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CARLA LONZI

Biografia
Biografia
• Carla Lonzi nasce a Firenze, il 6 marzo 1931, da
una famiglia della borghesia fiorentina,
primogenita di due fratelli e di due sorelle.
• Dopo aver frequentato il liceo classico
Michelangelo, la Lonzi s’iscrive alla facoltà di
lettere dove si laurea, nel 1956, seguita dallo
storico dell’arte Roberto Longhi, con una tesi
molto apprezzata dal titolo I rapporti tra la scena
e le arti figurative dalla fine dell'Ottocento.
• Lonzi rifiuta però di pubblicarla e di dare così
inizio alla sua carriera universitaria.
Biografia
• Nel 1957 inizia una convivenza, regolarizzata
l'anno dopo, con Mario Lena (chimico industriale
e sindacalista) da cui ha un figlio, Battista. Vive
però l'istituzione matrimoniale come conflittuale
con il suo desiderio di libertà dai condizionamenti
sociali e, dopo breve tempo, si separa dal marito.
• Per circa dieci anni svolge attività di critica d’arte,
collabora a riviste, programmi RAI sull’arte, cura
mostre personali e collettive.
Biografia
• Nonostante l’affermazione nell’attività
professionale, Lonzi vive con frustrazione la
realizzazione di sé affidata all’inserimento nel
mondo maschile.
• All’inizio degli anni Settanta, risponde a questa
insoddisfazione attraverso l’avvicinamento al
femminismo, in quanto contestazione, ribellione
e rifiuto del modello di donna subalterna e
sottomessa al potere maschile.
Biografia
• Fonda il gruppo Rivolta Femminile e una piccola
casa editrice ad esso collegata (Scritti di rivolta
femminile) che avrà in seguito due collane: ‘i
libretti verdi’, che ospita i testi dell’autocoscienza
femminile e ‘prototipi’ che accoglie il confronto
con la natura maschile.
• Questa casa editrice è una delle prime esperienze
in Italia a cimentarsi con l’esigenza dell’autonomia
femminile, e con i collegati problemi del fare
impresa, del mercato, dei soldi.
Biografia
• Il decennio degli anni Settanta vede anche
l’affermazione della relazione con lo scultore
Pietro Consagra, precedentemente conosciuto
da Lonzi.
• Nel 1979 si apre una crisi in questo rapporto
che darà luogo ad un periodo di separazione.
• Lonzi muore nel 1982 per la riacutizzazione di
un tumore che si era manifestato alcuni anni
prima.
Il contesto storico:
la contestazione studentesca
-Affermazione della contestazione studentesca che
denunciava:
a) l’autoritarismo,
b) il controllo sociale operato dai media e dalle istituzioni
educative
c) il capitalismo, l’imperialismo, la società dei consumi,
d) i valori della cultura borghese, in particolar modo quelli
legati alla famiglia patriarcale (nascita di modelli
anticonformisti di relazione: le comunità hippies, ecc).
- Ostilità in Italia da parte dei partiti conservatori, ma anche
del PCI che, caratterizzato da una rigida struttura
organizzativa, non comprendeva la tensione anarchica
presente in questo movimento.
Il contesto storico:
le lotte operaie
- In Europa, ed in particolare in Italia, affermazione
delle lotte operaie che incontrarono la rivolta
giovanile e si svilupparono spesso in polemica con
le organizzazione partitiche della sinistra e con i
sindacati, accusati di essersi bloccati su posizioni
troppo riformistiche (nascita di formazioni politiche
extraparlamentari come Potere Operaio, Lotta
continua, i gruppi dell’Autonomia).
- Tali fermenti operai culminarono in importanti
conquiste tra cui, nel 1970, lo Statuto dei lavoratori.
Il contesto storico:
il femminismo della seconda ondata
Nascita e sviluppo della seconda ondata del
movimento femminista tra la fine degli anni
Sessanta e l’inizio degli anni Settanta:
- Si formarono anche in Italia diversi gruppi
femministi (costituiti da giovani donne e
studentesse) che, pur attraverso ideali e strategia di
lotta differenziati, diedero vita ad un movimento.
- In Italia, dalla più precoce esperienza statunitense,
è stata ripresa l’idea del separatismo rispetto al
soggetto maschile (la prima ondata ha ricercato
invece l’alleanza) e l’esigenza di affermare l’identità
femminile a partire dal principio della differenza
(vd. diapositive sul Femminismo tra XIX e XX secolo)
Il contesto storico:
il femminismo della seconda ondata
• Le femministe elaborarono l’idea della loro liberazione
non come una conquista da effettuare in tempi lunghi,
ma come una pratica da costruire nell’oggi, attraverso il
mutamento dei rapporti con le altre donne, con gli
uomini, con i bambini, all’interno di un mondo ancora
costruito al maschile, dove persistevano i valori tipici
della famiglia e della società tradizionali.
• In tale prospettiva i gruppi femministi elaborarono un
modo di fare politica alternativo sia a quello dei partiti,
sia a quello della rivolta studentesca (l’autocoscienza, il
partire dall’esperienza personale, ecc., l’elaborazione
della teoria a partire dalle pratiche).
Il contesto storico:
il femminismo della seconda ondata
• Uno dei primi e più attivi gruppi fu quello di
Rivolta femminile fondato a Roma da Carla
Lonzi (insieme a Carla Accardi e ad Elvira
Banotti) il quale, con il suo manifesto
programmatico (Manifesto di Rivolta
femminile, 1970), divenne ben presto un
punto di riferimento molto importante del
femminismo italiano. Gruppi di Rivolta
femminile si formarono infatti anche a Milano
ed in molte altre città italiane.
Il contesto storico:
le conquiste
• Si affermarono in Italia, grazie alla nuova ondata del femminismo,
importanti conquiste in questioni che toccavano direttamente la
vita delle cittadine e dei cittadini:
- Legge sul divorzio nel 1970, a cui seguì nel 1974, l’indizione di un
referendum, su richiesta di alcuni gruppi cattolici, per la sua
abolizione.
Favorevoli all’abrogazione: DC e MSI e CEI (che intervenne con una
dura ammonizione ai fedeli richiamando il dovere di difendere in ogni
modo la famiglia e l’indissolubilità del matrimonio).
Contrari: le sinistre, i partiti laici, alcuni cattolici.
I divorzisti ottennero il 60% dei consensi
(su questo risultato ebbe un’importanza fondamentale lo sviluppo del
femminismo)
Il contesto storico:
le conquiste
• - 1975: la riforma del diritto di famiglia che
affermava, tra l’altro, la parità giuridica dei coniugi.
• - 1978: venne approvata, dopo un aspro confronto
parlamentare, la legge 194 che legalizzava e
regolamentava l’interruzione volontaria della
gravidanza. Opposizioni: da DC e MSI ma anche da
gruppi di femministe come Rivolta Femminile che
chiedevano non una nuova legislazione sull’aborto
ma la libertà di aborto e prima ancora l’affermazione
di una libera sessualità della donna.
Il contesto storico:
le conquiste
• La sentenza della Corte Costituzionale sulla
pubblicità dei metodi contraccettivi (1971).
• L'approvazione della legge istitutiva dei
Consultori Familiari (n. 405/75) a cui hanno
fatto seguito, dal 1975 al 1979, le leggi
regionali attuative. Compiti: attenzione alla
sessualità e alla salute riproduttiva delle
donne.
Carla Lonzi:
gli scritti
• Manifesto di Rivolta femminile, 1970
• Sputiamo su Hegel, 1970
• Sessualità femminile e aborto, 1971
• La donna clitoridea e la donna vaginale, 1971
• Significato dell’autocoscienza nei gruppi femministi
(pubblicati dalla casa editrice Scritti di Rivolta
Femminile e poi raccolti in un’unica edizione nel 1974,
ripubblicati nel 2010 da et. al./Edizioni con il titolo
Sputiamo su Hegel e altri scritti; nel 1975 il libro è
stato tradotto in Argentina e Germania).
Carla Lonzi:
gli scritti
• Rapporto tra la scena e le arti figurative dalla
fine dell’Ottocento (tesi di laurea edita postuma da
Olschki nel 1996).
• Autoritratto, Bari, De donato, 1969 (libro
ripubblicato da et. al. nel 2010).
• Scritti sull’arte, Milano, et. al./Edizion, 2012
(raccoglie saggi, articoli e conversazioni dedicati all’arte
prodotti dal 1955 al 1970).
Carla Lonzi:
gli scritti

• Taci, anzi parla. Diario di una femminista,


Scritti di Rivolta Femminile, Milano, 1978
(ripubblicato da et. al./Edizioni nel 2010).
• Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra,
Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1980
(ripubblicato da et. al./ Edizioni nel 2011).
Carla Lonzi:
gli scritti
• E’ già politica, 1977 (volume a più voci, esito degli
incontri di Rivolta e pubblicato da Scritti di Rivolta
Femminile).
• La presenza del femminismo, 1978 (volume a più
voci, esito degli incontri di Rivolta e pubblicato da
Scritti di Rivolta Femminile).
• Scacco ragionato. Poesie dal ’58 al ’63, Scritti di
Rivolta Femminile, 1985.
• Armande sono io!, Scritti di Rivolta Femminile, 1992
(pubblicazione dei materiali prodotti da Lonzi su Le preziose
di Molière in cui l’autrice cercava antecedenti rispetto
all’esperienza di Rivolta).
Il pensiero di Carla Lonzi

• Il pensiero di C. Lonzi si pone nell’intersezione


tra:
- Il filone femminista della ‘Differenza sessuale’
con la sua duplice operazione di:
- liberazione linguistica (dal linguaggio-sapere)
- liberazione sessuale (liberazione del corpo)
- Il filone post-femminista delle identità multiple
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
• La tesi formulata in questo scritto consiste nel
ritenere che il problema femminile:
- non si limiti a mettere in discussione il soggetto
maschile rispetto alle azioni pratiche e teoriche
volte alla dominazione della donna,
- ma contribuisca invece a invalidare tutta la
tradizione politica e culturale da esso prodotta,
anche per quanto riguarda i suoi esiti
apparentemente neutrali da un punto di vista di
genere.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

• «Il problema femminile mette in discussione


tutto l’operato e il pensato dell’uomo
assoluto, dell’uomo che non aveva coscienza
della donna come di un essere umano alla sua
stessa stregua» (p. 13)
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

I° corollario di questa tesi:


- Rifiuto del principio di uguaglianza come strumento
unico e privilegiato di emancipazione della donna.
- L’uguaglianza si dimostra infatti coerente con il
mantenimento dell’operato e del pensato del
soggetto maschile e soprattutto con le sue strutture
di potere e di dominio (p. 13.3,4; p. 14; p. 15,1-5)
- Affermazione della differenza (non essenzialistica ma
storica e declinata al plurale) a partire da una
prospettiva politica di messa in discussione del
potere e del dominio in quanto tali.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

II° corollario:
• Messa in discussione e critica del marxismo e
dell’hegelismo (i paradigmi politico-filosofici
più importante dell’età contemporanea):
- dal punto di vista della loro concezione
relativa al rapporto tra i generi;
- dal punto di vista dell’ideologia in se stessa.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
• G. W. Friedrich Hegel (1770-1831):
- il rappresentante più importante della filosofia
idealistica secondo la quale l’essere e la realtà
vengono ad essere concepiti come sviluppo
dell’idea.
- Secondo Hegel l’idea esce da se stessa come
natura e ritorna a se stessa come spirito, di cui
l’umanità nel suo sviluppo storico rappresenta
l’istanza fondamentale.
- La legge che governa questo processo è la
dialettica di tesi, antitesi, sintesi.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

G. W. Friedrich Hegel:
- La sua opera più famosa e più importante è La
fenomenologia dello spirito (1807):
• storia romanzata del cammino che percorre la
coscienza errabonda dell’uomo per raggiungere
l’universale, attraverso cui l’idea torna a se stessa e
si compie come ragione e come spirito assoluto
• In quanto tale la “Fenomenologia” concerne le
figure: ovvero le situazioni storiche romanzate
attraverso le quali la coscienza compie questo
cammino.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

G. W. Friedrich Hegel:
- La figura più importante della fenomenologia
è quella di Signoria e Servitù.
- Lotta a morte tra due autocoscienze per il
riconoscimento, in cui una giunge a mettere a
repentaglio la sua stessa vita (il signore),
mentre l’altra, incapace di rinunciarvi, si
sottomette (il servo).
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

- In seguito, mentre il signore si limita a consumare


quel che il servo produce, non dando luogo ad
alcun risultato positivo, nel proprio lavoro il servo
si oggettiva, trasferisce cioè una parte di se stesso
nell’oggetto (che deve dare al signore per il suo
consumo).
- Questa oggettivazione è per Hegel una
appropriazione, infatti attraverso il lavoro il servo
dà forma alla natura e se ne appropria e da qui
perviene anche alla coscienza della propria
dignità.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
Karl Marx:
- Pensatore materialista, fondatore del materialismo
storico.
- L’essere, la realtà non dipendono dallo sviluppo
dell’idea ma da quello delle forme economiche
attraverso cui gli esseri umani provvedono a soddisfare
i loro bisogni.
- Rapporto tra struttura (l’economia) e sovrastruttura
(tutto il resto: le forme della coscienza umana, della
cultura, della politica, ecc.): è la struttura che
determina la sovrastruttura.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
Karl Marx:
- Secondo il materialismo marxiano, la storia umana è
un succedersi di forme economiche caratterizzate
dallo scontro e dalla lotta attraverso cui classi sociali
prima asservite prendono il posto di quelle
dominanti.
- Si tratta di una prospettiva dialettica in cui il
rapporto tra signoria e servitù viene ad avere un
ruolo esplicativo dei rapporti tra gli esseri umani,
fino all’affermazione ultima del socialismo in cui la
lotta cessa e gli esseri umani possono cominciare a
vivere in un regime di libertà ed uguaglianza.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:
- Lettura p. 18.2,3; 20.1-4
- Hegel è un pensatore ‘patriarcale’ e la Fenomenologia dello
spirito è una fenomenologia dello spirito patriarcale.
- Naturalizzazione in Hegel del rapporto di dominazione del
soggetto maschile sul soggetto femminile.
- Per Hegel il principio femminile presiede alla famiglia, il
principio maschile alla comunità umana.
- Per Hegel la donna, in questo suo legame costitutivo e
‘naturale’ con la famiglia, è incapace di raggiungere le
forme più evolute dell’autocoscienza universale e di
divenire così cittadino, passaggio questo che è invece
proprio del principio maschile.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:


- Lonzi fa notare che in questa operazione di
definizione del rapporto tra i sessi, Hegel
trasforma in movente dell’oppressione del
soggetto maschile su quello femminile (la
passività della donna) ciò che in realtà è il
prodotto dell’oppressione stessa, a cui la donna
si è adeguata come se fosse un esito naturalistico
dipendente dalla propria natura.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:
• In questo modo Hegel ha negato l’origine del
tutto umana dell’oppressione maschile su
quella femminile, ha negato cioè la sua
appartenenza alla dialettica di Signoria e
servitù, contrapponendosi in questo modo alla
possibilità di un suo superamento, così come
avviene a proposito del rapporto tra il signore
e il servo.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:


• In questa critica, obiettivo di Lonzi non è però
quello del recupero della dialettica Signoria-
serivitù come modello a partire dal quale
pensare l’emancipazione femminile dal
dominio maschile.
• La dialettica Signoria-servitù è infatti per Lonzi
un prodotto tipico del pensiero e della politica
patriarcale.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:


• La liberazione della donna non può rientrare in
questa dialettica poiché è impensabile una
soluzione in cui il soggetto femminile elimini il
soggetto maschile, così come il servo può
eliminare il signore.
• Per liberare la donna è necessario appellarsi a
logiche e a modelli che trascendano le operazioni
teoretiche e politiche del patriarcato.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
Carla Lonzi critica del socialismo e di Marx:
- Lettura pp. 15.6; 16.2-3; 17.3; 22.1
- Lonzi fa vedere che nella misura in cui il marxismo fa
propria la dialettica servo-padrone in una prospettiva di
lotta di classe su base economia, la liberazione della donna
diventa qualcosa di velleitario ed impossibile.
- A differenza di quanto sostiene Engels nel suo libro
L’origine della famiglia della proprietà privata e dello stato,
Lonzi ritiene che l’abolizione della proprietà privata sia
compatibile con il mantenimento delle strutture psichiche
di tipo patriarcale che hanno portato alla proprietà privata.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
Carla Lonzi critica del socialismo e di Marx:
- Lonzi ritiene che l’avvento del regime economico della
proprietà privata sia la conseguenza di un meccanismo di
appropriazione elaborato su base psichica ed emozionale, a
partire dal quale il soggetto maschile si è appropriato
dell’oggetto sessuale: la donna.
- Lonzi ritiene, cioè, che la prima forma di proprietà privata
sia quella della donna e che la proprietà privata abbia a che
fare e sia causata dall’esercizio di un potere di tipo sessista.
- Dominio sessista come origine di tutte le altre
prevaricazioni: economica, razziale, ecc. E’ questo un
comun denominatore presente in tutta la seconda ondata
del movimento femminista.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
• Carla Lonzi critica del socialismo e di Marx:
- Lettura pp. 22.3; 24.2; 26.3; 27.2; 28.2
- Lonzi ci fa vedere che il pensiero marxista mentre ha svolto
da un lato una polemica agguerrita nei confronti della
proprietà privata, altrettanto non ha fatto nei confronti della
famiglia.
- Il pensiero marxista si è cioè limitato a mettere in discussione
la famiglia di tipo borghese, in cui la donna compare come
uno strumento di produzione funzionale al capitale, ma non
ha operato una critica della matrimonio e quindi della
famiglia in se stessa.
- Sia Lenin sia Engels non condannano infatti il matrimonio e la
famiglia, ma semplicemente si limitano a rivendicare forme
civili di unione basate sull’amore e non sull’interesse
economico.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
Carla Lonzi critica del socialismo e di Marx:
- Lonzi ritiene che la famiglia e le modalità di relazioni
emozionali e psichiche che stanno alla sua base
siano responsabili del regime di dominazione del
soggetto maschile su quello femminile.
- Lonzi ritiene perciò che solo attraverso
l’eliminazione della famiglia sia possibile perseguire
l’emancipazione femminile (lettura p. 31.4; 34.2-3;
40.3; 36.2).
- Liberazione dell’umanità dal regime sociale basato
sulla famiglia significa affermazione dell’amore
libero.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica della psicanalisi:


• La riflessione di Carla Lonzi dedicata alla
decostruzione al femminile delle forme del sapere-
potere e quindi alla ‘liberazione linguistica’ si
conclude con un discorso sulla liberazione sessuale
concepita come sua stessa condizione di possibilità.
• In questo discorso Lonzi entra in polemica con
un’altra forma di sapere del suo tempo: la psicanalisi
accusata di essere al servizio del patriarcato così
come il sapere filosofico e politico (vd. p. 32.1, 4 ;
35.2-4)
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

• In questo aspetto del suo pensiero, prossimità


di Lonzi a molte delle argomentazioni che
sono state elaborate dai movimenti giovanili
del ’68.
• Proposta di collaborazione tra donne e
giovani, in particolar modo per quanto
riguarda le avanguardie del movimento
giovanile: gli Hippies (lettura p. 31.3; 32.3;
33.2-3).
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

• Condivisione da parte di Lonzi anche del


pacifismo e della non-violenza che ha ispirato
molte frange dei movimenti sessantottini.
• La guerra è per Lonzi uno dei prodotti del
soggetto patriarcale e dell’organizzazione
sociale fondata sulla famiglia (p. 37.3-4; 38.2;
39.1; 40.1; 43.6)
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

III Corollario: la donna come soggetto imprevisto:


- Per rompere la continuità storica del soggetto
maschile è necessario per Lonzi istituire un nuovo
soggetto (lettura p. 47.2);
- Si tratta di un soggetto che può emergere solo
come conseguenza di un processo di
deculturazione (lettura pp. 43.5; 36.6).
- Polemica con Marx e rifermento all’antropologia
strutturalista di Lévi-Strauss.
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel
La donna come soggetto imprevisto:
• Nella riflessione sulla nuova soggettività da contrapporre
all’ordine patriarcale, manca una definizione in positivo
della donna a partire da connotati identitari specifici
(come avviene nella teoria della differenza sessuale):
• a) presa di distanza di Lonzi dal mito dell’identità come
qualcosa di fisso, di stabile e di definibile a priori (45.2);
• b) la donna non può essere definita come struttura
identitaria antitetica al soggetto maschile (negazione
della dialettica e quindi dei dualismi e delle loro
conciliazioni nella sintesi): la donna si muove su un altro
piano (lettura p. 42.2).
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

La donna come soggetto imprevisto:


• c) la donna come soggetto imprevisto (p.
47.3).
• d) la donna come libertà e trascendenza, cioè
come libero progetto di se stessa (p. 46.3).
Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguistica
Sputiamo su Hegel

• La sola caratterizzazione in positivo


dell’identità femminile è quella che salva,
rispetto alla dialettica servo-signore, il rifiuto
del servo di sacrificare la vita.
• Da qui la tensione della donna verso la vita, in
antitesi alla propensione mortifera del
soggetto maschile (in questa definizione della
donna, Carla Lonzi resta legata al femminismo
della differenza) (lettura: pp. 37.2; 39.4; 46.2).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Nello scritto del 1971 La donna clitoridea e la donna
vaginale Carla Lonzi approda alla convinzione che per
raggiungere la liberazione femminile sia necessario
elaborare un discorso sull’autonomia sessuale della
donna rispetto all’uomo.
• La decostruzione della famiglia e dei dispositivi emotivi
e psichici che la sorreggono e che istituiscono la logica
patriarcale non dipendono soltanto dall’amore libero
ma dalla capacità di coniugare questo regime libertario
con l’affermazione di una sessualità femminile distinta
da quella maschile.
• Specificazione femminista del discorso sessantottino
sulla sessualità.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
Tesi sostenuta da Lonzi nello scritto La donna
clitoridea e la donna vaginale:
- La dominazione dell’uomo sulla donna vede la sua
origine nel dispositivo sessuale.
- L’uomo ha dominato la donna attraverso
l’imposizione di una sessualità procreativa e
coitale.
- La donna dominata coincide con la donna vaginale
mentre la donna clitoridea corrisponde alla donna
liberata.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Nel sostenere questa tesi, Lonzi entra in polemica
con la psicologia e con la psicanalisi accusate di
essere forme di sapere tese a convalidare in
termini scientifici il modello di dominio del
soggetto maschile su quello femminile e il tipo di
sessualità che vi corrisponde.
• Intreccio e reciproci rimandi tra il dominio di tipo
sessuale esercitato sul corpo e il dominio
esercitato dalle forme del sapere.
• I due psicanalisti presi in considerazione da Lonzi
sono Sigmund Freud e Wilhelm Reich.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La teoria freudiana della sessualità:
- Fase orale: il piacere sessuale è ottenuto attraverso la
stimolazione della mucosa orale.
- Fase anale: il piacere sessuale è ottenuto attraverso la
stimolazione della anale.
- Fase fallica: il piacere è legato alla manipolazione dei
genitali. E’ questa anche la fase edipica, in cui il
bambino comincia a nutrire sentimenti di ostilità nei
confronti della figura paterna da cui si sente
minacciato di castrazione rispetto al desiderio che
prova nei confronti della madre (desiderio di donare a
lei il fallo).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
- La teoria freudiana della sessualità
- Fase di latenza delle pulsioni sessuali
- Fase genitale: nell’adolescenza, che coincide con
la maturazione sessuale e l’affermarsi della
sessualità genitale vera e propria.
- Presenza di forme perverse di sessualità dove
questo processo non si svolge secondo le normali
scansioni; le perversioni sono forma di sessualità
incapaci di raggiungere la maturità genitale.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• La teoria freudiana della sessualità femminile:
- Durante la fase edipo-fallica si ha una scoperta della
zona genitale - la clitoride - come zona di piacere.
- Durante la fase edipico-fallica nella bambina è
rinvenibile una forma di ostilità nei confronti della
madre a causa del desiderio di ricevere il fallo dal
padre e di restituirglielo tramite il dono di un figlio
(cfr. il pensiero di Lacan).
- In questa fase la bambina scopre di non avere il fallo,
scopre l’inferiorità della clitoride (vd. p. 20.1 di Invidia
del pene, Boringhieri); nasce in lei l’invidia del pene e
la castrazione ha modo di affermarsi in tutta la sua
potenza.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
- La teoria freudiana della sessualità femminile:
- Il bambino scopre a sua volta che la bambina
non ha il fallo e questo incide profondamente
sulla natura della relazione che in seguito avrà
con le donne, improntata alla compassione
e/o al disprezzo nei loro confronti (vd. Freud,
Alcune conseguenze psichiche della differenza
anatomica tra i sessi, in Invidia del pene,
Boringhieri,1992 p. 21.1).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• La teoria freudiana della sessualità femminile:
• Dalla ferita narcisistica provocata dalla scoperta da
parte della femmina di non avere il fallo si produce il
suo senso di inferiorità, il suo disprezzo per il suo
sesso (vd. p. 22.1), la sua innata gelosia (vd. 23.1), il
suo sviluppo etico così profondamente diverso
rispetto al maschio (minor senso di giustizia, minor
impersonalità, scarsa autonomia dal livello affettivo-
emotivo) (vd. p. 28).
• Sono queste le caratteristiche fondamentali della
femminilità che si afferma pienamente durante la
fase genitale.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale

• La teoria freudiana della sessualità femminile:


• Nella fase genitale nella femmina si realizza:
• una scarsa propensione alla masturbazione,
attraverso la manipolazione della clitoride, a
differenza del soggetto maschile che fa invece
ampio uso dell’autoerotismo attraverso la
manipolazione del pene (vd. p. 24-25.1).
• Lo spostamento delle zone di piacere dalla
clitoride alla vagina (possibilità dell’orgasmo
vaginale), che così diviene pronta ad accogliere
l’atto sessuale procreativo.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• La teoria freudiana della sessualità femminile:
• Senza la realizzazione di questo ultimo passaggio
la femminilità vera e propria non si realizza e si
ha invece la comparsa di identità anormali,
nevrotiche sino alla psicosi vera e propria.
• Si tratta di turbe dell’identità molto spesso
legate, secondo Freud, ad un eccesso di invidia
del pene che dà origine ad un complesso di
mascolinità, il quale impedisce alla bambina-
ragazza di giungere ad una accettazione della sua
castrazione e della sua inferiorità (vd. p. 21-22.2).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Wilhelm Reich
• W. R. (1897-1957) è uno psicanalista di origine
austriaca, allievo di Freud, che a metà degli anni
Venti ha tentato una coniugazione della
psicanalisi con il marxismo e con la filosofia della
vita di Nietzsche.
• Ha voluto fare della psicanalisi non uno
strumento di disciplinamento di carattere
borghese, così come rischiava di divenire in
Freud, ma un mezzo di liberazione sociale
collettiva.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Wilhelm Reich
• Egli ha ritenuto che le pulsioni sempre più
aggressive e violente a cui erano soggetti gli
uomini fossero una conseguenza della sempre più
accentuata disciplina e repressione imposta dai
sistemi sociali individualistici che hanno trovato la
loro apoteosi nel capitalismo.
• Si tratta, ai suoi occhi, di una repressione di
carattere sessuale con la quale gli individui
vengono normalizzati rispetto ai valori dell’ordine
sociale.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Wilhelm Reich
• L’esito finale di questa repressione è, secondo
Reich, il fascismo con l’apoteosi delle pulsioni
sadiche e aggressive.
• Soltanto il ripristino delle pulsioni sessuali gioiose
e degli originari istinti di socializzazione può
permettere un nuovo equilibrio sociale: la
rivoluzione sessuale diventa quindi la base della
rivoluzione politica.
• Scrive: Psicologia di massa del fascismo (1933);
La rivoluzione sessuale (1930-34).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Wilhelm Reich:
• Reich vive in una Europa borghese, alcuni decenni
prima del movimento del 1968 che ha contestato
l'etica sessuale in vigore nel mondo occidentale.
• Reich, a causa della sua teoria sulla sessualità e
dei suoi appelli a favore della liberazione dei
costumi, è passato alla storia come il "profeta"
della "rivoluzione sessuale" che scosse l'Europa
tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Wilhelm Reich
• Nonostante le forti accentuazioni in senso libertario
di Reich, Lonzi considera questo autore un
reazionario, tradizionalista e patriarcale e prende
distanza dal suo pensiero: nella sua teoria della
sessualità egli riprende infatti quasi integralmente
l’ideale della sessualità genitale e coitale proposto
da Freud con i due ruoli: passivo (vagina) della
femmina e attivo (pene) del maschio.
• La distanza da Reich comporta anche un
atteggiamento più critico verso la rivoluzione
sessuale giovanile che si afferma negli anni in cui
Lonzi scrive (vd. Donna clitoridea p. 106.3).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• La donna vaginale secondo Carla Lonzi:
• Quello che per Freud e Reich è l’esito della
corretta maturazione psicosessuale della donna
è invece per Lonzi l’esito della dominazione
patriarcale del sesso maschile su quello
femminile (pertiene quindi non all’ambito della
natura ma a quello della ‘politica’).
• L’autrice ritiene infatti che il patriarcato abbia una
rigida vocazione eterosessuale dipendente dalla
sua vocazione alla procreazione e dalla
coincidenza nel soggetto maschile tra piacere e
procreazione
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna vaginale secondo Carla Lonzi:
• Per questi motivi il patriarcato ha creato per la
donna un modello ‘naturalistico’ di piacere
vaginale.
• Si tratta di un modello di piacere femminile
subordinato e dipendente dal piacere
maschile che ha sottratto alla donna ogni
forma di autonomia, di libertà e di creatività
(vd. Sputiamo su Hegel, p. 36.2.3).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna vaginale secondo Carla Lonzi:
- Lonzi resta però una reichiana (una figlia del suo
tempo) nel ritenere che la libera espressione della
sessualità e del piacere siano le condizioni di
strutturazione di una soggettività libera, creativa ed
autonoma.
- Secondo questo assunto, l’imposizione alla donna di
un piacere a misura maschile ha determinato il suo
depotenziamento come soggetto e il venir meno della
sua libertà in tutti gli altri ambiti della sua esistenza
(vd. La donna clitoridea, pp. 63.3; 82.2; 67.2; 68.1; 69.3
e 4; 75.3 e 4; 77. 2 e 3; 79.3; 80.2; 81.2; 87.3 e 4; 88.2;
93.3; 101.2).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna vaginale secondo Carla Lonzi:
- Nella donna ‘patriarcale’: rigorosa monogamia, catarsi
dell’esperienza del sesso nel sentimento e quindi
depotenziamento della ricchezza e dell’autonomia
dell’esperienza sessuale.
- ne consegue:
- difficoltà nel provare piacere sessuale sino
all’assenza di orgasmo.
- inibizione della libertà, della potenza creativa,
della vitalità stessa.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna vaginale secondo Carla Lonzi:
• «La donna è monogama, l’uomo è poligamo; la
donna è ricettiva, l’uomo è aggressivo; la donna è
passiva, l’uomo è attivo; la donna è per la
famiglia, l’uomo è per la società; la donna è
esecutiva, l’uomo è creativo; la donna è preda,
l’uomo è cacciatore; la donna è irresponsabile,
l’uomo è responsabile; la donna è immanenza,
l’uomo è trascendenza. La donna è vagina,
l’uomo pene».
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La donna clitoridea e la donna vaginale

• «La donna è oppressa dal modello sessuale,


non è repressa perché non risponde al
modello sessuale»
• Rispondendo al modello sessuale la donna
diventa, infatti, al contempo oppressa e
repressa, repressa perché oppressa da un
modello di sessualità che le è imposto.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna vaginale secondo Carla Lonzi:
• «La coppia patriarcale è la coppia pene-vagina,
marito e moglie, padre e madre della cultura
animale procreativa: il loro rapporto non è stato
determinato in base al funzionamento del sesso,
ma in base al funzionamento della procreazione a
cui il sesso femminile è stato subordinato. La donna
vaginale è il portato di questa cultura: è la donna del
patriarca e la sede di ogni mito materno, la donna
schiava che tramanda la catena delle soggezioni da
cui il dominio è stato reso permanente in qualsiasi
mutamento storico» (vd. p. 116).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• La donna vaginale secondo Carla Lonzi:
«Ci si chiede: ma perché la vagina è passiva? Non si
può avvertire come qualcosa che prende, che
agisce, invece di qualcosa che accoglie, si uniforma
e subisce? Questa è una interpretazione dell’uomo
che suggerisce alla donna emozioni attive o
piuttosto varia il suo piacere dal possedere
all’essere assorbito e posseduto dalla donna» (vd.
p. 75-76).
«la donna…non aspira al matriarcato che è una
mitica epoca di donne vaginali glorificate. La donna
non è la grande-madre, la vagina del mondo…».
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Nel suo atto di accusa contro la donna vaginale,
Lonzi entra in polemica con tutte quelle forme di
presunta riabilitazione della donna che,
insistendo su differenze e specificità femminili
prese a prestito dall’ideologia maschile, si
dimostrano ad essa succubi.
• Sta prendendo distanza dalla teoria della
differenza sessuale di matrice francese ed
italiana? (vd. L. Irigaray, Speculum; Vd. L. Muraro,
L’ordine simbolico della madre).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• Anna Grazia Papone nel suo saggio Donne e filosofia
nel ‘secolo breve’. Appunti per una ricerca, in Donne e
Filosofia, a cura di M. Marsonet, Genova, Erga, 2001
critica la teoria femminista della differenza sessuale, la
quale a suo parere invece di contrastare il patriarcato
gli ha dato voce. Tra le autrici con le quali Papone si
pone in contraddittorio vi è Luce Irigaray, accusata di
aver messo a punto un pensiero che, pur affermando
che la donna non ha ancora avuto un luogo, finisce per
trovare questo luogo proprio nei territori in cui la
donna è stata insediata dall’uomo, il quale da sempre
ne concepisce la natura in termini di affettività,
abbandono, irrazionalità, maternità ecc.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
• «la donna era posta dalla parte della natura e
Irigaray rivendica il debito mai pagato nei
confronti del materno, del naturale; la donna
era posta dalla parte dell’ a-logico e Irigaray
intende riconoscere al femminile un’altra
logica da quella che impone la coerenza
discorsiva; la donna era consegnata a una
corporeità intrascendibile e Irigaray evoca un
pensiero incarnato del corpo e nel corpo»
(Papone, Donne e filosofia, cit., pp. 140-1)
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna clitoridea:
- La contrapposizione di Lonzi ai ‘femminismi’ che
riscattano la donna attraverso valori presi a
prestito dal soggetto maschile si esercita non solo
sulle ‘false’ differenza ma anche sulle operazioni
centrate sull’uguaglianza.
- Suo obiettivo è infatti quello di puntare ad una
differenza più ‘problematica’, differenza che viene
affermata attraverso il suo discorso sulla donna
clitoridea.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna clitoridea:
- Come rappresentante del femminismo della
seconda ondata, Lonzi arriva alla conclusione che
il femminismo per essere veramente tale e
portare alla liberazione delle donne deve partire
dalla liberazione sessuale e da un discorso sulla
sessualità.
- Discorso comune ai movimenti giovanili, ma che
se ne stacca perchè articolato a partire da una
prospettiva di genere.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna clitoridea:
- Secondo Lonzi, rivendicare la differenza
femminile significa dare risalto alle forme
proprie del piacere femminile, da lei
individuato nel piacere clitorideo e nell’organo
centrale della sessualità femminile: la clitoride
(letture, p. 61.1,2,3,4,5).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna clitoridea:

- La prima mossa che Lonzi attua nel legare la


sessualità femminile alla clitoride è quella di
sganciarla dal fine procreativo e di connetterla al
solo piacere (lettura p. 65.2.3.4.5; 104.2).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna clitoridea
- La seconda mossa consiste nel falsificare l’immagine
distorta che il soggetto maschile ha prodotto della
sessualità femminile (infibulazione simbolica),
attribuendola:
a) al fine procreativo e alla coincidenza tra
piacere e procreazione che è sempre
stata l’ossessione del sesso maschile (lettura
p. 65.6);
b) alla paura del confronto con un soggetto
libero e autonomo da questo fine (p. 82.4, 5;
90.2; 100.1- da metà; 107.3; 110.2).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna clitoridea:
- La terza mossa è consistita nella definizione del
nuovo soggetto femminile che emerge
dall’esercizio di una sessualità autonoma e non
procreativa.
- Si tratta di una soggettività diversa sia dalla
versione che ne ha dato il femminismo
dell’uguaglianza sia da quello della differenza, in
quanto definita come «soggetto imprevisto»,
quindi come soggettività che si sottrae alle
definizioni a priori (lettura p. 78.1; 101.3; 101.4)
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
- La donna clitoridea:
- Si tratta di una soggettività post-umana, nella
misura in cui i valori che hanno definito
l’umanità e l’umano sono una produzione del
soggetto maschile.
- Soggettività molto vicina alla teorizzazione
della teoria queer e del post-femminismo
lesbico.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale
La donna clitoridea:
- La quarta mossa è consistita nella messa in
discussione dell’istituzione centrale del
patriarcato: l’eterosessualità e le sue istituzioni (il
matrimonio, la famiglia e la visione
complementare dei sessi) (lettura p. 66.4,5; 72.3;
95.3.
- Contestazione dell’eterosessualità prossima a
quella messa a punto dal lesbismo filosofico e
dalla teoria queer.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
La donna clitoridea e la donna vaginale

Carla Lonzi, agli inizi degli anni Settanta, ha


traghettato il femminismo italiano oltre la teoria
della differenza sessuale, verso le prese di
posizione assunte dal più recente lesbismo
filosofico.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
Sessualità femminile e aborto
- La riflessione di Carla Lonzi sulla sessualità
femminile determina una sua presa di
posizione molto particolare all’interno del
dibattito sull’aborto che cominciava ad
affermarsi nell’Italia dei primi anni Settanta.
- Lonzi riconosce che il culmine della
colonizzazione del soggetto femminile da
parte di quello maschile coincide con il divieto
di ricorrere a soluzioni abortive (vd. p. 62.2).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
Sessualità femminile e aborto
- Riconosce anche che i milioni di aborti
clandestini che venivano effettuati nell’Italia del
suo tempo, in cui era ancora presente la legge
antiabortiva, costituivano di fatto il motivo
sufficiente per affermare la sua abolizione (vd.
53.1).
- Ma riconosce che una nuova legge
sull’abortocostituisce un nuovo atto di dominio
del soggetto maschile su quello femminile.
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
Sessualità femminile e aborto
• Lonzi rivendica, infatti, da un lato la completa
depenalizzazione dell’aborto, cioè la libertà piena
di aborto.
• Dall’altro lato, Lonzi rivendica come solo
strumento per garantire una maternità
veramente libera, la presa di distanza da un
modello di sessualità di tipo procreativo in cui alla
donna viene imposto il piacere vaginale con la
sua funzionalizzazione alla maternità (lettura p.
53.2; 54.2,; 55.2,3; 56.2; 57,2; 59.2; 54.3).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
Sessualità femminile e aborto

• Anche il dibattito sulla contraccezione trova


Lonzi in una posizione molto particolare,
poiché nella sua riflessione la contraccezione,
come la legge abortiva, è uno strumento che
lascia intatto un modello procreativo di
sessualità (vd. 57.3 e 59.3).
Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale.
Sessualità femminile e aborto

• Lonzi propone di andare oltre il modello


procreativo e critica le forme di educazione
sessuale in ambito scolastico, che
cominciavano a prendere piede, tutte centrate
sui meccanismi della procreazione e non
sull’educazione al piacere (vd. p. 96.2).

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