Manuale Di Letteratura Italiana Medievale e Moderna

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MANUALE DI LETTERATURA ITALIANA MEDIEVALE E MODERNA

GIUSEPPE PARINI

1. LA VITA
 Nasce il 23 maggio del 1729 a Bosisio, in Brianza, da una famiglia piccolo-borghese, da
Francesco Maria, piccolo commerciante di seta, e Angiola Maria Caspani
 Una vecchia prozia, morendo, gli lascia un’eredità a patto che segua la carriera sacerdotale
 1739: si trasferisce a Milano, dove frequenta le scuole dei barnabiti di Sant’Alessandro
 1754: prende gli ordini, nonostante le difficoltà economiche e la salute cagionevole
 1752: pubblicazione prima raccolta poetica, ALCUNE POESIE DI RIPANO EUPILINO, nome
assunto in Arcadia e derivante dall’anagramma del suo nome, e dal nome latino del lago
Pusiano
 1753: ammesso all’Accademia dei Trasformati e alla quale collabora con componimenti poetici
e scritti in prosa
 1754-68: al servizio come precettore presso famiglie della nobiltà milanese (duca Serbelloni,
Imbonati), incarico che gli permette di entrare in contatto con la cultura francese e illuminata
 1768: nomina a poeta del Reggio Teatro Ducale, grazie alla pubblicazione del Mattino e del
Mezzogiorno; produce alcuni testi teatrali (ad es. L’Ascanio in alba)
 1768-96: lavora entro le strutture dell’amministrazione austriaca (Gazzetta di Milano, Scuole
Palatine, Scuole di Brera, Municipalità) e con esponenti/artisti del neoclassicismo (ideazione di
cicli pittorici ed edifici)
 1796-99 (città occupata dai francesi): continua la sua attività di docente
 Muore a Milano nell’agosto del 1799, pochi mesi dopo il ritorno degli austriaci, senza essere
riuscito a portare a termine la stesura finale del Giorno

2. IL DIALOGO SOPRA LA NOBILTA E GLI SCRITTI TEORICI


 All’Accademia dei Trasformati si compie la maturazione artistica di Parini:
- Sperimenta varie forme poetiche
- Pratica la scrittura satirica, in prosa e in versi
 DIALOGO SOPRA LA NOBILTÀ (1757)
- PLOT:
- Il testo rivela la conoscenza dei maggiori esponenti dell’Illuminismo (Montesquieu, Voltaire
e Rousseau)
- Momento significativo di riflessione sulla funzione sociale degli intellettuali
 DISCORSO SOPRA LA POESIA (1761)
- Pronunciato all’Accademia dei Trasformati
- La poetica pariniana resta fedele alla massima oraziana “miscere utile dulci” = Unire l’utile
al piacevole/dilettevole
- Celebra l’applicazione alle lettere dello “spirito filosofico”, che ha dissolto le nebbie del
passato portando “nuovi lumi” alla poetica
- P. si ispira ai principi dell’estetica sensistica (lettura di Du Bos, Locke, Condillac)
- Classicismo e Illuminismo, elementi caratterizzanti la sua produzione poetica
 DISCORSO SOPRA LA CARITÀ. PROLUSIONE (1762)
- Ribadisce il principio dell’utilità sociale delle lettere
 DE’ PRINCIPI FONDAMENTALI E GENERALI DELLE BELLE LETTERE APPLICATE ALLE BELLE ARTI
(1773-75)
- Nelle lezioni di Brera
- Pubblicate postume
- Poesia inserita nel sistema delle belle arti

3. LE ODI
 Storia editoriale:
- Scrive e divulga le odi dal 1750s al 1790s
- 1791: esce la 1° raccolta, per opera dell’amico Gambarelli, comprende 22 testi
- 1795: edizione accresciuta, per Bolzani
- 1802: nuova edizione postuma, per opera di Reina, edizione basata sui manoscritti, modica
ordine testi + alcuni soppressi
- Edizioni moderne: ritorno all’ed. di Gambarelli integrata ai testi successivi
 PRIME ODI (1758-66)
- Accademia dei Trasformati
- Temi di carattere civile e sociale
- Metrica: schemi arcadici, strofette da 8 settenari (1° ode); ritmo personalizzato e adeguato
alla struttura sintattica dell’argomentazione, in modo da temprarne la facile cantabilità
- RICORDIAMO:
1) La vita rustica (1758) → La vita di campagna è migliore rispetto a quella della città
2) La salubrità dell’aria (1759) → Denuncia la cattiva qualità dell’aria della città, paragone
con quella di campagna, migliore
3) Educazione (1764) → Dedicata al pupillo Carlo Imbonati; il centauro Chirone,
precettore di Achille delinea i punti qualificanti di una moderna educazione, basata
sulla virtù e sulla ragione
4) L’innesto del vaiolo (1765) → A favore dei nuovi sistemi di vaccinazione del vaiolo
 SECONDE ODI (1777-95)
- Temi sentimentali e morali legati alla riflessione sul ruolo del poeta
- Maturità artistica: raggiunge il modello oraziano dell’equilibrio
- Sensibilità neoclassica
- RICORDIAMO:
1) Caduta (1785) → Parini immagina di rivendicare orgogliosamente la propria libertà di
fronte a un presunto soccorritore che gli consiglia di comportarsi in maniera più servile
con i potenti
2) La magistratura (1788) → Dedicata al pretore Gritti di Vicenza e canta l’impegno civile
con il quale questi ha svolto il proprio compito
3) Il dono (1790) → Ringrazia Paola Castigliani per l’invio delle Tragedie di Alfieri
4) Alla Musa (1795) → Invita il marchese Febo d’Adda, nel pieno della serenità coniugale,
a non trascurare la poesia

4. IL GIORNO
 Vicenda redazionale complessa
- Il progetto originale prevedeva un 3° poemetto, insieme a IL MATTINO (1763) e IL
MEZZOGIORNO (1765), già pubblicati
- Parini cambia idea: decide di farne un unico poema col titolo Il Giorno, diviso in 4 parti (Il
Mattino, Il Meriggio, Il Vespro e La Notte, gli ultimi 2 rimasti incompleti)
- Profonda revisione de Il Mattino e de Il Mezzogiorno
- Opera rimasta incompiuta
- 1801: pubblicata postuma grazie al suo allievo Francesco Reina, che pubblica in maniera
arbitraria
 Forte connotazione satirica
 Si finge precettore, maestro di amabili costumi: vuole insegnare ad un Giovin Signore
aristocratico come debba trascorrere piacevolmente la giornata
 Ridicolizza e censura tutti gli aspetti di vacuità e di parassitismo della nobiltà contemporanea,
priva ormai di qualsiasi funzione sociale produttiva
 Ironia espressa in un linguaggio elegante e classicistico, perfetto equilibrio cifra stilistica-lirica
 Affresco della decadenza di una classe sociale
 Nemmeno le a borghesia sembra in grado di offrire ancore di salvataggio, protesa al lucro
 Vocazione moralistica e satirica, secondo la lezione della satira latina
 RIFERIMENTI:
- Virgilio, “Georgiche”
- Ovidio, “Ars amandi”
- Poesia didascalica del ‘500
- Poesia europea (Alexander Pope)
 METRICA: Endecasillabo sciolto, duttile e sintatticamente variabile, impreziosito dall’uso
dell’enjambement
 4 parti:
1) Il Mattino
- Segue le attività del nobile signore dal momento del risveglio, fino al momento in cui esce
di casa per andare a pranzo da una dama di cui è “cicisbeo” = cavalier servente,
accompagna pubblicamente la giovane sposa di un altro nobile
2) Il Meriggio
- Entra in scena la dama che scambia effusioni con il Giovin Signore nell’indifferenza del
marito e si svolge il rito del banchetto
3) Il Vespro
- Passeggiata in carrozza
- Amicizia ridotta a vuota formalità
4) La Notte
- Opposizione luce-tenebre: tenebre della notte contrapposte alle luci sfavillanti dei saloni da
ballo e da gioco
- Il Giovin Signore partecipa ad un sontuoso ricevimento
- Attività fatue (galanteria, gioco, ecc.)

5. LA FORTUNA
 Parini, considerato uno dei padri della rinascita morale della nazione, dopo le vacuità dei
periodi cortigiani e arcadici
 A consolidare la fama: Edizione curata dall’allievo Francesco Reina (1801-04) + Immagine
ritratta/descritta da Foscolo ne LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS e nei SEPOLCRI
 Leopardi gli dedica una delle OPERETTE MORALI (“Il Parini ovvero della gloria”), ma non lo
considera poeta di genio
 De Sanctis sostiene: “è il primo poeta della nuova letteratura” => Funzione etica e civile della
poesia
 Carducci lo ammira
 Benedetto Croce ridimensiona il valore di Parini come Poeta
 Walter Binni => Parini, sintesi di Arcadia e Illuminismo
 Dopo l’edizione critica di Isella, si apprezza l’aspetto sperimentale (piano della lingua e modelli
poetici)
 Critica recente: studio sul linguaggio poetico pariniano evidenziandone il suo legame con la
tradizione classica e la poesia didascalica del ‘500 e del ‘700

VITTORIO ALFIERI

1. LA VITA
 Nasce ad Asti il 17 gennaio 1749 dal conte Antonio Maria e da Monica Maillard de Tournon
 1758-1766: viene mandato a studiare alla Reale Accademia di Torino, dove riceve
un’educazione militare rigida e superficiale
 Uscito dall’Accademia, intraprende una serie di viaggi in Italia e in Europa. In questi anni (tra il
1766-69) entra in contatto con la cultura illuministica europea, vive diversi amori, si manifesta
l’irrequietezza che lo accompagnerà per tutta la vita
 Le prime prove letterarie sono in francese
 In italiano la sua prima tragedia, ANTONIO E CLEOPATRA (1775)
 Il successo lo spinge a dedicarsi alla scrittura di tragedie e a rinnegare il passato di ozio e
divertimenti. Decide di liberarsi della lingua francese che usava per scrivere/parlare
(“disfranciosarsi”). Studia i classici italiani e latini
 1774-75: avviene la scoperta della vocazione letteraria (L’avvicinamento alla letteratura è
reso difficile da una formazione culturale incerta e tardiva)
 1776: si trasferisce a Firenze dopo aver conosciuto la duchessa Luisa Stolberg-Gedern, contessa
d’Albany, destinata ad essere la donna della sua vita
 1780: dopo un soggiorno romano, riprende a viaggiare in Italia, Francia, Inghilterra
 1785-92: soggiorno in Alsazia, si dedica alla stesura ed edizione delle sue opere, dalle RIME alla
VITA
 Per la Rivoluzione francese = contento per gli esiti at first (ode A PARIGI SBASTIGLIATO), then
atteggiamenti critici, finally odio verso i francesi
 1792-1803: torna a Firenze dove si dedica alla stesura delle COMMEDIE fino alla morte
 POSIZIONI: Reazionarie
 Atteggiamento ribelle e orgoglioso, emblema della lotta per l’indipendenza italiana contro lo
straniero (mito di Alfieri “padre della patria”, fissato da Foscolo)

2. LE TRAGEDIE
 Tragedia “di carattere”, costruita attorno alla personalità del protagonista, servendosi delle
passioni
 Il tragico nasce dalla contrapposizione del protagonista a un’autorità politica/famigliare, che dà
origine a una ribelle ansia di libertà
 Il conflitto scoppia tra il tiranno e l’uomo libero
 TECNICA COMPOSITIVA: Ideare il soggetto + Stendere una narrazione in prosa + Verseggiare le
scene
 LINGUAGGIO TRAGICO: cerca uno stile proprio
 Uso dell’endecasillabo sciolto: in senso antimelodico, interrotto da brevi frasi
interrogative/esclamative, che portano al limite l’espressività tragica del metro
 19 tragedie
 I capolavori: IL SAUL (1782) e MIRRA (1784-86)
 IL SAUL (1782)
- Dedicato all’abate Tommaso Valperga di Caluso, segretario dell’Accademia delle Scienze di
Torino
- FONTE: Bibbia, in voga all’epoca = letta come testimonianza di un’antica civiltà
- La tragedia si gioca su atmosfere notturne (I e Ultimo atto)
- PLOT: Il re Saul, invidioso di David, promesso sposo della figlia Micol, si ribella alla volontà
divina, che lo vuole suo successore e che lo scaccia, andando incontro alla rovina. Alla fine,
Saul sceglie di morire da re, sfidando lo stesso Dio
- Saul, diviso tra gli impulsi tirannici e l’affetto paterno per la figlia Micol, tra l’amore e
l’invidia per David → PERSONAGGIO PROBLEMATICO
- Saul = personaggio adatto per esprimere l’atteggiamento ambivalente di Alfieri nei
confronti del conflitto potere-libertà, che oscilla tra la spinta di ribellione contro il tiranno e
il fascino esercitato dal potere
 MIRRA (1784-86)
- FONTE: X libro delle Metamorfosi di Ovidio
- PLOT: Mirra innamorata del padre Ciniro, re di Cipro. Sopraffatta dalla passione, Mirra
interrompe le nozze con il promesso sposo Pereo, e finisce con il confessare la passione
incestuosa per il padre. Di fronte all’orrore dei genitori, la giovane si toglie la vita
- La solitudine è conseguenza dell’amore = la allontana colpevolmente da un ambiente non
ostile ma famigliarmente affettuoso
- Il conflitto è tutto interno al personaggio = cerca di soffocare l’incestuoso desiderio
- Il suicidio di Mirra è una presa di coscienza della propria sconfitta
- Vertici della scrittura teatrale alfieriana

3. LE RIME E LA VITA
 LE RIME
- 1789: esce la 1° parte
- 1804: escono quelle scritte negli anni successive, postume
- TEMA PRINCIPALE: Autobiografismo, il poeta costruisce di sé un’ideale immagine come
uomo libero e sdegnoso
- Influssi /Influenze molteplici (barocchi, arcadici, Dante, Petrarca)
- Le rime nascono da momenti di solitudine e commozione, dalla vista di paesaggi, dai
turbamenti dell’anima tra opposti sentimenti e dal desiderio per la donna amata e
lontana
- Grande notorietà presso la generazione successiva
- Contribuiscono alla costruzione dell’immagine sregolata e romantica del poeta
 VITA DI VITTORIO ALFIERI SCRITTA DA ESSO
- Inizia a scrivere a Parigi nel 1790, portata a termine nel 1803, stampata postuma nel 1806
- TEMA PRINCIPALE: Autobiografismo, genere in voga all’epoca (Memorie di Goldoni,
Confessioni di Rousseau)
- Grande fortuna
- Opera divisa in 2 Parti
- Parte Prima divisa in 4 epoche: Puerizia, Adolescenza, Giovinezza, Virilità
- Parte Seconda: continuazione dell’ultima epoca (Virilità)
- Presenta se stesso come un giovane insofferente delle regole impostegli da una società
rigida che pretende di imporre i comportamenti, le scelte di vita, le letture e le fantasie
- Grande importanza all’infanzia, caratterizzata da “umor malinconico” e orgoglio
insofferente alle umiliazioni → tipiche anche dell’uomo
- Viene vista come l’opera più vitale dell’autore
4. GLI SCRITTI POLITICO-MORALI E LA PRODUZIONE SATIRICA
 DELLA TIRANNIDE
- Breve trattato in prosa
- Scritto nel 1777, stampato nel 1789
- Teorizza l’inconciliabilità dell’uomo libero con il potere assoluto
- Influenze: Machiavelli, Montesquieu, esempi classici
- Non è possibile praticare la libertà nel mondo moderno; unica soluzione è “morire da
forti”, respingendo ogni compromesso
 DEL PRINCIPE E DELLE LETTERE
- Scritto nel 1778-86, stampato nel 1789
- Diviso in 3 libri
- Prende in esame la contrapposizione inconciliabile tra potere politico e letteratura
- Condanna al mecenatismo: gli scrittori devo sottrarsi alle lusinghe dei potenti e svolgere la
loro funzione etica per dar voce ai sentimenti di libertà
 PANEGIRICO DI PLINIO A TROIANO
- Scritto nel 1785, stampato nel 1787 con dedica a Luigi XVI
- Invito al tiranno a rinunciare al potere e a restaurare la Repubblica
 PRODUZIONE SATIRICA
- Composizione di 17 satire, pubblicate postume
- In terza rima secondo la tradizione ariostesca
- Bersaglio, il mondo contemporaneo (bersagli politico-sociali, idee dei philosophes)
- Giovenale, autore di riferimento (“l’indignazione è l’origine della poesia”)
 6 COMMEDIE
- Postume, 1806
- TEMI: Politici e moralistici (degenerazioni della tirannide, ipocrisia dell’istituzione
matrimoniale, ecc.)

BREF: la produzione satirica e le commedie sono considerate/interpretate dalla critica come il rovescio
complementare dell’espressione artistica tragica alfieriana

5. LA FORTUNA
 Parini e Monti non lo apprezzano (“carattere insipido e non sciolto del suo verso”)
 Foscolo lo elegge “guida morale” ne “Ultime lettere da Jacopo Ortis” e nei “Sepolcri”
 Schlegel lo stronca, lo giudica impoetico e incapace di disegnare organicamente l’azione tragica
 Croce lo definisce “protoromantico” per lo spiccato individualismo e la forte rappresentazione
delle passioni, iniziatore della moderna letteratura
 ‘900: Alfieri è visto nel suo esser poeta (l’interpretazione politica lascia il campo a quella lirica)
 Fubini pone l’accento sul pessimismo alfieriano e lo raccorda al momento di passaggio tra
Illuminismo e Romanticismo
 Critica recente: forte in A. il legame col suo secolo e la tradizione letteraria precedente
 Riconosciuto il carattere apolitico e metastorico della sua tragedia e della sua critica alla
tirannide
CARLO GOLDONI

1. LA VITA
 Nasce a Venezia il 25 febbraio 1707
 Viene mandato a studiare giurisprudenza al Collegio Ghislieri di Pavia, dal quale è espulso nel
1725 per aver scritto versi satirici
 1731: ottieni il titolo di avvocato presso l’Università di Padova
 Inizia a scrivere per il teatro in the meantime, attività che affranca all’avvocatura fino al 1748
 1734: incontro con il capocomico Giuseppe Imer e l’incarico di scrivere intermezzi e
melodrammi per il teatro San Samuele
 1745-48: Lascia Venezia per sfuggire alle difficoltà economiche; trascorre 3 anni a Pisa
esercitando l’avvocatura; incontro con Michele Medebach, capocomico, lo assume come
autore stabile del teatro Sant’Angelo di Venezia
 1748-53: prende corpo la riforma goldoniana del teatro
 1753-62: in seguito a disaccordi con Medebach, passa a servizio del teatro San Luca
 Fama nazionale, fa discutere la riforma
 1762: si trasferisce a Parigi, lavora per la Comédie Italienne, torna a scrivere canovacci per
recite a soggetto (= rispetta il gusto del pubblico), precettore delle figlie e della nuora di Luigi
XV
 1793: muore in miseria a Parigi, anziano e afflitto dalla cecità

2. LA RIFORMA GOLDONIANA
 Rivoluziona il teatro comico italiano sottraendolo da:
- Recite a soggetto/simply canovaccio
- Tradizione delle maschere della Commedia dell’Arte
- Eclettismo di temi
- Facile presa sullo spettatore
- No realismo/verosimiglianza
 TEMI:
- Rappresentazione della borghesia
- Scene di vita popolare
- Conflitti nobiliari
 PUNTI FONDAMENTALI DELLA POETICA/RIFORMA:
- Imitazione della natura/istanza del realismo = attinge i soggetti dal “libro del mondo”
- Scrittura integrale dei testi
- Analisi critica della realtà sociale
- Funzione etica della rappresentazione
- Ambienti sociali e situazioni ispirate alla società contemporanea (borghese, nobiliare,
popolare)
 Collaborazione con il capocomico Imer = dalla semplice stesura di canovacci a scrittura testi
integrali
 1738: MOMOLO CORTESAN, 1° commedia con parte del protagonista scritta per intero
 1743: LA DONNA DI GARBO, 1° commedia interamente scritta
 1750: avvia la stampa delle sue opere, corredandola di Prefazione nella quale chiarisce i princìpi
della propria scrittura teatrale
 I capolavori:
1) LA BOTTEGA DEL CAFFÈ (1750-51)
- PLOT: il caffettiere Ridolfo, uomo dabbene, si sforza di risolvere positivamente una serie di
complicate situazioni
2) LA LOCANDIERA (1752)
- PLOT: Mirandolina gestisce una locanda a Firenze. Si prende gioco del misogino Cavaliere di
Ripafratta facendolo innamorare, per poi rifiutare il suo amore e sposare il servitore
Fabrizio
- Confronto tra differenti classi sociali (Marchese di Forlimpopoli = aristocrazia impoverita;
Conte d’Albafiorita = borghesia arricchita)
- Le vicende sentimentali sono subordinate alla logica sociale
 I successi del 1748-49 provocano la rivalità dell’abate Pietro Chiari, accusa G. di
inverosimiglianza (anche dal punto di vista linguistico). G. si difende sostenendo che, non la
lingua, ma il “carattere” /la caratterizzazione del personaggio fa la commedia

3. GLI ANNI DIFFICILI E I CAPOLAVORI DEI PRIMI ANNI SESSANTA


 1753-62: in seguito a disaccordi con Medebach, passa a servizio del teatro San Luca → Anni
difficili: deve adattarsi a novità + crisi depressiva + attacchi dall’abate Chiari
 Reagisce sperimentando/sperimentalismo → Fiaschi e successi con commedie esotiche,
lontane dalla riforma:
1) LA SPOSA PERSIANA (1753), lontana dai principi della riforma
2) IL CAMPIELLO (1756), vicende di popolani di una piazza veneziana, scritta in dialetto, in versi
endecasillabi e settenari
3) GLI INNAMORATI (1759), dissidi provocati dalla gelosia tra 2 borghesi, con grande capacità di
analisi psicologica
 Grandi testi anni ’60:
1) RUSTEGHI (1760), conflitto generazionale tra 4 vecchi “rustici”/difensori dei valori antichi e
un gruppo di giovani che vogliono vivere secondo le proprie regole senza rinunciare alle
gioie della vita
2) LE BARUFFE CHIOZZOTTE (1762), rappresentata la classe popolare attraverso la vita
quotidiana dei pescatori di Chioggia, uso del dialetto = ricerca del realismo

4. LE OPERE PARIGINE E I MEMOIRS


 1762: G. parte per Parigi, attratto dalla prospettiva di uno stipendio fisso garantito dalla corte di
Francia, con l’incarico di lavorare per la Comédie Italienne
 Ma problems:
- La Comédie Italienne era stata accorpata all’Opéra Comique (= opera mista di dialoghi
recitati e musica), in posiz. subordinata
- Gli attori erano ancora legati alla recita a soggetto
 Scrive in italiano ma insuccesso; passa al francese e compone semplici scenari
 1765: G. deluso, si ritira dal teatro e diventa precettore di italiano della famiglia reale
 1771: ritorna sulle scene con LE BOURREAU BIENFAISANT, pessimistica rappresentazione delle
inquietudini sociali dei nuovi ricchi, ispirata a L’AVARE di Molière
 1787: escono i MÉMOIRS a Parigi nel 1787 in 3 volumi e trattano 3 periodi (Anni giovanili, della
riforma, francesi); traccia un ideale ritratto umano e artistica; in francese = consapevole della
sua fama di portata europea

5. LA FORTUNA
 De Sanctis = G. un modernizzatore per lo slancio realistico e antiaccademico, lo definisce il
“Galileo della nuova letteratura”
 Critica ‘800-900 sottovaluta l’aspetto artistico e letterario di G. commediografo, rivalutato
nella seconda metà del ‘900
 Ultimi decenni = alla luce i complessi rapporti del teatro goldoniano con le realtà conflittuali
della società borghese del tempo e ha valorizzato l’aspetto più specificatamente teatrale
delle commedie, aprendo la strada a una lettura pluralista che tiene conto delle potenzialità
della scrittura goldoniana in grado di esplicarsi attraverso la messa in scena
 Gianfranco Folena = Interessa per lo studio della lingua goldoniana.
- G. abbandona l’uso del plurilinguismo tipico del teatro delle maschere e passa ad una scelta
consapevole dell’italiano letterario o del veneziano
- Nuovo interesse alle differenziazioni geografiche o sociali dei parlanti

UGO FOSCOLO

1. LA VITA
 Nasce il 6 febbraio 1778 a Zante, una delle Isole Ionie appartenente alla Repubblica di Venezia
 1785: Si trasferisce con la famiglia a Spalato in Dalmazia, frequenta il seminario vescovile
 1788: Dopo la morte del padre, per difficoltà economiche i fratelli vengono divisi; torna a
Zante da una zia
 1792: la madre riunisce la famiglia a Venezia; frequenta i salotti dell’aristocrazia, legge classici
latini, greci, italiani e la letteratura illuministica; frequenta l’Università di Padova; compie i
primi tentativi poetici; aderisce alle idee rivoluzionarie
 1797: mette in scena TIESTE, tragedia pervasa di spirito anti-tirannico (Alfieri); fugge a Bologna
(entrata a far parte della Rep. Cispadana), sospettato dal governo oligarchico e conservatore di
Venezia; si arruola nel corpo dei cacciatori a cavallo; pubblica l’ode A BONAPARTE LIBERATORE
 Maggio 1797: ritorna a Venezia, caduta in mano ai rivoluzionari; si sente tradito da Napoleone
che cede Venezia all’Austria (TRATTATO DI CAMPOFORMIO); si trasferisce a Milano per alcuni
mesi, inframmezzati da viaggi a Bologna e altre città; collabora al MONITORE ITALIANO e altri
periodici
 1798: inizia a Bologna la stampa dell’ORTIS
 1799: si arruola nella Guardia Nazionale per partecipare alla difesa della Rep. Cisalpina
insieme ai francesi; missioni militari; pubblicata A LUIGIA PALLACINI CADUTA DA CAVALLO;
incontro con Antonietta Fagnani, per la quale scrive ALL’AMICA RISANATA
 1801: stampe dell’ORTIS MILANESE
 1802-1803: pubblicate varie edizioni delle sue poesie; stampata la traduzione/commento alla
CHIOMA DI BERENICE (del greco Callimaco)
 1804-1806: si reca nel Nord Francia al seguito dell’esercito napoleonico, che progettava per
invadere l’Inghilterra; scrive NOTIZIA INTORNO A DIDIMO CHIERICO e traduce VIAGGIO
SENTIMENTALE di Sterne; relazione con l’inglese Fanny; avrà una figlia, Mary detta Floriana
 1807: torna in Italia e pubblica Dei Sepolcri
 1808: nominato professore di eloquenza all’Università di Pavia, ma la cattedra viene soppressa
 1811: AJACE, tragedia, proibita dalla censura cuz antinapoleonica; rottura definitiva tra il
poeta e l’impero napoleonico
 18012-13: soggiorno a Firenze; lavora alle GRAZIE
 1813: torna a Milano, in mano agli austriaci e rifiuta la proposta di dirigere la rivista culturale
BIBLIOTECA ITALIANA
 1815: fugge in Svizzera, perseguitato dalla polizia; pubblica nuova ed. dell’ORTIS
 1816: fugge a Londra; accolto benevolmente at first, ma carattere difficile che gli aliena le
simpatie; compone molti scritti di critica letteraria; afflitto da problemi economici
 1827: muore a Turnham Green; le spoglie vengono portate a Firenze nel 1871 nella Chiesa di
Santa Fiore

2. LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS


 Storia redazionale complessa (20 anni)
 1796, nel piano di studi “Laura. Lettere” → Intenzione di scrivere un rom. Epistolare
1) I° EDIZIONE – ORTIS BOLOGNESE (1798-99)
- Curata fino alla Lettera XLV da F., interrotto per partenza al reggimento
- Concluso da Angelo Sassoli, senza l’autorizzazione di F.
- Uscita nel 1799
- Bloccata dalla censura
2) II° EDIZIONE – ORTIS MILANESE (1801-02)
- Esce nel 1802 per Genio Tipografico
- Edizione arricchita → pagine autobiografiche + lettere realmente inviate
3) III° EDIZIONE – ZURIGO (1816)
- Per Orell e Fussli
- Significative aggiunte che fanno riferimento criticamente agli anni dell’impero napoleonico
4) IV° EDIZIONE – LONDRA (187)
- Edizione definitiva
 MODELLI:
- I dolori del giovane Werther, Goethe
- Viaggio sentimentale, Sterne
- La Novella Eloisa, Rousseau
- Pamela, Richardson
 WHEN: ottobre 17897 e marzo 1799
 PLOT: Rifugiatosi sui Colli Euganei dopo il Trattato di Campoformio, Jacopo Ortis si innamora di
Teresa, già promessa a Odoardo, nobile e ricco ma mediocre e insensibile. Si allontana da lei,
viaggiando per l’Italia. Venuto a conoscenza del matrimonio della giovane, si suicida (per amore
e per ragioni politiche)
 IL NOME: Da Gerolamo Ortis, studente suicidatosi a Padova + Omaggio a Rousseau
 STRUTTURA: Lettere inviate da J. All’amico Lorenzo Alderani
 CARATTERISTICHE: Matrice autobiografica del giovane F., quasi “ritratto dell’artista da giovane”
 TEMI:
- POLITICO (Ideali di patria e libertà) e AMOROSO = Both destinati al fallimento e
disillusione
- MITO DELLA BELLEZZA SERENATRICE
- SEPOLCRO = Strumento per corrispondenza ideale tra vivi e morti
 SCRITTURA: Sperimentalismo + Suggestioni ossianiche e grayane + Suggestioni dalla narrativa
francese e inglese
 PROTAGONISTA: J. Ortis = ribelle, orgoglioso, si abbandona alle passioni (anche le più
distruttive), torn between Ideale e Reale, aspirazioni del singolo VS società che le schiaccia
 Opera centrale nella sua biografia poetica (→ lavorata per 20 anni)

3. I SONETTI E LE ODI
 Diverse edizioni:
1) 1802, Pisa, sul Nuovo Giornale dei Letterati → 8 sonetti + Ode “A Luigia Pallacini”
2) 1803, Pisa → Stessi testi riprodotti in volume
3) 1803, Milano, Destefanis → Esce “Poesie”; stessi testi + Ode “Alla amica risanata” + Sonetti
(Alla sera; A Zacinto; Alla Musa)
4) 1803, Milano, Agnello Nobile → Stessi testi + sonetto “In morte del fratello Giovanni”
 Con la raccolta, F. rifiuta tutte le poesie composte prima
 Cura nell’allestimento: “labor limae” (= limatura, si è affinato), attenzione all’ordinamento dei
testi, selettività metrica (ode del modello pariniano; il sonetto, non più praticato dalla next
generation), selettività dei temi
 Si presenta al pubblico con un profilo netto e consapevole
 TEMI:
- Celebrazione neoclassica della bellezza
- Funzione eternatrice della poesia
- Esilio del poeta
 Novità nel linguaggio poetico e intensità dei contenuti = Vertici della produzione F. + Esiti
migliori della lirica ‘700/’800
 Ricordiamo:
1) A LUIGIA PALLACINI CADUTA DA CAVALLO (1799-1800)
- Strofe in settenari
- Incidente che aveva offuscato la bellezza della donna
2) ALLA AMICA RISANATA (1802-1803)
- 5 settenari + Chiusura con endecasillabo (= discorsività)
- Temi: Culto della bellezza; Contemplazione delle Grazie; Rievocazione della patria d’origine
3) SOLCATA HO LA FRONTE
- Sonetto
- Vena autobiografica, alfieriana (“Sublime specchio di veraci detti”)
4) ALLA SERA
- Immagine della sera, vicina a quella della morte, nella quale lo spirito “guerrier” del poeta
trova la pace
5) A ZACINTO
- Parallelo Ulisse-Foscolo, entrambi destinati all’esilio
- Destino amaro per F. = mai ritorno
6) IN MORTE AL FRATELLO GIOVANNI
- Modello catulliano dell’elegia in morte del fratello
- Dedicato al fratello, suicida per debiti di gioco

4. DEI SEPOLCRI
 Esce a Brescia, 1807, presso l’editore Bettoni
 Carme sul tema dei sepolcri
 WHY ALL OF THAT:
1) Conversazione con Isabella Teotochi e Pindemonte a Venezia, about estensione all’Italia
dell’editto napoleonico che sanciva di seppellire i defunti al difuori delle città e stabiliva i
parametri per le lapidi
2) Suggestioni poesia sepolcrale = Thomas Grey, Edward Young e Alessandro Verri (“Notti
romane”)
 F. si distanzia dalla poesia sepolcrale → Celebra il valore delle sepolture in funzione civile e
politica + Individua il valore delle sepolture nel legame che esse contribuiscono a mantenere
tra i vivi e i morti (“corrispondenza d’amorosi sensi”)
 Composti in un lasso di tempo breve
 Dedicati a Pindemonte
 4 parti:
1) I° PARTE (vv.1-90)
- I sepolcri tengono vivo il ricordo dei defunti presso i vivi
- Critica la nuova legge = unisce nella sepoltura buoni e malvagi
2) II° PARTE (vv.91-150)
- Ripercorre le tappe del culto dei morti since the beginning
3) III° PARTE (vv.151-212)
- Canta il valore civile delle tombe degli uomini grandi (italiani illustri a Santa Croce + Greci
morti a Maratona)
4) IV° (vv.213-295)
- Celebra il valore della poesia che va oltre la morte
- Chiusura con le parole di Cassandra che prevedono la fine di Troia e la sua gloria futura,
cantata da Omero
 Struttura complessa, andamento desultorio dell’argomentazione, molteplici riferimenti
(giudicato “oscuro” da alcuni contemporanei)
 Legame con la poesia degli antichi (dai Greci)
 Classicità ed esemplarità del carme: adozione dell’endecasillabo sciolto (come equivalente del
moderno esametro) e note dell’autore
 Esprimono la concezione materialistica e la tensione civile del poeta
 Celebrano la Funzione eternatrice della poesia
 Capolavoro maturo e vertice della poesia neoclassica

5. LE GRAZIE
 DATE DI COMPOSIZIONE:
-1812-1813: Soggiorno fiorentino, lavora intensamente all’opera, con l’obiettivo first di
comporre un lungo inno, then testo in 3 parti
-Dopo il 1813: Trasferimento a Milano (+rivincita degli austriaci + eventi legati alla sconfitta dei
francesi) e fuga del poeta in Svizzera e in Inghilterra, il lavoro rallenta e poi si blocca del tutto
 TEMI: Esaltazione della bellezza ideale + Nostalgia per la scomparsa della bellezza e per il
trionfo della barbarie
 STRUTTURA: 3 parti
1) INNO A VENERE
- Ispirato alla Venere di Canova installata a Firenza nel 1812
- Narra la nascita del mare greco di Venere e delle Grazie
2) INNO A VESTA
- Dedicato alla protettrice del focolare domestico
- Narra il passaggio delle Grazie dalla Grecia all’Italia
3) INNO A PALLADE
- Ambientato nel continente di Atlantide, dove le Grazie sono costrette a rifugiarsi a causa
della costruzione del mondo moderno
- Molto frammentaria
 FORME: Neoclassicismo + Lingua letteraria e raffinata + Poesia colta, piena di riferimenti
mitologici
→ Insegue modelli classici di poesia (Pindaro, Catullo, Omero, Callimaco); si distacca dai
modelli settecenteschi che lo avevano influenzato (Poesia sepolcrale e ossianica)
 Il linguaggio poetico, deve essere esemplato su quello degli antichi
 Opera più tormentata + Lunga vicenda redazionale + Incompiuta, quasi a testimoniare
l’impossibilità di giungere alla perfetta rappresentazione dell’ideale bellezza neoclassica

6. IL FOSCOLO DEL DIDIMO CHIERICO


 1804-06: soggiorno nella Manica, traduce VIAGGIO SENTIMENTALE di Sterne, completato a
Firenze, pubblicato a Pisa nel 1813 sotto il nome di Didimi Chierico
 Con allegato nell’appendice NOTIZIA INTORNO A DIDIMO CHIERICO, intellettuale disilluso,
ironico, disgustato dalla vanità del mondo letterario, cinico e distaccato
 IL NOME:
- “Didimo”, erudito alessandrino + “didymos”, doppio
- “Chierico”, condizione dell’ecclesiastico (ref. a Yorick di Sterne)
 Rovescio di J. Ortis, alter ego di Foscolo
 Sperimenta una nuova scrittura di tipo umoristico
 INSPIRATIONAL SOURCE: VIAGGIO SENTIMENTALE, Sterne

7. SCRITTI VARI DI CRITICA


 Anni inglesi
 OPERE CRITICHE:
1) DISCORSO SUL TESTO DELLA DIVINA COMMEDIA (1825)
- Riscopritore di Dante → poeta primitivo e padre delle patrie lettere
2) SAGGI SU PETRARCA (1823)
- Interpretazioni su Petrarca
- Parallelo tra Dante (= impegnato e militante) e Petrarca (= intimistico e distaccato),
atteggiamenti contrari di fronte alla poesia e alla storia
3) DISCORSO STORICO SUL TESTO DEL DECAMERONE (18259
- Questioni filologiche e linguistiche
4) EPOCHE DELLA LINGUA ITALIANA (1823-25)
- Profilo storico della lett. italiana
5) SAGGIO SULLA LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA (1818)
- Interesse alle tendenze attuali
6) DELLA NUOVA SCUOLA DRAMMATICA ITALIANA (1826)
- Prende le distanze dalla nuova poetica romantica del vero
- Rivendica il valore poetico della mitologia

8. LA FORTUNA
 La sua fama letteraria, dovuta al mito dell’ORTIS, con i SONETTI e la ricostruzione del proprio
percorso intellettuale del periodo inglese
 ‘800: esaltazione patriottica da parte della generazione mazziniana
 De Sanctis loda l’eccellenza dei SEPOLCRI, valutazione riduttiva delle GRAZIE
 ‘900: rivalutata la poesia delle GRAZIE (liricità frammentaria is good)
 Croce: influssi di Vico nella poetica di F.
 Fubini: riscopre il Foscolo didimeo, ironico e lucido contrapponendolo all’ortisiano (patriottico,
passionale)
 Ultimi decenni: attenzione agli aspetti stilistici e linguistici, indagine sul legame con la
tradizione classica, rapporti con le vicende politiche dell’età giacobina e napoleonica e
sottrazione alle interpretazioni ideologiche

ALESSANDRO MANZONI

1. LA VITA
 1785: nasce a Milano dal Conte Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, nipote di Cesare Beccaria (Dei
delitti e delle pene). I genitori si separano, la madre convive con Carlo Imbonati
 1796-98: adolescenza trascorsa nei collegi dei Padri Somaschi e dei Barnabiti, visse nella casa
paterna, atteggiamento insofferente nei confronti del padre (= educazione repressiva e retriva),
si avvicina a posizioni giacobine in politica e neoclassiche in letteratura; conosce Cuoco e
Lomonaco → supera il giacobinismo + si avvicina alle idee liberali
 1805 (momento di svolta): raggiunge la madre a Parigi alla morte di Imbonati, scrive IN
MORTE DEI CARLO IMBONATI (continua la lezione di Parini e illuminismo lombardo)
 1805-10: anni decisivi per la sua formazione → frequenta gli ultimi illuministi + conosce
Claude Fauriel = amico e tramite prezioso che agevolò nella sua formazione un passaggio
naturale dall’Illuminismo al Romanticismo
 1810: ritorno a Milano e conversione religiosa →frequenta ambienti vicino al giansenismo +
disturbi psicologici (agorafobia) + perse di vista la moglie Enrichetta Blondel durante le
celebrazioni per il matrimonio di Napoleone, ritrovata miracolosamente nella chiesa di San
Rocco dove si era rifugiato
 1812-15: scrive gli INNI SACRI (primi sintomi di una svolta poetica)
 1815-25: Inizia un’intesa attività letteraria (CONTE DI CARMAGNOLA, ADELCHI, ODI DI MARZO
1821, CINQUE MAGGIO, FERMO LUCIA, APPENDICE STORICA SULLA COLONNA INFAME,
VENTISETTANA = rielaborazione del F. e L.)
 1827: attenzione ai problemi linguistici e filosofici → convinto dell’impossibilità di conciliare
verità e finzione nel romanzo storico + revisione linguistica dei Promessi Sposi a Firenze
(“risciacquare i panni in Arno = impossessarsi del toscano vivo, lingua d’uso comprensibile in
tutta Italia) + continui lutti famigliari (moglie, figli, Fauriel)
 1837: sposa Teresa Borri vedova Stampa + ripresa attività creativa/attività speculativa di
filosofo, storiografo, moralista attratto dallo studio di problemi critici, teorici, linguistici
→ consolidano l’immagine di intellettuale e padre spirituale della futura nazione
 1840: comincia a uscire a dispense l’edizione definitiva dei Promessi sposi/Quarantana
 1850: pubblica 2 scritti di poetica, DEL ROMANZO STORICO e DELL’INVENZIONE
 1860: nomina senatore
 1868: come presidente della Commissione parlamentare sull’unità linguistica, pubblica
DELL’UNITÀ DELLA LINGUA E DEI MEZZI PER DIFFONDERLA
 1873: muore a Milano il 22 maggio

2. LA LIRICA
1) PRIME ESPERIENZE
- Impatto formale classico, contenuti influenzati dalla tradizione illuministico, culto per la
virtù e giustizia =IDEALI DIADATTICO-ILLUMINISTICI + NEOCLASSICISMO
- Esempi:
 IL TRIONFO DELLA LIBERTÀ (1801) => collegata alla vittoria bonapartiana di Marengo e
proclamazione della Repubblica Cisalpina + si sentono gli ideali giacobini + M. già
consapevole dei loro rischi + poemetto-visione in 4 canti in terzine
 QUATTRO SERMONI SATIRICI => condanna e stigmatizza il servilismo e l’adulazione che
fanno ai nuovi dominatori francesi
 CAPEL BRUNO, ALTA FRONTE, OCCHIO LOQUACE => influenza di Alfieri + sonetto
autoritratto
 IN MORTE A CARLO IMBONATI => sorta di dialogo morale con Imbonati + appare in
sogno al poeta al fine di consolarlo e dettargli una precisa linea di condotta etica (no
vizi, no compromessi, ricerca del vero, nozione utile dell’ufficio della letteratura) +
carme in endecasillabi sciolti
2) GLI INNI SACRI (1815-17)
- Concepiti nel 1812 come una collana si componimenti dedicati alle festività maggiori del
calendario liturgico
- Conciliazione ideali giovanili didattico-illuministici e istanze religiose e spirituali (maturate
nel 1809)
- Volontà di rinnovamento tematico e linguistico
- Poesia corale che esprime i valori collettivi ed egualitari del popolo cristiano
- I misteri della fede cattolica, con il loro continuo innovarsi nelle forme del presente,
costituiscono un modello epico coinvolgente per la comunità di fedeli
- Si concentra sui momenti fondamentali della vita di Cristo
- Religiosità inquieta = prevale una dimensione riservata, meditativa e inquieta + angosciosi
interrogativi sull’incomprensibilità e irragionevolezza del dolore e sofferenza umana
- Sperimentalismo = ode pariniana/schemi classicisti + linguaggio liturgico
- Contrasto stridente tra linguaggio usurato e retorico e originalità
3) LE CANZONI E LE ODI CIVILI
- Guarda con interesse alle vicende politiche italiane, a partire dagli avvenimenti collegati
alla crisi del regime napoleonico
- La poesia civile manzoniana si nutre di tensione etica combattiva che promuove le
legittime aspirazioni di tutto un popolo all’indipendenza dallo straniero, concorrendo così
alla progressiva maturazione di una coscienza patriottica cui l’autore stesso mantiene
fede nel corso degli anni
 CINQUE MAGGIO (la più famosa) => censurata dalle autorità austriache + rapida
diffusione clandestina all’estero e in Italia + desolata fine di Napoleone riletta in chiave
epico-religiosa

3. IL TEATRO
 Nozione utilitaristica del teatro, ancorata alla duplice istanza estetica e storica (ancorata)
- Memore della condanna espressa dai moralisti francesi del 600 verso il dramma
classicistico quale scena di desideri e passioni
- Nuovi drammaturgi tedeschi (Schiller)
- Studio delle opere di Shakespeare e lettura in chiave romantica
 La tragedia deve essere capace di avvicinare il pubblico alle virtù cristiane della rassegnazione
e della speranza attraverso la riflessione sui patimenti e sui dolori sofferti dall’eroe
 La verosimiglianza rende più interessante l’intreccio
 L’autore deve attenersi a fatti realmente accaduti e ricostruire i sentimenti che3 li hanno
generati
 L’immaginario integra e completa la storia
 Rigetto delle unità aristoteliche → drammaturgia artificiosa e ingannevole
 Sì ad una raffigurazione più realistica della complessità delle dinamiche storiche
 Scelte formali e linguistiche: si affranca dai canoni del teatro classico → termini di uso comune
+ endecasillabo sciolto piegato in senso prosastico (= vicino alla prosa)
 Ripristino del coro → “cantuccio” riservato al poeta per esporre liberamente le proprie
considerazioni sulla vicenda rappresentata, restandone al di fuori
 LE BUT: Suscitare nelle coscienze dei lettori/spettatori una disposizione critica
1) IL CONTE DI CARMAGNOLA
- Composto tra il 1816-19
- Stampata nel 1820
- Collegata alla vicenda di Francesco di Bussone detto il Carmagnola, capitano di ventura
italiano nel 400
- PLOT: Il Carmagnola dopo la vittoria sulle armate del suo antico signore, il duca di Milano
Filippo Maria Visconti, viene accusato di tradimento e condannato a morte dal senato della
Repubblica di Venezia
- TEMA CENTRALE: Conflitto tra l’ideale e reale → Ragion di Stato VS Coscienza dell’uomo
giusto
2) L’ADELCHI
- Composto tra il 1820-1822
- Stampata nel 1822
- Si ispira agli avvenimenti che precedono la caduta dell’ultimo sovrano della dinastia
longobarda in Italia, Adelchi, ad opera di Carlo Magno appoggiato dall’autorità del papa
- TEMA CENTRALE: Conflitto tra l’ideale e reale → Fatale necessità storica della violenza VS
Aspirazione all’esercizio morale della virtù e giustizia
 WHY: Lettura della Storia delle repubbliche italiane del Medioevo di Jean-Charles-Léonard
Sismonde de Sismondi + Frequentazione con lo storiografo Jacques-Nicolas-Augustin Thierry
 TEMA CENTRALE: Conflitto tra l’ideale e reale
 TEMA COMUNE: Riscatto politico del popolo italiano, costretto a subir/assistere impotente alla
sua decadenza politica e morale (= lotte per il dominio longobardo-francese, lotte fratricide fra
Stati regionali, dominio austriaco all’epoca)
 La sconfitta dell’ideale si accompagna all’amara constatazione che la morte rimane l’unica
possibilità di riscatto in un mondo soggiogato dal male e dalla ferocia dei potenti
 Si può essere soltanto oppressi o oppressori

4. I PROMESSI SPOSI
 WHY
- La tragedia storica e la poesia drammatica sono insufficienti a rappresentare l’ordinaria
condizione morale e sociale dell’uomo => non lascia spazio alla riflessione critica del
lettore/spettatore + non permette di recuperare la parte perduta del passato/i pensieri, i
sentimenti che accompagnano le decisioni degli uomini/genti anonime
- Potenzialità del romanzo => successo Ivanhoe di Scott + struttura letteraria fruibile e più
aperta + capace di rappresentare realtà umane concrete e concrete per un pubblico vasto +
adozione lingua comune (= no aulica, no regionalismi)
 INIZIO STESURA: 24 aprile 1821
 FONTI/INSPI: Historia patria di Ripamonti + numerose fonti critiche e d’archivio => rafforzano
l’indagine e l’approfondimento sui costumi/società del ‘600
 Prospettiva documentaria => ARTIFICIO = ritrovamento di un manoscritto originale redatto da
un anonimo scrittore barocco + M., “fedele traduttore” (← nell’Introduzione scritta nel 1821)
 EDIZIONI:
1) FERMO E LUCIA (1823)
- Testo diviso in 4 tomi + Storia della Colonna Infame (= resoconto dei processi istruiti ai
danni dei presunti spargitori della peste)
- TRAMA: contrastata unione di 2 giovani di Lecco, ostacolata dal prepotente signorotto
locale
- Stessa fabula de I promessi sposi
- DIFFERENZE: Carattere più aperto, sperimentale e polemico + Organizzazione per blocchi
narrativi autonomi + Numerose digressioni per singoli personaggi + Estremizzazione
contrasto Bene-Male + Tono aggressivo, moralistico + Linguaggio compositivo, alternanza
di registri discordi
2) VENTISETTANA (1827)
- Titolo “I promessi sposi” + Sottotitolo “Storia milanese scoperta e rifatta da Alessandro M”
- Pubblicata a Milano tra il 1825-27 da Giuseppe Ferrario
- DIFFERENZE: Discreto utilizzo della digressione + Articolata redistribuzione delle vicende
dei vari personaggi + Narrazione serrata, obiettiva e organica + Tono distaccato e ironico
- MA necessità di una lingua comune
3) QUARANTANA (1840)
- CORREZIONE LINGUISTICA (1827) = “Risciacquare i panni nell’Arno” /Toscanicizzazione, M.
va a Firenze, romanzo sottoposto all’occhio della borghesia fiorentina
- Intento di trovare una lingua comune e comprensibile per tutti
- Esce a dispense fra il 1840-42
- Pubblicata a Milano per Guglielmini e Redaelli
- DIFFERENZE: In appendice, Storia della colonna infame + Illustrazioni di Gonin e Sacchi +
Fiorentino
 ASPETTO INNOVATIVO = Messa in rilievo di classi subalterne + Protagonisti umili + Esigenza di
adeguare il linguaggio e stile della narrazione al milieu
 SPAZIO E TEMPO: Il racconto si snoda tra il novembre del 1826 e il novembre del 1830 nella
Lombardia del 600 (Milano sotto la dominazione spagnola, sconvolta dopo la Guerra dei 30
anni e l’epidemia di peste = Rispecchia situazione della Lombardia del primo ‘800)
 FORMA, LINGUA E STILE = Narratore onnisciente + Polifonia + Sarcasmo e ironia + Espediente
del manoscritto ritrovato + Fiorentino colto
 Il realismo manzoniano si concentra nella raffigurazione psicologica, economica e sociale dei
diversi personaggi (dedicandosi a un’analisi problematica del lato oscuro e confuso dell’animo
umano e delle contraddizioni generate dalla forza delle passioni e affetti)
 PERSONAGGI: Renzo e Lucia (protagonisti, umili, vittime del potere); Don Rodrigo e Innominato
(oppositori); Don Abbondio e Gertrude (strumenti degli oppositori); Padre Cristoforo e
Cardinale Borromeo (aiutanti) + Antinomie/Coppie oppositive
 TEMI: La storia come protagonista + Il problema del male + Critica al potere + Il problema
della giustizia
 EQUILIBRIO TRA STORIA/VERITÀ E INVENZIONE: La storia può farsi garante del vero + Il poeta
crea azioni e situazioni conformi a quelle che hanno luogo nella vita reale
 Da un lato si pretende la coincidenza del vero morale con lo sviluppo degli avvenimenti
effettivamente accaduti, dall’altro si attribuisce alla letteratura l’ufficio di una conoscenza
universale trascende l’opera dello storico

5. LA FORTUNA
 Goethe: apprezza gli Inni sacri e Il Cinque maggi, non condivide l’assolutizzazione della verità
storica rispetto al dominio della libertà estetica (both romanzo e Conte di Carmagnola)
 Classicisti italiani: stroncano romanzo e tragedia, rimproverano l’impoeticità della lingua e la
modestia sociale dei protagonisti
 Mazzini: elogi
 De Sanctis: rilegge l’intera opera compositiva come processo di conciliazione della dicotomia
ideale-reale (= si concilia nel romanzo)
 Dibattito fine ‘800/early ‘900: si concentra sul problema del linguaggio del romanzo e la
scelta di elevare il fiorentino (delle classi colte) a lingua nazionale + analisi vita e formazione
dell’autore
 Croce: si occupa del problematico rapporto manzoniano tra sentimento e intelletto/poesia e
non poesia + Il romanzo è opera di oratoria, subordinato a obiettivi didascalici di ordine
religioso e pedagogico (BREF = LO STRONCA/ACCIR)
 Gramsci: inaugura una linea di ricerca di tipo sociologico, sottolineando il carattere
aristocratico e paternalistico del cattolicesimo moderato manzoniano
 Critici marxisti dopoguerra: orientati a rilevare gli aspetti democratici e progressisti
dell’ideologia politica di M.
 Ezio Raimondi (e Calvino): esamina il romanzo quale disincantato organismo di rapporti di forza
(NB: studiosi di matrice cattolica precedenti = visione aproblematica, idilliaca e
provvidenzialistica)
 Critica recente: hanno ripreso le costruzioni di tipo filologico e linguistico

GIACOMO LEOPARDI

1. LA VITA
 29 giugno 1798: nasce a Recanati, primogenito del Conte Monaldo e della Marchesa Adelaide
Antici (aristocrazia bigotta, conservatrice, legittimista – ambiente rigido e reazionario – stato
fallimentare del patrimonio di famiglia)
 La formazione culturale è delegata a precettori clericali, d’impianto confessionale ed erudito =
addestrato allo studio della lett. e scienze + di precocissima conoscenza della cultura classica =
rapporto diretto con la biblioteca di casa
 1809-16: “7 anni di studio matto e disperatissimo”, coltiva in solitudine letture e ricerche
approfondite => acquisisce padronanza assoluta nel campo della filologia + sviluppa interessi
filosofici = danni alla salute irreparabili
 L’apertura culturale e il culto della gloria degli antichi gli fanno percepire l’infelicità, la
chiusura e l’opprimente autoritarismo della famiglia => diffidenza verso le riflessioni audaci
del figlio
 L. insoddisfatto + want nuove esperienze => si applica di più nella poesia
 1815-1816: Conversione dall’erudito al bello => Traduzioni dal latino/greco + prime liriche
originali = possibilità di farsi conoscere YOURE DOING AMAZING
 1817: corrispondenza con Pietro Giordani, classicista laico e illuminista => rapporto decisivo
nell’evoluzione estetico-ideologica e psicologica di L. + rottura posizioni cattoliche e reazionarie
del padre + rafforza legami con la tradizione classica e razionalista + atteggiamento critico verso
la società contemporanea
 1819: fallito tentativo di fuga
 1819-22: rapporto con la famiglia teso e frustrazione + malattia occhi + matura la “conversione
filosofica” all’orizzonte ateo e materialistico
 1822: si reca a Roma, decadente capitale e ambiente letterario mediocre, presso zii Antici =>
delusione e disincanto + consapevolezza della sua diversità e alienazione difronte al mondo
 Progetta ed elabora le OPERETTE MORALI, proiezione della sua sconsolata immagine della
condizione umana
 1825: invito dell’editore milanese Stella per l’incarico di sovrintendere all’edizione delle opere
di Cicerone (+antologie lett. italiana + commento al Canzoniere) => indipendente
economicamente
 1827: raggiunge Firenze, accolto dall’editore Vieusseux e dal gruppo liberale dell’Antologia
(pensées divérses = L., avverso al Romanticismo) + conosce numerosi intellettuali (Manzoni,
Pietro Colletta, ecc.) tra cui Ranieri, cui L. si legherà a partire dal 1830
 1827: si trasferisce a Pisa, alla ricerca di un clima mite = inverno sereno + nuove ispirazioni
levori
- A Silvia
- Avvio stagione “Ciclo pisano-recanatese” dei Canti

 1827: torna a Recanati = song finiti e sord


 1830: alcuni conoscenti dell’Antologia gli offrono un prestito e lo sollecitano a trasferirsi a
Firenze (NB: tutto ciò cuz L. e LE OPERETTE MORALI non avevano vinto il premio di mille scudi
della Crusca + per accattivarsi la sua cooperazione)
 1831: 1° ed. dei CANTI per Piatti
 Dopo un breve soggiorno romano, L. e Ranieri tornano a Firenze = compone ultimi 2 dialoghi
delle OPERETTE + Liriche scritte alla passione non corrisposta per Fanny Targioni Tozzetti (“Ciclo
di Aspasia”) + completa lo Zibaldone
 1833: si trasferisce a Napoli => Contrasto L. VS Napoli (= presente tendenza ottimistica
estranea alle convinzioni leopardiane) + desiderio di affermare il valore del proprio
pessimismo radicale e contro gli ideali progressisti della civiltà borghese contemporanea +
censura CANTI e OPERETTE ed. Starita
 1836-37: soggiorno nella villetta dell’avvocato Ferrigni con Ranieri e la sorella di R., per
scampare all’epidemia di colera + composizione ultimi “canti napoletani” (tra cui LA GINESTRA,
capolavoro e sorta di testamento spirituale)
 Muore a Napoli a soli 39 anni il 14 giugno 1837

2. LA POESIA

3. LA PROSA

4. LA FORTUNA
 In vita: fortuna poetica incerta → scarsa diffusione opere + censura + ostracismo dei
Risorgimentali, avversi al pensiero materialista e negativo di L
 Corpus opere accessibile solo postumo thx to Ranieri
 Pietro Giordani: riconosce la grandezza dello scrittore
 Early ‘900: pressoché sconosciuto e sottovalutato → Positivismo e Idealismo non accettano la
sfiducia nel progresso né pessimismo + letture imparziali della critica
 De Sanctis: omologa il poeta alla Scuola cattolico-liberale e democratica, (uno degli indirizzi
portanti della lett. nazionale dell’800) + perfeziona il mito di L. patriota e prerivoluzionario
 Croce: analisi sul primato artistico della poesia leopardiana, lasciann adderet le componenti
filosofiche e ideologiche
 Binni e Luporini: svolta → sgretolato il L. idilliaco di De Sanctis + rivalutazione della componente
filosofica, pessimistica ed eroica delle sue opere maggiori (VIA INTERPRETATIVA, LAICA,
RAZIONALISTICA, MATERIALISTICA)
 Timpanaro: riconosce le coordinate storiche e culturali del pensiero leopardiano in rapporto al
richiamo del mondo classico e Illuminismo francese
 Critica recente: approfondimento stilistico-estetico-ideologico, evidenziando la complessità
epistemologica e letteraria dei Canti rispetto alla tensione soggettiva e lirica degli Idilli +
diffusione di un modello di ricezione nichilistica e irrazionalistica della filosofia leopardiana

GIOVANNI VERGA

1. LA VITA
 2 settembre 1840: nasce a Catania, da una famiglia della piccola nobiltà agraria (liberale e
antiborbonica)
 Viene indirizzato dal maestro e poeta Antonio Abate alla letteratura romantico-risorgimentale
 Partecipa alla vita pubblica, dirige alcuni giornali, si arruola nella Guardia Nazionale
 1865 e 1869-72: Soggiorno a Firenze, frequenta esponenti del tardo Romanticismo
(Dall’Ongaro e Prati)
 1872-93: soggiorno a Milano, a contatto con altri cenacoli letterari, conosce la cultura
positivista, frequenta ambienti scapigliati → Conoscenze che influenzano la sua attività lett.
 Alla ricerca di una “maniera” espressiva originale → Produzione volta a una sperimentazione
formale e tematica
 Si interessa alla lettura fisiologica/patologica della passione amorosa; alla denuncia sociale
scapigliata; alla rappresentazione della vita mondana ed elegante dei salotti borghesi, tra analisi
psicologica e freddo realismo
 1874: esce la novella NEDDA = tema del mondo popolare siciliano + denuncia l’attenta
meditazione sulla narrativa campagnola
 Con Capuana studia le opere di Zola e i manifesti del Naturalismo francese
 1878: con ROSSO MALPELO si avvia la grande stagione della produzione verista
 Accolti con scarso successo I MALAVOGLIA e MASTRO DON-GESUALDO
 Più fortuna riscosse il filone di narrativa flaubertiana, attenta allo studio degli interni borghesi
(IL MARITO DI ELENA, 1882)
 1893: si ritira definitivamente a Catania
 Politicamente chiuso in uno scetticismo forte; vicino alla Destra storica, col tempo disillusione
reazionaria e tetra; attaccamento agli interessi personali
 1922: muore a Catania il 27 gennaio

2. DA AMORE E PATRIA A EVA


 AMORE E PATRIA (1856)
- Influenza della lett. romantico-risorgimentale
- Riferimenti a Dumas padre, Guerrazzi, Castorina
- Tematiche amorose e nazionali
- Rivoluzione americana
 I CARBONARI DELLA MONTAGNA (1861-62)
- Romanzo storico
 SULLE LAGUNE (1863)
- Passione e aspirazione unitaria
- Contemporaneità = Venezia che cerca di liberarsi dagli austriaci
 UNA PECCATRICE (1866)
- Debitore dell’ambiente culturale fiorentino
- PLOT: Storia di un amore attraverso il quale viene prima esaltata e poi inaridita la vena
artistica del protagonista, un giovane commediografo desideroso di successo
 STORIA DI UNA CAPINERA (1871)
- Romanzo epistolare
- Denuncia della monacazione forzata
- PLOT: Storia “intima” che scava nel profondo della psicologia della protagonista
- Registro psicologico
 EVA (1873)
- PLOT: Storia di un giovane pittore che si lascia consumare dall’amore, socialmente
vergognoso per una ballerina
- Considerato osceno = Infastidiva la morale borghese (↙)
- Crudo realismo nell’analisi dei rapporti umani
- Accusa rivolta alla volgarità violenta della civiltà del denaro, contrapposta agli ideali astratti
del protagonista
- Stile e tono aggressivo e sentenzioso
- Verga si oppone alla concezione dell’arte intesa solo come lusso, condizionata dalle
regole del mercato (= TUTTO È MERCIFICATO + LA LETTERATURA SOGGIACE AL
MATERIALISMO)
- La modernità è travolta dalle regole del profitto e non è più capace di espressione
artistica
- La morale borghese zittisce chi ha il coraggio di denunciare
- (It seems) Quasi una petizione di “fedeltà” al vero
 TIGRE REALE (1875)
- Temi scapigliati: amore-morte + attrazione morbosa e patologica per una donna
condannata alla malattia
- Attenzione per gli ambienti borghesi
- Acclamato come nuovo esempio di realismo
 EROS (1875)
- Temi scapigliati
- Attenzione agli ambienti aristocratici
- La prosa si fa oggettiva + Registro imparziale, anonima osservazione del narratore (= he
read Madame Bovary)
- Acclamato come nuovo esempio di realismo
 NEDDA (1874)
- Novità: “bozzetto siciliano”
- PLOT: Storia di una raccoglitrice di olive, oppressa dalla miseria, dalla violenza, e dalla
morte dei suoi cari
- Tono patetico
- Narratore simpatizza per la protagonista
- Stilisticamente e linguisticamente sdoppiata (Registro popolare di Nedda VS R. controllato
del narratore)

3. LA POETICA DEL VERISMO E LA RACCOLTA DI NOVELLE VITA DEI CAMPI


 Importanti per la maturazione verista, le discussioni sul Naturalismo e sulla narrativa di Zola
con Capuana e gli scrittori scapigliati Sacchetti e Cameroni
 Con L’ASSOMOIR (1877), nuovo tipo di impersonalità, calata al liv umile dei personaggi +
connessione tra registro stilistico e materia trattata
 L’AMANTE DI GRAMIGNA in VITA DEI CAMPI (1880)
- Sorta di manifesto = annunciati i princìpi teorici del Verismo
- Esigenza di una scrittura condotta “con scrupolo scientifico”
- Teoria dell’Impersonalità = Eclissi totale dell’autore
- Autore → Atteggiamento neutrale “da scienziato” + Mimetizzarsi fino ad assumere il
carattere di voce narrante popolare
- Tecnica della regressione = da narratore alto a voce popolare “bassa”
 Sicilia povera e contadina
 Voce e tratti reali a personaggi sopraffatti dalla miseria e dalla violenza
 Sottrare il soggetto al pietismo (o almeno ci prova) [DA SEGNALARE]
 Questione meridionale + INCHIESTA ALLA SICILIA di Sonnino e Franchetti (1877)
 Le particolari condizioni di arretratezza della Sicilia permettevano di ritrarre un mondo escluso
dal progresso tecnologico, ancorato a ritmi di vita ancestrali, fuori dalla storia
 Morale/“Ideale” dell’ostrica” = Salvezza come premio all’immobilità, caparbia lotta per
restare attaccato allo scoglio (BREF: TI DEVI ACCONTENTARE E ACCETTARE LA TUA
CONDIZIONE SENZA MODIFICARLA)
 ROSSO MALPELO, 3° nella Raccolta
- Spartiacque rispetto alla precedente produzione
- Spaccato di vita popolare
- Denuncia lavoro minorile nelle cave
- Novità dal punto di vista stilistico: Tecnica della regressione (espressività e ottica popolare)
e abbandono del narratore onnisciente
- La voce narrante non può simpatizzare con il protagonista + Giudizio “corale”

4. I MALAVOGLIA
 1878: in una lettera all’amico Verdura annuncia il progetto di un ciclo di ispirazione zoliano
(ROUGON-MAQUART) che avrebbe dovuto rappresentare “una fantasmagoria della lotta per
la vita” di tutti i gradini della scala sociale, chiamato “LA MAREA” → Change in CICLO DEI
VINTI nella Prefazione a I Malavoglia
- Il Ciclo voleva analizzare il “movente dell’attività umana che produce la fiumana del
progresso” dal basso verso l’alto
- Incentrato sull’insorgere dei “desideri” diversi a seconda della classe sociale di
appartenenza
- Non 1 classe, né 1 regione
- La forma deve essere inerente al soggetto = Un contenuto → Stile e lingua adeguati
- Il vero motore della storia è la spinta dei bisogni materiali, la ricerca dell’utile
- Il forte schiaccia il più debole → Darwinismo sociale
- Il progresso produce risultati grandiosi solo se visti da lontano, senza valutare i costi umani
e le contraddizioni che porta
- VISIONE DELLA STORIA: Nega ogni possibilità di miglioramento + Materialismo pessimista
- Vittime di questo processo, “I Vinti”
 Il romanzo esce nel 1881
- WHEN: Italia post-unitaria (dalle coordinate sparse, precisi riferimenti storici)
- WHERE: Aci Trezza, Sicilia
- PLOT: I Malavoglia/Famiglia Toscano vanno in rovina dopo aver acquistato, indebitandosi,
un carico di lupini
- Tempo “etnologico” = Vita scandita dai ritmi imposti dalla tradizione, ciclicità delle stagioni,
fasi del lavoro, ritualità religiosa, dalla saggezza dei proverbi (Mondo ancestrale, lontano)
- Tono uniforme e monotono
- Infrangere la tradizione = Esporsi alla “marea”, venir travolti dal progresso
- I Malavoglia vengono puniti per la loro “ricerca del meglio” = pescatori a commercianti
- La partenza dei giovani per il servizio militare infrange gli equilibri too
- Stritolati dalla morale dell’utile
- STILISTICAMENTE: No narratore onnisciente + Impersonalità + Coralità/Registrazione
diretta delle voci di paese + Tecnica della regressione + Dialogicità + Discorso indiretto
libero
- TEMPO: Imperfetto → tempo evocativo, quasi fiabesco
- Il narratore assume su di sé il punto di vista di vari personaggi che parlano
- Il lettore sa capire di chi è la voce cuz riconosce lo stile e lo psicologia specifica

5. MASTRO-DON GESUALDO
 Pubblicato in rivista nel 1888 e in volume nel 1889
 2° romanzo del ciclo dei Vinti
 Rappresenta l’ascesa borghese di un infaticabile “arrampicatore sociale”
 PLOT: Ricco e rispettato per il suo denaro, Gesualdo fallisce nel tentativo di farsi accettare come
membro acquisito della nobiltà. Il matrimonio di convenienza con Bianca Rao porterà delusioni
e solitudine. Muore di cancro, mentre il suo genero sperpera i suoi averi (Vita e roba = stesso
destino)
 Nella lotta per l’utile tutti sono in gara fra loro
 No solidarietà + No affetti famigliari
 “Mastro-don” = ossimoro beffardo che sottolinea il carattere ibrido di G., preannunciandogli
un destino da “vinto”
 Visione pessimista = no salvation/riscatto/speranza
 Articolato in 4 parti, che scandiscono diversi momenti della vita di Gesualdo
- 1° e 4° → Gesualdo protagonista
- 2° e 3° → altri personaggi, in particolare la figlia Isabella
 Opera costruita per “assoli” = Attenuato il carattere dialogico/corale
 Impersonalità meno rigida = si nota la presenza diffusa (ma discreta) del commento del
narratore
 Discorso indiretto libero riservato solo a Gesualdo
 Passato remoto → tempo storico, definito
 Sintassi spezzata e nervosa, segmenti isolati e autonomi
 Ritmo veloce e convulso → L’accumulo capitalistico non permette requie
 (Amplificata↑) Atmosfera di profonda solitudine = Metafora delle barriere psicologiche e
sociali prodotte dall’individualismo borghese, sottoposto a leggi
 Mazzarò (LA ROBA, in NOVELLE RUSTICANE) = controfigura di G., “eroe” dell’accumulo e del
lavoro, impreparato solo ad affrontare la morte che lo separa dai suoi averi

6. LA PRODUZIONE TEATRALE
 Interesse costante per il teatro
 Il rapporto con l’opera narrativa è un tratto comune della sua produzione teatrale: rielabora
omonime novelle di VITA DEI CAMPI
 Le novità tecniche del Verismo incidono nella stesura dei testi teatrali
 CAVALLERIA RUSTICANA (1884)
- Libretto musicato da Pietro Mascagni nel 1890
- Superata la divisione in 3 atti
- Successo
 LA LUPA (1896)
- Teatro di prosa e recitata
- Fredda accoglienza/interesse
 IN PORTINERIA (1885), altro dramma verista
 LA CACCIA DEL LUPO e LA CACCIA DELLA VOLPE (1901), drammi veristi meno interessanti
 DAL TUO AL MIO (trasformato in un romanzo nel 1905)
- Rappresentato lo scontro sociale in Sicilia dopo i violenti scontri dei Fasci, organizzazioni
sindacali attive dal 1891 e represse nel 1894
- Materialismo verghiano → Fastidio per ogni prospettiva di emancipazione
- Rappresentazione della lotta di classe come contrapposizione di spietati egoismi
- Aspirazione socialista è solo un’utopia sbagliata da respingere

7. LA FORTUNA
 Romanzi mondani, successo critica e lettori
 Romanzi veristi, accolti con freddezza dai lettori e dalla critica
- Capuana, De Roberto e Svevo ne intuiscono il valore e la portata letteraria
- Per D’Annunzio, V. è un semplice e modesto epigono dei naturalisti francesi
 Benedetto Croce determina la svolta/dà importanza alla produzione verista
- Preferenza per I MALAVOGLIA
- Sottolinea i luoghi narrativamente “lirici”
- Cerca di collocare il romanzo al di fuori del clima naturalistico e positivistico del periodo
- Non vuole riconoscere la vitalità del metodo verista
- Sottolinea nell’opera la presenza di un’ispirazione nostalgica (per una Sicilia lontana) e di
una componente istintuale (u mean le metafore animalesche?) e antiretorica, ben rivelata
dalla tessitura mitica e simbolica
 Croce influenza la critica su Verga nei primi anni del 900
 Per Russo, V. si sarebbe collocato nel solco di una tradizione romanzesca realista, e non
dipendeva dal clima positivistico del periodo
 Pirandello sottolinea la carica antiletteraria che aveva saputo influenzare le generazioni
successive
 Riscoperta di V. nel Secondo dopoguerra con il Neorealismo
- Cinematografia = La terra trema (1948) di Visconti
- Critica = interesse di carattere ideologico
 1950: Attenzione sugli aspetti formali e linguistici dell’opera da parte di Spitzer e Devoto
- Studio delle tecniche di enunciazione (discorso indiretto libero)
 1975 c.a.: Nuova interpretazione marxista dell’opera, diretta all’analisi del suo materialismo
pessimista, attenta a riconoscerne le fonti sociologiche
 Ultimi anni: Allestimento di testi affidabili, fondati su un riscontro dei manoscritti e delle
edizioni a stampa riconosciute dall’autore

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