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LA MINORANZA UCRAINA IN POLONIA FRA LE DUE GUERRE BOZENA MYCIEK Universita di Venezia “Ca Foscari” La Grande Guerra degli anni 1914-18 portd le tre potenze europe — Russia, Austria-Ungheria e Germania — alla disgregazione e apri a molte Nazioni la strada per l’indipendenza. La dichiarazione del Presidente americano W. Wilson dell’8 gennaio 1918 sul diritto dei popoli all’autodeterminazione, che doveva costituire la base dell’ordine europeo postbellico, faceva intuire che la fine della Prima Guerra Mondiale avrebbe segnato una svolta sulla carta politica dell’ Europa. Gli Ucraini galiziani e i Polacchi fin dal XIX secolo aspiravano entrambi ad avere un proprio Stato indipendente e pareva che, con il disfacimento degli Imperi Centrali, il momento a lungo atteso fosse giunto. Ma la realizzazione dell’indipendenza condusse questi due popoli vicini a un confronto militare per l’egemonia sulla Galizia Orientale!. Questo territorio nel XIV secolo era stato annesso dal Regno polacco, per essere poi unito, in seguito alle spartizioni della Polonia avvenute alla fine del XVIII secolo, all’Impero austro-ungarico®. Fino alla meta del XIX secolo i due popoli avevano convissuto pacificamente sotto la dominazione austriaca, ma il risveglio della coscienza del popolo ucraino, e la conseguente ricerca della propria identita, avevano cominciato ad allontanarlo sempre di pit dai Polacchi, favorendo il suo avvicinamento politico a posizioni filoaustriache. Del resto, proprio nell’Austria gli Ucraini trovarono il primo e fedele alleato. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nella parte occidentale della Galizia abitava prevalentemente popolazione di lingua polacca, mentre in quella orientale prevaleva la popolazione _ucraina. Ufficialmente non esisteva alcuna divisione amministrativa della Galizia. Invece, con poche differenze territoriali, la distinzione della Galizia veniva individuata a livello popolare con la suddivisione, introdotta nel 1850 dagli Austriaci, nei distretti di Leopoli per la parte orientale, e di Cracovia per la parte occidentale’. Il territorio della Galizia comprendeva complessivamente 78.497 km’, di cui la parte Orientale era di 55.337 km, 1 Nelle richieste territoriali massime fatte dagli Ucraini galiziani venivano incluse anche alcune zone della Galizia Occidentale, ma nel complesso si pud affermare che il territorio di contesa fra le due parti fosse la Galizia Orientale. 2 Stownik histori Polski, Warszawa 1973. 3 L. Mroczka, Spdr 0 Galicje Wschodniq 1914-1923, Krakow 1998, p.10. 97 che costituiva il 70,5% di tutto il territorio*, Mentre i Polacchi difendevano il concetto dell’integrita di tutto il territorio della Galizia, nella quale, anche se per poco, costituivano comunque la maggioranza della popolazione, gli Ucraini galiziani, mettevano in rilievo l’esistenza di questa divisione, in quanto nella Galizia Orientale erano in netta maggioranza. Sotto l’aspetto economico, il territorio della Galizia Orientale presentava una realta interessante: terra coltivabile fertile, boschi ricchi di legna, giacimenti di sale, metano, carbone, sale di potassio; ma soprattutto il petrolio, di cui l’estrazione, nel periodo pit fiorente del 1909, era di oltre 2 milioni di tonnellate. Nel 1913, pur con una diminuzione dell’estrazione, costituiva comunque il 2,1% dell’estrazione mondiale®. Un vitale centro culturale della Galizia Orientale si concentrava nella sua citta principale, Leopoli, citta nella quale si trovavano anche dei beni culturali cari a tutte e due le popolazioni. Il 19 ottobre del 1918 gli Ucraini della Galizia Orientale proclamarono la nascita, dai territori dell’Impero austro-ungarico, di uno Stato ucraino indipendente: la Repubblica dell’Ucraina Occidentale. Il 1 novembre dello stesso anno i tentativi degli Ucrani di prendere il potere nella Galizia Orientale furono frenati dall’intervento armato dello Stato polacco che, dopo secoli, rinasceva. Inizid una serie di interventi militari e diplomatici tra le due parti, per ottenere la Galizia Orientale. Trattandosi di territori dove fino al secolo precedente Ie due popolazioni avevano coesistito pacificamente, il conflitto presentava spesso aspetti complessi. Un esempio @ dato dalla lotta per la conquista di Leopoli, che ciascuna delle due parti sentiva come propria. Per gli Ucraini galiziani il loro Stato non era ipotizzabile senza questa citta, unico centro industriale di una provincia per il resto poco sviluppata e d’altra parte Ia Polonia non voleva rinunciare a Leopoli che costituiva, dopo Varsavia, il suo secondo centro culturale. La guerra polacco-ucraina scoppiata per la Galizia Orientale imponeva uno sforzo enorme per i soldati ormai stanchi del conflitto bellico che sembrava non finire, ma era difficile in particolar modo per quegli abitanti della Galizia che avevano prestato il servizio militare sotto il comando austriaco. Essi spesso rifiutavano il nuovo reclutamento, in quanto non volevano combattere contro i loro ex-confratelli, o per questioni familiari, poiché vi erano molti matrimoni misti, oppure perché non comprendevano il senso di questa guerra. Espressione di questa difficile situazione fu il comportamento del 90° reggimento di fanteria di Jarostaw, composto in prevalenza da Polacchi, che nei giorni 10-12 novembre 1918, tornando dall’Ucraina Centrale a Jarostaw, sulla via del 4 Ibidem, p. 13. Ibidem, p.12. 98 ritorno aveva combattuto contro le forze del Consiglio Nazionale Ucraino, ma, dopo aver deciso per Ia neutralita nel nome della fratellanza d’armi, non aveva preso parte alla battaglia per Leopoli, anche se poteva determinarne la sorte®. Per porre fine alla Prima Guerra Mondiale ¢ per delineare I’assetto politico-territoriale della nuova Europa, i Paesi vincitori si riunirono nella Conferenza di Parigi il 18 gennaio 1919. Nella capitale francese vennero quindi intraprese anche le mediazioni per far cessare la guerra fra Polacchi e Ucraini galiziani, e di conseguenza si cercd di risolvere il problema dell’appartenenza della Galizia Orientale. I Paesi Alleati si sentirono autorizzati a decidere riguardo il futuro di questo territorio dopo che I’Austria, alla fine della Guerra, cedette loro Ja sua sovranita, decisione che successivamente fu inclusa nel 91° articolo del trattato di Saint Germain’. Alla Conferenza di Parigi la Polonia si presentd in posizione favorevole, in quanto appartenente al blocco degli Stati alleati, la sua esistenza come Stato era gia riconosciuta e poteva contare sull’appoggio francese e sulla benevola neutralia del Presidente Wilson. Gli Ucraini, almeno all’inizio, erano invece i protetti degli Imperi Centrali. Questo legame avrebbe reso difficile ottenere poi l’appoggio da_ parte dell’Intesa. Il primo segnale di questa avversione fu il fatto che alla Conferenza di Parigi, dei 60 membri della delegazione ucraina ne siano stati Jasciati entrare in Francia solo 18. Agli altri i visti furono rifiutati con motivazioni diverse, fra le quali veniva menzionata la loro partecipazione ai negoziati di pace di Brzes¢*. Questa rilevante diminuzione del numero di rappresentanti aveva sicuramente influito negativamente sugli interessi degli Ucraini. All’apertura della Conferenza di Parigi ¢ fino alla meta di dicembre del 1919, la delegazione ucraina rappresentava le due repubbliche ucraine unite, in quanto bisogna tener presente che gli Ucraini della Galizia Orientale costituivano solo una piccola parte del numeroso popolo ucraino che abitava nell’Ucraina Centrale. In questo territorio ancora nel gennaio del 1918, in seguito al disfacimento dell’Impero russo, era stata proclamata la nascita della Repubblica Popolare Ucraina. La secolare divisione statale del popolo ucraino aveva sviluppato nelle sue frazioni particolaritA diverse, in quanto era una division anche di tipo culturale religioso, che aveva allontanato il popolo ucraino della Galizia Orientale da quello dell’Ucraina Centrale. Per di pit, durante la Prima 6 — Ibidem, p.106. 7 — Traité de paix les puissances alliées et associées et I'Autriche. Protocole et déclarations signés & Saint-Germain-en-Laye le 10 Septembre 1919, Paris 1919, pp.39-40. 8 PP. Zurawski vel Grajewski, Sprawa ukrairiska na Konferencji pokojowej w Paryiu w roku 1919, Warszawa 1995, p. 19. 99 Guerra Mondiale essi si erano trovati in due coalizioni nemiche. Avendo storie diverse e appartenendo a due diverse culture, la loro unificazione non era facile. Fino al gennaio del 1919 ciascuno di questi popoli aveva cercato la propria via all’indipendenza per poi unire queste aspirazioni, ma lo sforzo comune durd meno di un anno. La giovane repubblica ucraina unita, oltre alla guerra con Ja Polonia, aveva dovuto sostenere una guerra contro la Russia bianca e la Russia bolscevica, e contro la Romania, combattendo contemporaneamente su tutti i fronti. I Paesi Alleati, riunitisi a Parigi, non conoscevano bene i problemi riguardanti questa parte dell’Europa. Le molte guerre e l’instabilita politica e militare alle quali furono sottoposti gli Ucraini resero la situazione poco chiara e non deposero a loro favore. Alla Conferenza la questione ucraina, e quindi anche della Galizia Orientale, fu considerata di secondaria importanza e venne esaminata soprattutto in funzione antibolscevica. In questo contesto la Polonia, con la sua stabilita politica e la sua forza militare, apparve nettamente favorita. Ostile agli interessi della Polonia alla Conferenza di Parigi risultd, invece, il primo ministro del governo britannico, Lloyd George. Egli non voleva che la Galizia Orientale fosse unita alla Polonia, ma non pensava di fare di questo territorio uno Stato ucraino, in quanto considerava I’Ucraina parte integrante della Russia e il problema ucraino un problema russo?. In seguito alle risoluzioni del Consiglio Supremo nel febbraio 1919, il compito di decidere sull’appartenenza della Galizia Orientale fu assegnato alla Commissione per le Questioni Polacche, presieduta da un rappresentante della Francia, interessata al rafforzamento della Polonia!®. Le rivendicazioni territoriali presentate dalla delegazione ucraina comprendevano come richiesta massima 59 distretti, minima 53, su un totale di 74 distretti di tutta la Galizia Orientale!!. Le motivazioni della parte ucraina a sostegno del diritto su questo territorio si basavano sia su argomentazioni storiche, in quanto, secondo gli Ucraini, essi erano i discendenti di una popolazione originaria della Galizia Orientale che dal XIV secolo era stata sottoposta alla schiaviti polacca, sia sulla prevalenza numerica della popolazione ucraina, oltre che sulle promesse fate dall’imperatore Carlo nel manifesto del 16 ottobre 1918 e sulla 9M. Nowak-Kielbikowa, Polska-Wielka Brytania w latach 1918-1923, Warszawa 1975, p. 111. Lloyd Geroge era contrario aila ereazione di uno Stato polacco forte. Lasua ostilita contro la Polonia ebbe quasi carattere di ossessione (vedi Mroczka, op. cit.). Oltre che della Galizia Orientale, si opponeva all’annessione anche della Slesia; era passata ormai alla storia la sua opinione circa I"eventuale annessione di quest’ ultimo territorio alla Polonia, che aveva paragonato a “regalare un orologio a una scimmia”; M. Wilamowski, K. Wngk, L. A. Zyblikiewi Leksykon polskich powiedzer historycznych, Krakéw 1998, p. 94. 10 Zurawski vel Grajewski, op. cit., p. 21. 11H. Batowski, Linia Curzona a byla Galicja Wschodnia, Z dziejéw stosunkéw polsko- radzieckich, Studia i materialy, 111, Warszawa 1968, p.172. 100 dichiarazione del Presidente americano del diritto dei popoli all’autodeterminazione!?. La parte polacca, invece, nel Memoriat w sprawie tav. Galicji Wschodniej, documento approvato dal Senato e firmato da 65 fra professori ¢ ricercatori dell’Universita di Leopoli, presentava ragioni di tipo geografico (porta aperta alla Polonia, sottolineando il pericolo dell’invasione _bolscevica), _ motivazioni economiche e strategiche (importante via di comunicazione fra il Baltico e Mar Nero), nonché storiche (secolare legame di questo territorio con la Polonia), demografiche e culturali a conferma dell’appartenenza di tutta la Galizia alla Polonia. Il risveglio della coscienza nazionale del popolo ucraino, fin dalla seconda meta del XIX secolo, fu considerato frutto della politica’ austriaca avversa alla Polonia. Si fece appello alla superiorita economica e culturale polacca nei territori in questione ¢ fu espressa la preoccupazione che il popolo ucraino, composto prevalentemente da contadini, sarebbe stato incapace di organizzare il proprio Stato. Altri, invece, ricordarono che gia il Congreso di Vienna del 1815 aveva riconosciuto tutto il territorio appartenente all’Austria-Ungheria, quindi anche tutta Ia Galizia, come una provincia polacca!®. Ufficialmente la Polonia si era sempre dichiarata ben disposta alla concessione dei diritti alle minoranze nazionali, compresa quella ucraina. ‘Ancora il 31 maggio 1919, durante la Conferenza di Parigi, Ignacy Paderewski, nelle vesti di rappresentante del governo polacco, aveva illustrato la posizione del suo Paese sulla questione, affermando che la Polonia avrebbe concesso a tutte le minoranze razziali, linguistiche e confessionali gli stessi diritti che spettavano a tutti i cittadini, che avrebbe assicurato a queste minoranze tutte le liberta e sarebbe stata pronta ad allargare queste leggi nella direzione che la Societa delle Nazioni avrebbe considerato utile!*. Nel giugno del 1919 la Commissione per le Questioni Polacche inizid i lavori per risolvere il problema dell’appartenenza della Galizia Orientale. Per la frontiera fra la Polonia e la Galizia Orientale furono proposte due soluzioni. Nella prima, favorevole agli Ucraini, questa passava ad ovest di Leopoli ¢ dei giacimenti di petrolio, mentre la seconda spostava la frontiera ad est, in modo che Leopoli e i campi petroliferi si trovassero nella parte polacca. Riguardo allo statuto di questo territorio furono presi in considerazione i seguenti progetti: indipendenza; autonomia sotto la protezione del commissario della Societa delle Nazioni; autonomia nell’ambito della Russia o della Polonia; inserimento 12 Mroezka, op. cit., p.127. 13 [bidem, pp. 30-35, 127. 14S. Stepient, Polozenie mniejszosci ukrairiskiej w II Rzeczypospolitej, “Rocznik Historyczno-Archiwalny”, vol. III, 1986, pp. 8-9. 101 nella Polonia e plebiscito!5. Di fronte all’avanzata dell’Armata Rossa e al pericolo dell’allargamento delle sue zone d’influenza e quindi dell’invasione anche di questo territorio, il 25 giugno del 1919, dopo aver esaminato il rapporto della Commissione per le Questioni Polacche, il Consiglio Supremo dell’Intesa autorizzd Ia Polonia ad occupare la Galizia Orientale fino al fiume Zbrucz in amministrazione temporanea, con la riserva di assicurare autonomia territoriale, liberta teligiosa e politica e, quando le circostanze lo avrebbero permesso, di riconoscere alle popolazioni locali il diritto di esprimersi in merito alla loro appartenenza statale. Alla temuta invasione bolscevica i Paesi Alleati avevano preferito un male minore, cioe che la Galizia Orientale fosse momentaneamente occupata dalla Polonia. Il Consiglio Supremo aveva ayvvertito gli Ucraini che l’occupazione della Galizia Orientale veniva permessa per Ia difesa del territorio dall’invasione bolscevica, che avrebbe avuto carattere temporaneo e che in nessun modo avrebbe influito sul suo status politico, problema che sarebbe stato esaminato successivamente!®, Questa decisione suscitd una forte protesta da parte ucraina, espressa con la lettera del 2 luglio inviata alla Conferenza di Parigi. Nella lettera veniva fatto presente che I’esercito ucraino si era sempre impegnata nella lotta contro i Bolscevichi, ottenendo dei validi successi pur dovendo affrontare contemporaneamente anche l’esercito polacco; che il popolo ucraino non avrebbe accettato queste disposizioni e con tutti i mezzi avrebbe lottato per la propria indipendenza e che, quindi, la parte ucraina non avrebbe assunto nessuna responsabilita per le conseguenze che ne sarebbero potute derivare. Questa protesta ucraina non ebbe nessun seguito!”, Nel luglio del 1919 Ia parte polacca presentd al Segretariato della Conferenza un progetto per la Galizia Orientale. Questo territorio doveva ticevere l’autonomia ed eleggere un proprio Parlamento, che avrebbe avuto competenze, nelle questioni riguardanti la cultura, Pistruzione e la sanita, la comunicazione locale, l’agricoltura, il mercato e l’industria, Il potere esecutivo doveva essere nella mani del governatore, nominato dal Capo dello Stato. Nel governo centrale, per le questioni riguardanti la Galizia, doveva essere creato un ministero senza portafoglio; il Consiglio dei Ministri doveva nominare un funzionario di nazionalita ucraina che 15 Batowski, op. cit., pp.173-174; Mroczka, op. cit, p. 166; G. Eukomski, C. Partacz, B. Polak, Wojna polsko-ukrairiska 1918-1919. Dzialania bojowe-aspekty polityczne-kalendarium, Koszalin-Warszawa 1994, pp. 286-287; A. Partyka, Polskie koncepcje autonomii Galicji Wschodniej w latach 1919-1922, “Studia Historyezne”, R. XIX, 1976, z. 4(75), p.563. 16M. Papierzyfska-Turek, Sprawa ukraitiska w Drugiej Rzeczypospolitej 1922-1926, Krak6w, 1979, p. 35; R. Torzecki, Kwestia ukrairiska w Polsce w latach 1923-29, Krakow, 1989, pp. 25, 45; Zurawski vel Grajewski, op. cit, p. 37. 7 Zurawski vel Grajewski, op. cit., p. 38. 102 avrebbe avuto carattere di consigliere. In tutti i ministeri dovevano operare dipartimenti separati per Ie questioni della Galizia Orientale. Si prevedeva l’introduzione di due lingue ufficiali: la polacca e I’ucrainal®. Ma contemporaneamente alla politica delle concessioni dei diritti alle minoranze, la diplomazia polacca impegnava i propri sforzi per ottenere la Galizia Orientale come parte integrante dello Stato polacco. I Paesi Alleati, in particolare I’Inghilterra, osservavano con molta attenzione lo svolgimento degli avvenimenti bellici nell’Europa Orientale, aspettavano una definitiva risoluzione della situazione e speravano nella sconfitta dei Bolscevichi e nella rinascita della loro alleata Russia, o almeno nella creazione, dai suoi territori, di uno Stato ucraino amico; pertanto non volevano ancora definire la questione della Galizia Orientale!®. Nel frattempo avevano intenzione di legare questo territorio alla Polonia, in quel momento considerata l’unica e sicura forza antibolscevica. Ma questa unione doveva essere tanto debole per poterla rompere al momento opportuno e unire poi questo territorio con uno degli Stati, loro alleati, che speravano si sarebbe formato. Il destino della Galizia Orientale dipendeva, quindi, dagli esiti militari. Il 21 novembre 1919 il Consiglio Supremo della Societa delle Nazioni riconobbe alla Polonia un mandato venticinquennale su questo territori sempre con l’obbligo della concessione dell’autonomia. Alla scadenza di tale mandato, sul destino della Galizia Orientale avrebbe dovuto decidere la Societa delle Nazioni. Il diritto del popolo galiziano, assicurato solo 5 mesi prima, di esprimersi circa la sua appartenenza statale non veniva pit riconosciuto. In seguito alle proteste polacche e soprattutto di fronte agli inaspettati successi dei Bolscevichi, un mese dopo il Consiglio Supremo sospese I’esecuzione di tale decisione con la riserva di riesaminarla nuovamente?, Dal 1919 gli Ucraini, attraverso lettere di protesta indirizzate alla Societa delle Nazioni, informavano sulle violazioni subite ad opera dei Polacchi. Avvisavano che gli aiuti dei Paesi Alleati mandati alla Polonia per rafforzarla nella guerra contro i Bolscevichi, venivano invece usati contro di loro che, dovendo contemporaneamente affrontare anche la guerra contro la Russia Sovietica, ne erano cosi indeboliti in modo significativo. 1 rappresentanti ucraini invocavano la tutela della Societ’& delle Nazioni su questo territorio e I’attuazione del diritto del popolo ucraino all’autodeterminazione attraverso la creazione di uno Stato indipendente. 18 Stepies, op. cit., pp. 9-10. 19 Zurawski vel Grajewski, op. cit., p. 40. 20 Mroczka, op. cit., p-180; Papierzyfska-Turek, op. cit, p.36; Torzecki, op. cit., p45; Zurawski vel Grajewski, op. cit., p. 43. 103 Allinizio del 1921 la diplomazia polacca segnd un grande sucesso, in quanto il Consiglio della Societa delle Nazioni aveva stabilito che la soluzione del problema della Galizia Orientale doveva essere di competenza del solo Consiglio degli Ambasciatori, il quale riuniva i rappresentati dei Paesi che, in forza del trattato di Saint Germain, avevano potere decisionale. Questo provvedimento era vantaggioso per la Polonia, perché il Consiglio degli Ambasciatori riuniva un minor numero di Paesi Tispetto alla Societ& delle Nazioni e nel Consiglio stesso la Polonia poteva contare sull’appoggio francese?!. La conclusione degli avvenimenti bellici fra la Polonia e la Russia Sovietica portd al trattato di Riga, firmato il 18 marzo del 1921. Questo trattato decise il destino della Galizia Orientale, delineando la frontiera orientale polacca in modo che questa comprendesse anche il territorio della Galizia Orientale. La Polonia, da parte sua, riconobbe |’esistenza della Repubblica sovietica dell’Ucraina. I progetti dei Paesi Alleati sulla rinascita della Russia zarista o sulla creazione dai suoi territori dello Stato ucraino loro alleato parevano fallire definitivamente. Sembra interessante aggiungere che il testo del trattato in lingua ucraina era stato redatto da un membro della delegazione polacca, Leon Wasilewski, perché la delegazione ucraina non era in grado di comporre il testo nella lingua del Paese che rappresentava®2, Gli Ucraini galiziani non riconobbero il trattato di Riga, per loro inaccettabile ed aspettarono le decisioni degli alleati. Nel 1923, di fronte all’imminente definizione del futuro della Galizia Orientale, gli Ucraini intensificarono gli sforzi diplomatici. All’inizio del marzo 1923, al Consiglio degli Ambasciatori fu presentato il progetto ucraino per la creazione nella Galizia Orientale di uno Stato sotto il protettorato della Societi delle Nazioni o degli Alleati. Questa proposta era appoggiata anche dai rappresentanti dell’Unione Sovietica. Ma l’appoggio dell’Unione Sovietica peggiord Ia situazione degli Ucraini galiziani perché, alla luce dei fatti, la Polonia risultava essere l’unica e sicura forza antibolscevica in quella parte dell’ Europa. Negli anni ‘20 si crearono ulteriori condizioni favorevoli alla realizzazione delle richieste polacche sulla Galizia Orientale. In seguito al trattato di Rapallo, firmato fra la Russia e la Germania, |’importanza della 21. Zaks, Sprawa Galicji Wschodniej w Lidze Narodéw (1920-1922), “Najnowsze Dzieje Polski. Materialy i Studia z okresu 1914-1939”, vol. XII, 1967, p.143-145; Zurawski vel Grajewski, op. cit., pp-73-74. 22 Ibidem p. 10. 23 7. Zaks, Galicja Wschodnia w polskiej polityce zagranicznej (1921-1923), “Z dziej6w stosunk6w polsko-radzieckich. Studia i materialy”, vol. VIN, 1971, p.32: Eiusdem, Radziecka Rosja i Ukraina wobec sprawy parstwowej przynaleinosci Galicji Wschodniej 1920-1923, “Z dziej6w stosunk6w polsko-radzieckich. Studia i materialy”, vol. VI, 1970, p.83, 93; Zurawski vel Grajewski, op. cit., p. 79. 104 Polonia, come barriera fra questi due Paesi, aumentd ancora agli occhi degli alleati. Inoltre con il cambiamento al vertice politico in Gran Bretagna, nel novembre del 1922, e l’allontanamento di Lloyd Geroge dall’incarico di Primo Ministro, la politica inglese perse il carattere antipolacco. Anche se gli Alleati ufficialmente non avevano riconosciuto il trattato di Riga, con la decisione del Consiglio degli Ambasciatori dell’Intesa del 15 marzo del 1923, che stabiliva la piena sovranita della Polonia sulla Galizia Orientale, essi accettarono di fatto il trattato stesso, precludendo al popolo ucraino ogni aspirazione autonomistica. Pertanto tali territor?, abitati in gran parte da Ucraini, vennero inclusi nelle frontiere della 17 Rzeczpospolita. Nello stesso tempo il Consiglio degli Ambasciatori, riguardo all’introduzione dell’autonomia su questo territorio, dichiard solo che le condizioni etnografiche necessitavano di un sistema di autonomia?+. La Polonia non avrebbe poi esitato ad approfittare di questa vaga dichiarazione. La decisione del Consiglio degli Ambasciatori del 15 marzo del 1923 era stata favorevole alla Polonia perché, in quegli anni, gli interessi dell’Intesa erano in accordo con gli interessi della 17 Rzeczpospolita®>. Gli Alleati avevano voluto che la Galizia Orientale facesse parte della Polonia perché il suo futuro come Stato indipendente sarebbe stato poco sicuro, a causa del pericolo di invasione da parte della Unione Sovietica. Di fronte alla scelta di includere la Galizia Orientale nella Polonia, confermando solo lo status quo, oppure di creare uno Stato ucraino indipendente che avrebbe avuto una vita breve e per il quale si sarebbero dovuti espellere i Polacchi dalla Galizia Orientale, fu preferita la prima soluzione. Del resto, dopo 4 anni di guerra, gli Alleati non disponevano di nessuna reale forza militare pronta ad intervenire per far rispettare le loro decisioni. Alla fine, nel conflitto polacco-ucraino, risultarono determinanti l’esito delle 24 Papierzyfiska-Turek, op. cit., pp. 176-188; Stepieri, op. cit., p. 10. Torzecki, invece, interpreta questa dichiarazione come un richiamo all’applicazione della legge del 26.09.1922, in base alla quale la Polonia si impegnava ad introdurre nella 95 Glitia Orientale un sistema di autonomia, Torzecki, op. cit. p20 Uno storico polacco, Janusz Tazbir, presentd un interessante osservazione riguardo questo periodo storico. A suo parere, se la Russia fosse rimasta nella coalizione dei Paesi alleati fino alla fine della Guerra, la Polonia stessa avrebbe avuto poche speranze per Ia ricostruzione dello Stato indipendente entro le frontiere nelle quali era stato creato. In queste circostanze, secondo Tazbir, con beneplacito della Francia € dell’Inghilterra e sotto la protezione russa, sarebbe stata realizzata una nuova variante del Regno di Polonia, simile a quello del 1815, con una certa autonomia culturale e politica, limitate con il passare del tempo. Tazbir a questo proposito. non ha dubbi, poiché solo qualche decennio pit tardi, nel 1943, I’Occidente capitalista lascid 1a Polonia e gli Stati vicini nella zona d’influenza della Russia comunista. (vedi: Jan Tazbir, Polska na zakretach dziejdw, Warszawa, 1997). Di conseguenza, sarebbe stato diverso anche il destino della Galizia Orientale, che, con ogni probabilita, sarebbe stata assoggettata anch’essa al dominio russo. 105 operazioni militari e le condizioni geopolitiche, anziché la volonta dei diretti interessati. Dalla Prima Guerra Mondiale, tutto il popolo ucraino usci sconfitto, poiché non aveva saputo mantenere la tanto desiderata unione nemmeno per un anno, in quanto, di fronte alle difficolta presentatesi, gli interessi di ciascuna delle parti si erano sostituiti all’ideale dell’unificazione, sicché il prezzo dell’indipendenza dell’Ucraina Centrale risultd inaccettabile per gli Ucraini galiziani, sacrificati dai loro confratelli. Ma la sorte della Galizia Orientale toccd dopo breve tempo anche all’Ucraina Centrale, inglobata nell’Unione Sovietica. In seguito agli insuccessi militari e politici ed alle decisioni degli alleati, un popolo che contava circa 40 milioni di persone fu diviso fra vari Paesi europei, mentre circa 20 milioni di Polacchi esultavano per l’indipendenza ottenuta. Gli Ucraini dell’ex-Impero asburgico si trovarono, dopo la Prima Guerra Mondiale ¢ contro la propria volonta, entro le frontiere della IJ Rzeczpospolita, con la convinzione che proprio per colpa dei Polacchi non erano riusciti ad ottenere la sperata liberta. Nella Polonia rinata pochi Polacchi si potevano rendere conto che, per gli Ucraini galiziani Voccupazione della Galizia Orientale aveva segnato la _rinuncia all’indipendenza. La Prima Guerra Mondiale e gli anni successivi avevano visto il peggioramento dei rapporti fra i due popoli. Lo scontro ucraino-polacco, risolto a favore della Polonia, aveva posto la minoranza ucraina in forte e decisa opposizione contro tutto cid che era polacco e contro la nuova situazione politica. In una pit! ampia prospettiva, gli Ucraini si trovarono fra le fila dei popoli che il nuovo ordine europeo non aveva soddisfatto nelle aspirazioni all’indipendenza nazionale e, quindi, pronti a contestare l’ordine di Versailles. Lo Stato polacco rinato alla fine della Prima Guerra Mondiale occupava un territorio di 388.390 km?con una popolazione che contava 27 milioni di abitanti?’, di cui il 31% era costituito da minoranze nazionali. Entro le frontiere della Polonia non si era trovato un numero di minoranze sufficiente alla creazione di uno Stato federale, mentre il loro numero era talmente alto da togliere alla IJ Rzeczpospolita il carattere di stato uninazionale. La minoranza piti numerosa era composta dagli Ucraini: nel 1921 la sua popolazione poteva variare da 3.780.000 a 5-5,5 min. di persone.2’. 26 J. Kloczkowski, Chrzescijaristwo w Polsce, Lublin, 1992, p. 514 indica gli abitanti della Polonia in 27.177.000. 27 St. Wilk, Episkopat Kosciola Katolickiego w Polsce w latach 1918-39, Warszawa, 1992, p. 14; Papierzyriska-Turek, op. cit., p. 19 fornisce dati lievemente diversi che si riferiscono ad una data preci il censimento del 30/09/1921; secondo 106 La minoranza ucraina abitava prevalentemente in 4 voivodati: Volinia, Leopoli, Tarnopol e Stanislaw6w, situati nella zona sud-orientale della Polonia. Questi voivodati occupavano circa un quarto di tutto il territorio. della Polonia, ¢ il numero di Ucraini ammontava a 2.610.082, il che rappresentava il 53,7% di tutta la popolazione ivi abitante?®. Come risulta dai dati, in questi territori la minoranza ucraina era comunque la maggioranza della popolazione, arrivando addirittura, nel voivodato di Stanistaw6w, al 70,2% del totale. Oltre alla gia trattata concentrazione territoriale, un’altra caratteristica della minoranza ucraina, altrettanto importante, era una particolarita di tipo religioso. Infatti, dopo il 1918, i fedeli cattolici di rito orientale erano, in Polonia, di regola unicamente gli Ucraini. Sotto la dominazione asburgica, I'imperatirce Maria Teresa li aveva denominati ‘greco- cattolici’ e da quel momento questo nome si riferiva solo agli uniati della Galizia Orientale. Dal censimento del 1921 risulta che in questo territorio vivevano 2.945.820 greco-cattolici, i quali costituivano il 60,5% di tutta la popolazione”®. Nel censimento del 1931 pid dell’85% dei fedeli di questo rito si era dichiarato di lingua madre rutena o ucraina*®. Quindi non é un caso che, trattando la storia della minoranza ucraina in Polonia, nel periodo fra le due Guerre Mondiali, ci si occupi anche della Chiesa Uniate, la quale fu sempre presente in tutte le espressioni della vita degli Ucraini galiziani, compresa quella politica. Nella prima meta del XX secolo fu il fulcro non solo dell’identificazione religiosa, ma soprattutto di quella nazionale, diventando cid che potremmo definire la loro “Chiesa nazionale” ¢, a livello popolare, il “greco-cattolicesimo” veniva identificato con la fede ucraina. La situazione giuridica e politica della minoranza ucraina entro le frontiere della I Rzeczpospolita fu regolata dai patti internazionali conclusi dalla Polonia con gli altri Paesi e dalle leggi interne dello Stato polacco, mentre la posizione della Chiesa Greco-cattolica ¢ dei suoi fedeli fu definita dal Concordato stipulato nel 1925 fra lo Stato polacco e il Vaticano. Agli accordi internazionali appartenevano: il piccolo Trattato di Versailles del 28 giugno 1919 sulla tutela delle minoranze nazionali, il V’Autrice, la popolazione ucraina costituiva il 14,3% di tutta la popolazione della Polonia, cio’ 3.898.431 persone. T. A. Olszariski, Historia Ukrainy XX wieku, Warszawa, 1993, p. 123, pur confermando i dati precedenti, aumenta i} numero degli Ucraini a 5-5,5 mln., ma I’Autore fa anche notare che si tratta di dati piuttosto approssimativi, in quanto molti Ucraini avevano boicottato questo censimento. 28 Papierzysiska-Turek, op. cit, p.21 a Ibidem, p. 21. Tabl. 8. Ludnosé wedlug wyznania i jezyka ojczystego, in Drugi Powszechny Spis Ludnosci, Warszawa, 1937. 107 Trattato di Riga del 18 marzo 1921 ed alcune risoluzioni del Consiglio della Societa delle Nazioni. Il Trattato di Versailles sulle minoranze nazionali fu imposto alla Polonia dalle potenze alleate. Obbligava la Polonia ad assicurare alle minoranze nazionali la completa e totale tutela della vita e della liberta, la tolleranza religiosa, il diritto alla cittadinanza, i diritti civili e politici, Puso della lingua madre nei rapporti privati e amministrativi, un proprio sistema scolastico, propri istituti religiosi, caritatevoli e sociali 31. Nel considerare i diritti pit specifici, il trattato sulle minoranze conteneva formulazioni generali che potevano essere interpretate in modi differenti. L’articolo 9, per esempio, obbligava il governo polacco ad assicurare, nelle scuole dei territori abitati da ‘parte significativa’ della popolazione di un’altra_—lingua, ‘adeguate _acilitazioni’ nell’insegnamento delle lingue di queste minoranze. Alcuni concetti usati in questo articolo (‘parte significativa della popolazione’, ‘adeguate facilitazioni’) ponevano dei dubbi sulla loro interpretazione. Nell’articolo 12 lo Stato polacco riconosceva |’autorita della Societa delle Nazioni ad intervenire, nel caso in cui i diritti delle minoranze Polonia fossero stati violati. Il Trattato di Riga, firmato fra la Polonia, la Russia Sovietica € l’Ucraina Sovietica costituiva un accordo che, in forma molto generale, impegnava le parti firmatarie ad una reciproca difesa delle minoranze attraverso la tutela del diritto all’uso della lingua madre, al mantenimento della propria religione, cultura e sistema educativo ¢ assicurava una piena autonomia nell’organizzazione della propria vita interna 32. La Societa delle Nazioni, invece, si impegnd ad intervenire nelle questioni delle minoranze di un dato Paese con il sistema delle petizioni, attraverso le quali le minoranze avrebbero potuto informarla sulla violazione dei Joro diritti?>. Oltre che dagli accordi internazionali, i iti delle minoranze, e quindi anche della minoranza ucraina, furono stabiliti dagli atti legislativi interni dello Stato polacco. Questi si trovavano nelle due Costituzioni del 17 marzo 1921 e del 23 aprile 1935 e in alcune leggi specifiche La Costituzione del 1921 assicurava alle minoranze nazionali e confessionali il diritto al mantenimento della propria _nazional della propria lingua, e del proprio sistema di culto, e permetteva il loro libero sviluppo. Gli articoli 110, 111 € 115 attribuivano alle minoranze il diritto di aprire proprie scuole, propri istituti religiosi, caritatevoli e sociali, il diritto all’uso della lingua madre, assicuravano a tutti i cittadini Ia liberta di coscienza e di confessione religiosa, la liberti nello sviluppo delle 31 Stepien, op. cit., p. & 32 bide, p. 9. 33 bidem., p. 8. 108 organizzazioni religiose e, alle chiese delle minoranze, Ia liberta di autogovernarsi con propri decreti, se questi non erano in contrasto con la legislazione dello Stato**. La Costituzione successiva, del 1935, non lasciava pid) una cosi ampia autonomia. La sua idea-guida era l’aspirazione all’ampia integrazione della popolazione e rifletteva gli intenti del governo, orientato verso un’assimilazione delle minoranze. In questa Costituzione si trovarono solo generici accenni ai diritti e doveri dei cittadini. L’articolo 1 affermava che lo Stato Polacco costituiva il bene di tutti i cittadini; gli articoli 5 e 7 assicuravano liberta di coscienza e di parola per tutti i cittadini e per le associazioni e dichiaravano che né la discendenza, né la confessione, né il sesso o la nazionalita potevano costituire motivo per la limitazione dei diritti dei cittadini?>. Anche se la legislazione della Polonia, come sottolinea St. Stepieri, era una delle pid liberali nell’Europa di quel periodo, era in effetti la pratica della vita politica e culturale che determinava la situazione delle minoranze**. E se, nel 1919, Pilsudski, dopo la vittoria sull’esercito ucraino, aveva raccomandato ai suoi connazionali di riservare agli Ucraini che si erano venuti a trovare sotto la dominazione polacca un trattamento non peggiore di quello che avevano avuto sotto gli Austriaci?’, la realt’ risultd diversa. ‘Contemporaneamente alla politica ufficiale di concessione di una larga autonomia alla Galizia Orientale, la Polonia dall’inizio del conflitto, come gid precedentemente accennato, operava tentativi per unire questi territori come parte integrante della 1 Rzeczpospolita, seguendo principalmente la politica del fatto compiuto. Innanzitutto, la Galizia Orientale non ricevette 1|’autonomia promessale; nel marzo del 1920 il nome storico Galizia®* fu abolito e sostituito con un nome artificiale, Malopolska Wschodnia (“Piccola Polonia Orientale”). Il governo polacco, con Ia legge del 31 luglio 1924, arrivd perfino a proibire all’amministrazione statale ’uso del termine ucrairiski ed impose la sua sostituzione con ruski 0 ruteriskP9. Con il decreto del Consiglio dei Ministri del 9 giugno 1921, la Galizia Orientale fu inclusa nei territori su cui doveva compiersi il censimento del 30 settembre 1921. Questa decisione suscitd proteste da parte della popolazione ucraina, in quanto fu sentita come arbitrio ed un attentato ai 34 Ustawazdnia 17 marca 1921 r. Konstytucja Rzeczypospolitej Polskiej, DURP, n°. 44, pos. 267. 35 Ustawa Konstytucyjna z dnia 23 kwietnia 1935 r., DURP, n°. 30, pos. 227. 36 Stepie, op. cit., p.13. 37 J. Tomaszewski, Rzeczpospolita wielu narodéw, Warszawa 1985, p. 87. 38 Ucr. Halyéyna 39 W. Fedoronezuk, Il problema ucraino attraverso la storia, Roma 1955, p. 39; M. Siwicki, Dzieje konfliktéw polsko-ukrairiskich, 1, Warszawa 1992, p. 63. 109 propri diritti. Venne ricordato che, secondo il trattato di Saint Germain e le decisioni della Societa delle Nazioni, il territorio della Galizia Orientale non costituiva parte della Polonia e su di esso la sovranita poteva essere esercitata solo dalla coalizione vincente. Gli ambienti politici ucraini invitarono pertanto la popolazione a boicottare questo censimento. Un altro passo delle autorita polacche per unificare questi territori con il resto del Paese fu la soppressione dell’incarico di governatore per la Galizia, disposta il 1 settembre 1921, e l’introduzione del sistema di suddivisione territoriale in uso in Polonia, con la creazione dei voivodati di Leopoli, Tarnopol e Stanistaw6w. Per di pit, al voivodato di Leopoli furono annessi dei territori etnicamente polacchi. Come risultato di tale organizzazione, la maggior parte della Galizia Orientale si trovd ad essere abitata da popolazione polacca*?. Negli anni 1919-21, quindi ancora prima della definitiva fine del conflitto polacco-ucraino, nella Galizia Orientale si verificd il fenomeno della colonizzazione polacca attraverso la lottizzazione della terra. Nel dicembre del 1920 il Parlamento aveva approvato un provvedimento sulla colonizzazione militare, in virtt del quale nei territori orientali furono assegnati lotti di terra a soldati ed ufficiali, a condizioni particolarmente vantaggiose (di norma gratuitamente). Si era cercato di creare una sorta di bastioni modemi, un po’ agricoli e un po’ militari, che avrebbero rafforzato il carattere polacco e che, in caso di bisogno, avrebbero difeso la frontiera orientale. Al termine di questo processo, i coloni polacchi erano diventati proprietari di circa il 5% del terreno coltivabile*!. Gli Ucraini non accettavano queste violazioni dei loro diritti. Con il sistema delle petizioni, indirizzate prima alla Societi delle Nazioni successivamente anche al Consiglio Supremo, i loro rappresentanti_riuni nel Consiglio Nazionale Ucraino denunciavano le ingiustizie e gli abusi a cui venivano sottoposti sotto l’occupazione polacca, reclamavano il Tispetto delle decisioni del trattato di pace di Saint Germain riguardanti il loro territorio, quindi chiedevano la tutela della popolazione ucraina ¢ l’indipendenza della Galizia Orientale. Dall’aprile 1920 al 9 marzo 1921 il Segretariato della Societa delle Nazioni ricevette 29 lettere di protesta, che furono mandate per conoscenza anche alla Conferenza degli Ambasciatori a Parigi, riconosciuta unico organismo competente sulla questione*?. In agosto e settembre del 1921 gli Ucraini continuarono con le proteste inviate alla Societa delle Nazioni contro |’introduzione della divisione amministrativa polacca, contro la colonizzazione militare, contro 40 Olszariski, op. cit., p. 129. 41 Tomaszewski, op. cit., pp. 89-90; Siwicki, op. cit., pp.269-270. 42K. Lewandowski, Sprawa ukrairiska w polityce zagranicznej Czechoslowacji w Jatach 1918-32, Wroclaw 1974, p.191; Zaks, Sprawa Galicji Wschodniej ..., cit. pp. 141-146; Zurawski vel Grajewski, op. cit., p. 72-74. 110 Voppressione della popolazione ucraina e della Chiesa Uniate da parte della Polonia. Facevano presente che la Galizia Orientale aveva tutte le caratteristiche necessarie per diventare uno Stato indipendente*®. In previsione delle elezioni del Parlamento polacco del 1922, alle quali il governo voleva assoggettare anche la Galizia Orientale, era stato elaborato un disegno di legge per questo territorio. Il progetto doveva essere poi presentato al Consiglio Nazionale per ottenere l’appoggio delle potenze europee. Questa legge, che avrebbe dovuto regolare L’autogestione della Galizia Orientale, in realta la eliminava, introducendo uno stretto controllo“’. Gli Ucraini reagirono con una lettera di protesta fatta recapitare alla Societa delle Nazioni. Salvo il giudizio espresso dagli Inglesi, secondo i quali questa legge non corrispondeva alle reali esigenze dell’autonomia territoriale, senza perd richiedere dei cambiamenti**, da parte degli alleati non si ebbe nessuna risposta né riguardo allo statuto, né circa l’intento di svolgere le elezioni nella Galizia Orientale. La Polonia interpretd questo silenzio come un assenso al suo operato. La politica polacca suscitd una forte opposizione da parte ucraina, che si manifestd in modo concreto durante le elezioni al Parlamento del 1922: nella Galizia Orientale votd solo il 40% della popolazione*®. Ma il risultato di questo astensionismo fu che nel primo Parlamento polacco gli Ucraini ebbero solo 5 rappresentanti politici, troppo pochi per aver qualche peso decisionale. Pertanto questa forma di protesta portd loro pit danni che vantaggi. In Occidente il boicottaggio delle clezioni al Parlamento polacco da parte della popolazione della Galizia Orientale venne interpretato come scarsa coscienza politica e nazionale della popolazione © come espressione della rinuncia alla difesa dei propri interessi 47. Nel 1924 fu emanata una nuova legge, la cosiddetta Lex Grabski, che doveva regolamentare ulteriormente la situazione dei cittadini della IJ Rzeczpospolita appartenenti alle minoranze, fra cui anche gli Ucraini. Questa fu elaborata interamente da politici polacchi, senza che fosse ichiesta la collaborazione dei rappresentanti delle parti interessate. La linea politica di Grabski, cioé dell’autore di questa legge, era stata esposta in una pubblicazione gia un anno prima. La sua concezione riguardo il problema delle minoranze prevedeva la politica dell’assorbimento, cioé 43 Zaks, Sprawa Galicji Wschodniej ..., cit., p.149. 44 A. Chojnowski, Koncepcje polityki_narodowoSciowej rzqadéw polskich w latach 1921-1939, Wroctaw 1979, p. 30; Mroczka, op. cit., p. 203-204; Papierzyfska- Turek, op. cit., pp-119-129; Partyka, op. cit, pp. 569-575; Zurawski vel Grajewski, op. cit., p-77. 45 Mroczka, op. cit, p. 205. 46H. Chalupczak, T. Browarek, Mniejszosci narodowe w Polsce 1918-1995, Lublin, 1998, p.83. 47 Mroczka, op. cit., p. 207. 11 della veloce polonizzazione, anche al prezzo di cacciarle dal Paese. Negando loro il riconoscimento del diritto all’autonomia, egli aveva dichiarato che le minoranze nazionali costituivano un ostacolo per la creazione di un unico popolo e di un unico Stato polacco*. Con Ia legge del 31 luglio 1924 furono aboliti tutti i diritti all’uso della lingua ucraina nelle istituzioni pubbliche; furono soppresse le cattedre ucraine all’Universita di Leopoli. Il progetto, mai realizzato, della creazione dell’universita ucraina portd alla nascita dell’universita volante**, La lex Grabski riguardava anche il sistema scolastico: regolando Vinsegnamento nelle lingue delle minoranze; garantiva, ma solo apparentemente, |’introduzione della lingua ucraina nelle scuole, ma in pratica polonizzava ’istruzione publica ucraina. Nelle parti orientali della Polonia era stata introdotta una norma che _ permetteva V’insegnamento di un’altra lingua, oltre al polacco, solo se i genitori di almeno 40 bambini avessero fatto tale richiesta. Le lezioni potevano essere tenute anche esclusivamente nella lingua della minoranza nazionale ma, nel caso in cui i’ genitori di soli 20 bambini polacchi avessero richiesto insegnamento nella propria lingua madre, dovevano essere introdotte alla pari tutte e due le lingue. In questo modo veniva sempre privilegiata la popolazione polacca, le cui richieste avevano un peso doppio rispetto alle richieste degli Ucraini. In pit, per ottenere Vinsegnamento nella lingua della minoranza nazionale, si era sempre obbligati a farne richiesta con le firme autenticate dal notaio o dal comune, ma non, per esempio, dal capo-villaggio. Questo comportava faticosi viaggi da un ufficio all’altro, che spesso non si trovavano vicini. Le autorita creavano anche varie altre difficolta: per esempio, come consigliato in una circolare, indagini sui genitori che presentavano la richiesta. Le domande per I’insegnamento del polacco, invece, venivano accettate senza difficolta °°. In seguito a questa legge, le scuole elementari di lingua ucraina cominciarono a sparire. Se negli anni 1925/26 vi erano ancora 1.279 scuole ucraine, negli anni 1936/37 ne rimanevano solo 496. I] numero di scuole bilingui era invece in aumento: da 1.426 a 2.7105). Oltre che dai trattati internazionali ¢ dalle leggi interne dello Stato polacco, Ia situazione della minoranza ucraina appartenente alla Chiesa Greco-cattolica, nella quale costituiva una netta maggioranza, fu regolata 48 5, Wislocki, Konkordat polski z 1925 r., Poznaii, 1977, p. 136. Fedoronczuk, op. cit., p. 39. Papierzyriska-Turek, op. cit., pp. 257-261; Stepiesi, op. cit., p. 16; Tomaszewski, op. cit., p. 94. Tomaszewski, op. cit., p. 95; K. Zelenko, Stosunki Polsko-Ukrairiskie w I Reectypospolitej 1918-1939, Lublin, 1994, p. 11 112 anche dal Concordato fra lo Stato polacco e il Vaticano, firmato nel 1925. Durante i lavori preparator? per il progetto del Concordato, i rappresentanti del governo polacco (fra i quali vi era anche il citato S. Grabski, autore delle leggi del 1924 sulle minoranze nazionali) molte volte avevano espresso preoccupazione per la Galizia Orientale, dove, a loro avviso, il clero greco-cattolico era considerato il pid forte sostenitore del_nazionalismo ucraino**, La Chiesa Cattolica di rito latino e la Chiesa Cattolica Uniate erano, in questi territori, in concorrenza fra loro per accrescere le proprie influenze a spese l’una dell’altra. Questa rivalita confessionale era collegata alla rivalita nazionale, perché l’espansione della Chiesa Greco-cattolica era vista come il rafforzamento dei punti d’appoggio degli ambienti ucraini, mentre l’espansione del rito latino veniva visto come il rafforzamento dei centri polacchi. Per questo motivo la competizione oltrepassava le questioni confessionali diventando un problema politico. Il Concordato fu l’espressione di tale situazione. In seguito alle decisioni dell’articolo XVIII del Concordato, che imponeva ai sacerdoti e ai fedeli di tutti i riti che si trovavano fuori dalle proprie diocesi di essere soggetti agli ordinari del posto, il raggio dell’azione missionaria della Chiesa Greco-cattolica fu limitato ai territori della sola Galizia Orientale °°. Era noto che i sacerdoti greco-cattolici yolevano ampliare la propria influenza soprattutto in Volinia, per ricostituire la situazione precedente alla soppressione delle diocesi uniate da parte del potere zarista. Ma il Concordato aveva efficacemente reso impossibile la loro aitivita fuori dalle tre diocesi, perché gli ordinari di rito latino non permettevano ai sacerdoti greco-cattolici di svolgere attivita nelle diocesi a loro sottoposte. L’opera missionaria del clero uniate divenne praticamente irrealizzabile**. L’intento di limitare le influenze del rito greco-cattolico era presente anche nell’articolo 1X del Concordato, inserito per interessamento dello stesso S. Grabski, nel quale era stata elencata la struttura organizzativa della Chiesa Cattolica, cioé di tutte le diocesi, comprese le tre uniati di Leopoli, Przemysl ¢ di Stanislaw6w5. Per rendere impossibili eventuali tendenze della Chiesa Greco-cattolica all’allargamento della propria giurisdizione, tutti i cambiamenti territoriali venivano subordinati, nel Concordato, all’assenso del governo polacco%*. J. Wislocki, op. cit, p. 132. Iidem, p. 133. Ibidem, p. 133, Papierzyriska-Turek, op. cit., p. 97. Wislocki, op. cit., p. 134. T. Sliwa, KoSciét Greckokatolicki w Polsce w latach 1918-39, in KoSciét w II Rzectypospolitej, Lublin, 1980, p. 152. Raeays 113 Con Varticolo XIX, il Concordato tutelava anche gli interessi dello Stato nella nomina dei parroci, non permettendo a chi non possedeva la cittadinanza polacca di occupare questo incarico. Il governo polacco era perd privato della sua influenza sulla scelta della lingua che veniva usata nella liturgia della Chiesa Uniates”. I vescovi ucraini, come anche quelli polacchi, erano obbligati a prestare giuramento, al cospetto del Presidente della Rzeczpospolita, di Iealta verso lo Stato Polacco. Questo giuramento impegnava gli ecclesiastici a non partecipare ad attivita che avrebbero potuto arrecare danni allo Stato Polacco od all’ordine pubblico®®. Lidea guida del principale rappresentante della parte polacca nei lavori per il Concordato, S. Grabski, fu quella di accelerare il processo di polonizzazione della Galizia Orientale. Il Concordato diventd un importante sostegno alla politica del governo polacco sulle minoranze, in particolare per indebolire le influenze della popolazione ucraina e per limitare l’attivita del clero uniate al territorio dei tre voivodati, con il contemporaneo rafforzamento dell’operato della Chiesa Cattolica di rito latino’. Dagli Ucraini galiziani il Concordato fu sentito come una manifestazione di favore verso i Polacchi e contraria agli Ucraini®. Un po’ alla volta si venne creando una tale tensione nei rapporti fra le due parti da portare all’odio ¢ alla violenza reciproca. Del resto Adolf Bocheriski, un giornalista polacco esperto nelle problematiche delle nazionalita, faceva notare che gli articoli della stampa polacca o i discorsi parlamentari riguardanti il tema ucraino, iniziavano sempre sottolineando Ia ‘superiorita della civilta’ del popolo polacco su quello ucraino, divulgando in questo modo odio ¢ disprezzo per tutto cid che era ucraino®!. A favorire la tensione e lo sviluppo dei nazionalismi era tutta la politica dello Stato polacco nei confronti delle nazionaliti, di cui ridimensionava i diritti in modo grave. Uno storico polacco, Jézef Lewandowski, aveva osservato che i rapporti polacco-ucraini nel periodo della II Rzeczpospolita costituiscono un tema scabroso e triste e che la 57 W. Myslek, Polityka wschodnia Kosciola katolickiego w Paristwie Polskim w Iatach 1918-39, “Cztowick i Swiatopoglad”, 3/4, 1968, p. 153, Papierzyriska- Turek, op. cit., p. 97. 58S. Stepiesi, Zycie religijne spolecznosci ukrairskiej w II Rzeczypospolitej, in Polska-Ukraina, 1000 lat sqsiedztwa, 1, Przemysl, 1990, p. 210. a Wistocki, op. cit., pp. 135-137. Myslek, op. cit., p. 128. 61 A. Bocheriski, S. Los, W. Baczkowski, Problem polsko-ukrairiski w Ziemi Czerwinskiej, Warszawa, 1938, pp. 11, 113, 114. 114 politica della I! Rzeczpospolita nei confronti delle minoranze appartiene a quelle pagine della storia che sono le pid difficili da difendere®. 62 J, Lewandowski, Kwestia ukrairiska w Il Rzeczypospolitej, “Aneks”, 28, 1982, p. 97 115

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