Agere e Agire

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omanda: Oggi si parla molto di "fare la verit�" rispetto al concetto greco della

"virt�", della verit� come fatto intellettuale, opponendolo al concetto di Verit�


biblico del "fare la verit�" e che trova riscontro anche nel nuovo Testamento, nel
vangelo di S. Giovanni. Quali contraddizioni vi sono e in quale misura possiamo
accettare questo concetto di fare la verit� per noi che crediamo nel concetto di
verit� come conquista dell'intelletto?

Risposta: Una cosa non esclude l'altra. Fare la verit� non significa che l'uomo
crea la verit�, significa che deve agire conformemente alla Verit�. Il verbo "fare"
in italiano � un verbo equivoco; cio� corrisponde al latino "facere" o "agere", due
verbi con significati completamente diversi. Agere � una cosa, facere � un'altra.
Infatti i greci hanno due verbi - il latino qui non fa altro che tradurre dal
greco- e parlo del latino filosofico, cio� "practein" e "poiein". Practein
corrisponde al facere latino e poiein corrisponde all'agere latino. Allora, se
facere significa ridurre tutto al practein, da cui la prassi, noi non possiamo
accettare quella interpretazione. Se invece il facere si riferisce all'agere,
l'agere in latino non � un facere all'esterno, ma � un agire all'interno; mi
spiego: se io fabbrico questo accendino, ho fatto un'opera e questo in latino �
"facere", perch� c'� un oggetto prodotto, cio� la mia azione ha prodotto qualcosa
di esterno, come un pittore "fa" un quadro. Questa azione corrisponde al "facere'
latino e al "practein" greco. Se io invece agisco dentro di me per perfezionarmi,
ad esempio per crearmi "l'habitus"della virt�, (habitus in termini aristotelici e
tomistici) per la ricerca della verit�, questo non � pi� facere, � agere e
corrisponde al "poiein". Cio� l'azione dell'agere � immanente (interna), per usare
il linguaggio scolastico, e corrisponde al momento contemplativo. L'azione del
facere � l'azione che "transita", che passa dal momento contemplativo interno
all'esterno in quanto produce un oggetto. Allora il facere la verit� che c'� anche
nel Vangelo significa questo: voi, ad ogni azione interna, cio� ad ogni atto di
perfezione interiore, dal punto di vista cristiano, o all'azione dell' "agere", che
� immanente, corrispondente al "poiein" greco, che poi significa creare, tanto �
vero che "poesia" non deriva da practein, prassi, ma da poiein, questo per il
cristiano si deve tradurre in un "facere" esterno.

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