV : ua a SGaaba significati di xpocextixdv, quello di «essere attento 3 aiillo che ben si adatta a un individuo di cui si evidenzi l’agire «al ainents opportuno, non a caso», menzionato ai rr. 27-28, immedia- m y tamente precedenti. oma la ricostruzione del lemma che ho illustrato, il r. 30 (primo del lemma) sporgeva in ekthesis di una lettera. Dunque la lacuna che intacca V'inizio del r. 30 comprende circa tre lettere, vale a dire una lettera in pitt di quanto ammesso dalla ricostruzione di Lloyd-Jones, seguita da Lavecchia, che prevede il lemma interamente allineato alla colonna di scrittura. Se @ esatta la ricostruzione che ho dato, non sembrano essere valide, per motivi di spazio, le congetture dc di Lloyd-Jones e &€ di Ferrari (o dx’, Lavecchia); quest’ ultima congettura inoltre presenta la difficolta stilistica dell’assenza nel linguaggio pindarico del nesso formato da un sostantivo che, composto col suffisso -Qe, sia anche retto dalla preposizione éx (o dné). Sono invece compatibili con lo spazio in lacuna le congetture éc y’ e 8c t', proposte da Lloyd-Jones in alternativa a dc, che ben si adattano allo spazio in lacuna anche e soprattutto nel caso, non contemplato dallo studioso, in cui il rigo fosse in ekthesis. I] supplemento 6c 1’ & stato proposto dubitativamente da Maehler in apparato al testo del fr. 346. Lloyd- Jones preferiva invece 6c y’, che & la soluzione che ho scelto perché evita I ambiguita di due te a breve distanza, ma che non sono coordinati fra loro. Una congettura che contenga éc in principio di ta dalla lettura, 8 oc in principio di lemma é avvalora Proprio all’inizio della Parafrasi (r. 33), di Bacideve ae, Gli editori precedents : ; in (arcet, been on leggevano Varticolo +6, bensi in luogo di 8 +9 trascrivevano 8 che’ sembra essere un unice (coe Jones). Ma allingrandimento digitale si nota che quello smi a, etticale, ® un omicron di piccolo modulo compress lateralmente; omi simili i Poy ae mullet ecifrontino quello verpati al succeasive ¢ 30, o quelli presenti isce si al «carattere encomiastico del pass? fr. Lloyd-Jones 1967, p. 211. Un commentario a Pindaro: Pst XIV 1391 57 nella parafrasi sono ripresi tutti gli elementi che si trovano nel nel Jemma. a congettura che contenga il pron, Solis a. evidente, uno stretto ieee teal ier eaten inte es precedenti, poiché il pronome relativo identifica il sogeenn ns ve recedenti (ossia il copdc cyntiip cui tanto rilievo 8 dae dal cones tatore) con il personaggio che compie l’azione dell'istituzione del calla menzionata nei versi successivi. La necessita di u contenuti nei due lemmi sembra in effetti essere richiesta dal contenuto dei versi stessi: come osserva Bartoletti, «il commentatore pud aver omesso parole o anche interi versi del carme: tuttavia il nesso fra questi rr. 24-32 e i rr. 5-20 [= rr. 32-40 e 13-28, rispettivamente il commento al secondo e al primo lemma] appare evidente, non essendo dubbio, a parer mio, che il personaggio gia definito e celebrato come Aorepmic sia lo stesso che qui da origine al culto di Persefone e Demetra, e con le cerimonie e le feste ad esso connesse Pprocura diletto al popolo, téprex todc Acodc»®. A maggior ragione, ora che la scoperta di P.Oxy. 2622 ha rivelato che i due lemmi erano consecutivi, fatto che era ancora ignoto a Bartoletti, I’unita dei versi commentati nel papiro fiorentino appare, credo, con ancora maggiore chiarezza®. mn legame tra i versi 32 téhoc Questa parola costituisce una variante rispetto alla lezione tradita da P-Oxy. 2622, che 2 teAevtdv, unanimemente corretto dagli editori in thendv. téhoc & stato preferito da Lloyd-Jones poiché «the use of téhoc as equivalent to teAerr is poetic: teAett is actually used to explain téhoc inF [= PSI 1391, r. 36]; and teAerdv is much likelier to have displaced Toc than téAoc to have displaced teAetdv»%. Difficolta di ordine metrico hanno d’altra parte indotto Lavecchia a preferire tehetdv: con Toc, che sarebbe seguito nel verso da altre due sillabe brevi, cio® Quelle della sequenza wvecev| riportata in P.Oxy. 2622, si avrebbe infatti ee 2 Chr. Bartoletti >. 67, nel commento ai rr. 24-32. : aie * Alla aes vets condivisa da Lloyd-Jones, che il protagonita gai esi Sommentati in PSI 1391 sia un unico personaggio, si contrat la anal oe PiOlagonisti, operata da Lavecchia. Secondo questa ipotesi, il come x aio protaguisa a Iza. 346a e 346, 1-3) e autore del'sttuzione del culto ricordata ne, veri ste ti * 4-5) sono due personaggi distinti, nella fattispecie saci ‘ oe mnccthia 1996, pp. 18-19, 22. Per V'identificazione con Bracle, 28 Lal ia Fen 2! possibilita a livello cultuale; questa identificazione @ stata accolta, o 2001, p. 41, nota 62.

You might also like