Professional Documents
Culture Documents
Uni En1991-1-2-2004 - It
Uni En1991-1-2-2004 - It
The contract allowing you to use this document contains the following terms of use which must be
followed:-
(a) You may view and print a single copy of a document contained in the Subscription for reference
purposes only and only for internal purposes within the site on which such copies are made,
providing such copies are dated and destroyed after the reference usage, typically no more than 60
working days after use, subject to the exception described in clause (b) below. Such copies may not
be filed to form part of any hard copy reference collection.
(b) Where you have a specification or tender requirement to reproduce a document or portions of a
document as part of its documentation for external submission in response to a tender, the necessary
pages of the document, including the whole document if required, may be reproduced and submitted
provided a copyright notice is included. You shall notify SAI Global of any such use. For internal and
archival purposes only, a paper copy may be attached to your documentation and shall be
considered a permanent part of that documentation.
(c) Under no circumstances are you permitted to reproduce all or part of any document for external
use or for use in any other site or group of sites, except as set forth in (b) above.
(d) You may not remove any proprietary markings or electronic watermarks, including any
copyrights and trademarks.
(e) You may copy a maximum of 25% of the content of a document within the Subscription and
paste it to another document for internal use. The copied content in the new document must contain
a copyright notice “Copyright [name of publisher] Date where date is the date of copyrighted material.
Such content is licensed for use only for the duration of the relevant Subscription.
(f) For ISO standards, the material is reproduced from ISO publications under International
Organization for Standardization (ISO) Copyright License number SAI GLOBAL/MCEA/2008. Not for
resale. No part of these ISO publications may be reproduced in any form, electronic retrieval system
or otherwise, except as allowed under the copyright law in the country of use, or with the prior written
consent of ISO (Case postale 56, 1211 Geneva 20, Switzerland, email: copyright@iso.org) or ISO’s
Members.
Eurocodice 1
NORMA Azioni sulle strutture UNI EN 1991-1-2
EUROPEA Parte 1-2: Azioni in generale - Azioni sulle strutture esposte al
fuoco
OTTOBRE 2004
Versione italiana
Eurocode 1 dell’agosto 2005
Actions on structures
Part 1-2: General actions - Actions on structures exposed to fire
TESTO ITALIANO
UNI © UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Battistotti Sassi, 11B il consenso scritto dell’UNI.
20133 Milano, Italia www.uni.com
PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN 1991-1-2 (edizione novembre 2002), che as-
sume così lo status di norma nazionale italiana.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
EUROPEAN STANDARD
EN 1991-1-2
NORME EUROPÉENNE
EUROPÄISCHE NORM November 2002
English version
Eurocode 1: Actions sur les structures au feu - Partie 1-2: Eurocode 1: Einwirkungen auf Tragwerke - Teil 1-2:
Actions générales - Actions sur les structures exposées Allgemeine Einwirkungen - Brandeinwirkungen auf
Tragwerke
CEN members are bound to comply with the CEN/CENELEC Internal Regulations which stipulate the conditions for giving
this European Standard the status of a national standard without any alteration. Up-to-date lists and bibliographical references
concerning such national standards may be obtained on application to the Management Centre or to any CEN member.
This European Standard exists in three official versions (English, French, German). A version in any other language made by
translation under the responsibility of a CEN member into its own language and notified to the Management Centre has the
same status as the official versions.
CEN members are the national standards bodies of Austria, Belgium, Czech Republic, Denmark, Finland, France, Germany,
Greece, Iceland, Ireland, Italy, Luxembourg, Malta, Netherlands, Norway, Portugal, Spain, Sweden, Switzerland and
United Kingdom.
© 2002 CEN All rights of exploitation in any form and by any means reserved worldwide Ref. No. EN 1991-1-2:2002 E
for CEN national Members.
INDICE
1 SEZIONE 1 GENERALITÀ 6
1.1 Scopo e campo di applicazione ........................................................................................................ 6
1.2 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 6
1.3 Ipotesi .............................................................................................................................................................. 6
1.4 Distinzione tra Principi e Regole di applicazione..................................................................... 6
1.5 Termini e definizioni................................................................................................................................. 7
1.5.1 Termini comuni utilizzati nelle parti "fuoco" degli Eurocodici ......................................................... 7
1.5.2 Termini speciali collegati alla progettazione in generale ................................................................. 8
1.5.3 Termini collegati con l'analisi termica .................................................................................................... 8
1.5.4 Termini correlati all'analisi di trasferimento del calore ..................................................................... 9
1.6 Simboli ......................................................................................................................................................... 10
figura G.3 Superficie ricevente in un piano parallelo a quello della superficie radiante ........................ 43
figura G.4 Superficie ricevente perpendicolare al piano della superficie radiante ................................... 44
figura G.5 Superficie ricevente in un piano posto ad un angolo θ rispetto alla superficie radiante.. 44
BIBLIOGRAFIA 45
PREMESSA
Il presente documento (EN 1991-1-2:2002) è stato elaborato dal Comitato Tecnico
CEN/TC 250 "Eurocodici Strutturali", la cui segreteria è affidata al BSI.
Il CEN/TC 250/SC 1 è responsabile per l'Eurocodice 1.
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o
mediante pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro
maggio 2003, e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro dicembre 2009.
Il presente documento sostituisce la ENV 1991-2-2:1995.
Le appendici A, B, C, D, E, F sono informative.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei
seguenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Danimarca,
Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Norvegia,
Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.
1) Accordo tra la Commissione delle Comunità Europee ed il Comitato Europeo di Normazione (CEN) concernente il lavoro
sugli EUROCODICI relativi alla progettazione di edifici e di opere di ingegneria civile (BC/CEN/03/89).
2) Secondo l'Art. 3.3 della CPD, i requisiti essenziali (ER) sono precisati in documenti interpretativi destinati a stabilire i
collegamenti necessari tra i requisiti essenziali ed i mandati per le norme armonizzate EN e ETAG/ETA.
3) Secondo l'Art. 12 della CPD, i documenti interpretativi devono:
a) precisare i requisiti essenziali armonizzando la terminologia e i concetti tecnici di base, ed indicando classi o livelli
per ciascun requisito ove necessario;
b) indicare metodi per correlare queste classi o livelli di requisiti alle specifiche tecniche, per esempio metodi di
calcolo e di verifica, regole tecniche per la progettazione, ecc.
c) servire come riferimento per stabilire norme armonizzate e orientamenti per i benestari tecnici europei.
Gli Eurocodici, de facto, giocano un ruolo simile nel campo dell'ER 1 e di una parte dell'ER 2.
Collegamenti tra gli Eurocodici e le specifiche tecniche armonizzate (EN e ETA) relative
ai prodotti
Sussiste la necessità di coerenza tra le specifiche tecniche armonizzate per i prodotti da
costruzione e le regole tecniche per le opere4). Inoltre tutte le informazioni che
accompagnano la marcatura CE dei prodotti da costruzione che fanno riferimento agli
Eurocodici devono menzionare chiaramente quali Parametri Determinati a livello
Nazionale sono stati presi in conto.
Requisiti di sicurezza
La EN 1991-1-2 è predisposta per committenti (per esempio per la formulazione di loro
specifici requisiti), progettisti, imprese e relative autorità.
Gli obiettivi generali della protezione dal fuoco tendono a limitare il rischio per l'individuo,
la società, le proprietà vicine e, ove richiesto, l'ambiente o la proprietà direttamente colpita
dall'incendio.
La direttiva 89/106/EEC relativa ai prodotti da costruzione fornisce i seguenti requisiti
essenziali per la limitazione del rischio d'incendio:
"La costruzione deve essere progettata e costruita in modo tale che, nel caso dello
scoppio di un incendio:
- la resistenza ai carichi della struttura possa essere assicurata per uno specifico
periodo di tempo,
- la generazione e la diffusione di fiamme e fumo nella costruzione siano limitati,
- la trasmissione dell'incendio a costruzioni vicine sia limitato,
- gli occupanti possano lasciare la costruzione o essere soccorsi con mezzi
appropriati,
- la sicurezza delle squadre di soccorso sia presa in adeguata considerazione."
Con riferimento al Documento Interpretativo n° 2 "Sicurezza in caso d'incendio"5), il
requisito essenziale può essere soddisfatto seguendo diverse possibili strategie per la
sicurezza in caso d'incendio prevalenti negli Stati membri, come gli scenari per l'incendio
convenzionale (incendi nominali) o per l'incendio naturale (incendi parametrici), definendo
misure per la protezione attiva o passiva dal fuoco.
Le parti degli eurocodici strutturali relative al fuoco prendono in esame aspetti specifici
della protezione passiva al fuoco in termini di progettazione di elementi strutturali o
strutture complete nei confronti di una adeguata resistenza ai carichi e della limitazione
della diffusione dell'incendio, ove rilevante.
Le funzioni richieste e i livelli di prestazione possono essere specificati in relazione a
classificazioni di resistenza al fuoco nominali (incendio normalizzato), in generale fornite
nei regolamenti antincendio nazionali, oppure qualora consentito da questi ultimi,
ricorrendo all'ingegneria della sicurezza contro l'incendio per valutare le misure di
protezione attive e passive.
Per esempio, prescrizioni complementari riguardanti:
- la possibile installazione e manutenzione di sistemi di sprinkler,
- le condizioni fissate per l'utilizzo di edifici e zone compartimentate al fuoco,
- l'uso di materiali isolanti e di rivestimento approvati, inclusa la loro manutenzione,
non sono fornite nel presente documento poiché esse sono soggette a specificazione da
parte dell'autorità nazionale competente.
4) Vedere l'Art. 3.3 e l'Art. 12 del CPD, così come 4.2, 4.3.1, 4.3.2 e 5.2 dell'ID 1.
5) Vedere i punti 2.2, 3.2(4) e 4.2.3.3 dell'ID n° 2.
Valori numerici per coefficienti parziali e altri elementi di affidabilità sono forniti sotto forma
di valori raccomandati che garantiscono un livello di sicurezza ammissibile. Essi sono stati
scelti ipotizzando che sia stato realizzato un livello appropriato di qualità di esecuzione dei
lavori e di gestione della qualità.
Procedimenti di progettazione
Un procedimento analitico completo di progettazione di strutture resistenti al fuoco
considera il comportamento del sistema strutturale a temperatura elevata, il potenziale
flusso di calore a cui la struttura è esposta e il benefico effetto dei sistemi di protezione
attiva e passiva; sono inoltre considerate le incertezze associate a tali aspetti e
l'importanza della struttura (in termini di conseguenze del collasso).
Attualmente, è possibile eseguire un procedimento di calcolo per determinare una
prestazione adeguata, che comprende alcuni se non tutti, i parametri previsti, e per
dimostrare che la struttura o i suoi componenti forniscono una prestazione soddisfacente
in un incendio reale di un edificio.
Tuttavia, laddove la procedura è basata sull’incendio nominale (normalizzato), il sistema
di classificazione, che richiama particolari periodi di resistenza al fuoco, considera
(sebbene in modo non esplicito) le prestazioni e le incertezze sopra descritte.
L’applicazione della presente Parte 1-2 è di seguito illustrata. L’approccio prescrittivo e
l’approccio su base prestazionale sono identificati. L’approccio prescrittivo utilizza
l’incendio nominale per generare le azioni termiche. L’approccio su base prestazionale,
utilizzando l’ingegneria di sicurezza contro l’incendio, si riferisce alle azioni termiche
basate su parametri fisici e chimici.
figura 1 Procedimenti alternativi di progettazione
1 SEZIONE 1: GENERALITÀ
1.3 Ipotesi
(1)P In aggiunta alle ipotesi generali di cui alla EN 1990, si applicano le seguenti ipotesi:
- qualsiasi sistema di protezione attiva o passiva considerato nella progettazione è
soggetto ad adeguata manutenzione,
- la scelta dei pertinenti scenari d'incendio di progetto è condotta da appropriato
personale qualificato e dotato di esperienza; in alternativa può essere definita nei
regolamenti nazionali pertinenti.
1.5.1.2 elemento esterno: Elemento strutturale posizionato al di fuori dell'edificio che è a rischio di
esposizione al fuoco dalle aperture presenti nell'involucro dell'edificio.
1.5.1.3 compartimento antincendio: Spazio all'interno di un edificio che si estende su uno o più piani
che è racchiuso da elementi di separazione tali che la diffusione del fuoco al di là del
compartimento è impedita per tutti il periodo di esposizione al fuoco considerato.
1.5.1.4 resistenza al fuoco: Capacità di una struttura, di una sua parte o di un elemento di
soddisfare le funzioni richieste (funzione portante e/o di separazione al fuoco) per uno
specificato livello e tempo di esposizione al fuoco.
1.5.1.6 analisi strutturale globale (in caso d'incendio): Analisi strutturale dell'intera struttura quando
l'intera struttura o parte di essa sono esposte all'incendio. Azioni indirette conseguenti al
fuoco sono considerate nell'intera struttura.
1.5.1.7 azioni indirette del fuoco: Azioni interne e momenti causati dall'espansione termica.
1.5.1.8 tenuta (E): Caratteristica degli elementi di separazione di parti di edificio esposti al fuoco
da un lato soltanto, che sono in grado d'impedire la propagazione di fiamme sulla faccia
non esposta e il passaggio di fiamme e gas di combustione al di là della separazione.
1.5.1.9 isolamento (I): Caratteristica degli elementi di separazione di parti di edificio esposti al
fuoco da un lato soltanto, che sono in grado limitare l'innalzamento della temperatura nella
faccia non esposta al di sotto di un prefissato livello.
1.5.1.10 funzione di stabilità (R): Capacità di un elemento strutturale di sopportare sollecitazioni per
la durata d'incendio considerata, in accordo a prestabiliti criteri di resistenza.
1.5.1.11 elemento: Parte unitaria di una struttura (semplice come trave, colonna; composta come
una parete nervata o una struttura reticolare) considerato isolato e con appropriate
condizioni al contorno.
1.5.1.12 analisi di un elemento (in caso d'incendio): Analisi termica e meccanica di un elemento
strutturale esposto al fuoco nella quale l'elemento è supposto isolato e con le appropriate
condizioni al contorno. Azioni indirette del fuoco non sono considerate, eccetto quelle
relative a gradienti termici.
1.5.1.13 progettazione alla temperatura ordinaria: Progettazione allo stato limite ultimo per la
temperatura ambiente in accordo alle parti 1-1 dei prEN da prEN 1992 a prEN 1996 o
prEN 1999.
1.5.1.15 elemento di separazione: Elemento portante o non portante (per esempio parete) formante
parte della superficie di confine di un compartimento antincendio.
1.5.1.16 resistenza al fuoco normalizzata: Capacità di una struttura o di una sua parte (generalmente
solo elementi) di soddisfare alle funzioni richieste (funzione portante e/o di separazione)
per il riscaldamento conseguente all'esposizione alla curva temperatura-tempo
normalizzata per una prefissata combinazione di carico e per un prefissato periodo di
tempo.
1.5.1.18 analisi termica: Procedimento per la determinazione dell'evoluzione della temperatura negli
elementi sulla base delle azioni termiche (flusso termico netto) e delle proprietà termiche
dei materiali costituenti gli elementi e le protezioni superficiali, ove pertinente.
1.5.1.19 azioni termiche: Azioni sulle strutture descritte dal flusso termico netto negli elementi.
1.5.2.1 modello avanzato di fuoco: Incendio di progetto basato sui principi di conservazione della
massa e dell'energia.
1.5.2.3 parete taglia fuoco: Elemento di separazione a parete tra due spazi (per esempio due
edifici) che è progettato per la resistenza al fuoco e la stabilità strutturale, includendo
eventualmente la resistenza a pressioni orizzontali, di modo che in caso d'incendio con
collasso della struttura da un lato della parete, sia evitato l'innesco dell'incendio al di là
della parete.
1.5.2.4 modello a una zona: Modello di fuoco nel quale si assume una temperatura uniforme del gas
contenuto nel compartimento.
1.5.2.5 modello semplice di fuoco: Incendio di progetto basato su un limitato campo di applicazione
di specifici parametri fisici.
1.5.2.6 modello a due zone: Modello di fuoco in cui sono definite differenti zone nel compartimento:
lo strato superiore, lo stato inferiore, il fuoco e il suo pennacchio, il gas di contorno e le
pareti esterne. Nello strato superiore si assume una temperatura uniforme del gas.
1.5.3.2 incendio di progetto: Sviluppo di incendio prefissato, assunto come dato di progetto.
1.5.3.3 carico d'incendio specifico di progetto: Carico d'incendio specifico considerato per la
determinazione delle azioni termiche nel progetto in caso d'incendio; il valore tiene conto
delle incertezze di definizione.
1.5.3.4 scenario d'incendio di progetto: Scenario d'incendio specifico, sul quale viene sviluppata
un'analisi.
1.5.3.5 curva d'incendio esterno: Curva temperatura - tempo nominale caratteristica per la
superficie di pareti esterne di separazione che possono essere esposte al fuoco da
differenti parti della facciata, cioè direttamente dall'interno del compartimento considerato,
o da compartimenti situati sotto o lateralmente alla parete esterna considerata.
1.5.3.6 rischio d'attivazione dell'incendio: Parametro che tiene in conto la probabilità di accensione
in funzione dell'area del compartimento e del tipo di utilizzo.
1.5.3.7 carico d'incendio specifico: Carico d'incendio per unità d'area qf o qt rispettivamente riferito
all'area in pianta o definito in funzione della superficie complessiva del compartimento
incluse le aperture.
1.5.3.8 carico d'incendio: Somma di tutte le energie termiche che sono rilasciate dalla combustione
di tutti i materiali combustibili contenuti in un dato spazio (contenuto dell'edificio e suoi
elementi costruttivi).
1.5.3.9 scenario d'incendio: Descrizione qualitativa dell'evoluzione di un incendio nel tempo che
definisce i fenomeni chiave che caratterizzano l'incendio e lo differenziano da altri possibili
tipi d'incendio. Elementi descrittivi tipici sono i processi d'innesco e di crescita delle
fiamme, lo stadio di completo sviluppo, la fase di estinzione, l'ambiente costruito e i sistemi
che hanno effetto sul corso dell'incendio.
1.5.3.10 accensione (flash-over): Sviluppo di fiamma simultaneo da tutti i carichi d'incendio presenti
in un compartimento.
1.5.3.11 curva d'incendio degli idrocarburi: Curva temperatura - tempo nominale che rappresenta
l'effetto della combustione di idrocarburi.
1.5.3.12 fuoco localizzato: Fuoco che coinvolge solo una limitata zona del carico d'incendio del
compartimento.
1.5.3.13 fattore d'apertura: Fattore che rappresenta l'ammontare della ventilazione in funzione
dell'area delle aperture presenti nelle pareti del compartimento, dell'altezza di queste
aperture, e della superficie totale del compartimento.
1.5.3.15 curva temperatura - tempo normalizzata: Curva nominale definita nel prEN 13501-2 che
rappresenta il modello di un incendio generalizzato all'interno di un compartimento.
1.5.3.16 curve temperatura - tempo: Temperatura del gas nell'intorno della superficie degli elementi
in funzione del tempo. Le curve possono essere:
- nominali: curve convenzionali adottate per la classificazione o la verifica della
resistenza al fuoco, per esempio la curva temperatura - tempo normalizzata, la curva
per incendio esterno, la curva relativa agli idrocarburi;
- parametriche: curve determinate in base a modelli di fuoco e agli specifici parametri
fisici che definiscono le variabili di stato all'interno del compartimento.
1.5.4.2 coefficiente di trasferimento di calore per convezione: Il flusso termico per convezione attorno
all'elemento è legato alla differenza tra la temperatura superficiale dell'elemento e quella
del gas a contatto con esso.
1.5.4.3 emissività: È uguale al fattore di assorbimento di una superficie, cioè al rapporto tra il calore
assorbito per irraggiamento da una data superficie e quello assorbito dalla superficie di
corpo nero.
1.5.4.4 flusso termico netto: Energia per unità di tempo e di area assorbita completamente dagli
elementi.
1.6 Simboli
(1)P Ai fini della presente parte 1-2 si applicano i seguenti simboli:
*
Q H coefficiente di rilascio di calore legato all'altezza H del compartimento antincendio
Q k,1 azione caratteristica variabile primaria
Qmax massima velocità di rilascio di calore
Q in velocità di rilascio di calore entrante attraverso le aperture per mezzo del flusso di
gas
Qout velocità di rilascio di calore persa attraverso le aperture a causa del flusso di gas
Qrad velocità di rilascio di calore persa attraverso le aperture a causa dell'irraggiamento
Qwall velocità di rilascio di calore persa per irraggiamento e convezione dalle superfici
del compartimento antincendio
R costante dei gas ideali (= 287 [J/kgK])
Rd valore di progetto della resistenza dell'elemento a temperatura ordinaria
Rfi,d,t valore di progetto della resistenza dell'elemento in situazione d'incendio al tempo t
RHR f massima velocità di rilascio di calore per metro quadrato
T temperatura [K]
Tamb temperatura ambiente [K]
T0 temperatura iniziale (= 293 [K])
Tf temperatura del compartimento antincendio [K]
Tg temperatura dei gas [K]
Tw temperatura della fiamma in prossimità della finestra [K]
Tz temperatura della fiamma lungo l'asse [K]
W larghezza della parete contenente finestre (W1 e W2)
W1 larghezza della parete 1 contenente la finestra di area massima
W2 larghezza della parete del compartimento antincendio ortogonale alla parete W1
Wa proiezione orizzontale di un balcone o di una tettoia
Wc larghezza del nocciolo
2.1 Generalità
(1) Si raccomanda che un'analisi strutturale di progetto per il fuoco tenga conto dei
seguenti passi, ove necessario:
- selezione dello scenario d'incendio di progetto appropriato;
- determinazione dei corrispondenti incendi di progetto;
- calcolo dell'evoluzione della temperatura negli elementi strutturali;
- calcolo del comportamento meccanico della struttura esposta al fuoco.
Nota Il comportamento meccanico di una struttura dipende dalle azioni termiche e dai loro effetti termici sulle
proprietà dei materiali e dalle azioni meccaniche indirette, nonché degli effetti diretti delle azioni meccaniche.
(2) La progettazione strutturale implica l'applicazione delle azioni per l'analisi termica e
di quelle relative all'analisi meccanica in accordo alla presente parte e alle altre parti
della EN 1991.
(3)P Le azioni sulle strutture derivanti dall'esposizione al fuoco sono classificate come
azioni eccezionali, vedere EN 1990:2002, punto 6.4.3.3(4).
(7) Se nel presente documento o nelle parti da prEN 1992 a prEN 1966 o prEN 1999 di
progettazione antincendio non viene fornito nessun dato, si raccomanda che il
fattore di configurazione sia assunto pari a Φ = 1,0. Un valore inferiore è consentito
per includere nell'analisi effetti dovuti a schermatura o posizione.
Nota Per il calcolo del fattore di configurazione Φ un metodo è fornito nell'appendice G.
(8) Nel caso di elementi completamente avvolti dalle fiamme la temperatura
d'irraggiamento Θr può essere definita pari alla temperatura del gas Θg presente in
prossimità dell'elemento.
(9) La temperatura superficiale Θm deriva dall'analisi termica dell'elemento in accordo ai
procedimenti di progettazione antincendio contenuti nelle parti 1-2 dal prEN 1992 al
prEN 1996 e del prEN 1999.
(10) La temperatura del gas Θg può essere determinata in accordo al punto 3.2 con
riferimento alla curva nominale temperatura-tempo o determinata utilizzando un
modello di fuoco in accordo al punto 3.3.
Nota L'uso della curva nominale temperatura-tempo in accordo al punto 3.2 o alternativamente l'impiego di
un modello di fuoco naturale in accordo al punto 3.3 può essere specificato nell'appendice nazionale.
3.3.1.1 Generalità
(1) I modelli di fuoco semplici sono basati su specifici parametri fisici con un limitato
campo di applicazione.
Nota Per il calcolo del carico d'incendio specifico di progetto qf,d, un metodo è fornito nell'appendice E.
(2) Nel caso di incendi limitati al compartimento si assume in quest'ultimo una
temperatura uniforme, quale funzione del tempo. Nel caso di incendi localizzati si
assume una temperatura non uniforme quale funzione del tempo.
(3) Si raccomanda che quando s'impiegano modelli di fuoco semplificati il coefficiente di
trasferimento termica per convezione sia assunto pari a αc = 35 [W/m2K].
Nota L'appendice nazionale può definire il procedimento di calcolo delle condizioni di riscaldamento. Nel
caso di modelli a una zona, due zone o di fluidodinamica computazionale, un metodo per il calcolo delle
azioni termiche è fornito nell'appendice D.
(3) A meno che siano disponibili informazioni più dettagliate, si raccomanda che il
coefficiente di trasferimento di calore per convezione sia assunto pari a αc = 35 [W/m2K].
(4) Al fine di ottenere un calcolo più accurato della distribuzione di temperatura lungo un
elemento soggetto a un incendio localizzato, si può considerare una combinazione
dei risultati di un modello a due zone con quelli di un calcolo con incendio localizzato.
Nota Il campo di temperature nell'elemento può essere derivato considerando il massimo effetto tra i due
modelli di fuoco in ciascuna posizione.
4.1 Generalità
(1)P Espansioni imposte e vincolate e deformazioni causate da variazioni di temperatura
conseguenti all'esposizione al fuoco producono effetti di azioni, per esempio forze o
momenti, che devono essere considerati con l'esclusione di quei casi dove le azioni:
- possono essere riconosciute trascurabili o a favore di sicurezza a priori;
- sono introdotte per mezzo di modelli e condizioni di vincolamento scelte a favore
di sicurezza, e/o sono implicitamente comprese nel calcolo per effetto di requisiti
di sicurezza al fuoco definiti in modo conservativo.
(2) Si raccomanda che per una stima delle azioni indirette siano considerate le seguenti
situazioni:
- espansione termica contrastata degli elementi stessi, per esempio colonne in un
edificio multi piano a struttura intelaiata con pareti molto rigide;
- distribuzione dell'espansione termica all'interno di elementi staticamente
indeterminati, per esempio solette continue;
- gradienti termici all'interno delle sezioni trasversali che danno luogo a tensioni di
coazione;
- espansione termica di elementi adiacenti, per esempio lo spostamento della
testa di una colonna a seguito dell'espansione della soletta di solaio, o
espansione dei cavi di sospensione;
- espansione termica di elementi che sollecitano altri elementi posizionati fuori del
compartimento antincendio.
(3) Si raccomanda che i valori di progetto delle azioni indirette dovute all'incendio Aind,d
siano determinati sulla base dei valori di progetto delle proprietà termiche e
meccaniche dei materiali forniti nelle parti dei prEN da prEN 1992 a prEN 1999
riguardanti la progettazione contro l'incendio e sulla base della relativa esposizione
al fuoco.
(4) Non occorre considerare le azioni indirette dagli elementi adiacenti quando i requisiti
di sicurezza in caso di incendio si riferiscono ad elementi in condizioni di incendio
normalizzato.
(4) Si raccomanda che i casi in cui non occorre considerare i carichi da neve, a causa
dello scioglimento della neve, siano verificati individualmente.
(5) Non occorre considerare le azioni conseguenti ad operazioni industriali.
(6) Per prendere in conto differenti fattori b nelle pareti, soffitto e pavimento, si
raccomanda che il valore di b = ( ρcλ ) sia introdotto come segue:
b = [Σ(b j A j)] / (At − Av) (A.5)
dove:
A j è l'area della faccia j-esima della superficie del compartimento, aperture non
incluse;
b j è la proprietà termica della faccia j-esima della superficie del compartimento
calcolata con le equazioni (A.3) e (A.4).
(7) La massima temperatura Θmax nella fase di riscaldamento si verifica per il tempo
*
t * = t max
*
t max = tmax ⋅ Γ [h] (A.6)
(7) Si raccomanda che la dimensione del compartimento antincendio non sia maggiore
di 70 m in lunghezza, 18 m in larghezza e di 5 m in altezza.
(8) Si raccomanda che la temperatura delle fiamme sia assunta uniforme lungo la
larghezza e lo spessore della fiamma.
Nota Assumendo ρg = 0,45 kg/m3 e g = 9,81 m/s2, l'equazione si semplifica nella seguente:
Q 2⁄3
L L = 1,9 ⎛⎝ -----⎞⎠ – h eq (B.7)
wt
h eq 2 h eq
L L = ------ ⇒ h eq h eq
2 L 1 ≅ ------
3 L1 = L + ------- ≅ ------
H
2
9 2
Lf = LL + L1
h eq 2
L L + ⎛ L H – ------⎞ + L 1
2
Lf =
⎝ 3⎠
heq < 1,25 wt parete al di sopra assenza di parete al di sopra oppure heq > 1,25 wt
(4) La larghezza della fiamma è pari alla larghezza della finestra (vedere figura B.2).
(5) La profondità della fiamma è pari a ²⁄₃ dell'altezza della finestra: ²⁄₃ heq (vedere figura
B.2).
(6) La proiezione orizzontale della fiamma:
- nel caso che sopra la finestra sia presente una parete è data da:
LH = heq / 3 se heq ≤ 1,25 wt (B.8)
LH = 0,3 heq (heq / wt)0,54 se heq > 1,25 wt e la distanza da qualsiasi
altra finestra è maggiore di 4 wt (B.9)
LH = 0,454 heq (heq / 2wt)0,54 negli altri casi (B.10)
- Nel caso la finestra non sia sovrastata da una parete, è data da:
LH = 0,6 heq (LL / heq)¹⁄₃ (B.11)
(7) La lunghezza della fiamma lungo l'asse, è data da:
quando LL > 0,
Lf = LL + heq / 2 se esiste una parete sopra la
finestra o se heq ≤ 1,25 wt (B.12)
Lf = (LL + (LH − heq / 3) )
2 2 1/2
+ heq / 2 se non esiste una parete sopra la
finestra o se heq > 1,25 wt (B.13)
quando LL = 0 allora anche Lf = 0.
(14) Per le stesse condizioni di tettoia o balcone richiamate in (13), nel caso di assenza
di parete sopra alla finestra o per heq > 1,25 wt, si raccomanda che l'altezza e la
proiezione in pianta della fiamma siano modificate come segue:
- L'altezza della fiamma LL fornita dalla (3) è decrementata di Wa;
- La proiezione orizzontale della fiamma LH ottenuta in (6) con il valore precedente
di LL è incrementata di Wa.
⎛ 1 0,43 Q ⎞
L L = ⎜ 1,366 ⎛⎝ -----⎞⎠ 1 ⁄ 2⎟
- – h eq
------------ (B.20)
⎝ u Av ⎠
1⁄2
Nota Assumendo u = 6 m/s, LL ≈ 0,628 Q / A v − heq.
figura B.4 Dimensioni delle fiamme in condizioni di ventilazione forzata
Legenda
1) Sezione orizzontale trasversale
wf = wt + 0,4 LH
2) Sezione verticale trasversale
L f = (LL2 + LH2)1/2
(7) L'ingombro orizzontale della fiamma L h (vedere la figura C.2) è fornito dalla
seguente relazione:
* 0,33
L h = ( 2,9 H ( Q H ) )–H [m] (C.5)
*
(8) Q H è la velocità adimensionale di rilascio di calore fornita dalla relazione:
*
Q H = Q / (1,11 · 106 · H 2,5) [-] (C.6)
(9) z' è la posizione della sorgente di calore virtuale [m] ed è data da:
* 2/5 * 2/3 *
z' = 2,4 D ( Q D −Q D ) quando Q D < 1,0 (C.7)
* 2/5 *
z' = 2,4 D (1,0 − Q D ) quando Q D ≥ 1,0
dove:
*
Q D = Q / (1,11 · 106 · D 2,5) [-] (C.8)
(10) Il flusso termico netto ḣ net ricevuto dall'area esposta di superficie unitaria posta a
livello del soffitto, è dato da:
E.1 Generalità
(1) Si raccomanda che la densità di carico d'incendio usata nei calcoli sia un valore di
progetto, basato sulle misurazioni o, in casi speciali, basato sulle prescrizioni di
resistenza al fuoco indicate nei regolamenti nazionali.
(2) Il valore di progetto può essere determinato:
- a partire da una classificazione nazionale dei carichi d'incendio in base
all'utilizzo, e/o
- specificamente per un progetto singolo, attraverso una ricognizione dei carichi
d'incendio.
(3) Il valore di progetto del carico d'incendio q f,d è definito come segue:
q f,d = q f,k ⋅ m ⋅ δq1 ⋅ δq2 ⋅ δn [MJ/m2] (E.1)
dove:
m è il fattore di combustione (vedere E.3);
δq1 è il fattore che tiene conto del rischio di attivazione del fuoco in
relazione alla dimensione del compartimento (vedere prospetto E.1);
δq2 è il fattore che tiene conto del rischio di attivazione del fuoco in
10
relazione al tipo di utilizzo (vedere prospetto E.1);
δn = ∏ δni è il fattore che tiene conto delle differenti misure di spegnimento
i=1 dell'incendio i-esime (sprinkler, sensori, allarmi, squadre antincendio,
ecc.). Queste misure attive sono generalmente imposte per ragioni di
salvaguardia della vita [vedere prospetto E.2 e i punti (4) e (5)];
q f,k è il carico d'incendio specifico caratteristico per unità di area in pianta
[MJ/m2] (vedere per esempio il prospetto E.4).
Area in pianta del compartimento Pericolo di attivazione dell'incendio Pericolo di attivazione dell'incendio Esempi di utilizzi
A f [m2] δq1 δq2
25 1,10 0,78 Gallerie d'arte, musei, piscine
250 1,50 1,00 Uffici, residenze, alberghi, industria
cartaria
2 500 1,90 1,22 Stabilimenti di macchinari e motori
5 000 2,00 1,44 Laboratori chimici, officine di
verniciatura
10 000 2,13 1,66 Stabilimenti di fuochi di artificio o
vernici
0 1 2 Mediante Mediante
calore fumo
δn1 δn2 δn3 δn4 δn5 δn6 δn7 δn8 δn9 δn10
0,9 oppure 1 1,0 oppure 1,0 oppure
0,61 1,0 0,87 0,7 0,87 oppure 0,73 0,87 0,61 oppure 0,78
oppure 1,5 1,5 1,5
(4) Con riferimento alle misure di spegnimento dell'incendio che si raccomanda siano
sempre presenti, come per esempio le vie d'accesso, le attrezzature di spegnimento
e i sistemi di estrazione dei fumi, si raccomanda che il valore di δni del prospetto E.2
sia assunto pari a 1,0. Tuttavia, se dette misure di spegnimento all'incendio non sono
previste, si raccomanda che i corrispondenti valori δni siano posti pari a 1,5.
(5) Se i vani scale sono posti in sovrapressione in caso di allarme d'incendio, il fattore
δn8 del prospetto E.2 può essere assunto pari a 0,9.
(6) Il precedente approccio è basato sull'assunzione che i requisiti nelle norme europee
relative agli sprinkler, segnalatori, allarmi, sistemi d'estrazione di fumi sono
soddisfatti, vedere anche il punto 1.3. Tuttavia, circostanze locali possono
influenzare i valori forniti dal prospetto E.2. Per ulteriori informazioni si fa riferimento
al Documento di base CEN/TC250/SC1/N300A.
E.2.1 Generalità
(1) Si raccomanda che il carico d'incendio comprende tutto il contenuto combustibile
dell'edificio e tutte le parti rilevanti della costruzione che possono bruciare,
compreso gli impianti e le finiture. Parti combustibili che non si carbonizzano durante
l'incendio non devono essere tenute in conto.
(2) Per la determinazione della densità di carico d'incendio si applicano i seguenti punti:
- da una classificazione del carico d'incendio in funzione dell'utilizzo (vedere
E.2.5); e/o
- specificamente per un progetto singolo (vedere E.2.6).
(3) Se le densità di carico d'incendio sono determinate a partire da una classificazione
del carico d'incendio in funzione dell'utilizzo, i carichi d'incendio sono distinti come:
- carico d'incendio proprio dell'utilizzo, fornito dalla classificazione,
- carico d'incendio dell'edificio (elementi costruttivi, impianti e finiture), che non
sono generalmente inclusi nella classificazione e che devono pertanto essere
valutati con riferimento ai seguenti punti, ove applicabili.
E.2.2 Definizioni
(1) Il carico d'incendio caratteristico è definito nella forma:
Q fi,k = Σ M k,i ⋅ Hui ⋅ Ψi = Σ Q fi,k,i [MJ] (E.2)
dove:
M k,i è l'ammontare del materiale combustibile [kg], in accordo a (3) e (4);
prospetto E.3 Poteri calorifici netti Hu [MJ/kg] di materiali combustibili per il calcolo dei carichi d'incendio
Solidi
Legno 17,5
Altri materiali cellulosici 20
- vestiti
- sughero
- cotone
- carta, cartone
- seta
- paglia
- lana
Carbonio 30
- antracite
- carbone di legna
- carbone
Prodotti chimici
Paraffine 50
- metano
- etano
- propano
- butano
Olefine 45
- etilene
- propilene
- butene
Composti aromatici 40
- benzene
- toluene
Alcol 30
- metanolo
- etanolo
- alcol etilico
Combustibili 45
- benzina, petrolio
- gasolio
Plastiche da idrocarburi puri 40
- polietilene
- polistirene
- polipropilene
Altri prodotti
ABS (plastica) 35
Poliestere (plastica) 30
Poliisocianurato e poliuretano (plastica) 25
Policloruro di vinile, PVC (plastica) 20
Bitume, asfalto 40
Pelle 20
Linoleum 20
Pneumatici 30
Nota I valori forniti nel presente prospetto non sono applicabili per il calcolo del contenuto energetico dei carburanti.
prospetto E.4 Densità di carico d'incendio q f,k [MJ/m2] per differenti destinazioni d'uso
(2) I valori del carico d'incendio specifico forniti nel prospetto E.4 sono validi nel caso
che il fattore δq2 sia uguale a 1,0 (vedere prospetto E.1).
(3) I carichi d'incendio forniti nel prospetto E.4 sono validi per compartimenti ordinari in
relazione alla destinazione d'uso indicata nel prospetto. Volumi speciali sono
considerati in accordo al punto E.2.2.
(4) Si raccomanda che i carichi d'incendio costituiti dalla costruzione stessa (elementi
costruttivi, impianti, finiture) siano determinati in accordo al punto E.2.2. Se
necessario, si raccomanda che i valori ottenuti siano sommati alle densità di carico
d'incendio di cui al punto (1).
t è il tempo in [s];
tα è il tempo necessario a raggiungere una velocità di rilascio di calore di 1 MW.
(2) Il parametro tα e la massima velocità di rilascio di calore RHRf per differenti
destinazioni d'uso sono indicate nel prospetto E.5.
prospetto E.5 Velocità di crescita dell'incendio e RHR f per differenti destinazioni d'uso
(3) I valori della velocità di crescita del fuoco e di RHR f forniti nel prospetto E.5 sono
validi nel caso che il fattore δq2 sia uguale a 1,0 (vedere prospetto E.1).
(4) Per un incendio ultra rapido, tα corrisponde a 75 s.
(5) La fase di crescita è limitata da un plateau orizzontale corrispondente a uno stato
stazionario e a un valore di Q fornito da (RHR fi · A fi), dove:
Afi è la massima area dell'incendio [m2] che è il compartimento antincendio nel
caso di carico di incendio uniformemente distribuito, ma che può essere un
valore inferiore nel caso d'incendio localizzato;
RHR f è la massima velocità di rilascio di calore prodotto da 1 m2 di fuoco in caso di
condizioni controllate dal combustibile [kW/m2] (vedere prospetto E.5).
(6) Il plateau orizzontale è limitato dalla fase di riduzione che comincia quando 70% del
carico d'incendio totale è stato consumato.
(7) La fase di riduzione può essere assunta di forma lineare con inizio quando 70% del
carico d'incendio è combusto, e fine quando il carico d'incendio è completamente
combusto.
(8) Se l'incendio è controllato dalla ventilazione, il plateau deve essere ridotto in
conseguenza del contenuto d'ossigeno disponibile; tale riduzione può essere
automatica, nel caso di uso di un programma di calcolo basato su di un modello a
una zona, o attraverso l'espressione semplificata:
prospetto F.1 Fattore di correzione kc al fine di considerare i vari materiali (O è il fattore di apertura definito
nell'appendice A)
(4) Quando non si effettua nessuna valutazione dettagliata delle proprietà termiche
dell'inviluppo, il fattore di conversione kb può essere assunto come:
kb = 0,07 [min · m2/MJ] (con qd dato in [MJ/m2]) (F.2)
in alternativa kb può essere collegato alla proprietà termica b = ( ρcλ ) dell'inviluppo
in accordo al prospetto F.2. Al fine di determinare b quando pareti, soffitto o
pavimento sono composti da più strati di materiale o da differenti materiali, vedere i
punti (5) e (6) dell'appendice A.
b= ( ρcλ ) kb
G.1 Generalità
(1) Il fattore di configurazione Φ è definito in 1.5.4.1, e può essere espresso dalla forma
matematica:
cos θ 1 cos θ 2
dF d1 – d2 = ------------------------------
2
- dA 2 (G.1)
π S1 – 2
Il fattore di configurazione misura la frazione del calore totale che lascia per
irraggiamento una superficie radiante data, e arriva ad una assegnata superficie
ricevente. Il suo valore dipende dalla dimensione della superficie radiante, dalla
distanza della superficie ricevente da quella radiante, e infine dall'orientazione
relativa delle due superfici (vedere figura G.1).
figura G.1 Trasferimento di calore per irraggiamento tra due aree di superficie infinitesima
Localizzato Generalizzato
Effetto di posizione Φ≤1 Φ=1
convesso Φ=1 Φ=1
Effetto di schermatura
concavo Φ≤1 Φ≤1
- tan ⎛ -------------------------
-⎞ + -------------------------
- tan ⎛ -------------------------
-⎞
1 a -1 b a -1 b
Φ = ------ ------------------------- ⎝
(G.2)
2π ( 1 + a 2 ) 0,5 2 0,5⎠ 2 0,5 ⎝ 2 0,5⎠
(1 + a ) (1 + b ) (1 + b )
dove:
a =h/s;
b =w/s;
s è la distanza tra P e X;
h è l'altezza della zona sulla superficie radiante;
w è la larghezza di tale zona.
b) superficie ricevente perpendicolare alla superficie radiante:
- tan ⎛ -------------------------
-⎞
1 -1 1 -1 a
Φ = ------ tan ( a ) – ------------------------- ⎝
(G.3)
2π 2 0,5 2 0,5⎠
(1 + b ) (1 + b )
c) superficie ricevente in un piano posto ad un angolo θ rispetto alla superficie
radiante:
( 1 – b cosθ )
- tan ⎛ -----------------------------------------------------
-⎞ +
1 -1 -1 a
Φ = ------ tan ( a ) – -----------------------------------------------------
0,5 ⎝ 0,5⎠
2π 2
( 1 + b – 2b cosθ )
2
( 1 + b – 2b cosθ )
( b – cosθ ) ⎞
tan ⎛ ------------------------------------ + tan ⎛ ------------------------------------⎞
a cosθ -1 -1 cosθ
------------------------------------ (G.4)
2 2 0,5 ⎝ 2 2 0,5⎠ ⎝ 2 2 0,5⎠
( a + sin θ ) ( a + sin θ ) ( a + sin θ )
figura G.3 Superficie ricevente in un piano parallelo a quello della superficie radiante
Legenda
a Superficie radiante
b Superficie ricevente
Φ = (Φ1 + Φ2 + Φ3 + Φ4)
figura G.5 Superficie ricevente in un piano posto ad un angolo θ rispetto alla superficie radiante
Legenda
1 Superficie radiante
2 Superficie ricevente
BIBLIOGRAFIA
EN ISO 1716:2002 Reaction to fire tests for building products - Determination of the
heat of combustion (ISO 1716:2002)
EN 1363-2 Fire resistance tests - Alternative and additional procedures
UNI
Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
di Unificazione
Via Battistotti Sassi, 11B
20133 Milano, Italia