Professional Documents
Culture Documents
Financial and Managerial Accounting 9th Edition John J. Wild full chapter instant download
Financial and Managerial Accounting 9th Edition John J. Wild full chapter instant download
Financial and Managerial Accounting 9th Edition John J. Wild full chapter instant download
https://ebookmass.com/product/financial-and-managerial-
accounting-9th-edition-john-wild/
https://ebookmass.com/product/financial-managerial-
accounting-18th-edition/
https://ebookmass.com/product/financial-managerial-
accounting-18th-edition-ebook-pdf/
https://ebookmass.com/product/financial-managerial-
accounting-15th-edition-ebook-pdf/
Financial and Managerial Accounting, 15th Edition Carl
S. Warren
https://ebookmass.com/product/financial-and-managerial-
accounting-15th-edition-carl-s-warren/
https://ebookmass.com/product/financial-accounting-9th-edition-
robert-libby/
https://ebookmass.com/product/financial-accounting-9th-edition-
robert-libby-2/
https://ebookmass.com/product/etextbook-pdf-for-horngrens-
financial-managerial-accounting-6th-edition/
https://ebookmass.com/product/etextbook-978-1259222139-financial-
accounting-9th-edition/
page i
John J. Wild
University of Wisconsin—Madison
Ken W. Shaw
University of Missouri—Columbia
page ii
The Internet addresses listed in the text were accurate at the time
of publication. The inclusion of a website does not indicate an
endorsement by the authors or McGraw Hill LLC, and McGraw Hill
LLC does not guarantee the accuracy of the information presented
at these sites.
mheducation.com/highered
About the Authors page iii
Learning Science
Learning science shows that students learn better when material is
broken into “blocks” of content. Each chapter opens with a visual
preview of the content blocks. Learning objectives highlight the
location of content. Each “block” of content concludes with a Need-
to-Know (NTK) demo to aid and reinforce student learning. Visual
aids along with concise, bullet-point discussions further help students
learn.
Flexible Revenue Recognition Coverage
• This text uses the widely-popular gross method for merchandising
transactions (net method is covered in an appendix). The gross
method (1) complies with new revenue recognition rules, (2) is
used widely in practice, and (3) is easier and less costly to apply.
• Adjusting entries for specialized revenue recognition cases are
included in an appendix. Assignments are clearly marked and
separated. This approach is fully GAAP compliant.
Up-to-Date
This text reflects new standards in accounting for revenue
recognition, investments, leases, and extraordinary items. It is
important that students learn accounting according to GAAP.
Assignments in Connect with Algos
Connect helps students learn more efficiently by providing feedback
and practice material when they need it, where they need it.
Connect grades homework automatically and gives immediate
feedback.
• Wild has auto-gradable and algorithmic assignments; most focus
on one learning objective and are targeted at introductory
students.
• 99% of Wild’s Quick Study, Exercise, and Problem Set A
assignments are available with algorithmic options.
• 100% of Wild’s Accounting Analysis assignments are in Connect.
• Over 211 assignments are new to this edition—all available in
Connect with algorithmic options. Most are Quick Studies and
Exercises.
Visual Learning
Learning science tells us today’s students learn better with visual
aids supporting blocks of text. Wild has adapted to student needs by
having informative visual aids throughout. Many visuals and exhibits
are new to this edition.
Another random document with
no related content on Scribd:
rappresentazioni architettoniche, si lessero parecchie iscrizioni, o
fatte col pennello o graffite, d’ogni natura e colore, di cui taluna già
riferii parlando delle Vie e fra le stesse mi richiamò la speciale
attenzione codesta:
. . . . AQVIAMI QVARTA SACERDOS CERERIS PVBL.
È noto il resto della favola che fece Proserpina, sposa al sire del
tartareo regno.
Restò per tutto ciò sacra a Cerere la Sicilia specialmente, dove que’
fatti s’erano compiuti e dove le furono istituite feste. Roma l’ebbe
pure in reverenza sotto i nomi di Vesta dapprima, quindi della Bona
Dea. Nella festa principale che le si faceva a’ diciannove d’aprile in
suo onore e dicevasi cereale, celebravansi i suoi misteri nella casa
del Console, cui non intervenivano che le donne, pena la morte agli
uomini che introducendovisi li avessero profanati di loro presenza,
ed eran preceduti da otto giorni d’astinenza e di castità, ciò che
veniva detto essere in casto Cereris. — Non v’ha a questo proposito
chi non rammenti, letto che abbia le arringhe di Cicerone, quanto
scandalo e scalpore avesse menato e di quanta calamità fosse
origine la profanazione di que’ misteri fatta da Publio Clodio, che
mentite le spoglie femminili, si introdusse nella casa di Cesare, ove
essi celebravansi, per amoreggiarne la moglie Pompea, altrimenti
troppo vigilata. Scoperto, rumore, come dissi, ne venne per tutta
Roma grandissimo. Cesare, comunque lusingato dagli amici che
Pompea non gli fosse stata infedele, ripudiavala, allegando la moglie
di Cesare non dover pur essere sospettata. Cicerone stesso che ne
avea fatto un capo grosso che mai il maggiore, raccolse odj
implacabili, ond’ebbe poi da Clodio adeguate al suolo e casa e ville
ed esilio dall’Italia, da cui richiamavalo poscia Pompeo, e finalmente
ricercato a morte da Antonio, per istigazione di Fulvia sua moglie, vi
perdeva la vita per mano di sicarj; riempita poi tutta quanta la città di
disordini e stragi.
Nel linguaggio del Lazio, Cerere pigliavasi metaforicamente pel
pane, come Bacco pel vino, onde in Terenzio si legga:
Passo quindi oltre, e appena faccio un cenno del pari degli Dei Lari
Compitali o de’ Crocicchi,
gli altari dei quali vedevansi per appunto sugli angoli de’ viottoli
cittadini; e dei Lari della campagna chiamati perciò rurales [241], non
che degli Dei Penati, protettori del domestico focolare, che avevano
fra le domestiche pareti sacelli (lararium) e sagrificj; ma de’ primi ho
toccato alcun poco eziandio parlando delle vie; de’ secondi accadrà
di dire qualche parola ancora nel Capitolo delle Case.
Cristianesimo.
Disprezzo delle leggi romane ed odio per le altre genti erano infatti
accuse date agli ebrei ed anche a’ primi cristiani, imputati questi
ultimi perfino di sagrificare e mangiare bambini nelle loro agapi;
comunque non occorra qui di provare accadesse proprio allora
perfettamente il contrario, troppo nota la carità di que’ primi seguaci
del Cristo.
Ecco ora come la nuova fede del Nazareno venisse nella Campania
introdotta, stando almeno alla tradizione, che da taluni critici per
altro, i quali la sanno tutta quanta, si vorrebbe infirmare.
«La maggior gloria dell’inclita e nobilissima città di Napoli, scrive
Gaetano Moroni nel suo Dizionario di Erudizione Storico-
Ecclesiastica, è di aver ricevuta la fede cristiana dallo stesso
principe degli Apostoli e primo Sommo Pontefice San Pietro, il quale
partito d’Antiochia per portarsi in Roma a fondare la sua sede, passò
per Napoli, ove trovata Candida inferma, si informò da essa della
religione e costumi de’ napoletani, la guarì dal suo male, ed
istruendola ne’ misteri della religione cristiana, la battezzò. La pia
donna chiese a San Pietro lo stesso benefizio a pro del suo parente
Aspreno, anche infermo, al quale l’apostolo gliela impartì, inviandogli
il suo bastone, che tuttora è alla cattedrale; e portatosi Aspreno da
San Pietro fu da esso guarito, battezzato e consacrato sacerdote e
vescovo della città; e ricevuto il prezioso deposito della fede,
imitando il suo maestro che nell’anno 44 giunse in Roma, istruì il
gregge a sè affidato e verso l’anno 79 passò nel cielo. Vuolsi che ne
fosse successore S. Patrona, uno de’ settantadue discepoli» [243].
Stando a tal tradizione, condita al solito da puerilità e miracoli, il
primo vescovo Aspreno sarebbe morto l’anno stesso della eruzione
vesuviana che seppellì Pompei.
Bulwer, accogliendo egualmente la credenza che in Pompei fosse
già entrata la luce dell’Evangelo, vi immaginò l’interessante episodio
di Olinto e la conversione di Apecide, fratello di Jone, la protagonista
del suo romanzo, alla divina religione di Cristo; ed altrettanto sembrò
opinare nel suo bel libro intorno a Pompei il già per me lodato C.
Augusto Vecchi; nè io poi mi so addurre argomenti che ripugnar
possano alla pietosa sentenza di questi due valentuomini ed egregi
scrittori.
Chi può dire che ne’ quartieri che ancor rimangono a disotterrare di
Pompei, non si abbia a discoprire qualche cosa la qual confermi una
tale supposizione? La parte ancor non nota è quella che doveva
essere abitata dalle classi più povere; e tra i più poveri e nelle menti
men colte metteasi d’ordinario più prestamente la luce delle
evangeliche dottrine.
All’avvenire pertanto è riserbato ben anco lo sciogliere una tale
questione, che finor non ripugna ammettersi del modo che ho detto.
CAPITOLO IX.
I Fori.
Dalle quali iscrizioni rilevasi come si potessero nel Foro erigere per
diversi meriti più d’una statua allo stesso personaggio.
Era qui che i Pompejani, oltre de’ Comizj ed oltre della trattazione
de’ più importanti affari di publico e privato diritto, non che de’ negozj
più importanti al loro commercio, dovevano celebrare le maggiori
solennità; qui le processioni delle Canefore, di cui toccai parlando
del tempio di Venere nel Capitolo precedente; qui avvenivano i
giuochi de’ gladiatori, quando a spettacoli più grandi non fossero
chiamati nell’anfiteatro, siccome vedremo, favellando de’ Teatri, più
avanti.
Chiuderò il dire intorno al Foro Civile pompejano col tener conto
della pittura che fu rinvenuta sulla parete che cinge il portico interno
verso settentrione, fatta con molta grazia e varietà, e suddivisa in
parecchi comparti.
In uno di questi è rappresentata l’origine della commedia ed una
Baccante: in altro la scena di Ulisse quando si presenta alla sposa
Penelope, in sembianza di vecchio mendicante e col falso nome di
Etone, e non ne è riconosciuto: subbietto spiccato alla Odissea di
Omero e del quale avverrà che faccia novella menzione quando avrò
a trattare in un capitolo successivo del Calcidico sotto altro aspetto,
cioè come pertinenza della Basilica.
Era consuetudine generale del resto che sotto i portici del Foro si
pingessero per lo più gloriosi fatti della nazione, ad imitazione di
Grecia, dove sotto i portici dell’agora ateniese era dipinta la battaglia
di Maratona da Milziade valorosamente e gloriosamente combattuta,
perchè servissero al popolo di generoso incitamento e scuola.