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BAROCCO

Questa denominazione prende origine dalla parola spagnola Barrueco, il cui significato è perla irregolare.
L'epoca del Barocco è un periodo che va dall'inizio del '600 alla metà del '700 che sostituisce il senso del
fantastico, il dinamismo, l'effetto scenografico e l'illusionismo alla misura, al classicismo, all'ordine e
all'equilibrio propri del Rinascimento.

GIAN LORENZO BERNINI


Architetto, scultore, pittore e scenografo Bernini è stato uno dei più grandi artisti dell'età Barocса. Massimo
interprete della Controriforma, Grande virtuoso dello scalpello, cominciò prestissimo la carriera artistica
grazie al Cardinale Scipione Borghese che gli commissionò tra il 1616 e il 1624 quattro sculture a tema
biblico e mitologico: Enea e Anchise, Il ratto di Proserpina, David e Apollo e Dafne.
Queste opere, tutte conservate presso la Galleria Borghese di Roma, mostrano già una grande padronanza
della materia e una concezione dei corpi nello spazio assolutamente innovativa. Le ultime due, in
particolare, esprimono pienamente la ricerca di dinamismo ed espressività che caratterizza tutta l'opera
scultorea di Bernini.

OPERE
 DAVID: II David di Bernini è raffigurato nel momento di massima torsione del corpo necessaria a
prendere la rincorsa prima di rilasciare la fionda. È un momento carico di tensione come di-
mostrano anche i particolari della fronte corrugata e delle labbra serrate tra i denti.
Questa rotazione nello spazio, che ricorda le posture di alcuni titanici personaggi di Michelangelo
(artista verso il quale Bernini provava grande ammirazione), può essere percepita solo osservando
la scultura a 360°

 APOLLO E DAFNE: La scena rappresenta le due figure mitologiche del racconto narrato da Ovidio
nella Metamorfosi, e in particolare l'attimo in cui Dafne si trasforma in un albero di alloro.
Per fuggire, infatti, all'approccio pressante di Apollo, Dafne chiede al padre Peneo di salvarla, e
questi la tramuta in una pianta proprio mentre lo spasimante la raggiunge.
E sotto le mani di Apollo la ninfa subisce la metamorfosi che Bernini ha cristallizzato nel marmo.
Dalle dita delle mani e dai capelli germogliano rami e foglie, dai piedi le radici, mentre le gambe si
stanno già rivestendo di ruvida corteccia.

 ESTASI DI SANTA TERESA: l'Estasi di Santa Teresa è certamente l'opera più teatrale realizzata in
assoluto da Bernini, capace di fondere insieme architettura scultura e pittura, utilizzando la luce in
modo quasi cinematografico.
L’opera, conservata nella cappella Cornaro della chiesa di santa Maria della vittoria, a Roma,
raffigura Il momento dell'estasi, con l'angelo che trafigge Santa Teresa che tiene gli occhi socchiusi
e la bocca semiaperta (come la Maddalena in estasi di quarant'anni prima, attribuita a Caravaggio),
è trattenuta delicatamente dall'angelo mentre si abbandona priva di forze sulla nuvola sulla quale
giace.
Il corpo scompare tra le vesti abbondanti mentre una luce divina piove dall'alto sui due personaggi.
Questo fascio di luce è stato realizzato con dei raggi in bronzo dorato posti dietro le due figure
creando un effetto di grande suggestione.
Bernini inserisce inoltre i committenti dell'opera ai due lati della cappella collocati dentro due
palchetti teatrali simmetrici, dai quali i personaggi assistono alla scena come se fosse uno
spettacolo.
 BALDACCHINO DI SAN PIETRO: Innanzitutto quest’opera è contraddistinta da u grande dinamismo,
come possiamo chiaramente notare soprattutto dalla conformazione spiraliforme che Bernini
conferisce alle quattro colonne portanti.
Queste colonne hanno l’importante funzione di sorreggere una struttura dalle dimensioni non
indifferenti, dato che il ciborio si sviluppa in altezza per ben 28,5M.
Come decorazioni troviamo dei drappi che cadono dagli architravi in alto.
Per quanto riguarda l’estetica, la struttura è realizzata in bronzo brunito, di modo da snellirla dato
che si trova di fronte ad uno sfondo chiaro.

 COLONNATO DI SAN PIETRO: L'opera più maestosa di Bernini è senza dubbio la realizzazione di
piazza San Pietro a Roma, commissionatagli da papa Alessandro VII.
L'intervento si presentò subito complesso e delicato in quanto i preesistenti palazzi sul lato destro,
tra i quali anche la residenza del pontefice, vincolavano fortemente lo spazio antistante la Basilica.
Bernini, tuttavia, riuscì a risolvere la questione delimitando, mediante un colonnato, uno spazio
regolare che funge da filtro tra interno ed esterno.
Il colonnato è collegato direttamente alla facciata della chiesa attraverso due bracci divergenti, che
creano l'effetto ottico della "prospettiva rallentata", che fa apparire il prospetto sullo sfondo molto
più vicino di quanto in realtà non sia.
Questo stratagemma si era reso necessario poiché l'allungamento della navata non consentiva più
la visione della cupola di Michelangelo,
Grazie all'illusorio avvicinamento della facciata, l'osservatore è portato a rimanere in uno spazio,
dal quale la cupola è, invece, ben visibile poichè percepisce di essere già quasi arrivato davanti alla
basilica.
Nella sistemazione conclusiva di San Pietro, lo schema architettonico, secondo i dettami di Vitruvio,
assume la proporzione del corpo umano, per cui testa corrisponde alla cupola della Basilica e le
braccia aperte alle due esedre del portico.

CARAVAGGIO
Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, dal nome del suo paese d’origine, è il pittore più importante dell'età
barocca e uno dei maggiori artisti italiani di tutti i tempi.
Non ebbe una bottega e non lasciò allievi per via del suo carattere scostante e rissoso ma il suo stile
inconfondibile lasciò una traccia permanente in tutta l'arte successiva e fu imitato da numerosi pittori, detti
per questo "caravaggisti".
Dopo aver trascorso l'infanzia a Milano si sposta a Roma entrando, nella bottega dal pittore Giuseppe
Cesari, noto come Cavalier D'Arpino.
Qui si specializza nelle nature morte rivelando presto il suo grande talento nella rappresentazione realistica
degli oggetti.

OPERE
 Canestra Di Frutta: una delle opere più notevoli di Caravaggio è la canestra di frutta, che raffigura
un cesto in vimini contenente della frutta di vario genere.
Alla composizione si contrappone uno sfondo ampio e neutro di colore giallo chiaro.
L'apparente perfezione fotografica degli oggetti nasconde una natura in decomposizione.
La mela è bacata, l'uva troppo matura sta per marcire, le foglie di vite appassite si stanno già
accartocciando.
Quest’opera contiene inoltre elementi simbolici religiosi relativi al tema religioso della caducità
della vita facendo riferimento alle locuzioni bibliche “vanitas vanitatum et omnia vanitas” e
“memento mori”, che tengono presente il fatto che tutto, prima o poi, morirà.
Caravaggio riesce a creare anche la cosiddetta terza dimensione posizionando il cesto sull’orlo del
tavolo quanto basta per fargli generare una piccola ombra per conferirgli una precisa posizione
nello spazio.
A tutto ciò si aggiunge l’utilizzo del chiaroscuro, che si può notare dalla luce, proveniente dalla
sinistra, che si riflette sulla canestra

 CAPPELLA CONTARELLI: Caravaggio ottiene l'incarico per la decorazione della Cappella Contarelli,
all'interno della chiesa romana di San Luigi dei Francesi.
Caravaggio realizza tre tele, ossia la Vocazione di San Matteo sulla parete di sinistra, il San Matteo e
l'angelo oltre sulla parete centrale e il Martirio di San Matteo sulla parete di destra.

 VOCAZIONE DI SAN MATTEO: Il momento raffigurato è quello in cui Matteo, mentre conta il
denaro con altri uomini attorno a un tavolo, viene chiamato da Cristo che entra in scena da destra,
parzialmente coperto dalla figura di San Pietro che lo accompagna.
Matteo, voltandosi, indica se stesso con stupore, quasi a chiedere conferma della volontà divina.
Ma il gesto di Cristo è chiaro, la mano protesa con il dito leggermente sollevato (ad omaggiare la
Creazione michelangiolesca) non ammette tentennamenti e la luce sembra quasi materializzare e
ribadire la chiamata divina.
La scena si sviluppa in un ambiente prevalentemente cupo (dovuto alla mancanza di Dio) con una
luce diagonale e netta che taglia da destra, quasi ad imitare il fascio di luce naturale che entra
all’interno della cappella di san luigi dei francesi, dov’è conservata.

 MORTE DELLA VERGINE: la Morte della Vergine è un quadro giudicato scandaloso dalla
committenza.
Qui, giace Maria appena defunta, circondata dagli apostoli in lacrime e riversa in modo scomposto
su un lettino di fortuna.
Il dolore non è trattenuto bensì evidente, anche nella gestualità quasi infantile con cui un apostolo
asciuga gli occhi con i pugni chiusi.
In quest’opera notiamo come Caravaggio, nonostante stia ritraendo delle figure religiose, le
rappresenti sempre attraverso personaggi comuni. Per rappresentare la Vergine egli ritrae
addirittura il cadavere di una prostituta.
L’unico elemento che riconduce il corpo della prostituta alla figura della vergine è una sottilissima
aureola posizionata dietro la sua testa.
È presente anche un altro elemento tipico del barocco, ossia un ampio drappo rosso sollevato verso
l'alto, quasi un sipario che ci permette di assistere allo spettacolo di una morte reale e di un dolore
vero.
La luce, tipicamente caravaggesca, arriva da sinistra, forse da una finestra alta, non visibile sulla
tela.

SETTECENTO
Il Settecento è un periodo di grandi trasformazioni: inizia con il declino delle monarchie assolute e termina
con la Rivoluzione francese e con l'ascesa al potere di Napoleone Bonaparte (1799).
In quest'epoca avviene anche un importante rinnovamento culturale in Europa, specialmente in Francia,
con la diffusione dell’illuminismo.
La fiducia nel pensiero razionale portata da questo movimento stimola il progresso scientifico e tecnologico
tanto da dare il via alla Rivoluzione industriale, avvenuta in Inghilterra con l'invenzione della macchina a
vapore.
In campo artistico l'illuminismo si traduce nel Neoclassicismo, la ripresa dell'arte classica in quanto
portatrice di bellezza ideale e di valori morali.
II Neoclassicismo, si indirizza verso la ripresa dell'arte classica con i suoi principi di equilibrio, proporzione,
serenità ed eliminazione di ogni eccesso.
Questa nuova tendenza partì grazie alle idee espresse da Johann Joachim Winckelmann a seguito delle
importanti scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano diffondendo l'idea che la perfezione artistica dei
greci sia insuperabile e, dunque, non si debba imitare la realtà ma imitare gli antichi perché le loro opere
possiedono una bellezza e un'armonia che nel mondo reale non esistono.

CANALETTO
Nel Settecento nascono nuovi generi pittorici tra i quali il Vedutismo cioè la rappresentazione di scorci
urbani. Uno dei maggiori esponenti è il veneziano Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto.
Il paesaggio cittadino (o naturale) era stato già raffigurato molte volte nel corso dei secoli ma sempre come
sfondo su cui agivano i personaggi.
Adesso la veduta diventa un genere a sé e la natura o la città i principali protagonisti del dipinto.
Con il Vedutismo vengono abbandonate le finzioni ottiche e i trucchi scenografici tipici del barocco in favore
della rappresentazione il più possibile realistica.
Le vedute di Canaletto, in particolare, sono molto dettagliate perché il pittore utilizzava una "camera
ottica", una scatola in legno portatile che consentiva di ridisegnare i contorni delle immagini reali che
vedeva intorno a se (schizzi che Canaletto chiamava "scaraboti" e che utilizzava in atelier per ridipingere le
scene).
Come in una macchina fotografica l'immagine, passando attraverso un obiettivo, è riflessa sullo specchio e
proiettata su una superficie trasparente sulla quale Canaletto adagiava il foglio e ricalcava le figure.
Le vedute di Canaletto, però, non sono fredde riproduzioni: il pittore, con tocchi di colore acce- si e luminosi
riesce a dare il senso della luce e dell'atmosfera di Venezia.
Il fatto di essere figlio di uno scenografo professionista consentiva a Canaletto di utilizzare perfettamente le
tecniche della prospettiva:

 Colloca il punto di vista in posizione rialzata rispetto all'occhio per aumentare la profondità;
 Crea delle viste grandangolari rappresentando la scena al di là del suo naturale quadro prospettico
grazie all'accostamento di più prospettive, conferendo così un'ampiezza particolare alla
rappresenta- zione
 Decentra il punto di fuga in modo da rompere l'eccesso di simmetria che renderebbe la veduta
innaturale
 Riempie la scena di piccole figure umane che danno la sensazione di una città brulicante di vita.

JACQUES LOUIS DAVID


Il più importante pittore del Neoclassicismo è il francese Jacques-Louis David.
Egli non si limita a recuperare le forme degli antichi, ma anche i loro ideali etici riproponendo non solo la
bellezza ma anche il mondo di valori dell'Antichità.
Tra questi soprattutto il valore dell'uomo-eroe che combatte per la propria patria anche a costo della vita.
In questo senso vanno intese le sue tele ispirate a personaggi dell'antica Grecia.
Nel 1775 vince il Prix de Rome, ossia un soggiorno di studio a Roma, dove studia Raffaello e la scultura
antica, e conosce le teorie sul Classicismo proposte da Winckelmann.
Tornato in Francia nel 1780 dipinge episodi tratti dalla mitologia, dalla storia antica o moderna, con chiari
intenti moralizzanti.
Partecipò attivamente alla Rivoluzione Francese e all'età napoleonica, realizzando quadri storici.
OPERE
 IL GIURAMENTO DEGLI ORAZI: è un episodio che appartiene alla storia leggendaria di Roma.
Durante il regno di Tullo Ostilio, i tre fratelli romani Orazi furono scelti per combattere contro i tre
fratelli albani Curiazi per decidere le sorti della guerra tra Roma e Albalonga senza provocare
ulteriori spargimenti di sangue.
I tre Curiazi morirono e uno solo degli Orazi si salvò, decretando la vittoria di Roma.
Il momento rappresentato è quello in cui il padre consegna le spade ai fratelli mentre questi
giurano di combattere eroicamente per la patria.
I colori sono limpidi, illuminati da una luce intensa.
I sentimenti che esprimono i personaggi vanno dalla determinazione che si legge negli sguardi degli
uomini al dolore contenuto delle donne.
Questa estrema chiarezza nella composizione, in cui non c'è niente di fastoso, niente di decorativo,
niente di inutile ai fini della narrazione dell'episodio serve al pittore per indirizzare l'attenzione
dell'osservatore non tanto verso l'aspetto esteriore del dipinto, quanto sul suo contenuto.
La composizione è essenziale, le figure sono disposte in tre spazi differenti, secondo la tripartizione
formata dal portico a colonne dipinto sul fondo.
Il punto di fuga centrale è posizionato tra le mani e le spade, e anche le linee del pavimento
contribuiscono a tale prospettiva.

 LA MORTE DI MARAT: Un'altra opera fondamentale di David è La morte di Marat, un giacobino


rivoluzionario ucciso a tradimento mentre faceva il bagno da Charlotte Corday, seguace della par- te
avversa. La sobrietà e l'essenzialità dell'arredo stanno a testimoniare la virtuosa povertà di Marat,
repubblicano incorruttibile e martire della rivoluzione a cui David rende omaggio.
Non a caso il pittore costruisce l'immagine del defunto come se si trattasse di una Deposizione di
Cristo o una Pietà: la ferità aperta sul costato sanguina, la testa è riversa, il braccio abbandonato e il
lenzuolo macchiato.
Il parallelo con la morte di Cristo è un modo per elevare Marat al di sopra degli altri uomini.
Confrontando l'opera con un'altra di epoca successiva è possibile capire a fondo quando il dipinto
di David sia idealizzato.
David non rappresenta l'assassina focalizzando in tal modo l'attenzione sulla figura dell’eroe.

JEAN-AUGUSTE-DOMINIC INGRES
Diversamente dal suo maestro David, ad Ingres non interessa l'antico per i suoi contenuti morali ma per la
perfezione delle sue forme.
Nei suoi dipinti, per la maggior parte ritratti e nudi femminili, Ingres si richiama all'arte di Raffaello,
adottando un disegno puro, rigoroso, e dalle forme definite ed i colori chiari e luminosi.
È la rap- presentazione della bellezza ideale, una bellezza senza tempo.

OPERE
 IL BAGNO turco: quest’opera è ispirata alla descrizione fatta da Lady Mary wortley, ambasciatrice
inglese in una Turchia ottocentesca:
"Erano circa duecento bagnanti, i primi sofà furono coperti di cuscini e di ricchi tappeti e quelle
donne vi si sistemarono.
Erano tutte nude.
Dopo il pasto si finì col caffè e coi profumi due schiave mi coprirono d'incenso i capelli, il fazzoletto,
i vestiti."
La profondità è data dalla giustapposizione dei corpi modellati come sensuali sculture.
La pelle delle donne è luminosa e morbida.
La tavola, inizialmente rettangolare, fu tagliata in tondo a simulare uno spioncino, scatenando
nell'osservatore un istinto da voyeur.
FRANCISCO GOYA
Possiamo definire Francisco Goya come un caso particolare le opere, in quanto le sue opere non sono
riconducibili a nessuna corrente artistica.
Egli era un pittore di corte, e la sua arte rifletteva le contraddizioni della Spagna dell'epoca, povera ma allo
stesso tempo ricca, religiosa e laica, superstiziosa e illuminista.
Tutto questo si traduce nella raffigurazione dei sogni e degli incubi e nell'espressione dei sentimenti del
popolo.

OPERE
 3 MAGGIO 1808: Quest’opera può essere considerata come il suo maggiore capolavoro.
Un dipinto storico, che riprende un drammatico episodio della resistenza del popolo spagnolo
contro l'invasione di Napoleone.
I madrileni inermi, illuminati dalla luce di una lanterna posata per terra, vengono brutalmente
fucilati dalle truppe francesi.
Invano si disperano, ma sono tutti destinati a soccombere alla barbarie della guerra.
In questo senso Goya può essere considerato vicino al Neoclassicismo per la sue fede nella ragione
come antidoto alla violenza bestiale.

 MAYA VESTIDA Y DESNUDA: Di tutt'altro genere è la coppia di quadri dedicata alla Maya vestida y
Maya desnuda (1800).
Realizzati su commissione dovevano funzionare come una sorta di gioco, dove il quadro della
donna vestita avrebbe coperto quello con il nudo la cui rivelazione sarebbe stata una sorpresa per
gli ospiti.
Tuttavia il quadro, trattandosi della prima opera di nudo femminile senza riferimenti letterari o
mitologici e dai contenuti erotici molto espliciti, fu sequestrato dal Tribunale dell'Inquisizione.
Fu ritrovato insieme al suo gemello solo cento anni dopo all'Accademia de San Fernando in una
stanza mai aperta al pubblico.

 LA FAMIGLIA DI CARLO IV: I tredici personaggi del dipinto sono disposti in tre gruppi, a loro volta
collocati in modo da disegnare sul pavimento una sorta di ampia «S», con lo scopo di dare a
ciascuno il giusto rilievo fisico psicologico e morale.
Nel gruppo di centro balza prepotentemente in rilievo la figura della volitiva regina Maria Luisa di
Parma, moglie di Carlo IV.
Nel gruppo di destra, invece, primeggia la figura di re Carlo IV, mentre in fondo, a sinistra, nella
semioscurità della sala, si scorge il quattordicesimo personaggio del dipinto.
Si tratta dell'enigmatico autoritratto di Goya, nel quale l'artista si rappresenta in atto di dipingere un
ipotetico soggetto collocato alle spalle di chi guarda la grande tela.
Le vesti delle dame e le ricche decorazioni degli uomini sono realizzate con l'uso di pennellate
estremamente libere, seguendo la tecnica dei colori giustapposti, al fine di esaltarsi e accendersi,
come se un raggio di luce percorresse trasversalmente la sala, illuminando i volti e i corpi interi di
tutti i personaggi (tranne di se stesso).

ANTONIO CANOVA
Il più grande scultore Neoclassicista del Settecento è l'italiano Antonio Canova.
Svolse quasi tutta la sua attività a Roma, dove realizzò sculture di ispirazione classico antica ricercando il
modello ideale di bellezza e di perfezione.
Nelle sue sculture, infatti, sono sempre fusi il naturalismo e l'idealizzazione.
Da una lato egli prende spunto dalla realtà, dall'altro la trasforma per renderla più bella del vero, più per-
fetta, idealizzata.

OPERE
 AMORE E PSICHE: Dal mondo antico recupera anche temi mitologici, come Amore e Psiche, i due
amanti del racconto di Apuleio ai quali Canova dedica una bellissima scultura.
Nel racconto Psiche, contravvenendo agli ordini di Venere, aveva aperto un vaso che doveva
custodire.
Priva di sensi Venere viene fatta rinvenire da Amore (il dio alato) che sta per baciarla.
Il momento scelto da Canova è quello più sensuale, un attimo prima del bacio.
Il corpo della fanciulla segue una linea curva che si completa con l'ala del giovane.
La perfezione dei corpi e l'armonia della composizione fanno di questo gruppo scultoreo uno dei
massimi esempi della scultura neoclassica.

 LE TRE GRAZIE: Il tema delle tre grazie ha sempre affascinato molti artisti, da botticelli a raffaello
fino, appunto a canova.
Si tratta della rappresentazione delle 3 figlie di Zeus che in genere accompagnano Venere.
Ognuna simboleggia una “virtù” (castità bellezza e amore) e sono definite come le protettrici per
antonomasia degli artisti in quanto da loro proviene tutto ciò che c’è di bello nel mondo.
Passando all’opera di Canova, vi troviamo il raggiungimento della perfezione delle forme, un ideale
di bellezza ideale ed eterna.
Le superfici marmoree sono talmente levigate che la luce scorre su di esse creando effetti di
morbido chiaroscuro.
Inoltre con canova troviamo un’altra differenza fondamentale, poiché questi, a differenza degli altri
artisti, non rappresenta nessuna delle tre muse rivolta di spalle, bensì in un unico blocco.
L’opera riesce a suscitare nello spettatore quella sensazione di affetto che può essere scorta
osservando gli sguardi delle donne, che si fissano reciprocamente (quella di destra e quella di
sinistra) mentre si abbracciano l’un l’altra andando a formare una sorta di circolo affettivo.

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