Recensione - Agamben, Il Regno e Il Giardino - Gomes e Matos

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Recensioni Giorgio Agamben, II regno e il giardino, Vicenza, Neri Pozza, 2019, pp. 124. Il nuove libro di Giorgio Agamben si aggiunge alle incursioni del flosofo italiano nella teologia cristiana, cercando di dimostrare ancora una volta come il potere occidentale pud essere capito, archeologicamente, da paradigmi teologico-politii opera divi in sei capitali che dialogano tra di foro attraverso analogic adopera tecircail tema centrale investigat il quale viene leto sin dalla letteraturateologica tardo-antica ¢ medievale (¢ da alcuni dei suoi critci eetici), fino ad atsivae alla Diovna commedia di Dante, senza lasciar petdete ancora spunti di storia dell arte ¢ di flosofia po! Congiungendo la figura cdenica del giardino ~ del paradiso terrestre ~ con quella del regno ~ argomento centrale di I! reqno ¢ la gloria 2007) ~, Agamben rcostrusce il paradigma del giardino dell’Eden che, benché fosse gia presente nella siflessione teologica, & stato lasciato ai margini dalla tradizione occidentale. Il suo ppetcorso parte, cosi, dala interpretazione di Wilhelm Fraenger del senso contento nel tittco di Iheronimus Bosch ~ Il gardino delle delizi - dipinto che da la coper tina alla prima edizione del Itbro. Fraenger, ispirato dalleresta del Libero Spirito, nominal dipinto centrale del trittico If reno millenaro invece che Il gardino delle delizie, perché collega il vegno all abtazione di Adamo nel paradiso terreste, inex. ciando, in questo modo, regno e giardino (pp. 9-10). termine paradiso sarebbe una derivazione dell avestico pairidezs,che significa «campio giardino recintaton, murato. Cos, la parola «paradiso» avrebbe origine pro: priamente nell'dea di giardino recintato, di un Iuogo specifico e ben delimitat, ed ecco la ragione per cui le traduzioni biblich, fin dalla Sepruaginta,abbiano preferito paradeisor al termine greco kepos, che significa semplicemente giardino, U'Eden & tradotto inoltre non soltanto come il nome del luogo, ma anche come trp, e lizia, motivo per cui San Girolamo ha tradotto «Fen» con voluptar (pp. 11-14). ‘C tuttavia un processo che opera tna trasformazione radical nellinterpretazione del paraiso da luogo della delizia e della giustiziaorignaria a luogo della caduta, del peceato e della corruzione. E quest interpretazione sari decsiva perl paradigma del satdino e per la nozione che vi? implicit, tanto importante alla cultura occidentale: gquella di natura umana. In Genesi la questione per eccellenza non @ilgiardino, ma Yesclusione dell’ womo da esso, Essendo stato escluso dalla sua abitazione specifica ~ il giardino — Tuomo perde il suo posto originaro, la sua dimora, il suo habitat. Per questo Puomo é T'essere vivente che si trova nel monclo «doppiamente peregrinus non soltanto perché la sua vita eterna sara nel paradiso celeste, ma anche e innanzi tutto perché & stato esliato dalla sua patria edenica> (pp. 17-19). T paradiso dapprima uno e benevolo, appate guindi diviso in un paradiso terrestre (perso per sempre) ¢ un paradiso celeste (lontano € futuro). E. questo

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