Testi Classici - Musica - Organ Estetica

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ANace bop AG dul Tema Q T SELLA Honeint dts delle cnguenre vacebe. Nel coro dela Soe a volte isso canto, accompagnandosi con jl ouavesemmento.egli della sua stipe e della sua casa in un carme improvvisato, «co! i, tra i quali eal siserva a Maemosyn onore del primo rango sce c aisre i deee sono) eine la tng, = ada inanestena Zan 5 Ella a consesso degli dai beati, dimorando nel? antro ombroso, dove il Cronide era solito unirsi con la ninfa dalle belle trecce, nel buio della notte ~ mentre il dolce sonno tenesia.Eracallebianchebsaccia —, celandosi agli d&i immortali e agli uomini mortali. 19 Ma quando fu attuato il disegno del grande Zeus, ¢ per lei la decime luna si stabill nel cielo, 140 Lestone 11 dio portd alla luce il fanciullo, e la sua opera fu palese: allora ella generd un figlio dalle molte arti, dalla mente sottile, predone, ladro di buol, ispiratore di sognt, 1s vigile nella notte, che sta in agguato alle porte; egli ben presto avrebbe compiuto gesta famose “espetis deghimmortall. Nato all’aurora, a mezzogiono suonava la lira ¢ dopo tf tramonto rub Je vac ere, nel giorno in cui lo generd Mela veneranda, il quarto del mese. 20 Egi, quando balz® fuori dal grembo immortale della madre, non giacque a lungo inerte nella sacra culle, sna saltd in piedi, ¢ si diede a cercare le vacche di Apollo, varcando la soglia dell'antro dalla volta sublime. La fuori trovd una.tartanuea,.<.ne, trasse.sioig infinite: 2 inwe aruga canora 5 a eae eal ae paseendosi, davanti alla casa, dellerba rigoglioss, e zampettando amente: il veloce figlio di Zeus rise al vederla, € si so eEcco gia un segno molto fausto per me: non lo dispregio: Salve, amaica della mensa, dall'amabile espetto, che accompagni la ravenuta: donde vieni, o bel giocattolo? Te ‘gusclo variegato, tartaruga che vivi sui montis tiprender® e ti porterd a case; in qualche modo mi sarai [utile, 3s gnon ti trascurerb: anzi tu gioverai a me prima che ad ogni altro. E meglio stare in casa: c'e pericolo fuori To certo sarai per me une difesa contro il sortilegio fanesto, da viva; ¢ se poi ta morissi, allora sapresti cantare a meravislian. Cosi disse, ¢,-sollevatale a-due mani, 49 stbito si diresse dentro la case, portand Poi, spingendo con una lama di grigio fern estrasse la polpa della tartaruge abi Come quando un rapido pensiero di un vomo che travagliano numerosi affanni, 45 0 quando balena dagli occhi la luce dello sguardo, cosh il glorioso Ermes pensav: ¢ le parole e gli att. Tapliati nella giusta misura stoli di conna, Ii infsse ‘os A IB m4 smabile giocattolo. 3 Inno Ap Henmes le tese sette corde di minugia di peco: E quando Pebbe costruito, col plettro n I in festa, durante cantava di Zeus ‘come un temp¢ onide e di Maia dai bei calzari, contravano nell'emplesso amoroso, esaltava poi le ancelle ei tripodi nella casa, dimora della ninfa, bet. ve la depose [ Gl come voleva, il figlio della per quanto fosse ostinato: nist, saggi.colplettro, una corda dapo alnca:qpella, sotto la sua mano, mand> un suono prodigioso,| Sorise. EebawAnalle . rasserenandosi: gli penetrd nel? ani della voce diving, e un dolce desiderio lo prese al cuore, mentre escoltava. Suoriando soavemente le lie il figlio di Maia, sicuro di sé, stava alla sinistra di Febo Apollo: ben presto, traendo limpide note dalle cetra, comincid.a cantare — ¢ lo assecondava |'amabile voce — celebrando gli dii immortalie la terra tencbrosa’ io dei tempi, ebbero origine, ¢ come ciascuno fortenne la sua parte Al primo posto fra russ i, s8condS Tl tango € secondo la nascita di ognuno, Paugusto figlio di Zeus esaltava_gli.d3i immaxtali. ‘tutto narrando con arte, ¢ suonando la cetra che teneva sul braccio. Un desiderio isresisibil 142 Lerrune Uecisore di vacche, briccone sempre in faccende, amico della [mensa, inyentato,qualcosa che vale cinquanta vacche: oppure uno degl'immortali, o degli uomini mortali, tha fatto questo dono stupendo, e tia insegnato il canto divino? Quale la via per ottenerlo? Con esso, veramente & possibile raggiungere tute insieme tre cose: la gioia, l'emore, ¢ il dolee {sonne. Anch'io, certo, mi accompagno con le Muse dell’ Olimpo ¢ la fiorente melodia, ¢ il clamore dei flaut, pi eppure, finora, nessun’altra cosa fu mai tanto c a le prove di bravura che si odono nei banchetti dei giovani: ‘A lui Exmes rispose con abili parole: eres «Tu m’interroghi con molta eloguenza, o arciere; ed io, da parte {mia, mig arte. Oggi stesso la conoscerai: in verita voglio esserti amico el pensiero e nelle parole. Ma tu, nella tua mente, git conosci bene 465 ‘ha caro il saggio Zeus, forte e possent Inno a> Hermes _| 470 come & pienamente giusto, e ti ha concesso magnifici doni || ¢ privilei; dicono poi che tu abbia appreso dalla voce di Zeus i vaticinii, o arciere ~ da Zeus d in questo campo so bene io stesso, ragazzo mio, che ta sei ricco; ed & facile per te imparare qualunque cosa tu voglia. ‘Ma, poiché di oso di suonare la cetza, a5 Soavemente canta, tenendo fra le mani le canora compagne che sa parlare con dolcezza ¢ con armonia. D’ora in poi, con animo sereno, ,artale,al banchesto.fiorito, alfamabile danza, ella splendida festa, ieve e con delicate esperienza, ¢ rfugge dal forza logorante. Ma se qualcuno, facile per te imparare qualunque'cosa tu voglia io ti fard dono della lira, nobile figlio di Zeus: io, da parte mia, per il monte ¢ per la pianura nutrice mi aggirerd tra i pascoli, o arciere, con le vacche abi a suidarono; od ea, gl spendifi fight ffrestarono sulla via del ritorno, verso !’Olimpo nevoso, rallegrandosi con la i eli strinse in amicizia 13 LEtruae SC Chara ers sascha doves nbc, ponen ecm ale confusione delle harmoniai¢ sulle nuove tecniche di accordatura degli stra- menti (lo strdbilos di Frinide serebbe una specie di capotasto, un mezzo tec- nico per modificare "intonazione della cetra: cfr. I. Diring, Studies boat sor ‘weve “CORTE SUCCESS at che sono rfeitia quella dal Sere musicale, Le adodic! con un tone di disgiunzione le - Tae elone dl meade oi rre_gene diatonico, enarmonico ¢ cromatico, (Frr. 157; 145 Kock). Giustizia Cosa ti & capitato? ‘Musica Cose che non si dovrebbero dire neppure sottovoce! Perd almeno a te le voglio rivelare Giustizia [J ‘Musica E son contenta di farlo: sara per me un piacere il par- l'ascoltare. rono con Melanippide che per primo mi prese, into] e mi lascid mollee senza Forze, con le sue dodici_ ackato, quel maledetto Ateniese, con le sue modulasioni fuori bee so a, pene VEE st fatto violenza fino in fondo, con dodici armonie in cingue corde. Anche lui perd avrei to: se anche fece degli erroti, poi almend cercd di porvi rimedio. Ma Timoteo, cara mia, lui si che mi ha rovinato del tutto ¢ mi ha Tacerato nel modo pit crudele. PLATONE Giustizia Ma chi ® questo Ti Musica Uno di Mileto, rosso 3ePiarone V Repubblica ¢ nelle Legei Platone considera i fenomeni musicali io per Ie IW eeconde pa Tag TT, 77 musieale prima e dopo ln forme di Timoteo, coa oss rion * E ipresi, non ci resta da trattare del modo del canto ia? — Evidentemente, - Eben | coerenti con le nostre parole | trovare da sé quello che dobbi quali ciot devono essere? E Glaucone sorridendo dis Socrate, io rischio di non venire compreso tra que momento non sono proprio in grado di dichiarare che cosa dob- iamo dire, anche se posso sospettarlo. - Sicuramente, ‘sei in grado di riconoscere questo primo punto: la melodiz | pone.di.ts element, parole atmonias ime. ~ Quest. = Ora, quello che in essa to dalle parole, non dif affatto, nevvero?, dalle parole non cantate, visto che lo si deve esprimere secondo quei medesimi modelli che poco fa abbiamo sta- bil, enela stessa maniera ~E vero, dise, ~E sxmonia ritmo] Lerrone debeesoacsenpamnastlegcls, ~ Cone 1? = Eppure, dicevamo, nelle composi & bisogno alcuno di lamenti e en ‘quali sono. camani anon? ‘Dimmelo, tu che sei esperto di musica. - La mixolidia, rispose, la sintonolidia ¢ alte simili. - E non si devono eliminare?, feci i uomini. ~ Senza dubia, ~ mi Tabiecherse le mollesze © mio caro, con i guerrieri? — No cer i riman- jgono la dorica ela frigia. - To non m'intendo di armonie, replicai;, nia che imiterh convenientemente parle lenta; ¢ pur se & sconfitto o ferito o in punto Gi qualche altra sciagura, sempre reagisce alla sorte con fermezze e sopportazione. E lasciane anche un alsa, di chi attends <.un'a- le€ chiede qualcosa a quaicuno, con Ta pi Pinsegnamento e il monito se si tratta di un uomo; “armonia che” nel caso opposto “imitera” chi da retta a preghiere o insegnamenti o dissuasioni altrui, e quando con questi mezzi ha ai srument anokecocd ‘mi sembra evidente, disse. ~ E allora non manterremo fabbricanti iteigon, pti ed ga lo strumento a mole cade cxpece i produrre varie armonie. - No, evidentemente. = esuonatori di auld, li ammetterai nell : Piatone disse, cosi almeno ci porta 2 concludere il nostro discors0. ) I generi meusicali prima e dopo la riforms i Timoteo Arentese [...] Il nostro popolo, amici, nelle leggi antiche non era signore di nulla, ‘era quasi il volontario servitore. gueva in certi suoi aspetti e figure e un certo aspetto del canto ere costituito di preghiere agli déi: si chiamavano col nome di “inni” suo contrario era un altro aspetto del canto (proprio questi i sarebbero dovuti chiamare threnoi), ¢un altro eran n’era un altro detto “ditirambo", ed 2 fosse diversa, ele dicevano “canti citarodici”. Fissti quest ed alti aspetti del canto, non era lecito queste cose e, conseguentemente alle ricognizio poi di punire il ribelle non era di erto nei fischi né ito che ascoltassero in silenaio fino in fondo e gli alt pedagoghi e la maggior parte della plebe, eran Pordine da una verga che li eneva a posto. In queste cose, secondo questa disciplina, la massa dei cittadini accettava d'esser diretta enon osava giudicare coi ‘poi coll’andar del tempo i poeti furono maestri di poeti solo nel temperamento, ignoranti d canti pid del dovato tras viamente esprimevano per stolta jgnoranze menzogne sulla “mu- sica”, che ciot la “musica” non ha una sua correttezza di nessun tipo ¢ si possa ben giudicare dal piacere di chiungue lo provi, sia esso uomo onesto o disonesto, indifferentemente. Facendo simili 17 Lerrure opere, dicendo su di ext siffatidiscorsi, hanno infuso nel popolo Peco aii trascurare le leggi sulle “musica” la pretesa temeratia Gesserne buoni giudic, di conseguenza i teatri da silenziosi furono bien! di grida come fosse il pubblico ad incendeze il bello ei non bello poetico e al posto dell’aristocrazia & sorta una cattiva teatro- crazia pet quanto riguarda quest arte. Se infatti solo per essa fosse sear cna democrazia C'uomini liberi non sarebbe stato per nulla grave aceaduto, Ma nel nostro sato ora si crigind dalla" musica” Popinione che tutti sappiamo rutto, e Vllegalitt per conseguenze In licenza, Come fossero tutti stati sapienti diventavano imp di ¢Vaudacia ingenerd Mmpudenze. Non rispettare per temerariotd Topinione di chi? migliore, questo, non altro, drei, la malvagia impudenza, nata da una berth troppo spinta. Mecnio E verissimo quello che dici. © Liinsegnamento della musica S\AAB\K ‘Arexrese Dopo aver parlato del maestro di lettere, dovremo ora parlare del minestro Gi cotta = Cumin Certamente. “Arewtese Ricordandoci dei nostri discorsi precedenti mi pare che noi dovremo attribuire ai maestri di cetra cid che & convenient® per il loro insegnamento e insietne pet Fatt ferisce al Tofo insegnamento. ae “CoN Drene pa ‘Aretese Dicevamo, credo, che i sessantenni cantori di Dic~ niso devono possedere une finissima sensibilita det Himmi € delle ‘combinazioni delle rmonie~ PERCRE Gabo posse cmseingueTe€ ‘sce ve imitations music Panima ne & affette, e quelle che assomigliano alla imitazione ‘buona ¢ alla non buona, ¢ ripudiaze le une, cone Tesi ales) ed esegule ¢ incantare cosbTe Slovan. invitando cascuno a seguirlo nella conquista dell views © accompagnandolo i giovani appunto grazie a queste imitazioni. Cunita Verissimo quello che dici. Keewmmse Per tutto cd che fu detto, il maestro di cetre eal lievo devono usare dei suoni della lira in vigea della purezza delle ‘che i suoni degli strumentt siano ‘all’u- sue note, facendo in mor Discorso anontmo sutta musica (tv secore 4.C.?) nisono; suonare in modo diverso, far variazioni sulla lira, quando le corde danno suoni diversi da quelli voluti dal poeta che ha com- posto il canto, comporre ela sinfonia el'antifonia accostando suoni frequenti suoni rari, rapidi e Jenti, acuti ¢ gravi, ¢ similmente adattare ai suoni della lira ogni sorta di variazione di ritmo, l’inse- goamento di tutto questo non bisogne impartre a fanculi che in tre anni devono apprendere velocemente di quest’arte quanto rorner’ loro poi utile. Infatei cose contrarie che si danno reciproco turbamento producono difficg] sre beateeaciavaent devono esser I pit possibile cali da imparare con facilita, ¢ non sono Be poh BE PICgOle Te COE BSEEISALIE € LOTS PRESTTTE tome oggetto di apprendimento; le indichera il nostro discorso nel suo procedere insieme al tempo. In ogni modo il nostro educatore si prenda cara di queste cose, cosi come le abbiamo esposte, riguardo alla musica. Per quanto riguarda le melodie stesse ¢ le parole del canto, quali e di qual natura sono quelle che i maestri det cori de- ‘vono insegnare, anche queste sono state esaminate completamente si che precedono; noi abbiamo anche detto che tali composi debbono essere consacsate..ciascunaadattata © collegata con la festa cui 2 propria, ¢ daranno cost si cittadini il beneficio di tir piacere cay cs ‘Cunt “Anche questi angomenti sono stati entinciati da te con- formemente a verita. " ArenIgse Sono verissimi, drei alibre.Umagitrato scelto per dirigece la musica li riceva dunque dalle nostre mani, ¢ con for- tuna benigna se ne prenda curs. 4 *Drscorso ANONIMO SULLA MUSICA (rv SEcOLO A.C, ‘harmonia © per tment la tetimonianz pit anten slat i suds del fenoment mi fall non allineat! alla corrente pitagorico-damonica. (Da Pap. Hibeb 1, 15 150 Lerrune Mi sono spesso meravigliato, o cittedini, che voi non vi rea- diate conto del modo errato in cui alcuni considerano le arti che voi stesi praticate. Costoro, definendosi studiosi delle harmoniai, esaminano e giudicano i canti, mettendoli a confronto I'uno con Paltro, ¢ alcuni a caso I biasimano, altri, sempre a caso, Ii lodano. Costoro dicono che non Ii si deve giudicare per la loro abilita ne] suonare o nel cantare ~ per le esecuzioni musical essi ammec- cono di cedere di fronte agli altri e rivendicano invece come pro- prio esclusivo impegno la speculazione teorica sulla musica ~ men- tre, a quanto sembra, si danno molto da fare proprio in queste atti- vit nelle qual si dicono inferiori agli alti e prendono alla leggera quelle in cui pretendono di essere particolarmente versati Dicono che alcune melodie rendono gli ascoltatoti temperanti, altre i rendono saggi, altze giusti,valorosi o ili, e non santo che 1né il genos eromatico potrebbe far diventare vill né Penarmonico color che imegano nel oro muse. Chi aoa sche i Dolopi ecoloro che si riuniscono [nell Amfizionia pylaico- delfica) presso le Termopili e che nei loro canti usano il gros dis tonico sono pit valorosi degli attori tragici abituati « cantare enarmonico? Non & vero che il genos cromatico renda vii né Yenarmonico valorosi La loro ? impudenza bella e buona; dedicano gran parte del loro tempo alla musica ma suonano peggio dei citaristi, cantano pe dei cantant, expsimono iloro giudizi molto peggo di qual dice e insomma tutto ci che fanno lo fanno molto peggio degli alti anche sigoardo la cosiddetta scienza armonica, alla quale pure affer- rmano di dedicare ogni loro cura {quando sentonola musica} non siescono a dire una sola parola, si fanno prendere dall’mozione ¢ battono il piede contzo ritmo secondo i suoni dello strumento che accompagna il canto. E non si sentono ridicoli quando dicono che aleane melodie hanno qualcoss del lauro, altre dell'eder... Wsx. Vk SOR 5 AnisroTeLs HWS UBS og di Avistotele 2 inreramente dedicato ai pro- Assstorers: 15h 1540a 14), Aristotele ne pone in evidensa 1d i qualsiasi alt Torun euoguueatatea Pet Vil, 12400 34; eee probleme del scseione muscale-cheaan dese po. Viano; d) Pol. 1341b 19 -13426 34; "trad. di C. A. Viano}. @) L'educazione musicale __Lemeterie di insegnemento entrate nelle nosis sedizione dias 2, torniamo a ripeterlo, IT principio Ldinon 8 facile stabilize quale propre’ sper in propzio alla mus né dire per qual fine la si pratichi, se per gioco ¢ ristoro, ¢9 il sonno ed il bere (ché questi di per sé si collocano non trae e buone, ma tra quelle piacevoli ¢ insieme pongono fine alle come dice Euripide. Per questa ragione la musica viene: en rata con il sonno ed il bere e viene usate nella stesse m # quest si aggunge anche le danze) o se piuttosto a deb nere che la musica tende alla vired in quanto, come lag sviluppe nel corpo cerve qualita cos essa pud stabiire certi ne teri morali e pud abituare a godere rettamente oppure sarebbe la terza alternativa) essa contribuisce all nobil perché giocando non si impera, ‘dal momento che appre 2 accompagnato da dolore. E i fanciulli ed ai giovani non’ In coper Tadusion’ i Giovenni Platone Tutte le opere Repubblica - Timeo - Crizia Premesse, tduaioni e note di Umberto ‘Giovanni Caccia, Enrico Pegone te Edizioni integrali con testo greco a & Grandi Tascabili Economici Newton "2 fous, fy 8 oar ronceig, (397. i , «potresti obiettare che hares, : je} perché tra noi non ¢’ Ody x . ‘dato che ciascuno esercita una sola attiviti>. : ‘ ee al ra he il oxvtotSyov e fi c ‘otivo allora solo in questa citta troveremo che Kai tv veapyov yeaproenioe ye eePvT aio ¢ non pratica, oltre alla sua arte, anche quella ‘Wy mOAEULKS kai ob duxacti contadino @ contadino e non esercita, oltre all’a- dj wal od xonuane a anche XE mestere a Biudiee, e il guer é pa alfar oe ce Gea guess, ¢ ASEIKSV Je Ke wap St eben anes SUE LEVEY tnd 90 esi, a quanto pare, se un uome capace di asumere bs te at gat aspeito ed imitare qualvie, cosa giungesse nella Gv ont icitt2 coll’intento di declamar ive- ¢ lo spediremm dopo avergli versato ‘capo e averlo coronato di lana; quanto @ noi, mirando al iitle, ci terremmo un poeta ¢ un mitologo pid serio, [398b] 1é meno gradevole, che sapesse imitare il modo di espri- jell'uomo onesto ¢ parlasse attenendosi ai modelli che quando abbiamo intrapreso a educare i se, «se dipendesse da noi SS saad robabile che abbiamo trattato da av" & te Yap hen fa se vogliamo accordare il nostro discorso con le premesse, sarebbe ormai facile per chiunque trovare le parole adatte 2 ‘come devono essere questi gerieri?» ocrate, rischio di rimanere eae muesto chiungue. Non sono in grado, almeno per ora, di Tparov nev we ixavag Berg [3 | comprendere di quali generi dobbiamo trattare; tuttavia posso Eony ovreeiuevov, 25700 te vat obxow ieee ees dca Get muse OMG Ye Exo By in grado di asserire [398d] que- ‘melodia ® composta di tre elemen- ea parola essa non diteise in nulla iché la si deve esprimere nelle stesse forme e nelle stesse modalita che abbiamo fissato prima?» feu © Gouoviav xal bueuoV Gxodovdety & 8 el x Ay ‘ANAS uevror Oprivan ve Kai were. 4E verow, disse. "pocteioban. VO” © XOi Sbupusv Epayev Ev Asyox5 ov bei «E l'armonia e il ritmo devono seguire la parol «Come no?s Per la verita abbiamo detto che nei discorsi non c’e alcun biso- lamenti e gemiti>. 08 yap oy. [REPUBLICA TIL 154 moar 1398] «Quali sono dungue le armonie lamentose? Dimmelo [3988] Tives ov) fevEonbio", sei esperto ai musica Oinoay ot La mixolida, la sin agaet emewests SGueste alloran, ehesi, «si devono eset Tivo ve seple donne che devono essere oneste,Sgurarsi per gli vomin "ADAG piv uéOn ye QUAaLw dxpexéoratov Kai pakaxia x¢ Isto». Ya. per i guardiani l'ubriachezza, la mollezza ¢ la pigrizia sor ache mai disdicevol FeCome no?» ‘eE quali sono le armonie «Certe armonie ioniche punto silassater. : {599a] _ jen, rispose, «che si chiamano 4 oy, Ovsande, Sn GiI& xivSveser cor Suptott Retneddar Kai Op not. (Ove ota, dgnv éy6, sas dpuovias, 2d Katdietne éxetyny Gpuoviay, ¥ Ev ce node, xpdEet Svt0g dvSpeiov xal év ne ig mpERdvtos BV pusrjameo PB5yyOUs Te xX ile ferite alia morte [399] 0 & caduto in altra disgrazia in t {queste circostanze fotta contro la sorte con disciplina e fermez qonserva pure un'altra armonia, capace di imitare un uoro i ‘pegnato in Un'azione pacifica non per costrizione che cerca di persuadere un dio con la pregh ‘Govn, anéyovea, Kai. €x toUToV mpdzavea Kart kai 1h Drepngdvas Ezovra, GAG coppdvac te Kai petplas Hy réicu zosr0xs [399c] paccoved te xa , fei fo, come strumenti utili nella citta ti rimangom lita e la cetra, mentre nei campi i pastori avranno una spect porta a concludere il discorsom disse si, enon faceiamo null 156 vv éx ‘évov. 7 ob por dovSue6a. Kai vi tiv xiva, einov, LehsiBouev ye SaxaSaipovees nddav i Bbc. ink KoSaipoper. Exduevoy yap 51 1am 16 epi pueuods, wi moLKiAODE ade i Rov Bub 007 Kal GvBpetov tives elotv’ oi i8dvta tov Towdrov Ayo dvayxdvew EnecBar Kai 1 shoe, x inves 8 Gv elev obro1 of 9 tds dpuovias, gpdoan. ANE Ud AL, Eon, ob« Exo Meyer. Sn. udv yap spi’ dena & elbn 8 Gv ai Bacerg Goren év cic S06 yy01¢ +E SGev ai xd apuovion, ced_quévos Gv etzouii” nova 86 6; Biov puuaca, Reve [400b] ‘AAAd vaca y e, Ons isxmwocivne 16 edpvoue se xal dppisne dxohovter, Sovaou Sueksoba ” Gs 8 ob; [400g] ‘Arne dm 28 tic evoxmocivns Gonep dpn énérer “AND uu, 48 6s, tasdad Ye 167 dxohoudyréov. Ti 8.8 spOn0s wig A8kEW,, fv 8 x6, xak 6 byoc: 08 = wg wut ‘etracordo,o le quattro armonie principal, o pi interval museal i quarts caer ica 157 se preferiamo Apollo ¢ gli strumenti di Apollo a Marsiae menti di Marsia.3 to stiamo ! che poc'anzi abbiamo definito immer- ammonie: non dovremo andare ritmi variegati e di metri d’ogni genere, ma considera- iumi di una vita ordinata e coraggiosa; ¢ una volta [40a] costringere il piede ¢ la melo i, compito tuo ink per Zeus», obiettd, «non ne sono capace! Powrei dire, perché ¢ i generi da cui si combinano i metri sono tre, da cui derivano tutte le melo: siano, di quale vita». Iteremo anche con Damo- ta e all'insolenza, o alla a, € quali ritmi bisogna averlo sentito parlare snoplio, tn certo metro composto, che lui ‘come ordinava con un ciso... ma queste cose, ‘come ho detto, rifiliamoie'a Damone, poiché distinguerle non & ‘affare di poco conto, Non credi «Certo, per Ze «Ma sei in grado di distinguere almeno questo, che la presenza la mancanza di decoro si accompagnano alla presenza ¢ alla man~ anza di ritmo?» opposto, ¢ lo stesso se il titme e I'armonia, come si parola e non viceversa». 0 che devono seguire la parola. i», domandai, «non seguono il carat- «Come no?» “Mente il resto dipende di #0. Con verso eroi Ibtamesc vago por 160 TOATTEAE ag} elvan Aapetv, €.86vr0c 58 208 Abou dondtorr’ Gv aitdv yay BY oixerérnra udducra 6 obta wpagels, Eyal yoo Boxe, Een, tov corodeav Evens év uovawst sh spot. 2 i “Goren dpa, Fy 5 éyts, ypayuéeay wépr 26 + ovorgeta jt avedvor nde odtya Sve Fepitepdueva, xai ot éy ouuead Kev ated, de 05 S€01 aicdaveoban, bg Diayeyvdbaxew, ts 08 xpdeepov Eoduevor Ypajaricel mp [REPUBBLICA I fancora prima di poterne capire razionalmente il motivo; e una ‘volta acquisita la ragione la salutera con affetto, riconoscendo la ua grande aftinita con 'educazione ricevutan. «Mi sembra», disse, «che l'educazione musicale abbia questo finer. ; «Allo stesso modo», ripresi, «abbiamo acquisito uaa piena pa- dronanza dell'alfabeto quando ci siamo resi conto che le lettere mn0 poche ¢ ricompaiono in tutte le parole esistenti, e non le ab- © trascurate in nessuna combinazione, piccola o grande tung Exousev ~ [402b] che fosse, come se i non occorresse individuarle ma ci Cee ee . jamo sforzati di riconoscerle ovungue, perché solo cosi, ¢ non YKobv Kai eixévas ypouudrar, et nov Fev SSaow H év x prima, saremmo divenuti buoni conoscitori dell alfabeto pois éugaivor Rpétepov yoadue6a, xpiv av ava v GN Eom wig atic tézyng te Kal weheenge Tavxdézao ev oby. vero», ‘Ap ov, 6 85 Gedy, otos 088 youorKot xpdrepoy evrol ote of; gamev juiv marSevedov etvar it, come dico di solito, non saremo esperti di musica, (402cJ noi stessi e i guardiani che sosteniamo di dover educare, se prima non riconosceremo gli aspetti della temperanza, del coraggio, della generosita loro sorelle, come pure dei vizi a loro contrari che circolano ovun- que, € non avvertizemo la loro presenza e quella delle loro co- pic senza trascurame alcuna, negli esseri in cui si trovano, picco- io grandi che siano, nella convinzione che facciano parte della Stags are dello stesso studio?» davvero necessario, rispose. 3%, wd adtod perézovta tinov, tor av ef x Svvapéve Gedo0a; “ Tok ye. [402d] «Percid,dissi, i os «Percidy, dissi, «quando capita che Agia 26 re xéducrov gpaqurcinaroy; fornita di nobili qualita morali ¢ i tratti del suo aspetto siano in Tae 84 3 fo partecipi della stessa ix: a spettacolo pit bello che si possa contemplare?» , rispose, ‘Quindi al giusto amore non bisogna accostare nulla che sia fol affine alla sfrenatezza?» “ ‘Anche in questa disciplina devono essere educati accuratamem sin da fanciulli, per tutta la vita. (403d) Secondo me le co 'anno pressappoco cos!: ma considera anche che il corpo, per quanto vig ‘on la sua virth, ma che al contrario si | corpo nella migliore condizione poss Che cosa ne pensi?» “Anche a me pare che sia cosi», rispose. « POIs errdpoe. tare armonie acute, ¢ la natura stessa suggerisce lassate. Percid & giusto il rimprovero che alcuni jono a Socrate, per aver bandito dall'educazione fer il primato "8 Flosseao era un poeta citirambico visu te £3

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