Geot 1960 6 253

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SULLA COSTRUZIONE DELLE GALLERIE DETERMINAZIONE DEI CARICHI AGENTI SUL SOSTEGNO DELLA VOLTA E SUL RIVESTIMENTO c LoTti() Sommanto: Dopo un breve richiamo ed un esame eritico di alcune fra le varle teérie © formule per it ealeolo dei carich! che aalscono sui sostegni ¢ sul rivestimentt delle gallerle, si ilustrano i risullati di una prove di carico di Tinga durata.effettuata in una galleria: Siseutendone i ristltat, si pone in evidenza la willtt che deriverebbe dal fisporre degli element! di una larga serle dl tall prove per il calcolo dei rivestimenti ‘Al rapido e continuo progredire della tecnica co: struttiva delle opere in sotterraneo sembrava logico dovesse tener dletro, cosi come @ avvenuto In ogni ca- tegoria di opere di ingegneria civile, un perfezions mento del metodi di caleolo per la determinazione delle caratteristiche del sostegno e del rivestimento. Ed invece, per Je valide ragioni che corcheremo di chiarire, non sembra azzardato affermare che i siste- mi di dimenstonamento di cul si fa normale applica. zione non sono molto Jontani, quanto a conclusioni pratiche e ad approssimazione, dalle pitt empiriche indleazioni dei tempi passati e che trovano la pitt ca: ratteristica espressione nella teoria americana del pol- lice di spessore per ogni piede di dlametro. Cosicché si pud constatare che, nel mentre sii pone ogni cura in ogni altro elemento del progetto, il dimensiona- mento del sostegno e del rivestimento (e cio’ di un letnento che ineide sensibilmente sul costo dell’opera) viene fatto con quei metodi empirici che i francesi uusano definire del « chef-porion ». ‘Non sono maneati tentativi, anche autofevoli, per dare al problema una soddisfacente soluzione mate- matica: ma la difficolta di ridurre in termini analitici i vari problemi ed i tanti elementi che entrano come incognite nei problemi medesimi, @ tale da far consl- derare ilusoria ¢ talvolta pericolosa la ricerca di una precisione a mezzo di metodi matematici quando si trattl di problemi geologict pratici (1-2). ‘Si consideri infatti che, nello scavo di un sotterra- neo, si incontra un mezzo che, quasi sempre, anche perehé alterato dai procedimenti di scavo, & tutt'altro ‘che omogeneo ed isotopo. Si consideri altresi che le dislocazioni tettoniche, specie quando risultano com- (4) Ing, Carlo Lorry, protessore inearicato al dei Lavori Idrautici” all" Universita dl Roma, Teenioa plicate, nonché l'inelinazione degli strati, generano nel- interno della montagna tensioni che non possono es- sere riprodotte nella pura teoria, Sono infine da considerarsi le alterazioni che, per ragioni fisiche o chimiche, possono verificars! nell'am- masse roceioso [2] Si pud quindi comprendere con quale circospezione slano da prendere e applicare Ie pitt note formule per la determinazione delle spinte sui rivestimenti: trat- tasi invero di formule ben congegnate su equilibri ela- sticl o plastici ma che contengono una serle di fattori a cui determinazione estremamente delieata: tali formule quindl, ed & chiaro anche nelle intenzioni degli Autorl, vanno riguardate con attenzione e non devono ‘mal disgiungersi, ad evitare gravi errori i valuta~ ione, dalla pratica osservazione: vanno usate, in al- tre parole, da chi abbia Ix necessaria esperienza per farlo Pid semplicl possono sembrare alcune regole empi- riche, come quella della parabola di carico (RrrrEx) 0 delV'altezza ridotta (Bmeamaumen), che, nei grandi trafori alpini, hanno avuto qualche conferma sperl- mentale [6]; ma anch'esse contengono alcuni coeffi- clenti riferiti al terreno di euf, specie in terreni roe: ciosi, @ difficile 0 del tutto formale la determinazione. La questione diviene ancora pith complessa; quando, per-le determinazioni statiche, occorra prendere in esa~ me le azioni reciproche fra terreno e rivestiment speele quando si consideri che, secondo recenti esp rienze, il comportamento dell'ammasso roceioso ed il formarsi di un anello di materiale disteso attorno al cavo, dipendono dalla deformabilita e dalla resistenz del sostegmo: e quand’anche fossero noti quantitativa- mente i valori delle spinte sul rivestimento, resta an- cora da considerare ¢ valutare Teffetto delle spinte passive, determinate dalla deformazione del supporto, fe degli attriti fra roccia-e rivestimento, 254 Di fronte alla complessita di tall problemi, ammes- sa la scarsa validiti di ogni semplice impostazione constatata la difficolt’ di applicare alcuni metodi di caleolo che richiedono particolare esperienza inter pretativa, i costruttore rimane perplesso e finisce per ricorrere al pli semplice empirismo: con il sicuro risultato, salvo casi molto rari, di dare al rivesti- mento spessori pitt grandi del necessario o di vedere, a distanza pid 0 meno ravvicinata, il negativo effetto di un dimensionamento inefficace. ‘Tale situazione, che teoria dell'elasticita, meceanica dei terreni e scienza delle costruzioni sembrano impo- tenti a risolvere, & oggetto di discussioni anche in campo internazionale: se ne @ trattato in particolare al_§° Congreso di Meccanica del Terreno (Londra 1957) [3-4] © si @ coneluso che unico metodo per giungere a pratiche soluzioni @ quello della sperimen- lazione e delle misure in sito, E per sperimentazione deve intendersi quella in si- to, essendo dimostrata In scarsa attendibilita delle prove su modello o su elementi di dimensioni ridotte: tall prove, anche per la utilizzazione di materiale omo- geneo, non forniscono che una vaga immagine delle condizioni medie quali sono quelle che corrispondono a volumi tanto magetori (7) D'altra parte, il bisogno di misure dirette @ stato sempre sentito anche dal tempi nei quali si cercava di dare soluzione matematica al problema: sono del 1881 Ie prime misure di Grozorr, rchleste da RITrEr, in una galleria seavata a 45 metri di profondita [6] dedotte dalle spinte esercitate sulle armature e quin- di dalla resistenza dei legnami I recenti progress! conseguiti negli strumenti ai misura consentono di disporre di perfezionati appa recehi per Ia determinazione dei carichi, delle defor- mazioni e delle tensioni, e rendono quindi pli age- vole un programma di misure; d'altra parte i note- voli risultati conseguiti nel controlla delle deforma- ziont ¢ delle tensioni in altre opere, particolarmente nelle dighe, ed il grande ausilio che ne @ derivato al progettista ed al costruttore, confermano Ja utilith dei risultati praticl che possono ottenersi con le misure © Pad tomare utile rammentare Ia notevolo indagine ffettuata da MARrson e ANDERSON per determinare | va- Tori del carieo su tubazionl del massimo diametro ai 60 em entro trincee spinte fino. alla profondita di 9 metri, La tespressione ul essi pervennero ® del tipo P =o D* dove {8 il peso specifica del materiale, Dla larghecza della {rincea ¢¢ una costante che dipende dal rapporto fra pro- fondit& e largherza nonché dal tipo di materiale. Le" co- stanti 0 furono determinate sperimentalmente per vari pi H i materiale (sabbia 6 argitla) e per rapporti = da 05 D 15 € variarono da 05 a 4 (5). Tali risultati differiscono a quelli che si ottengono applicando Je formule dell'equi- brio plastieo per terreni Ineoeronti che ‘sono fra le pit attonalbili-ed hanno aviito Tecenti conferme sperimentall H © secondo le quali, oltre un certo rapporto —, tl valore el carico diviene indipendente da H. Questa pub essere luna conferma che, dalle prove su modello, quali possono essere quelle effetiuate da MansTON © ANDERSON, rispetto alle dimensioni di una galleria, non possono. attendersi Fsultati da applicare a easi pratiel, ma_si possono avere Solo indicazion! che possono tornare pero. particolarmente wall, GEOTECNICA In sito, Hd i risultati di misure su alcune opere [3] nonché quelli particolari conseguiti di recente sulle gallerie [7-8] nel mentre fanno erescere la perples- sita sulle semplici applicazioni di una rapida teot matematica, confermano che la via delle misure In sito @ unica che consentira, in un futuro che speria~ ‘mo prossimo, di avere idee pitt chiare sul dimensio- namento dei sostegni e dei rivestimenti Oecorre perd, perché le misure possano essere valide e di qualche utilita, che slano condotte per lungo tempo (il carico pud impiegare anche un anno a ma- nifestarsi) e con criteri unitari; e affinché { risultati si prestino ad una statistica, bisogna che i terreni siano effieacemente individuati, mediante una serle di elementi di cui pitt avanti diremo. Da questa collaborazione, fra misure di cantiere teoriche impostazioni, potra nascere, anche in forma statistica, qualche utile indicazione per i nostri progetti Tn quanto segue esporremo, dopo un breve richia- ‘mo delle elaborazioni teoriche di alcune misure condotte in una galleria, Pur mantenendo © confermando le nostre riserve su qualsiast tipo di formula, derivata da rigida impo- stazione matematica che esprima il valore delle slont che si sviluppano in un ammasso roecioso a seguito dello scavo di una galleria, si ritiene tuttavia utile richiamare quelle formule che, a nostro avviso, sono le pitt valide. Nella trattazione che segue useremo i seguent! simboli_ comuni: b larghezea dello scavo in galleria (se cireola- re b = 2r)(m) = coesione (tonn/m*) B, = mottulo di elasticita statico (0 meglio coeffi- eionte di deformabilitay Bz = motto ai etasticita dinamico i = cocfficiente di spinta attiva tg2(—— 4 1sin Ly simp ieee j= coefficiente di spinta passiva tg? (4 —"-) 4 L¢sinp Ising h = aatezea detto scavo in galleria (se elreolare hk = = 27) (m) H = altezza del terreno sullasse della galleria (m) H, = altezza det terreno sul volto delta galleria (m) m= modulo di Porssox n= indice di porositi zn, = tensione normats nel terreno (tonn/m) = tensione tangenziale terreno (tonn/m?) P= carico totale sul volto (tonn) GEOTECNICA Py = pressione di stabilizoasione (tonn/tm*) p, = pressione naturale det terreno (= yh nella ipotest ldrostatica) (tonn/m?) r= raggio generico (m) 7, = raggio & intradosso (m0) R= raggio della zona distesa (m) Ya = peso specifico delacqua (tonn/m*) ‘y= peso specifico apparente det materiate (tonn/m*) ‘yy = peso specifica assoluto 4, = peso specifico det materiale immerso neTacqua w= ow a= = angolo di attrito interno Si consideri una galleria di sezione circolare di rag- gio 7, scavata in un mezzo incoerente, con angolo di attrit qp, alla profondita H, misurata fra Vasse della galleria ed il piano di campagna (Fig. 1). Attorno alla galleria si stabiliranno una serie di volte di cui si potranno calcolare le tension princl- palin, em, Tali tensioni (per Vequilibrio plastico ®, eo) = = te? (——-—) assumono in chiave (ove ”, 42 =o), i seguente valore (Caquor) [9] yH ny" aa le G) | m ya fn ( | ee re be) Agli effetti det calcolo del rivestim tanto la n,, la quale, per —"~ sufficientemente piceo- H Io, tende alla @ Cio’, in un mezzo incoerente, la tensione principale normale @.praticamente indipendente dalla profondi- 1A Hed & funzione soltanto del raggio r,, dell'angolo @ @ del peso specifico y del materiale. Qualora il mezzo incoerente sia immerso in una falda acquifera, tale da determinare una pressione Yqltys la (1) diventa: ft \] zs a - +h, 3) fae Gr} | Passando da un mezzo incoerente ad un mezzo Gotato di coesione ¢ la (1) diviene: yu j-2 dove T = —— tee ‘Teezacnt dd invece per In n, la espressione se- seguente [13] (v. fig. 2) nella quale te— La (4) e la (5) costituiscono le expression fonda- mentali per la determinazione del carico n, sul volto delle gallerie. ‘Trattasi tuttavia di due espressioni sostanzialmente diverse: per meglio valutarle se ne sono calcolati (?) (©) La elaborazione dei grafiet ¢ stata curaia dal!’ Ing. Mt Boononre ln cui collaborezione, anche nella parte sper mentale, mi € grato tleordare, T'grafcl possono essere Utll- mente impiegati in casi della pratica, ove non si possano fffeltuare. prove sperimentall ma con'le avvertenze di cul sta gia dette, 256 \ valori per varie coppie dic @ di @ e per y= 2, Pit precisamente per: @ = 25° 300 350 © = 3; 2; 1; 0,3; 01; 0 © per r= 1,50 mer = 3,00 m, I grafici, che si uniscono in appendiee, confermano la particolare differenza delle due espressioni: si pos: sono comunque tratre le seguenti osservazioni: A carico n,, oltre un certo H, @ indipendente da questo; tale valore limite di H @ piti clevato nei terreni coerenti con basso angolo di attrito; ~ i valori di m,, della espressione (4) (Caquor) so- ho sempre minori’ dei corrispondenti valori della (5) (Terzact); tale differenza si fa pitt sensibile nei mez- ai cocrenti; — per alcuni valori della coesione, la n,, secondo Ja (4), si annulla, mentre secondo la (5) mantiene va- lori sensibili, La (4) di quindl molto valore alla coesione, mentre la (5) da maggior valore all’angolo @. Anche le poche esperienze al riguardo confermano che la (4) ¢ pli valida della (5) nei mezzi dotati di coesione ¢ con grande copertura, mentre la (5) trova maggior ri- scontro nei mezzi con scarsa coesione 0 con modesta copertura, Nelle esperienze di K. S, Lane [7], su argille aventi @ = 20° e c= 7,7 tonn/m*, la (4) ha avuto piena rispondenza [3], Nelle esperienze per la galleria ferroviaria di Don- nerbithl dove ¢=2 tonn/m? e p= 30°, ma la copertura @ solo di m 655, sia nelle prove su mo- dello che su quelle in sito si @ avuta migliore rispon- denza nelle applicazioni della (5) che @ stata usata pol per il caleolo del rivestimento [18 - 19 - 20] Anche le esperienze da noi condotte, come pitt avanti diremo, effettuate in terreni coerenti con notevole co- pertura, mettono in evidenza la migliore rispondenza della formula (4). Con Je stesse notazioni di cui sopra si hanno le espression! det carichi delle imposte: Caguor: nfs nbyr, o ‘Tenzacut: y (Hen) a) Le suddette condizioni di equilibrio plastico dovreb- ero perdere di significato nel caso di ammassi roe- ciosi, nei quali sembrerebbe pid logico rlferirsi ad una forma di. equilibrio elastico. Fin dal 1878 i geologo svizzero Heim aveva attl- rato Vattenzione sulla possibilita dello stato idrosta- tico delle tensioni nelle roeee profonde, stato in cui le tensioni principali sono uguali (mentre nell'equili- brio plastico stanno nel rapporto GEOTECNICA In un ammasso roccioso, nel quale sia stata scavata una galleria di raggio 7, (Og. 3), nella ipotesi di un compertamento elastico della rocela, se il earico é di tipo idrostatico e clo? p, = yH si hanno, in un punto generico alla‘distanza r dal centro della galleria, i va- lori seguenti delle tensioni pringipali: o © quindi, alle pareti, essendo r 2p, = 2yH. La teoria di Hen che resta il punto di partenza per la teoria delle spinte della montagna, non ebbe molta diffusione fra i teenici perché non offriva al- cuna espressione pratica per il calcolo dei rivesti- ‘menti. Essendo nullo il valore n, sembrerebbe infatti che nessun earico debba gravaré sul supporto; e cid ® teoricamente vero almeno fin quando il valore 1, 2H non superi il carico di rottura della rocela: mentre al di 1a di tale valore Ie tensioni interne si annulleranno e si avri un corpo disgregato dotato solo di attrito e di scarsa coesione che determiner’, con il proprio peso, la spinta della montagna. Sembrd quindi giustificata V'ipotesi di Rerrmr, ed invero @ quella che pi si avvicina alle spinte reali che si esercitano sul volto di una galleria, secondo In quale la pressione esercitata sul volto di una galleria 8 indipendente dalValtezza del masso su di essa gra- vante, ma @ solo dovuta al peso ai un corpo di se- zione parabolica sovrastante il cavo, diminulto della coesione Iungo la parete generata dalla parabola, Si ha quindi P= yb mu 1) ® essendo wy la resistenza del terreno (gid disteso dopo lo scavo) alla trazione, La difficolta di determinare i coefficiente « (alcun! valori furono sperimental- mente -determinati da K. vax Orr, per vari valori di y e ¢ [6] rendono difficile 11 semplice uso di que- sta espressione mentre la impostazione di indipen- denza totale del carico dell'altezza del masso gra- vante & andata gradualmente perdendo di consistenza. GEOTECNICA Forse pitt utile pud apparire Vespressione del. Bren- saumer [6] P= OHyb ® nella quale si stabilisce la dipendenza di P da H se- condo un coefficiente correttivo 8 che pud essere ri- cavato quale media di due formule empiriche nelle quali figurano Valtezza del terreno (H) la larghezza dello scavo (b), Valtezza dello seavo (h) ed ll coefli- cliente di spinta attiva (i) [6]. ‘Ma tutte le espressioni suddette, quantunque ben costruite, non tengono giusto conto del reale anda- mento del fenomeno, cioé di cosa avviene del terreno durante lo scavo ¢ particolarmente del fatto che Ia formazione di una zona di terreno disteso attorno al- Io seavo dipende, non solo dalla profondita H ma an- che dalla natura della roccia (secondo un angolo di attrito fittizio) e, cosa quanto mai importante, dalla resistenza del sostegno e dal modo con cui questo fu posto in opera, Dopo la perforazione di una galleria, ammessa va- lida la teoria idrostatica di Heim si ha dunque, sulle pareti del sotterraneo, una tensione tangenziale n= 2yH Finché tale tensione non supera il carico di rottura della rocela oppure se viene messo in opera ed imme- diatamente un sostegno, che come si vedra, dovrebbe essere particolarmente robusto, non si verificher’ al- cuna deformazione. Al di fuori di queste due ipotesi e cio8 nei casi normali, la roccla attorno al cavo si deformer e si determinera, come si é gid accen- nato, un anello dl raggio R ‘che pud ragguagliarsi a materiale incoerente 0 comunque dotato di scarsa corsione (Fig. 4). A tale anello di materiale pud dunque applicars! 1a teorla dell’equilibrio plastico, se- condo cui ona integra ‘elastiea? zone distesa (plastica) Da_un’analisi condotta da Lanass# e@ Van Iver Son [12], considerando le condizioni al lmiti fra zon: elastica e zona plastica ¢ considerando Ia pressione iterna determinata dal sostegno 0 dal rivestimento si perviene, in analogia allespressione (4), alla se- guente condizione ai equllibrio: - _ ae B= —ccotgp+ [eo cote + +, ale (10) H «, trascurando In coesione: Cr) / La pressione ,, per la quale Ie deformazioni ces- sano, si definisce pressione di stabilizeazione. Da tale analis| si possono trarre le seguenti conclusioni: R — il rapporto — stesa, dipende dalla pressione naturale della roccia (quindi da H, secondo la teoria idrostatica di Him), dalla pressione di stabilizzazione p,, dal coeMiciente di attrito @ caratteristico della roceia fessurata e dalla coesione di questa; + ; clo’ Yampiezza della zona di- non vi & possibilita di equilibrio, senza soste- ‘gno, nei terreni nei quali non esiste eoesione (p, 7 0); — se la pressione di stabil R Ml rapporto — tende a crescere; — ove non ‘si vogliano ammettere deformazioni (B =1,) subito dopo lo seavo occorre applieare una pressione di stabilizzazione tale che si abla, nei ‘ter- % aaione @ insufliciente rent incoerenti, —— = 1—sing; quindi, specie per al- », te profondita occorrono support o rivestimenti di notevole robustezza, Nel sistema statico rivestimento-ammasso roceloso si sono quindi determinate tre zone ben distinte (Fig. 4): a) il rivestimento, che determina la pressione ai stabilizzazion b) Ja zona distesa e quindi ini equilibrio plastico; ©) la zona non influenzata ove permangono le pres sioni naturali. I sistemi statici rivestimento - zona distesa possono essere trattati con le teorie dell'equilibrio plastico quindi applicando le gia citate formule di tale equi- librio, in cui alla profondita 1 si sostituisce il rag: glo R, La determinazione dei coefficienti ce @ (0 solo quest’ultimo, se si considera nulla la coesione) pud essere fatta mediante prove in sito: abbastanza utili sono le prove di deformabilita con martinetto o in cunivolo che consentono i determinare la curva intrin- seca, La difficolta sta nel determinare R che dipende da 7,, di difficile valutazione: al limite pud porst 2B, = 8, cio’ considerare l'anello libero di distenders!. Un esame troppo superficiale dell'indagine condotta da Lapasse e Van Irenson potrebbe portare alla con: clusione che convenga sostenere {1 volto con rivesti- menti legger\, in quanto la stabilizzazione si verifica 258 in ogni caso: a correggere eventualiinterpretazioni in tal senso basti considerare che, all’aumentare del raggio R, aumentano le deformazioni che il rivesti- mento deve essere capace di consentire senza lesio- narsi; e che tali deformazioni assumono valori consi- derevoli che possono raggiungere anche il 20% del raggio della galleria; che inoltre, con Yaumento i R, aumenta il peso del materiale disgregato e che tale peso, di cul si deve tener conto nel calcolo del sup- porto, im aggiunta alla tensione n,, pud turbare o aistruggere Pequilibrio plastico, fino ‘ad aversi il crollo della volta. In conclusione, il valore della pressione di stabilizzazione deve essere sempre di qualche entit’ (la sua determinazione rientra in quella sensibilith pratiea eul si fece cenno nel dire che le formule van- no applicate con Ja dovuta esperienza) e tale da evi- tare i pericoli di cui si @ detto; si pud anche osser- vare che non bisogna applicare il rivestimento troppo presto per consentire la distensione del materiale e quindi ridurre la pressfone di stabilizzazione e con- tentarsi, per un certo tempo, di un rivestimento de- Iormabile o di nessun rivestimento; ma quanto tempo si debba attendere non pud essere espresso da_for- mule o tabelle ma @ anch'esso rimesso alla esperienza 6, come si vedra pitt avanti, agli elementi che possono ricavarsi da misure in sito. Le formule di cui si @ fatto cenno sembrano inqua- Grare abbastanza bene il problema: esse infatti si riferiscono ad un equilibrio plastico cui pud ridurst anche il caso di una galleria in roceia, quando st con- sideri 'anello di materiale disteso che si forma at- OTECNICA tomo al cavo, Ma per Vapplicazione di tali formule cccorre determinare alcuni coefficienti come @ ec, la cui valutazione, per materiale in posto, disturbato @allo scavo, @ quanto mai problematica, anche con i pil recenti sistemi di misura, Nel caso di galleria in ammasso roccioso si aggiunge la difficolta di deter R minare il rapperto ——; ei pud essere abbastanza facile considerando p, = 0, clo ammettendo che i volto del cavo rimanga Ubero da sostegno o rivesti- mento tutto il tempo necessario al formarsi dell'anelto rR «disteso »; mel qual caso ed H (ovvero solo da @ ed H essendo quasi sempre trascurabile la coesione); diviene invece pli difcle quando entra in gioco anche la’ p, clo? la. pressione alla quale si arresta la deformazione, o dl stablliz zazione; la valutazione dip, che pud essere tra smessa da un sostengno diarmatura di legname 0 da centine di ferro, sostegno comunque largamente eformabile tale da assorbire le «distension » del- Vanelo, & difiile © pud essere causa di errori anche notevoll, Per cui, in definitiva, come si @ gia detto nelle nostre premesse, V'applieazione ai ogni formula & problematica e deve essere fatta con estrema cir- ccospezione Pitt utile ai pratiel effetti ai un primo dimensiona- mento appaiono i dati empirict forniti dal ‘Tisezacit € che si riassumono nella unita tabella [14], T dati dipende solo da ¢, @ Altezea di carico di roceia sul volto della galleria di larghezza b ¢ di altezea h Altezie al carteo 1 - Dura a fossurazione spaziata 2 Dura stratificata o seistosa 3 - Moderatamente fessurata e dura 4+ Moderatamente fratturata_ma_leg- germente plastica. tratturata 5 - Molto fratturata 0 sensibilmente stratifieata 6 - Completamente trantumata ma ehi- micamente intatta T- Roveia decomposta a plecola pro- fondlith 8 - Rocein decomposta a grande pro- fondita, 9 Rocela rigonfiante aa 0a 0120 a0 20256 a 025 a 1108 035 shy aa 0385 a 110 40) 1,10 aa 1,10 a 210 @+m da 210 9 450 (+0) oltre 7.50 m 2 indipens Gente dal valore di (0410 Leggeto rivestimento di protezione solo sein prosenza dl scaglie Loggera armatura TL carico pub camblare teregolarmente aa punto a punto Senza pressione Iaterale Senza pressione laterale © quasi Considerevole _pressione laterale ehiede continui contrasti per la mith inferiore delle centine Forti pressioni laterali- Si richiedono sostegni rovesct GEOTECNT forniti si applicano a gallerie sufficientemente pro fonde (H> 1,5(b--1)) ma sono indipendenti da H, intervenendo nelle espressioni solo i valori della Tar- ghezza (b) e dell’altezza (2) dello seavo. La difficolta di usare la tabella di Terzacnt sta nel- Yassegnare alle categorie indicate nella tabella stessa Hl tipo di rocela in esame. Determinato in un modo qualsiasi il valore della tensione principale normale ,, resta da vedere co- me tale tensione agisce sul rivestimento 0 sul so- stegno. Secondo le teorle di Hix nonché le espressioni che esprimono Vequilibrio dei mezzi plastici, le ten- sioni si sviluppano, attorno all’anello di rivestimento, In forma idrostatica; a correggerle @ sufficiente in- trodurre il peso deli’anello disteso al di sopra del volto. Secondo la regola di Rerrmr, che Terzacat inv fondo conferma con la sua tabella di dati empirici, il carico si manifesta invece come semplice peso di un masso Gistaccato che grava sul volto. ‘Tale impostazione sembra pit glustificata ma oc- corre correggerla introducendo Ielfetta delle spinte ative e passive che si determinano, le prime per azione laterale del terreno sul sostegno e le seconde quale resistenza passiva del terreno alle deformazioni del sostegno, In effetti il meceanismo di carico del sostegno e del rivestimento da parte del terreno é alquanto compli- cato ma pud riassumersi nel modo che segue [15] Fig. 5). Ammettiamo di avere un anello di sostegno, a com- portamento elastico ed esaminiamo lo stato di carico i un punto di esso, dove supponiamo si concentrino un carieo P, una forza passiva F, ed una forza resi- stente delle centine F,, Supponiamo altrest che Yanel- Jo venga forzato contro rocela con forza F,. Dalla roceia si svilupperi una forza uguale e contraria F, (resistenza passiva). Intervenendo il carico P, a ai” stanza di qualche tempo, variabile a seconda del tipo i rocela, si modifica il valore e la direzione di F, che tende ad equilibrare Ja risultante di P e F,, fissa’que- stultima in valore e direzione, Al crescere di P, F, tende a ruotare In F,’ ed aumenta di valore: la posi 259 zione limite @ quella di tangenza, Da questo momento in pol, la forza F, pud solo aumentare ai valore, mantenendo la sua direzione; ad un ulterfore aumento di P deve far fronte solo ill sostegno, determinando, con una sua deformazione, un ineremento della F, ‘Come si vede il meceanismo ® alquanto complesso, per T'intervento, peraltro utilissimo alla statica, delle F,; tall forze, unitamente a quelle di attrito, come si’ vedri nella seconda parte di questa trattazione, sono determinanti aglt effetti della statica det rivesti- mento. Non tenerne conto, conduce ad errori di valu- tazione anche notevoll Le conclusioni cui siamo perveriuti sulle difficolta di valutare, attraverso le formule dell’equilibrio ela- stico 0 plastico, le tension! nel terreno e le conse guenti azioni sui sostegni e sui rivestimenti, nonché sul eomplesso meceanismo della applicazione di tall azioni, aprono chiaramente la via al concetto di ri correre, ovunque sia possibile, alla sperimentazione pratica mediante misure in sito, Disponendost di un’attrezzatura che consenta di mi surare i carichi nel tempo e Te deformazion! del so- stegno, si hanno sufficient! elementi per la valutazio- ne delle sollecitazioni sul sostegno e quindi per il suo calcolo, Occorre premettere quanto él consta dalla altrut esperienza e da quella da noi fatta di recente e cic?: — che Ie misure ai carieo in una galleria devono essere prolungate nel tempo: il carico infatti pud ma- nifestarsi anche dopo alcuni mesi e continuare a cre scere per vari mest ancora; — 1 risultati delle misure, non riferendosi a cam- pioni di laboratorio, risentono di tutta la non omo- geneita e anisotropia dell’ammasso roccioso: vanno quindi esaminati nel loro assieme, eliminando le anomalie e riconducendosi sempre a valori indicativi medi, Affinché le misure siano efficaci ad una utile stati- stica devono altresi essere condotte, per quanto pos- siblle, con uguale metodologia sulla quale tuttavia non ci sentiamo di pronuneiarci in modo definitivo. Ea infine sempre per tentare dl giungere ad una utile statistica @ necessario che la roceia in cui si opera sia individuata nel modo migliore attraverso una serie di elementi fra i quali ci sembra poter con- siderare essenziali ; - Ja precisa descrizione geologica e petrografica delammasso roceloso ed Il suo stato di conservazione; — peso specifico, porosita, contenuto di aequa; coefliciente di deformabilita in sito, determinato con fl metodo del martinetto o del cunicolo ¢ relativi diagrammi carico-deformazione per Ia determinazione della curva intrinseca del materiale in sito; — determinazione di ¢ e al triassiale su cam- pioni indisturbati, ‘Tali valori sono di difficile deter- 260 minazione, specie per Ja dilficolt di estrarre cam- pioni indisturbatl, La sperimentazione @ stata da noi condotta su 21 metri di galleria, del diametro di m 3, con una coper- 20.fem Kg225hma| 1 lea 325 fe) 0606) Fig. 7 = Prove al eatioo con martinetto - diegramam GROTECNICA tura dim 80, scavata in un materiale avente le se guentl caratteristiche: — complesso argilloso - marnoso - arenaceo pitt propriamente definibile come roccia conglomeratiea a cemento argilloso - arenaceo, in stato notevole di compattazione e di indurimento da cui 6 caratte- rizzata la massa del cemento, Ia quale massa po- trebbe riportarsi al tipo che gli anglo-amer chiamano «shale > di compattazione (definizione tratta da una relazione Prof. F. PENTA e Ing, F. CaPozza) — peso specifica y = 2,48; porosita 13%; con- tenuto al aequa 6% — coefticiente di deformabilita H, = 40,000 kg/cm? (determinato con il metodo del “martinetto v. Fig. 6); — diagrammi delle deformazioni in funzlone det earicht (v. Fig. 7); modulo dinamico H, = 170.000 kg/em® (de- terminato con metodi sismici dal Prof, P. Cato); misure su campiont non sono state effettuate per la impossibilita di ricavare campion! intatt Fig, $ - Det rinaslone de} earieht © delle def Veria“instaissione sberimentaie Dopo lo scavo, nella galleria sono state messe in ‘opera n, 21 centine semicircolari a interasse dim 1, poggiate mediante appoggi scorrevoli su pledritti di caleestruzzo (Fig. 8). Le 21 centine erano disposte in tre gruppi © pre- clsamente: n, T contine di profilato NPT 140 a7 NPU 140 nT NP U 100 at La misura delle variazioni di diametro e delle quat- tro corde inscritte nel semicerehio, effettuata a mezzo del calibro estensimetrico, consentivano di determi nare le deformazioni delle centine (*). Le misure di livellazione sul muretto consentivano i controllare eventuali abbassamenti dei piedritti. i Zouoou ns SS ig, 9 = Determingsione del eazieht © detle dt Sulla centina centrale di ogni gruppo erano instal- late, con la disposizione della Fig. 9, le apparecchia- ture di misura costituite da: n. 5 capsule tensiometriche Galileo tipo CEA con sensibilita circa kg 60 e campo di misura fino a 30 tonn (Fig. 10); — n, 5 sedi per calibro estensimetrico (Fig. 10) Sul muretto erano installate aleune basette per un controllo di_livellazione. Le capsule tensiometriche, lette a mezzo di una centralina elettro-acustica, consentivano di determina- re Ventit dei carichi (Fig. 1), ©) Gli spostamenti dei punti i sono stati caleolati, nella potest che gil spostamenti avvengano Iungo 1 rag con 1 espressione: Buasena* Ay & sn cut “ ‘Ac = variazione di lunghezza della corda 2q = angolo che sottende le corde 3; = spostamento Iungo 11 ragalo del punto i 1 Le centine furono messe in opera fra il 2 ed il 3 marzo 1959: alle capsule fu dato un carico inlziale che venne considerato quale ‘prima lettura; le stic- cessive letture vennero effettuate alla distanza di una settimana ¢ prosegulte per sette mes, fino al 9 otto- bre 1959: a tale data carichi e deformazioni erano pressoché costanti da vario tempo. Fu fatta anzitutto una prima constatazione: — i earichi ¢ le deformazioni inizlall, indipenden- temente da qualche locale anomalia, net prim! tempi rimanevano costanti con una lieve tenderiza a de- Per Ia det srminazione ai 8, si @ supposto 5, fe si gluntl a detorminare un 8, diverso da quello reale Si @ allora corretto il primo valore 9) della quantita, bb, fe si @ arrivati, in seconda approssimazione, 2 alla determinazione al un valore 5) tale che 8:4+8:= Ai. 1 GEOTECNICA dopo circa un mese aveva inizio lo sviluppo det carico e delle deformazioni che progrediva per vari mesi: le misure vennero sospese dopo che, per circa due mesi, carichi ¢ deformazioni potevano ritenersi costanti (v. Fig. 12); il diagramma dei carichi, assunto come valore medio tra le varie indicazioni e scartando le evidenti anomalie, risulta dalla Fig. 13 nella quale @ altresi riportata la deformata media della centina — nessuna sensibile e giustifleabile differenza é stata rilevata fra centine con diverso momento di inerzia: cid contrasta con quelle teorie che ammet tono un diverso sviluppo dei carichi in relazione a differenti deformazioni del sostegna [3-7]; eid pud dipendere perd dalle modeste deformazioni tiscontrate in tutte le centine (sempre delVordine i qualche mil- limetro) e cio’ dalla generica esuberanza delle st rispetto ai carichi in giuoco, Ul diagramma di Fig. 13 rappresenta quindi Vele- mento caratteristico dei carichi relativo ad un sotter- raneo di m 1,50 di raggio, scavato nel materiale indi- viduato dagli elementi di cui sopra: disponendo di tuna serie statistica di tali diagrammi potrebbe essere Detorminazione del caricht @ delle-deformaztont in gallera - centrale elettro-acnstica GEOTECNICA hon difficile fare estrapolazioni © interpolazioni tra 20 diverse dimensioni e differenti materiall. N, =——1,5 = 1,260 tonn/m? Per intanto converra esaminare in quali del grafici 248 da noi calcolati e riportati in appendice si ritrovano le grandezze sperimentalmente ritrovate. Tale valore, per r, = 1,50 ed H = 80 metri, si ha Osserviamo anzitutto che i grafici sono stati cal- dai grafici, per le sole espressioni di Caguor © per loeronmaziont canico (oe) Teal es] 25 a Z 26) a 0 2 4 16 8 20 22 2 26 28 10 32 46 I i Fig. 12 = Delerminazione det carieht ¢ delle dsformazioni in galleria - élagramma carlen-tompl © deformazioni-templ colati per un peso specifica y = 20 mentre il peso alcune coppie di valori oe @: specifico del materiale della galleria @ 2,48; per cui py ears le grandezze ritrovate sperimentalmente vanno ridotte (tonn/m) ® 20 on +02 35° nel rapporto ———~; sf avrd quindl in chiave 0 30° 2,48 15 250 264 Fig. 19 - Dingramma dei esrieht © deformata dei centina Tl minor valore relativo alle formule di Tarzacit, per ¢ = 3 tonn/m#, é di 2,8 tonn/m* ed & comunque superiore a quello ritrovato sperimentalmente; ad es- so dovrebbe quindi corrispondere una diversa copia ai valori pid elevati: come pitt avanti vedremo tale diversa copia di valori non é perd congrua al no- stro materiale: si ha quindi una nuova conferma che Ja formula di Terzaaut non trova applicazione nel mezzi dotati di coesione ¢ per coperture elevate. Esaminando il grafico della Fig. 7, relativo alle prove di deformabiliti con martinetto, si rileva che si possono individuare alcune coppie di valori 0, € 6, attraverso le quali si pud costruire la curva intrin= seca. In effetti si pud rilevare un valore ¢, al ver tiee del cielo di carico, ove si manifesta inizio di rottura nel materiale; ed un valore o,, al termine del ciclo di scarico, in corrispondenza del quale si ha una chiara inflessione di rinvenimento: in corrispon- denza di tali valori estremi di sollecitazione, vi sari un valore intermedio @ che assumerd alternativa- GEOTECNICA mente le funzioni di a, (ciclo di carico) e a, (cielo i searico), Liesame dei diagrammi ci fornisce una coppia di valori a, e ¢, di cui una principale ed una subor- dinata: 6 = 30 kg/m? g, = 3,75 kg/m* oy = 225 kg/m? ag, = 3,75 kg/m? Ul valore di x si calcola nei due casi con metodi uusuali (4) e si ottiene rispettivamente: 108 9,33 Con le coppie di valort 300, = 108 4, =108 a, 25 = 93 = 93% (9 Disponendosi di due coppie di valori relativi @ due cieli al earieo © scarico: 30. kg/m 8.15 kg/m? 225 kg/m? 375 kg/mt attraverso Ia sing 2o sty tate si ottione: 90-2 2-315 sing = 2ocotg +3042 2c colpreta.T5 28-2 2-815 x sing = 26 colg-+30-+2 2ocotpre43,75 ©, ponendosi, in prima approssimazione 2¢.coty = 0,7, si vitiene z= 108 e rm 93; per cul si possono costrulre 1 Felativi cerehi di Mou e quindl ottenere Je seguent! cop- ple di valori = © = 185 tonn/mt = 2039 © =158 tonn/m* 2 a 30 Fone GEOTECNICA si sono ricavati i valori di ee @ ( © = 185 tonn/m? — @ = 28° e= 182 = 30" Tall valori sono abbastanza vicini allultima delle coppie che possono corrispondere, nella formula del i aat"materite 2 Porat pesoealtme stato di notevole 2.48 oss eompattazione e| i indurimento | (trate | | 1 Complesso_marno-| | 65-13% Caquor, al carico misurato, Entrando con tali coefti- cienti nel grafici ¢,Interpolando si possono ottenere, rispettivamente, due valori del carico (0,7 ¢ 2,1) che 2 divisi per il rapporto —~—~ danno rispettivamente un 248 valore del carichi di 0,9 e 2,6 tonn/m? contro Ie 15 tonn/m! misurate in sito. Per quanto si riferisce alle imposte, Ia rispondenza secondo Caquor ai carichi in chiave oc- corre aggiungere il valore yr, e quindi, nel caso spe- cifico, 3,72 tonn/m?: 1 valori misurati risultano invece assai Inferiori anche ai valori in chiave e sembrano quindi essere determinati da spinte passive e non da spinte attive del terreno. Riferendosi ora alla tabella di Terzacu, il carico misurato pud essere ritrovato attraverso Ie due espres- & minor Hy =a (b4h) H,= ab assumendo @ valori rispettivamente uguali a 0,10 0,18:- tali valori corrispondono, nella tabella di ‘TeR- ZAGH, a rocce moderatamente fratturate, ma legger- mente plastiche, senza pressioni laterali: caratteristi- che che, a nostro avviso, ben difficiimente, con un semplice esame obiettivo, si sarebbero potute att buire alla formazione di cui trattiamo e che sembrava dovesse dare maggiori spinte: in effetti trattasi in- vece di ottimo materiale che carica modestamente (°). Resta quindi confermato il valore della sperimenta- zione in sito che, se condotta con modalita uniforme, (© ‘Trattasi sempre dl valort fttizi e comunque riferiti al materiale gia disteso ad opera dello. scavo, ( Tali qualita, siiccessivamente accertate in tutth all fesami ene, per altri motivi sono stati effettuatl in detio materiale, trovano rigeontro nella deseriaione geologica © hel modulo dinamico By 40.000 | 170.000 | oe | 183 | - — ci potrebbe fornire elementi statistici atti a determinare, nella base degli elementi caratteristici della roccla, 1 diagrammi ai carico. In sintesi i risultati delle prove e le caratteristiche del materiale potrebbero riassumersi nella seguente tabella: Disponendost di un adeguato numero det suddetti elementi si potrebbe giungere al migliore apprezza- mento dei carichi che agiscono sui sostegni e sui-rive~ stimenti delle gallerie. Riassumendo e coneludendo: Je varie formule di equilibriplastici ed elastici, da applicarsi a terreni incoerenti od ammassi rocciosi, se usate con le do- vute cautele © convenientemente interpretate, possono dare un sufficiente orientamento sul valore dei carichi che agiseono sul volto di una galleria; la loro appli cazione é resa peré difficile, specie negli ammassi roc ciosi, della necessita di conoscere coefMicienti dl dif- ficile determinazione, Per cui, ove Tentita dell’opera lo richieda, per ottenere elementi plit risporidenti alla reall, non resta che la sperimentazione in sito: dalla cui statistica potranno pol esser tratti elementi gene- rall dl possibile estrapolazione, Bibliografia LIN. OuuaNorr - La geologic ot tes grand tunnels diping ~ Bulletin Toehnigue de la Suisse Romande - 25 aprile 1859, 1. 9. (2) P. Panta - Leviont di Geologia Teonica. Franc ¢ ‘movimenti franosi~ LIT edizione, Roma, 1960. (2) J. 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Wavzsnnrep - Tunnel de Downerbiihl - Caleut statique ot fabrication des vouseoirs - Bul Totin technique de la Suisse Romande - nl - 2 gen aio. 1960, as) SuMMARY: After a brief recall and a critical examina- tion of a few among. the various theories and formulas for the calculation of strains which act upon the supports fand linings of tunnels, the results of a long. duration Strain test carvied out in a tunnel are illustrated: in discussing its results, the usefulness that would derive trom the arrangements of the results of wide series of such tests for the calculation of the linings #8 emphasized, Appendice VALORI DEL. CARICO UNITARIO (w#) IN FUNZIONE, DELLA ALTIA DI, TERRENO SULUASSE DELLA GALLERIA (2) | | cuomnenica 261 YVALORE DEL, CARICO UNFTARIO (w) IN FUNZIONE DELLA ALTEZZA DI FERRENO SULL/ASSE DELLA GALLERIA (i)

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